XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VII e XI)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Mercoledì 25 maggio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mura Romina , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, nell'ambito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge abbinate C. 1063 Ungaro, C. 2202 De Lorenzo, C. 3396 Tuzi, C. 3419 Invidia e C. 3500 Di Giorgi recante: Istituzione e disciplina dei tirocini curricolari (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Mura Romina , Presidente ... 3 
Orlando Andrea (PD) , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 3 
Mura Romina , Presidente ... 6 
Aprea Valentina (FI)  ... 6 
Bucalo Carmela (FDI)  ... 8 
Tuzi Manuel (M5S)  ... 8 
Murelli Elena (LEGA)  ... 9 
Gribaudo Chiara (PD)  ... 9 
Acunzo Nicola (FI)  ... 10 
Mura Romina , Presidente ... 10 
Orlando Andrea (PD) , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 10 
Mura Romina , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA XI COMMISSIONE ROMINA MURA

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, nell'ambito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge abbinate C. 1063 Ungaro, C. 2202 De Lorenzo, C. 3396 Tuzi, C. 3419 Invidia e C. 3500 Di Giorgi recante: Istituzione e disciplina dei tirocini curricolari.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, nell'ambito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge C. 1063 Ungaro e abbinate recante: Istituzione e disciplina dei tirocini curricolari. Ricordo che l'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, in videoconferenza, dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020. Ricordo che, secondo le intese informali tra i gruppi, dopo la relazione del Ministro potrà avere luogo un intervento per gruppo per le due Commissioni, della durata di non oltre cinque minuti. Poiché il Ministro oggi non può trattenersi oltre le 15, la conclusione dell'audizione con la replica del Ministro avrà luogo in una seduta successiva. Anche a nome della Presidente della VII Commissione, Vittoria Casa, e di tutti i colleghi delle Commissioni riunite, ringrazio il Ministro e gli cedo immediatamente la parola.

  ANDREA ORLANDO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie a lei, signora presidente, e grazie a voi, onorevoli commissari. Vi ringrazio per questa opportunità di confronto su un tema importante e sensibile come quello della formazione e dei percorsi di avvicinamento al mercato del lavoro.
  Circa un mese fa, in occasione di un'altra audizione parlamentare riguardante le misure per favorire l'ingresso nel mercato di lavoro, ho già parlato dell'importanza di offrire ai giovani strumenti di qualità per poter entrare efficacemente nel mercato del lavoro e per poter trovare un'occupazione stabile e dignitosa.
  Sin dal momento del mio insediamento ho voluto subito mettere in campo una serie di iniziative finalizzate a intervenire sulla formazione e l'occupazione giovanile. Solo per citarne qualcuna, nei bandi PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) abbiamo inserito la causale di condizionalità per donne e giovani, ovvero il vincolo per gli operatori economici aggiudicatari di bandi di destinare ai giovani e alle donne almeno il 30 per cento dell'occupazione aggiuntiva, e una premialità aggiuntiva per le imprese che garantiscono equità di genere e generazionale. Nella legge di bilancio 2022 abbiamo previsto una spesa di 20 milioni di euro per il finanziamento delle attività di figure professionali specifiche nei centri per l'impiego, finalizzate alle politiche attive del lavoro in favore dei giovani. Abbiamo anche portato al 100 per Pag. 4cento l'esonero contributivo per le imprese con meno di nove dipendenti che attivino contratti di apprendistato duale, cioè finalizzati al conseguimento di un titolo di studio di istruzione secondaria. Infine, abbiamo esteso l'utilizzo del prelievo sui fondi professionali per finanziare piani formativi, previo monitoraggio dei percorsi formativi realizzati in favore dei lavoratori in cassa integrazione.
  In particolare, la formazione, con la sua capacità di offrire le competenze effettivamente richieste dal mercato del lavoro, è uno degli elementi cardine per raggiungere questi obiettivi e credo che sarà, più in generale, il cuore delle politiche per il lavoro del prossimo decennio, caratterizzato da processi sempre più rapidi di transizione digitale ed ecologica.
  Anche nel contesto europeo la formazione è al centro dei target in materia di occupazione. L'Unione europea ci chiede che almeno il 60 per cento degli adulti sia annualmente coinvolto in percorsi di formazione. Il mio Ministero ha inquadrato questo obiettivo e ha promosso il programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) con 4,4 miliardi di euro di investimenti, il Piano nuove competenze, l'investimento sul sistema duale e il Fondo nuove competenze, che destina più di un miliardo di euro all'aggiornamento della competenza dei lavoratori attivi. Questo significativo investimento sulla formazione ci porta a dover ragionare anche sulla qualità e non solo sulla quantità della formazione.
