XVIII Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI NEL MONDO

Resoconto stenografico



Seduta n. 51 di Mercoledì 13 aprile 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Boldrini Laura , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPEGNO DELL'ITALIA NELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE PER LA PROMOZIONE E TUTELA DEI DIRITTI UMANI E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
Boldrini Laura , Presidente ... 3 
Lubinets Dmytro , presidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della ... 4 
Boldrini Laura , Presidente ... 7 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 7 
Boldrini Laura , Presidente ... 8 
Fassino Piero (PD)  ... 8 
Boldrini Laura , Presidente ... 9 
Kasay Kostyantyn Ivanovych , Presidente della Sotto-commissione per i territori temporaneamente occupati dell'Ucraina della ... 9 
Boldrini Laura , Presidente ... 9 
Ehm Yana Chiara (Misto-M-PP-RCSE)  ... 9 
Boldrini Laura , Presidente ... 10 
Yakovleva Nelli Illivna , vicepresidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della ... 10 
Boldrini Laura , Presidente ... 11 
Tarasenko Taras Petrovych , presidente della Sotto-commissione per i diritti umani umani della ... 11 
Boldrini Laura , Presidente ... 11 
Dzhemilev Mustafa , membro della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della ... 11 
Boldrini Laura , Presidente ... 12 
Lubinets Dmytro , presidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della ... 12 
Boldrini Laura , Presidente ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutte e a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, oltre che delle personalità audite, anche delle deputate e dei deputati, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.

Audizione, in videoconferenza, di una delegazione della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada, guidata dal Presidente Dmytro Lubinets.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni, l'audizione in videoconferenza di una delegazione della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni di Donetsk e Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada – quindi parliamo del Parlamento ucraino – guidata dal presidente Dmytro Lubinets.
  Anche a nome dei componenti del Comitato, saluto e ringrazio il collega Lubinets per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori. Saluto anche la dottoressa Lyudmila Denisova, che è ombudsperson dell'Ucraina per i diritti umani, anche lei collegata da remoto. Ricordo che il presidente Lubinets si sta coraggiosamente adoperando per raccogliere tutti i materiali di prova utili ad istruire il processo per crimini di guerra di fronte alla Corte penale internazionale. A titolo di esempio, nei giorni scorsi ha diffuso su Facebook le foto di quindici soldatesse ucraine liberate in uno scambio di prigionieri tra Kiev e Mosca a cui è stata rasata la testa, in chiaro segno di umiliazione e disprezzo.
  Più in generale le nostre coscienze sono state profondamente scosse e turbate dalle immagini delle atrocità commesse dalle Forze armate russe in diverse città ucraine. Sconvolgono le notizie sempre più raccapriccianti che giungono dalle varie città ucraine e dal fronte del conflitto, parlo degli stupri verso le donne e le bambine, le torture, i saccheggi sistematici con la spedizione a casa del bottino di guerra, la distruzione di infrastrutture civili – come ospedali pediatrici –, l'uccisione a freddo di intere famiglie trucidate nel tentativo di mettersi in salvo, mentre stavano scappando, fino all'uso delle bombe a grappolo, vietate dalle Convenzioni internazionali non siglate dalla Federazione russa e, presumibilmente, anche l'uso di armi chimiche.
  Di questo conflitto colpisce, più di tutto, il preordinato accanimento sulla popolazione civile e questo è in violazione dei più basilari precetti del diritto internazionale umanitario. Le immagini – agghiaccianti, direi – dei massacri di civili a Bucha, a Pag. 4Kramatorsk, a Makariv e nelle altre città ucraina configurano evidenti crimini di guerra e mostrano il vero volto della brutale guerra di aggressione che la Russia ha mosso contro l'Ucraina e il suo popolo, rendendo sempre più urgente la necessità di percorrere tutte le strade possibili per far tacere le armi ed avviare un vero negoziato.
  Nella comune convinzione che i responsabili dei crimini di guerra e altre gravi violazioni devono essere chiamati a risponderne, segnalo che il 2 marzo scorso la Procura della Corte penale internazionale ha annunciato l'apertura di un'indagine, prendendo in considerazione tutte le accuse passate e presenti di crimini di guerra, crimini contro l'umanità o genocidio commessi in qualsiasi parte del territorio dell'Ucraina, da qualsiasi persona, dal 21 novembre 2013 in poi. Infatti, l'Ucraina, pur non essendo Stato Parte dello Statuto della Corte penale internazionale, aveva già accettato la giurisdizione della Corte per quanto riguarda i presunti crimini commessi sul proprio territorio dal 21 novembre 2013 al febbraio 2014, durante, quindi, le proteste di Maidan, le proteste in Crimea e nel Donbass; con una seconda dichiarazione, dell'8 settembre 2015, il periodo di tempo è stato esteso a tempo indefinito, per includere i presunti crimini commessi in tutto il territorio dell'Ucraina dal 20 febbraio 2014 in poi.
  Peraltro, il 4 marzo scorso, con l'approvazione di un'apposita risoluzione, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite – da cui, lo ricordo, la Russia è stata sospesa su decisione dell'Assemblea generale dell'ONU – ha deciso l'istituzione di una commissione indipendente d'inchiesta, con il compito di indagare su tutte le presunte violazioni e abusi dei diritti umani, le violazioni del diritto internazionale umanitario ed eventuali crimini commessi nel contesto dell'aggressione russa. L'indagine prevede la raccolta dei materiali potenzialmente probanti, incluse interviste, testimonianze e materiale forense.
  L'Alto Rappresentante per la politica estera Borrell, in una dichiarazione del 4 aprile, ha sottolineato che l'Unione si impegna a collaborare sia con la Corte penale internazionale sia con la commissione d'inchiesta istituita dal Consiglio dei diritti umani dell'ONU, fornendo assistenza in merito alla raccolta e alla conservazione delle prove dei crimini di guerra. Al riguardo, segnalo che proprio ieri è stata approvata dal Consiglio dell'UE la decisione con la quale si amplia il mandato della missione dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina, includendo il sostegno alle autorità ucraine – in particolare, alla Procura generale, alle Procure regionali e alle autorità di contrasto – per agevolare le indagini sui crimini internazionali commessi nel contesto dell'aggressione russa e il perseguimento degli stessi.
  Concludo ricordando che il Parlamento europeo, da parte sua, in una risoluzione approvata il 7 aprile ha sollecitato l'istituzione di un tribunale speciale delle Nazioni Unite per i crimini in Ucraina, invitando gli Stati membri e la Commissione a sostenere tutti i processi legittimi, internazionali e nazionali, per indagare sui presunti crimini contro l'umanità e crimini di guerra, al fine di chiamare tutti i responsabili e i complici a rispondere dinanzi a un tribunale.
  Bene, questo era il quadro. Era importante per la Commissione avere tutti gli elementi di valutazione. Dunque, a questo punto, do la parola al presidente Lubinets affinché svolga il Suo intervento. Prego presidente.

