XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV e VII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Giovedì 17 giugno 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
De Menech Roger , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI GRUPPI SPORTIVI MILITARI:

Audizione del responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria, Dott. Mariano Salvatore.
De Menech Roger , Presidente ... 3 
Mariano Salvatore , responsabile del gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria ... 3 
De Menech Roger , Presidente ... 7 
Rossini Roberto (M5S)  ... 7 
Mariani Felice (LEGA)  ... 7 
Pagani Alberto (PD)  ... 8 
Vietina Simona (CI)  ... 9 
De Menech Roger , Presidente ... 9 
Mariano Salvatore , Responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria ... 9 
Rossini Roberto (M5S)  ... 10 
Mariano Salvatore , Responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria ... 10 
Mariani Felice (LEGA)  ... 10 
Mariano Salvatore , Responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria ... 11 
De Menech Roger , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE
DELLA IV COMMISSIONE
ROGER DE MENECH

  La seduta comincia alle 9.05

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la diretta sulla web-tv e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria, Dott. Mariano Salvatore.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno delle Commissioni riunite Difesa e Cultura reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui gruppi sportivi Militari, l'audizione del dottor Mariano Salvatore, dirigente aggiunto del Corpo di Polizia Penitenziaria con incarico di responsabile del gruppo sportivo Fiamme Azzurre.
  Saluto e do il benvenuto, e lo ringrazio, al dottor Salvatore, accompagnato dall'ispettore superiore Francesco Calabrò, che ringrazio per la presenza all'incontro di oggi. Saluto i colleghi presenti e i colleghi che partecipano alla seduta secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020.
  Ricordo che dopo l'intervento del nostro ospite, darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente il nostro ospite potrà rispondere alle domande poste. A tal proposito chiedo ai colleghi di far pervenire fin d'ora la propria iscrizione a parlare. Ringraziandolo di nuovo per essere qui con noi, do la parola al dottor Mariano Salvatore per la relazione. Grazie.