  Proprio in virtù del rapporto di sempre crescente sinergia che si deve sviluppare tra formazione e lavoro, bisogna far sì che ciascuno di questi due elementi rafforzi l'altro. Detto in parole povere, bisogna evitare che in nome della formazione si finisca con il sottoqualificare, sottopagare o sottotutelare il lavoro.
  Per questo non posso che esprimere profondo e sincero apprezzamento per il lavoro fatto da queste Commissioni su un testo unificato che punta a disciplinare uno strumento come il tirocinio curriculare, proprio alla luce della sua importanza come primo momento di contatto per la maggior parte degli studenti con il mercato del lavoro. Poiché è lo strumento che in qualche modo orienterà le loro scelte lavorative, è fondamentale che esso sia utilizzato con regole chiare, che ne valorizzino la componente formativa e ne scoraggino eventuali abusi.
  Proprio per questo serve un quadro normativo chiaro ed esaustivo, dal perimetro ben definito. In particolare, sui tirocini curricolari la normativa di questi anni si è rivelata particolarmente confusa. Il tirocinio nasce come strumento di orientamento e formazione con il cosiddetto «pacchetto Treu» nel 1998, ben prima della riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione, che ha assegnato alle regioni la competenza sulla formazione professionale. Ricordo che, nel frattempo, erano intervenuti i decreti ministeriali e le circolari che disciplinavano a livello nazionale lo svolgimento dei tirocini all'interno di percorsi di studio formali, come i corsi di laurea universitaria.
  Nasce così de facto, non essendo mai stata esplicitata con una norma primaria, la distinzione tra tirocini curriculari, svolti durante il corso di studi e regolamentati a livello nazionale, e tirocini extracurricolari, slegati da un percorso di studi e lasciati, invece, all'attuazione da parte delle regioni, in quanto formazione professionale.
  Per quanto riguarda i tirocini extracurricolari, essi sono disciplinati dalle linee guida comuni concordate dalla Conferenza Stato-regioni, emanate nel 2013 e nel 2017, il cui contenuto viene attuato da leggi regionali. I tirocini curriculari, invece, sono rimasti, con poche eccezioni, esclusi dalla normativa regionale e sono ancora regolamentati dai decreti di più di venti anni fa. Inoltre, nel corso del tempo si sono aggiunte ulteriori fattispecie di percorsi di formazione duale, che hanno complicato ulteriormente il quadro: nel 2005, l'alternanza scuola-lavoro, nuovamente modificata con la riforma del sistema di istruzione e formazione nel 2015; sempre nel 2015, la sperimentazione del sistema duale nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale; l'istituzione dell'alternanza rafforzata, ovvero i percorsi per le Pag. 5competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO) () nel 2019; la differente disciplina tra percorsi IFP (istruzione e formazione professionale) e istituti scolastici. Non da ultimi, i recenti tragici fatti di cronaca hanno acceso i riflettori su questi aspetti, mostrando l'urgenza di un intervento chiarificatore.
  Con la legge di bilancio per il 2022 abbiamo iniziato a mettere ordine in questo quadro complesso, innanzitutto attraverso una definizione chiara del concetto di tirocinio per tutte le tipologie previste, qualificate come, citando testualmente, «un percorso formativo di alternanza tra studio e lavoro finalizzato all'orientamento e alla formazione professionale anche per migliorare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro». Questa definizione, già utilizzata in norme precedenti, viene però arricchita, per la prima volta, dalla distinzione tra tirocini curriculari ed extracurricolari, definendo il tirocinio curriculare come la tipologia di tirocinio funzionale al conseguimento di un titolo di studio formalmente riconosciuto. Tale definizione apre la strada a un atto legislativo, proprio come la proposta di testo unificato all'esame di queste Commissioni, volta a dare ai tirocini curriculari così definiti una specifica disciplina.
  La stessa norma della legge di bilancio definisce per tutti i tirocini alcuni elementi imprescindibili, innanzitutto l'incompatibilità dell'istituto del tirocinio con il lavoro dipendente, prevedendo sanzioni in caso di abuso e il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato in caso di pronuncia giudiziaria. Inoltre, fondamentale è l'obbligo di rispettare integralmente le disposizioni in materia di salute e sicurezza nei confronti dei tirocinanti al pari dei dipendenti subordinati. Questo punto è fondamentale e mi compiaccio del fatto che sia stato ripreso nel testo unificato in esame.
