XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale

Resoconto stenografico



Seduta n. 48 di Giovedì 24 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Invernizzi Cristian , Presidente ... 3 

Audizione del professor Francesco Saverio Marini, coordinatore della Commissione con compiti di studio, supporto e consulenza in materia di ordinamento di Roma Capitale insediata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, sull'assetto della finanza territoriale e sulle linee di sviluppo del federalismo fiscale:
Invernizzi Cristian , Presidente ... 3 
Marini Francesco Saverio , coordinatore della Commissione con compiti di studio, supporto e consulenza in materia di ordinamento di Roma Capitale insediata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri ... 3 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 6 
Perosino Marco  ... 6 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 7 
Marini Francesco Saverio , coordinatore della Commissione con compiti di studio, supporto e consulenza in materia di ordinamento di Roma Capitale insediata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri ... 7 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal professor Francesco Saverio Marini ... 9

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CRISTIAN INVERNIZZI

  La seduta comincia alle 8.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante il resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Audizione del professor Francesco Saverio Marini, coordinatore della Commissione con compiti di studio, supporto e consulenza in materia di ordinamento di Roma Capitale insediata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, sull'assetto della finanza territoriale e sulle linee di sviluppo del federalismo fiscale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi articolo 5, comma 5, del Regolamento della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, del professor Francesco Saverio Marini, coordinatore della commissione, con compiti di studio, supporto e consulenza in materia di ordinamento di Roma Capitale insediata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, sull'assetto della finanza territoriale e sulle linee di sviluppo del federalismo fiscale. L'audizione di questa mattina, focalizzata sull'attività della menzionata Commissione istituita dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, in seno alla quale al professore Marini è affidato l'incarico di coordinamento, è funzionale ad approfondire alcuni aspetti della disciplina dell'ordinamento, anche finanziario, di Roma capitale, che acquistano particolare interesse sul piano del federalismo fiscale e segnatamente nell'ambito di una prospettiva di riforma. D'altro canto, l'architettura ordinamentale e finanziaria di Roma capitale è già stata oggetto di puntuali disposizioni della legge n. 42 del 2009, nonché di alcuni decreti legislativi adottati in attuazione della delega contenuta nella stessa legge. Ricordo che i componenti della Commissione, in virtù di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento della Camera nella riunione del 4 novembre 2020, possono partecipare alla seduta anche da remoto. Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori, faccio presente che, in conformità alla prassi già seguita nelle precedenti sedute di audizioni, dopo la relazione introduttiva da parte del professor Marini darò la parola ad un oratore per gruppo. Conclusa questa fase della discussione si potrà valutare, in considerazione del tempo disponibile, se procedere a un'eventuale ulteriore serie di interventi, lasciando comunque lo spazio necessario per la replica. Nel raccomandare ai colleghi di contenere la durata degli interventi, invito a far pervenire tempestivamente alla Presidenza le richieste di iscrizione a parlare. A questo punto rinnovo il benvenuto al professor Marini, che ringrazio a nome di tutta la Commissione per aver accettato l'invito, e gli cedo la parola. Prego.

