XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 83 di Martedì 29 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione dell'imprenditore Andrea Bulgarella, del Gruppo Bulgarella SpA.:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 3 
Ruocco Carla , Presidente ... 4 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 4 
Ruocco Carla , Presidente ... 6 
De Bertoldi Andrea  ... 6 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 6 
De Bertoldi Andrea  ... 6 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 6 
De Bertoldi Andrea  ... 6 
Ruocco Carla , Presidente ... 7 
Lannutti Elio  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
Rivolta Erica  ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 10 
Dell'Olio Gianmauro  ... 10 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Buratti Umberto (PD)  ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Laus Mauro Antonio Donato  ... 12 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Laus Mauro Antonio Donato  ... 12 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 13 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
De Bertoldi Andrea  ... 14 
Ruocco Carla , Presidente ... 14 
Buratti Umberto (PD)  ... 14 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 14 
Buratti Umberto (PD)  ... 15 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 15 
Buratti Umberto (PD)  ... 15 
Bulgarella Andrea , Imprenditore ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
Rivolta Erica  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
Lannutti Elio  ... 15 
De Bertoldi Andrea  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15  ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 10.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'imprenditore Andrea Bulgarella, del Gruppo Bulgarella SpA.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'imprenditore Andrea Bulgarella, del Gruppo Bulgarella SpA.
  Comunico che il dottor Bulgarella, in vista dell'odierna audizione, ha trasmesso una relazione in regime riservato. Gli allegati alla citata relazione, classificati in regime segreto, sono disponibili presso l'Archivio della Commissione e consultabili secondo le norme regolamentari interne.
  La Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che ho l'onore di presiedere, a seguito della segnalazione ricevuta in data 2 febbraio 2022 attraverso il Sistema di segnalazione dei disservizi bancari, gestito in collaborazione con la Guardia di Finanza, nonché di diverse notizie di stampa che hanno riguardato la persona del signor Andrea Bulgarella e le società a lui riconducibili (il Gruppo Bulgarella), intende acquisire maggiori informazioni sulle vicende relative ai suoi rapporti con il sistema bancario, rientranti negli ambiti di competenza di questa Commissione, anche a sostegno dell'attività istruttoria in corso presso il citato Sistema di segnalazione.
  Quindi specifico che l'attività riguardo al dottor Bulgarella non inizia oggi ma è già stata recepita e analizzata in via istruttoria dal nostro Sistema di segnalazione.
  È oggi presente, in rappresentanza del Gruppo Bulgarella, il signor Andrea Bulgarella, che ringrazio.
  Ricordo che l'audizione ha ad oggetto questioni relative agli attuali rapporti tra il Gruppo Bulgarella ed il sistema bancario e non le pregresse vicende giudiziarie che hanno riguardato il sig. Bulgarella; avverto inoltre che eventuali richieste di segretazione dovranno limitarsi allo stretto necessario ed essere possibilmente formulate nella parte finale della seduta.
  Invito il signor Bulgarella a svolgere la sua relazione in un tempo massimo di 30 minuti, cui seguirà successivamente il dibattito in commissione.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Volevo ringraziare lei signor presidente che mi ha dato questa opportunità e tutti i componenti. Voglio fare una premessa, io non ce l'ho con le banche o con i banchieri, rappresento un'azienda da quattro generazioni, lavoro da 52 anni e c'è stato sempre un bellissimo rapporto dal 1902. Io ho iniziato nel 1979 e per me la banca è stato il partner ideale. Se oggi faccio l'imprenditore vero e il costruttore a livello nazionale lo devo anche alle banche e alle istituzioni. Questo come premessa, ma ce l'ho un po' con questo mondo drogato delle banche. Si parla di derivati, di usura, anatocismo, estorsione, NPL (Non Performing Loans), fondi speculativi. Io domani sono a Milano e incontro cinque fondi speculativi: mi spaventano,Pag. 4 chi sono? Non si sa da dove vengono i soldi. Questo è il mondo che mi sta spaventando. Non vi voglio annoiare, perché potrei parlare anche se sono in imbarazzo e sono in soggezione, però voglio andare al sodo della mia esperienza, eccola, e vi ringrazio ancora per avermi consentito di parlarne.
  Dividerei in due fasi la mia esperienza. La prima fase che va dal 2012 al 2015 quando è iniziata la grande crisi dell'edilizia. In Italia, e soprattutto nel meridione, arriva nel 2011, 2012, anche se è iniziata nel 2009. Le banche, ma io l'ho detto sempre in faccia per i rapporti che avevo, ero forse il miglior cliente soprattutto in Sicilia ma anche in Toscana, sono state dei conigli, sono scappati tutti. Io sono un imprenditore che ci mette la faccia, che lavora diciotto ore al giorno. Ho centinaia di dipendenti che credono in me, ho fatto veri recuperi da Favignana, a Trapani a Misurina, i miei operai hanno fatto grandi sacrifici, soprattutto quando sono arrivato a Misurina, (non conoscevano la neve e per tre mesi non sono usciti dall'albergo). Questa è passione, è amore per il proprio lavoro e rispetto per la propria azienda. Io non ho mai licenziato un dipendente, mai.
  Però le banche ci hanno lasciati soli, io ho avuto la forza di continuare svendendo tutto, anche i miei oggetti personali, e ho finito tutti i lavori senza le banche, perché le banche volevano a tutti i costi, e io in parte ero d'accordo, ristrutturare il debito. Io gli dicevo: «Ma direttore, ma lei mi conosce, conosce la mia azienda, è un'azienda sana, ho un indebitamento del 12 per cento, perché devo fare la ristrutturazione?». «No, la ristrutturazione va fatta così lei è tranquillo». La ristrutturazione andava fatta, secondo le banche, poi non so se avevano ragione o no, perché c'è tutto un meccanismo di professionisti di tutti i tipi, che si stanno arricchendo, per fare l'articolo 67 e l'articolo 182, e tu sei costretto ad andare dietro a queste cose. Io gli dicevo: «Ma finisco i lavori e pago tutto». L'80 per cento dei miei immobili non erano nemmeno ipotecati. «No, dobbiamo fare la ristrutturazione». Per di più, una cosa anomala, mi rivolgo al senatore Lannutti che è esperto, è che ti indicano pure i professionisti. A un certo punto l'UniCredit, mi ha indicato un professionista. Poi cambia il funzionario, mi dice: «No, dobbiamo prendere dei professionisti internazionali, KPMG». Nella mia ignoranza me ne sono spaventato, poi invece ho capito che erano dei professionisti.