  DMYTRO LUBINETS, presidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada (intervento da remoto). Buongiorno, egregi colleghi. Buongiorno, signora Laura Boldrini. Buongiorno a tutti i membri della Camera dei deputati, colleghi e amici, mi permetto di chiamarvi così. Prima di tutto, a nome della Commissione parlamentare per i diritti umani, vorrei ringraziare l'Italia e tutti i cittadini italiani per l'aiuto che ci fornite, e fornite ai nostri cittadini, per questa assistenza umanitaria, anche per la spedizione delle Pag. 5merci di prima necessità e per altre necessità. Vorrei anche ringraziare per il fatto che Le è venuta l'idea di organizzare questo incontro.
  Insieme a me oggi sono presenti i membri della nostra Commissione, prima di tutto vorrei presentare il signor Dzhemilev, che è il leader del popolo dei Tartari di Crimea, e anche Nelli Yakovleva, che segue le questioni delle violenze contro le nostre donne. Poi ci sono anche le informazioni da parte sua, che ha visitato la regione di Poltava, lei ha rappresentato anche da noi la regione di Luhansk e ogni settimana ci va per poter vedere la situazione in quella zona. Poi c'è anche l'onorevole Tarasenko, che è il presidente della Sotto-commissione per i diritti umani, e sta raccogliendo tutte le testimonianze di disastri che abbiamo subìto in seguito all'aggressione. Parliamo di numeri molto alti di morti, delle violenze, stupri tra donne e bambini, persone torturate, tutto questo è trattato anche dalla nostra Commissione.
  L'Ucraina, ormai da quarantotto giorni, si trova in condizioni di guerra e, di fatto, parliamo della guerra quando i nostri cittadini muoiono ogni giorno. Vorrei ricordare, però, che tutto questo è iniziato non nel 2022 ma nel 2014, quando la Russia ha invaso illegalmente il territorio della Crimea e anche parte delle zone di Donetsk e Luhansk, e dopo otto anni è iniziata un'altra fase, una nuova fase delle azioni militari. Non mi soffermo sui numeri, per cui quello che vorrei dire è soltanto che, in questo periodo, sono stati uccisi 186 bambini, 344 bambini sono stati feriti, e mi sembra che proprio questa cifra dovrebbe sconvolgere tutti, quando proprio i bambini che non hanno nessuna colpa, purtroppo diventano, insieme agli altri, vittime di questa guerra.
  Questi numeri sono solo presunti, non sono confermati e non abbiamo la possibilità di avere le informazioni da Volnovakha, dove sono andato di persona, dalla zona di Mariupol, dove continuano oggi a combattere. Per quelle città che sono state occupate e che, per adesso, non siamo riusciti ancora a liberare, non riusciamo a dare i numeri delle persone uccise. Dunque i numeri che abbiamo fornito adesso, sono i numeri confermati e abbiamo già avviato le indagini per ogni caso di uccisione. Parliamo qui di Bucha, Hostomel, Trostyanets, Borodyanka, quando parliamo di queste città quello che ci ha sconvolto è che le Forze armate russe uccidevano le persone civili, le famiglie intere. C'è un caso in cui uno dei capi del villaggio è stato ucciso insieme all'intera famiglia, lui, la moglie insieme anche ai figli e ai nipoti, tutti loro sono stati legati con le mani indietro, li hanno messi in ginocchio e, dopo le torture, gli hanno sparato alla nuca uccidendoli tutti. Purtroppo tutto questo sta continuando, e io chiedo ai nostri colleghi, ai nostri amici di capire che, secondo noi, non si tratta più di guerra ma si tratta di un eccidio, di un genocidio perché mira alla distruzione dell'intera nazione.
  La Federazione russa ha preso la strada della distruzione, dell'annientamento della nazione ucraina e quello che fanno, una volta entrati, è che non permettono di parlare in ucraino, distruggono i monumenti storici, cambiano la nostra cultura, cambiano i nomi delle città, nominano i capi dei luoghi abitati da parte loro scegliendo tra i rappresentanti della Federazione russa. Non vogliono neanche permettere che si parli in ucraino in questi territori occupati, e se le persone non sono d'accordo vengono uccise immediatamente. E poi un'altra cosa, nelle regioni di Donetsk e Luhansk noi vediamo che le persone vengono deportate sul territorio della Federazione russa, deportate in massa, lì vengono creati i cosiddetti «campi di concentramento», dove sono controllate queste persone. Controllano dove hanno lavorato, se rappresentano le autorità ucraine, se queste persone hanno lavorato, ad esempio, nelle forze dell'ordine, nella procura, nel servizio di sicurezza e se trovano persone del genere, di solito, in maggioranza vengono uccise senza alcuna indagine. Il resto delle persone vengono spostate nel territorio della Federazione russa, nelle regioni depresse, più verso la Siberia dove manca forza lavoro: di fatto, i nostri cittadini, i cittadini ucraini, sono diventati ostaggi di un Paese terrorista. Secondo i nostri Pag. 6dati, il numero di queste persone deportate è di circa 620 mila, e non ho sbagliato, 620 mila persone, di cui 120 mila sono i bambini. E ancora una volta, quando arrivano nella Federazione russa, la prima cosa che fanno loro è di togliere i documenti ucraini, cercando di fargli prendere i documenti russi automaticamente e vietando di comunicare in ucraino.
  Quanto all'uso delle armi vietate, voglio ancora una volta ringraziare per il fatto che l'avete citato nella vostra presentazione, perché sul territorio della nostra nazione la Federazione russa utilizza massicciamente le bombe a grappolo e le bombe al fosforo. Adesso, in effetti, abbiamo il primo caso di utilizzo delle armi chimiche nella città di Mariupol, purtroppo, non avendo la possibilità di portare via i militari che hanno subìto l'attacco delle bombe chimiche, non riusciamo a capire che materiale sia stato utilizzato. Visti tutti questi eventi, vorrei sottolineare che le Forze armate russe commettono crimini di guerra che hanno già perpetrato nel territorio della Georgia nel 2008, nel territorio della Siria nel 2020 e nel 2021, nel territorio della Cecenia nel 1994 e 1996, si tratta dello stesso approccio. La Federazione russa distrugge intere città, la città di Volnovakha – torno ancora a questa città – dopo quindici giorni, e io ci sono stato quando stavamo portando le persone via, la Federazione russa distrugge le infrastrutture civili, per cui le centrali elettriche vengono distrutte per non far avere l'elettricità, i sistemi idrici, i sistemi di distribuzione del gas per togliere il gas, e distrugge anche le antenne di comunicazione satellitare, privando in questo modo le persone della comunicazione. Immaginiamo quanto sia difficile stare in una città, piccola o grande, senza gas, senza elettricità, senza comunicazioni e senza la possibilità di sopravvivenza.
  E per tutti i corridoi cosiddetti «umanitari», noi più volte ci siamo rivolti alla Federazione russa, anche attraverso la Croce Rossa Internazionale (CRI) oppure attraverso altre istituzioni, affinché ci possano aprire questi corridoi umanitari, la Federazione russa non ha mai accettato, non ha mai concesso questo. Successivamente ci sono stati dei tentativi di far evacuare le persone da Mariupol e da Berdyansk, ma credetemi, tutto questo è fatto in modo che le persone non possano comunque lasciare queste zone. Dunque, tutto ciò è considerato crimine di guerra e noi vediamo che la Federazione russa ha intrapreso la strada del genocidio del popolo ucraino, siamo uno dei casi più crudeli, e qui voglio citare a conferma di questo come la Federazione russa «permette» l'evacuazione delle persone. Quando è stata bombardata la stazione ferroviaria a Kramatorsk, mi trovavo allora a trenta chilometri da quella città, nella città vicina, e dopo un po' sono andato a vedere la stazione ferroviaria. L'evacuazione era concordata con la Federazione russa, loro sapevano benissimo che alla stazione c'erano circa 4 mila persone, di cui la maggioranza erano bambini e donne, queste persone provenivano dalla città di Shakhtarsk, occupata ormai da otto anni. Erano arrivati due missili Tochka U, sono missili molto potenti che coprono raggi abbastanza brevi, dunque un missile è arrivato da una parte della stazione e il secondo è arrivato dall'altra parte, in modo tale che le persone che si trovavano sia davanti alla stazione sia all'interno della stazione – e qui parliamo sia dei volontari sia delle donne e dei bambini – rimanessero tutti feriti o uccisi. Attualmente abbiamo cinquanta persone uccise e più di centodieci persone ferite, dobbiamo considerare che la maggior parte delle persone ha rinunciato a andare in ospedale, arrivavano i parenti o i conoscenti a portarli via, per cui una parte delle persone è stata mandata nella città di Dnipro, negli ospedali, ed era un vero massacro.
  Non riesco a trovare le parole per capire in quale testa è potuta nascere questa idea e che cuori hanno queste persone che uccidono donne e bambini. Si sapeva bene tutto, perché in quella zona i militari ucraini non ci sono mai stati e l'evacuazione dei civili viene organizzata dai volontari o dall'amministrazione locale, i militari non sono coinvolti in alcun modo, non c'era neanche un militare in quel momento alla stazione ferroviaria, e la Russia lo sapeva benissimo. Pag. 7Poi, quando parliamo di Mariupol, quando avremo la possibilità di entrare in questa città – e noi ci crediamo – i nostri ragazzi e ragazze che si trovano in un assedio completo ormai da quaranta giorni, allora potremmo raccontare e condividere il numero dei civili uccisi. Però, secondo noi, già adesso possiamo dire che non si parla di mille ma di decine di migliaia e anche qui, di nuovo, noi vediamo il genocidio della Federazione russa nei confronti del popolo ucraino. Mille chili di bomba aerea sopra il teatro di Mariupol, è una situazione che si sapeva, e anche la Federazione russa sapeva che quel rifugio accoglieva i bambini e le donne. Quel luogo da due parti era contrassegnato con la parola «bambini», sia in lingua russa sia in lingua ucraina, per far capire alla Federazione russa che in quella zona c'erano bambini, e proprio quell'edificio è stato bombardato con una bomba da mille chili, sapendo che c'erano più di mille donne e bambini nel teatro. Il giorno dopo siamo riusciti a portare via circa trecento bambini con le madri.
  Ecco perché, cari amici italiani, noi vogliamo che, oltre alle nostre parole, troviate la volontà di visitare l'Ucraina, perché adesso abbiamo le città sicure come Bucha, Hostomel, Vorzel, Borodyanka, siamo disponibili ad organizzare per voi la possibilità di vedere con i vostri propri occhi ciò che è stato distrutto: le scuole, gli asili nido, gli ospedali, le abitazioni della popolazione civile, tutti distrutti. Avrete la possibilità di parlare con la popolazione locale, avrete la possibilità di vedere quel male sotto forma di saccheggio, di uccisioni, di stupri perpetrati dalle forze russe con il permesso e dietro disposizioni dell'Alta amministrazione del loro Paese. Sappiamo benissimo che il Presidente della Federazione russa Putin ha partecipato di persona alla stesura del piano di occupazione dell'Ucraina, ha pianificato tutti i programmi di minaccia, di occupazione del territorio attraverso violenze, attraverso stupri, attraverso uccisioni.
  E ancora una volta vi voglio ringraziare perché avete citato le donne ucraine, e questo è un programma a parte, e abbiamo le foto delle prime quindici soldatesse liberate a cui avevano rasato i capelli e che si trovavano nella prigionia russa. Queste foto non sono uniche, ce ne sono tantissime, le soldatesse liberate da noi sono tutte rasate, sono tutte senza capelli, ma la stessa prassi l'avevano utilizzata anche sui territori temporaneamente occupati, questo è lo strumento per spaventare le donne. Non ci sono parole, in realtà, per descrivere il comportamento atroce verso le nostre donne, neanche dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando analizziamo ciò che è stato fatto dalla Germania, non troviamo questa atrocità, questa umiliazione verso la popolazione civile. Ecco perché voglio sottolineare che, secondo noi, la Federazione russa sta perpetrando il genocidio del popolo ucraino.
  Vi ringrazio per l'ascolto, siamo disponibili a condividere tutti i materiali e i documenti, numeri, video e foto. Per voi siamo pronti anche ad organizzare un viaggio, per voi membri del Parlamento o chiunque desiderasse, chi vuole vedere, vi invitiamo. Grazie di tutto.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Lubinets, per quanto ci ha voluto rappresentare. Grazie anche per l'invito a visitare le zone liberate dell'Ucraina: discuteremo col Comitato e con la Commissione esteri su questa ipotesi perché penso anch'io che possa essere molto utile e molto importante dare solidarietà, anche attraverso una visita istituzionale.
  Adesso io chiederei ai colleghi e alle colleghe che vogliono intervenire, se ci sono interventi. Ci sono anche colleghi collegati. Prego, deputata Quartapelle.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie. Ringrazio anch'io il presidente del Comitato dei diritti umani del Parlamento ucraino e la presidente Boldrini per aver organizzato questo incontro. Oltre ad un'espressione di solidarietà per l'Ucraina, un sostegno, non solo a parole ma concreto – sapete quanto l'Italia sta facendo, un'attenzione quotidiana rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina, a quanto il vostro Paese sta soffrendo per mano dell'aggressore russo – ho una domanda sul lavoro Pag. 8della Corte penale internazionale e del Procuratore della Corte penale internazionale, che è venuto e poi sta tornando in Ucraina per raccogliere prove sui crimini di guerra e i crimini contro l'umanità che sono stati commessi. Se su questo punto potete darci qualche elemento in più sul tipo di lavoro, sul tipo di sostegno che un Comitato come il nostro può dare a quel tipo di lavoro, su quanto è stato trovato finora e che percorso si prevede di questo tipo di strumento internazionale.
  Sapete che la Corte penale internazionale è frutto di un Trattato che è stato firmato a Roma, questo Parlamento ha lavorato spesso sul tema di come irrobustire gli strumenti di diritto internazionale e vorremmo avere da voi un riscontro su questo punto, che non è un punto secondario ma anzi, secondo noi, è uno di quei modi per dimostrare che noi siamo diversi da loro, che il nostro è un sistema che punisce quel tipo di crimini, che non ha paura di investigarli, da qualsiasi lato siano stati commesse questo tipo di violazioni, e che andremo fino in fondo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Quartapelle. Ci sono altri interventi? Presidente Fassino, prego.

