XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Martedì 27 aprile 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PIANIFICAZIONE DEI SISTEMI DI DIFESA E SULLE PROSPETTIVE DELLA RICERCA TECNOLOGICA, DELLA PRODUZIONE E DEGLI INVESTIMENTI FUNZIONALI ALLE ESIGENZE DEL COMPARTO DIFESA:

Audizione di rappresentanti della Drass Group.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Cappelletti Sergio , Amministratore delegato della Drass Group ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Russo Giovanni (Misto)  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Frusone Luca (M5S)  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Cappelletti Sergio , Amministratore delegato della Drass Group ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Slides presentate dall'Amministratore delegato della Drass Group ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 14.40

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Drass Group.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla pianificazione di sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto Difesa, di rappresentanti della Drass Group.
  Saluto e do il benvenuto al dottor Sergio Cappelletti, Amministratore delegato della Drass Group. Saluto i colleghi presenti e quelli che partecipano secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per consentire una corretta fruizione dell'audio.
  Ricordo che, dopo l'intervento del nostro ospite, darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente, il nostro ospite potrà rispondere alle domande poste. A tal proposito, chiedo ai colleghi di far pervenire fin da adesso la propria richiesta di iscrizione a parlare al banco della Presidenza.
  Do la parola al dottor Cappelletti, Amministratore delegato della Drass. A lei la parola.

  SERGIO CAPPELLETTI, Amministratore delegato della Drass Group. Buongiorno, presidente. Buongiorno, onorevoli deputati. Grazie per l'opportunità che mi viene concessa in questa sede.
  Questa è per me una prima esperienza e come approccio chiederò di mettere una presentazione che possa agevolare la trattazione. Ho cercato di impostare la presentazione strutturandola secondo l'argomento del vostro gradito invito e cercando, soprattutto, di mantenere i limitati tempi a disposizione. Poi sarò comunque disponibile per approfondimenti.
  La Drass è una società tra le più antiche. Attraversa i nomi di Galeazzi, di Cosmos. È probabilmente la più antica società continuamente attiva nel mondo della subacquea. Ci sarebbe molto da dire. Molto brevemente cerchiamo più che altro di descrivere gli uomini che hanno dato i maggiori contributi: Roberto Galeazzi, che già nel 1920 disegnava sottomarini per quella che sarebbe poi diventata Fincantieri, i cantieri del Muggiano, e ottenemmo il record mondiale di immersione nel 1937 con lo scafandro articolato; Sergio Pucciarini, un ufficiale della Decima Mas che costruiva i mezzi insidiosi della Regia Marina che sarebbero poi stati utilizzati durante la Seconda guerra mondiale nella baia di Alessandria e sviluppò la ditta Cosmos; e, infine, nel campo dell'industria dell'off-shore, Sergio Carlini, che ancora collabora e ci fornisce la sua esperienza, che fu l'inventore del primo drone sottomarino, una capsula autopropulsa sottomarina. Sono tutti record dell'industria italiana. Ve ne potremmo raccontare tantissimi altri; si potrebbePag. 4 fare un libro su tutto questo, ma abbiamo soltanto dato un accenno.
  Nel corso di tutti questi anni, il nostro interesse è stato quello di mantenere alta questa reputazione e questa tradizione, e di allargare quelle che sono le capacità dell'azienda. C'è da dire che in questo mondo sono in pochi a conoscere le tecnologie dell'altissima profondità e dell'iperbarismo e che le applicazioni sono estremamente variegate, sebbene ci sia questo filo comune della subacquea profonda e dell'iperbarismo.
  Facciamo sistemi di immersione profonda per le industrie off-shore e per la Marina militare, un contesto che è assolutamente duale e in cui ci pregiamo di essere un elemento di eccellenza e di riferimento assoluto nel mondo. Parliamo più nello specifico di sistemi per la Difesa, quindi di sottomarini compatti, di veicoli moderni, della versione moderna del mezzo di Alessandria, di droni e, purtroppo, di triste attualità, anche delle soluzioni di soccorso sommergibili per gli eventi che abbiamo tutti ascoltato ultimamente sui media. Questi prodotti, questi settori più che altro, saranno poi oggetto di una trattazione leggermente più approfondita più avanti.
  Visto che l'industria della subacquea richiede una tecnologia specifica per ogni piccola cosa che si va a sviluppare, noi ci dobbiamo anche costruire tutte le nostre apparecchiature singolarmente. Abbiamo creato un'evoluzione del casco da palombaro, che storicamente si immagina come un pezzo di ferro con un vetro, e l'abbiamo fatto diventare un oggetto smart, un oggetto elettronico; e mille altre cose.