  PRESIDENTE. Mi scusi un attimo, signor Bulgarella, devo un attimo interromperla. Abbiamo due possibilità in questa Commissione: regime libero e regime segreto, ed è un passaggio delicato. Lei segua la sua relazione perché noi su quella relazione abbiamo controllato che potesse essere tutto in regime libero, dopodiché se ha ulteriori informazioni la Commissione comunque le acquisisce e va avanti nelle indagini, però dobbiamo segretare. Lei prosegua come hanno indicato gli uffici, perché dobbiamo organizzare i lavori bene, a sostegno e a tutela di tutti. Poi se lei ha da aggiungere, può aggiungere quello che vuole, però segretiamo la seduta e noi facciamo, poi dopo, tutti quanti gli approfondimenti, prego.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Vado dietro, nomino anche i professionisti che mi vengono indicati, però i professionisti non inseriscono le contestazioni che avevo fatto, le perizie econometriche. Non me li trovo dalla mia parte e si passa del tempo. Io finisco i lavori, loro mi hanno bloccato i finanziamenti dei mutui, poi me li hanno sbloccati perché li abbiamo minacciati per danni. Questa è la prima fase, si va avanti e bene o male finisco tutti i miei lavori.
  Seconda fase è il terremoto, perché mi succede una cosa strana, non nella mia regione o dove io lavoro, ma in una città dove io nemmeno lavoro: mi mettono sotto inchiesta per un reato gravissimo, però obiettivamente la magistratura mi ha deluso, perché hanno archiviato tutto nel giro di pochi mesi. Dopo cinque anni sotto inchiesta, volevo il confronto con questa gente, ma non si è riuscito perché Pag. 5hanno archiviato tutto subito. Questo mi ha comportato dei danni enormi, io non cerco soldi, non cerco danni, non mi interessa. A me interessa solo lavorare.
  Le banche mi hanno chiuso, addirittura, la stragrande maggioranza, lo stesso giorno che viene pubblicata questa inchiesta, i conti. Mi chiudono i conti, mi fanno rientrare dei mutui, mutui regolari. Anche con le contestazioni che avevo fatto erano regolari, poi evidentemente si va avanti. Vado avanti, ma non vado avanti bene, perché non mi danno i conti correnti, non mi danno la carta di credito. Io sono un imprenditore alberghiero, costruttore, imprenditore, gestore di quindici dei miei venticinque alberghi. Non posso più lavorare perché se non c'è il POS, un'attività commerciale non può andare avanti. Io dovevo svendere o davo in gestione al primo che arrivava i miei alberghi. Io non mi trovo più con un albergo, sono in gestione, e adesso le banche pressano perché devo rientrare e vengono dietro tutti i fondi speculativi, la parola stesso lo dice, non faccio nomi, ma devo dirlo che i fondi sono speculativi. Quindi questo è il mio dramma dall'ottobre 2015 ad oggi.
  Evidentemente nel 2020 mi convincono, i miei collaboratori, i miei avvocati, eccetera, di fare l'accordo con le banche per poter andare avanti. Faccio l'articolo 67 in alcune società, l'articolo 182, che è nella legge fallimentare, per coprirmi, altrimenti mi minacciavano di farmi fallire. Mi avevano fatto istanza di fallimento, poi evidentemente hanno visto che stavano esagerando, e che i conti, addirittura erano in attivo, e gli utili erano regolari e fanno la desistenza. Faccio l'accordo e mi riconoscono circa 40 milioni, ma non per fare uno sconto, perché io avevo chiesto 70 milioni dalle perizie, pensavo che tutto finisse, invece ancora peggio. Addirittura in una banca, che mi ha aperto i conti, per fare un'operazione dovevo andare in banca, mi facevano aspettare tre, quattro, cinque ore fuori, poi mi davano il permesso per entrare, per fare l'operazione ma non potevo fare operazioni normali, come si faceva prima: volevano sapere dov'ero eccetera. Mi sentivo talmente mortificato che non ci sono andato più. Avevo trovato la posta, dove aprivano i conti a tutti, me lo dicevano anche i funzionari. Sono venuti a trovarmi, disponibili, perché nella mia città, o dove io lavoro mi conoscono tutti che sono un'azienda di immagine, che non ho avuto mai problemi, però poi arrivava la Direzione generale o dal Consiglio di Amministrazione arrivava il rifiuto totale di aprirmi conti. Quindi subivo delle mortificazioni continuamente.
  Ma attualmente i conti sono aperti? Attualmente in molte società, anche in società in cui non ho fatto nemmeno gli articoli 182 e 67, dove sono in attivo, senza debiti, non mi aprono un conto. Sono sette, otto, dieci, in qualche altra c'è il conto aperto grazie a una banca privata, che è costato un mare di soldi, ma non posso operare come imprenditore, posso soltanto depositare.
  Ma questo già è un sollievo perché adesso ricevo gli affitti, e mi trovavo milioni di euro senza poter depositarli in una banca. In questi giorni c'è stata questa situazione, poi c'è stata questa banca grossa, importante, di cui non faccio il nome, in cui ho conti correnti di cinque società, mi hanno mandato adesso la raccomandata per chiuderli.
  Bene, io posso capire, ma non giustificare un PM che mi mette sotto inchiesta, sbaglia eccetera, va bene. Posso capire ma non giustificare le banche perché fanno i loro interessi. Per me non sono più banche, però il sistema è questo, va bene. Io potrei andare all'estero, posso andare, ma io non vado, io sono cittadino italiano, amo la mia terra, amo la mia Sicilia. Faccio cose solo di qualità, recuperi d'immagine, io non voglio andare in nessun posto.
  Ma oggi mi rivolgo a voi, allo Stato, ma è possibile che un imprenditore vero, che vuole lavorare, le attività produttive vengono escluse da questo sistema? Questo vi chiedo, non chiedo altro. Posso anche concludere, il problema è che chi realmente fa quello che vuole, non voglio usare parole forti, però gli è consentito Pag. 6tutto, perché a uno cui riconoscono 60 milioni, vuol dire che qualcosa era successo. Addirittura ho varie cause, banche che si tenevano gli affitti e oltre a pagarsi il mutuo, in più. Ho diverse cause in corso, ma io non sono fatto per le cause, io sono uno che vuole lavorare e basta, dare continuità alla mia azienda, poter dare la possibilità ai miei dipendenti, che sono delle persone speciali, non di licenziarli ma di dare il futuro. Questo io voglio. Riflettete un attimo su chi realmente fa tutte queste cose, e io lo posso dimostrare, ho le carte, ho scritto perfino due libri. Chi realmente non chiede nulla, ma vuole solo lavorare in un modo onesto, non è nelle condizioni di lavorare.
  Porto due esempi. Mi si chiede: «Ma tu che te ne fai con il POS?» L'ho detto poco fa, non posso lavorare con gli alberghi. Ma il conto corrente: io ho subìto un intervento, sono andato con il mio geometra, perché non avevo la carta di credito, per poter fare l'analisi del sangue. Se voglio prendere una bottiglia d'acqua sull'aereo – e viaggio ogni settimana – non posso prenderla, non ho la carta di credito, questo è il problema oggi, e io vivo da cinque anni questo grande problema. Il sistema è stato sempre questo, e io sono stato contro questo sistema.
  Voglio dire una cosa, quando le banche se la sono presa con l'edilizia, se avessero fatto dei finanziamenti seri, senza dare i soldi agli imbecilli, agli incapaci, li avessero dati ai veri imprenditori, la crisi sull'edilizia non ci sarebbe stata. Quindi le responsabilità vanno viste su quelle situazioni. Quando finanziavano gli immobiliaristi, cento volte in più del valore, lì sono coinvolte le banche, i leasing, chi faceva le stime, ma anche lo Stato e la Banca d'Italia che non ha mai controllato. Io mi sento solo contro tutti, ma come me ce ne saranno migliaia o milioni di cittadini. Le attività produttive oggi sono emarginate, questo voglio far capire allo Stato, alle istituzioni, di cui ho grande rispetto per mia cultura. Questa è la situazione oggi, non vorrei aggiungere nulla. Scusatemi lo sfogo, però io sono questo, mi sono difeso sempre da solo anche con le banche. Non ho avuto mai problemi perché non ho scheletri nell'armadio, sono una persona che ha sempre lavorato, una persona che ha avuto grande rispetto per tutti. Vi ringrazio, se poi mi volete chiedere delle cose sono qua a vostra completa disposizione.