  FRANCESCO SAVERIO MARINI, coordinatore della Commissione con compiti di studio, supporto e consulenza in materia di ordinamento di Roma Capitale insediata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Pag. 4Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Mi limito a riassumere quella che è stata l'attività svolta dalla Commissione ministeriale, la quale Commissione ministeriale nasce in ragione del fatto che esistevano diversi progetti di revisione costituzionale, anche progetti legislativi ordinari, per la riforma dell'ordinamento di Roma Capitale. Questi progetti di revisione, così come i progetti legislativi, erano accomunati da un elemento comune che era quello di rafforzare le funzioni e la governance e di ristrutturare la governance di Roma capitale. Ovviamente, nell'andare a incidere sulle funzioni e nell'attribuire maggiori poteri a Roma Capitale, vi sono e sono stati anche considerati alcuni riflessi, anche di natura economica e finanziaria. Va detto che l'obiettivo che voleva raggiungere il Ministero era anche quello di consentire una partecipazione al processo di ristrutturazione delle funzioni di Roma Capitale anche agli enti territoriali interessati. Quindi il Ministero degli affari regionali era probabilmente la sede più idonea per mettere in confronto e in compartecipazione rispetto al processo di revisione anche Roma Capitale e la regione Lazio, che sono i due enti territoriali maggiormente interessati. Il motivo della revisione costituzionale dei poteri di Roma è sin troppo noto. Chiaramente è ben noto che tutte le capitali europee e non solo europee, in ogni caso, tutte le capitali degli Stati composti, quindi Stati federali e regionali, hanno poteri molto più forti, più accentuati rispetto a quelli che attualmente ha Roma Capitale. In particolare, chiaramente, si fa riferimento al potere legislativo, ed è su quel punto che si è maggiormente concentrato, con una analisi che poi è stata sviluppata ampiamente nella relazione che invierò alla Commissione, che si è concentrato il lavoro, almeno con riferimento alla revisione costituzionale, della Commissione. Va detto che la Commissione ha seguito, nella sua attività di studio, il doppio binario, che è sostanzialmente quello seguito dalla Commissione Affari costituzionali della Camera, presso la quale attualmente è in discussione la riforma di Roma Capitale, perché lì sono presenti sia disegni di legge costituzionale, sia disegni di legge ordinaria. La Commissione ha ritenuto che questi due binari siano, tutto sommato, binari paralleli che possono in qualche modo dialogare tra loro, nel senso che una riforma legislativa ordinaria può, in qualche modo, precedere e anticipare alcune riforme che poi possono meglio realizzarsi solo con una revisione costituzionale. Dal punto di vista della revisione costituzionale, il tratto comune, perché su quello, ovviamente, si è basato il lavoro della Commissione, dei disegni di legge già presenti in Parlamento, era quella di un'attribuzione di poteri simili a quelli delle regioni. Vi sono alcuni disegni di legge che attribuiscono la qualificazione stessa di regione a Roma Capitale, altri che, invece, si limitano a riprendere alcuni poteri delle regioni e li attribuiscono a Roma e su questa base si è mosso il lavoro della Commissione, anzitutto, per evitare il possibile ostacolo dell'articolo 132 della Costituzione. Con l'aggravio procedimentale previsto da quell'articolo per creare una nuova regione, si è ritenuto di non attribuire, di non creare una vera e propria regione, Roma, all'interno della regione Lazio, ma di limitarsi a prevedere solo alcune, pur qualificanti, funzioni tipiche delle regioni per Roma Capitale. Anzitutto, la prima e più qualificante funzione è la funzione legislativa. L'idea, anche qui, ripresa da alcuni disegni di legge che già esistono in Parlamento è quella di riconoscere la funzione legislativa nelle materie di competenza concorrente della regione Lazio, ad eccezione, forse, della funzione più qualificante che è quella in materia sanitaria. Questo per un ovvio motivo, perché ovviamente i bilanci regionali si incentrano soprattutto sulla materia sanitaria e quindi, ovviamente, spostare tutta la competenza significava in qualche modo creare un buco all'interno della regione Lazio. Peraltro, la sanità nella regione Lazio ha dato prova di un buon funzionamento e la dimensione regionale non è stata di ostacolo, quindi da questo punto di vista la scelta sembrerebbePag. 5 abbastanza opportuna e, peraltro, l'utilità di un rafforzamento dei poteri di Roma si giustifica soprattutto per il ruolo della sua funzione di capitale della Repubblica. Uno dei problemi che la Commissione si è posta, è quello di evitare, ovviamente, anche i problemi di natura transitoria, cioè il rapporto soprattutto tra l'eventuale futura legislazione di Roma e la vigente legislazione della regione Lazio. Da questo punto di vista si è preso a modello, un modello che esiste in Germania e che, in parte, esiste anche a livello di Unione europea nei rapporti con gli Stati membri, che è il modello di legislazione per differenza o derogatoria, cioè si è ipotizzato che Roma potesse godere di poteri legislativi in deroga alla legislazione del Lazio. Questo cosa consentirebbe, ovviamente? Consentirebbe, da un lato, di prevedere l'attribuzione di poteri legislativi soltanto nel momento in cui Roma capitale avverte delle specificità tali da necessitare di una normativa derogatoria rispetto a quella laziale. Per il resto, invece, continuerebbe ad applicarsi la legislazione