  PIERO FASSINO. Io ringrazio naturalmente il presidente per questa ampia illustrazione di tutti i problemi. Naturalmente le cose che ci ha raccontato, unite a tutte le informazioni che abbiamo avuto in questi mesi, soprattutto nelle ultime settimane di guerra, creano, ovviamente, in tutti noi un sentimento di grande angoscia per le immagini che abbiamo visto, per i crimini che sono compiuti, per le brutalità, le efferatezze che sono state commesse. E ovviamente tutti noi esprimiamo, prima di tutto, un sentimento di vicinanza, di solidarietà nei confronti della popolazione ucraina, delle istituzioni ucraine e di chi si sta battendo per mettere fine a questo orrore.
  Credo che siano molto importanti due cose: la prima è quella di un'azione per mettere in salvo quante più persone; non c'è dubbio che la guerra è sempre occasione non solo di distruzioni e sofferenze, ma anche di soprusi e violenze intollerabili verso le persone inermi, in particolare i minori, le donne – che sono quelle verso cui si esercitano le maggiori brutalità – e gli anziani. Ecco, credo che la prima grande questione è come sostenere l'attività di tutti coloro che operano per mettere in salvo la popolazione: noi abbiamo ospitato, e stiamo ospitando, chi si è rifugiato nel nostro Paese e chi si è rifugiato in Europa. Tuttavia, quelli che sono vittime di questa guerra non sono solo quelli che si mettono in salvo espatriando, c'è un grande tema di solidarietà e di vicinanza verso tutti coloro che continuano a vivere in Ucraina, che vivono ogni giorno sotto le bombe, vivono ogni giorno col pericolo di vedere la loro casa invasa da dei soldati che poi commettono ogni forma di brutalità. Quindi, il grande tema che c'è è come si continua un'azione umanitaria verso chi continua a vivere in Ucraina, perché è naturalmente doverosa – e noi lo stiamo facendo – l'azione umanitaria verso chi si è messo in salvo, ha messo in salvo, soprattutto, i propri figli, i propri bambini in Europa e questo è importante, però, credo che dobbiamo anche aver presente che continua ad esserci una gigantesca emergenza umanitaria per chi continua a vivere in Ucraina, questo è un primo tema. Quindi un'azione di tutela anche attraverso la denuncia di tutte le violazioni dei diritti umani nei confronti della popolazione che continua a vivere in Ucraina è importante.
  Il secondo aspetto credo sia quello, naturalmente, di raccogliere tutta la documentazione necessaria a dimostrare i crimini di guerra, in ragione tale che questi crimini possano essere perseguiti dal Tribunale penale internazionale. Però io aggiungo anche un'altra cosa, che spesso non viene sottolineata: molti Paesi, soprattutto europei, hanno inserito nella loro legislazione nazionale la possibilità di perseguire reati e crimini di guerra e quindi, oltre a ciò che si può fare attraverso il Tribunale penale internazionale, anche attraverso l'applicazione rigorosa degli strumenti giudiziari delle legislazioni nazionali. Penso, per esempio, a tutto il tema della violenza sui minori: ci sono Paesi, tra cui l'Italia, che Pag. 9hanno una legislazione di tutela dei minori che permette di perseguire chi commette violenza sui minori dovunque le commetta, quindi io penso che questa sia un'altra strada che deve essere perseguita.
  Infine, aggiungo che è molto importante questo incontro, che si inserisce in un'attenzione costante e continua che la nostra Commissione Esteri sta avendo verso la guerra ucraina e i contatti che abbiamo con le istituzioni ucraine. Noi abbiamo avuto, come Commissione, tre incontri con la Commissione Esteri del Parlamento ucraino, siamo in contatto continuo con il presidente Merezhko e con la Commissione. Stiamo lavorando molto anche con la Commissione Esteri della Moldavia, così come quella degli altri Paesi della regione, per mettere in campo tutto ciò che – anche sul piano parlamentare – può sostenere la resistenza ucraina e credo che dovremmo, questa azione, intensificarla nei prossimi giorni, nelle prossime settimane se – come appare – ci sarà una nuova offensiva russa nel Donbass. Dopo aver fallito la prima offensiva, adesso la Russia si predispone a una nuova offensiva che sarà ancora più brutale della precedente, perché due sconfitte di seguito la Russia non le vuole, quindi farà di tutto perché la resistenza ucraina sia piegata e quindi noi rischiamo di avere nei prossimi giorni, nelle prossime settimane un'ondata bellica ancora più brutale, ancora più violenta, con conseguenze ancora più terribili sulla popolazione e sulla violazione dei diritti umani. Quindi, la necessità di mantenere alta un'iniziativa forte, sostenendo la resistenza ucraina e sostenendo tutti coloro, come il vostro Comitato, che si battono per tutelare i diritti umani. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Ho iscritta a parlare anche la collega Ehm, ma prima vorrei dare la parola al collega ucraino Kostyantyn Kasay, che ha chiesto di intervenire. Prego.