  PRESIDENTE. Prego, senatore De Bertoldi.

  ANDREA DE BERTOLDI. Grazie presidente. Io quando ascolto queste narrazioni, mi ricordo di essere prima che un senatore e capogruppo di Fratelli d'Italia in questa Commissione, soprattutto di essere un professionista, nella fattispecie un commercialista. Posso capire davvero quello che lei prova. Non spetta certamente a noi giudicare, conoscere, sapere quello che sono state le indagini che l'hanno riguardata, ma a quanto mi risulta l'hanno completamente assolta.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Scusi, non è che sono stato assolto, non ho mai avuto un avviso di garanzia, io non c'entro niente. In una zona in cui non mi conoscevano, cercarono di andare sui giornali e fare quello che hanno fatto. E loro stessi hanno archiviato, mi dispiace perché mi fanno pena, perché li volevo vedere in faccia e non ho avuto nemmeno questa possibilità.

  ANDREA DE BERTOLDI. Ho capito perfettamente.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Io ci tengo a questo, perché io giustifico anche gli imprenditori che pagavano. Era lo Stato che non c'era, dovevano pagare perché erano costretti. Io non ho fatto nemmeno questo, la mia storia è unica, è strana ma non perché ero eroe, io ho fatto di più degli eroi ma sono stato un incosciente, oggi non lo rifarei più.

  ANDREA DE BERTOLDI. Infatti a noi sono giunte sul conto del suo Gruppo imprenditoriale notizie sicuramente positive e questo non può che farmi piacere. Il tema Pag. 7però è molto più generale ed è per questo che io chiedo a questa Commissione e alla presidente di prendere spunto dalla sua situazione per procedere anche operativamente nell'attività legislativa. È inaccettabile, come spesso è accaduto, non solamente al dottor Bulgarella, che imprese coinvolte in indagini, di qualunque tipo, ma io sono un garantista e per me l'indagine non significa colpevolezza, perché i giustizialisti sono altri, è inaccettabile che indagine significhi, come purtroppo significa, fallimento delle aziende. Se viene indagato un imprenditore, se viene indagato un gruppo imprenditoriale nella stragrande maggioranza dei casi quel gruppo fallisce, per le ragioni anche che ha esposto il dottor Bulgarella: ti chiudono i conti, ti chiedono di rientrare, e anche l'azienda più virtuosa, che avesse un rapporto di indebitamento correttissimo del 20, 30 per cento sul patrimonio, se gli viene chiesto di rientrare in 30 giorni non è in grado di farlo. Quindi è evidente che noi abbiamo oggi un collegamento tra l'indagine delle procure, che giustamente devono poterle fare liberamente, e dall'altra il comportamento delle banche.
  È vero che da alcuni anni le banche non sono più enti di diritto pubblico, nei decenni passati lo erano, e questa è una contraddizione. Oggi non sono più enti di diritto pubblico, non devono più rientrare nel diritto pubblico, però sono sempre più uno strumento del diritto pubblico, mi sia permessa questa definizione un po' particolare. Nel momento in cui lo Stato ti obbliga a usare i conti correnti, a tracciare i movimenti bancari, l'antiriciclaggio prevede una serie di normative di un certo tipo, il contante viene sempre più limitato, di fatto il diritto pubblico ti impone l'utilizzo delle movimentazioni bancarie. Allora, non è possibile che nel momento in cui lo Stato ti obbliga all'utilizzo delle movimentazioni bancarie, con l'altro braccio un ente privato ti chiuda i conti, perché qualcosa non funziona. E su questo i colleghi del Senato, soprattutto, lo sanno, c'è anche un disegno di legge, del collega della Lega Siri, che da qualche anno giace in Commissione. Io quindi mi appello davvero alle forze politiche perché ci si muova, perché qui non è tanto il tema di una persona, che certamente ci dispiace che abbia avuto e che abbia questi problemi, ma è un tema che riguarda l'intero Paese. Noi dobbiamo mettere in condizione il sistema economico di non essere dipendente dal sistema giudiziario. Non è che perché arriva un avviso di garanzia uno è un delinquente, certo si è fatto politica in questo modo negli anni. Arrivava l'avviso di garanzia e quello era un delinquente, arrivava un'indagine e quello era un delinquente. No, non è così. Fino a che la sentenza non passa in giudicato un cittadino è, fino a prova contraria, senza macchia alcuna. Allora non è possibile che noi si vada a rovinare le persone, ma, dico ancora di più, a creare problemi al sistema economico, perché questo è l'interesse nazionale. Se il gruppo imprenditoriale del dottor Bulgarella chiudesse, non ci rimette soltanto la sua famiglia, certo e dispiace, ma ci rimette il sistema Italia, ci rimette la Sicilia, ci rimettono quelle centinaia di lavoratori e di famiglie che lavorano per lui. E allora dobbiamo porre fine a questo populismo demagogico, che ha caratterizzato gli ultimi decenni e dire con una parola chiara che il sistema bancario deve assolutamente, su questo piano, cambiare rotta.
  Noi lo potremmo fare, presidente, se decidessimo di passare su questo tema dalla fase importante delle audizioni, e sarà utile audire al più presto sul tema anche le banche, a una fase propositiva. Facciamoci noi portavoce di una proposta che di fatto renda l'utilizzo dei conti correnti, l'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico, come un diritto del cittadino. La banca non può chiudere un rapporto, non può chiedere i rientri immediati, solamente perché si è aperta un'indagine. Questi sono aspetti sui quali noi dovremmo intervenire, e come Fratelli d'Italia do la disponibilità dell'opposizione ad un dialogo immediato con la maggioranza su questi temi.