che già è oggi vigente. Ovviamente, per risolvere gli eventuali contrasti tra legislazione laziale e legislazione romana, si applicherebbe il normale criterio cronologico. Quindi, se entrasse in vigore una successiva legge della regione Lazio, si applicherebbe essa, salvo eventuali successive deroghe da parte di Roma Capitale. Inoltre, sempre al fine di assicurare – perché questo è un obiettivo essenziale proprio per il fatto che Roma è, poi, al centro della regione Lazio – il pieno coordinamento tra questi due enti, la regione Lazio e questa Roma rafforzata, si è prevista una Commissione paritetica che dovrebbe, in qualche modo, assicurare il miglior coordinamento tra i vari livelli di governo. Inoltre, questa Commissione dovrebbe anche assicurare la possibilità non soltanto di attribuire anche una forma di regionalismo differenziato – cioè nuove funzioni rispetto a quelle previste dall'articolo 116, quindi dare attuazione anche per Roma capitale al 116, l'idea riguarda ovviamente e soprattutto il tema della tutela dei beni culturali – ma anche di riconoscere condizioni particolari, di prevedere risorse aggiuntive per finanziare le funzioni, proprio, relative al ruolo di Roma Capitale. Anche da questo punto di vista, appunto, questa Commissione paritetica dovrebbe svolgere una funzione di impulso e consultiva. Infine, coerentemente con l'attribuzione di funzioni legislative, vi sarebbe anche la proposta di attribuire a Roma la possibilità di sollevare questioni di costituzionalità davanti alla Corte e di resistere a eventuali impugnazioni sulle proprie leggi. Quanto alla via ordinaria, l'obiettivo è di viaggiare parallelamente. Chiaramente, la via ordinaria ha potenzialmente un procedimento molto più rapido e, quindi, se ne ipotizza una approvazione immediata, precedente rispetto alla revisione costituzionale. Quindi, in qualche modo, questa legislazione ordinaria dovrebbe anticipare alcuni contenuti che poi saranno meglio realizzati con la revisione costituzionale. Quindi, ci si è mossi sostanzialmente sullo stesso approccio. Dal punto di vista della fonte, diciamo, la fonte preferita sarebbe quella del decreto legislativo, quindi, sostanzialmente, si tratterebbe di approvare una legge delega, anche perché questo ancora una volta consentirebbe, nel passaggio dalla legge delega al decreto legislativo, di coinvolgere gli enti territoriali interessati anche, eventualmente, attraverso la costituzione della stessa Commissione regione Lazio-Comune di Roma che, chiaramente, potrebbe esprimere dei pareri anche nell'identificazione dei trasferimenti delle funzioni, in questo caso amministrative e regolamentari, che si potrebbero immediatamente realizzare attraverso la legislazione ordinaria. Quindi, un trasferimento di funzioni che per il momento, come sappiamo, è già previsto dalla legge sul federalismo fiscale, ma che non è mai stato pienamente attuato e non è mai stato pienamente attuato perché all'epoca, ovviamente, regione Lazio e Roma Capitale, quando si arrivò a trasferire le funzioni, non riuscirono a mettersi d'accordo e il Governo centrale ritenne di non assumersi la responsabilità di superare i contrasti tra i due enti territoriali. Chiaramente,Pag. 6 uno degli obiettivi che si potrebbe realizzare già a legislazione vigente sarebbe quello di una modifica della governance e di una modifica, anche, dei rapporti tra Roma Capitale, il comune di Roma, e gli enti sub comunali, cioè i Municipi. Attualmente, i Municipi sono enti pubblici territoriali di decentramento del Comune, ma godono di pochissima autonomia, soprattutto hanno bilanci derivati. Uno degli obiettivi, appunto, della legislazione ordinaria potrebbe essere quello, invece, di rafforzare questi enti decentrati, attribuendogli maggiore autonomia e, soprattutto, attribuendogli dei bilanci autonomi. Sono, poi, previste due ulteriori e importanti modifiche prospettiche su cui si potrebbe utilmente lavorare. Una è quella del potere di delegificazione, quindi attribuire non soltanto potestà regolamentare e amministrativa, ma attribuire a Roma Capitale anche dei regolamenti di delegificazione rispetto alla legislazione della regione Lazio e alla legislazione nazionale e, diciamo, l'altro aspetto è quello del rapporto tra Città metropolitana e provincia, cioè l'idea è di attribuire direttamente al comune di Roma i poteri, non soltanto comunali ma anche quelli della città metropolitana, prevedendo, invece, una provincia che comprenda gli altri comuni dell'attuale città metropolitana di Roma, quindi ristrutturando il rapporto attuale tra Città metropolitana e comuni limitrofi al comune di Roma. Queste sono le proposte che sono venute fuori dalla Commissione, la quale Commissione, come dicevo, è stata composta in modo non soltanto, ovviamente, da prevedere una componente strettamente tecnica. Chiaramente, nella composizione si è utilizzata anche una componente tecnica in parte di area, tenendo conto delle indicazioni dei principali partiti presenti in Parlamento, ma anche tenendo conto delle indicazioni degli enti territoriali, nel senso che erano presenti in Commissione degli esponenti che sono stati indicati rispettivamente da Roma Capitale e dalla regione Lazio. Questi esiti sono stati esiti condivisi all'unanimità dalla Commissione, cioè, non ci sono state valutazione a maggioranza, si è raggiunta una sintesi abbastanza agevolmente e questo, in qualche modo, fa ritenere o comunque rafforza l'auspicio della Commissione che poi si possa raggiungere una sintesi altrettanto agevolmente, anche in sede parlamentare.