  Un altro elemento è il laboratorio di ricerca tecnologica. È essenziale, perché testare e sviluppare macchinari che sono destinati a operare negli abissi richiede speciali capacità, speciali strumenti e, addirittura, la sfida si spinge oltre, perché gli strumenti per andare a testare e per andare a verificare, come ricerca, li dobbiamo inventare e ce li dobbiamo costruire. Quello che non si sa, per esempio, è che noi abbiamo a Livorno un laboratorio di ricerca sottomarino con una serie di macchine che è più complesso del Dive Lab USA, ma non perché gli americani non siano pieni di soldi per comprarsi tutto, bensì perché non saprebbero progettare e costruire le macchine che, in Italia, noi sappiamo costruire per il test e per la ricerca.
  Esiste poi una gamma tradizionale di prodotti, che sono le varie camere iperbariche, le barche diving, prodotti più commerciali. Giusto per suscitare un attimo la vostra curiosità e per dimostrarvi l'ampissimo modello dual use a livello tecnologico, progettiamo anche strutture come hotel e ristoranti sottomarini con capsula a torre, ovovie sottomarine (che in questo momento vedete come concept, ma sono studiate e realizzate). La tecnologia che vedete per realizzare un ambiente che serve a sopravvivere in queste strutture è la tecnologia che viene usata per vivere in un sottomarino.
  Prima del COVID avevamo delle negoziazioni in corso soprattutto all'estero perché, come potete immaginare, il percorso normativo per andare a installare qualcosa in acqua di questo tipo in Italia è molto più severo. Questo per dire che quando si sviluppa una tecnologia per la Difesa e quando si sviluppano certe soluzioni, se si ha una mente predisposta come normalmente noi in Italia abbiamo, c'è la possibilità di fare delle applicazioni e di realizzare strutture che hanno una loro specifica singolarità.
  Per quanto riguarda la dimensione della ditta, siamo circa 180 persone. Il contratto è di lavoro dipendente, e tutti sono tenuti al 100 per cento, perché è tale la specializzazione in questo settore che abbiamo bisogno che le persone rimangano e si creino l'esperienza. L'addestramento viene impostato esclusivamente in azienda, perché è molto difficile trovare qualcuno al di fuori che possa fare le cose che facciamo noi. La subacquea è un microcosmo. Tutto quello che si può fare normalmente fuori dall'acqua lo facciamo sotto, quindi abbiamo progettisti, meccanici, biologi, elettricisti, saldatori, programmatori, tutti con la specializzazione della subacquea. Questo richiede anche una particolare organizzazione con persone molto giovani che hanno delle responsabilità,Pag. 5 un'organizzazione moderna e strutturata; però devo anche dire che non sarebbe assolutamente possibile nessun argomento o che non reggerebbe nessun modello organizzativo se non ci fosse l'entusiasmo di questi ragazzi. Giusto per spiegarvi, sono io che devo fare il giro la sera per buttarli fuori dall'ufficio, perché altrimenti non se ne andrebbero mai. È un mondo di passione che esiste anche perché si sa di svolgere delle attività praticamente uniche.
  Purtroppo non riesco a rendere qui la visuale di tutto quello che fanno le industrie della subacquea in Italia. Quello che dovete sapere è che siamo la nazione che ha la maggiore copertura ed eccellenza tecnologica della subacquea nel mondo.
  In questo grafico di difficile lettura ci sono dei pallini colorati per quello che sa fare ognuna delle nazioni più progredite e più forti nel campo, e non c'è nessuno che faccia neanche la metà di quello che fanno tutte le aziende italiane. Noi, come Drass, abbiamo sicuramente una predominanza, perché è la nostra grande specializzazione, ma devo testimoniarvi che vi sono numerose altre realtà italiane di eccellenza e di grande capacità. Questo comporta anche degli aspetti che ci sono di danno, di debolezza, ovvero il frazionamento dell'industria, il fatto che sono tutte industrie molto piccole.
  Andiamo, per esempio, a fare un focus della situazione mondiale o di quale sarebbe il contesto nell'ambiente dei sottomarini, che è tipicamente quello che ci aspettiamo di vedere nella subacquea. Esiste un mercato dei grandi sottomarini: sottomarini nucleari, grandi sottomarini convenzionali. Questo mercato, effettivamente, è a noi inaccessibile perché ci sono dei player stranieri grandi consolidati, ci sono grandissime industrie. Non è un mercato dove dobbiamo andare a battere ed esplorare, ma ci sono numerosissimi Stati costieri che vogliono sviluppare la loro flotta sottomarina, che hanno un interesse che è limitato comunque alle loro acque territoriali, alle loro zone di sfruttamento, alle acque basse. Per questo i nostri prodotti nazionali sono assolutamente perfetti per le loro esigenze.
