XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori

Resoconto stenografico



Seduta notturna n. 22 di Mercoledì 9 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cavandoli Laura , Presidente ... 2 

Audizioni, in videoconferenza, di Laura Massaro, avvocato Lorenzo Stipa e avvocato Ilaria Boiano:
Cavandoli Laura , Presidente ... 2 
Massaro Laura  ... 3 
Cavandoli Laura , Presidente ... 11 
Boiano Ilaria , avvocato ... 11 
Cavandoli Laura , Presidente ... 11 
Boiano Ilaria , avvocato ... 11 
Stipa Lorenzo , avvocato ... 11 
Cavandoli Laura , Presidente ... 12 
Massaro Laura  ... 12 
Cavandoli Laura , Presidente ... 13 
De Lorenzo Rina (LeU)  ... 13 
Massaro Laura  ... 14 
Cavandoli Laura , Presidente ... 14 
Giannone Veronica (FI)  ... 14 
Cavandoli Laura , Presidente ... 15 
Massaro Laura  ... 16 
Cavandoli Laura , Presidente ... 17 
Massaro Laura  ... 17 
Giannone Veronica (FI)  ... 18 
Boiano Ilaria , avvocato ... 18 
Cavandoli Laura , Presidente ... 18 
Ascari Stefania (M5S)  ... 18 
Massaro Laura  ... 18 
Ascari Stefania (M5S)  ... 18 
Massaro Laura  ... 18 
Ascari Stefania (M5S)  ... 18 
Massaro Laura  ... 19 
Ascari Stefania (M5S)  ... 19 
Massaro Laura  ... 19 
Ascari Stefania (M5S)  ... 19 
Massaro Laura  ... 19 
Boiano Ilaria , avvocato ... 19 
Cavandoli Laura , Presidente ... 20 
De Lorenzo Rina (LeU)  ... 20 
Stipa Lorenzo , avvocato ... 20 
Cavandoli Laura , Presidente ... 20 
Stipa Lorenzo , avvocato ... 20 
Cavandoli Laura , Presidente ... 20 
Massaro Laura  ... 21 
Cavandoli Laura , Presidente ... 21 
Massaro Laura  ... 21 
Cavandoli Laura , Presidente ... 21 
Massaro Laura  ... 21 
Cavandoli Laura , Presidente ... 21 
Massaro Laura  ... 21 
Cavandoli Laura , Presidente ... 22 
Massaro Laura  ... 22 
Cavandoli Laura , Presidente ... 22 
Massaro Laura  ... 22 
Cavandoli Laura , Presidente ... 23 
Boiano Ilaria , avvocato ... 23 
Massaro Laura  ... 23 
Cavandoli Laura , Presidente ... 24

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA CAVANDOLI

  La seduta comincia alle 20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la web-tv della Camera dei deputati.

Audizioni, in videoconferenza, di Laura Massaro, avvocato Lorenzo Stipa e avvocato Ilaria Boiano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza della signora Laura Massaro che ringraziamo per la disponibilità e dei suoi legali, l'avvocato Lorenzo Stipa e l'avvocato Ilaria Boiano. Di norma per questo tipo di audizioni abbiamo sempre adottato la forma segreta, stante appunto l'argomento molto sensibile. Su richiesta della signora Massaro, formulata per il tramite dell'avvocato Stipa, si è convenuto in questo caso di svolgere l'audizione in forma pubblica. Chiedo perciò di mantenere tutte le necessarie cautele verbali trattandosi di un minore ed evitare in assoluto affermazioni potenzialmente lesive di terzi. Ricordo, inoltre, come di consueto che la Commissione non può porsi come sovraordinata all'autorità giudiziaria per quello che riguarda il merito della vicenda. L'inchiesta parlamentare opera con i poteri dell'autorità giudiziaria, ma con finalità di sindacato politico e non di tipo riparativo. La vicenda della signora Laura Massaro è molto nota e allo stesso tempo molto complessa. Dato anche il limitato tempo a disposizione, chiederei agli auditi di concentrarsi soprattutto sullo stato attuale e su quegli elementi che possono evidenziare falle nel sistema giudiziario di tutela dei minori, anche in relazione alle analisi di specifiche situazioni compiute da assistenti sociali e consulenti tecnici di ufficio.
  Mi limito ora a riepilogare alcuni elementi essenziali della vicenda, pregando ovviamente di integrare o correggere quanto dirò nel caso ci fossero dei rilievi. Molto schematicamente, la vicenda presenta elementi molto simili ad altre di cui la Commissione si è già occupata, in particolare rispetto al tema della collocazione del minore in una situazione di separazione difficile, in cui talora l'azione in favore del mantenimento della bigenitorialità si traduce in una forte conflittualità giudiziaria che va a scapito della tempestività e dell'efficacia degli interventi. La separazione dei genitori in questo caso risale al 2012 e porta già nel 2014 a un decreto del tribunale ordinario di Roma che dispone l'affidamento del bambino ai servizi sociali con limitazione della potestà genitoriale, collocamento presso la madre, diritto di visita per il padre. Il bambino che è nato nel 2010, nel frattempo sviluppa una malattia che comporta diverse cautele. Negli anni successivi si sviluppano una serie di procedimenti sui quali ci potranno meglio informare gli auditi con valutazioni CTU (Consulente tecnico d'ufficio) che la signora Massaro ha contestato e con una tendenza dei tribunali interessati a delineare la figura materna come ostativa al rapporto del minore con il padre. Sempre molto schematicamente, il tema critico appare già in questa fase e in tutti i passaggi successivi la valutazione del benessere del minore. Mentre i tribunali, sulla base delle CTU, delineanoPag. 3 progressivamente il ruolo della madre come di ostacolo, ci sono d'altra parte le denunce e le segnalazioni della signora Massaro di atti persecutori da parte dell'ex marito nei suoi confronti. Si sviluppa, insomma, un giudizio di adeguatezza che al di là del merito, presenta una tempistica lunghissima e un'alternanza di decisioni giudiziarie non sempre coerenti. L'11 ottobre 2019, il tribunale per i minorenni di Roma in qualche modo ribalta l'originaria impostazione disponendo l'allontanamento del minore dalla madre e il suo collocamento presso il padre. Il decreto viene appellato e in sede di Corte d'appello si decide nel 2020 che esso venga sospeso, mantenendo il collocamento presso la madre, ribadendo la frequentazione fra padre e figlio. Nel 2021 il tribunale dei minori ha sostanzialmente riaffermato la sua impostazione iniziale, disponendo la collocazione del minore in casa famiglia con la prospettiva di una futura collocazione esclusiva del minore presso il padre. Anche questo decreto è stato oggetto di ricorso, respinto dalla Corte d'appello nello scorso novembre. Ci sarebbero naturalmente molti particolari ulteriori e molte annotazioni da fare, ma credo sia più utile riservare questi approfondimenti al momento delle domande. Mi limito a rilevare come in questa vicenda vengono in evidenza – fra le tante – le questioni della tutela del minore in una situazione di elevata conflittualità e il ruolo processuale delle CTU, che sono questioni centrali attinenti all'attività della nostra Commissione. Do quindi la parola all'udita, la signora Laura Massaro. Prego.