  SALVATORE MARIANO, responsabile del gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria. Buongiorno presidente, onorevoli deputati. Ringrazio lei e tutti i componenti della Commissione da parte mia e da parte del Capo del Dipartimento, di cui porto i saluti e, soprattutto, porto i ringraziamenti di tutto il Corpo di Polizia Penitenziaria per questa importante possibilità che ci è concessa oggi.
  Procedo all'illustrazione del funzionamento del gruppo sportivo del Corpo di Polizia Penitenziaria anche attraverso un excursus storico, e quindi parto da brevissimi cenni storici e dalle modalità di assunzione del personale con la relativa normativa di riferimento. La Polizia Penitenziaria, al pari delle altre Forze armate di pubblico soccorso e di Polizia, ha un proprio gruppo sportivo. Il provvedimento istitutivo risale al 25 luglio del 1983, quando l'allora Guardasigilli con proprio decreto conferì agli agenti di custodia un proprio centro sportivo denominandolo, in analogia con il colore del Corpo, «Fiamme Azzurre».
  Con lo scioglimento del Corpo degli agenti di custodia e l'istituzione del Corpo di Polizia Penitenziaria, avvenuto con la legge n. 395 del 15 dicembre 1990, le Fiamme Azzurre divennero il gruppo sportivo della nuova istituzione di Polizia. I gruppi sportivi dei Corpi militari e di Stato hanno assunto nel corso del tempo un'importanza sempre maggiore, avviando anno dopo anno l'apertura di nuove sezioni sportive in differenti discipline.
  Lo strumento dello sport di Stato ha permesso al CONI (Comitato olimpico nazionale italiano) e alle federazioni sportive di conservare un elevato standard qualitativo Pag. 4 prestazionale, contribuendo a mantenere la nazione in posizioni di prestigio nel medagliere olimpico. Per tale fattore sono stati prodotti nel corso del tempo diversi istituti normativi tendenti a favorire il connubio «sport di vertice non professionistico – gruppi sportivi militari e di Stato». Il più importante è rappresentato dall'introduzione dei concorsi speciali riservati ad atleti certificati dalle federazioni sportive d'appartenenza di interesse nazionale.
  Cito l'articolo 6, comma 4, della legge n. 78 del 31 marzo 2000 che, a tal proposito, disciplina queste modalità. Tale norma ha consentito anche all'amministrazione penitenziaria di richiedere l'emanazione di uno specifico decreto del Presidente della Repubblica, che ha disciplinato le modalità di assunzione degli atleti nel Corpo di Polizia Penitenziaria. Tali procedure, fra l'altro, esonerano, a differenza degli ordinari concorsi, dalla frequenza del corso iniziale di formazione, anche se l'esperienza pratica poi ha dimostrato che sarebbe opportuno prevedere un corso di formazione ad hoc per gli atleti. L'amministrazione penitenziaria si sta organizzando in tal senso.
  La struttura organizzativa del gruppo sportivo ha un ufficio, denominato «Ufficio del gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre», incardinato nell'Ufficio del Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. L'Ufficio amministra globalmente il settore sportivo agonistico ed è un ufficio di staff del Capo del Dipartimento. Il suo funzionamento è disciplinato da un apposito provvedimento del Capo del Dipartimento, l'ultimo, in ordine di tempo, emanato il 24 settembre del 2019.
  L'Ufficio è retto da un dirigente del Corpo ed è suddiviso in differenti settori, che trattano ciascuno le diverse discipline sportive praticate. All'Ufficio è stato assegnato il complesso sportivo di proprietà del Corpo, adiacente alla scuola superiore dell'esecuzione penale, in via Giuseppe Barellai a Roma; una palestra che funge da centro pugilistico, presso l'istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere; una fisioterapia, anch'essa ubicata nell'area della predetta Scuola superiore di Roma. Si utilizzano, inoltre, differenti strutture sportive sul territorio nazionale, all'interno dei complessi penitenziari e delle scuole di formazione del Corpo di Polizia Penitenziaria.
  Il personale è suddiviso in segretari di sezioni sportive con incarico amministrativo e lavorano presso il Dipartimento. Ci sono quattro fisioterapisti addetti alla gestione degli impianti sportivi, addetti alla gestione del vestiario, tecnici impiegati sull'intero territorio nazionale ed esentati dall'obbligo di utilizzo degli strumenti elettronici di rilevazione degli orari di servizio per la natura stessa del servizio prestato, e poi atleti impiegati anch'essi su tutto il territorio nazionale, al pari dei tecnici, ed esentati anch'essi dall'obbligo di utilizzo del badge marcatempo per la specificità dell'attività lavorativa prestata.
  La forza complessiva del personale di Polizia Penitenziaria impiegato nel gruppo sportivo si attesta oggi in 191 unità, oltre al sottoscritto. L'Ufficio svolge, per conto del Capo del Dipartimento, l'ordinaria gestione delle incombenze amministrative. Le linee guida di livello superiore sono determinate in seno al Consiglio direttivo del gruppo sportivo, presieduto dal Capo del Dipartimento e istituito con lo Statuto che disciplina il funzionamento complessivo delle attività del gruppo, affidando a questo organo collegiale il compito di definire le linee guida e gli indirizzi programmatici in aderenza agli accordi previsti dalla legge n. 78 del 31 marzo 2000 e stipulati con gli organismi posti al vertice del mondo dello sport, ovvero il CONI e il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), mediante protocolli d'intesa che depositerò.
  Va altresì sottolineato che, oltre allo Statuto del gruppo sportivo Fiamme Azzurre, la disciplina sportiva del calcio, praticata nella serie denominata «eccellenza» in virtù della sua peculiare disciplina sportiva di squadra oltre che per ragioni storiche, essendo stata fondata nell'anno 1948, ben prima delle Fiamme Azzurre, sebbene rappresenti oggi una sezione sportiva del gruppo, è dotata anch'essa di un proprio autonomo Statuto ed è denominata «Astrea Calcio». Pag. 5
  Le risorse economiche e i fondi destinati al funzionamento del gruppo sportivo Fiamme Azzurre. Per il suo ordinario funzionamento il Gruppo usa i fondi dei capitoli di spesa dell'amministrazione penitenziaria per il pagamento degli stipendi di tutto il suo personale, per la corresponsione del lavoro straordinario – quest'ultimo esclusivamente al personale amministrativo e di fisioterapia – e per il pagamento dei servizi di missione quando si vanno a fare le gare. Si ricorre altresì agli ordinari capitoli di spesa per l'eventuale costruzione, il mantenimento e la ristrutturazione delle strutture sportive, che rappresentano pertinenze della sede del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Oltre a tali ordinarie spese per le ristrutturazioni delle strutture sportive, l'Ufficio può attingere, attraverso la partecipazione a bandi, ai fondi erogati per tali scopi dal CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica), ovvero dagli enti locali e dalla società Sport e Salute.
  Vengono annualmente erogate, inoltre, risorse economiche per mezzo dei già menzionati protocolli d'intesa, dal CONI, dal CIP e, sebbene in misura minore, da alcune federazioni sportive. Dal 2020, con l'entrata in vigore della legge n. 145 del 30 dicembre 2018 (legge di bilancio 2019), concernente fra l'altro la riforma del sistema sportivo italiano, le risorse pubbliche precedentemente erogate dal CONI sono attualmente distribuite dalla società Sport e Salute, società di Stato interamente finanziata con fondi pubblici. La società fa uso di un apposito algoritmo che utilizza, come criterio di ripartizione tra i diversi gruppi sportivi militari e di Stato, la consistenza numerica di atleti e tecnici dei gruppi sportivi, i risultati sportivi conseguiti dagli atleti individualmente e dalla squadra nelle gare di squadra, il supporto del personale tecnico alle federazioni sportive e, infine, il supporto logistico fornito al CONI e alle federazioni sportive, come la concessione di impianti sportivi per l'organizzazione di manifestazioni sportive o dei mezzi di trasporto del Corpo, quando si organizzano importanti eventi. Tale contributo si attesta in media per le Fiamme Azzurre a circa 260 mila euro annui, ed è utilizzato, sempre in aderenza al protocollo di intesa sottoscritto, per le affiliazioni annuali e per i tesseramenti degli atleti, dei tecnici, dei dirigenti sportivi; per convenzionare il medico sportivo e gli eventuali tecnici esterni; per l'acquisto di materiale sportivo e tecnico e di attrezzature sportive e sanitarie; per il pagamento delle piccole manutenzioni degli impianti sportivi e quelli sostenuti per l'attività promozionale di rappresentanza.