  PRESIDENTE. Facciamo il punto della situazione. Intanto ringrazio i presenti, che tra l'altro sono assidui frequentatori di questa Commissione, perché oggi il caso Pag. 8dell'imprenditore Bulgarella è un caso di una persona che ha combattuto sul nostro territorio, e del quale la Commissione si è occupata su più livelli, grazie anche al contributo delle persone presenti, perché il nostro Paese, la Commissione e le Istituzioni non bisogna ricordarseli solo quando questa Commissione porta avanti audizioni che vanno nella direzione di audire soggetti che toccano determinati interessi, allora si va a finire nell'agone mediatico, e magari persone che non conoscono bene lo svolgimento dei lavori decidono poi di fare rappresaglie mediatiche.
  La Commissione si è occupata a più riprese di persone che combattono tutti i giorni sul terreno. E quindi ringrazio voi presenti che avete seguito i lavori della Commissione e avete avuto modo di dare il giusto valore a tutti, perché è il nostro Paese e tutti sono importanti, dall'interesse del piccolo imprenditore, del medio imprenditore, del grande imprenditore e dell'alta finanza. La politica deve avere attenzione per tutti. Questa Commissione ha sempre avuto massima attenzione, quindi grazie a chi è presente.
  In secondo luogo, per quanto riguarda le persone che hanno difficoltà quotidiane con le banche sappiamo che è attivo il nostro sistema di segnalazioni, che è «iperattivo», grazie anche al lavoro che avete contribuito a portare avanti, perché tutto passa per la volontà dell'Ufficio di presidenza e della Commissione intera, per i presenti. Abbiamo attivato questo servizio di segnalazione in cui gli imprenditori o chiunque abbia difficoltà nell'interlocuzione con le banche, possono fare delle segnalazioni, possono allegare documenti, e con un protocollo standard, un'istruttoria, la cosa viene seguita con grande attenzione, senza nessun livello di trascuratezza.
  Per quanto riguarda le proposte normative, anche qui c'è un tavolo di lavoro sui crediti in sofferenza, in merito ad una proposta che è stata da me presentata in una forma, e poi adesso si sta evolvendo anche sulla base di un tavolo di lavoro che sta mettendo a punto delle modifiche. È una proposta che riguarda proprio i crediti in sofferenza, quindi a maggior ragione continuiamo su questo solco con attività propositive, che aiutino proprio quell'attività di credito che le banche non devono mai dimenticare di dover fare. Le banche sono istituti di credito, opereranno nell'ambito del diritto privato, in ambito del diritto pubblico, in ambito del diritto che vogliono, però il risparmio è tutelato dalla Costituzione, e il credito è comunque il midollo spinale di qualunque attività di impresa. È evidente che svolgono un ruolo delicatissimo, pertanto la Commissione è presente, è sul pezzo. Ringrazio ancora voi che date sempre giusti spunti, e che mi date anche l'opportunità di ascoltare le persone comuni che operano con difficoltà tutti i giorni sul campo. Prego senatore Lannutti.

  ELIO LANNUTTI. Grazie, signora presidente, ringrazio anche il coraggio del signor Bulgarella. Ascoltarlo è un dovere perché le sue parole rappresentano una realtà drammatica. Qui noi abbiamo un sistema, il sistema bancario, con tanti corollari. Dovrebbe essere vigilato dalla Banca d'Italia, e però ci sono stati crack bancari per centinaia di miliardi di euro e dove vigilava? Non vigilava mai. Questo, purtroppo, è il racconto di un sistema collaudato di complicità, di illegalità, di usi, di abusi e ordinari soprusi. Questo è davvero il racconto di un Paese alla rovescia, dove gli imprenditori onesti, dove i servitori dello Stato vengono indagati, diffamati, denigrati mentre le cricche, i faccendieri, questi vengono premiati da questo sistema. Sulla storia del signor Bulgarella io potrei anche leggere qualche passaggio, però non voglio far perdere tempo. È la stessa storia della Divania di Bari. C'era un'impresa a Bari, la Divania, dava lavoro a circa 800, 900 dipendenti. Nella banca UniCredit – il signor Bulgarella ha parlato dei derivati, di questi strumenti truffaldini – al signor Parisi gli vennero fatti fare dei contratti derivati truffa, e questa truffa lo ha portato al fallimento, la Divania di Bari è fallita. Ci sono ancora inchieste aperte, Profumo, che adesso è il grande capo di un'azienda importante, è stato condannato, addirittura gli hanno pignorato lo stipendio, perché gli imprenditori che hanno coraggio non si fermano contro un muro di gomma, muri di gomma Pag. 9di un sistema tutelato dalle massime Istituzioni. Questo dobbiamo dire, e io lo dico perché noi siamo una Commissione d'inchiesta e noi facciamo il nostro dovere, non dobbiamo aver paura di nessuno, non dobbiamo aver paura. Poi c'è anche la storia di Antonino De Masi, un imprenditore di Gioia Tauro. Queste persone, con l'associazione che ho fondato nel 1987, il 13 maggio, le abbiamo difese dall'anatocismo, dall'usura. E ad Antonino De Masi hanno chiuso tutti i conti, come a lei. Lui in un'intervista affermò «Sono un morto che cammina. Vi racconto la mia battaglia contro 'ndrangheta e banche usurarie, e contro quelle istituzioni che avrebbero il dovere e il compito di salvaguardare le persone oneste, e non massacrarle».
  Quindi io ringrazio il signor Bulgarella per il coraggio che ha dimostrato, noi certo che dobbiamo fare di più. Raccolgo anche l'appello del collega De Bertoldi. Mi sono occupato di banche per tanti anni, dopo aver lavorato in banca, e questo sistema non si scalfisce, questo è un muro di gomma. Però noi dobbiamo provare ad accendere una luce, e dobbiamo anche dare la possibilità al signor Bulgarella di poter continuare a fare queste battaglie, anche se le istituzioni poi lasciano soli i propri uomini migliori, li lasciano soli. Poi alla fine, se noi ci rendiamo conto, il denaro è come droga, ma mentre dalla droga si ci può liberare, dalla tossicodipendenza del denaro, che per forza deve passare tramite i canali bancari, anche con la limitazione al contante, non ci si può liberare.
  Quindi dobbiamo onorare quel morto che cammina come Antonino Di Masi, come il signor Bulgarella, come tutti gli altri che fanno queste battaglie. Le banche sono importanti, io ci ho lavorato, ma tanto è accaduto nella storia di questo Paese. Ieri abbiamo avuto l'audizione di MPS, la più antica banca, nata nel 1472 mentre la scoperta dell'America è avvenuta vent'anni dopo nel 1492. Lì c'è stato un crack di oltre 60 miliardi di euro, per la precisione 63,9 miliardi di euro, tra aumenti di capitale, valore della banca, che era quasi 15 miliardi nel 2006, ne vale meno di un miliardo. Interventi dello Stato, 60 miliardi. È stato funestato pure da David Rossi, un povero manager caduto dalla finestra, e noi abbiamo qualche responsabile, qualcuno che paga per questo crack di 60 miliardi? E come mai il Tesoro non fa azioni di responsabilità? Ci sarebbe un tesoretto di 10 miliardi di euro, da rivendicare a quelle banche che hanno fatto i derivati con le banche estere. Perché non facciamo quest'azione di responsabilità? Io signora presidente concludo, ringrazio il signor Bulgarella per il coraggio che ha dimostrato. Questa Commissione è importante. È nata per fare le inchieste e io ho la coscienza pulita di fare, di onorare il lavoro di un senatore, o un deputato per l'interesse generale del Paese, non di questa o di quella cricca. Signora presidente, magari se possiamo anche dare corso alle audizioni di chi doveva controllare e non l'ha fatto, per il signor Bulgarella, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, io ribadisco che c'è una parte pubblica che ovviamente deve essere a tutela di tutti e non vanno fatti nomi. Dopodiché la Commissione è disponibile anche a secretare una parte del contenuto se qualcuno di voi volesse fare delle domande più dettagliate, fermo restando che come abbiamo detto anche nel materiale che ha mandato il signor Bulgarella c'è una parte riservata che però è a vostra disposizione e che potete consultare, tenendo conto di tutti i limiti che ci sono perché è riservata. Voi conoscete bene i limiti del Regolamento, e quindi sicuramente non si commetteranno errori. Prego, senatrice Rivolta.

