XVIII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 25 di Mercoledì 4 novembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fassino Piero , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'AZIONE INTERNAZIONALE DELL'ITALIA PER L'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Audizione, in videoconferenza, del Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione, Michele Di Bari.
Fassino Piero , Presidente ... 2 
Di Bari Michele , Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione ... 2 
Fassino Piero , Presidente ... 6 
Di Bari Michele , Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione ... 6 
Fassino Piero , Presidente ... 6 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 6 
Boldrini Laura (PD)  ... 6 
Ehm Yana Chiara (M5S)  ... 6 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Di Bari Michele , Capo del Dipartimento del Ministero dell'Interno per le Libertà civili e l'Immigrazione ... 7 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Boldrini Laura (PD)  ... 7 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Di Bari Michele , Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione ... 7 
Fassino Piero , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERO FASSINO

  La seduta comincia alle 15.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, del Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione, Michele Di Bari.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione, il prefetto Michele Di Bari. Grazie, prefetto, di aver accolto il nostro invito. Il contributo del prefetto Di Bari ci può consentire di meglio comprendere il ruolo dell'amministrazione del Ministero dell'interno, che ha assunto un ruolo crescente nelle politiche di Aiuto pubblico allo sviluppo, concorrendo così all'attuazione dell'Agenda 2030. Considerato che siamo in ritardo e che abbiamo tempi stretti, io darei subito la parola al prefetto Di Bari. Prego.