  LAURA MASSARO. Grazie. Sostanzialmente il suo riassunto è abbastanza pertinente a quello che è accaduto, anche se molto sinteticamente perché i fatti sono tantissimi atteso che si tratta di un procedimento che ormai si protrae da nove anni. Accolgo la sua richiesta di partire dalla fine e quindi parlare di questo vigente decreto di allontanamento che incredibilmente è stato riemesso dal tribunale per i minorenni di Roma a solo un anno dalla revoca del precedente del 2019 di cui lei faceva menzione da parte della Corte d'appello di Roma. Il decreto di allontanamento del 2019 è stato revocato e non sospeso e la sentenza è definitiva, è passata in giudicato atteso che nessuno fece ricorso per Cassazione. La sentenza disponeva degli interventi da parte sia della tutrice nominata dal tribunale per i minorenni nel 2019 sia da parte dei servizi sociali che da parte di uno psicoterapeuta che era incaricato di seguire il bambino. Cosa succede? All'emissione di questa sentenza d'appello del gennaio del 2020 fin dalla prima udienza utile dopo l'emissione di questa sentenza — quindi già in marzo — io mi sono ritrovata in sede di udienza con una nuova richiesta della controparte di collocare mio figlio in casa famiglia sebbene la sentenza d'appello del 2020 avesse revocato questa misura terribile che era stata adottata nel 2019 per delle motivazioni non solo molto gravi e importanti, ma ben motivate. Tra queste in primis per un rischio della salute psicofisica per mio figlio scaturente da un trauma inevitabile a seguito di un allontanamento per giunta coatto quindi con l'utilizzo della forza pubblica e per un mancato bilanciamento del rischio rispetto al beneficio cioè di una riacquisizione di rapporto del bambino con il padre quindi. Non hanno valutato il bilanciamento sul rischio che si correva rispetto al beneficio che si voleva ottenere da questa misura così terribile. C'era anche un'infattibilità, una ineseguibilità di quel decreto perché già nelle more della vigenza di quel decreto di allontanamento i servizi sociali avevano comunicato al collegio che lo aveva emesso il fatto che loro non potessero ottemperare a tutte le richieste che quel decreto di allontanamento prevedeva. Nella fattispecie in particolare anche il fatto di reperire educatori h 24 che sarebbero dovuti stare a casa del padre, dove il bambino inizialmente in quel decreto dell'ottobre 2019 veniva collocato. Erano stati assegnati educatori h 24 7 giorni su 7, ciò a significare che c'era bisogno evidentemente di supporto anche durante la notte e l'orario scolastico del bambino, i sabati e le domeniche. I servizi sociali avevano già dato un segnale di non poter fornire quello che il tribunale richiedeva proprio per questioni di delibere comunali, non ne avevano la possibilità. Inoltre avevanoPag. 4 già comunicato alla giudice direttamente con una relazione il fatto che avevano interpellato la ASL del nostro municipio. Il medico legale della ASL, letta la documentazione medica di mio figlio, aveva assolutamente sconsigliato un allontanamento. Nonostante tutti questi allarmi nessuno aveva pensato di sospendere quel decreto in attesa della corte d'appello e lo ha revocato appunto la Corte d'appello. Il decreto d'appello del 2020 prevedeva appunto che mio figlio venisse seguito per un supporto psicologico dall'ospedale Gemelli di Roma, dove io ho portato mio figlio. L'ospedale già in precedenza – quindi mesi prima – interpellato dal servizio sociale aveva dichiarato di non avere disponibilità per quel tipo di percorso psicologico che avevano richiesto per mio figlio. Loro potevano eseguire solamente un inquadramento diagnostico per prendere poi in carico eventuali pazienti, cosa che è avvenuta. Io ho portato per l'ennesima volta in questi anni mio figlio ad essere periziato. Da questi test psicodiagnostici, ma anche cognitivi che gli sono stati fatti in un reparto di neuropsichiatria il bambino è risultato totalmente in assenza di qualsivoglia segnale o accenno di psicopatologia o problematica di qualsivoglia natura men che meno cognitiva, atteso che il bambino è risultato con quoziente intellettivo superiore anche alla media dei bambini della sua età. Nonostante questo io mi son sentita dire che non avevo ottemperato a questa richiesta, quindi cosa succede? Il Gemelli a fronte di una mancata diagnosi non poteva ovviamente come struttura pubblica prendere in carico mio figlio. Io ho chiesto per iscritto al tribunale per i minorenni per tramite dei miei legali che mi fosse consentito di avere uno psicologo un pochino più vicino alla nostra abitazione. Oggettivamente era un calvario ogni volta per noi perché l'ospedale è distante più di un'ora di viaggio rispetto alla nostra zona di residenza e quindi anche per venire incontro alle esigenze di vita del bambino; inoltre l'ospedale non forniva questo tipo di servizio e avevo chiesto se si potesse andare anche da uno psicologo privato dove avrei portato il bambino per questo supporto psicologico. Un supporto psicologico che mio figlio deve avere, secondo gli organi giudiziari, per un problema di alienazione parentale, nel senso che questo aveva rilevato la CTU a cui farò riferimento a breve. Il tribunale mi nega questa possibilità e negandomi questa possibilità parte l'accusa nei miei confronti di non volere ottemperare al decreto d'appello del 2020. Questo decreto prevedeva che il programma di incontri che si dovevano verificare con il padre – inizialmente alla presenza di un educatore e comunque solo per il tragitto da scuola a casa materna, la casa di residenza del bambino – doveva essere valutato nella frequenza e credo anche nelle modalità proprio dallo psicoterapeuta dopo aver avuto un certo percorso con mio figlio. In seguito, di concerto con le indicazioni dello psicoterapeuta, la tutrice di mio figlio doveva stilare un programma di incontri- coadiuvata dagli operatori dei servizi sociali che dovevano mettere a disposizione un educatore. Non lo hanno mai messo a disposizione per problematiche inerenti a questioni di appalto del centro famiglie del nostro municipio e ricorsi al TAR, quindi problematiche assolutamente non afferenti a mia volontà o a miei comportamenti. Questo programma di incontri in realtà non è stato mai stilato. Nelle more va anche detto che in Italia è scoppiata la pandemia e ci sono stati mesi di lockdown per cui tutto si è interrotto. Mio figlio ha continuato naturalmente a vivere con me come ha sempre fatto dalla nascita e i soggetti istituzionali sono completamente spariti in quel periodo di lockdown. Mentre oggi gridano allo stato di pericolo di mio figlio a stare con la sottoscritta, in quel frangente nessuno si è assolutamente preoccupato di che cosa stesse facendo mio figlio. L'unica persona che ha mantenuto contatti con noi è stato l'assistente sociale che era stato incaricato da circa un anno e mezzo il quale finché ha potuto ha fatto le visite domiciliari. Quando si sono sospese inevitabilmente per la pandemia, comunque ha mantenuto contatti telefonici sempre sia con me che direttamente con mio figlio. Quando è stato possibile, ha ripreso le visite domiciliari. L'ottemperanza del decretoPag. 5 del 2020 viene a me contestata, ma io in realtà ho fatto tutto quello che quel decreto prevedeva. Ho portato mio figlio in psicoterapia perché successivamente il tribunale per i minorenni, mesi dopo aver rigettato la mia richiesta di poter andare da uno psicologo privato, ha nominato un centro privato più vicino alla nostra zona di residenza, anche se non propriamente in quella, ma comunque privato. Io avevo iniziato a portare lì mio figlio periodicamente a cadenza quindicinale per avere dei colloqui con lo psicoterapeuta. A fronte di questo contestualmente il tribunale per i minorenni decide per sopperire alle carenze, all'inerzia della tutrice di mio figlio e nomina una terza CTU, che è una CTU che loro definiscono «trasformativa non valutativa», ma non si è mai capito bene che ruolo dovesse avere questa ennesima esperta nella nostra vicenda. Questa psicologa si è espressa con delle valutazioni assolutamente fuori da ogni logica, perché comunque mi è stato contestato anche il fatto che durante i colloqui cercavo di riportare le persone a quello che era il contenuto di quella sentenza d'appello, che, invece, tutti volevano reinterpretare a loro maniera pur di cercare di ritornare all'allontanamento di mio figlio. A fronte di questo la psicologa nominata come CTU, che doveva solo organizzare questi incontri, pretendeva di far fare a mio figlio un doppio percorso psicologico. Quindi mio figlio si sarebbe ritrovato praticamente quattro o cinque giorni alla settimana a doversi recare sia al centro dove già stava facendo la psicoterapia sia dalla CTU per fare ulteriori colloqui, il cui fine onestamente non si è mai ben capito.
  Quello che noi abbiamo fatto per quanto riguarda il mio diritto di difesa, quindi tramite i miei legali, è stato innanzitutto contestare questa nomina di una terza CTU che non era assolutamente prevista neanche dal decreto d'appello, perché lì nessuno prevedeva che si dovesse fare l'ennesima valutazione.
  Nessuno ha ritenuto di dover porre la tutrice del bambino dinanzi al fatto che non stesse ottemperando al suo ruolo, cosa che è stigmatizzata anche in più di una relazione del servizio sociale, che si è visto completamente abbandonato anche in questa sorta di collaborazione che ci sarebbe dovuta essere tra il tutore e i servizi. I servizi non hanno messo a disposizione per problemi contingenti l'educatore, come spesso purtroppo accade nei servizi sociali.
  In tutta questa bagarre io mi sono ritrovata il 4 di giugno del 2021 con un nuovo terrificante decreto di allontanamento che prevede il collocamento di mio figlio in una struttura a tempo indeterminato, rescinde completamente contatti di qualsiasi genere fra me e mio figlio sine die, quindi a tempo indeterminato io non saprei più neanche dove mio figlio finisca, e mi fa decadere dalla responsabilità genitoriale, adducendo come motivazione il fatto che io non avrei ottemperato ai dettami del decreto d'appello del 2020, quando ci sono prove documentali che io ho portato mio figlio ovunque mi sia stato richiesto, ma che oggettivamente alcune figure preposte a fare delle cose non le hanno fatte. Chi non ha fatto delle cose non è stato mai messo dinanzi alle sue responsabilità, bensì le lacune di queste figure istituzionali sono state ribaltate sulla sottoscritta.
  Noi proponiamo un ricorso in appello, chiedendo contestualmente una sospensiva. In quattro giorni la corte d'appello di Roma rigetta un ricorso di 150 pagine con non ricordo precisamente quanti allegati, quindi con prove documentali di tutto quello che io sto dicendo, a dimostrazione del fatto che io avessi sempre fatto, come ho sempre fatto anche negli anni passati, tutto quello che mi veniva imposto di fare, volente o nolente l'ho fatto e ho sempre ottemperato a quello che le istituzioni mi dicevano, ma anche questo è stato usato contro di me.
  Al rigetto di questo ricorso, il 9 di luglio viene confermato il decreto di allontanamento. A quel punto noi proponiamo un ricorso per Cassazione e possiamo reiterare la richiesta di sospensiva, anche perché tengo a sottolineare un fatto. Mio figlio è un bambino iperteso, ha avuto nel 2014 un ricovero di un mese, dove ha rischiato veramente di lasciarci la pelle ed è in cura farmacologica da allora, quindi dall'età di quattro anni. La stessa corte d'appello nel Pag. 62020 stigmatizza il comportamento del padre nei confronti di questa patologia, nel senso che si rileva come venga negato o minimizzato lo stato di salute di mio figlio dal padre anche nella fase acuta della sua malattia. Quindi la corte d'appello rileva un rischio per la salute psicofisica di mio figlio e io mi sono ritrovata con uno stesso decreto e con richieste da parte del padre di collocare il figlio, sapendo che il rischio grave a cui questo bambino andava incontro, un mese dopo l'emissione del decreto che revocava l'allontanamento.
  Qui c'è anche un rischio conclamato che ormai più di una persona e più di un professionista medico ha messo nero su bianco. Ci sono le perizie medico legali, ci sono i pareri del pediatra del bambino che lo segue da quando ha 10 mesi, ci sono i pareri di questo medico della ASL (Azienda sanitaria locale) interpellato direttamente dai servizi sociali. Io non so neanche che faccia abbia, ma dichiara per iscritto in una relazione dei servizi di aver letto gli incartamenti, quindi le cartelle cliniche, e di essere assolutamente spaventato rispetto a quelle che potevano essere le conseguenze sulla salute di mio figlio a fronte di un allontanamento e soprattutto facendolo in quella maniera coattiva.
  Noi proponiamo questa sospensiva adducendo tutte queste motivazioni alla corte d'appello e viene fissata un'udienza per la sospensiva a settembre del 2021, il 21 settembre, se non erro. I miei legali si presentano in udienza e lì seduta stante viene comunicato che l'udienza veniva rinviata a novembre, perché avevano rilevato in quel momento una incompatibilità di due giudici onorari che componevano il collegio che doveva decidere la sospensiva.
  A novembre, alla nuova udienza la sospensiva ci viene rigettata nonostante il parere positivo alla sospensiva stessa e previa lettura delle carte, come scrive il PM nel suo parere. Tra l'altro questo parere del PM favorevole alla sospensiva era datato 9 settembre ed è stato reso noto alle parti, quantomeno a noi, a novembre. Non è stata data motivazione dal collegio giudicante che doveva decidere la sospensiva sul perché si discostava da questo parere positivo del PM sulla sospensiva e quindi hanno lasciato praticamente mio figlio a vivere nel terrore di un prelevamento. Questa è la situazione.
  Per tornare alle tematiche che forse sono di interesse di questa Commissione, mi preme rilevare che questo baratro per noi è iniziato nel 2013, ma è degenerato irrimediabilmente da novembre del 2018, ovvero dall'emissione della relazione della consulente tecnica d'ufficio nominata al tempo, quindi nel 2018, che era la seconda consulenza che io e mio figlio subivamo.
  Questa consulente tecnica si è intanto macchiata di gravi fatti, nel senso che la relazione contiene delle alterazioni gravissime dei riferiti di mio figlio, che sono proprio completamente riportati all'opposto di quello che mio figlio ha detto, ci sono omissioni molto gravi, ci sono diffamazioni nei confronti della sottoscritta, atteso che, negli anni precedenti alla nomina di questa consulente tecnica, nessun giudice, nessun assistente sociale – credo siamo a una ventina di operatori dei servizi sociali che via via sono cambiati negli anni –, nessun educatore e nessuna cooperativa che gestiva gli incontri protetti padre-figlio ha mai rilevato carenze genitoriali nella sottoscritta o ha mai ravvisato maltrattamenti incuria o carenze di nessun genere né azioni nocive da parte mia o della mia famiglia verso mio figlio, anzi hanno sempre rilevato un comportamento persecutorio e stalkerizzante del padre del bambino nei miei confronti ma anche nei confronti del figlio.
  Ci tengo a ricordare che io mi sono separata per una situazione di violenza domestica e non per conflittualità nei confronti del padre, anzi subisco un assedio da questa persona da quasi ormai nove anni e mezzo. Ormai siamo a 30 denunce sporte da questo signore nei miei confronti, di cui 24 già archiviate e una pendente con richiesta di archiviazione, dove i PM, nel motivare l'archiviazione, dicono che questa persona sporge querele a ogni minimo disaccordo per futili motivi, con motivazioni che non sono assolutamente concrete, quindi sono denunce strumentali nei miei confronti. Sono stati denunciati i nonni materniPag. 7 anche loro per inottemperanza dei decreti di cui non sono destinatari peraltro, quindi noi siamo sotto un assedio. Io ho subìto uno stalking non solo personale ma anche giudiziario da cui da nove anni mi devo difendere e mi sto difendendo.
  Quello che mi lascia basita è che a fronte di una querela sporta nei confronti della consulente tecnica per queste gravissime omissioni, falsità eccetera prodotte nella sua relazione, sono trascorsi tre anni da quella denuncia e non solo quella perizia ha fondato il decreto che affidava a mio figlio al tutore nel luglio del 2019, ma anche il decreto di allontanamento dell'ottobre 2019. Questo è chiaramente, checché se ne dica, scritto nero su bianco nella sentenza d'appello del 2020 che dice che la CTU della dottoressa Tal dei Tali nominata nel 2018 fonda i decreti numero tot e numero tot, quindi l'affidamento al tutore, la sospensione della responsabilità genitoriale al tempo e l'allontanamento di mio figlio.