  ERICA RIVOLTA. Grazie presidente, grazie innanzitutto a lei che ha voluto procedere con questa audizione, che è importante. Conosciamo le vicende dell'ingegner Bulgarella da tempo ed è paradossale vedere per quanti anni si sta trascinando questa situazione. I processi vanno fatti, ci mancherebbe, ma nel momento in cui una società, una persona esce dall'indagine perché è archiviata la sua posizione, non si capisce perché non riesca a sbloccarsi il meccanismo di blocco di tutti i conti. Un blocco così importante che ancora resiste, Pag. 10e impedisce a un imprenditore, la cui posizione è quella di essere stato archiviato, di lavorare. Giustamente lei diceva presidente prima, dobbiamo tutelare chiunque sia in questa condizione, sia piccoli che grandi, certamente. Infatti immagino che come me a molti di voi sia arrivata segnalazione di altre fattispecie di questo genere, cioè persone coinvolte in processi che riguardavano infiltrazioni della criminalità organizzata, magari erano solo fornitori e che per anni si trovavano la posizione completamente bloccata. Qua stiamo parlando, lo ricordava prima l'ingegner Bulgarella, di centinaia e centinaia di lavoratori. Stiamo parlando di imprenditori credibili, perbene. E allora effettivamente qualcosa in questo Paese non va. I colleghi prima lo ricordavano, chi dovrebbe vigilare, dovrebbe essere meno distratto. Le tempistiche, ma questo sappiamo bene che è un problema gigantesco, sul quale ci stiamo prendendo anche dei compiti molto precisi, degli obiettivi molto precisi per rimanere all'interno delle richieste del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). La nostra giustizia deve finalmente lavorare con una celerità che è di là da venire, però nessuno può giustificare la tempistica attuale, che rimane uno dei limiti più grossi per lo sviluppo delle nostre aziende e del nostro Paese, questa è la sfida. In questo meccanismo, in questa spirale certamente non virtuosa, ci sono le persone.
  Prima il collega De Bertoldi citava la proposta di legge del senatore Siri. Questa Commissione e i componenti di questa Commissione possono lavorare su questi temi, anzi è un nostro dovere, siamo noi i legislatori. Se non noi, chi è che lo deve fare? È una sfida in questo ultimo anno di legislatura, in una situazione veramente che nessuno si sarebbe mai aspettato, però anche in quest'ultimo anno noi potremmo gettare le basi per un cambiamento, che sia a favore dell'impresa quella buona, che sia piccola, grande, grandissima, che sia a favore delle persone perbene, e che veda invece un intervento preciso che riporti sui binari giusti anche l'attività di banche, e di tutti quelli che invece creano storture nel mercato.

  PRESIDENTE. Collega Dell'Olio, prego.

  GIANMAURO DELL'OLIO. Grazie presidente. Su questo aspetto c'è una questione che è stata già citata un po' da tutti, quindi a questo punto credo che su questo dovremo procedere. Non mi è chiara una cosa, se c'è un accordo di ristrutturazione in piedi, che è stato approvato, bisogna andare avanti perché altrimenti salta tutto l'accordo di ristrutturazione. Se salta l'accordo di ristrutturazione, per delle motivazioni legate alle vicende giudiziarie del dottor Bulgarella, del proprietario di queste aziende, c'è un problema non solo a livello legislativo, ma procedurale. Come ha detto prima il collega De Bertoldi, nel momento in cui la magistratura si è resa conto e ha archiviato le indagini, allora, a questo punto, viene meno la motivazione legale per non concedere l'utilizzo dei conti. Le banche, è vero, hanno la loro autonomia nel decidere, però di fatto nel momento in cui c'è un piano di ristrutturazione significa conclamare il fallimento di tutte queste società. Qua parliamo di circa 1700 dipendenti. Si entrerebbe a questo punto, domani, io sono abituato cercare di vedere le cose più avanti nel tempo, in una problematica di eventuale fallimento di aziende, con 1700 lavoratori, con famiglie quindi parliamo forse circa di 3 mila persone, mediamente, che avranno dei problemi e la responsabilità poi di chi è? Dell'imprenditore di partenza o delle aziende bancarie che avevano un accordo di ristrutturazione e non hanno permesso alle aziende di lavorare? Qua c'è un problema serio perché, o la magistratura ha effettuato una decisione che era quella di archiviare, che era giusta e allora non si capisce cosa succede, perché le banche non fanno qualcosa, non operano perché questo vincolo è venuto meno. O la magistratura ha deciso in un senso, ha voluto archiviare e le banche non operano, a questo punto per quale motivo? Sanno qualcosa che la magistratura non sapeva? Io devo fare delle ipotesi, non ci conosciamo, devo ipotizzare i vari scenari. Comunque, di fatto, il comportamento di aziende di credito che hanno libertà di agire, ma che non rispettano un accordo di ristrutturazione è qualcosa che ha una rilevanzaPag. 11 superiore a quella della singola azienda. Qua parliamo di un gruppo di aziende, e le aziende per loro stessa natura hanno una vita propria, devono poter andare avanti anche senza il fondatore. Avendo una vita propria non si può legare totalmente la vita dell'azienda alla vita dell'imprenditore o del proprietario. Per cui ritengo che supplementi di indagini e di valutazione con gli istituti di credito, che avevano sottoscritto accordi di ristrutturazione e non stanno permettendo a questo accordo di andare avanti, credo che siano una cosa dovuta.