  La vicenda accaduta, purtroppo, in Indonesia di un sottomarino grande, vecchio quarant'anni, costoso, non manutenuto e quello che similmente è successo pochi anni fa in Argentina, sono l'indice del fatto che nel passato queste nazioni con acque basse venivano convinte, attraverso pressioni politiche di nazioni straniere, a comprare dei grandi sottomarini che poi non potevano rinnovare, non potevano manutenere, mentre noi abbiamo degli strumenti che invece sono molto più piccoli, compatti. Abbiamo una superiorità tecnologica indubbia.
  Abbiamo una tecnologia che è compatibile con i prodotti della grande impresa, perché quello che noi sviluppiamo nei nostri battelli lo possiamo pian piano, come già sta succedendo adesso, andare a fornire a chi fa grandi battelli, aumentando ancora di più il volàno industriale. Abbiamo un immenso mercato da sfruttare, che giustifica gli investimenti, perché se pensate al Mar Nero, al Mar Caspio, al Baltico, anche ad alcune aree del Mediterraneo o di Stati rivieraschi, al Golfo Persico o al Sudest asiatico, vi è un grande numero di nazioni che vedono crescere sempre più il valore economico delle aree marittime e hanno sempre più installazioni sul mare, con la necessità di difenderle.
  Quali sono i nostri punti di debolezza? Primo, le soluzioni non sono adottate dalle nostre Forze armate. Noi siamo una Marina di rango, abbiamo un obiettivo dichiarato di Mediterraneo allargato e, quindi, dobbiamo gestire una capacità di proiezione. Non è nella priorità delle nostre Forze armate avere battelli di questo tipo e, soprattutto, viste anche le ristrettezze di bilancio per cui non riescono neanche a comprare ciò che è il requisito, non possiamo certo pensare che le nostre Forze armate li possano adottare come loro necessità.
  Abbiamo un problema di piccole aziende e, quindi, una necessità di operare in rete in una maniera strutturata, cosa che noi generalmente non riusciamo sistematicamente a fare come Sistema Italia, e abbiamoPag. 6 anche grandissimi investimenti fatti dai coreani. Noi stiamo provando a finire un sottomarino da 550 tonnellate, che finanziamo con il salvadanaio che rompiamo ogni anno, quindi potete immaginare la difficoltà. Sette anni fa i coreani hanno deciso di un tratto di costruirne uno, dall'inizio alla fine, mettendoci 200 milioni. Per fortuna non riuscivano neanche a farlo stare a galla perché non hanno le capacità, però ci è andata bene una volta. Se decidono di farlo i tedeschi o i francesi, abbiamo chiuso i giochi. Infatti, che cos'è che si dice? C'è una frase, «mancò la fortuna, ma non il valore», relativa alla battaglia di El Alamein, che l'Italia perse nella Seconda guerra mondiale, ma che è diventata un po' una frase comune ogni volta che c'è qualche nostro valoroso campione che è sconfitto dal nostro stesso sistema, che cerca di fare di tutto ma si arrende. In realtà la verità è questa: mancò la pianificazione, la standardizzazione, la ricerca, il coordinamento, l'investimento, ma non il valore. Dobbiamo capire che, in generale, il nostro Sistema Italia ci penalizza tutti, perché non siamo capaci di fare questo. A maggior ragione, in un ambiente pionieristico e in un ambiente che esprime delle esigenze in maniera non standardizzata, questa capacità è essenziale.
  Noi ora siamo in una specie di Far West tecnologico. La subacquea si sta sviluppando e si svilupperà in maniera talmente impressionante nel prossimo futuro, e non c'è una tecnologia comune. È come se noi stessimo iniziando a fare i primi telefonini, ma non avessimo inventato il GSM (Global System for Mobile) e l'USB (Universal Serial Bus), e ognuno stesse parlando per conto suo su una frequenza diversa o avesse un caricatore diverso.
