XVIII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 26 di Mercoledì 9 settembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fassino Piero , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPEGNO DELL'ITALIA NELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE PER LA PROMOZIONE E TUTELA DEI DIRITTI UMANI E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
Fassino Piero , Presidente ... 3 
Viacorka Francisak , rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia ... 4 
Fassino Piero , Presidente ... 6 
Stryzhak Andrej , rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia ... 6 
Fassino Piero , Presidente ... 6 
Romano Andrea (PD)  ... 6 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Ehm Yana Chiara (M5S)  ... 7 
Migliore Gennaro (IV)  ... 7 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 8 
Valentini Valentino (FI)  ... 8 
Ungaro Massimo (IV)  ... 9 
Ribolla Alberto (LEGA)  ... 9 
Cabras Pino (M5S)  ... 9 
Fassino Piero , Presidente ... 10 
Viacorka Francisak , rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia ... 10 
Fassino Piero , Presidente ... 14 
Stryzhak Andrej , rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia ... 14 
Fassino Piero , Presidente ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare: Misto-PP-AP.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERO FASSINO

  La seduta comincia alle 9.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della piattaforma civica «Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia».

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno del giorno reca – nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni – l'audizione di rappresentanti della piattaforma civica «Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia». Saluto e ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori Andrej Stryzhak, rappresentante del Gruppo di coordinamento, e Francisak Viacorka, consigliere del team della leader dell'opposizione bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya.
  Questa audizione ha luogo all'indomani del drammatico sequestro di una delle esponenti più autorevoli del Gruppo di coordinamento, la signora Maria Kolesnikova, e di ulteriori esponenti del Gruppo, tra cui, da ultimo, anche Antonina Konovalova, collaboratrice della ex candidata alle presidenziali bielorusse Sviatlana Tsikhanouskaya. Ricordo ai colleghi che il Gruppo di coordinamento che oggi è qui con noi è stato audito lunedì scorso dalla sotto-commissione per i diritti umani del Parlamento europeo, alla quale ha consegnato un quadro assai preoccupante sulla situazione del Paese, situazione che – come vediamo dagli eventi delle ultime ore – è in rapido deterioramento. Domenica scorsa circa 200 mila persone sono nuovamente scese in piazza a Minsk e in altre città bielorusse per protestare contro il regime, pur a fronte di una dura reazione repressiva da parte delle autorità locali, viste le centinaia di manifestanti e di giornalisti arrestati e le prove evidenti di ricorso alla tortura. Ieri pomeriggio si è tenuta una marcia di solidarietà in sostegno della leader Kolesnikova, arrestata al confine con l'Ucraina e sulla cui vicenda anche il Cremlino ha chiesto chiarimenti. La richiesta del Gruppo di coordinamento al Parlamento europeo e agli Stati membri come l'Italia è stata di fornire sostegno al movimento di opposizione e all'irrogazione di sanzioni più severe nei confronti degli esponenti del regime di Lukashenko responsabili delle violazioni dei diritti umani.
  Su questo punto il 3 settembre l'Alto rappresentante Borrell ha presentato una proposta di decisione con un elenco di personalità bielorusse da sottoporre a regime sanzionatorio, tra cui il Ministro degli Interni nonché taluni membri della Commissione elettorale, ma non – per ora – il Presidente Lukashenko. È probabile che la proposta di Borrell sarà esaminata dai Ministri degli Esteri dell'Unione nella riunione del prossimo 21 settembre. Peraltro, già nella riunione straordinaria del 27 e 28 agosto i Ministri degli Esteri hanno espresso pieno sostegno alla sovranità e all'indipendenza della Bielorussia, condannando la violenta repressione del popolo bielorusso, Pag. 4e hanno chiesto alle autorità di impegnarsi in un dialogo inclusivo per uscire dalla crisi. In proposito, ricordo che anche altre istituzioni multilaterali europee – il Consiglio d'Europa e l'OSCE – hanno denunciato la gravità della crisi, invitando il governo bielorusso a cessare ogni atto repressivo, a pubblicare i reali risultati delle elezioni e a ripristinare diritti e libertà fondamentali, a partire dalla libertà di riunione pacifica, la libertà di espressione, di stampa e di manifestazione.
  Occorre rilevare che la situazione in Bielorussia è in continua evoluzione: il 3 settembre scorso il primo Ministro russo Mikhail Mishustin è stato a Minsk con l'obiettivo di preparare il terreno per un incontro tra Putin e Lukashenko, che dovrebbe svolgersi a Mosca nelle prossime settimane. Nello stesso giorno il Ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, incontrando a Mosca il suo omologo bielorusso Vladimir Makei, ha sottolineato la reciproca inclinazione a sviluppare ulteriormente relazioni eque e mutualmente vantaggiose, rievocando in maniera esplicita la creazione di una confederazione tra i due Stati caratterizzata non solo da uno spazio economico comune, ma anche da una costituzione comune che preveda la creazione di organi di governo sovranazionali, un Parlamento e un sistema giudiziario unificato. La prospettiva di un rinnovato sodalizio tra Russia e Bielorussia così delineato dovrebbe indurre a superare certe ambiguità nell'azione dell'Unione europea, che per troppi anni ha oscillato tra la condanna del regime e un tentativo di dialogo con Lukashenko, anche nell'ottica di un contenimento della Russia. In ogni caso, questo tema del rapporto tra la Bielorussia e la Russia è un punto particolarmente delicato, che richiede di essere continuamente monitorato e valutato. Ricordo, infine, che il primo settembre scorso due nostre colleghe, l'onorevole Boldrini e l'onorevole Quartapelle Procopio hanno incontrato a Vilnius la signora Tsikhanouskaya, candidata dell'opposizione alle elezioni presidenziali, che in quella sede ha confermato di voler tenere aperti i canali con Mosca, auspicando un più efficace ruolo di mediazione per l'OSCE, in particolare del premier albanese Rama, presidente di turno dell'organizzazione.
  La signora Tsikhanouskaya ha anche avanzato un'esplicita richiesta all'Italia di dare sostegno all'opposizione bielorussa. Al riguardo, voglio segnalare ai nostri ospiti che il primo settembre questa Commissione ha approvato all'unanimità dei gruppi presenti una risoluzione con la quale si impegna il Governo italiano a richiedere alle autorità bielorusse di astenersi da ogni ulteriore misura repressiva nei confronti della popolazione e a riconoscere i diritti e le prerogative dell'opposizione. Il Governo è chiamato, inoltre, a proseguire nell'impegno a sostegno dell'aspirazione del popolo bielorusso rispetto a un ordinamento interno improntato al rispetto degli standard internazionali in materia di Stato di diritto e di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali. È un atto di indirizzo tanto più importante perché votato all'unanimità, volto a orientare le azioni del nostro Governo in tutte le sedi che si occuperanno della crisi bielorussa. Dunque, quella risoluzione non è soltanto un'espressione di solidarietà, ma l'approvazione unanime attesta in maniera inequivocabile il pieno e convinto sostegno del Parlamento italiano alle istanze di libertà e democrazia del popolo bielorusso.
  Fatta questa introduzione, ringrazio ancora i nostri interlocutori bielorussi per aver accolto il nostro invito e do la parola ai nostri interlocutori. Do la parola al signor Viacorka, dello staff della candidata dell'opposizione. Prego.