  Nessuno ha pensato di invalidare questa CTU sebbene penda sulla psicologa una richiesta di rinvio a giudizio della procura per falso ideologico in atto pubblico.
  La prossima udienza ci sarà il 30 di marzo, sono trascorsi ripeto tre anni, due di indagini e uno in cui vige questa richiesta di rinvio a giudizio, in cui tutti al tribunale per i minorenni hanno continuato a ritenere valida, come se niente fosse successo, quella perizia che mi accusa di alienazione parentale.
  Qui stiamo ancora in situazioni in cui, dopo che la comunità scientifica si esprime, dopo che si esprime il Parlamento europeo e si esprimono in ogni dove, si porta via un figlio a una madre che non è stata mai ritenuta pregiudizievole per suo figlio, ma in verità per nessuno al mondo. A fronte di relazioni plurime dei servizi sociali che contrastano le richieste del padre di allontanare il bambino e collocarlo in struttura, io credo che forse sono l'unico caso, ma non so se ne esistono altri, in cui più di una relazione del servizio sociale non viene tenuta in considerazione.
  Mi sembra come se si sia cercato di scegliere gli elementi, a volte anche creandoli un po' ad hoc, quando non esistenti, per giustificare una sottrazione di mio figlio da me, perché, a parte questa prima relazione della CTU del 2018, prima del 2018 non esiste un solo documento dove ci sia scritto che mio figlio è in pericolo a stare dove sta o abbia qualsivoglia problematica. Ci sono plurime dichiarazioni dei servizi sociali e degli educatori... Io ho avuto l'educatore domiciliare per un anno a casa mia due volte a settimana per cercare di convincere il bambino ad andare agli incontri protetti con il padre. Questi incontri protetti sono stati comminati dal dai tribunali, non li ho decisi io, li hanno richiesti i servizi, sono stati sempre avallati come richiesta dai giudici e sono stati protratti fino al 2019 e sono stati perfino ridotti di frequenza nel tempo anche per il fatto che il bambino aveva grandissima sofferenza durante questi incontri protetti fino ad arrivare da parte dei servizi a chiedere la sospensione.
  Io mi domando come sia possibile ancora oggi che una madre, una persona perbene, una donna incensurata che non ha mai fatto del male a nessuno, men che meno al proprio figlio, per il quale io onestamente vivo e me ne occupo da quando è nato in maniera normale e buona riconosciuta da tutti – non voglio dire ottima, ma in maniera normale, come fa qualsiasi madre degna di questa definizione al mondo –, sia trattata peggio di una criminale per una relazione di una psicologa che tra l'altro prevede un rischio di alienazione parentale, quindi neanche la conclamata, ma la prevede, è un rischio futuro.
  Nel momento in cui viene contestata questa consulenza tecnica con prove alla mano, quindi anche con una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura, tutti fanno come se questa richiesta di rinvio a giudizio non esista.
  Siamo in una situazione in cui io mi sono ritrovata, avendo sempre condotto mio figlio agli incontri protetti, a mettere da parte qualsiasi cosa potesse riguardare la mia vita privata e lavorativa, perché per gli incontri mi dicevano di portarlo ai centri e poi di portarlo al palco, ma dove mi hanno chiesto, io sono andata. Il bambino Pag. 8non ha saltato incontri protetti, se non forse qualcuno che si conta sulle dita di una mano per motivi di salute certificati.
  Mi domando e dico come sia potuto succedere un ribaltamento dei fatti totale a far data dalla nomina di quella consulenza tecnica. La sentenza d'appello del 2020 evidentemente non è stata accolta molto positivamente dal tribunale per i minorenni, perché tra le altre cose in quella sentenza vi era una sorta di rimprovero – chiamiamolo così, perdonatemi il termine forse non adeguato – sia nei confronti della valutazione fatta dal collegio che aveva messo quel primo decreto di allontanamento, ma nuovamente anche dell'operato della tutrice, tutrice che è denunciata non solo dalla sottoscritta ma anche da un'altra madre per fatti gravissimi. Inoltre, questa tutrice insieme al padre del bambino ha denunciato il mio legale con due esposti praticamente fotocopia all'ordine, quasi a voler inibire la mia piena difesa.
  Nonostante ciò non è stata mai sollevata dal proprio incarico anche quando la stessa corte d'appello la «redarguiva», dicendo che aveva – in effetti è così – impedito a mio figlio il regolare svolgimento della sua vita. Mio figlio non ha potuto partecipare ai giochi matematici della scuola per i quali era stato scelto, la tutrice non gli ha avallato l'iscrizione all'attività sportiva, la tutrice non gli ha consentito di fare dei weekend che eravamo soliti fare fuori porta con degli amichetti e con delle famiglie con cui siamo in amicizia. Quindi aveva completamente bloccato e inibito la vita di mio figlio e conseguentemente anche la mia.
  Il fatto che i servizi sociali mi avessero segnalato al centro antiviolenza e che ci siano cinque relazioni del centro antiviolenza, tra cui la prima in cui il centro antiviolenza fissa per iscritto il fatto che fu la precedente assistente sociale, che è rimasta in carica per quattro anni, a segnalarmi al loro centro, è stato ignorato dal tribunale per i minorenni. Quindi è stato è stato ignorato il fatto che io sia una donna vittima di violenza e mio figlio un bambino che comunque nel 2013 ha motivato la sua paura verso il padre e ha continuato a motivarla in questi anni rimanendo totalmente inascoltato.
  Mio figlio ha raccontato molestie da parte del padre e io ho sporto delle querele nei confronti del padre di mio figlio, ma le mie querele non sono mai state oggetto di indagini approfondite.
  La mia querela riguardava la violenza domestica con annesse le registrazioni delle confessioni di mio figlio, che allora vedeva il padre in incontri liberi e tornava a casa devastato. Solo io e la mia famiglia sappiamo come mio figlio tornava dalle visite a casa del padre. Per me era un bambino irriconoscibile, aveva tic, incubi, enuresi notturna, cose che non erano mai capitate neanche alla dismissione del pannolino a due anni e mezzo. Mio figlio è un bambino che si disperava, si spogliava quando era la giornata in cui doveva andare all'asilo a prenderlo il padre.
  Io ho fatto questa querela con annesso il referto di pronto soccorso per una distorsione del polso provocatami da questo signore e mi sono ritrovata con un'archiviazione un anno dopo, senza la benché minima indagine su quei fatti gravissimi che venivano denunciati, perché la mia querela è stata accorpata alle 24 sporte da quel signore per inottemperanza del decreto. Vi sono state 24 querele sporte nell'arco di tre mesi all'indomani delle dimissioni di mio figlio dall'ospedale, quando mio figlio a malapena riusciva a camminare e a respirare, perché il cortisone che aveva preso in dosi massicce endovena lo aveva gonfiato in una maniera tale che mio figlio era gonfio come una palla e non riusciva neanche a respirare.
  A fronte di questo, dovendo anche affrontare quella situazione terribile di salute, poiché mio figlio aveva quattro anni quando è stato ricoverato con le flebo, rischiando l'intervento all'intestino – è stata una situazione devastante –,in quel frangente io mi sono anche dovuta, senza alcuna pietà da parte della mia controparte, difendere da 24 querele sporte anche lo stesso giorno in cui si andava a spasso insieme per far incontrare il padre con il bambino.Pag. 9
  È assolutamente falso il fatto che io abbia ostacolato le visite paterne intanto perché erano protette e io non avevo alcuna facoltà di decidere di interromperle, anzi è stato il padre a richiedere che io venissi estromessa dall'essere presente agli incontri protetti, perché accusava me del fatto che gli incontri andassero male e delle reazioni del bambino. Io sono stata estromessa e i servizi sociali sono andati anche a scuola a prendere il bambino che non li ha voluti seguire. Ogni cosa che è capitata, anche quando io ero assente, è stata comunque attribuite a me per un pregiudizio ormai radicato nei miei confronti.
  Io sono stata anche costretta a ritirare una querela che avevo sporto verso il padre nel 2017 per stalking e atti persecutori, perché mi era stato detto dai servizi e dalla giudice relatrice del collegio allora incaricato, che oggi è un altro, che altrimenti il bambino sarebbe finito in una casa famiglia.
  Posta di fronte a questo ricatto morale se scegliere se tutelare la mia persona e quindi mio figlio, denunciando, o se salvare mio figlio dalla casa famiglia, io ho scelto in quel momento obtorto collo di salvare mio figlio dalla casa famiglia, ma ciò non è servito lo stesso, anzi è servito soltanto a rinvigorire gli atti persecutori e a farmi passare successivamente per una bugiarda, perché mi hanno anche detto, dopo che me l'hanno fatta togliere, che se la denuncia era fondata, non l'avrei tolta, quindi c'è anche una sorta di violenza psicologica che viene perpetrata dalle istituzioni.
  Ad oggi io vorrei onestamente sapere quale di quale reato io mi sia macchiata affinché sia giustificato l'allontanamento di mio figlio da me e la mia decadenza dalla responsabilità genitoriale, che purtroppo è noto che in molti casi non arriva neanche a persone che hanno commesso veramente efferati crimini e con condanne al terzo grado di giudizio, e anche per essere condannata a non vedere e non sentire più mio figlio, quindi senza sapere più che fine abbia fatto.
  La cosa ancora sconvolgente di questa vicenda è che, sebbene si siano interfacciati più assistenti sociali, il tribunale per i minorenni in ultima istanza nel 2021, all'esito dell'emissione del decreto di allontanamento che è vigente, ha pensato bene di segnalare alla procura l'ultimo assistente sociale, adducendo come motivazione che era inottemperante anche lui a dei provvedimenti e che non aveva depositato relazioni, fatto non corrispondente al vero, in quanto ci sono cinque relazioni di questo assistente sociale in atti e mi sembra una o due delle quali depositate brevi manu direttamente al giudice in udienza. Direi che c'è più di un qualcosa che non va.
  Va anche detto che all'indomani della sentenza d'appello del 2020 che revocava l'allontanamento, io ho chiesto che venisse sostituito il collegio, perché ovviamente siamo tornati nelle mani dello stesso collegio che aveva emesso il decreto di allontanamento. Gli stessi giudici del collegio hanno chiesto alla presidente del tribunale per i minorenni che era in carico allora di potersi astenere da questo procedimento, ma per ben due volte questa richiesta è stata negata dalla presidente del tribunale. Io ho proposto una ricusazione di questo collegio, perché ovviamente si stavano ripresentando gli stessi abusi nei miei confronti che si erano perpetrati negli anni precedenti, nonostante la stigmatizzazione nei loro confronti da parte dei giudici della corte d'appello nel 2020. All'esito di questa mia legittima richiesta di ricusazione, non solo mi è stata rigettata come qualsiasi cosa io proponga o abbia proposto negli anni al tribunale per i minorenni, ma sono anche stata condannata a rifondere le spese processuali e per lite temeraria – io che ho subito 30 querele – nei confronti della mia controparte, quindi del padre del bambino, ma anche della tutrice.
  Ciò che cosa ha scaturito? Innanzitutto ovviamente una violenza economica grave. Io sono già nove anni che mi devo difendere da questo procedimento che è stata intentato dal padre del bambino, quindi mi sto difendendo da un procedimento e mi condannano anche alle spese. Tuttavia, siccome il padre mi è debitore di qualche migliaio di euro per le spese straordinarie non versate in favore del figlio dal 2013 ad oggi, ovvero ad allora, visto che per la Pag. 10condanna stiamo parlando del 2020, avevo chiesto al padre di poter compensare tra l'importo della mia condanna e quello che lui doveva ancora darmi e per il quale è stato condannato dal tribunale. Il padre ha rifiutato questa mia proposta, ha atteso che era ancora lui debitore nei miei confronti e mi ha fatto pignorare il quinto dello stipendio.
  Contestualmente, avendo il quinto dello stipendio pignorato, ho chiesto cortesemente alla tutrice, se per rifondere le spese che il tribunale le aveva assegnato come refusione delle spese processuali per la mia condanna, avessi potuto almeno rateizzare, ma questo mi è stato negato dalla tutrice.
  Quindi ho dovuto tirar fuori uno sull'altro 5.170 euro e contestualmente la tutrice mi ha fatto bloccare l'unico conto corrente che ho, dove veniva versato lo stipendio pignorato. Io sono rimasta in buona sostanza 4 o 5 mesi senza fonte di sostentamento. Se non avessi avuto una famiglia alle spalle, io e mio figlio non avremmo avuto di che mangiare.
  Quello che io tengo a sottolineare è questo: come sia possibile che al giorno d'oggi succeda questo a un bambino che chiede da anni di essere ascoltato, di essere rispettato e di voler restare con sua madre, perché non c'è nessuna situazione per lui di pericolo e dove anche la giudice nel 2018 emette un decreto dove dice che il bambino assolutamente non deve essere allontanato dall'ambiente familiare materno, perché c'è un legame forte, direi normale, con la mamma e che anzi non bisognava oltretutto più insistere con quella maniera così ossessiva di volerlo per forza di avvicinare al padre, quindi di costringerlo a questo incontri, perché ciò avrebbe, scrive la giudice, incancrenito la situazione e peggiorato lo stato di rifiuto di questo bambino nei confronti del padre. Contestualmente in quello stesso decreto dove asserisce questo, nomina la CTU che poi relazionò di portarmi via mio figlio.
  Mi domando perché non siano stati presi dei provvedimenti e come sia possibile che a fronte di una relazione falsa di una psicologa a una madre e a un bambino venga completamente distrutta la vita.
  Non so se avete delle domande nei miei riguardi, ma ci tengo anche a dire che tutto quello che sostengo e supportato da prove documentali, quindi se c'è una richiesta di documenti per verifica delle mie affermazioni, sono a disposizione in qualsiasi momento.
  In conclusione quello che ci tengo a dire è che mio figlio non solo si è rivolto direttamente anche alla Ministra della giustizia e al Presidente della Repubblica per chiedere pietà nei suoi confronti e che venga posta fine a questo calvario che lo vede coinvolto e che praticamente gli ha invaso l'infanzia, ma è un bambino che si sta impegnando nella scuola, sta studiando, fa homeschooling con quattro professoresse ed è stato sottoposto a visite mediche.
  Questo ci tengo a dirlo, perché girano delle voci anche pubblicamente non veritiere e diffamatorie nei miei confronti. Io non ho sottratto il bambino, non ho sequestrato il bambino, il bambino è a casa e semplicemente vuole essere rassicurato rispetto a quella che è la situazione drammatica contingente. Inevitabilmente il mio dovere di madre è proteggerlo e proteggere soprattutto la sua salute e la sua integrità psicofisica. Certamente non posso agire coercizione su un ragazzino di ormai dodici anni, di cui gli ultimi nove trascorsi in questo calvario nelle stanze degli incontri protetti a fare perizie psichiatriche a destra e a sinistra, quasi a voler per forza trovare a un certo punto una pecca in questo bambino, nonostante i pareri dei servizi, delle insegnanti e di tutti contrari a questa volontà di volerlo far passare per forza come un bambino problematico.
  Il bambino sta in pari con il programma scolastico della prima media, è stato sottoposto a visite, perché chiaramente ha avuto paura di recarsi in ospedale, sapendo che purtroppo poteva anche lì succedere un atto di prelevamento. Quindi è stato sottoposto a visite e ad accertamenti, ci sono le refertazioni depositati in atti e le fatture delle visite. È stato sottoposto a ecocolordoppler cardiaco, a holter pressorio, perché quelle sono le visite che lui fa annualmente con i suoi day hospital periodici.Pag. 11
  Ci tenevo a dire questa cosa perché vengo fatta passare come una criminale e onestamente io non ci sto, perché non lo sono fondamentalmente. Non so se avete altre domande.
  Io credo di aver illustrato la situazione, ma non so se poi i miei legali hanno delle precisazioni tecniche da fare. Questo era quello che io potevo dire.