  Cosa significa «pianificazione»? Pianificazione significa fare un lavoro, già ora, di standardizzazione delle interfacce e delle tecnologie per renderle interoperabili e usabili. Significa che noi dobbiamo creare dei mattoncini Lego tecnologici. Siccome non abbiamo la possibilità di fare come gli americani, i russi, o i cinesi, che investono una quantità di soldi smisurati – alcuni anche con metodo – e poi alla fine ottengono il risultato, dobbiamo fare in modo che quando esprimiamo un requisito, se sviluppiamo la tecnologia della comunicazione acustica sottomarina, la sviluppiamo con uno standard che poi sia replicabile in tutti gli altri contesti.
  Per lavorare in rete come piccole imprese, dobbiamo informatizzare la gestione dell'informazione. Significa che dobbiamo sapere che cosa sta facendo la persona a fianco a noi. Non possiamo pensare che ci siano tanti piccoli uffici dove ognuno nasconde e chiude a chiave le sue informazioni e poi non sappiamo cosa c'è disponibile. Nel momento in cui abbiamo raggiunto questi obiettivi, quello che possiamo riuscire a fare è fare in modo che la nostra amministrazione esprima quello che vuole declinandolo in maniera tale che quello che serve alla Guardia costiera, alla Marina militare, al Ministero dei trasporti, sia espresso sotto forma di elementi di tecnologia che già abbiamo e, poi, di elementi di tecnologia che dobbiamo creare ma che possiamo sempre creare con questo standard. Lo so che le slide senza immagini normalmente sono le più noiose; mi rendo conto che è così, però questo aspetto è fondamentale per noi, perché ci permetterebbe di lavorare sfruttando il vantaggio di essere piccole e medie imprese a livello di inventiva, creatività, libertà che abbiamo in Italia, ma anche di non subire gli svantaggi.
  Questa immagine di sottomarino, è la classica immagine fatta con mille immaginette tra loro diverse e indipendenti. Significa che ogni piccola azienda riesce a creare qualcosa di piccolo che è alla sua portata, che però è funzionalmente integrato in un contesto. Queste metodologie, che tra l'altro noi stiamo già discutendo con successo con il Segretariato generale della Difesa dovrebbero essere le modalità che ci permettono di ottenere dei risultati che siano comparabili a quelli delle grandissime aziende, dei nostri competitor internazionali.
  Quando parliamo di sistemi per la Difesa, prima di tutto ci dobbiamo domandare: che cos'è che dobbiamo difendere? Quello che dobbiamo difendere è davanti a noi: istallazioni off-shore, gasdotti, elettrodotti,Pag. 7 reti dati, riserve ittiche, tutto quello che vedete e che oltretutto è anche in una crescita esponenziale, perché tutte le risorse che stiamo andando a cercare ce le stiamo andando a cercare in mezzo al mare. Però in mezzo al mare la minaccia è una minaccia sia simmetrica, quindi di Paesi che potrebbero essere ostili, ma anche asimmetrica. Quello che ora ci immaginiamo, ovvero il terrorista che prende un drone aereo e va a fare un attentato – tutti abbiamo davanti agli occhi questa possibilità – domani diventa il terrorista che prende un drone subacqueo, che tecnologicamente sarebbe una cosa abbastanza semplice, e va a far saltare il gasdotto che ci collega con la Libia, va a tagliare le connessioni dati, oppure va a inquinare le nostre risorse idriche, le nostre risorse ittiche.
  Sono delle immagini reali, per cui l'operazione, quello che noi ci aspettiamo a livello di Difesa, è di poter – queste sono quattro azioni importanti – pattugliare, intervenire, monitorare e neutralizzare. Queste quattro azioni vengono svolte da diversi sistemi che sono presenti, ma che devono essere evoluti secondo delle traiettorie tecnologiche, cioè nel tempo dobbiamo andare a raggiungere degli obiettivi. Un esempio è il drone extralarge. «Extralarge» perché, invece di avere una nave che va in giro e mette sotto qualcosa e, quindi, solo episodicamente riesce a sapere che cosa c'è, noi prendiamo un pattugliatore continuo, lo mandiamo con un extrarange, lo carichiamo di tutti i possibili sensori e abbiamo la volante della polizia sott'acqua. È qualcosa che ci permette di monitorare continuamente le minacce che ci possono essere sul fondale marino.