  KOSTYANTYN IVANOVYCH KASAY, Presidente della Sotto-commissione per i territori temporaneamente occupati dell'Ucraina della Verkhovna Rada (intervento da remoto). Buongiorno colleghi, piacere di vedervi. Vorrei mostrare la mia maglietta, che mi piace tanto, come vedete, c'è la bandiera d'Italia. Colleghi, quello che voi state dicendo, quello che è stato già detto è molto importante. Importante è il sostegno da parte vostra, importante è sostenere le persone che si trovano adesso sui territori occupati e anche le persone che hanno lasciato questi territori, quelli che temporaneamente si trovano in altri posti, tutto questo è importante. Però voglio sottolineare e chiedervi una cosa per aiutare veramente l'Ucraina: come ha detto il collega che ha parlato prima, sicuramente non ci sarà solo un attacco, c'è il pericolo di un grande attacco da parte della Russia da qualsiasi luogo. Voglio chiedere a voi colleghi di dare le armi all'Ucraina perché gli ucraini sono un popolo molto coraggioso, noi sappiamo combattere, ma non abbiamo la quantità necessaria di armi moderne, quindi voglio chiedervi di aiutarci in questo. Grazie per la vostra attenzione e il vostro sostegno.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Kasay. Adesso darei la parola alla collega Ehm. Prego.