  PRESIDENTE. Noi, signora Massaro, la ringraziamo perché immaginiamo che non sia proprio facile ripercorrere questo calvario soprattutto giudiziario.
  Faccio subito una domanda a lei o ai suoi legali, perché molti magari non lo sanno. Se ho ben capito, la situazione dal punto di vista giudiziario è cristallizzata, ovvero ci sono solo provvedimenti passati in giudicato. Se ho ben capito, in questo momento la situazione di fatto è che il bambino è presso di lei, però il provvedimento finale – di questo vi chiedo conferma – dal punto di vista giudiziario le toglie completamente la responsabilità genitoriale con l'allontanamento del bambino in una casa famiglia, quindi in un istituto, per poi portare al padre... Il provvedimento è questo? Io purtroppo non ce l'ho, quindi vi chiedo questa cortesia. Avvocato Boiano, prego.

  ILARIA BOIANO, avvocato. Non vi sono provvedimenti passati in giudicato. Il provvedimento in questo momento vigente è oggetto di impugnazione in Cassazione. Si è tenuta l'udienza in Camera di consiglio a gennaio, in cui la procura generale presso la Corte di cassazione ha argomentato un parere positivo al ricorso, un parere in cui chiede l'accoglimento del ricorso e quindi il conseguente annullamento del provvedimento vigente. In questo momento non vi sono provvedimenti definitivi.
  Un'altra precisazione è che il provvedimento attualmente vigente prevede l'allontanamento, il collocamento in una struttura esofamiliare e non disciplina in alcun modo il passaggio presso il padre. Assolutamente questo non è oggetto del provvedimento – questo mi permetto di precisarlo, ma poi chiedo ausilio anche al collega Stipa – con un'ulteriore limitazione, come ha già chiarito la signora Massaro, di qualsiasi contatto madre-figlio a tempo indeterminato e con tutto quello che riguarda la vita, la dimensione esistenziale finora vissuta dal bambino, quindi una rescissione totale di quella che è la sua vita attuale di tutta la dimensione materna. Rispetto alla genitorialità paterna rimane decisa la sospensione della genitorialità.

  PRESIDENTE. Quindi praticamente la responsabilità genitoriale sta tutta in capo alla tutrice? Scusate, ma il chiarimento mi sembra necessario alla luce del provvedimento attualmente efficace.

  ILARIA BOIANO, avvocato. Tecnicamente non si parla di responsabilità genitoriale, ma di poteri derivanti dall'ufficio del tutore. In questa si crea una condizione di fatto, se tecnicamente mi consentite, di stato di abbandono, poiché non vi è una figura che abbia la responsabilità genitoriale.
  Peraltro chiedo ausilio al collega Stipa rispetto alla questione della sospensione della genitorialità paterna, perché non vi è stato un po' un motivo di impugnazione né in corte d'appello né in Cassazione diretta di controparte rispetto a questo profilo.

  LORENZO STIPA, avvocato. Sì, confermo che non è stata impugnata questa parte del decreto. La nostra controparte, ovvero il padre del minore, è attualmente sospeso dalla responsabilità genitoriale e nell'ultimo decreto del tribunale dei minorenni non sono ancora disciplinate le visite, ma viene anche lui inserito in un percorso di genitorialità che dovrà affrontare nella contemporaneità della casa famiglia per minori.
  Se l'intento del tribunale era quello di tutelare la bigenitorialità, non credo sia stato raggiunto, mettendo il minore in casa famiglia, affidandolo a un tutore e negando i contatti addirittura sine die alla madre, che era l'unico genitore di riferimento con cui è cresciuto.
  Condivido anche la sospensione che è stata fatta del padre del minore per i Pag. 12comportamenti che ha avuto, però di certo da questo ultimo decreto la cosa evidente è che c'è una burocratizzazione della vita di un minore che è quasi da regime autoritario.

  PRESIDENTE. Prego, signora Massaro.