  La sicurezza di tutti i lavoratori e anche degli studenti che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro è una priorità del mio Ministero, sulla quale mi preme particolarmente insistere. Proprio per questo con il Ministero dell'istruzione abbiamo istituito un tavolo tecnico per la definizione di un protocollo sulla salute e la sicurezza dei giovani nei PCTO. Grazie al supporto dell'Ispettorato nazionale del lavoro e dell'INAIL, firmeremo con il Ministro Bianchi proprio domani un protocollo nazionale finalizzato ad accrescere la formazione alla sicurezza dei giovani nei percorsi di orientamento al lavoro.
  Infine, la norma della legge di bilancio sui tirocini rimanda a linee guida per i tirocini extracurricolari. Mi fa, altresì, molto piacere constatare che alcuni dei principali punti fermi delle linee guida siano ripresi in questo testo unificato sui tirocini curriculari, in particolare le comunicazioni obbligatorie, la previsione di durate massime, un'indennità forfettaria minima e i parametri per determinare il numero dei tirocini attivabili in base alla dimensione dell'impresa.
  Andando nel merito di questi elementi, condivido l'inclusione dei tirocini curriculari tra i percorsi soggetti a comunicazione obbligatoria. Ad oggi non abbiamo un quadro completo ai fini del monitoraggio e della valutazione dei tirocini curriculari. Una conoscenza più dettagliata del fenomeno e una sua valutazione in termini di futuri esiti occupazionali ci aiuterebbe in futuro a definire le best practice e a proporre eventuali miglioramenti.
  Trovo molta adeguata la previsione di un rimborso spese forfettario, che credo sia necessario per una serie di motivi. Innanzitutto, esso responsabilizza l'impresa a investire efficacemente sulla formazione del giovane, creando un rapporto che può durare anche successivamente al termine del tirocinio, riducendo, seppur marginalmente, la possibilità di abuso. Anche per questi motivi la letteratura economica rinviene un rapporto positivo tra indennità del tirocinio ed esiti occupazionali favorevoli. Si veda a riguardo un rapporto dell'ILO (International Labour Organization) che ne sintetizza i risultati. Non a caso, a livello europeo, la risoluzione del Parlamento europeo dell'8 ottobre 2020 sulla Garanzia per i giovani invita a prevedere una forma di riconoscimento economico a tutti i tirocinanti nel nuovo Quadro di qualità dei tirocini.Pag. 6
  Inoltre, prevedere un qualche sostegno economico al tirocinante serve a garantire l'equità di accesso all'opportunità formativa, soprattutto per quegli studenti che, in cerca di un tirocinio più inerente al loro percorso di studi, vorrebbero scegliere di svolgerlo in un comune diverso da quello dove risiedono abitualmente o per motivi di studio, ma non possono permetterselo.
  Capisco il timore che si può legittimamente sviluppare circa un'eventuale riduzione del numero di imprese disposte a ospitare tirocinanti. Tuttavia, vorrei ricordare che simili timori furono espressi quando le linee guida dei tirocini extracurricolari del 2013 introdussero per la prima volta una indennità obbligatoria, ma da allora il numero dei tirocini extracurricolari, anziché contrarsi, è cresciuto notevolmente.
  Credo che un sostegno alle imprese, nelle forme da concordare insieme, possa essere un utile compromesso anche per venire incontro alle difficoltà di costo causate dalla congiuntura economica e dai prezzi delle materie prime in aumento. Confido poi che in sede tecnica si possa trovare un giusto punto di equilibrio sulla quantificazione precisa e sull'importo di tale beneficio.
  Sulle durate, apprezzo la definizione di un limite temporale allo svolgimento del tirocinio. Tuttavia, trovo che dodici mesi possano risultare un periodo eccessivamente lungo per uno strumento che ha come finalità una prima conoscenza del mercato del lavoro. A maggior ragione, considerando le durate della maggior parte dei percorsi di formazione terziaria, triennali o biennali, dodici mesi rischiano di ridursi tra un terzo e metà dell'intero percorso. Esprimo questo dubbio perché dal mondo produttivo ci arriva la netta richiesta di potenziare lo strumento dell'apprendistato di primo e di terzo livello, a seconda del percorso di studi frequentato, sul quale, come ricordavo prima, abbiamo investito notevolmente e intendiamo ulteriormente investire. Per questo abbiamo avviato un percorso di confronto con le regioni e con le parti sociali, che a breve convocherò presso il Ministero, per ragionare insieme su come incentivare lo strumento e su come risolvere alcuni ostacoli burocratici e ambiguità normative per diffonderlo ulteriormente. Tale contratto, prevedendo durate più lunghe e un rapporto più sinergico tra imprese ed ente formativo, è e deve restare lo strumento principale di erogazione di una più robusta formazione in impresa e per questo motivo si configura come rapporto di lavoro. Il rischio di estendere troppo le maglie del tirocinio curriculare è che esso impedisca l'auspicato aumento della diffusione dell'apprendistato duale.