  Le Fiamme Azzurre, inoltre, sono destinatarie di ulteriori fondi pubblici erogati dal CIP, avendo stipulato il precitato protocollo d'intesa, attraverso il quale si promuove lo sport paralimpico con una sezione sportiva all'uopo istituita. Tali risorse sono utilizzate per il pagamento di piccoli contributi, oltre alle spese di trasferta e all'iscrizione alle gare degli atleti paralimpici più meritevoli.
  Le Fiamme Azzurre, il cui medagliere nei 37 anni di attività ha raggiunto risultati di assoluta eccellenza, allo stato sono affiliate a 16 federazioni sportive, tutte associate e riconosciute dal CONI. È d'uopo evidenziare che nella discrezionale scelta delle discipline, ovvero specialità da praticare, e quindi da mettere a concorso per gli atleti con le modalità già illustrate, l'amministrazione si è impegnata con il CONI a indirizzare le proprie preferenze verso quelle riconosciute olimpiche dal CIP.
  Va sottolineato, inoltre, che le discipline, eccezion fatta per alcuni sport, non detengono posti stabili nell'elenco di quelle olimpiche, e tale fluttuale andamento talvolta conduce a operare scelte per specialità che poi si rilevano in futuro non più olimpiche rispetto al momento storico in cui le valutazioni sono state operate.
  Nello schema sottostante ho indicato le federazioni sportive a cui le Fiamme Azzurre sono affiliate e tutte le specialità che praticano. La struttura tecnica, di grande spessore, di cui le Fiamme Azzurre dispongono, si è consolidata nel corso degli anni grazie alla dismissione per sopravvenuti limiti di età di personale assunto attraverso i concorsi speciali per atleti; quindi, dismettiamo l'atleta e ci ritroviamo un tecnico. Pag. 6
  L'Ufficio del Gruppo Sportivo ha costituito con tale metodologia un organico di tecnici istruttori e allenatori che consentono di effettuare scelte mirate e con elevate percentuali di successo nell'individuazione di discipline e specialità sportive da mettere a concorso, consentendo di implementare l'organico di atleti, quasi sempre selezionati tra quelli con maggiori possibilità di futuri successi sportivi. La struttura tecnica, inoltre, è servente al CONI e alle federazioni sportive, giacché in tale organico si annoverano dipendenti incaricati dai predetti enti a esercitare ruoli di tecnici federali, direttori tecnici delle rispettive rappresentanze nazionali, consiglieri federali e consiglieri in ambito CONI. Allo stato attuale, il vicepresidente vicario del CONI è un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria impiegato nel Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre. Attraverso la predetta struttura tecnica, gli impianti sportivi di proprietà dell'amministrazione e i contributi economici erogati dalla menzionata società Sport e Salute, l'Ufficio organizza a favore dei dipendenti e dei loro familiari, nonché dell'intera collettività, centri sportivi per giovani e per giovani portatori di disabilità motorie e sensoriali.
  I centri di avviamento allo sport contribuiscono ogni anno ad avvicinare i ragazzi alla pratica sportiva, allontanandoli da possibili condotte disadattanti. Mediamente le Fiamme Azzurre avviano allo sport circa 500 giovani l'anno, e il numero è destinato a crescere in maniera esponenziale a breve termine, poiché alle attuali discipline praticate (atletica leggera, calcio e pugilato) presto se ne aggiungeranno altre, quali il judo e il tiro con l'arco. Quindi, oltre allo sport di alto livello facciamo anche sport per la collettività.
  Per l'atletica leggera, inoltre, è stato costituito un gruppo denominato «Master», destinato a tutti gli appartenenti al Corpo sull'intero territorio nazionale, che intende utilizzare la corsa come attività di mantenimento della propria condizione fisica e soprattutto per il benessere psichico e la riduzione delle patologie da sedentarismo.
  In ultimo va evidenziata anche l'attività paralimpica praticata dal gruppo sportivo. Tale attività oggi è estesa a quasi tutti i gruppi sportivi militari e di Stato, ed è stata avviata per la prima volta proprio dal gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre nel 2008, grazie alla stipula di un protocollo d'intesa con il CIP. In sintesi, con tale accordo, l'amministrazione si era impegnata a tesserare nel proprio gruppo sportivo privati cittadini portatori di handicap praticanti una disciplina sportiva e inseriti nel club paralimpico dietro suggerimento del CIP. Si è impegnata, inoltre, a porre a disposizione di detti paratleti le proprie strutture sportive, tecniche e sanitarie e ad assicurare loro un contributo economico mensile scorporandolo dal totale dei contributi ricevuti annualmente dal CIP. Alla data odierna sono circa venti gli atleti paralimpici tesserati dal gruppo, e nello scorso mese di febbraio, con il decreto legislativo n. 36, il Consiglio dei ministri ha introdotto nell'ordinamento giuridico nazionale lo strumento dell'assunzione, come avviene per gli atleti normodotati. Anche gli atleti paralimpici, pertanto, a breve potranno partecipare a un concorso pubblico e potranno essere assunti direttamente nel Corpo di Polizia Penitenziaria, essere impiegati nel gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre.
  Le Fiamme Azzurre, però, non si limitano solo all'attività sportiva di vertice e all'attività sportiva per i giovani, ma implementano grossi progetti sportivi anche a favore della popolazione detenuta, giacché questo è attinente con la mansione istituzionale del Corpo di Polizia Penitenziaria. Quindi l'Ufficio, pur avendo come mission la pratica dello sport di vertice nelle discipline sportive olimpiche, ha sempre nel corso degli anni offerto il proprio contributo tecnico per la realizzazione, di concerto con il CONI e con le federazioni sportive, di importanti progetti in ambito sportivo, volti a favorire l'attività risocializzante nei confronti dei detenuti condannati, anche in considerazione del fatto che il dettato normativo vigente sancisce che l'attività sportiva è elemento fondamentale del trattamento dei detenuti. Pag. 7
  Dal protocollo d'intesa siglato il 3 dicembre 2013 sono nati molteplici progetti e, tenuto conto della validità riscontrata, lo stesso è stato rinnovato all'anno 2018. L'Ufficio, pertanto, ha continuato nella propria attività di raccordo tra le direzioni degli istituti penitenziari, i provveditorati regionali e la competente Direzione generale dei detenuti.
  A mero titolo esemplificativo ricordo i più recenti progetti in corso di realizzazione con la Federazione Italiana Baseball e con il Gruppo Giudici Gare della Federazione Italiana di Atletica Leggera. Sono due importanti progetti con i quali la Federazione Italiana di Atletica Leggera forma giudici di gara tra detenuti che stanno scontando una pena. Analogo protocollo è stato sottoscritto con il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità nel mese di maggio del 2016.
  Nel solco delle positive esperienze che hanno prodotto tangibili risultati sul piano della risocializzazione dei condannati, nonché sulla riduzione dei momenti conflittuali e di tensione in carcere, contribuendo al mantenimento dell'ordine e della sicurezza degli istituti penitenziari, il gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre ha avviato con la società Sport e Salute recentemente, nello scorso mese di febbraio, un ulteriore protocollo d'intesa finalizzato ad ampliare la pratica sportiva alla popolazione detenuta nazionale, a tutti gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria su tutto il territorio nazionale e ai loro familiari.
  Questa è un po' la sintesi di quello che svolge il Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria.