  LAURA MASSARO. Chiedo scusa, volevo aggiungere due cose. La prima è relativa alla consulenza tecnica del 2018, dove bisogna rilevare che il direttore allora dei servizi sociali, dopo che le assistenti sociali e gli educatori, quindi i responsabili della cooperativa, hanno fatto un colloquio peritale con la CTU, probabilmente per le dichiarazioni rese dalle assistenti sociali in quella sede, successivamente ha chiesto la distruzione della videoregistrazione di questo colloquio. Pertanto la CTU non ha consegnato questa registrazione. In quel colloquio chiaramente veniva ribadito il concetto che nessuno di loro aveva mai chiesto l'allontanamento del bambino dalla sottoscritta, perché non ve ne erano assolutamente i motivi e questo più volte è stato detto dai servizi sociali anche direttamente al padre nei colloqui di rimando che noi avevamo. Nonostante ciò lui non ha mai smesso di chiedere la casa famiglia per suo figlio neanche dinanzi alle suppliche del bambino direttamente nei confronti del padre.
  Un'altra cosa che voglio dire è che un'altra azione veramente vessatoria nei miei confronti è stata posta in atto dal tribunale per i minorenni, quando ha praticamente avallato, inserendolo in un decreto di questa estate a luglio, l'azione nuovamente persecutoria di quest'uomo nei miei confronti nei confronti del figlio, atteso che non ha avuto nulla a che ridire sul fatto che questa persona ci abbia messo un investigatore privato alle costole che si è spinto fin sopra la porta di casa per spiare e che ha ulteriormente terrorizzato mio figlio. Quindi non ha solo lasciato che questa persona ci facesse seguire da questo investigatore, ma anche che avesse apposto anche un rilevatore GPS (global positioning system) sull'automobile dei miei genitori. A tutt'oggi probabilmente questo rilevatore è ancora lì, perché non abbiamo notizia del fatto che sia stato revocato l'incarico a questo investigatore privato.
  Le condotte persecutorie nei miei confronti ormai per una sorta di vendetta trasversale che passa attraverso la sofferenza che mi verrebbe arrecata con la sottrazione di mio figlio e questo atto di vendetta nei miei confronti da parte di quest'uomo non solo non si è mai fermato, non solo non è stato ormai arginato, ma anzi a questo punto devo dire che purtroppo è stato reso più forte dalle istituzioni.
  Voglio anche dire che nel momento in cui io ho anche denunciato negli anni scorsi sia al tribunale, sia ai servizi sociali che alla procura l'inottemperanza dei decreti da parte del padre, nessuno ha mosso un dito, nel senso che il signore aveva un regime di incontri protetti che reiteratamente violava, si presentava al figlio in tutte le circostanze che egli riteneva, che gli è parso e piaciuto, veniva alle lezioni sportive e veniva fuori scuola. Nonostante ciò e nonostante i servizi gli avessero detto di smetterla di violare gli incontri protetti sempre e solo a parole, mentre io vengo perseguitata con denunce su denunce, segnalazioni e sottrazione del figlio, nessuno ha mai mosso un dito nei suoi confronti. Le mie denunce sono state tutte immediatamente archiviate senza colpo ferire.
  Quando c'è stata la denuncia da parte di quest'uomo nei miei confronti per presunta inottemperanza del decreto, io sono stata chiamata in interrogatorio dalla procura eccetera, mentre nessuno è mai intervenuto quando io in tempi non sospetti, prima della CTU e di tutto questo calvario che ne è conseguito con i decreti di allontanamento eccetera, avevo lanciato l'allarme di quello che succedeva con questo signore che si presentava al cospetto del figlio durante le lezioni sportive con dei testimoni pronti a firmare, dove si inventava di essere stato aggredito, ma io ho testimoni oculari che lo hanno smentito e quindi c'è anche una volontà di creare ad arte una situazione per distruggere la mia esistenza e quella dei miei genitori che spesso si trovavano ad accompagnare il bambino allo Pag. 13sport, atteso che io lavoro e quindi non sempre poteva essere pesante.
  La mia denuncia ex articolo 388 è andata smarrita in procura, non si sa più che fine abbia fatto. Io non ho avuto la richiesta di archiviazione e non si sa più nulla.
  Cosa succede? Sporgo le denunce, io non sono mai di partito preso, che non sono ritenute degne di considerazione, mentre d'altra parte vengono sporte trenta denunce ritenute già archiviate, ripresentate per le stesse motivazioni, quindi ridenunciandomi per fatti già archiviati nel lontano 2015 e tutto viene sempre preso in considerazione. Mi sembra che ci sia decisamente un po' un accanimento in questa situazione, uno sbilanciamento molto forte nonché un pregiudizio.
  Voglio concludere, se mi sono consentiti ancora cinque minuti, facendo riferimento al parere della procuratrice generale della Cassazione che menzionava la mia avvocata, Ilaria Boiano. Vorrei leggere, se mi consentite, qualche riga di questo parere per illustrarvi l'assurdo della decisione presa dal tribunale per i minorenni. Dice la procuratrice: «Nel provvedimento impugnato non sono in alcun modo neppure implicitamente o per relationem indicati i fatti, atti o circostanze che possano giustificare le plurime e gravissime statuizioni adottate dai giudici di merito verso il bambino – c'è il nome, quindi non lo posso leggere – e sua madre. L'accertamento del fatto è inesistente e senza fatto la statuizione del giudice è priva del contenuto minimo necessario» e ancora «L'obiettivo di consentire l'accesso al genitore non convivente non potrà dunque mai legittimare l'azzeramento delle libertà fondamentali delle persone di minore età garantite anche per loro dalla nostra Costituzione», e «Dal provvedimento impugnato non emergono, invece, le opinioni, i bisogni e le aspirazioni del bambino i cui diritti sono stati travolti senza neppure una verifica della compatibilità delle sue scelte di vita con ciò che l'autorità giudiziaria valutava necessario per il suo armonico sviluppo psicofisico. Il provvedimento decisorio è nullo se non dà ampiamente e puntualmente conto delle dichiarazioni espresse delle ragioni per le quali la decisione finale non può essere con esse coerenti.».
  Il bambino non è stato ascoltato, ormai ha compiuto 12 anni e nessuno sta ascoltando questo bambino, neanche lo stesso curatore nominato con estremo ritardo. Infatti la procuratrice dice: «È interessante soffermarsi sulla ragione che giustificherebbe l'omissione dell'ascolto. Il curatore speciale nel suo controricorso evidenzia che ascoltare il minore sarà senz'altro urgente, ma quando potrà esprimersi in un ambiente neutro, non certo in quello condizionato dalla madre. L'assioma è frutto palesemente di un pregiudizio, non indicando il curatore elementi, circostanze, fatti o almeno indizi che possano giustificare l'assunto assoggettamento psicologico del bambino alla madre, ritenendolo probabilmente evidente in re ipsa, considerato che egli fin dalla nascita vive con lei, la quale, è utile ricordarlo per la comprensione complessiva della vicenda, se ne prende cura adeguatamente, non risultando in atti alcun problema psicologico, comportamentale, relazionale o scolastico del bambino, anzi è pacifico che egli sia un ragazzino intelligente e ben integrato».
  Io mi auguro che possa essere poste in atto qualche verifica, perché sottrarre un bambino alla propria vita, mettendo a rischio la sua salute sulla base di un nulla di fatto, lo trovo onestamente gravissimo. Grazie per avermi ascoltata.

  PRESIDENTE. Abbiamo una serie di richieste di intervento. Lascio la parola, connessa da remoto, all'onorevole De Lorenzo. Prego, a lei la parola.

  RINA DE LORENZO. La ringrazio, presidente. Buonasera alla signora Massaro che ho ascoltato con grande attenzione e devo dire anche con un po' di commozione, una commozione che deriva dall'essere donna, dall'essere madre e dal comprendere sul piano empatico quanto dolore e quanta sofferenza possa aver vissuto in questo percorso che io definirei una via crucis.
  Non mi addentro in quelle che sono le dinamiche processuali. Non posso farlo, Pag. 14perché non ho piena contezza di quelli che sono i documenti per tabulas che documentano questo lungo percorso doloroso. Mi limiterò a fare alcune considerazioni, partendo da un'ordinanza della Cassazione, che immagino i suoi legali conoscano molto bene, ovvero quell'ordinanza del 2021, dello scorso anno, che ha smontato un po' il modello di sindrome PAS (parental alienation syndrome), di alienazione parentale, disconoscendone ogni fondamento e ogni validità scientifica, una sindrome priva dei crismi di scientificità che condanna la donna soltanto perché in grado di amare il proprio figlio.
  Aggiungo che noi ieri alla Camera dei deputati abbiamo ricordato e celebrato la Giornata internazionale per i diritti delle donne. Tante conquiste sono state ottenute, ma ritengo che tanto ancora si debba fare, perché sono proprio gli stereotipi femminili che incarnano quei pregiudizi universali che ricadono sul mondo femminile, quei pregiudizi che investono le donne che sono bugiarde per natura, che manipolano gli altri per arrecare vantaggi a se stesse e che sono streghe capaci di usare i propri figli per ricattare i mariti che sono violenti.
  Il mio auspicio, oltre alla possibilità che lei possa finalmente avere giustizia – io sono certa che avrà giustizia, pur avendo pagato lei e suo figlio un prezzo molto alto per ottenerla –, è che questo Paese, questo Stato e questa società possano un giorno avere la possibilità di riconoscere quell'uguaglianza e quella parità dei diritti che noi andiamo ricercando e che purtroppo dalla sua storia e dalla sua esperienza abbiamo avuto conferma che non è ancora entrata a pieno titolo nella nostra società. Grazie e in bocca al lupo.

  LAURA MASSARO. La ringrazio onorevole.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Giannone, in presenza.

  VERONICA GIANNONE. Grazie mille, presidente e saluto la signora Massaro. Vorrei iniziare dal tutore, poiché mi interessava avere qualche informazione in più. Sappiamo che il tutore del minore ha il compito di tutelare il minore stesso nel momento in cui viene nominato dal giudice tutelare e in qualche modo in parte sostituisce il genitore o i genitori nel caso in cui, come in questo caso specifico, vi è una sospensione della responsabilità genitoriale. Vado ancora prima di quello che è stato il decreto ultimo.
  Ammetto di aver studiato tutti gli atti della situazione della signora Massaro, quindi faccio delle domande conoscendo in parte già la risposta, ma vorrei che venissero esplicitate sia da lei che dai legali presenti.
  In questo caso la tutrice come ha svolto il suo ruolo? È stata presente nei riguardi di suo figlio e ha fatto in modo che lui venisse tutelato? È stato ascoltato da parte della tutrice, così come prevedono comunque i compiti della tutrice stessa? Ha fatto in modo che il bambino potesse effettuare le visite mediche, è stata collaborativa per quanto riguarda anche le richieste da parte sua, visto che comunque il bambino vive e ha sempre vissuto con lei?
  Io vorrei una spiegazione più precisa per far comprendere anche che effettivamente ci sono delle mancanze a mio parere anche gravi. Ne ricordo una – signora Massaro, se deve correggermi, lo faccia pure –, dove il bambino aveva bisogno di un apparecchio per i denti che gli è stato praticamente rimandato per oltre un anno e mezzo proprio perché non arrivava l'autorizzazione da parte della tutrice di poter andare da un dentista. Sinceramente questo lo trovo assurdo.
  Io volevo avere proprio delle informazioni più specifiche su questa tutrice. Non so se si può fare il nome o meno, ma so che, come lei aveva già anticipato prima nella sua ricostruzione, è la stessa tutrice che ha un'altra denuncia, un altro procedimento legato a una situazione molto grave di violenza nei riguardi di una ragazzina della quale era tutrice all'interno di una casa famiglia e parliamo di violenza e di abuso. Anche questo è molto importante per capire questa figura quali comportamenti ha avuto e come ha inciso nella vicenda e soprattutto nella tutela di suo figlio.Pag. 15
  Un'altra cosa che volevo chiederle è che a un certo punto è stato nominato, da quel che ricordo, un curatore speciale nei riguardi di suo figlio. Questo curatore speciale ha poi rimesso l'incarico perché era stato fatto notare che faceva parte di una televisione web si chiama AracneTv e stranamente era una persona che aveva intervistato il suo ex compagno, padre del bambino, prendendo le sue parti. Quindi diciamo che c'era una sorta di conoscenza o quantomeno un possibile conflitto di interessi.
  Non voglio che mi risponda lei, ma gli avvocati. Credo che parte del nostro lavoro come Commissione d'inchiesta sia proprio cercare di capire che tipo di collegamenti ci possano essere tra i legali, in questo caso magari della controparte, come mai è stata nominata proprio una persona che era a conoscenza dei fatti e che addirittura aveva dei contatti con i legali e con il suo ex compagno, padre del figlio. Viene anche da chiedersi se anche le altre persone nominate possano avere dei contatti o essere collegati alla controparte come in questo caso.
  Io volevo avere informazioni o se un avvocato può confermarmi se effettivamente questo curatore speciale ha effettivamente rimesso l'incarico proprio perché segnalata questa cosa.
  Un'altra domanda che volevo porre, invece, tornando un po' indietro nel tempo, riguarda le relazioni dell'educatore. Io le ho lette tutte e me le ricordo anche tantissimi a memoria. Dalle relazioni risultava ogni volta che lei ha sempre portato il bambino durante gli incontri protetti e ricordo addirittura che venivano segnati i minuti di ritardo o le sue telefonate, quando per esempio c'era un incidente per strada e quindi ha tardato magari di 15 minuti. La cosa che mi colpì di più e che ogni volta lei portava il suo bambino, il bambino non voleva stare con il padre e in una relazione specifica risultò che l'educatore disse al bambino molto piccolo: «Se non vuoi stare con tuo padre, glielo vai a dire tu di persona. Io non voglio prendermi questa responsabilità», che detto a un bambino, che all'epoca poteva avere sei o sette anni, mi sembra alquanto assurdo.
  Nelle dichiarazioni che sono venute fuori anche tramite stampa e pubblicamente viene spesso detto che questo papà non vede il bambino da tanto tempo. A me risulta, ma le chiedo conferma, che comunque gli incontri protetti non è che può definirli lei, bensì dovevano essere definiti dal centro che si doveva occupare di questo, quindi alla cooperativa o dal servizio sociale incaricato. Questo servizio sociale, questa cooperativa ha mai effettivamente organizzato questi incontri? È lei che non ha portato il bambino o gli incontri non sono mai stati organizzati da chi doveva occuparsi di questo aspetto? Perché è ben diverso dal dire che è lei a non aver ottemperato al decreto.
  Passando a un'altra questione – so che sono tante, vi chiedo scusa, se volete mi fermo e poi continuo ditemi –, abbiamo parlato della CTU, anche se lei ne ha fatte diverse e non una sola. Io volevo capire se queste CTU nominate dal tribunale avevano comprovate specializzazioni e informazioni nella materia e soprattutto come hanno motivato queste diagnosi di alienazione parentale o madre ostativa, perché sappiamo che ci devono essere delle prove concrete che a quanto pare non esistono in CTU.
  Agli avvocati, invece, volevo chiedere se l'operato della procura è stato sempre lineare rispetto alla gestione dei fascicoli delle situazioni che sono all'interno della famiglia.
  Finisco dicendo che io ho depositato per questo caso un esposto al presidente della Corte di cassazione già un anno e mezzo fa. Purtroppo i tempi sono lunghi, ma so che è stato sicuramente protocollato e spero che possa quanto prima essere preso in considerazione perché riporta tutta la situazione che ha creato grave sofferenza sia a lei che a suo figlio. Spero che si risolva quanto prima. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Io mi permetto di ricordare che siamo in seduta pubblica. Avevo chiesto e ribadisco di mantenere le necessarie cautele verbali e di evitare in assoluto affermazione potenzialmente lesive di terzi. Pag. 16Questo lo dico proprio perché non abbiamo una seduta segreta, pur essendo Commissione d'inchiesta. A lei, signora Massaro, per le risposte.