  Altri piccoli elementi che credo possano migliorare il testo unificato sono, per esempio, l'inclusione degli enti del Terzo settore tra i soggetti ospitanti e la valorizzazione del tutor aziendale anche ai fini della sicurezza sul lavoro. Visti gli incidenti sul lavoro che purtroppo colpiscono anche i tirocinanti, sarebbe utile che il tutor fornisca al tirocinante un'adeguata formazione sulla salute e sulla sicurezza e che illustri sin dal primo giorno di tirocinio tutti i possibili rischi all'interno dell'ambiente di lavoro, non solo quelli inerenti ai luoghi e alla strumentazione effettivamente utilizzati dal tirocinante.
  In conclusione, vorrei ringraziarvi sentitamente per lo sforzo di condivisione fatto nello sviluppare un testo unificato su un tema così cruciale come la formazione e l'orientamento al mondo del lavoro dei giovani. A mio parere si tratta di un testo di legge ben fatto e utile, che colma un importante vuoto normativo sulla disciplina dei tirocini curriculari. Inoltre, il testo va nella stessa direzione intrapresa dal nostro Governo, dalle regioni e dall'Unione europea, avendo lo scopo di migliorare la qualità dei percorsi formativi e rafforzare l'inserimento occupazionale. Vi ringrazio ancora. E resto a disposizione a nome del Ministero per tutti i successivi passaggi di confronto tecnico su questo tema.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Do la parola alla collega Aprea per Forza Italia. Prego.

  VALENTINA APREA. Grazie, presidente. Grazie, Ministro Orlando. Parlo a nome del Pag. 7gruppo di Forza Italia sia della Commissione lavoro, quindi dell'onorevole Zangrillo e di tutti i colleghi, sia della Commissione cultura, di cui sono capogruppo. Ministro, ci conosciamo troppo bene per non sapere quanto sia importante prevedere norme di qualità e di sicurezza per i giovani che sono in formazione.
  Come ricorderà, Ministro, da assessore della Regione Lombardia, ho seguito tutto l'iter di predisposizione delle norme per i tirocini extracurricolari, quindi ricordo bene tutte le fasi e tutte le difficoltà che, anche in quel caso, incontrammo dal punto di vista delle regioni rispetto al mondo imprenditoriale.
  Sono stata molto contenta di trovarmi qui nel momento in cui si vanno a normare i tirocini curriculari. Tuttavia, Ministro, proprio per questo vorrei fare una riflessione ad alta voce con lei e con tutti i colleghi, che ho fatto ripetutamente anche con i relatori delle due Commissioni in sede di Comitato ristretto. Qui stiamo parlando di formazione, che è una cosa diversa dall'inserimento nel mondo del lavoro. Ricordo a me stessa che la formazione in Italia non è gratuita, poiché è gratuita per gli studenti, ma allo Stato costa. Infatti, per i soggetti che offrono e danno formazione il costo è rilevante. Qui stiamo parlando di istruzione superiore e di università. C'è già un grande contributo che noi diamo ai giovani che studiano e che si formano. Quando prevediamo di far fare loro esperienze, lo facciamo con ulteriori costi, perché i soggetti promotori, anche del settore pubblico, devono ovviamente predisporre unità didattiche, unità accademiche e predisporre percorsi che non sono proprio un invito a una cena di gala.
  Invece, quando si disciplina il tirocinio, dobbiamo effettivamente – hanno fatto bene i relatori e abbiamo fatto bene noi a votare questo testo – garantire qualità, sicurezza, durata, certificazione, comunicazione iniziale e tutto quello che poi aiuta il soggetto formato, una volta acquisito il titolo di studio, ad avere anche una spendibilità di tipo lavorativo nel momento in cui entra nel mondo del lavoro. Quindi nulla quaestio su tutto questo. Tuttavia, è vero che i tirocini extracurricolari sono tanti, ma non sono riguardano l'universalità dei laureati ma piuttosto quelli che cercano lavoro. Qui stiamo parlando di tutti coloro che sono obbligati a fare un tirocinio. A questo punto dobbiamo favorire l'attivazione di un grande numero di tirocini nelle aziende, che devono essere tutti di qualità e sicurezza.