  Oltretutto, le soluzioni italiane possono essere dimensionate in una maniera molto più semplice, molto accessibile, rispetto alla tecnologia americana o russa, che è destinata a soluzioni atlantiche, pacifiche. Noi possiamo avere qualcosa che è molto più facilmente esportabile nei Paesi che hanno un bilancio con dei limiti di spesa più forti rispetto ad altri. Di questo ne abbiamo già parlato a proposito del sottomarino compatto. Se abbiamo esigenze di pattugliare delle acque che hanno delle dimensioni limitate (Mar Nero o Mar Caspio) e che soprattutto hanno delle acque basse, questi sottomarini sono ideali e sono anche migliori dei sottomarini convenzionali. Il sottomarino convenzionale in acque basse non riesce ad andare. Le maggiori installazioni economiche e industriali sono nelle acque basse. Andando a sviluppare, a creare, eventualmente a finanziare dimostratori tecnologici, noi abbiamo la possibilità di accelerare e concludere importantissime negoziazioni – stiamo parlando di miliardi di euro – per la fornitura di oggetti che sono molto più compatibili con l'esigenza potenziale di un gran numero di clienti.
  Un altro elemento molto importante è il sistema filoguidato. Questo significa che devo andare a intervenire per fare una determinata cosa in fondo al mare, anche ad altissime profondità, e utilizzo un sistema alimentato e controllato dalla superficie. Quello che vedete di attualità è il Sistema di Soccorso Sommergibili, di tecnologia totalmente italiana, che abbiamo sviluppato per la Marina militare e che è stato contrattualizzato alla fine del 2020 in partnership con la Saipem. Per noi è stato un grandissimo successo il fatto che una ditta mille volte più grande della Drass, come la Saipem, abbia fatto una partnership con noi; ma è stato un successo ancora più grande il fatto che in questa impresa la leadership sia stata affidata alla Drass. Che cos'ha questo sistema di diverso che può essere notato subito? Noi abbiamo creato quella standardizzazione di cui volevamo parlare, cioè non creiamo un Sistema Soccorso Sommergibili che è solo un Sistema Soccorso Sommergibili, per cui noi spendiamo delle risorse molto elevate per tenerlo lì sperando che ci sia un evento che non accada mai. Quella capsula gialla che vedete cerchiata è la capsula soccorso sommergibili. Noi abbiamo un'interfaccia con la motrice, che è il ROV (Remotely Operated Vehicle) sopra, che possiamo sostituire con qualsiasi carico pagante. Questo significa che, per esempio, abbiamo iniziato a impostare delle collaborazioni con delle università che vogliono fare un efficace e velocissimo sampling delle microplastiche, che è un elemento di grandissima attività ambientale.Pag. 8 Immaginate che con una tecnologia di questo tipo, e utilizzando questa metodologia, possiamo far addestrare al Soccorso Sommergibili la Marina militare mentre si fa un campionamento delle microplastiche nell'Adriatico, nel Tirreno, dovunque. O si fanno dei carotaggi dei fondali, o si fanno delle pose di cortine idrofoniche. Cioè, pago un sistema, e cambiando il carico pagante l'unica cosa che si cambia è quello, mentre la nave, il sistema, la messa a mare rimangono gli stessi. Questo è un esempio focalizzato di che cos'è questa standardizzazione.
  Abbiamo parlato anche di strutture residenti, cioè di monitorare. «Monitorare» significa avere qualcosa che è sempre sott'acqua. Non è fantascienza, perché noi abbiamo il leader mondiale in Italia, che è la Saipem, che è stata la prima azienda a prendere un contratto in Norvegia per la manutenzione di un campo petrolifero off-shore, con droni residenti. Da un punto di vista del dual use, permettetemi la semplificazione, «militarizzare» significa che metà di questa roba la dobbiamo pitturare di grigio e basta, e mettere eventualmente lì sotto i sonar, i sistemi acustici che vogliamo, per capire se qualcuno si sta avvicinando alle nostre coste. Nel momento in cui in tempo reale riusciamo a monitorarlo, magari siamo in grado con quei droni che avete visto in precedenza di andare a contrastare questo tipo di minaccia. Il ritorno industriale di questa tecnologia a livello di Difesa sarebbe immenso, non solo secondo me. Nei decenni a venire questa tecnologia avrà un impatto simile a quello avuto dall'industria dello spazio e dei satelliti, dell'Aeronautica, perché tutti si stanno rivolgendo a questo. Noi abbiamo un vantaggio: siamo partiti prima e abbiamo una tradizione. Dobbiamo fare in modo che gli altri «non salgano in motorino» e ci sorpassino mentre noi corriamo a piedi, perché questo è quello che, purtroppo, sta succedendo dal punto di vista degli investimenti o anche dell'acquisizione delle nostre stesse imprese.