  FRANCISAK VIACORKA, rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia. Buongiorno. È per me un gran piacere avere l'occasione di partecipare a questa audizione. Vi ringrazio innanzitutto per la risoluzione che Lei ha appena ricordato. Questa è una risoluzione che descrive in modo molto adeguato la situazione in Bielorussia e La ringrazio anche per le raccomandazioni e le richieste conclusive che ha fatto.
  Ora un breve aggiornamento sulla situazione. Attualmente abbiamo tre livelli di resistenza, per così dire: quello «di base» è un movimento di protesta sul terreno che Pag. 5è iniziato a Minsk e continua in tutte le grandi città e le principali regioni. Coinvolge oltre 700 mila persone, che ogni settimana si riversano sulle strade. Proteste di questa entità non si erano mai viste. Possono essere paragonate alle proteste contro l'Unione sovietica alla fine degli anni ottanta e dei primi anni novanta, quando i bielorussi lottavano per l'indipendenza. Il secondo livello riguarda una serie di gruppi che cercano di opporre resistenza al regime oppressore. Questi gruppi includono lavoratori, studenti, donne e sportivi. Essi oppongono resistenza ognuno in maniera diversa. C'è chi abbandona il proprio posto di lavoro o la propria posizione, chi semplicemente partecipa alle azioni, chi firma petizioni. Lukashenko ha particolarmente paura degli scioperi dei lavoratori. Per questo tutti i leader dei principali nuclei di scioperanti sono stati arrestati e alcuni sono stati costretti a lasciare il Paese. Poi abbiamo il livello più alto della protesta, della resistenza, quello istituzionale, rappresentato da Sviatlana Tsikhanouskaya, che è in realtà il Presidente eletto, perché ha ricevuto la maggioranza dei voti, come dimostrato dalle indagini che sono state effettuate sul terreno, e saremo lieti di condividere queste cifre con voi quanto prima. È dimostrato, avrebbe dovuto vincere fin dalla prima tornata delle elezioni. Quindi abbiamo questa crisi di legittimità in Bielorussia per il semplice fatto che le falsificazioni non sono pienamente dimostrate, perché le urne sono state distrutte, le schede sono state bruciate il giorno dopo le elezioni, per cui a questo punto non è più possibile ricontare i voti e dimostrare che Lukashenko ha perso le elezioni.
  Quindi Sviatlana Tsikhanouskaya come Presidente eletto ha creato un gruppo negoziale chiamato «Consiglio di coordinamento nazionale», un gruppo che dovrebbe negoziare all'interno e anche con gli stakeholder esterni. Esso comprende oltre 12 mila persone ma è rappresentato da sette persone, che sono il presidium del Consiglio di coordinamento. Sei dei sette membri del presidium sono stati arrestati o espulsi dal Paese. L'unica persona che attualmente non è in prigione è Sviatlana Aleksievič, premio Nobel per la letteratura. Purtroppo, però, è in cattive condizioni di salute e non riesce a partecipare attivamente al Consiglio di coordinamento.
  Lukashenko preferisce parlare con Putin anziché col suo popolo. Non ha mai voluto iniziare un dialogo con nessuno dei gruppi che protestano. Ha fatto un tentativo in una fabbrica di Minsk, ha tentato di parlare con i lavoratori, però la reazione dei lavoratori è stata praticamente una doccia fredda e quindi ha smesso di farlo. Ora parla solo con Putin e quello che ci preoccupa è che durante i negoziati di questa settimana con Putin si parli non solo della situazione in Bielorussia al momento, ma anche delle condizioni di un ulteriore appoggio di Putin al regime di Lukashenko. Siamo preoccupati anche per l'economia. Temiamo che Lukashenko prometta al Cremlino in pagamento per il suo appoggio alcune grandi imprese o alcune parti della sovranità bielorussa, come il sistema finanziario, il sistema bancario, una valuta comune, istituzioni di governo e parlamentari comuni con la Russia. A questo punto l'indipendenza della Bielorussia cesserebbe di esistere o, per meglio dire, sarebbe venduta alla Russia. Questo è il mio grande timore.
  Riassumendo, sono due i problemi che abbiamo davanti. Innanzitutto, come fare in modo che Lukashenko negozi con la nuova maggioranza, con coloro che hanno eletto la nuova presidente, e come impedire la violenza nelle strade. Questo è il primo problema. Il secondo è come salvare l'indipendenza della Bielorussia, perché il Cremlino sta giocando le sue carte. Mosca sta sfruttando questo momento di debolezza di Lukashenko e il vuoto di legittimità a Minsk, tentando di accrescere il suo controllo sulle sfere politiche, economiche e sociali. Saremmo molto lieti se le democrazie occidentali, e l'Italia in particolare, tenessero conto di questi fatti. La questione bielorussa non è solo un affare dell'Europa dell'est, né un affare di conflitto interno. Non più. La Russia ha reso questo conflitto geopolitico, purtroppo, e questo è un fatto che va riconosciuto. Prima che l'Europa metta a punto una posizione comune su Pag. 6questo tema è importante che ogni uomo politico, ogni Governo, ogni Parlamento elabori una propria posizione, e spero che sarà una posizione a favore di un cambiamento democratico in Bielorussia. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Grazie Signor Viacorka. Adesso darei la parola ad Andrej Stryzhak. Prego.