  PRESIDENTE. Grazie veramente per tutte le informazioni e anche per il grande lavoro che fate tutti i giorni. Adesso aprirei la discussione. Collega Roberto Rossini, prego.

  ROBERTO ROSSINI. Grazie, presidente. Ringrazio il dottor Mariano Salvatore per la relazione. Ad alcune delle domande che volevo porvi avete già risposto durante la vostra esposizione. Allora passerei direttamente a quelle domande, che faccio di consueto, per capire quali sono le difficoltà che trovate solitamente – al di là della pandemia che purtroppo, immagino, abbia portato anche a voi, come a tutti gli altri gruppi sportivi, parecchi problemi – e su cui si potrebbe migliorare il gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre.
  Ho visto che avete anche 500 giovani, come dicevate. Chiedo se fate anche attività presso gli istituti scolastici per sensibilizzare i giovani allo sport. Una di quelle domande riguardava l'attività che fate con i detenuti, ma mi ha risposto abbondantemente. Allora chiedo quali risultati avete ottenuto con questa attività. Avete qualche numero in merito alla successiva riqualificazione in ambito sociale di questi detenuti? Soprattutto, come fate per mantenere costantemente l'atleta ad alto livello e ad avere sempre l'asticella ben alta? Perché comunque voi ci rappresentate poi nel mondo quando andate a fare le Olimpiadi, con le vostre sedici federazioni, se ho capito bene.
  Vi ringrazio per la relazione e poi ci aggiorniamo magari successivamente. Grazie.