  YANA CHIARA EHM. Grazie presidente. Ringrazio anch'io per questa occasione. Ringrazio anche il presidente Lubinets per aver fornito informazioni così preziose, anche perché, di fatto, in momenti specialmente così complessi e difficili, come in una guerra, è importante avere notizie direttamente dalla fonte. Sicuramente è un'occasione molto preziosa, quindi grazie ancora.
  Io vorrei soltanto dare una solidarietà forte al popolo ucraino: la situazione è così drammatica, siamo, ricordo, al quarantottesimo giorno di guerra. La speranza è quella che questa guerra possa non diventare una che si aggiunge alla lista delle altre guerre che si sono protratte per anni e anni – parliamo di guerre che vediamo anche da altre parti del mondo – ma che piuttosto – almeno questo è il mio auspicio, specialmente nel rispetto di quello che è il nostro tema qui oggi, i diritti umani, sicuramente Pag. 10anche i cittadini e le cittadine ucraine, donne e bambini – ci possa essere la pace quanto prima e la risoluzione di questo conflitto che, appunto, vede quarantotto giorni già di combattimento. Quindi vorrei ancora ringraziare sicuramente per l'idea, qualora sarà possibile, di venire sul campo, di incontrarvi e di vedere quello che è successo – e succede – sul campo, può essere un'occasione preziosa.
  Ovviamente, il sostegno diplomatico nostro lo può sostenere perché, in questo momento, stiamo lavorando molto sul fronte di dare un sostegno, specialmente umanitario, che è assolutamente necessario. E a questo punto vorrei anche, concludendo, ringraziare tutte le organizzazioni civili italiane che si stanno prodigando in questi giorni per andare in Ucraina, nelle varie città, a portare aiuti umanitari, aiuti di prima necessità e riportare indietro persone affinché possano essere salvate in questo momento così difficile di guerra. Quindi ringrazio ancora per questo momento di scambio e, sicuramente, siamo vicini e vicine al popolo ucraino. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Ehm. Se non ci sono altri interventi vorrei anch'io dire qualche considerazione. Presidente, intanto solidarietà, vicinanza e anche molta ammirazione per come state portando avanti il vostro lavoro istituzionale, nonostante il momento così difficile.
  Vorrei dirvi una cosa sulla Corte penale internazionale: la Corte penale internazionale è sicuramente uno strumento di giustizia internazionale molto importante; vorrei informarvi che in questa Camera, a novembre scorso, abbiamo approvato un disegno di legge di ratifica degli accordi presi a Kampala per definire meglio, nello Statuto della Corte, il crimine di aggressione. Noi ora ci troviamo davanti proprio a quel crimine, cioè l'uso della forza armata da parte di uno Stato contro la sovranità, l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di un altro Stato. All'interno di questo Statuto della Corte penale internazionale c'è da chiarire questo concetto, noi in Italia abbiamo approvato la legge di ratifica, noi chiederemo al Governo di adoperarsi e di spingere altri Paesi, che fanno parte della Corte penale internazionale, a ratificare la Convenzione di Kampala che punisce il crimine di aggressione di uno Stato contro un altro Stato.
  Quindi volevo dirvi che ci adopereremo anche in questo senso, perché se quel crimine oggi fosse nello Statuto ci sarebbe un elemento aggiuntivo rispetto alle responsabilità, ma oggi purtroppo ancora non ci sono abbastanza ratifiche.
  Vedo che c'è collegata la collega Yakovleva Nelli, vicepresidente, che vorrebbe intervenire. Prego collega.