  ANDREJ STRYZHAK, rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia. Buongiorno a tutti. Grazie per avermi invitato a parlare della situazione in Bielorussia. Sono completamente d'accordo con quanto ha detto il collega prima riguardo alla situazione. Stamattina è stato arrestato un altro membro del presidium del Consiglio di coordinamento, quindi sei su sette sono ormai in carcere. Per me adesso Lukashenko sta perdendo, ma non sappiamo quale sarà la situazione futura del popolo bielorusso, perché quello che sta accadendo adesso è che le forze speciali sono dalla parte di Lukashenko, come ci ha mostrato la situazione di ieri, con le dimostrazioni delle donne duramente represse e gli arresti. È a nostro avviso un segnale di netto peggioramento della situazione, per quanto riguarda la libertà di manifestare pacificamente. La seconda cosa che vorrei dire è che tantissima gente sta lasciando il Paese per motivi politici. Il Paese verso cui si dirige principalmente questa ondata di espatriati è l'Ucraina, seguita da Lituania, Polonia e Lettonia.
  Il regime di Lukashenko sta strangolando la libera espressione della società civile. L'Europa potrà anche trovarsi davanti a un gran numero di profughi politici dalla Bielorussia, perché tanta gente sta lasciando il Paese e questo sarà un problema aggiuntivo per l'Europa intera, non solo quella orientale, proprio in termini di destabilizzazione politica. Anche questo aspetto non va trascurato. Ci sono persone che non accettano il sistema di Lukashenko. Escono di casa e vanno in piazza a manifestare, a centinaia di migliaia. Sarà un grosso problema per l'Europa se Lukashenko insiste nella repressione e rimane al potere. Da un mese in qua il nostro bilancio ha subito gravi conseguenze: un miliardo e mezzo di dollari di riserve della Banca nazionale è stato bruciato. Siamo rimasti con otto miliardi. Se andiamo avanti di questo passo, abbiamo riserve per pochi mesi. Il secondo problema è che gran parte dei manifestanti su cui si abbatte la repressione del governo è formata da imprenditori e lavoratori delle tecnologie dell'informazione, e se questa gente espatria si perderà buona parte del gettito su cui si regge il bilancio. Tutta questa situazione è molto grave per la stabilità e il funzionamento del nostro sistema di governo. Se Lukashenko non accetta di andarsene, in Bielorussia avremo grossi conflitti non solo politici, ma anche economici e sociali.

  PRESIDENTE. Grazie molte, signor Stryzhak. Adesso i membri della Commissione potranno intervenire e fare delle domande a cui voi naturalmente potete rispondere e replicare, dando le vostre opinioni e il vostro parere. Il primo intervento è dell'onorevole Romano, del Partito Democratico. Prego.

  ANDREA ROMANO. Grazie alla presidenza per aver organizzato questo incontro. Grazie anche ai due esponenti dell'opposizione bielorussa per il coraggio con cui scelgono di proseguire l'impegno civile che centinaia di migliaia di persone stanno svolgendo in Bielorussia, anche attraverso questa importante occasione di confronto con i parlamentari della Repubblica italiana.
  È stato ricordato in apertura dal presidente l'impegno unanime che questo Parlamento ha assunto a difesa dei diritti umani anche in Bielorussia e questa nostra occasione ne è una conferma. Io voglio fare due domande specifiche ai due esponenti dell'opposizione. La prima riguarda il rapporto tra Russia e Bielorussia, che in particolare Francisak Viacorka ha citato, chiedendovi nello specifico quali sono le vostre opinioni relativamente alla prospettiva che il presidente ha menzionato di una possibile integrazione istituzionale tra la Federazione Pag. 7 russa e la Bielorussia, prospettiva che è emersa dai recenti incontri, in particolare tra il Ministro degli Esteri russo e l'omologo bielorusso. Quindi qual è la vostra posizione su queste prospettive di integrazione possibili? Se sono secondo voi una possibile soluzione, se sono invece – per citare le parole di Francisak Viacorka – uno step sulla strada di una vendita dell'indipendenza della Bielorussia alla Russia. Questo è il primo punto.
  Il secondo è qual è la vostra opinione su quella che è sembrata una possibile indicazione di soluzione da parte di Lukashenko già nei giorni scorsi ma in particolare ieri, quando Lukashenko ha fatto allusione alla possibilità di un voto anticipato – non mi pare che abbia detto una ripetizione del voto presidenziale, ma ha parlato di voto anticipato – successivamente a una riforma costituzionale. Cito a memoria, quindi posso sbagliarmi, ma qual è la vostra valutazione? Questa rappresenterebbe una soluzione oppure rappresenterebbe, secondo voi, un modo per prendere tempo da parte del regime di Lukashenko? Sono questi due punti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Segnalo ai nostri ospiti che oggi sono presenti in Commissione i rappresentanti di tutti i gruppi politici del Parlamento, come segno di grande attenzione verso la vostra vicenda. Do la parola all'onorevole Ehm, del gruppo Movimento 5 Stelle.

  YANA CHIARA EHM. Grazie, presidente. Ringrazio molto per questa occasione anche i due esponenti che ci hanno prontamente aggiornato circa la questione. Va detto che effettivamente l'informazione in questo momento è molto attenta sulla situazione in Bielorussia, con aggiornamenti ora per ora, eppure sappiamo bene che molto spesso qualche notizia non può trapelare, quindi sicuramente questo tipo di confronto è importante e dirimente.
  Ringrazio il presidente per aver reso possibile questa occasione proprio per il fatto che l'Italia ha a cuore quello che sta accadendo in questo momento in Bielorussia. La risoluzione effettivamente è stata approvata, il che dà prova di quest'attenzione. Io voglio ribadire anche quella che è stata l'interlocuzione tra il nostro Ministro degli Esteri Di Maio e l'omologo bielorusso Makei, che è stata l'occasione per esprimere la preoccupazione italiana ma anche europea e l'auspicio di tre punti ben precisi: il dialogo politico tra Lukashenko e le forze di opposizione; la liberazione dei prigionieri politici e l'archiviazione dei procedimenti penali contro l'opposizione; e, infine, anche l'auspicio di nuove elezioni rispettose dei più elevati standard internazionali. A questo voglio fare riferimento nelle mie due domande precise che ho. La prima: ho sentito dal secondo interlocutore di un altro arresto; volevo solo accertarmi se era la scomparsa di Antonina Konovalova oppure se si trattava di un'altra persona ancora. Se si tratta della stessa persona, quali sono le novità a riguardo, in quanto ancora non ci sono aggiornamenti, almeno non pervenuti a me.
  La seconda domanda riguarda invece quello che è stato chiesto da parte vostra di questa necessità della posizione nazionale, che in parte ha già ribadito, ma la domanda è: quali sono i punti più cruciali che noi come Italia possiamo fornire, affinché possiamo essere di supporto in questo momento importante per la Bielorussia? Grazie.