  FELICE MARIANI. Buongiorno. Grazie, presidente. Comandante, buongiorno, benvenuto. Ho ascoltato con interesse la sua relazione. Non sapevo di questo protocollo d'intesa stipulato con Sport e Salute per l'attività che si svolge nelle carceri. È molto interessante; anzi, credo che si possa ampliare su tante discipline per far svolgere attività sportiva ai detenuti, ma anche per ricondurli, in un certo senso, a una vita sociale attiva.
  Se non sbaglio avete sedici federazioni. Questa non è la prima audizione che facciamo. Più o meno rivolgo a tutti le stesse domande. Sono stato anch'io nelle Fiamme Gialle, ci conosciamo, conosco la vostra storia e conosco bene la realtà dei gruppi sportivi. L'idea di questa indagine conoscitiva mi ha trovato molto favorevole, perché credo che, come ho detto già in altre occasioni, i gruppi sportivi italiani siano veramente un fiore all'occhiello.
  Come sa, vengono anche a copiare la nostra organizzazione per capire il funzionamento di questa struttura e per capire Pag. 8come tanti atleti che, a fine carriera o durante la carriera, non avrebbero la possibilità di farlo a livello professionistico, invece da noi ci riescono. Io ne sono un testimone. Se non avessi avuto la possibilità di entrare in un Gruppo Militare, non avrei potuto fare l'atleta professionista. Ma, soprattutto, si ha poi la possibilità, a fine carriera, di avere un lavoro. Penso a tanti campioni del passato che non hanno avuto questa possibilità. Me ne viene in mente uno, un mio caro amico, una leggenda dello sport: Vincenzo Maenza. Ha vinto due medaglie d'oro e una d'argento. Penso sia quasi sconosciuto e, a fine carriera, ha faticato a trovare un posto di lavoro.
  Detto questo, credo che sia responsabilità di questo ruolo, a partire dal basso, dall'atleta, dal tecnico, dal dirigente e dai comandanti, tenere alto il livello. Parlo in maniera piuttosto incisiva, anche perché conosco bene la realtà del judo, un'attività che avete anche voi. Mediamente, si hanno 20-25 atleti in organico, più i tecnici, quindi un bel gruppo di persone che chiaramente ha un costo elevato.
  Proprio in questi giorni sta finendo la corsa alle qualificazioni olimpiche. Purtroppo devo constatare che voi, per esempio, nel judo – non so nelle altre attività – sono due Olimpiadi che non avete nemmeno un atleta che riesce a partecipare. Purtroppo sto constatando la stessa cosa anche in altri gruppi sportivi militari. Mi chiedo perché, avendo dei professionisti, non riusciamo, nel giro di quattro o otto anni, a far partecipare un atleta avendo venti o trenta atleti professionisti, tutto un settore, con un costo enorme per lo Stato; credo che ci si debba interrogare al fine di migliorare la qualità dell'atleta e l'impegno dei tecnici.
  Con riferimento alle dismissioni, credo che negli ultimi anni la situazione sia migliorata, non so se grazie a lei; negli ultimi due anni si era prolungata un po' troppo nel tempo. Le chiedo però in quale attività sono stati impegnati quegli atleti che hanno smesso l'attività agonistica anche abbastanza presto, a volte anche senza aver conseguito risultati importanti da quando si erano arruolati. Tra l'altro voi avete una caratteristica particolare, quella di far stare a casa gli atleti. Mi riferisco sempre al judo, perché negli altri sport non ho molta esperienza. Ogni atleta si allena più o meno con i propri tecnici, e anche i vostri tecnici rimangono nelle loro sedi.
  Non so se questa politica sia stata fruttuosa nel tempo e se è il caso di rivederla. Magari avete anche dei tecnici che svolgono ruoli in nazionale ma, non avendo atleti che partecipano alle Olimpiadi, mi farei anche qualche domanda. Mi chiederei se non sia il caso di far lavorare di più questi tecnici con i vostri atleti, piuttosto di metterli al servizio della Nazionale, visto che in otto anni non si è riusciti a portare nemmeno un atleta.
  Tuttavia, vedo che state cominciando ad accelerare un po' i tempi per le dismissioni. Lei diceva prima che verranno impiegati come tecnici. Voi arruolate tanti atleti, e questo è un beneficio per le associazioni sportive e per gli atleti; però, come ho detto altre volte, ci si deve assumere la responsabilità – atleti e tecnici per primi – di mantenere alto il livello, perché essendo dei professionisti credo che sia inammissibile che un atleta che prendiamo a diciotto anni faccia nell'arco successivo della propria carriera meno risultati di quanti ne faceva quando era un dilettante. Grazie.