  MICHELE DI BARI, Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione. Grazie, onorevole presidente. Grazie, onorevoli, per questa audizione e per questa opportunità che viene fornita anche al Ministero dell'interno di dare un contributo per l'Agenda 2030. Cercherò di concentrare un po' sinteticamente il mio intervento, poi consegneremo anche una relazione, dando conto alla Commissione delle azioni che il Ministero dell'interno sta conducendo per il conseguimento degli Obiettivi contenuti nell'Agenda per lo sviluppo sostenibile. Nel pieno riconoscimento degli altri attori coinvolti in questa materia, il Ministero dell'interno ritiene particolarmente rilevante, in relazione al proprio mandato, che lo scenario migratorio sia stato collocato al centro delle iniziative nazionali ed europee di cooperazione internazionale a favore di Paesi terzi, anche nell'ottica del raggiungimento degli Obiettivi dell'Agenda ONU 2030.
  Il Dipartimento ha avviato da diversi anni – forse è una notizia poco conosciuta – una serie di programmi a lungo respiro, che includono numerosi progetti di cooperazione in territorio africano e in particolare nelle aree di origine e transito riferite ai flussi migratori misti, tant'è che il Ministero dell'interno, tramite una serie di strumenti che a breve cercherò di elencare, supporta anche il welfare delle società ospitanti, promuovendo la loro capacità di resilienza con gli stravolgimenti sociali, politici ed economici in corso.
  Nel settore della protezione internazionale, operiamo in linea con numerosi processi tra i quali il Global Compact sui rifugiati, che è proseguito tramite gli impegni presi da numerosi Stati e attori del settore privato durante il primo forum mondiale sui rifugiati svoltosi lo scorso dicembre del 2019. Questo evento ha cercato di incarnare la volontà della comunità internazionale rafforzando la solidarietà con i rifugiati e con i Paesi ospitanti e sempre in questa sede, con il Ministero degli affari esteri, sono stati inclusi gli impegni al Governo italiano in materia di corridoi umanitari, Pag. 3 reinsediamento e corridoi universitari per i rifugiati, il cui coordinamento con tutti gli attori istituzionalmente coinvolti, per le prime due fattispecie, è presieduto proprio dal Dipartimento che ho l'onore di presiedere.
  Quali, allora, sono le nostre linee operative che concretizzano questo scenario che ho appena elencato? Innanzitutto, l'accordo di Cotonou del 2000 e naturalmente l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che definisce gli Obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalla comunità internazionale. Circa le modalità operative e gli strumenti finanziari di cui è dotato il Ministero dell'interno in seno alla dimensione esterna di cooperazione internazionale, si possono senz'altro esemplificare due strumenti importanti: il primo è quello che riguarda le dotazioni finanziarie nazionali e il secondo è quello che riguarda, invece, i cofinanziamenti della Commissione europea. Muovendo dalle iniziative completamente supportate da fondi nazionali, il Ministero dell'interno dispone di un capitolo che è proprio dedicato a queste materie, ovvero collaborazioni interistituzionali, cooperazione, assistenza a Paesi terzi in materia di immigrazione e asilo. Tale capitolo è alimentato dal gettito derivante dal contributo per la concessione alla cittadinanza, il quale, versato nel bilancio dello Stato, è riassegnato allo stato di previsione del Ministero dell'interno. È uno strumento che, anche se modesto – circa 9 milioni di euro è più o meno il gettito su base annua – nasce con lo scopo di promuovere lo sviluppo socioeconomico e il trasferimento di competenze e di capacità professionali, di migliorare i sistemi di protezione dell'infanzia nei Paesi di origine e di transito, soprattutto nell'area africana e nell'area subsahariana. In questo ambito, il Dipartimento si avvale esclusivamente delle competenze e delle esperienze di enti pubblici italiani e di organizzazioni della società civile (OSC), quali organizzazioni non governative italiane di comprovata capacità ed esperienza che operano anche tramite i fondi messi a disposizione dal Dipartimento con appositi bandi di gara.
  Infatti, la selezione dei progetti tiene conto della normativa vigente, e in particolare delle procedure per l'affidamento di progetti di aiuto umanitario ai soggetti no profit, che poi sono pubblicate dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dall'elenco di soggetti senza finalità di lucro, dalla legge n. 125 del 2014, dal decreto interministeriale n. 130 del 2015, dal decreto del Ministero degli affari esteri e cooperazione internazionale del 2 novembre 2017 e dai documenti di programmazione di indirizzo triennale del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo. Infatti, l'ultimo bando pubblico nazionale dal valore complessivo di 20 milioni di euro è stato pubblicato lo stesso lo scorso 26 novembre del 2019 ed è stato finalizzato alla realizzazione di progetti in Costa d'Avorio, Etiopia, Niger, Nigeria, Mali e Tunisia. Sono stati quindi selezionati diciotto progetti appena avviati che possiamo comunque sommare già ai diciotto progetti ormai conclusi sotto il primo bando, pubblicato nel luglio del 2016.