  GENNARO MIGLIORE. Buongiorno. Vorrei ringraziare innanzitutto i rappresentanti dell'opposizione bielorussa per questa occasione e la presidenza della Commissione per averla organizzata. Io ritengo che l'informazione intorno alla vostra situazione sia ancora incompleta ed è per questo che ritengo molto utile un confronto diretto con la vostra esperienza. Per questo motivo non ripeto le domande che sono state fatte dai miei colleghi, che in parte assorbono alcune mie considerazioni.
  Io volevo fare altre due domande. La prima riguarda la condizione del Paese al di fuori di Minsk, cioè se c'è una pressione che viene esercitata, soprattutto nei piccoli centri rurali, per impedire che vi siano delle manifestazioni, perché ritengo che l'organizzazione di manifestazioni, anche grazie ai sistemi informatici, sia più agevole Pag. 8– agevole mi sembra un'esagerazione – ma comunque sia possibile nella capitale e più difficile nelle parti periferiche del Paese. Volevo sapere se questa era una condizione che voi registravate.
  La seconda riguarda il rapporto con i Paesi vicini: al di là della Russia, quali sono le relazioni che si stanno determinando con l'Ucraina e altri Paesi, per esempio i Paesi baltici, in relazione anche a quelle che voi avete rappresentato come fughe da parte di persone non solo impegnate in politica, ma anche persone che stanno cercando di sfuggire alla dittatura di Lukashenko? Volevo sapere se le condizioni di sicurezza che vengono auspicate secondo voi sono sufficienti.
  Una terza domanda è che cosa voi vi aspettate dall'Unione Europea e quale debba essere, dal vostro punto di vista, una posizione espressa dall'Unione europea nei confronti della Russia, e in particolare nei confronti della Bielorussia.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Ringrazio anch'io molto Francisak Viacorka e Andrej Stryzhak per la disponibilità per questa audizione, che per noi è importante sia dal punto di vista della comprensione della circolazione di informazioni su quanto sta avvenendo in Bielorussia, sia anche come segno politico da parte di questa Commissione e del Parlamento tutto. Avere un'audizione con voi per noi significa avere il dialogo con quella parte della Bielorussia che riteniamo rappresenti il volere dei cittadini bielorussi e che ha vinto le elezioni.
  In questo senso ringrazio in particolare Francisak Viacorka per il lavoro che fa sui social media per informare quotidianamente, in lingua inglese, su quanto sta avvenendo in Bielorussia. Vorrei sottolineare un punto e fare due domande. Il punto che vorrei sottolineare è un apprezzamento per la scelta totalmente non violenta dell'opposizione. Credo che questo punto sia stato ancora troppo poco sottolineato ed evidenziato. Anche a fronte di azioni estremamente violente, della sparizione di decine di oppositori, del fatto che non si sa dove sono alcune persone – inclusa Maria Kolesnikova –, il popolo bielorusso e voi come rappresentanti dell'opposizione continuate a fare una scelta totalmente non violenta e totalmente pacifica. Questa è una scelta coraggiosa ed è anche una scelta che permette di mantenere puro il messaggio dell'opposizione.
  Due domande. Una, che abbiamo posto con la collega Boldrini la settimana scorsa, quando abbiamo incontrato Sviatlana Tsikhanouskaya a Vilnius: quali sono i prossimi passi? Quale evoluzione immaginate e quali sono le scadenze che voi vi date? Certamente, mentre parliamo la repressione è in corso ed è molto aumentata nell'ultimo periodo, ma ci sono probabilmente degli appuntamenti e vorremmo capire che cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi giorni.
  La seconda domanda l'hanno fatta gli altri colleghi. La rifaccio, anche perché stiamo lavorando a un altro testo di impegni parlamentari da approvare in questa Camera: che tipo di sostegno possiamo dare al vostro impegno e alla vostra lotta contro un regime oppressivo? Grazie.

  VALENTINO VALENTINI. Anche io voglio ringraziare i nostri interlocutori per l'opportunità che ci è stata data, perché in un incontro di questo tipo, al di là dello scambio di informazioni, sentire direttamente da voi come vanno le cose, è testimonianza dell'attenzione vigile da parte delle istituzioni di tutti i Paesi occidentali e democratici che stanno seguendo la situazione della Bielorussia, situazione che pare essere sfuggita di mano. Pare aver sorpreso Lukashenko stesso, che non si attendeva una resilienza e una forza tale da parte della società democratica. Pare aver sorpreso sia i cosiddetti alleati di Lukashenko sia anche la comunità internazionale, che ancora una volta si è fatta trovare impreparata dinanzi a uno sviluppo che avrebbe dovuto essere anticipato.
  Non ripeto le considerazioni dei colleghi, che sottoscrivo, e le loro domande. Riprendo quanto diceva l'ultimo oratore: l'elemento della non violenza è fondamentale per evitare il ripetersi di una situazione che abbiamo avuto dinanzi ai nostri occhi ancora aperta, che è la situazione ucraina. È importante, infatti, in questo senso, che ci sia una iniziativa da parte Pag. 9della comunità internazionale, di tutti i Paesi, ed ecco perché ribadisco quanto sia importante questo incontro: per testimoniare e mantenere il rapporto bilaterale da parte di ciascun Paese con la Bielorussia, ma è molto più importante l'agire dei singoli Paesi all'interno delle organizzazioni internazionali. Solo una soluzione in un contesto di carattere internazionale – questa è una mia opinione in attesa di sentire le risposte alle domande dei colleghi – ci può permettere di uscire da questa impasse e di evitare che, presi singolarmente, gli interventi dei vari Paesi vengano visti come forme di ingerenza e utilizzati dal regime quali scuse per mantenere o per aumentare l'oppressione.
  Anche da parte mia, solo una domanda, vorrei concludere il ragionamento della soluzione internazionale. La prima domanda è se avete in mente una qualche organizzazione. È stato detto nell'introduzione dal presidente Fassino, si è parlato dell'OSCE. A me pare che l'OSCE possa essere per collocazione, per storia e per vocazione l'organizzazione nella quale si possa cominciare a delineare una soluzione e dare una garanzia di carattere internazionale. Se anche voi ritenete che l'OSCE sia questo oppure se vi rivolgete e avete interlocuzioni già con altre organizzazioni.
  La seconda domanda è questa: vi è stato chiesto quali sono i prossimi passi che intendete intraprendere, perché agli occhi del pubblico internazionale sembra esserci una resistenza, da un lato, da parte dell'opposizione e da parte delle forze democratiche vive di un Paese e, dall'altro, la voglia costante e i metodi per fiaccarla; quindi il tempo che viene utilizzato da parte del regime per via via togliere energie, mettere sempre più in difficoltà e spegnere questo anelito di libertà che io credo non potrà essere spento. Quindi vorrei sapere da parte vostra quale pensate sia, invece, la strategia di Lukashenko, che fino al giorno prima ha giocato un ruolo ambiguo sia nei confronti della Russia sia nei confronti della comunità internazionale stessa. Questo lo dico a tutti i nostri colleghi. Credo che ci impegni, in quanto membri delle organizzazioni internazionali e in quanto Paese, ad assumere atteggiamenti molto più chiari e molto più precisi nei confronti di Lukashenko. Grazie.