  ALBERTO PAGANI. Grazie, presidente. Grazie per l'illustrazione. Complimenti per l'attività sociale, al di là di quella agonistica, che rientra nei compiti che vi siete dati e che considero molto rilevante. La mia è solo una curiosità da profano, cioè da sportivo non agonistico: immagino che gli atleti siano selezionati sulla base di graduatorie delle federazioni, credo di merito, quindi scegliendo quelli che avranno più chances di ottenere risultati nelle competizioni. Mi incuriosisce di più la selezione degli allenatori, formatori, addestratori, del resto del personale. In particolare, il collega mi ha fatto venire in mente la domanda parlando di judo. Il judo lo conosco meno, ma rispetto alle altre arti marziali, di cui ho più conoscenza, so che ci sono diversi stili per ogni arte, quindi è anche difficile capire chi scegliere come addestratore in ragione di un ipotetico risultato Pag. 9sportivo o meno. Mi incuriosisce, pertanto, l'aspetto delle modalità.

  SIMONA VIETINA. Grazie, presidente. Ringrazio per l'efficace illustrazione e per essere qui oggi. Ho ascoltato con molto interesse tutto quello che fate, che ha anche un valore sociale molto importante. È sicuramente interessante il vostro progetto per la risocializzazione dei detenuti. Sottolineerei che oggi c'è una grande necessità di risocializzazione, anche e soprattutto per i nostri giovani, soprattutto quelli più piccoli e residenti nei comuni minori, che hanno meno possibilità di socializzare. Auspicherei che si potesse fare da parte vostra un'azione mirata all'avvicinamento allo sport anche nelle scuole medie, soprattutto in quelle dei comuni più piccoli. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Se non ci sono altri colleghi che intendano intervenire darei la parola al dottor Salvatore per la replica, ringraziando.

  SALVATORE MARIANO, Responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria. Vi ringrazio per le domande poste, tutte interessanti.
  Conosco la carriera sportiva dell'onorevole Mariani. Nel judo, effettivamente, i nostri risultati in questo ultimo quadriennio non sono stati eccellenti, però posso dirle che si tratta di un dato generale del judo, non attribuibile soltanto a Fiamme Azzurre. Reputo che il movimento judo abbia subìto una flessione in termini di risultati in cui è chiaramente incluso anche il gruppo sportivo Fiamme Azzurre. Ci sono anche le nostre responsabilità. È assolutamente condivisibile il discorso sul fatto che abbiamo una struttura tecnica dislocata sul territorio nazionale, che certe volte è funzionale all'organizzazione e altre volte lo è meno e, quindi, andrebbe attenzionata con maggiore riguardo. Ma lo stiamo facendo. Stiamo cercando di limare in termini numerici il personale che non offre più quel contributo necessario all'ottenimento di risultati sportivi di eccellenza. Stiamo riducendo il quadro tecnico e, forse, in futuro potremmo anche re-implementarlo con altre figure. Torno al discorso della scelta dei tecnici, che non ricade solo ed esclusivamente sulla discrezionalità di una persona, ma è anche frutto di consigli da parte delle federazioni sportive che formano i tecnici; noi possiamo adibirli a questa funzione solo se hanno conseguito una specializzazione attraverso corsi di formazione organizzati dalle federazioni sportive, che hanno diversi livelli. Il livello maggiore ottenuto attraverso questi corsi di formazione, e magari anche l'incarico attribuito da una federazione sportiva a un ex atleta, ci consente di ritenere che quel soggetto sia affidabile dal punto di vista della capacità tecnica per poter allenare.
  Nel caso specifico delle Fiamme Azzurre, cito due esempi di due direttori tecnici delle federazioni sportive, direttori tecnici della Nazionale italiana che poi va alle Olimpiadi: il direttore tecnico della Nazionale italiana che va alle Olimpiadi di Tokyo nel triathlon è un nostro tecnico; quello del pentathlon moderno, a breve, sarà un nostro tecnico.
  Questo ci induce a ritenere che queste figure professionali, anche in relazione a questi incarichi ottenuti dalle federazioni sportive, siano di valore e possano essere incardinati nel nostro organigramma. Non sempre questo avviene, non c'è sempre un'istruttoria sulla meritocrazia. Molte volte è funzionale anche alla dislocazione geografica: se il gruppo sportivo Fiamme Azzurre ha tanti atleti che risiedono in una zona, chiaramente si predilige un tecnico di livello minore, ma più disponibile su quel territorio. Poi tutto è perfettibile.
  So benissimo che l'onorevole Mariani conosce perfettamente le dinamiche; anzi, sicuramente ha una competenza maggiore della mia per il suo passato e, soprattutto, per quello che ha rappresentato. Se non ricordo male lei è stato anche direttore tecnico della federazione, quindi può insegnarmi da questo punto di vista; però c'è una globalità, non è solo judo. Le Fiamme Azzurre sono affiliate a tante federazioni sportive e devono muoversi nell'alveo di questo ginepraio di discipline sportive, ognuna delle quali ha una sua sfaccettatura organizzativa e richiede interventi diversi a Pag. 10seconda del caso. Possiamo commettere alcuni errori, ma poniamo rimedio quando ci accorgiamo di esserci sbagliati. Non so se sono stato esaustivo.
  Per quanto riguarda il Progetto Giovani, noi formiamo attualmente dove abbiamo le strutture sportive. Abbiamo anche convenzioni con alcuni licei a Roma, in Campania, a Santa Maria Capua Vetere. Non so se Santa Maria Capua Vetere possa essere considerata un piccolo centro. Forse no, perché credo che abbia almeno 300 mila abitanti. Se abbiamo la struttura tecnica, ma poi non abbiamo la struttura fisica è un problema, perché il sistema penitenziario italiano è organizzato secondo il modello della giustizia. Il penitenziario si trova nel capoluogo di provincia: quindi, nei piccoli centri non riusciamo ad arrivare perché non abbiamo strutture, altrimenti lo potremmo fare. Si potrebbe ovviare a questo se magari gli enti locali potessero mettere a disposizione dell'amministrazione penitenziaria i locali sportivi, dove potremmo arrivare con la nostra struttura tecnica. Prendo questa domanda che lei mi ha rivolto come spunto per lavorare su questo tipo di attività che potremmo fare nei piccoli centri, laddove troveremo la sensibilità degli enti locali a fornirci queste strutture sportive.
  Passo a rispondere all'onorevole Rossini, che pure ringrazio.
  Noi manteniamo lo standard elevato, l'efficienza dell'atleta, attraverso la struttura tecnica, nel senso che monitoriamo quotidianamente tutte le attività che fanno negli allenamenti attraverso i nostri tecnici; poi, a Roma, si tengono frequentemente i raduni collegiali dove svolgiamo conferenze di servizio, parliamo con gli atleti, forniamo loro supporti talvolta attraverso i contributi del CONI – anche di tipo economico – per cercare di mantenere uno standard elevato. Dopo, cerchiamo di fornire loro la motivazione. Il risultato sportivo non sempre è in linea con gli sforzi che facciamo: ci sono anche gli avversari, questo è il discorso.