  Sostanzialmente questi progetti cosa riguardano? È opportuno entrare nel concreto. Questi progetti riguardano innanzitutto i percorsi formativi diretti al concreto inserimento nel mondo del lavoro o alla creazione di imprese e all'accesso al finanziamento e microcrediti, quindi ad uno sviluppo sostenibile; la promozione del trasferimento delle competenze della diaspora in Italia; il miglioramento dei servizi di protezione e cura dell'infanzia, con particolare riferimento ai minori non accompagnati; il rafforzamento dei sistemi di stato civile e anagrafe; le azioni di sensibilizzazione e di informazione sui rischi dell'immigrazione irregolare legati alla tratta e al traffico di esseri umani.
  A titolo di esempio dei risultati raggiunti in passato, vorrei citare soltanto due progetti realizzati e terminati quest'anno. Il progetto Employ che ha beneficiato di un contributo pari a circa un milione e 200 mila euro e che ha promosso lo sviluppo socioeconomico della regione del Wolayita, area rurale del sud dell'Etiopia, attraverso la creazione di opportunità di lavoro. Sono stati coinvolti cento villaggi rurali e i beneficiari Pag. 4 finali dell'intero progetto sono stati circa 500 mila abitanti della regione, poiché ottocento giovani ed esperti locali sono stati coinvolti per diventare a loro volta formatori capaci di trasmettere conoscenze su tecniche agricole, organizzazione e gestione di cooperative e associazioni, accesso al mercato, gestione del microcredito e creazione di microimprese. È grazie a questi formatori, ad esempio, che oltre 47 mila agricoltori hanno beneficiato di tali corsi, migliorando le tecniche agricole e aumentando conseguentemente il reddito. L'aumento del reddito, infatti, ha dato consistenza alla componente di informazione sui rischi dell'immigrazione irregolare, alzando la percentuale dei giovani che hanno scelto di restare nel proprio Paese invece di partire per l'Europa.
  Il secondo progetto ha risposto ai bisogni di formazione professionale in Costa d'Avorio, basati su reali esigenze di mercato e proponendo così alternative reali all'immigrazione. Quasi seicento persone, giovani, donne e uomini, sono stati formate e in seguito sono entrate attivamente nel mercato del lavoro. Inoltre, il partenariato con autorità, ong ed imprese locali e la creazione di un fondo per il finanziamento delle nuove attività imprenditoriali hanno giocato un ruolo decisivo per la realizzazione delle attività e il loro sostentamento futuro, consentendo anche la creazione di un database delle imprese e dei giovani in cerca di occupazione, che permetterà un miglior incontro fra domanda e offerta di lavoro. Il contributo del Dipartimento è stato pari a circa 553 mila euro.
  Il nesso, quindi, agli Obiettivi di sviluppo sostenibile è chiaro, e ne cito alcuni per tutti, perché su questi si sono maggiormente concentrate le attività oggetto dei progetti selezionati. Il primo Obiettivo è quello di porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo. Il secondo Obiettivo consiste nella fame zero e l'ottavo Obiettivo è il lavoro dignitoso e crescita economica. Al centro dell'interesse del Dipartimento vi è anche la sensibilizzazione nei Paesi terzi sui rischi della migrazione irregolare, tema trattato sia dalle OSC beneficiarie dei nostri finanziamenti all'interno di progetti, sia da una specifica campagna informativa intitolata «Aware Migrants», che è stata implementata tramite una stretta collaborazione con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, e per la quale gli investimenti sinora corrisposti ammontano a circa 2 milioni e 850 mila euro.
  Il secondo strumento di cooperazione, che beneficia di cofinanziamento della Commissione europea con un focus geografico molto specifico sulla rotta centro-mediterranea e per il quale il Dipartimento da anni ricopre un ruolo prestigioso e impegnativo di capofila, è il Programma regionale di sviluppo e protezione per il Nord Africa, il cosiddetto «RDPP Nord Africa», promosso da un consorzio di tredici Stati membri europei e cogestito e finanziato dalla Commissione europea. Il ruolo del Dipartimento include aspetti sia strategico-politici sia organizzativi in merito al programma, di cui siamo anche cofinanziatori e attenti osservatori insieme ai colleghi europei. Cioè, ci muoviamo nell'ambito di un'estesa fascia geopolitica che comprende i seguenti otto Paesi: Algeria, Ciad, Egitto, Libia, Mauritania, Marocco, Niger e Tunisia. Sono azioni che vengono supportate grazie ad un programma e sono volte principalmente a rafforzare la protezione di migranti e rifugiati presso Paesi terzi di primo asilo e di transito, migliorando le loro condizioni di vita e offrendo delle alternative valide e significative alla migrazione irregolare. Nel fare tutto ciò non manchiamo di offrire un supporto anche ai Governi dei Paesi coinvolti, anch'essi significativamente impattati dalle dinamiche dei flussi migratori misti e quasi sempre non dotati di forti istituti nazionali atti a far fronte alle dinamiche legate alla protezione internazionale e alla gestione dei migranti. Il programma RDPP Nord Africa sostiene una vasta gamma di attività, che