  MASSIMO UNGARO. Anch'io ringrazio il presidente per aver organizzato questo incontro e i signori Stryzhak e Viacorka non soltanto per essere qui con noi, ma per il loro coraggio nel coordinare i gruppi di opposizione in Bielorussia. Non ripeto le domande dei colleghi, ne aggiungo soltanto una che avrei voluto esplorare, ovvero se sul campo si vedono segni di cedimento di forze di sicurezza che stanno aderendo alla causa dell'opposizione o se invece questo per il momento ancora non è visibile; inoltre, se le comunicazioni internet e dei cellulari al momento rimangono possibili o continuano a essere oscurate e, infine, se ci sono segni di presenza in Bielorussia di forze di sicurezza russe, o comunque di gruppi riconducibili alla Federazione russa. Vi ringrazio.

  ALBERTO RIBOLLA. Ringrazio Lei, presidente Fassino, per aver organizzato questa interessante e importante audizione e ringrazio i rappresentanti dell'opposizione bielorussa per questa loro testimonianza così precisa e attenta su quanto sta accadendo in questo Paese.
  Ricordo, come hanno già detto altri colleghi, che questa Commissione ha approvato all'unanimità un'articolata risoluzione al fine di cercare di ripristinare lo Stato di diritto in Bielorussia e quindi di coinvolgere anche gli organismi internazionali. Come Lega stiamo seguendo con attenzione la situazione in Bielorussia, anche tramite le organizzazioni internazionali di cui facciamo parte, personalmente, ad esempio, tramite il Consiglio d'Europa. Una domanda, visto che i colleghi ne hanno già poste molte: io, in particolare, vorrei chiedere che evoluzione prevedete relativamente a questa situazione in Bielorussia. Cosa pensate possa accadere e, in particolar modo, come intendete procedere affinché lo Stato di diritto possa essere effettivamente ripristinato in Bielorussia? Grazie.

  PINO CABRAS. Per un movimento con queste caratteristiche è importante la collocazione Pag. 10 internazionale, perché influisce moltissimo anche per il sistema di reazioni e controreazioni dal punto di vista diplomatico. Nessun Paese è in una bolla autoreferente. Tutti sono inseriti in un sistema di relazioni che influiscono, retroagiscono e hanno una loro importanza. Abbiamo visto in Ucraina che non sempre questo sistema di rapporti internazionali ha avuto effetti positivi, anzi, ci sono state polarizzazioni molto forti che hanno reso impossibile il dialogo e non hanno favorito nemmeno alcuni degli obiettivi importanti che inizialmente si erano posti coloro che volevano cambiare lo stato delle cose. Mi chiedevo qual è, nell'insieme, la posizione internazionale dell'opposizione bielorussa, quali riferimenti ha, se intende in un certo senso cambiare la collocazione geopolitica del proprio Paese e in che rapporti è con movimenti e partiti di altri Paesi.

  PRESIDENTE. Grazie. Ci sono altri membri della Commissione che desiderano intervenire? Adesso do la parola ai nostri ospiti. Avete ascoltato gli interventi, molti quesiti e domande che vi sono state poste. Io integro queste domande con una questione: in concreto, quali atti voi pensate che il nostro Paese, l'Italia, debba compiere per fermare prima di tutto l'ondata repressiva, che ancora in queste ore ci dà notizie drammatiche, e favorire l'apertura di un percorso di negoziato politico che porti al superamento della crisi di queste settimane? Do la parola al signor Viacorka.