  ROBERTO ROSSINI. Una domanda brevissima. Diceva che quando si dismette l'atleta, ci ritroviamo un tecnico. Non penso, tuttavia, che tutti gli atleti diventino poi tecnici. In quel caso come vengono riqualificati? Come viene portata avanti la loro carriera? Trovano sbocco in altre professioni o rimangono all'interno della Polizia Penitenziaria? Grazie.

  SALVATORE MARIANO, Responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria. Sì, è una piccolissima percentuale quella che confluisce nel ruolo tecnico tra tutti gli atleti. Come dicevo prima, sono solo quelli che hanno frequentato i corsi, che sono stati formati, che hanno incarichi all'interno delle federazioni. Sulla questione delle dismissioni abbiamo alcune difficoltà, perché un'amministrazione pubblica deve avere una discrezionalità nel poter dismettere dalla sua mansione di atleta chi ha avuto accesso alla pubblica amministrazione attraverso un concorso da atleta: si tratta di una discrezionalità ampissima che non si sposa con le regole del diritto amministrativo e, quindi, con i ricorsi amministrativi.
  La dismissione di un atleta è una cosa molto complicata: viene fatta attraverso il nostro Consiglio direttivo, che è un organo collegiale, con provvedimenti. Per partecipare a un concorso pubblico si deve possedere l'attestato di atleta di interesse nazionale. Laddove questo attestato per almeno due anni non lo si riesce più a conseguire, noi proponiamo la dismissione. Una piccola percentuale va al ruolo tecnico se c'è la possibilità, se ce n'è l'esigenza e se il personale è formato. A tutti gli altri viene data la possibilità, se lo vogliono, di permanere all'interno della Forza di Polizia e di andare a svolgere il loro incarico e il servizio ordinario nella città di residenza, senza passare attraverso le procedure di interpello, senza passare attraverso procedure concorsuali di assegnazione di sede. Chi viene dismesso entra nell'organico ordinario del Corpo di Polizia Penitenziaria e lavora nella città sede della sua residenza.