  LAURA MASSARO. Allora, parto dalla prima domanda che era relativa all'operato della tutrice. Questa persona, che è un'avvocata, ha incontrato mio figlio la prima volta il 23 luglio del 2019, a pochi giorni dalla sua nomina. Ha incontrato mio figlio e il colloquio è stato un continuo intimorire il bambino, asserire che, se non avesse accettato di incontrare il padre – questo anche dinanzi alle lacrime di mio figlio –, lui non sarebbe, ad esempio, potuto andare in vacanza, quindi gli avrebbe autorizzato le vacanze se avesse accettato gli incontri con il padre. È stato detto a mio figlio che in buona sostanza era un bambino che stava esagerando, nel senso che la tutrice gli ha detto che segue tantissimi casi in cui i padri addirittura prendono a cinghiate i figli, ma i bambini, che sono tanto bravi, vogliono vedere lo stesso i padri. Da questo colloquio sconvolgente mio figlio ne è uscito più terrorizzato di quando era entrato, e si è trovato dinanzi all'ennesima persona estranea per lui che gli faceva una sorta di interrogatorio. Ovviamente aveva già letto la relazione della CTU, quindi lei già partiva con un pregiudizio nei miei confronti che non si è più risanato.
  Per quanto riguarda l'impedimento alla nostra vita, quindi alla vita di mio figlio e conseguentemente alla mia, non c'è stata cosa che non sia dovuta passare sotto la sua autorizzazione, fosse anche andare a prendere mio figlio a scuola un'ora prima. Anche la gestione della vita quotidiana ha avuto ingerenza di questa persona, quindi non solo per i fatti di straordinaria amministrazione, ma anche proprio di vita quotidiana. Inizialmente io non ero stata neanche autorizzata ad andare a prendere mio figlio a scuola. Non si sa perché, ma aveva autorizzato soltanto mio padre. Per quanto riguarda le visite mediche, ovviamente ha sempre ritenuto di essere presente, non ha mai delegato la mia presenza e anche del padre, per cui è sempre voluta essere presente.
  Per quanto riguarda la posizione dell'apparecchio ortodontico, io avevo fatto una richiesta già nel 2017. I servizi non sono intervenuti a dirimere la questione, perché il padre si rifiutava di portare il bambino dal dentista, adducendo ogni volta una scusa diversa come «Non mi piace quel dentista. Voglio quell'altro. Andiamo all'ospedale», quindi tutta una serie di ostacoli ogni volta diversi. Siamo arrivati al punto che mio figlio aveva una carie, e quindi era necessario che dovesse vedere un dentista. Si è traccheggiato per un anno e alla fine io ho dovuto portare il bambino a curare il dente senza che la tutrice avesse ancora dato la sua autorizzazione. Mi sono anche presa un rimbrotto dal dentista perché mi ha detto che avevo aspettato troppo, non sapendo purtroppo qualcosa c'era dietro questa situazione. Quindi sono passata anche per una madre disattenta alla salute di mio figlio e mi sono dovuta prendere anche questo rimbrotto, perché la carie, se avesse proseguito a non essere curata, avrebbe intaccato anche l'altro dente che era un dente definitivo. L'apparecchio è stato messo a totale mio carico perché la tutrice, pur di non accogliere la mia richiesta e anche del padre di scegliere un qualsiasi dentista vicino casa, aveva deciso di mandare mio figlio a curare i denti in ospedale e quindi io ho affrontato la spesa dell'apparecchio ortodontico completamente da sola.
  Di questo non mi importa, mi importa l'ostacolo che è stato creato, perché finché si è trattato di andare dal dentista a fare la visita di controllo scelto dal padre, tutto è andato e filato liscio, ma nel momento in cui io ho trovato un dentista che aveva peraltro un preventivo molto più vantaggioso, sono iniziati i problemi fino ad arrivare a sbattere mio figlio – secondo lei – a curare i denti all'ospedale, dove peraltro eravamo già stati e non era comunque un caso che l'ospedale doveva prendere in carico, perché ovviamente ricevevano dei casi molto più complessi, per gli apparecchi ortodontici.
  A un certo punto non si è praticamente interessata neanche della salute di figlio: mio figlio ha i documenti scaduti e non Pag. 17sono stati rinnovati per tempo, nonostante i solleciti. Ci è stata inibita la vita.
  A seguito di quel primo colloquio del 23 luglio del 2019 la tutrice ha avuto un altro colloquio con mio figlio il 5 maggio del 2021, quindi non ha più avuto un colloquio diretto sulla tematica che la vedeva coinvolta con il bambino, né mai ha comunicato al bambino quali erano le sue intenzioni, ovvero di farlo allontanare, perché il decreto di allontanamento del 2019 si basa sulla CTU che mi accusa di alienazione parentale, ripresa quasi interamente nella relazione della tutrice depositata al tribunale per i minorenni a cui è conseguito l'allontanamento.
  Questa persona non solo ha denunciato con un esposto all'Ordine il mio avvocato, ma ha anche denunciato me per aver preso parte a una conferenza stampa alla Camera, sentendosi diffamata, quando io ho semplicemente raccontato quello che è stato il mio vissuto e il vissuto di mio figlio con questa persona – non vi è mai stato nessun insulto e nessuna diffamazione nei confronti di nessuno, solo un riferire il mio calvario giudiziario e umano – fino ad arrivare a mentire spudoratamente, e andando anche ad avere ingerenze nello studio dentistico che io avevo individuato e indicato come un preventivo molto vantaggioso. Il dentista, a seguito di questo intervento della tutrice, ha rinunciato a curare mio figlio.
  Ci sono tutta una serie di piccole e grandi persecuzioni messe in atto da questa persona. Da quando è stata nominata, ho dovuto cambiare la mia vita che non è stata più la stessa. Ho dovuto comunicare perfino dove andassi nel fine settimana. Lei mi aveva detto che al massimo io potevo aspirare ad andare sulla spiaggia del luogo dove viviamo. Noi siamo sul litorale romano e mi ha detto: «Lei al massimo può andare alla spiaggia vicino casa» come per dire che non mi avrebbe più consentito di fare nulla e che nulla si sarebbe più mosso se lei non avesse voluto. C'è stato un atteggiamento veramente invasivo, invadente e molto persecutorio, ma anche nei confronti del bambino, poiché, come ho già detto prima, gli è stato privato lo sport e la libertà.
  Tra l'altro nel progetto che doveva essere stilato da questa famosa tutrice, come disposto dalla corte d'appello nel 2020, si prevedeva anche che la tutrice dovesse incrementare e incentivare le attività extrascolastiche con una maggiore frequentazione di mio figlio con i suoi coetanei, cosa che ovviamente non è stata mai fatta, perché l'unica cosa che è stata sempre richiesta da questa persona è stata quella di far sottoporre mio figlio a delle sedute di psicoterapia e anche quando il Gemelli aveva purtroppo dovuto confermare di non poter prendere in carico tramite ASL un bambino che non aveva una diagnosi compatibile con la presa in carico – perché non aveva una diagnosi di niente – lei ha continuato ad avere ingerenza, cercando di far prendere in carico comunque mio figlio addirittura per dei day hospital di neuropsichiatria infantile all'ospedale Gemelli. In nessun modo mio figlio è stato tutelato da questa persona.
  Per quanto riguarda la seconda domanda, che forse era sul curatore...

  PRESIDENTE. Le chiediamo di essere più sintetica, perché altrimenti facciamo un orario un po' preoccupante anche per i nostri uffici. Grazie.

  LAURA MASSARO. Per quanto riguarda gli incontri protetti, io ho sempre accompagnato mio figlio. Non era nelle mie facoltà né sospendere, né annullare gli incontri, mi sono sempre prodigata per convincere mio figlio ad andare, perché l'onere è stato sempre e solo sulle mie spalle, e anche quando lo accompagnavo comunque questa non è stato accolto come una cosa positiva. Ci sono decine e decine di verbali agli atti di questi incontri protetti.
  Relativamente a quell'episodio che citava l'onorevole Giannone, c'è un incontro importante in cui mio figlio arriva a sentirsi male ed è verbalizzato. Il bambino diventa tutto rosso in volto, dice che gli stava scoppiando il cuore, piangeva e chiedeva di andare a casa. Era circa un'ora che era lì e gli educatori gli hanno detto che Pag. 18non sarebbe potuto andare a casa finché la lancetta dell'orologio non avesse raggiunto di un certo orario. Il bambino ha quasi trattenuto il respiro, continuava a chiedere quand'è che la lancetta arrivava a quell'ora. È stata una sorta di tortura, il bambino aveva anche malessere fisico e i servizi sociali lo hanno detto anche in CTU, in quel famoso video che non è stato depositato per richiesta di distruzione dei servizi sociali.
  Per quanto riguarda il curatore, il primo curatore nominato ha chiesto egli medesimo di essere rimosso dall'incarico a seguito di nostra segnalata incompatibilità. Correggo soltanto una cosa: non ha intervistato il padre del bambino, ma faceva parte dell'entourage di questa emittente televisiva. Segnalata questa incompatibilità evidente, egli stesso ha deciso di rimettere il mandato e lo ha fatto per iscritto, quindi risulta agli atti.
  Peraltro, questa richiesta di astensione era anche sparita e non si trovava. Quindi lui veniva continuamente messo nelle comunicazioni del tribunale e a un certo punto ha dovuto reiterare la richiesta proprio al tribunale, dicendo: «Io non trovo la mia richiesta di astensione da questo caso e continuate a inserirmi nelle comunicazioni. Io non voglio più.» e lo ha dovuto anche ribadire, perché continuava ad essere inserito in queste in queste comunicazioni.
  L'ultima domanda non la ricordo. Non so se ho risposto a tutte le domande, non ricordo.

  VERONICA GIANNONE. Era per uno degli avvocati.

  ILARIA BOIANO, avvocato. Riguardava la condotta e la linearità della procura e se vi sono elementi a segnalare. Rispetto a questo tema possiamo soltanto evidenziare che l'elemento che sicuramente ha in qualche modo contribuito a creare la situazione di sofferenza è la lunghezza dei procedimenti, quindi non avere una risposta tempestiva alle richieste di approfondimenti che sono state rivolte alla procura da parte della signora Massaro in tempi congrui rispetto all'andamento delle vicende, poiché attualmente sono ancora pendenti i procedimenti instaurati a seguito di denuncia nei confronti di alcuni dei soggetti istituzionali che sono stati menzionati, e la sottovalutazione sicuramente complessiva rispetto a quello che riguarda la prima denuncia che la signora ha presentato con riferimento ai riferiti del bambino che costituiscono l'origine della difficoltà nella relazione padre-figlio. Questo è quello che in linea generale e nei tempi che ci sono consentiti possiamo dire rispetto alla procura.

  PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Ascari. Le chiedo di essere sintetica. Grazie.