  Forza Italia, come ho detto prima, e i deputati delle due Commissioni, hanno votato il testo unificato proposto dai relatori. Tuttavia, Ministro, noi non approveremo il testo definitivo, se continueremo a leggervi sanzioni pecuniarie e indennità che vanno al di là del rimborso spese, che proprio noi abbiamo proposto. È giusto quello che dice lei. Voglio andare a fare un'esperienza lontano da casa? Devo sapere che non devo rimetterci o che devo andare a cercarmi i soldi, soprattutto se sono uno studente universitario. Questo è un problema. Questo è detto chiaramente all'articolo 8: «Ai tirocinanti spetta il rimborso integrale per le spese di trasporto, di strumentazione e, qualora il tirocinio superi le cinque ore giornaliere, di vitto a carico del soggetto». Non va bene il comma 2, che prevede addirittura una retribuzione, un'indennità che non ha senso, perché lo Stato già paga la formazione e pagherà d'ora in avanti il trasporto e tutto il resto, mentre sempre a ogni articolo si prevede una sanzione.
  Passi per le sanzioni non pecuniarie, che sono quelle che anche la Regione Lombardia ha previsto, ma per quelle pecuniarie è un'esagerazione, perché non possiamo consentire che imprenditori che devono garantire sicurezza e qualità abbiano anche da pagare le multe. Lei sa, Ministro, che la multa è la sanzione più facile che le aziende possono subire nel momento in cui sbagliano, ma può essere anche un deterrente per non avere i tirocinanti. Invece, non devono sbagliare, il tirocinio deve essere di qualità e di sicurezza. Soprattutto, abbiamo bisogno di più ispettori, non tanto di sanzioni pecuniarie. Questo lei lo può fare e questo ci aspettiamo. Chiariamo fin da adesso che Forza Italia non voterà la legge se saranno ancora previste l'indennità forfettaria e le sanzioni pecuniarie, perché Pag. 8sono migliaia e migliaia gli studenti universitari che faranno i tirocini. Grazie.

  CARMELA BUCALO. Buonasera, Ministro. Parto subito dicendo che per Fratelli d'Italia la formazione non è mai un onere. La formazione per lo Stato è un investimento. Ecco perché ritengo che sia importante garantire a tutti i giovani la possibilità di usufruire di tirocini curriculari. Noi riteniamo che il rimborso spese sia importante perché viene incontro a tutti i ragazzi che hanno difficoltà economiche, così come riteniamo che il rimborso spese non debba ricadere sulle aziende che si aprono ai tirocinanti e che offrono un tirocinio curriculare di qualità, ma che debba essere, invece, un investimento dello Stato per creare la futura classe manageriale di lavoratori qualificati che richiede il nuovo mercato del lavoro con intensità sempre maggiore.
  Sono convinta che è necessario, prima del tirocinio, un modulo iniziale, anche brevissimo, di poche ore, per i ragazzi che si apprestano a iniziare questo percorso, per metterli a conoscenza dei rischi a cui possono andare incontro nell'espletamento di questo percorso di formazione. Come Fratelli d'Italia, sicuramente presenteremo emendamenti in tal senso.
  Infine, concordo con la collega Aprea nel dire che ci vogliono più controlli. Sappiamo tutti che i rischi di incidenti sono elevatissimi e, purtroppo, una delle criticità italiane è la carenza di personale che controlli le aziende. Chiedo ancora una volta, Ministro, un aumento del numero degli ispettori, poiché sappiamo benissimo che negli ultimi dieci anni questo numero è diminuito sempre più, a fronte di un aumento costante degli incidenti sul lavoro. Grazie.

  MANUEL TUZI. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro Orlando per l'intervento e per, secondo me, l'esaustiva ricostruzione anche del quadro normativo sia per quanto riguarda il passato, sia per quelli che potrebbero essere gli sviluppi futuri. A tale proposito, sottolineo che il testo unificato proposto dai relatori è stato predisposto considerando che il numero di tirocini curriculari si aggira tra i 100 e i 200 mila, secondo i dati di Alma Laurea attualmente disponibili, dal momento che, al momento, non è possibile conoscere
  il numero effettivo di tirocini attivati né dal Ministero dell'università e della ricerca, né dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, né dal Ministero dell'istruzione. Questo oggi è uno dei tanti grandi problemi.
  Ho sentito alcune inesattezze emerse nel corso dell'audizione, sopratutto per quanto riguarda la questione della formazione. Anche la formazione si paga e oggi già lo facciamo in Italia, lo facciamo con riferimento ai dottorati, ai corsi di specializzazione medica, alle borse a livello universitario e lo facciamo sotto diverse forme in diversi settori. Oltre a questo, secondo me, dobbiamo cercare di contemperare tutte le esigenze dei diversi mondi e le peculiarità dei diversi settori.
  Al netto di questo, presupponendo che già oggi paghiamo la formazione – paghiamo la formazione universitaria, paghiamo la formazione scolastica e paghiamo anche il tirocinio in alcuni settori –, si tratta di regolamentare i settori che evidenziano carenze e mancanze, nei quali, purtroppo, si verificano abusi. Questo ce lo dobbiamo dire.