  Andiamo a vedere qualcosa di specifico. Vi ho parlato di questi Lego tecnologici, di questi mattoncini. Cosa stiamo facendo noi ora in casa? Primo: il sistema di monitoraggio del traffico sottomarino. Che cosa significa? Avete presente la torre di controllo del traffico aereo? La stiamo facendo sott'acqua, ovviamente con un raggio più limitato. Ma se adesso, in futuro, andremo ad affollare le acque, il problema della collisione di oggetti sottomarini sarà sempre più probabile. Stiamo andando a sviluppare un sistema che oggi è in grado di andare a definire le traiettorie di tutti gli oggetti e, domani, molto facilmente riuscirà a creare un ologramma in 3D. È il futuro; ci stiamo lavorando. Secondo: i sistemi subacquei di comunicazione ottici elettromagnetici. Che significa? Invece di dover utilizzare dei connettori con tutta la loro complicazione, noi potremmo andare a caricare e scaricare dati come fate oggi col vostro cellulare. Lo posate su una basetta elettromagnetica, lui si carica e comunica. Noi stiamo lavorando per fare questa stessa cosa nella Subacquea. Terzo: i sistemi di propulsione a idrogeno con rilascio di acqua. Invece di avere la limitazione energetica delle batterie, stiamo cercando di aumentarla e dilatarla utilizzando le turbine a idrogeno e ossigeno che rilasciano acqua e che aumentano tutta l'energia stoccata. Infine, i sistemi di analisi dei dati raccolti dal mare, quando vi parlavo del campionamento delle acque. Cos'è che serve quando si parla di ricerca tecnologica? Ci serve un Polo della Subacquea. Che cosa intendiamo col Polo della Subacquea? Intendiamo che noi non possiamo statisticamente, o anche proprio algebricamente, continuare a comprarci da soli, ogni piccola ditta, tutti gli strumenti di ricerca; non possiamo combattere ogni volta per riuscire a mettere un mezzo a mare. Noi avremmo bisogno di mettere a fattor comune tutto questo e di poter condividere delle risorse con le quali possiamo svolgere la nostra ricerca e il nostro test. Anche queste sono delle discussioni in corso con il Segretariato generale della Difesa.
  Infine gli investimenti. Ci sono delle necessità decisamente modeste rispetto ad altri settori del comparto Difesa. Quello che serve principalmente è il finanziamento di dimostratori tecnologici, perché Pag. 9la prima domanda che ci fanno i nostri clienti è: «Voi ce l'avete? La vostra Marina lo utilizza?» Questa sicuramente è un'esigenza importantissima. Poi c'è bisogno di aiuto nel fare rete. Bisogna aiutare a creare questa standardizzazione, questa informatizzazione. Questo, per me, si può fare in una sola maniera: tramite la nostra associazione di categoria, che è l'AIAD (Aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza), che ci ha aiutato finora tantissimo in tutto questo. Però alla fine ad AIAD versiamo i contributi e, quindi, si rimane sempre lì. Se si volesse aiutare per migliorare il sistema rete e l'organizzazione, sarebbe necessario focalizzare tutto quello che si può fare in un'associazione che abbia un programma e che riesca a erogarlo a favore di tutte le piccole imprese.
  Con questo vi ringrazio e sono a vostra disposizione per le domande.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Cappelletti. Grazie anche per aver trasmesso la passione del lavoro che svolgete e per presentazione che ci ha illustrato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione odierna (vedi allegato). Ho già una richiesta di intervenire da parte del collega Giovanni Russo. Ai colleghi chiedo di essere molto sintetici perché alle 15,25 dobbiamo tornare in Aula per le votazioni. Prego.

  GIOVANNI RUSSO. Grazie, signor presidente. L'ultima slide ha risposto un po' a quelle che volevano essere le mie domande, soprattutto perché abbiamo avuto il piacere, grazie alla Presidenza, di poter effettuare una missione presso il COMSUBIN (Comando raggruppamento subacquei e incursori), dove abbiamo visto per la prima volta questo scenario bellissimo delle acque profonde. Più volte, anche nelle sue linee programmatiche, il Capo di stato maggiore della Marina, l'ammiraglio Cavo Dragone, ha parlato di una sorta di nuovo dominio delle acque profonde, dove abbiamo visto che ci sono delle tecnologie che, come ha detto anche lei, somigliano un po' a quelle spaziali. Abbiamo visto come alcuni Paesi dell'Estremo Oriente abbiano cominciato a esplorarle in maniera veramente impegnativa, perché sono scesi fino alla fossa delle Marianne. Lì noi vediamo quanto questa capacità sia un'eccellenza tutta italiana.