  STEFANIA ASCARI. Grazie, presidente. Abbiamo chiesto come gruppo l'audizione della signora Massaro, sulla quale io ho presentato un'interrogazione parlamentare che è stata sostenuta trasversalmente da tante deputate e deputati e siamo in attesa da parte del Ministero di una risposta.
  Vorrei che venissero fatte alcune precisazioni, ma solo per il verbale. Le chiedo, signora Massaro, se è mai stato riscontrato, configurato specificamente e provato un suo comportamento inteso a indurre in suo figlio odio nei riguardi del padre. Questa è la prima domanda in modo che rimanga a verbale.

  LAURA MASSARO. No, mai.

  STEFANIA ASCARI. Seconda domanda: è mai stato indicato in modo circostanziato uno stato di pericolo concreto e attuale derivante dalla permanenza di suo figlio presso di lei?

  LAURA MASSARO. No, mai.

  STEFANIA ASCARI. Terza domanda: è mai stato formulato e praticato un progetto che prevedesse il graduale e non forzoso recupero della relazione tra il figlio e il padre senza che ciò determinasse il distacco della madre?

Pag. 19

  LAURA MASSARO. No, perché, come dicevo prima, questo progetto non invasivo e non così cruento di riavvicinamento forzoso che la Corte d'appello aveva previsto per mio figlio in relazione a un riallacciamento, a una ricostruzione della relazione con il padre non è stato mai stilato dalle persone preposte a farlo. Quello che loro hanno inteso fare a mio parere è stato tornare il prima possibile all'allontanamento, perché la tutrice non ha mai stilato un progetto che fosse rispettoso dei tempi di mio figlio, così come aveva stabilito la Corte d'appello, perché su questo la sentenza d'appello del 2020 è chiarissima, cristallina e non c'è interpretazione come hanno voluto poi fare successivamente.
  La Corte d'appello diceva che tutto si doveva svolgere nei nel rispetto dei tempi, ma anche dello svolgimento della vita di mio figlio. Quindi il bambino non doveva rinunciare alle sue attività sociali e scolastiche per gli incontri con il padre, anche perché questo inevitabilmente gli avrebbe comportato ancor di più un astio, perché doveva rinunciare alle sue attività piacevoli con i suoi coetanei. Ormai è quasi un adolescente, quindi ci tiene a stare più con i coetanei con gli adulti.
  Questo progetto non è stato mai fatto. Né il padre ha mai fatto un passo indietro nei confronti del figlio e di queste richieste terrificanti di allontanamento, ma neanche le figure istituzionali, quindi il tutore e il curatore. Non è stato stilato questo progetto, non sono stati messi a disposizione... forse anche per una situazione di incolpevolezza da parte del servizio, nel senso che lì c'era un ricorso sugli appalti eccetera, quindi le solite problematiche che poi intercorrono. Non è stato fatto e non c'è stata una linea morbida.

  STEFANIA ASCARI. Perfetto, le faccio le ultime tre domande. Le faccio insieme, tanto sono collegate. Le sono mai state prospettate espressamente o implicitamente tesi relative alla riprogrammazione del bambino e della sua relazione con il padre? Le limitazioni dei contatti con suo figlio sono mai state motivate in base a fatti specifici e che lei stessa abbia avuto la possibilità di riscontrare? L'ultima domanda è se suo figlio sia mai stato ascoltato direttamente dal giudice. La ringrazio, signora Massaro.

  LAURA MASSARO. Grazie a lei, onorevole. No, mio figlio non è stato ascoltato direttamente da un giudice togato, ma è stato sempre ascoltato da psicologhe e ha subito tre CTU: la prima quando aveva quattro anni, come noto, la seconda quando ne aveva otto e poi l'ultima nel 2021, quando aveva 11 anni.
  Mi scusi, onorevole, può ripetere la seconda domanda?

  STEFANIA ASCARI. Se le limitazioni dei contatti con suo figlio sono mai state motivate in base a fatti specifici e che lei stessa abbia avuto la possibilità di riscontrare. L'ultima domanda è se suo figlio è mai stato ascoltato direttamente dal giudice.

  LAURA MASSARO. Allora, non ci sono motivazioni, come leggevo anche prima dal parere della procuratrice della Cassazione. Non ci sono motivazioni, non ci sono fatti, è tutto aleatorio, è tutto un supporre e un accusare per una ipotesi di presunte manipolazioni. Quasi mi accusano di avere poteri di influenze negative, ma senza mai dimostrare o provare nulla di tutto questo.
  Con la totale rescissione dei contatti con me e con tutto il suo contesto di vita, in cui è sempre stato inserito senza alcun problema, viene fondamentalmente richiesto un reset di mio figlio, questi famosi reset psicologici per cui i bambini devono essere azzerati e costretti a inserirsi in un nuovo contesto, dimenticando completamente il contesto precedente. È la terapia della minaccia che consegue alle diagnosi di alienazione parentale e che, purtroppo, sono all'ordine del giorno.
  Infine, mio figlio è stato ascoltato solamente dalla psicologa e non direttamente da un giudice togato.

  ILARIA BOIANO, avvocato. Volevo fare solo delle precisazioni riguardo alle domande dell'onorevole Ascari. Rispetto al programma non forzato di ricostruzione di una relazione, oggetto del quesito dell'onorevolePag. 20 Ascari, evidenziamo che questo monito, oltre alla Corte d'appello, si ritrova ripetutamente nelle relazioni del servizio sociale.
  Fino a luglio 2021 il servizio sociale incaricato ribadisce che l'unica strada possibile e percorribile che tuteli il minore è procedere senza strappi, quindi programmare e progettare in assenza di qualsiasi tipo di intervento coercitivo nei confronti del bambino, e prospetta sempre progetti da definirsi con il bambino stesso, di cui sottolinea continuamente la piena capacità di esprimersi rispetto ai suoi desideri, i suoi bisogni e le sue necessità.
  Con riguardo alla limitazione dei contatti, è importante sottolineare che questa misura è una misura concretamente sanzionatoria che si vede non soltanto rivolgere la signora Massaro, ma dall'altra parte anche il bambino, perché si vede vietata una relazione in assenza di una previsione normativa di questo tipo di misure intrusive e limitative della libertà personale nelle relazioni familiari, in violazione dell'articolo 8 della CEDU (Convention européenne des droits de l'Homme).
  Inoltre, evidenziamo come non vi sia stata occasione alcuna in cui qualsiasi soggetto coinvolto nelle procedure abbia rappresentato e motivato la ragione di questa assenza di contatti che si riconduce esclusivamente a una cornice di cura di una presenza, perché è la presenza, la figura materna che di per sé è stata individuata come foriera di non ben precisati danni senza possibilità di difesa rispetto a comportamenti addebitati rispetto ai quali la signora abbia mai potuto prendere parola.
  Da tecnica della materia mi permetto di evidenziare che questo non è stato espressamente menzionato, ma si riconduce alla cornice terapeutica di quella che è l'alienazione parentale.

  PRESIDENTE. L'onorevole De Lorenzo ha una ulteriore domanda per gli avvocati. Prego.

  RINA DE LORENZO. La ringrazio, presidente. Avevo da porre un quesito ai legali della signora Massaro. Chiedo se nelle sentenze e nei provvedimenti che sono stati disposti nei confronti del figlio della signora Massaro, adottando provvedimenti di allontanamento e di nomina della tutrice, si sia mai fatto riferimento in maniera esplicita alla PAS o se siano state adottate locuzioni che in qualche modo richiamino la PAS. Grazie.

  LORENZO STIPA, avvocato. Sì, onorevole, rispondo io. Sono state citate le varie consulenze tecniche d'ufficio che sono state fatte, in particolare quella del 2018 che ha dato luogo al primo provvedimento di allontanamento che mette per iscritto nero su bianco proprio la parola «alienazione parentale» e declina tutte le sue forme un po' più edulcorate come «conflitto di lealtà», «attaccamento alla madre» o «madre simbiotica», quindi tutti temi e parole che richiamano il concetto dell'alienazione parentale che, come ha ben stigmatizzato la procuratrice generale di Cassazione che è intervenuta, di cui è stato letto prima il parere, richiamano comunque il reato di plagio che, come tutti noi sappiamo, è stato espulso dal nostro sistema penale con una celebre sentenza di Corte costituzionale. È palesemente incostituzionale utilizzare questa teoria non scientifica – infatti si parla di costrutto ascientifico – per andare a incidere sui diritti civili di minori e di donne.

  PRESIDENTE. Io devo leggere le domande dell'onorevole Bellucci che mi ha chiesto questa cortesia, però vorrei un chiarimento. Il minore è stato ascoltato da psicologhe o da giudici onorari che sono psicologi? Mi chiedono di precisare questo, signora Massaro.

  LORENZO STIPA, avvocato. Rispondo io, se posso. È stato ascoltato sia dalle psicologhe, le CTU, sia da una giudice onoraria psicologa del tribunale dei minorenni nel 2017.

  PRESIDENTE. Grazie. Fra le domande dell'onorevole Bellucci vi è se il tribunale dei minori ha mai chiesto una relazione alla scuola sul ragazzo, a quale data si Pag. 21riferisce la valutazione delle condizioni psicofisiche del minore, qual è stata l'ultima valutazione medica del ragazzo, dove è stata realizzata e con quali risultanze. Lei ci aveva accennato qualcosa, ma viene chiesta una precisazione. Grazie.

  LAURA MASSARO. Allora, il tribunale per i minorenni non ha mai chiesto una relazione alla scuola. La maestra delle elementari del bambino, trattandosi del 2018, è stata ascoltata in sede di consulenza tecnica, dove ha riferito che il bambino non aveva alcun problema di nessuna natura, che conoscendo negli anni scolastici anche la mia persona, presenziando io ai colloqui, agli eventi scolastici eccetera, non aveva assolutamente nulla da ridire sul nucleo familiare del bambino, dal quale sia lei che le sue colleghe insegnanti avevano sempre riscontrato grandissima collaborazione e assoluto rispetto del ruolo di loro insegnanti, senza mai avere avuto alcuna ingerenza o problematica tra me e le insegnanti, così come ha chiaramente riferito che il bambino non ha alcun problema con nessuno, né con loro insegnanti né men che meno con i suoi compagni di classe. Il bambino frequentava la scuola dalla mattina alle 8.10 fino alle 16.10, faceva il tempo pieno e passava tutta la giornata a scuola, quindi le maestre lo frequentavano abbastanza.
  No, una relazione scritta richiesta dal tribunale alla scuola non c'è, ma negli atti c'è il video di questo colloquio peritale tra la CTU e l'insegnante prevalente del bambino.
  Per quanto riguarda la seconda domanda, non ho capito che cosa si intende. La valutazione psicodiagnostica di mio figlio è stata fatta...

  PRESIDENTE. No, psicofisica. Praticamente le viene chiesto quando ha fatto l'ultima visita medica.

  LAURA MASSARO. In luglio del 2021 è stato visto da un cardiologo e ha effettuato, come dicevo prima, tutti gli esami.

  PRESIDENTE. E con quali risultanze?

  LAURA MASSARO. Con la conferma dell'ipertensione e della terapia in atto. Il bambino prende un farmaco antipertensivo tutti i giorni dal 2014. Negli anni è stato aggiustato il dosaggio, ma attualmente il dosaggio è lo stesso da circa tre anni e mezzo. Prende una pasticca e mezzo al giorno alla sera come da prescrizione. Poi è stato visitato dal pediatra e l'ultima visita l'ha fatta il 9 dicembre, quando ha fatto una visita cosiddetta «della crescita», nel senso che è la visita generale annuale che fa sempre, da cui è stato comunque rilevato che il bambino è seguito, è sotto cura e che viene assolutamente tutelata la sua salute, come ho sempre fatto.

  PRESIDENTE. Io avrei altre domande e cerco di essere breve. Le chiedo se sono disponibili le audioregistrazioni e le videoregistrazioni degli incontri protetti fra suo figlio e il padre, e quelle relative alle CTU disposte dal tribunale dei minorenni.