  Sulla questione delle ispezioni da parte dell'Ispettorato del lavoro, è vero che servono tutti i controlli del caso, ma ci sono comunque studi internazionali che dimostrano l'efficacia del tirocinio di qualità, che si sostanzia anche nella corresponsione di una retribuzione minima, perché questo comporta un impegno da parte dell'azienda nel dire: «Diamo dei soldi per fare un'attività, diamo un'opportunità a dei ragazzi, perché probabilmente in futuro li prenderemo. Quanto siamo disposti a investire su quel ragazzo?».
  Credo che una compartecipazione da questo punto di vista sia importante, ma anche per il segnale che le stesse aziende danno al ragazzo. Dobbiamo anche immaginarci questo meccanismo. Poi sicuramente possiamo trovare un punto di incontro, delle formule giuste e delle formule premiali, però, secondo me, dobbiamo anchePag. 9 pensare che il ragazzo che va in un'azienda immagina di fare un tirocinio non solo per aumentare il suo bagaglio di formazione e per avere un curriculum migliore, ma anche per entrare in quell'azienda. Da questo punto di vista, secondo me, dobbiamo fare delle riflessioni in quella direzione.
  Accanto a questo, la richiesta che faccio al Ministro è sicuramente di cercare di avere quanti più dati aggiuntivi possibili sui tirocini attivati, oltre a quelli che effettivamente ci sono stati forniti. Abbiamo fatto una richiesta anche al Ministero dell'università e della ricerca per cercare di conoscere il numero effettivo, però sarebbe importante riuscire a quantificare, delle diverse forme di tipologie di tirocinio attivate, quanti vengono retribuiti, in maniera tale da definire esattamente la copertura finanziaria degli oneri, perché, ovviamente, abbiamo molta difficoltà a fare stime oggettive dei costi. Sappiamo che una parte dei costi della formazione oggi è già pagata, ma abbiamo la necessità di avere dal Governo ulteriori dati, magari attraverso interlocuzioni con il Ministero dell'economia e delle finanze e con gli altri Ministeri interessati, per cercare di avere il quadro globale. Questo sicuramente sarà di aiuto nel dibattito parlamentare. Grazie.

  ELENA MURELLI. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro Orlando per essere venuto in audizione su questo tema, che ha impegnato in questi il Comitato ristretto delle Commissioni Lavoro e Cultura. Il testo unificato è infatti il frutto di un lavoro congiunto. Alcuni punti, su cui anche lei si è soffermato, sono stati oggetto di discussione.
  Uno di questi è il riconoscimento di una retribuzione per i tirocini. Siamo i primi ad aver sostenuto l'opportunità di riconoscere almeno un rimborso delle spese di viaggio e un buono pasto a tutti i tirocinanti. È stato, quindi, deciso di riconoscere almeno un minimo di retribuzione ai tirocinanti e dalle sue parole ci sembra che questa idea sia ben accolta.
  Le sue parole di sostegno alle imprese sono importanti. Da questo punto di vista, vorremmo avere da lei la garanzia di un aiuto, visto anche che, da una parte, la pandemia, che si spera ci lasciamo alle spalle, e dall'altra la crisi del costo delle fonti energetiche e delle materie prime e la guerra in Ucraina pesano sulle nostre aziende e sulla ripresa economica. Ritengo quindi importante sottolineare che il Governo si deve impegnare nel sostegno alle imprese.
  Per quanto riguarda la sua osservazione sulla durata dei tirocini, anche su questo abbiamo discusso nel Comitato ristretto e abbiamo verificato che nel caso dei tirocini fatti all'estero, specialmente attraverso il canale dell'Erasmus, la durata minima è di due mesi e quella massima è di dodici mesi. Come sottolineava anche l'onorevole Tuzi, a seconda dei tirocini, si potrebbe prevedere un minimo e un massimo di durata e lasciare la decisione alla discrezionalità, sulla base del percorso curriculare.
  Concordiamo con lei per quanto riguarda il potenziamento dell'apprendistato di primo e terzo livello. In Commissione Lavoro stiamo esaminando la proposta di legge a prima firma della collega Gribaudo riguardante proprio l'apprendistato, che riteniamo uno strumento utile da potenziare.
  Infine, per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, condivido le parole della collega Bucalo di Fratelli d'Italia, che si soffermava, alla luce degli incidenti che si sono verificati, sull'importanza della sicurezza sul lavoro anche per gli studenti impegnati nei tirocini. Accetto con serietà la sua proposta di introdurre nel tirocinio una prima giornata formativa sul tema della salute e della sicurezza curata dal tutor. Grazie.