  FRANCISAK VIACORKA, rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia. Grazie, presidente e grazie a tutti i parlamentari dei vari gruppi che hanno presentato le domande. Apprezziamo molto il vostro sostegno e la vostra curiosità. Questa audizione ci aiuta molto e ci dà forza, perché possiamo darvi le informazioni reali proprio dal terreno. Che cosa fare? Questa credo che sia veramente la questione più importante, anche perché la risposta non è chiara a nessuno. Cosa fare qui e cosa fare fuori? Se ce l'aveste chiesto qualche settimana fa, avremmo detto che la cosa migliore sarebbe stata quella di non fare nulla, perché qualunque cosa noi facciamo, Mosca la può usare contro di noi. Mosca può dire: «L'Europa interferisce» e questa interferenza giustificherebbe l'interferenza russa in Bielorussia; però, in realtà, che è successo? L'Occidente non ha fatto nulla e la Russia ha interferito comunque. Vediamo che gli esperti di media russi, tra i diplomatici russi, tanti promettono appoggio finanziario a Lukashenko. Quindi la Russia appoggia il regime bielorusso anche se non c'è stato un significativo coinvolgimento occidentale.
  L'Italia è un partner commerciale molto importante per la Bielorussia, è uno fra i dieci Paesi più importanti dal punto di vista degli scambi. Quest'anno credo che gli scambi siano arrivati a un miliardo di euro e per Lukashenko il legame con l'Italia, l'accesso al suo mercato erano molto importanti come anche la possibilità di importare merci italiane. Quindi io credo che dovremmo aumentare i costi in caso di maggiore repressione. La minaccia di sanzioni sarebbe già un fatto importante. Se Lukashenko si rende conto che, se la violenza continua, scatteranno le sanzioni, si può ritenere che ciò contribuirà a ridurre quantomeno la violenza della polizia. Lukashenko ha sempre detto che nessuno attuerà sanzioni contro la Bielorussia, perché i grandi attori hanno bisogno della Bielorussia dal punto di vista geopolitico ed economico. Invece è proprio adesso che Lukashenko deve capire che la violenza non può essere tollerata e quindi bisognerebbe cominciare a pensare a sanzioni economiche, ma anzitutto a sanzioni individuali. Non l'elenco di trentuno personalità che si sta mettendo a punto adesso a Bruxelles, ma una lista molto più ampia, che comprenda coloro che partecipano alla repressione e alle aggressioni o sono implicati nelle torture. Ci sono gruppi di attivisti e difensori dei diritti umani che stanno preparando questa lista. A chi va in vacanza in Italia e prima o dopo il viaggio ha partecipato ai pestaggi dev'essere negata tale possibilità. Deve essere negato loro il visto e non devono essere accettati né accolti in nessun Paese civile. Agiscono come bande Pag. 11criminali. La gente viene rapita per strada a Minsk e in provincia, il che è un'ulteriore prova del fatto che questo Governo utilizza metodi criminali ed è ormai fuori dall'ambito della legalità.
  Al di là delle sanzioni è però importante mantenere il dialogo con la società. Nella risoluzione che avete approvato e che ho letto si parla della possibilità di adottare bambini bielorussi e del sostegno a progetti umanitari a favore dei bielorussi. Ciò è molto importante. Questa collaborazione sul piano umanitario si può svolgere su diversi livelli: adottare i bambini oppure aiutare i lavoratori. I sindacati, ad esempio, in Italia sono forti e chi cerca di organizzare scioperi in Bielorussia potrebbe essere raggiunto da sindacalisti italiani, almeno per ricevere una parola di solidarietà. Naturalmente non è cosa che riguardi il Parlamento, ma il mio messaggio generale è che bisogna cercare di raggiungere il maggior numero possibile di persone e di gruppi in seno alla società bielorussa. E soprattutto è importante che venga detto molto chiaramente che dopo la frode elettorale e dopo le violenze successive alle elezioni Lukashenko non può essere considerato e trattato come Presidente legittimo. Il suo mandato presidenziale, secondo la legge, scade in questa settimana e dopo il cosiddetto giorno dell'insediamento, che egli annuncerà presto, non potrà essere più trattato come il leader del Paese. Questo è un messaggio importantissimo da parte nostra. Noi abbiamo la nostra Presidente eletta, Sviatlana Tsikhanouskaya, che è stata votata dalla maggioranza dei bielorussi e questa è la prova e la fonte della sua legittimità: i voti che ha ricevuto. Un'altra fonte di legittimazione è data dalle proteste. Tutti i gruppi e le persone che stanno organizzando le proteste sono sostenitori incondizionati di Sviatlana Tsikhanouskaya. Ne abbiamo contati 700 mila per le strade a protestare quasi tutti i giorni, e vogliono che Sviatlana Tsikhanouskaya sia Presidente. Quindi gradiremmo dei segnali che indicassero che Sviatlana Tsikhanouskaya è riconosciuta e trattata come la rappresentante del popolo bielorusso. Forse non ha ancora un mandato formale, ma questo sarebbe un messaggio molto forte e un segnale molto chiaro non solo per la società bielorussa, ma anche per il regime.
  Lukashenko non negozierà, ma la gente che lo circonda sta cercando di trovare una soluzione per sé. Credo che al momento stiano soppesando cos'è meglio per loro: rimanere con Lukashenko e rischiare di perdere tutto oppure schierarsi con la leadership democratica. Quindi se vedranno che la legittimità, il sostegno, il vantaggio morale non risiedono più nel regime in sfacelo di Lukashenko, allora il passaggio di campo dei funzionari si accelererà. E quanto prima questo processo finirà, tanto minori saranno i danni arrecati dalla crisi alla Bielorussia.
  Ora cercherò di rispondere ad altre domande. Comunque tutte, più o meno, sono legate a ciò che possono fare l'Italia o l'Unione europea. La sovranità della Bielorussia. È questo ora il nostro primo obiettivo: salvare l'indipendenza della Bielorussia. Abbiamo visto che la società bielorussa si è svegliata, che l'identità europea bielorussa si è formata durante le proteste. Non è più una popolazione russa doc, come ha affermato Lukashenko, le persone in piazza sono dei veri europei che seguono i valori e i principi europei e la non violenza per tutti noi è la priorità assoluta. Non lanceremo mai appelli alla violenza. La natura pacifica delle nostre proteste è per noi fondamentale, perché sappiamo che la violenza non può essere combattuta con la violenza. Inoltre, facciamo nostri tutti i princìpi sostenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani, tra cui il rispetto dell'individuo e di tutte le sue libertà, e il programma politico dell'opposizione adesso è proprio questo. Sviatlana Tsikhanouskaya non è di destra o di sinistra. È il leader temporaneo, il simbolo della protesta che accomuna tutti i bielorussi a prescindere dalle convinzioni politiche, condivide al cento per cento i valori democratici e l'indipendenza è uno dei punti più importanti che sottolinea ogni volta che appare in pubblico, fa una dichiarazione o viene intervistata.
  Lukashenko vuole rimanere al potere con ogni mezzo. È pronto a sacrificare Pag. 12parte della sovranità bielorussa, è pronto a firmare delle roadmap per accrescere l'integrazione con la Russia. A questo proposito noi diciamo che tutti gli accordi firmati da Lukashenko saranno riesaminati dal nuovo Governo democratico e tutti gli accordi conclusi – commerciali, politici o di altro genere – saranno rivisti, perché a partire dalla fine di questa settimana Lukashenko non sarà più legittimato a concludere alcun accordo. Lukashenko ha proposto una soluzione, è vero, ma l'ha proposta ai russi, non ai bielorussi. Ha detto che riformerà la Costituzione per dare più potere al Parlamento e ridurre i poteri del Presidente. È una manipolazione, non lo farà mai. Vuole riorganizzarsi, prendere tempo e mettere a punto una nuova strategia a suo vantaggio, ma non pare che la gente in piazza sia disposta ad accettare che Lukashenko si dimetta fra qualche anno. Ci sono stati almeno sei morti. Seicento persone hanno dichiarato di essere state torturate. La gente vuole che lui si dimetta ben prima del 2022, come propone invece il piano apparso sui media. Secondo questo piano, infatti, la riforma costituzionale si dovrebbe concludere nel 2022.