viene principalmente implementate dalle Agenzie delle Nazioni Unite, quali l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'UNHCR, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, di cui ho fatto cenno prima, l'UNICEF e altre organizzazioni non governative italiane e straniere, i cui interventi possono essere classificati nelle categorie che seguono: registrazione Pag. 5 e determinazione dello status dei richiedenti asilo in tutti i Paesi target, oltre a soluzioni durature per i richiedenti asilo e i rifugiati, quali, ad esempio, il sostegno al programma di reinsediamento diretto dalla Libia. A questo proposito, posso citare dei dati parziali, ma anche se molto significativi, e cioè che il programma, che è ancora in corso, riguarda 30 mila decisioni in merito alle determinazioni dello status dei richiedenti asilo che sono state processate e più di 2 mila trasferimenti di beneficiari del programma di reinsediamento diretto dalla Libia attuati con il contributo determinante del Ministero dell'interno. L'altro asse riguarda la protezione per i minori non accompagnati, in particolare in Egitto e in Mauritania. Questa attività si è materializzata in un'assistenza diretta a oltre 3.500 minori in tutta la regione, un'assistenza diretta che include l'assistenza medica, alimentare, psicosociale e legale. Poi ci sono i costi i cosiddetti «ritorni volontari assistiti» dai Paesi di transito ai Paesi di origine e la reintegrazione, la riabilitazione delle strutture di accoglienza. Gli ultimi risultati rispetto alle ultime due categorie registrano come il numero dei beneficiari ha largamente superato le 60 mila unità tra migranti e richiedenti asilo. Poi c'è una vasta attività di formazione a supporto dei Governi nazionali, delle ong e della società civile, con un focus specifico sui diritti umani, sulla protezione internazionale e sulle erogazioni di servizi per i migranti vulnerabili e i rifugiati. Questa attività ha sponsorizzato ad oggi, la formazione di oltre 4.600 tra funzionari governativi e attori della società civile. Infine, una campagna di sensibilizzazione sui rischi legati alla migrazione irregolare e l'accesso alla protezione internazionale, come è stato sinteticamente illustrato prima.
  Quindi si può dire che nel complesso questo programma, che è iniziato nel 2016 e tuttora è pienamente in corso, nonostante capacità di implementazione più limitate a causa delle misure di sicurezza relative alla pandemia globale, si è svolto nel corso di cinque differenti fasi e ha permesso di svincolare contributi misti europei e italiani pari a 63 milioni e 600 mila euro impegnati sino al mese all'anno 2023. Di questi 63 milioni, 57.300 euro provengono dal Fondo asilo, immigrazione e integrazione, a cui va sommato il cofinanziamento nazionale del 10 per cento – fondi provenienti dal MEF – che ha compreso, seppure in una misura minore, quello di altri Paesi europei appartenenti al consorzio di cui il Ministero dell'interno è capofila. A questi fondi si sono aggiunti i contributi ad hoc del Ministero dell'interno, pari a circa 5 milioni e 700 mila euro investiti per complementare le azioni del programma non coperte dai fondi europei. Certamente, il collegamento principale con l'Agenda ONU 2030 ci riporta senz'altro al decimo Obiettivo per il conseguimento della riduzione delle diseguaglianze e, nello specifico, la promozione di movimenti migratori più regolari e responsabili.
  A questo proposito, presidente, mi sia consentito di fare menzione di uno dei progetti che il nostro Dipartimento che coordina e presiede, tra le attività di tutti gli attori istituzionali nel programma di reinsediamento, e che a partire dal 2015 ha offerto protezione in Italia a 2.510 rifugiati, oltre che nel progetto di apertura dei cosiddetti «corridoi umanitari», che ad oggi hanno consentito l'ingresso legale e sicuro nel nostro Paese ad oltre 2.500 richiedenti asilo vulnerabili. A completamento di tutto ciò che è stato finora illustrato e sempre per rimanere nell'ambito della solidarietà internazionale, mi piace citare un ulteriore canale legale di ingresso del nostro Paese, che è l'evacuazione umanitaria, la quale in tre anni ha consentito l'arrivo in Italia di circa novecento rifugiati e richiedenti asilo transitati nei centri di detenzione libici. Ad oggi l'Italia è l'unico Paese europeo ad aver attuato questo tipo di operazione umanitaria, di cui è stata la nazione apripista. È un meccanismo complesso che, tuttavia, ha visto la compartecipazione di Ministeri, di molti attori istituzionali coinvolti oltre alle associazioni e alle ong di cui ho parlato prima.
  Certamente, per quello che riguarda le competenze del Ministero dell'Interno in relazione all'Agenda 2030, si può senz'altro dire che si stanno facendo gli sforzi per Pag. 6migliorare l'assetto interistituzionale tra i soggetti coinvolti, però, ad onor del vero, noi possiamo dire senza ombra di dubbio che le attività che abbiamo svolto sono attività che sono ben disciplinate dalle disposizioni vigenti in materia, di carattere sia europeo sia nazionale, ma che trovano anche una sintesi nel Dipartimento, perché tutte queste attività possono ulteriormente avere un'implementazione.