  PRESIDENTE. Collega Buratti.

  UMBERTO BURATTI. Grazie presidente. Intanto ringraziamo il dottor Bulgarella per la sua testimonianza. Credo che come lui tanti altri imprenditori purtroppo si sono trovati in situazioni di questo tipo. Vorrei rifarmi a ciò che diceva il senatore De Bertoldi, all'inizio del suo intervento, in cui diceva che molte volte purtroppo è successo, e a volte ha riguardato anche colleghi impegnati in politica, nelle istituzioni, che sono stati subito condannati ancor prima di aver ricevuto avvisi di garanzia, oppure solo in base a delle voci, o ancora solo perché avevano avuto un avviso di garanzia. Allora qua c'è un discorso, forse, di atteggiamento e di cultura anche da parte di tutti noi, dovrebbe essere la regola generale, come ci vuole garantire anche la nostra Carta costituzionale rispetto a ogni singolo individuo, ogni singola persona. Questo purtroppo spesso non accade. Come relazionato nel documento che ci è stato consegnato, si attivano tutta una serie di procedure, e poi un imprenditore si trova con un atteggiamento da parte delle banche che intervengono andando a chiudere, e senza avere un rapporto con le banche, sappiamo e lo abbiamo purtroppo verificato durante il periodo del lockdown, con situazioni sicuramente meno importanti dal punto di vista degli importi, ma tanti piccoli commercianti si sono trovati in difficoltà perché avevano sulle loro spalle delle situazioni di contenzioso con gli istituti bancari che improvvisamente gli hanno chiuso i rapporti, e quindi si sono trovati senza poter agire, senza gli affidamenti. Tutto questo ha riguardato molti imprenditori. Da lì l'intervento, che poi il Governo più volte e a più riprese ha fatto, proprio per venire incontro a quelle situazioni.
  Per ritornare alla vicenda del dottor Bulgarella, delle sue aziende, effettivamente anche il collega che mi ha preceduto ha rappresentato una situazione rispetto al piano di ristrutturazione, quindi alcuni interrogativi sui quali forse è meglio andare ad approfondire, per comprendere il procedimento seguito, quali sono quegli impedimenti o quello che c'è stato, che ha creato una condizione, come ci è stato testimoniato direttamente dal dottor Bulgarella, di non poter avere nessun conto corrente aperto in una situazione di estrema difficoltà imprenditoriale, ma anche personale, come individuo.
  Io credo che su tutte queste questioni che sono emerse, da parte nostra, come Commissione e come legislatori, sia importante intervenire. Come più volte mi sono trovato a dire, non vorrei anche ripetermi, le lezioni inutili di Einaudi che ci diceva prima conoscere, poi discutere e poi deliberare. Quindi conoscendo, entrando, come facciamo oggi, in quella che è la realtà, il vissuto di molte persone, può essere utile per intervenire e quindi per creare quelle condizioni normative perché certe cose non si debbano più verificare, anche perché, lo sappiamo bene, per un imprenditore poi le risposte devono essere immediate, per poter procedere col suo piano di investimenti, con la sua attività. Quando invece non c'è una risposta immediata, quando non si riesce ad analizzare e affrontare e dare risposte concrete poi si determinano situazioni di crisi aziendali. Io credo che su tutto questo noi dovremmo intervenire. D'altra parte voglio dire, mi sia consentito, che ormai attività professionali ci hanno portato a contatto anche col sistema bancario nella sua interezza e non è che tutto il sistema bancario si comporta in questa maniera, per fortuna. Purtroppo, come ci è stato testimoniato, ci son state invece persone, che il dottor Bulgarella ha incontrato, che addirittura indicavano i professionisti, Pag. 12cose che secondo me un istituto bancario certamente non deve fare.

  PRESIDENTE. Sì, infatti. Senatore Laus, prego.

  MAURO ANTONIO DONATO LAUS. Grazie, Presidente. Io per economia di tempo evito di fare alcune analisi che sono state già fatte dai miei colleghi e in cui mi riconosco pienamente, a partire dall'ultimo intervento del collega Buratti, che diceva che le sentenze, spesso, per chi fa politica è, non la fine del processo, ma l'inizio. Però qui apriremmo un dibattito, non ne usciamo più. Per stare nel sentiero di questa audizione, intanto la ringrazio, ho letto velocemente le carte, perché stamattina ne sono venuto in possesso, le faccio solo una domanda. Nella pagina 7, si parla delle istanze di fallimento: in pratica il gruppo UniCredit presenta istanza di fallimento in danno delle dodici società del gruppo verso cui era esposta, istanza di fallimento poi peraltro desistita. Abbiamo UniCredit che fa istanza di fallimento perché c'è una fotografia, deduco, mi piace pensare che l'istanza di fallimento venga fatta sulla base non del «giudizio» in corso, ma sulla base della fotografia dei numeri. Quindi si fa istanza di fallimento poi a un certo punto desiste, ritira e dice: «No, va beh. Okay, ragioniamo». Che è successo? Non capisco.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Glielo spiego subito sono due i motivi: fare bella figura col PM.

  PRESIDENTE. Facciamo terminare prima al senatore Laus tutte le domande e poi do la parola a lei, prego.

  MAURO ANTONIO DONATO LAUS. Ho quasi terminato. Non essendo io, a differenza di alcuni colleghi fiscalista o commercialista, delle procedure magari non conosco bene i dettagli. Però seguendo un'organizzazione logica del pensiero, per arrivare a fare l'istanza di fallimento l'istituto è preoccupato e dice: «No, qui io perdo tutto». Poi a un certo punto si ritira l'istanza, e allora la domanda è, solo perché non sono riuscito a capire, è successo qualche cosa? Grazie.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Posso rispondere?

  PRESIDENTE. Prego.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. I motivi sono due: il primo è un motivo che io giustifico, farsi bello col PM perché erano coinvolti con me, nel senso che questa inchiesta nasce perché oltre alla mafia, l'UniCredit mi favoriva. Cito quello che ha detto Di Noia: «Ma signori miei, signor Presidente, ma quale accordo se Bulgarella non ha avuto mai un accordo? Bulgarella ci sta attaccando, perché chiede di essere rimborsato dei soldi che noi gli abbiamo rubato». Di Noia, non l'ho detto io. Si va da 6 milioni a 9 milioni, senza considerare l'usura, tant'è vero che l'UniCredit poi mi ha riconosciuto circa 15 milioni. Questo per giustificare e allontanarsi dalla mia posizione e mi sembra anche giusto.
  L'altro è il loro obiettivo. L'obiettivo delle banche, voi sicuramente ne capite più di me, è quello di fare l'articolo 67, o il 182, e non avere più responsabilità ed essere blindati. E ci sono riusciti, io sono solo, con la bicicletta vado contro un camion. Non ce la posso mai fare, ecco perché ho dovuto fare il 182, forse lei mi capisce bene. Ecco qual è il motivo, due sono i motivi. Poi non so se posso dire un'altra cosa.