  NELLI ILLIVNA YAKOVLEVA, vicepresidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada (intervento da remoto). Buongiorno, colleghi italiani. Vi ringrazio per l'organizzazione di questo incontro, sono anche profondamente grata per tutto questo sostegno che lo Stato italiano ci sta fornendo come aiuti umanitari, anche a livello internazionale, e come difesa dei diritti umani, con riferimento all'aggressione da parte della Russia. Io mi occupo delle questioni di gender per quanto riguarda proprio la violenza sessuale, questa tematica è attuale dal 2014, la stiamo seguendo e, a livello legislativo, a livello della nostra Commissione dei diritti dell'uomo, abbiamo già discusso questo problema e abbiamo anche rafforzato la nostra legislazione, in modo che i responsabili di queste aggressioni siano processati e puniti.
  Questa guerra sta diventando sempre più violenta: possiamo dire che a Bucha, di fatto, c'è stata un'azione politica mirata sulle donne, e tutti i fatti atroci li dobbiamo ancora documentare e allegare le prove. Ma la cosa importante è che sappiamo che sono violenze imprescrittibili e noi, da parte nostra, lavoriamo molto per processare queste persone. In merito a tutto ciò che viene fatto contro i civili, contro i bambini, sappiamo che tanti bambini hanno lasciato il nostro Paese ma ci sono ancora tanti bambini in territorio ucraino e sono vittime di violenza sessuale e anche del conflitto militare.Pag. 11 Noi, da parte del nostro Parlamento, abbiamo la legislazione, approviamo la legislazione e la cambiamo per avere un registro dei bambini vittime di questo conflitto. Stiamo cercando di realizzare un effettivo sistema contro le violenze contro l'umanità, e speriamo che le persone saranno processate e saranno punite. Grazie ai nostri colleghi italiani.