  Per quanto riguarda le sparizioni, è il nuovo modo in cui trattano gli oppositori. Oggi Maksim Znak, l'ultimo membro attivo del Consiglio di coordinamento nazionale, è stato preso da persone incappucciate, non dalla polizia o dal KGB. I rapimenti avvengono tutti i giorni. Gli attivisti vengono rapiti, e così pure i giornalisti. Maria Kolesnikova è stata rapita ieri con i suoi colleghi, il portavoce del Consiglio di coordinamento Anton Rodnenkov e il consigliere Ivan Kravtsov. Sono stati cacciati dal Paese. Maria Kolesnikova ha stracciato il passaporto dicendo che non voleva uscire dal Paese e ora è trattenuta in carcere. È stato un atto di grande coraggio con cui ha mostrato la sua ferma volontà di restare in Bielorussia continuando a militare nel movimento di protesta pacifico a favore della democrazia. Quindi non abbiamo assolutamente nessuna fiducia in nessuna proposta di accordo avanzata adesso da Lukashenko. La prima e unica precondizione per un negoziato deve essere il rilascio dei prigionieri politici, perché i più importanti dirigenti politici sono ora in carcere. Sono oltre trecento i prigionieri politici condannati a molti anni di reclusione. Tra loro Sergei Tsikhanouski – ex candidato alla presidenza e marito di Sviatlana Tsikhanouskaya, che si è candidata al suo posto ed è poi diventata lei stessa leader nazionale –, Viktor Babaryko – un personaggio popolare –, molti blogger e molti altri politici.
  La repressione nei piccoli centri: per la prima volta questa protesta non riguarda solo Minsk, riguarda tutto il Paese a est e a ovest. Non c'è una divisione geografica, non c'è una divisione sociale. Tutti i gruppi, studenti, anziani, operatori dell'informatica e delle nuove tecnologie, operai, tutti partecipano alle proteste. In un paesetto di cento abitanti, il 10, 11 e 12 agosto, cinquanta persone – la metà della popolazione – sono scese in piazza, e lo stesso accade nelle città. Quindi è veramente un moto nazionale dal basso, e molti ripetono ai giornalisti quello che ho detto io prima: «Vogliamo la libertà, vogliamo il rispetto dei diritti umani e stiamo lottando per salvaguardare la dignità umana, l'indipendenza e la democrazia.».
  Scenari e progetti per il futuro: attualmente la cosa importante è sostenere la protesta, che è il grande mezzo di pressione su Lukashenko e sul Cremlino. Loro puntano sul declino della protesta, ma sembra che ciò non accadrà tanto presto. Ogni marcia della domenica raccoglie almeno 150 mila persone solamente a Minsk. È assai probabile che la repressione aumenterà, che più persone verranno incarcerate, che gli studenti saranno espulsi dalle università. Assisteremo a massicce operazioni punitive contro chiunque sostenga le proteste. Loro sono particolarmente violenti con chi prima lavorava per lo Stato. Vogliono mostrare che chiunque si schieri con i manifestanti sarà punito, ma la gente non sembra intimorita. In Bielorussia tutti capiscono che è stato superato il punto di non ritorno. Questa è la loro lotta finale per la libertà. La loro «nuova normalità» non sarà mai la stessa di prima della rivoluzione, prima di questa campagna elettorale. Pag. 13 La gente è estremamente impegnata e c'è anche il discorso della solidarietà, di cui parlerà Andrej dopo di me. Una campagna di solidarietà ha raccolto milioni di dollari a sostegno dei lavoratori, delle famiglie degli arrestati e dei torturati e dei torturati stessi. Ciò dimostra che i bielorussi, non solo all'interno del Paese ma ovunque nel mondo, sono uniti.
  Il 20 settembre ci sarà la Giornata internazionale di solidarietà a favore della Bielorussia e saremo grati al Parlamento italiano se sosterrà questa iniziativa. L'obiettivo di questa Giornata della solidarietà è dimostrare che Lukashenko non è più un leader legittimo, perché abbiamo un nuovo leader democraticamente eletto e vogliamo che lui abbandoni il suo posto. Chi negozierà? Coloro che possono influire su Lukashenko. Per il momento è il Cremlino. Il 50 per cento delle esportazioni bielorusse va in Russia e il Cremlino esercita un'enorme influsso su Lukashenko: politico, economico, morale e psicologico. Lukashenko è l'homo sovieticus che trattiene il Paese nel passato, impedendogli di andare verso il futuro. È molto importante che l'Italia capisca che finché Lukashenko rimarrà al potere, la Bielorussia sarà sempre ai margini dell'Europa. Noi invece vogliamo che la Bielorussia faccia parte dell'Europa, della famiglia europea e, in futuro, dell'Unione europea. Questa è la priorità, e un giorno si realizzerà. La Bielorussia non ha un futuro diverso dal far parte della famiglia europea.
  Sì, l'OSCE può assumere un ruolo negoziale, ma Lukashenko ha detto molto chiaramente che non vuole che l'OSCE sia in alcun modo coinvolta nel negoziato. Sviatlana Tsikhanouskaya ha parlato al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, chiedendo l'invio di una missione di osservazione delle Nazioni Unite per documentare le violazioni dei diritti umani ma anche per monitorare la situazione sul terreno. Attualmente non ci arrivano molte informazioni da Minsk, né ci sono molte missioni internazionali sul posto. Lukashenko ha fatto il possibile per impedire ai giornalisti di coprire le proteste. Molti dei miei colleghi giornalisti sono stati arrestati ed espulsi. È stato loro vietato l'ingresso in Bielorussia per dieci anni. Molti di loro sono stati picchiati. Una mia amica fotoreporter è in ospedale perché gli hanno sparato. Aveva tutte le credenziali, i permessi e le autorizzazioni, era nella lista accreditata e l'hanno ferita a una gamba. È un'altra prova del fatto che non vuole, che non è pronto per tavole rotonde di nessun tipo. Chi può influenzarlo? I Paesi che possono avere un impatto economico sulla Bielorussia, Italia compresa. Quando parliamo di Europa pensiamo in primo luogo all'Austria e alla Svezia, Paesi che hanno sempre avuto una collaborazione molto stretta con le autorità bielorusse. L'Austria ha grandi interessi nel nostro Paese e potrebbe fungere da mediatrice fra l'UE e Lukashenko costringendolo a fare concessioni, ma penso che anche l'Italia potrebbe assumere un ruolo più importante, non solo in termini di sostegno al popolo bielorusso, ma ancor più in termini di sostegno ai princìpi della civiltà europea. Penso che le sanzioni, le dichiarazioni e le risoluzioni siano importanti anche per voi europei occidentali, per voi italiani: dire semplicemente che questi princìpi sono princìpi fondamentali e condivisi, su cui si fonda la nostra civiltà. Se non imponiamo delle sanzioni, se non reagiamo, se non partecipiamo, consentiamo un'ulteriore repressione, ma non solo in Bielorussia, ammettiamo tali comportamenti in Europa e questo è inaccettabile, perché francamente non è questa l'Europa per cui stiamo lottando in Bielorussia.
  La presenza russa nel campo della sicurezza, questa è un'altra domanda che mi è stata rivolta. La Russia sta aumentando sensibilmente la sua presenza nei media. Investono moltissimo su Telegram, su YouTube, sui canali televisivi tradizionali e sulla stampa. Solo le emittenti televisive russe possono documentare le proteste, tutti gli altri reporter vengono incarcerati o picchiati. Solo quelli di RT e di Sputnik hanno un accesso illimitato. La Russia ha usato come armi gli strumenti di propaganda e i propri enti televisivi per colpire chi protesta e il movimento democratico bielorusso. Non possiamo più chiamarli giornalisti, sono dei propagandisti che aiutano il Cremlino a Pag. 14costruire il suo controllo sulla Bielorussia, che aiutano il dittatore a soffocare le aspirazioni democratiche nel nostro Paese. L'opposizione ora è unita, ma è costantemente sotto attacco, come i mass media e le organizzazioni per i diritti umani. E l'appoggio di cui prima parlavo, i messaggi, l'aiuto finanziario, i canali di comunicazione con i vari gruppi, tutto va fatto e tutto serve. Sviatlana Tsikhanouskaya ha aperto un suo ufficio a Vilnius. Tutti i membri del Consiglio di coordinamento che sono stati costretti a lasciare la Bielorussia stanno andando a Vilnius per lavorare con lei, quindi sostanzialmente abbiamo creato un centro di potere alternativo a Vilnius, a sole due ore da Minsk. Non appena non sarà più pericoloso ritornare, senz'altro Sviatlana Tsikhanouskaya tornerà nel Paese per continuare a esercitare le sue funzioni di presidente eletta della Bielorussia. Spero di aver risposto alla maggioranza delle vostre domande. Forse Andrej può aggiungere qualcosa a quanto detto io. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. È stato molto preciso e dettagliato in tutte le sue risposte. La ringraziamo molto. Ha fornito delle indicazioni molto utili anche per il nostro lavoro e la nostra iniziativa. Darei la parola adesso ad Andrej Stryzhak per le sue valutazioni.