  PRESIDENTE. Prego, sulla base delle domande fatte.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Per quanto riguarda la mia situazione, io ho delle società in cui non ho rapporti con le banche, ma non mi aprono lo stesso un conto corrente. Le ipotesi sono due: o perché è rimasto questo alert «rischio riciclaggio», da cinque anni, che può essere una fesseria, l'hanno messo lì, il computer e i programmi che fanno non li leva nessuno, non ci pensa nessuno. Un'attività produttiva, un imprenditore è carne da macello ormai, non si interessa nessuno. Quindi uno può essere questo, Pag. 13oppure le contestazioni, che io ho vinto, mi hanno restituito i soldi. Uno dei due. Io penso che sia questo alert, perché quando leggono Bulgarella, mentre prima ero coccolato dai vari direttori, degli amministratori delegati, ora c'è questo alert, c'è un senso di rifiuto da parte di tutti. Per questo dico è una cosa grave.
  Se poi posso aggiungere qualcosa su quello che ho sentito. Per esempio so che c'è una proposta del senatore Siri, ma è da due anni che è ferma, voi rappresentate l'Istituzione. I crediti in sofferenza si stanno svendendo al 5, 10, 15 per cento. Perché non salvate le attività produttive? Anche farle pagare al 50 per cento non al 15. Queste sono le cose serie che oggi bisogna fare, salvate le attività produttive, i professionisti che lavorano, ci mettono la faccia, ci mettono il proprio patrimonio. Questo è oggi quello che si deve fare, ma se si parla sempre e non si fa mai, passano gli anni, le aziende falliscono dall'oggi al domani. Non io solo, ma tutti. Anzi io mi sto salvando, perché ho un'azienda sana, perché sono combattivo, perché ho i miei dipendenti che sono degli eroi, che anche se non pago lo stipendio sono lì a lavorare, ma gli altri non ce la fanno. Questa oggi è la svolta che bisogna fare, altro che parlare. Io vivo queste cose dalla mattina alla sera, e capisco benissimo, ripeto, io sono dalla parte delle banche, io adoro le banche, ma oggi le banche non ci sono più. Lei diceva «Il sistema», ma il sistema va dietro i servizi, non è come una volta che avevano un rapporto diretto, soprattutto nella mia regione non esistono più le banche vere, se li sono rubati tutti. Io sono stato testimone e da lì che incominciano i miei guai, perché io li ho attaccati da persona libera. Io l'ho scritto anche nei miei libri, faccio nome e cognome, non è il caso di dirlo adesso, perché non è giusto, ma io ho le idee chiare di questo. Quindi ecco qual è la situazione. Io spero che si metta in moto un meccanismo per fare chiarezza di queste cose, anche con un confronto diretto.
  Ringrazio sempre voi. Se avete letto la relazione, mi volete fare delle domande sono a vostra completa disposizione. Non posso ricordare tutto, ringrazio il senatore che mi ha chiesto questo fatto del fallimento, che è stato uno scandalo. Ma che cosa è successo, caro senatore? Quando fanno l'istanza di fallimento anche le altre banche mi hanno rovinato. Anche se poi c'era la desistenza, ecco perché ho dovuto in parte applicare questo strumento. Io non avevo bisogno di fare la ristrutturazione, le mie aziende sono sane, io ero regolare. Porto un esempio di una banca a Pisa, famosissime le due torri, penso che sia il lavoro più importante della Toscana, vicino l'ospedale. Sono due torri, di 100 appartamenti, un finanziamento di 24 milioni, mi chiudono il finanziamento in corso, una banca lo vende a un'altra banca, lo fa con tutti, quando c'è stata la crisi, io non ho avuto un finanziamento. Ma sa il problema quale è stato? Che io ho dovuto rimborsare la banca perché mi aveva finanziato il primo lotto con il terreno, ho dovuto rimborsare 7 milioni ai miei clienti, svendendomi tutto perché io ho una faccia, non sono i fondi speculativi che non hanno una faccia, non hanno nemmeno un'ombra! Lì bisogna controllare, cara Istituzione!

  PRESIDENTE. Grazie.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Scusate lo sfogo, non mi so controllare quando vedo queste cose, e nessuno ne parla di queste cose, nessuno.

  PRESIDENTE. Noi sì. Eccoci. Spero che ci riprenderanno tutti i media, con la stessa attenzione con cui vengono riprese altre scelte della Commissione. Io ribadisco e spero che gli stessi giornali con la stessa attenzione e gli stessi commissari, assenti per motivi personali o non personali, si occupino di far riprendere questa audizione su tutte le testate, perché questo è il nostro Paese. E quando lo Stato non abbandona questi imprenditori vuol dire che accadono anche cose come quelle che sono accadute oggi, cioè che l'ingegner Bulgarella è qui da noi a raccontare la sua storia, ma che tutta la Pag. 14macchina si mette in moto per portare avanti questa istanza, che la Commissione Banche intende tenere sempre sul banco, che continua a seguire attraverso il sistema di segnalazione, attraverso la documentazione che è arrivata a supporto, al di là dell'audizione, che è il materiale che è agli atti della Commissione. Quindi non si esaurisce qui la nostra attività, continueremo a seguire la vicenda e faremo ulteriori audizioni, come facciamo per tutti. La Presidente è pronta a raccogliere le istanze dei colleghi per ulteriori altre audizioni in merito all'approfondimento su questo tema. Sì prego, collega De Bertoldi, collega Buratti e poi chiudiamo.

  ANDREA DE BERTOLDI. Brevemente, per chiedere se magari in modo secretato, può l'ingegner Bulgarella farci riferimento in modo più puntuale, anche a nomi ed episodi, che lo coinvolgono soprattutto in questa fase, nelle quali le banche, o la banca, non lo so, non sta dando un riscontro, a suo dire, corretto, in modo che eventualmente poi noi possiamo decidere di entrare più direttamente sul punto. Questo ovviamente in modo secretato.

  PRESIDENTE. Collega Buratti, dica la sua, e se l'ingegner Bulgarella ci dice questi ulteriori dettagli in seduta segreta, così poi chiudiamo. Prego collega.

  UMBERTO BURATTI. La domanda che volevo farle è questa. Se non sbaglio lei all'inizio nella sua relazione ci diceva che ad oggi lei non ha un conto corrente aperto, giusto?