  Questa è un'audizione più metodologica che espositiva dei programmi, molti dei quali mi immagino siano coperti da segretezza, quindi è difficile anche illustrarli. Immagino che la proprietà di questa azienda sia motivata da un grande entusiasmo, pari a quello di voi operatori. Visto che lei mi ha già dato le risposte nell'ultima slide, mi domandavo quanto è difficile, soprattutto oggi, impegnarsi come impresa in un settore ad altissima tecnologia, autofinanziando dimostratori tecnologici e tutto il resto, perché mi rendo conto che in un Paese come il nostro, dove manca tutto tranne il valore, fare impresa in questi comparti è molto difficile. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Russo. Onorevole Frusone.

  LUCA FRUSONE. Cercherò di essere molto breve, quindi, se le domande non sono chiare me lo dica. La prima è sul Submarine Rescue System. Voi della Drass e Saipem dovreste aver concluso un accordo con la Marina militare per questo sistema. Come si colloca la Marina militare attraverso questo sistema paragonandolo alle Marine di altri Paesi e che indotto c'è su un progetto del genere?.
  L'altra domanda è sull'elettrificazione dei sottomarini: qual è la prospettiva da parte vostra?
  L'ultima, che sarebbe la più importante, e in parte ne ha già parlato aumentando la curiosità, riguarda la filiera: quali sono i problemi di un'azienda come la vostra, che non si ritrova fra quelle giganti, nel presentarsi sul mercato internazionale? Questo credo che avrebbe bisogno di un'altra audizione a parte; anzi, ne approfitterò per approfondire questo discorso. Come dice lei, la prima domanda che fanno è: «La vostra Marina la utilizza?» Quale potrebbe essere un biglietto da visita importante per aziende delle vostre dimensioni?

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Frusone. Onorevole Del Monaco, poi Deidda.

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  ANTONIO DEL MONACO. Sarò brevissimo. Voglio soltanto chiedere se tra le 182 persone che sono nell'ambito dell'azienda ci sono degli ex militari assorbiti da voi. Lo chiedo perché durante il periodo in cui seguivo il SILD (Sistema Informativo Lavoro Difesa) chiedevano degli elettricisti, dei saldatori subacquei. Volevo sapere se anche tra voi ci sono questi dipendenti e se c'è una canalizzazione per il futuro, magari, tra i nostri ex marinai o anche tra le altre Forze armate per entrare nelle vostre fila. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Del Monaco. Onorevole Deidda, prego.

  SALVATORE DEIDDA. Grazie. Solamente per fare i complimenti per l'esauriente relazione. Diciamo che non ha soddisfatto tutte le curiosità, anzi ce ne ha create molto di più, perché ovviamente, come ha detto lei, è un settore che è tutto da conoscere e da studiare ancora di più. Un giorno non so se sarà possibile con la Commissione visitare la vostra sede per scoprire tutto quello che ci ha fatto vedere. La domanda è se c'è in Italia, almeno nei confronti del mercato italiano, una carenza di finanziamento o in che modo possiamo semplificare la burocrazia, per agevolare la vostra azione sia nel mercato interno sia soprattutto nel mercato esterno.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Deidda. Non ho altre richieste e, pertanto, do la parola al nostro ospite per la replica. Prego.

  SERGIO CAPPELLETTI, Amministratore delegato della Drass Group. Cercherò di sintetizzare. Grazie mille per le vostre domande, che sono molto interessanti.
  Alla prima e alla terza domanda rispondo insieme. La proprietà di questa azienda che avete di fronte, insieme al mio socio, è composta da due ex ufficiali di Marina partiti con le proprie scarpe quando questa azienda stava praticamente per fallire. Con la fortuna e con il valore, ma anche con l'aiuto di tutti i ragazzi che sono con noi e di altri ufficiali di Marina, essi hanno reso possibile questa storia. Ovviamente quest'azienda non si può gestire con i criteri imprenditoriali delle società quotate in Borsa, che devono produrre ogni anno un profitto, perché noi il profitto non l'abbiamo creato mai, l'abbiamo solo reinvestito. L'avventura che portiamo avanti è un'avventura di passione e di riuscire a fare quello che ci piace. Per questo ci reputiamo persone fortunate, forse anche più di quelli che magari stanno sul mare con degli yacht.