  CHIARA GRIBAUDO. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, per questa audizione molto importante. La ringraziamo anche perché, come diceva poc'anzi la collega Murelli, anche la Commissione Lavoro sta facendo uno sforzo nella stessa direzione del lavoro che lei, con il suo Ministero, sta portando avanti di lotta al precariato, che è cresciuto in questi anni. Come veniva ricordato, non è un caso che proprio nel PNRR siano state previste le clausole occupazionali legate ai giovani e alle donne, proprio perché – ricordiamolo sempre – queste sono le categoriePag. 10 che più hanno pagato il prezzo della pandemia.
  In questo caso, noi parliamo di tirocini curriculari, ma è vero che certe modalità di attivazione del tirocinio in senso lato hanno di gran lunga superato l'attivazione, invece, dell'apprendistato. Come lei sa bene e come diceva la collega Murelli – su questo concordo con lei –, anche noi siamo per favorire un primo approccio che tenga insieme formazione e lavoro di qualità. Dare priorità all'apprendistato rispetto ai tirocini è senz'altro positivo.
  Sul tema specifico della audizione, rilevo due aspetti molto importanti, su cui c'è stato un confronto nelle Commissioni. Mi dispiace un po', perché su altri punti e su altre questioni ci siamo venuti incontro e ringrazio i relatori per il preciso lavoro che è stato fatto proprio per la necessità di un accordo politico più ampio.
  Ribadisco l'importanza di sostenere i tirocinanti anche con un'indennità, anche perché, facendo un esempio concreto, quando parliamo di uno studente universitario che magari si deve spostare dal Nord al Sud del Paese per fare un tirocinio, che sarà fondamentale anche per il suo futuro nel mercato del lavoro, decisamente le spese aumentano. Se non immaginiamo di sostenere con un'indennità questi ragazzi e queste ragazze, vuol dire che, di fatto, li escludiamo a priori, continuando a mantenere il blocco della scala sociale nel nostro Paese. Questo continua a non essere un elemento positivo, come ci viene ricordato dai dati. Ben venga lo sforzo del Parlamento e del Ministero di provare a favorire anche un po' di mobilità sociale, poiché il Paese ne ha davvero bisogno.
  Sulla questione della durata, concordo con lei, Ministro. Da questo punto di vista, come Partito Democratico, senza dubbio, chiederemo di accorciare i tempi del tirocinio come da lei indicato.
  Infine, mi sembra molto preziosa, anche alla luce dei fatti accaduti in questi anni e in questi giorni, l'idea di rivalutare – è bene che lo faccia il Ministro di competenza – tutti percorsi di alternanza scuola-lavoro – i famosi PTCO –, perché credo che sia arrivato il momento di fare il punto. Grazie.

  NICOLA ACUNZO. Intervengo solo per ribadire il concetto dell'impossibilità per le aziende di sostenere la formazione, perché questo non mette in condizione l'imprenditore di accettare tirocinanti. Il concetto è che, quando un gruppo di persone entra in un'azienda per effettuare un tirocinio, nella sicurezza che deve essere ancora più incisiva, chi lavora all'interno dell'azienda sottrae tempo alle ore di lavoro. In quelle ore di lavoro in meno, purtroppo, c'è un dispendio, una dispersione di energie e di economia per l'imprenditore. Figuriamoci se l'imprenditore, sapendo che c'è la possibilità di avere delle multe, si mette nella condizione di avere anche questa difficoltà.
  Cerchiamo di venirci incontro partendo dalle varie ipotesi e facciamo in modo che la formazione avvenga ma che non sia a carico degli imprenditori, perché questa formazione non deve costare all'imprenditore, che ha anche piacere di fare formazione. Da questo punto di vista cerchiamo di fare in modo che non ci siano multe per gli imprenditori. Grazie.

  PRESIDENTE. Ci sono altri colleghi che vogliono intervenire? No. Abbiamo nove minuti, Ministro, poiché alle 15 deve andare in Aula per il question time. Le cedo la parola.

  ANDREA ORLANDO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Sì, credo il tempo sia sufficiente perché mi sembra che la questione controversa sia sostanzialmente una. Devo una risposta all'onorevole Bucalo sulla questione del potenziamento dei controlli. Abbiamo inserito le prime 160 unità rispetto alla turnazione del lavoro, entro questo mese arriveranno a 300, altri 900 sono in arrivo ed entro la fine dell'anno saranno 2500 in più le unità dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Trattandosi di un aumento di organico del 45 per cento, mi sento di dire che il potenziamento auspicato si sta progressivamente realizzando.Pag. 11
  Vorrei che questa discussione non avvenga in termini astratti di principio, ma in concreto. Rispetto alle discussioni che ci sono state in passato sui temi sia del tirocinio sia dell'apprendistato, si verifica un impatto sul mercato del lavoro, soprattutto sulla manodopera qualificata, di due fenomeni congiunti: una crescente migrazione e un andamento fortemente negativo della curva demografica. Questo cosa mi fa dire? Mi fa dire che va fatto un grande investimento per trattenere forza lavoro, almeno comparabile a quello che si fa per attrarre capitali.