  PRESIDENTE. Molte grazie, collega. Adesso darei la parola al collega Taras Tarasenko.

  TARAS PETROVYCH TARASENKO, presidente della Sotto-commissione per i diritti umani umani della Verkhovna Rada (intervento da remoto). Saluto tutti i presenti e ringrazio del fatto che possiamo discutere il problema dei crimini di guerra. Voglio, però, ringraziare tutti i cittadini italiani per l'assistenza che ci offrite, offrite agli ucraini e, anche, ai rifugiati arrivati in Italia. Oggi ho ricevuto due camion arrivati dalla Sardegna, l'Ambasciatore ci ha consegnato questi camion e adesso il carico è stato inviato nella zona dove sono raccolti i profughi delle regioni di Donetsk e Luhansk.
  Quanto ai crimini perpetrati in Ucraina, qui bisogna capire che, durante il conflitto militare, molti di questi crimini poi non lasciano tracce; ad esempio, a Bucha l'Ucraina adesso dedica tanta attenzione a documentare ciò che è avvenuto, però la gente vuole tornare alla vita normale e cerca di ripulire la città, riorganizzare la vita. L'aiuto ci serve e serve proprio per documentare l'accaduto. Attualmente la Francia ci ha offerto la propria Gendarmeria che ci aiuterà a documentare i crimini. Se l'Italia avesse la possibilità di offrire un aiuto del genere, ve ne saremmo molto grati, perché per il nostro Paese è molto importante. Inoltre, vorrei sottolineare che in Russia, attualmente, avviene un processo di adozione forzata degli orfani ucraini portati via dagli istituti. Anche questo è un crimine e se il Parlamento italiano potesse rivolgersi alla Federazione russa con la richiesta di cessare questa attività, vi saremmo molto grati. Io come capo del gruppo di lavoro che documenta i crimini sono disponibile a darvi tutte le informazioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Molte grazie. Questo è un altro spunto utile, potremmo sicuramente inviare personale investigativo per fare indagini mirate e per sostenere i team che in loco stanno facendo questo lavoro. Lo sottoporremo senz'altro al Governo e vi faremo sapere quanto prima. Adesso ho un'altra richiesta dal collega Mustafa Dzhemilev. Prego.