  È facile? No, non è facile, per tantissimi motivi, e sono i motivi che conoscete tutti, per cui andremmo sempre a ripeterci. Che cos'è che ci serve? Normalmente in Italia si passa da una presentazione, un piano. Non mi riferisco a questo consesso, ma al sistema normale. In Italia, nel tempo in cui noi facciamo una rotatoria, a Dubai costruiscono una città. Non ho detto che dobbiamo riuscire a fare questo, però dobbiamo secondo me, ogni volta che parliamo di questi programmi, darci delle dead-line e imporci di rispettarle, perché nel frattempo il mondo corre. L'angoscia che noi abbiamo ogni giorno è quella di vedere correre, di vedere gli altri investire e di vedere tempo perso e opportunità che svaniscono.
  Per quello che riguarda il Sistema di Soccorso Sommergibili, devo dire che tutta la parte della Subacquea in Italia, per quanto riguarda la Difesa, per adesso è sotto una buona stella; prima di tutto perché l'Italia ha appena concluso il contratto per quattro nuovi sottomarini. Stiamo cercando, fondamentalmente, di evitare di trovarci nella situazione di avere mezzi di quarant'anni che facciano la fine di questo povero sottomarino con questi ragazzi.
  L'Italia ha acquisito un Sistema Soccorso Sommergibili con le più ampie, più grandi e più versatili potenzialità al mondo. Ovvero, il nostro Sistema Soccorso Sommergibili, a livello di profondità, di capacità di supportare le persone con la ventilazione, di numero di persone che possiamo soccorrere, è l'ultimo arrivato, ma anche il più avanzato di una nuova generazione. Questo lo dobbiamo soprattutto alla visione di coloro che nella Marina militare hanno permesso a una media azienda di fare un'attività di questo genere, Pag. 11ed è anche costato probabilmente la metà di quello che è costato ad altri Sistemi di Soccorso Sommergibili stranieri. Per quale motivo? Perché il Direttore generale degli armamenti navali precedente, l'ammiraglio Bisceglia, e l'attuale, l'ammiraglio Guma, hanno dato fiducia a una media impresa che aveva una reputazione nel mondo di fare queste cose, invece di doversi sempre rivolgere alla grande impresa come assicurazione, cosa che poi su progetti di una certa dimensione gonfia i costi. Questo è per aprire la strada a un concetto un attimo più ampio: se vogliamo fare lavorare la media e la piccola impresa, dobbiamo dargli fiducia direttamente; non possiamo sempre passare attraverso i canali della grande impresa, che tante volte vedono la piccola impresa come una competizione e non come qualcosa da far crescere.
  Per quanto riguarda l'elettrificazione, si è passati a suo tempo dalle batterie al piombo alle batterie agli ioni di litio, che sono quelle che montiamo sui nostri sistemi e che saranno nei sottomarini di nuova generazione, quelli grandi costruiti da Fincantieri. Il Segretariato generale della Difesa sta prospettando un lavoro di grande respiro che viene denominato «le traiettorie tecnologiche della Subacquea». Si chiamano «traiettorie» perché la tecnologia si evolve in una maniera dinamica. La Difesa ci dirà che cosa vuole il 2030 nel 2040, e noi dovremmo fare questa corsa a inseguire questi risultati passando attraverso delle fasi.
  Ci sono degli aspetti di rettificazione che non dipendono dall'industria della Difesa. Ovvero, se le batterie agli ioni di litio saranno soppiantate dalle batterie al grafene, sarà l'industria dell'automotive che lo porta. Noi dovremmo semplicemente, come al solito, rendere adatto al contesto subacqueo quello che un'altra industria ci porta.
  Altro aspetto è quello di utilizzare tecnologie nuove, l'idrogeno e l'ossigeno, che si chiama «fuel cell» – permettetemi, in maniera laica – perché noi cerchiamo anche di montare a bordo con mezzi molto più piccoli, con le microturbine. Questo è il percorso che bisognerebbe svolgere.
  Riguardo al personale, in questo ultimo contesto dove lavorare in un'azienda privata e piccola viene percepito come molto pericoloso – abbiamo fatto cassa integrazione, siamo stati chiusi, tutto quello di cui si parla correntemente – è più difficile attrarre personale che ha un impiego anche di soddisfazioni, come può essere l'impiego nelle Forze armate; però il flusso di persone che vedono la loro vocazione in un ambiente così fattivo e propositivo come quello della nostra industria c'è e, per noi, è sicuramente benvenuto, anzi, è essenziale in termini di contributi e di esperienza.

  PRESIDENTE. Non ho altre richieste di intervento, pertanto ringrazio il dottor Cappelletti per la disponibilità e per la relazione che sicuramente tornerà utile ai lavori della nostra Commissione. Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.

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