  PRESIDENTE. Prefetto, Le chiederei di chiudere.

  MICHELE DI BARI, Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione. Finisco. Certamente noi stiamo lavorando perché ci siano maggiori spazi di miglioramento nell'ambito di un coordinamento interministeriale su cui stiamo lavorando. Grazie per la pazienza.

  PRESIDENTE. Grazie a Lei, prefetto. Abbiamo circa venti minuti in cui i commissari possono intervenire e porre questioni. Chi chiede la parola? Prima di dare la parola, perché poi tutti si precipitano in Aula, ricordo che domani mattina noi abbiamo alle 8.30 l'audizione del Ministro degli esteri del Kosovo e al pomeriggio l'audizione del Rappresentante Permanente all'ONU Zappia, quindi sono due audizioni importanti e su cui richiamo l'attenzione dei commissari. Allora, l'onorevole Quartapelle Procopio.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie mille, ho una domanda, visto che l'audizione avviene all'interno di una discussione sulla Agenda 2030 e sulle iniziative dei vari Ministeri sul tema della cooperazione internazionale. La domanda è abbastanza semplice: come il Ministero dell'interno si coordina secondo il dettato della legge n. 125 del 2014 con il Ministero degli esteri nella scelta degli interventi, che poi il prefetto ci ha elencato? Il Ministro degli esteri ha, per legge, la competenza sulla supervisione di tutte le azioni che hanno a che fare con il raggiungimento degli obiettivi collegati alla cooperazione internazionale e quindi noi stiamo cercando di capire come i Ministeri che si occupano anche di questo ambito si coordinano e discutono della propria strategia all'interno della strategia più generale, data dalla Farnesina, sulla cooperazione internazionale.

  LAURA BOLDRINI. Volevo chiedere al prefetto, se aveva qualche informazione aggiuntiva in merito all'impegno del Ministero dell'interno nella zona del Sahel, se ci sono progetti coordinati dal Ministero, o comunque se il Ministero investe risorse in quella zona geografica e in quale ambito di competenza. Grazie.

  YANA CHIARA EHM. Anche io ho tre brevi domande. La prima, brevemente, sulla questione dei progetti a medio e lungo termine, che possono avere ovviamente un impatto e quindi anche soddisfare gli Obiettivi dell'Agenda 2030. Ho sentito tantissimi progetti in questo questa presentazione, però un po' mi sfugge tutta quella parte di sviluppo a medio e lungo termine, che come diceva anche la collega Quartapelle Procopio, ha necessità di essere in coordinamento, giustamente, con il Ministero degli affari esteri. Quindi, un approfondimento sulla questione, ovviamente, dei raggiungimenti degli Obiettivi dell'Agenda 2030 sugli obiettivi a lungo termine.
  La seconda domanda riguarda la questione della demografia, che secondo me è un aspetto molto importante. Nel suo discorso, Lei ha citato i progetti in Etiopia. L'Etiopia è un esempio di Paese che è ben noto per avere un livello di demografia con una crescita esponenziale e l'idea è quella che entro il prossimo secolo sarà probabilmente raddoppiata. Quali lavori vengono fatti nell'ambito migratorio sulla questione della demografia?
  L'ultimo punto, solo per precisare: Lei ha citato la questione dell'evacuazione umanitaria da parte dell'Italia dalla Libia verso il nostro Paese. Volevo sapere se ci sono dei numeri precisi, magari anche se ci sono stati degli aumenti negli ultimi tempi, vista la situazione emergenziale e conflittuale in Libia. Grazie.

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  PRESIDENTE. Grazie. Altri? Prefetto, se vuole rispondere ai quesiti posti dai commissari.