  LAURA MASSARO. Video degli incontri protetti non ci sono, ma ci sono delle registrazioni che ho fatto io quando io ero presente agli incontri, e che ho depositato anche al tribunale, perché il padre e i suoi difensori andavano affermando delle cose che non erano vere. Purtroppo l'assistente sociale che per quattro anni è stata in carica non ha mai compiutamente relazionato, anzi in verità questa signora, che è stata in carica fino al 2019, si è anche macchiata di essersi tenuta nel suo ufficio tutte le decine e decine di verbali che le varie cooperative redigevano di questi incontri, poiché ogni volta che si andava, loro facevano un verbale dove descrivevano cosa avveniva durante gli incontri, e non le aveva mai trasmesse al tribunale per i minorenni.
  Noi siamo venuti a conoscenza dell'esistenza di questi verbali anni dopo l'esecuzione di questi incontri protetti grazie a un accesso agli atti all'ufficio URP (ufficio relazioni con il pubblico) che io ho fatto al comune. A seguito della consegna, quando questa assistente sociale non era più in carica e c'era il successivo, mi sono state date tutte le copie, un plico alto così di verbali di incontri protetti che non erano Pag. 22mai stati trasmessi al tribunale per i minorenni, dove si dava atto non solo della mia puntualità e precisione nell'accompagnare sempre mio figlio a tutti gli incontri nonostante le grandissime difficoltà e le resistenze del bambino fino ad arrivare ad avere malori fisici, ma si dava atto delle difficoltà di relazione con il padre, delle reazioni del bambino e di quello che diceva il padre eccetera.
  C'era una descrizione importante che i giudici avrebbero dovuto conoscere, ma, invece, questa assistente sociale ha pensato bene di tenersi per sé questi verbali e di non relazionare al tribunale. Come dicevo prima, in questo caso il tribunale non ha posto azioni nei confronti del male operato di questa assistente sociale, ma ha pensato, invece, di agire contro l'assistente sociale che ha relazionato e che cercava di tutelare il bambino da un allontanamento per il quale era assolutamente contrario.

  PRESIDENTE. Ho altre due domande che sono un po' particolari, per cui non è tenuta a rispondere. Io le chiedo intanto come vede suo figlio, come sta suo figlio e come valuta la sua situazione, stante questo allontanamento forzato dalla socialità, visto che fa homeschooling e non so se fa sport. Le chiedo come sta suo figlio, se ha compreso qual è la situazione in cui vive e se c'è stato qualcuno che gliel'ha spiegato.

  LAURA MASSARO. Il bambino, compatibilmente con quella che è una situazione sicuramente molto difficile che purtroppo non dipende dalle nostre volontà – né sua né mia – sta affrontando con molto coraggio e molta maturità questa situazione, atteso che è lui ad avere paura di uscire, in quanto noi potremmo trovarci la Polizia sotto casa con abiti in borghese, quindi neanche individuabile. In più, come dicevo prima, ci siamo trovati anche pedinati dall'investigatore privato incaricato dal padre del bambino.
  La sua socialità è sufficientemente garantita dal fatto che comunque riceve visite dai suoi amici, dai suoi compagni, li sente al telefono, ci gioca online ma li vede anche, fa homeschooling e fa anche un corso di inglese intensivo con altri ragazzi che non conosce, quindi per lui è una nuova esperienza.
  Sta aspettando con molta fiducia ma anche con molta suspense queste decisioni che possano magari liberarlo da questo incubo, anche perché il bambino è stato anche visto in videochiamata dalla nuova ed ennesima assistente sociale, visto che il precedente è stato querelato non solo dal tribunale per i minorenni ma anche dal padre del bambino e quindi hanno messo un'altra assistente sociale che lo ha visto in videochiamata a settembre. Il bambino ha di nuovo espresso la sua paura e il suo terrore all'assistente sociale, ha chiesto di poter porre fine a tutto questo.
  Ad oggi c'era la possibilità di sospendere questo provvedimento in attesa della Cassazione, ma si è ritenuto di non dare seguito al parere della procura favorevole in tal senso.
  Stiamo cercando di vivere nella maniera più adeguata possibile, ripeto, compatibilmente con una situazione che terrorizza tutti. Non posso dire che è una situazione che ci fa piacere, questo è sicuro, ma non dipende da noi.
  È un decreto di allontanamento che non sarebbe proprio dovuto uscire con i presupposti che c'erano e che vi abbiamo illustrato. Come si è sentito anche dalle altre onorevoli che avevano preso conoscenza degli atti di questa vicenda annosa, questo decreto di allontanamento non ha motivo di essere e soprattutto è contrario non solo alla volontà del bambino, ma anche alla sua incolumità psicofisica.
  Le insegnanti trovano il bambino sempre molto allegro e molto partecipativo, studia con grande impegno e fa le interrogazioni, quindi devo dire che è un bambino molto forte. Probabilmente questa situazione lo ha reso più maturo e forte dei bambini della sua età. È un ragazzino che mi dà tantissime soddisfazioni. È la mia gioia.

  PRESIDENTE. L'homeschooling la fa in presenza o in videoconferenza, a distanza?

  LAURA MASSARO. No, in videoconferenza.

Pag. 23

  PRESIDENTE. Le chiedo un'ultima cosa. Mi perdoni, non vuole essere una domanda cattiva, ma mi sembrava anche un po' di doverla fare, perché la sua storia ha avuto molto risalto mediatico e ha avuto molto risalto anche in ambito parlamentare.
  Le chiedo quali promesse ha ricevuto, se le ha ricevute, dal mondo della politica rispetto alla tutela dei suoi diritti e di quelli di suo figlio. Quindi le chiedo se ritiene che questa attenzione mediatica e della politica potranno in un certo senso avere un effetto positivo o negativo che sia – questo non lo sappiamo – su quella che è la sua vicenda giudiziaria, perché qui il problema mi sembra più giudiziario.

  ILARIA BOIANO, avvocato. Mi permetto di rispondere io e poi eventualmente la signora Massaro. La ricerca di una condivisione delle ingiustizie subite aveva e ha esclusivamente la finalità di richiamare l'attenzione – a partire dal caso specifico – su delle forti inefficienze del sistema nel suo insieme e sul rischio di esposizione sempre più in un'escalation che è stata ben ricostruita dalla signora, dei suoi diritti fondamentali.
  Non vi è nessuna dinamica di promesse o di rassicurazioni, ma soltanto un campo di presa di parola funzionale a non soccombere a quella intimidazione che spesso, nei contesti che sono stati ricostruiti, non era neanche poi tanto celata: o il comportamento è questo oppure si rischia una sanzione sempre più pesante. Queste prospettazioni le ha subite non solo la signora ma finanche il minore.
  Quindi è stato e rimane un contesto e un obbligo – dal punto di vista proprio di cittadinanza e sociale – di non lasciare senza attenzione questo tipo di situazioni.

  LAURA MASSARO. Volevo rispondere nel senso che, a parte confermare quello che diceva l'avvocata Boiano, io non ho alcun rapporto privilegiato con nessuna delle persone che si sono occupate di questa vicenda, poiché se ne sono occupate semplicemente in qualità di esponenti di una istituzione, ovvero il nostro Parlamento.
  Ho fatto formali richieste mandando gli atti alle Commissioni come questa, l'ho fatto anche con la Commissione del femminicidio e con la Commissione infanzia. Ho scritto al Presidente della Repubblica e ho scritto alla Ministra della giustizia forse una sessantina di PEC, ma c'è anche un protocollo aperto presso il Ministero della giustizia e c'è una richiesta di ispezione da inviare al tribunale per i minorenni da parte di un'altra Commissione.
  Io mi sono rivolta agli organi che lo Stato mi mette a disposizione, e ho mandato semplicemente della documentazione. Al vaglio di questa documentazione è conseguito un interesse rispetto alla mia vicenda, perché ritenuta esemplificativa di quello che ad oggi succede in Italia, quando si decide di separarsi da un certo tipo di padre. Per fortuna non sono tutti così i padri, anzi al contrario direi che la stragrande maggioranza dei padri sono delle ottime persone, ma purtroppo non tutte noi abbiamo avuto questa fortuna e quindi ci siamo dovute difendere non solo da un soggetto che ci ha perseguitato in costanza di matrimonio o convivenza e dopo nella separazione, ma purtroppo anche dalle istituzioni che in questo senso – mi sento di dire – hanno un po' coadiuvato questo atteggiamento persecutorio. È un problema ormai sdoganato, non è solo il mio, non sono stata l'unica a rivolgermi agli organi politici, ma lo fanno anche molti padri.
  Quindi credo che sia insito nella nostra democrazia che le persone, i parlamentari o le Commissioni possano interessarsi o meno a una vicenda. Se non fosse stata ritenuta di interesse, probabilmente non sarebbe stata presa in carico.
  Quello che ci tengo a dire è che io ho sempre mandato documenti, non ho mai raccontato una mia versione dei fatti. Ho sempre mandato i documenti, e le parlamentari che si sono prese carico di questi documenti li hanno letti, tanto che hanno fatto delle interrogazioni parlamentari, altrimenti mi spiegavano con molta correttezza che se io non avessi supportato con dei documenti la mia denuncia verso questi organi, l'interrogazione parlamentare non si sarebbe potuta fare perché non si fa sulla Pag. 24buona parola di scout di un primo cittadino che capita.
  Io non ritengo di dover avere ragione, ritengo di dover avere giustizia e soprattutto la deve avere mio figlio, perché non è possibile che un bambino venga completamente distrutto nella sua esistenza. Non credo neanche che questo possa aiutare a ricostruire mai alcun rapporto, perché altrimenti ci troviamo come nelle situazioni violente del tipo «devi stare per forza con me o altrimenti tu non vivi più». Mi sembra un po' di dover fare questo raffronto.
  Tengo a sottolineare che men che meno ho avuto mai promesse da nessuno. Mi hanno sempre detto che tutto è rimesso all'autorità giudiziaria, e ho sempre rispettato le decisioni dell'autorità giudiziaria. Ma è mio diritto proporre una contestazione per via legale, come sto facendo con i ricorsi, a quelle decisioni che oggettivamente non sono delle decisioni che si prendono nell'interesse supremo di mio figlio.
  Questo è quello che posso dire. Se poi qualcuno vuol dire che ci sono delle promesse, non lo so, mi deve portare le dimostrazioni. Sono state dette molte cose non corrette su questa vicenda. Purtroppo gira una leggenda popolare molto forte. L'esposizione mediatica è stata necessaria, ma credetemi, a me non ha fatto piacere, perché avrei preferito che la giustizia funzionasse. Mi auguro che funzioni sempre meglio e che nessuna di noi sia più costretta a mettere anche un po' in piazza la propria vita e le proprie sofferenze per cercare di porre l'attenzione sugli abusi giudiziari che sono un po' gravi secondo il mio modesto parere, perché – parlando della mia vicenda – qui stiamo parlando di una donna che non ha fatto nulla di male né contro il figlio né contro nessuno, quindi non capisco perché vengano adottate nei miei confronti ma soprattutto nei confronti di mio figlio misure che tra un po' non si adottano neanche nei confronti dei criminali. Questo mi lascia abbastanza basita.
  Lotterò per avere giustizia sempre e fino al più alto grado di giudizio possibile, anche internazionale se necessario. Non credo che mi possa essere impedito l'accesso alle istituzioni.

  PRESIDENTE. La ringraziamo, signora Massaro. Ringraziamo anche l'avvocato Lorenzo Stipa e l'avvocato Ilaria Boiano. Dichiaro quindi chiusa la seduta.

  La seduta termina alle 22.05.