  Credo che il tema del compenso vada visto anche come l'offerta di un'alternativa ai competitor internazionali, con cui, ormai, bisogna fare i conti. I Paesi che abbiamo intorno offrono percorsi di accesso al lavoro che sono mediamente meglio remunerati e più garantiti nell'esito di quelli che, per il momento, riusciamo a offrire noi. Secondo me, anche le discussioni che ci sono state negli anni scorsi vanno riviste alla luce di questi nuovi fatti.
  Cosa voglio dire? Penso che ci debba essere una compartecipazione del pubblico e del privato nel progetto educativo. Questa compartecipazione può essere realizzata, magari anche nella stragrande maggioranza, a carico del pubblico, ma un minimo di impegno dell'impresa sul progetto formativo ci deve essere – questa è la questione fondamentale –, perché in questo modo si garantisce anche un investimento più serio rispetto al percorso.
  Contemporaneamente dobbiamo tenere conto che si tratta di formazione, ma si tratta di una formazione il cui progetto formativo è definito dall'impresa, che fa una scommessa anche sul futuro esito di questo percorso. È ragionevole pensare che, anche se in minima parte, ci sia una contribuzione da parte dell'impresa, perché, riassumendo, dobbiamo ingegnarci in tutti i modi per cercare di arginare un flusso che sta diventando sempre più consistente e dobbiamo lavorare in modo tale che questi progetti in qualche modo abbiano come presupposto un'effettiva convinzione dell'impresa di realizzare un progetto formativo che abbia elementi di qualità.
  Io so che tutto questo non eliminerà gli abusi – per gli abusi ci sono i controlli –, però una corresponsabilizzazione del progetto formativo, anche con un minimo di contributo da parte dell'impresa, è statisticamente una garanzia – riscontrata anche da studi a livello europeo – del successo del percorso formativo. Non c'è volontà vessatoria nei confronti delle imprese. Se siamo in tempi di pandemia, ragioniamo su quale può essere la percentuale dei costi a loro carico, che può essere anche ridotta in questa fase, per poi verificare via via quale può essere la ripartizione, ma tirocini a costi completamente a zero, che non implichino una qualche scommessa sul progetto formativo, rischiano di produrre, a mio avviso – su questo si scontrano anche opinioni diverse –, elementi che non garantiscono tutto l'impegno necessario al buon esito del progetto formativo.
  In più c'è quel tema che ponevo prima, ovvero come noi, nel corso dei prossimi anni, mobiliteremo risorse pubbliche e risorse private per cercare di contenere un fenomeno che avrà un impatto molto forte. Questo viene letto come conseguenza di questo o quell'istituto, ma tre settimane fa sono stato in Romania, dove non trovano forza lavoro, non c'è il Reddito di cittadinanza e c'è semplicemente l'impatto della curva demografica come nel nostro Paese, tant'è che nel corso di questi anni stanno importando manodopera dai Paesi asiatici. Tuttavia, ormai è da anni che il saldo tra le persone che arrivano in Italia e quelle che se ne vanno è quasi uguale. Questo dato inciderà sul mercato del lavoro e con esso dobbiamo fare i conti.
  Garantire che i percorsi formativi abbiano delle forme di remunerazione competitiva anche con i percorsi formativi che si possono realizzare in altri Paesi è un problema di mercato, non è un problema di equità, ed è un problema di capacità competitiva della nostra offerta. Poi, se deve essere tutto in carico al pubblico o tutto in carico al privato, questa è una domanda ulteriore, su cui ho provato a dare una risposta, ma, secondo me, dobbiamo rivalutare e affrontare questo tema in modo totalmente diverso rispetto agli Pag. 12anni passati, quando, oggettivamente, c'era una disponibilità di manodopera, soprattutto qualificata, maggiore di quella che abbiamo oggi, ma soprattutto molto maggiore di quella che avremo nei prossimi anni. Il fatto che questo Paese abbia una denatalità molto forte è un dato che inciderà inevitabilmente sull'incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

  PRESIDENTE. Ringrazio ancora una volta il Ministro per la sua disponibilità. Ricordiamo che il prossimo 1° giugno proseguiranno le audizioni, sempre su argomento, della Ministra Messa e del Ministro Bianchi. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.