  MICHELE DI BARI, Capo del Dipartimento del Ministero dell'Interno per le Libertà civili e l'Immigrazione. Sì. Allora, grazie per questa richiesta di chiarimenti e per gli interventi. Innanzitutto, voglio un attimo esplicitare come vengono stabilite le priorità di cui al primo intervento. Il Dipartimento si rapporta con il nostro Gabinetto, il Gabinetto con il Ministero degli affari esteri e ovviamente tutto parte da una verità molto semplice, cioè che i fondi sono limitati e quindi attraverso questo coordinamento si cerca di dare una priorità a determinate progettualità. Queste progettualità vengono poi poste in un bando di gara e c'è la partecipazione di molti progetti e queste priorità; ovviamente, trovano un coordinamento tra i dicasteri competenti.
  Per quanto riguarda, invece, la domanda dell'onorevole Boldrini, cioè se noi teniamo presente un po' la situazione nel Sahel, posso senz'altro dire che nel bando di quest'anno, che è già fatto e per il quale abbiamo già selezionato diciotto progetti malgrado tutto ciò che sta succedendo con la pandemia, la regione del Sahel è ben presente con addirittura, credo, tre progetti. Quindi è tenuta nella massima considerazione, come per esempio – e vado all'altra domanda – tutto ciò che sta accadendo in Etiopia, proprio in virtù di questa situazione demografica esponenziale; tra i diciotto progetti già selezionati, cinque riguardano in particolar modo l'Etiopia, proprio perché si vuole dare anche continuità rispetto a un percorso progettuale che è stato fatto dal 2015 attraverso il primo bando. Con questa azione di grande presenza in questo territorio per tutte le vicende che vi sono in loco, si intende dare questa grande attenzione, tant'è che il nuovo il nuovo bando ha previsto già la selezione di cinque progetti appositamente per l'Etiopia.
  Per quanto riguarda, invece, i numeri precisi dalla Libia, noi stiamo lavorando alle cosiddette «evacuazioni umanitarie» e voglio ricordare che siamo l'unico Paese, fino a questo momento che si sta cimentando in questa materia. Tanto è vero che, nell'ultima visita che ha fatto il ministro Lamorgese a Tripoli, credo un paio di mesi fa, questo tema è stato affrontato, perché attraverso la nostra Ambasciata a Tripoli – che, ricordo, è l'unica Ambasciata aperta – noi stiamo lavorando alacremente con gli altri soggetti coinvolti per portare a termine questo progetto, che ha un grande respiro. Non più tardi di qualche giorno fa, il Dipartimento ha tenuto una specifica videoconferenza tra tutti i soggetti coinvolti per accelerare le procedure di un progetto di evacuazione umanitaria che noi speriamo di portare a compimento quanto prima.

  PRESIDENTE. C'era ancora l'onorevole Boldrini che aveva una questione.

  LAURA BOLDRINI. Sì, presidente. Chiedo scusa, ma non ho capito quindi che tipo di progetti ci sono. Lei, prefetto, diceva che ci sono dei progetti, ma non so se io non ho colto oppure se può dare qualche indicazione dei progetti nel Sahel, in Niger in particolare. Ha menzionato che ci sono dei progetti, ma io non ho capito se ha detto in quale area.

  PRESIDENTE. La domanda dell'onorevole Boldrini è riferita ad avere un'informazione precisa sui progetti relativi alla regione del Sahel.

  MICHELE DI BARI, Capo del Dipartimento del Ministero dell'interno per le Libertà civili e l'Immigrazione. L'ultimo bando, quindi progetti che devono iniziare a breve, ha previsto la selezione di diciotto progetti: tra questi, due riguardano il Niger. Le dico anche in che cosa consistono: uno riguarda una strategia multisettoriale di sviluppo come alternativa alla migrazione e l'altro ha come focus, come obiettivo del lavoro, l'innovazione di filiere agropastorali e delle microimprese per l'occupabilità giovanile in Niger. Sono anche progetti che dal punto di vista economico sono abbastanza consistenti.

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  PRESIDENTE. Va bene. La ringraziamo della Sua relazione, di queste informazioni. Le saremmo grati se vorrà far pervenire alla segreteria della Commissione il testo della sua relazione, in modo da tenerne conto nella nostra indagine conoscitiva. Grazie, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.50.