  ANDREJ STRYZHAK, rappresentante del Gruppo di coordinamento dell'opposizione in Bielorussia. Grazie per averci offerto la possibilità di parlarvi. Dopo quanto ha detto il mio collega posso fornire qualche cifra sul denaro che abbiamo raccolto per sostenere le persone che sono state arrestate, picchiate e torturate. Abbiamo ricevuto contributi per cinque milioni di dollari, una somma enorme. Mai nella storia della Bielorussia indipendente i social media e la società civile erano riusciti a raccogliere una cifra del genere. Quasi cinquemila persone si sono presentate alle nostre sedi per chiedere assistenza. È un processo di grande ampiezza che può essere portato a buon fine solo con l'aiuto della nostra diaspora. Tutti i bielorussi, in ogni Paese del mondo, sono ormai collegati e uniti a favore del cambiamento nel Paese. Le menti, le risorse economiche, le braccia della nostra diaspora, e le menti, le risorse e le braccia dei nostri concittadini all'interno del Paese, sono unite e compatte a favore del cambiamento. Mai, nella storia moderna della Bielorussia, l'opposizione ha ottenuto un tale sostegno popolare. Vediamo tanta gente scendere in piazza, 700 mila persone ogni settimana, e posso anche aggiungere che anche chi non scende in piazza è a favore di Sviatlana Tsikhanouskaya e del cambiamento.
  Quello che per noi è importante è che tra loro ci sono membri delle forze dell'ordine e funzionari governativi. È una situazione molto interessante: sono persone in attesa di decidere il da farsi.
  Veniamo ora agli scioperanti. Nelle centrali e nelle fabbriche è in corso una serie di scioperi che non possono essere considerati scioperi ordinari. Sono atti simbolici molto interessanti. Mi rivolgo ai parlamentari italiani per sottolineare che abbiamo adottato una modalità di sciopero simile agli scioperi italiani. La cosa interessante è che, anche se non ci si può astenere dal lavoro e interromperlo, lo si può svolgere molto lentamente, attenendosi scrupolosamente alle norme, e questo ha un forte impatto sulla nostra economia. Il fine è politico, ovviamente noi non vogliamo distruggere la nostra economia. No, noi vogliamo trasformare la situazione in Bielorussia e questi scioperi politici hanno veramente un impatto notevole a favore del cambiamento in Bielorussia.
  Seconda osservazione: da parte degli esponenti del Governo si tenta di bloccare le proteste arrestando diversi membri del presidium del Consiglio nazionale di coordinamento, ma questo non è il modo per fermare la protesta, perché ormai si tratta di una protesta decentrata, che parte dal basso; è impossibile identificarne i leader, perché ogni bielorusso, ogni persona che scende in piazza è un capo della protesta, anzi adesso vediamo che la protesta cresce proprio perché il potere tenta di schiacciarla utilizzando le forze speciali, gli arresti, la violenza, ma non funziona, perché Pag. 15i bielorussi vogliono essere liberi, vogliono far parte dell'area europea.
  Auspico che il vostro sostegno nei nostri confronti e la forza della nostra protesta possano permetterci di vincere e di cacciare Lukashenko dopo ventisei anni di era post-sovietica. È giunto il momento di vederne la fine. Dopodiché sarà possibile per noi avviare una nuova era nel nostro Paese e mi auguro che questa possa essere un'era caratterizzata da migliori condizioni di vita per il mio Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Vi ringraziamo davvero molto. Quello che possiamo dirvi, a conclusione di questa audizione, è che intanto abbiamo piena comprensione della situazione estremamente difficile in cui state lottando. Apprezziamo il coraggio e la determinazione con cui state conducendo ogni giorno la vostra battaglia nel segno della non violenza e con metodi pacifici. Questo rende ancora più insopportabili e inaccettabili le misure repressive del regime che reprime un movimento pacifico, reprime un movimento nonviolento a conferma del suo carattere autoritario e illiberale.
  Avete ascoltato i rappresentanti di tutti i gruppi politici che vi hanno confermato sostegno e solidarietà, confermando quindi gli impegni che abbiamo sottoscritto nella risoluzione che voi conoscete. È importante che l'Unione europea, l'OSCE e i loro Paesi membri mantengano una pressione forte e un'attenzione continua e costante sulla crisi. Sappiamo tutti che quando un evento si prolunga nel tempo, il rischio è che l'attenzione diminuisca, perché altre cose sopravanzano. È importante invece che si mantenga un'attenzione costante e continua sulla crisi bielorussa da parte della comunità internazionale e che si mettano in atto tutte le misure utili a fermare la spirale repressiva, ottenere la liberazione di coloro che sono stati arrestati, tutelare la sovranità della Bielorussia da ogni forma di ingerenza esterna e aprire la strada a un negoziato che dia una soluzione politica alla crisi. Io credo che l'Italia che, come voi avete ricordato, è tra i principali partner commerciali della Bielorussia, abbia la particolare responsabilità – insieme agli altri Paesi europei, insieme all'UE e all'OSCE – di mettere in campo tutte le iniziative utili per questi obiettivi.
  Vi ringraziamo molto. Vi dico anche che nella giornata di domani io incontrerò l'Ambasciatore bielorusso in Italia a cui manifesterò l'intenzione di inviare una missione parlamentare in Bielorussia. Non so quale sarà la risposta, presumo che non sarà una risposta favorevole. Comunque l'ascolteremo domani, ma non appena ci saranno le condizioni noi riteniamo importante che una missione parlamentare italiana possa visitare la Bielorussia e testimoniare quindi sul campo il nostro impegno per un esito democratico e libero della vicenda bielorussa.
  Grazie ancora. Continuiamo a rimanere in contatto. Siamo a vostra disposizione per qualsiasi esigenza e ci auguriamo che la vostra lotta abbia successo e lo abbia nei tempi più rapidi possibili. Grazie davvero ancora a voi. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.20.