  MUSTAFA DZHEMILEV, membro della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada (intervento da remoto). Egregi colleghi, sono molto grato al Parlamento italiano e anche alla Commissione ucraina per avere organizzato questo incontro. Qualche giorno fa ho visitato quei terribili luoghi dei crimini commessi da parte russa, Bucha e Borodyanka. Ciò che è successo a Borodyanka è sconvolgente e atroce, perché hanno bombardato edifici di dodici piani, e questi edifici sono completamente distrutti, centinaia di persone sono rimaste sotto le macerie per giorni, praticamente morendo sotto le macerie. Nessuno poteva salvare queste persone perché c'erano ancora i bombardamenti e anche per ripulire queste macerie, per salvare le persone, il lavoro ha impiegato giorni e giorni.
  Abbiamo trovato centinaia di corpi, bambini, donne, adulti. Il nostro presidente ha parlato dei bambini che sono stati uccisi, più di trecento sono feriti ma io ho anche delle foto di bambini uccisi, di bambini morti, che sono stati uccisi con uno sparo diretto, praticamente un'esecuzione. Non riesco a capire quale persona abbia potuto farlo. Chiudo gli occhi e mi rimangono davanti queste immagini. Ieri ho sentito Putin e il suo aiutante Lukashenko che dicono che tutto è stato organizzato dai nazisti e dai fascisti ucraini, cioè siamo stati noi a uccidere i nostri bambini, siamo stati noi a far saltare in aria i nostri edifici. Pag. 12Questi sono capi di Stato che mentono di fronte a tutto il mondo, nessuna trattativa al mondo è possibile con queste che è difficile chiamare persone.
  Il mio collega Kostyantyn Kasay ha detto che ci servono le armi perché ci sparano dal cielo, dalla terra e noi non riusciamo a difenderci. Quello che voglio chiedere all'Italia è di aiutare, soprattutto, in questo. La nostra gente è coraggiosa, io conosco i miei compatrioti, mi raccontano le persone che sono state al fronte che i giovani non temono la morte per liberare la propria patria, però gli mancano le armi.

  PRESIDENTE. Grazie di questa Sua esposizione in merito a quello che ha rilevato nel luogo dove si è recato. Adesso, colleghi e colleghe, in conclusione, io ripasserei la parola al presidente Dmytro Lubinets e poi chiudiamo la nostra audizione. Prego.

  DMYTRO LUBINETS, presidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada (intervento da remoto). Grazie ancora all'onorevole Boldrini per l'organizzazione di questo incontro. Noi come rappresentanti del popolo ucraino, del Parlamento ucraino, siamo riusciti a raccontare i fatti che accadono nel nostro Paese, ad illustrare gli eventi terrificanti che ci sono (nel Paese). E vorrei continuare il pensiero dei miei colleghi che si sono rivolti a voi, come rappresentanti del popolo italiano, chiedendovi di aiutarci a chiudere il cielo sopra l'Ucraina. Noi capiamo che i partner europei e gli Stati Uniti d'America non vogliono farlo perché pensano che ciò potrebbe rappresentare il coinvolgimento nella guerra contro la Federazione russa. Ma la si può fare in vari modi, questa azione, perché proprio dal cielo cadono le bombe, proprio dal cielo arrivano gli aerei che lanciano i razzi contro i gruppi di persone, proprio nel cielo passano i missili che distruggono i centri di carburante per i nostri trattori, perché l'Ucraina è un Paese agricolo e la Russia lo capisce benissimo e prima di tutto, adesso, ci vogliono rendere deboli dal punto di vista economico. Ecco perché chiediamo di chiudere il cielo oppure fornire quei sistemi di difesa aerea che ci possano permettere di farlo. Il Parlamento italiano potrebbe riprendere quella prassi positiva che hanno già avviato i Parlamenti polacco e lettone, dove si è votato a favore di tale decisione.
  Noi chiediamo le armi di difesa che ci permetteranno di difendere le nostre Forze armate ucraine, perché noi combattiamo con le armi leggere contro i carri armati russi moderni. Come vede tutto il mondo, noi combattiamo anche con successo ma tutto questo avviene a spese di centinaia, migliaia di nostri militari uccisi, sia donne sia uomini. Forse nei manuali di tattica e strategia militare verrà scritto quando il secondo esercito del mondo è stato contrastato dal ventiduesimo esercito del mondo con armi assolutamente diverse.
  L'ultima cosa che vorrei chiedervi è continuare la politica delle sanzioni economiche contro la Russia introducendo l'embargo per il gas e il petrolio russo, perché proprio con quei soldi Putin arma il proprio esercito. Noi capiamo che il nostro Paese combatte non solo per noi ma per il tutto il mondo democratico, noi combattiamo per gli ideali che sono i valori dell'Europa, dell'Unione europea e anche della scelta euro-atlantica. Noi combattiamo contro i dittatori, perché vicino a Putin c'è anche Lukashenko che ha offerto lo spazio, la piattaforma per utilizzare aerei, armi e carri armati. Noi combattiamo contro il mondo dei dittatori, dell'oscurità, per il mondo di luce, per il mondo positivo e democratico che hanno creato i Paesi dell'Unione europea.
  Ringrazio tutti quanti e colgo l'occasione, come ho già offerto, per invitarvi a contattarci, attraverso il nostro segretariato, per organizzare per voi un viaggio in Ucraina quando vi sarà comodo, al fine di confermare – con i vostri propri occhi – le parole che sono state dette oggi. Viva l'Italia e viva l'amicizia Italia-Ucraina.

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  PRESIDENTE. Grazie, presidente Lubinets. Noi siamo un Parlamento che sta discutendo, anche, su questo tema delle sanzioni e dell'embargo del petrolio e del gas. È un tema all'ordine del giorno, continueremo ad occuparcene e continueremo, spero, anche ad avere un filo diretto con voi. Nel frattempo vi auguro buon lavoro e spero che avremo presto ulteriori occasioni.
  Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.05.

Gli interventi in lingua straniera sono tradotti a cura degli interpreti della Camera dei deputati.