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Ci sono stati momenti dal 2015 in poi, per diversi anni al 90 per cento del mio tempo, non ho avuto mai un conto corrente, un POS. Accumulavo perché i miei alberghi non li potevo gestire, li davo in gestione, accumulavo questi affitti e non potevo nemmeno versarli. Attualmente alcune società sono riuscite, pagando delle parcelle esose a un avvocato, a farmi aprire a una banca di Milano, una banca privata. Ma la banca privata è banca privata, puoi fare soltanto i versamenti, non puoi fare altre cose, non puoi fare i movimenti. Ogni volta devo andare lì a versare, ogni volta che faccio un versamento per le tasse devono avere la mia autorizzazione. È una cosa un po' difficile. Qualche conto corrente ce l'ho, l'UniCredit dopo che l'abbiamo minacciata di danni, perché con UniCredit noi abbiamo una causa grossa, ci ha aperto i conti nel 2021, però adesso ha scritto che il 18 di marzo li chiude. Siamo sempre in trattativa ma le trattative costano, costano i professionisti, costano che tu devi rinunziare ai tuoi diritti, non so se mi capite. Io mi sento l'Ucraina, bersagliato continuamente da tutti. Il problema è questo, ho tutti i documenti, non ho paura di dire le cose, di fare i nomi, perché ho tutti i riscontri. Però poi penso che questo alert «rischio riciclaggio» può essere pure una fesseria, perché magari il programma esce così e rovinano l'economia di una Nazione, per una parola messa male. Io ripeto, non ho avuto mai nessuna inchiesta. Io ho avuto l'inchiesta ma fasulla, nel senso che non ho avuto mai un avviso di garanzia, non sono stato mai nemmeno a processo, hanno visto le carte e basta mi hanno chiesto pure scusa, la stessa Procura. Ma infatti io ho fatto tanti lavori e penso di essere una delle imprese più grosse della Sicilia. Ma in Sicilia mai nessuna Procura. Sanno pure le pietre chi è l'impresa Bulgarella, e anche le banche. Ma oggi le banche siciliane non esistono più, siamo dei numeri. Mi adorano i preposti, i direttori di banca, ci sono stati preposti che si sono messi a piangere, però poi non possono fare nulla, perché dall'alto «alert riciclaggio». La notte non dormo, non perché io volevo fare le perizie e volevo che mi fossero restituiti i soldi che mi avevano rubato, io non l'avrei fatto mai con le banche. Sono stato costretto quando mi hanno fatto istanza di fallimento, quando mi hanno costretto a fare l'articolo 182, e allora ho fatto trentanove giudizi. Ma io non l'avrei fatto mai, perché sono una persona che sogna, una persona che lavora, una persona che Pag. 15ha una struttura, non penso mai di fare causa a nessuno.

  UMBERTO BURATTI. Mi scusi.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. A me interessa una sola cosa, lavorare in un modo sereno. L'Italia deve volere questo, perché non si può produrre con le carte, si produce se si lavora.

  UMBERTO BURATTI. Il ragionamento conseguente era: se uno non ha un conto corrente, si trova a dover gestire il denaro contante e di conseguenza si trova a fare un'altra violazione.

  ANDREA BULGARELLA, Imprenditore. Senatore, nel mio caso più che il conto corrente parlo del POS. Oltre a fare l'imprenditore e costruire gli alberghi dei recuperi d'immagine, poi per una questione di qualità, li gestivo. Mi è stata levata questa possibilità, magari il conto corrente per un periodo breve te lo danno, poi se ne accorgono, te lo levano. Il POS è l'unico strumento che può dare vita a una attività commerciale, e l'albergo è un'attività commerciale. Io posso capire la banca, fa i suoi interessi, oggi la banca non è come una volta, oggi è speculazione, e mi sta pure bene. Ma lo Stato dov'è? Non può consentire a un imprenditore vero, che lavora, che vuole pagare le tasse, di non poterle pagare. Dovevo far la ristrutturazione, l'ho fatta per alcune società, per altre non l'ho potuto fare, avendo i soldi, non potevo pagarle perché non ho il conto corrente. Questo è il dramma, forse non lo capisce nessuno perché se uno non le vive queste cose non può capire. Ma questo io da cittadino, da imprenditore non capisco. Questo è veramente assurdo, non capisco questo. Lo Stato permette di rubare? Sono d'accordo, fai quello che vuoi, ma deve permettere al cittadino onesto di poter pagare le tasse. Deve dare gli strumenti poter pagare le tasse, pagare i propri dipendenti. La posta mi ha chiuso i conti, non mi dava i soldi. Mi hanno rubato cinque mesi e quando sono andato a versare l'assegno la banca, questa privata, dice: «Ma guardi che il suo assegno è rubato». «Come rubato? Sono soldi miei». L'avevano messo come rubato, sono passati sei mesi prima che versassi i soldi. Di episodi così ne possono raccontare a centinaia, e non mi difende nessuno. Che devo fare? Con chi devo parlare?

  PRESIDENTE. Io propongo di passare in seduta segreta in modo tale che l'ingegner Bulgarella ci dà qualche indicazione aggiuntiva. Collega Rivolta.

  ERICA RIVOLTA. Chiedo scusa presidente, voglio che il mio intervento resti in seduta pubblica. Io ricordo che la proposta di legge Siri è depositata da due anni. Ha già avuto il parere favorevole del Tesoro, aspetta invano il parere della Banca d'Italia, quindi io penso che la nostra Commissione potrebbe sollecitare, fare presente questa cosa. È proprio il disegno di legge sul conto corrente di base che potrebbe risolvere lo stop totale a quegli imprenditori e a quelle persone che si trovano in situazioni di difficoltà, come l'ingegner Bulgarella, ma anche tanti piccoli che si trovano a non poter più fare niente.

  PRESIDENTE. Questo è un ulteriore tassello. Sicuramente ci occuperemo anche, una volta avute le coordinate, i parametri precisi, tutti i dati, di chiedere un libero parere alla Banca d'Italia se è questo il punto per cercare di dare una scossa alla procedura. Prego, collega Lannutti.

  ELIO LANNUTTI. Presidente, io ricordo, forse il senatore De Bertoldi mi può confortare, che la proposta sta in Commissione finanze e che la Banca d'Italia non ha dato parere positivo. Spero di ricordare male, ma per questo si è arenato, perché non c'è parere positivo neanche dall'ABI.

  ANDREA DE BERTOLDI. Verifichiamo.

  PRESIDENTE. Non ci limitiamo. Vediamo, speriamo che non sia così. Nel caso cerchiamo anche di capire il motivo di questo parere, se ci dovesse essere una Pag. 16forma conciliabile, vediamo, componiamo i vari punti di vista in maniera del tutto asettica, però sempre a sostegno di quello che è il nostro faro, che sono i cittadini e le imprese che devono lavorare. Una via in quella direzione si dovrà pur trovare, le istituzioni devono alla fine combaciare con gli interessi che portano avanti gli imprenditori, che poi tutti i giorni alimentano con il loro lavoro anche la macchina dello Stato, e quindi vanno fatti lavorare onestamente. A questo punto propongo di passare in seduta segreta, lei ci dice quello che ci può aiutare poi in altre sedi, con ulteriori approfondimenti. Prego.

  (Concorde la Commissione, i lavori preseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Ringrazio l'ingegner Bulgarella. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.05