  FELICE MARIANI. Rimango un po' perplesso, perché so che negli altri gruppi sportivi che conosco bene le dismissioni sono abbastanza attuabili nel giro di qualche anno. Un atleta di 18 o 20 anni che Pag. 11arriva a 23 con risultati pessimi, dovrebbe poter essere dismesso. Anzi, solleciterei che ciò si verifichi, che si vada a cercare una soluzione, perché altrimenti gli atleti rischiano di restare per anni, purtroppo, in questa bolla, con un costo, mentre dovrebbero produrre risultati. Faccio veramente i complimenti alle Fiamme Azzurre; questa non vuole essere un'entrata a gamba tesa, è soltanto un modo per cercare di migliorare e avere più risultati possibili, anche nel vostro interesse. Credo che la vostra amministrazione dovrebbe rivedere la possibilità di dismettere gli atleti dopo un certo periodo di anni senza risultati. Grazie.

  SALVATORE MARIANO, Responsabile gruppo sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria. Onorevole, non conosco le situazioni delle dismissioni degli altri gruppi sportivi. So che certamente i militari hanno meno difficoltà di noi, perché hanno schemi più rigidi dei nostri dal punto di vista dell'applicazione dei trasferimenti e delle assegnazioni dei cambi di mansione. Noi siamo sottoposti a precise regole, perché siamo una Forza di Polizia a ordinamento civile. Siamo fortemente sindacalizzati, quindi abbiamo un'organizzazione che da questo punto di vista ci mette un po' più in condizioni di difficoltà. Come dicevo, è difficilissimo sposare le esigenze di una discrezionalità ampissima, quella tecnica, che dice: «Sono sicuro che tu in futuro non raggiungerai più risultati di eccellenza», con l'ordinamento amministrativo che invece presuppone una serie di regole. Un provvedimento di esclusione dal gruppo sportivo è impugnabile davanti a un tribunale amministrativo.
  Sicuramente, però, quello che posso dire è che noi ci impegniamo per evitare di mantenere atleti che non avranno più una vita sportiva d'eccellenza. Potrebbe, invece, questa platea illustre, eccellente, queste Commissioni prevedere una norma che possa uniformare da questo punto di vista tutti i gruppi sportivi, introducendo nel sistema giuridico italiano la previsione della dismissione attraverso uno strumento chiaro che non sia impugnabile da chi subisce questo tipo di intervento.
  Poi, se mi se mi è consentito, presidente, approfitto per evidenziare alcune criticità del sistema, che, a livello internazionale, è comunque un sistema di eccellenza, perché garantisce lo stipendio e un lavoro a un soggetto che altrimenti lascerebbe lo sport non potendo continuare, dato che i sacrifici degli allenamenti richiedono tempo. Il sistema è sicuramente eccellente, però è perfettibile. Molto spesso si instaura tra i gruppi sportivi una concorrenza, che a volte è leale e a volte diventa sleale. Questo fa sì che poi si perdano posti al concorso, si provi ad assumere lo stesso atleta. Questa concorrenza, a mio avviso, non fa bene a noi e non fa bene allo sport. Secondo me, andrebbe settorializzato, nel senso che ogni gruppo sportivo dovrebbe essere per norma settorializzato in attività sportive dedicate solo ed esclusivamente a quel gruppo sportivo. Non tutti possono assumere nel pugilato, non tutti devono poter assumere nel ciclismo, ma ci dovrebbe essere una specializzazione per Forza armata o per Corpo di Polizia dello Stato. Credo che questo migliorerebbe molto il sistema.

  PRESIDENTE. Grazie anche e soprattutto per i suggerimenti. Noi ovviamente riceviamo la sua relazione, ma soprattutto i suggerimenti. Parlo in questa fase non soltanto da presidente, ma anche come colui che ha voluto mettere in campo questa indagine conoscitiva. Credo che lo scopo dell'indagine sia quello di esaltare le funzioni sociali dei gruppi sportivi militari, sia di cercare di mettere in campo alcuni provvedimenti.
  Chiudo ringraziandola ancora una volta, ringraziando per il lavoro che fa tutti i giorni il Corpo della Polizia Penitenziaria, al di là dell'aspetto sportivo, perché è un lavoro di grandissima responsabilità nei confronti del Paese intero. Credo che come gruppo sportivo militare abbiate un'ulteriore responsabilità: la straordinaria occasione di fare dello sport un elemento di educazione e rieducazione per quel pezzo di popolazione che magari ha sbagliato strada.
  In questo senso credo che l'indagine debba focalizzarsi sulla funzione dello sport come strumento straordinario di rieducazione Pag. 12 delle persone. Lo diciamo spesso relativamente ai nostri ragazzi, alla prospettiva di vita e di futuro. Lo sport è un elemento fondamentale, e credo che per voi il compito abbia una doppia responsabilità, visto il lavoro che fate tutti i giorni. Per questo sarà interessante anche capire come rendere evidente questa efficacia dello sport nel processo educativo del vostro complesso.
  La ringrazio in maniera particolare e attendiamo il deposito della relazione. Poi, in attesa di stendere la relazione finale, aspettiamo anche i vostri suggerimenti. Con questo dichiaro conclusa l'audizione di quest'oggi. Buona giornata a tutti.

  La seduta termina alle 9.50.