  PRESIDENTE. La ringrazio, professore. Si è iscritto a parlare il senatore Perosino. Prego.

  MARCO PEROSINO. Grazie, Presidente. La ringrazio della sua esposizione, che è comprensibile anche a chi non è romano e non conosce per bene quei problemi. Rispetto a quello che ha detto, mi permetto di fare due commenti, così, di contributo. Sì, è un problema, perché Roma, vuoi anche per le dimensioni in termini di abitanti, il fatto dei municipi... sento sovente quando capitano certi fatti di competenza del Municipio numero... e penso anche alle schede elettorali per i municipi, più quelle del comune, più quelle della regione, magari, contestuali, delle lenzuolate di cose molto difficili per l'elettore comune. Quindi, è una città che, essendo la capitale, ha questo enorme problema che è conosciuto. Ieri ho conosciuto l'assessore al ciclo dei rifiuti, e ha anche altre deleghe; certo l'agricoltura e l'ambiente rispetto ai rifiuti sono un divertimento, per dire. Questo è un problema che andrebbe affrontato, magari, con qualche consulenza di città che funzioni, ma non è facile, ammetto. Rispetto a quello che ha detto Lei, Lei ha parlato di funzione legislativa nelle materie di competenza regionale, eccetto sanità, e su questo sono d'accordissimo, la ritengo una scelta giusta. Già ieri parlavamo di sanità rispetto al regionalismo differenziato, ecco, la sanità, materia delicatissima, anche per uniformità soprattutto nei casi drammatici che abbiamo vissuto. La legislazione per differenza o in deroga ma, soprattutto, nella fase di transizione, è un escamotage corretto che si può praticare. Ha accennato, anche su questo concordo, che la tutela dei beni culturali è uno degli aspetti più delicati, perché richiede fondi, metodi, tempi, eccetera. Ecco, sotteso a tutto il discorso, credo che ci sia un grande e grave problemaPag. 7 di fondi, perché, sia per questa materia, sia in generale, per gestire una città che funge anche da capitale è un problema di fondi. Credo che ci siano sempre state nella legislazione ordinaria delle attenzioni particolari per Roma, a tutt'oggi, però, anche di questo, occorre parlare, prevedere delle norme chiare, in maniera che il comune di Roma possa programmarsi, ecco. La modifica della governance. Diceva: «I municipi godono di finanza derivata, prevedere qualcos'altro». Un'altra forma io penso di no, perché sarebbe un ulteriore grado di tassazione, si tende, anzi, a modificare le imposte. Io penso di no. Sulla separazione tra Città metropolitana e provincia sono molto d'accordo. Credo che la legge n. 56 del 2014 che ha previsto le città metropolitane sia un errore, mezzo errore, un tre quarti di errore. Avrei lasciato tranquillamente le province e in quella legge avrei anche specificato – adesso si tenta, nella riforma del TUEL di riformare – meglio le competenze delle province, ma tanto vale. Io conosco la Città metropolitana di Torino. Essendo, io, di Cuneo abbiamo qualche rapporto. Nella Città metropolitana, il Presidente è il sindaco di Torino d'ufficio e già questo era un mezzo errore. D'altronde, le elezioni per le province di secondo grado sono un altro sbaglio, fatto senz'altro per voler semplificare a tutti i costi. La Città metropolitana di Torino governa su comuni che sono a cento chilometri di distanza. Su cento chilometri non puoi, è una cosa diversa, no? Difatti è stata in vita la provincia come ente, però non ha avuto i fondi, li ha oggi in conto capitale, ne ha troppo pochi di parte corrente. Questa è una cosa da tenere presente, le province devono essere dotate di mezzi di parte corrente. Sul tema che ha accennato della delegificazione, è valido sotto tutti gli aspetti, ovunque si può fare, no? Ho notato in questi anni di esperienza parlamentare che, con le migliori intenzioni, quando si parla di semplificazione, in realtà si fanno delle leggi e o non si cambia o sono già complicate di loro, come è complicata la società di oggi, mentre, invece, la norma scritta anche, direi, di delegificazione è il linguaggio più corrente, no? Perché la devono più o meno capire tutti, perché si evita il contenzioso. Io ho proposto un emendamento sui segretari comunali, che è un problema tra tutti quelli che abbiamo e il Ministero l'ha ampliato, ma ha scritto una pagina dove, sicuramente, per capirlo bisognerà sentire pareri e puoi generare contenzioso, anche nel ramo sindacale o di interpretazione o gerarchico. E si perde tempo, oltre tutto il resto. Quindi delegificare, ma semplificare. Ho apprezzato dei contenuti positivi, la Commissione ha lavorato bene. Grazie.

  PRESIDENTE. La ringrazio, senatore. Non vi sono altri interventi da parte dei colleghi, lascio la parola al professor Marini se ritiene di dover replicare. Prego.

  FRANCESCO SAVERIO MARINI, coordinatore della Commissione con compiti di studio, supporto e consulenza in materia di ordinamento di Roma Capitale insediata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri. Condivido, sostanzialmente, tutto quello che ho sentito. Ovviamente aggiungo solo che questa esigenza si avverte oggi, secondo me, in misura ancora maggiore, perché c'è il tema dell'autonomia differenziata. Cioè, l'autonomia differenziata e in generale la riforma del 2001 chiaramente pongono un tema, da un lato, di decentramento ma, dall'altro, di rafforzare, ovviamente, il ruolo della capitale. Quindi questi, secondo me, sono due temi che, in qualche, modo dovrebbero viaggiare in modo parallelo. Sul tema della nuova tassazione, chiaramente quello sarebbe un'assurdità, creare un ulteriore livello. Però ecco creare maggiore autonomia a livello di bilancio non necessariamente comporta l'introduzione di nuove imposte a livello locale. Sul tema della semplificazione e delegificazione, ovviamente, non posso che essere d'accordo, è di tutta evidenza. C'è da dire che, appunto, la delegificazione realizzerebbe poi, anche, quel famoso principio di sussidiarietà che è evocato in Costituzione ma che trova rarissima applicazione e questo sarebbe uno dei casi, considerato che le dimensioni dei Municipi Pag. 8sono quelle di comuni di ampie dimensioni e le dimensioni, parlo di popolazione e anche di territorio di Roma capitale, sono quelle di una media regione italiana. Grazie ancora dell'invito.

  PRESIDENTE Grazie a Lei, professore. Ricordo ai colleghi che seguirà l'Ufficio di presidenza. Dispongo che la documentazione consegnata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.45.

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