XVIII Legislatura

XII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Mercoledì 17 novembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Lorefice Marialucia , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, in merito alla VI Conferenza nazionale sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope di Genova del 27-28 novembre 2021 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Lorefice Marialucia , Presidente ... 3 
Dadone Fabiana (M5S) , ministra per le politiche giovanili ... 3 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 6 
Bellucci Maria Teresa (FDI)  ... 6 
Bagnasco Roberto (FI)  ... 9 
Lapia Mara (Misto-CD)  ... 10 
Carnevali Elena (PD)  ... 10 
Bologna Fabiola (CI)  ... 11 
Ruggiero Francesca Anna (M5S)  ... 11 
Magi Riccardo (Misto-A-+E-RI)  ... 12 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 13 
Dadone Fabiana (M5S) , ministra per le politiche giovanili ... 13 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MARIALUCIA LOREFICE

  La seduta comincia alle 8.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, in merito alla VI Conferenza nazionale sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope di Genova del 27-28 novembre 2021.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Ministra per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, in merito alla VI Conferenza nazionale sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope di Genova del 27-28 novembre 2021.
  Ricordo che, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento della Camera nella riunione del 4 novembre 2020, i deputati possano partecipare alla seduta odierna in videoconferenza.
  Ringraziando la Ministra Dadone per la disponibilità, le cedo subito la parola. Prego, Ministra.

  FABIANA DADONE, ministra per le politiche giovanili. Grazie, presidente. Saluto gli onorevoli deputati presenti. Con decreto del Presidente del Consiglio, il 15 marzo 2021 mi è stata conferita la delega di funzioni in materia di politica antidroga, nello specifico di promozione di indirizzo delle politiche di prevenzione di monitoraggio e di contrasto al diffondersi delle tossicodipendenze di cui al testo unico n. 309 del 1990 nonché, ferme restando le competenze degli altri ministeri, di promozione di indirizzo delle politiche di prevenzione, di monitoraggio e del contrasto del diffondersi dei fenomeni delle dipendenze tra le giovani generazioni.
  A fronte della delega, una delle prime iniziative che ho assunto è stata proprio quella di incaricare il Dipartimento delle politiche antidroga di avviare il percorso organizzativo della VI Conferenza nazionale sulle dipendenze.
  Ricordo, in primis a me stessa, che l'articolo 1, comma 15 del testo unico in materia di stupefacenti prevede che ogni tre anni si convochi una Conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, alla quale partecipano i soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività nel campo della prevenzione e della cura delle tossicodipendenze.
  Le conclusioni di questa conferenza sono comunicate al Parlamento anche al fine di individuare le eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettata anche dall'esperienza applicativa. Dal mio punto di vista è stata una decisione doverosa, nel rispetto del dettato normativo, e indispensabile in quanto ha l'obiettivo principale di inoltrare al Parlamento delle risultanze che siano basate su studi, analisi ed esperienze ed evidenze raccolte concrete affinché si possa valutare un intervento sul piano legislativo. Inoltre questo materiale prodotto potrà essere utilizzato anche per sviluppare il prossimo Piano di azione nazionale sulle dipendenze che rappresenta uno strumento fondamentale per accordare l'azionePag. 4 statale, le amministrazioni ministeriali e le azioni del Dipartimento delle politiche antidroga con le politiche regionali.
  L'intera Conferenza nazionale sulle dipendenze è stata strutturata con un percorso partecipativo che vedrà la conclusione dei propri lavori con la plenaria del 27 e del 28 novembre a Genova e che sarà trasmessa anche in diretta streaming collegandosi al sito www.conferenzadipendenze.it.
  Per la progettazione e l'implementazione del processo di partecipazione alla Conferenza, il Dipartimento si è avvalso anche del supporto tecnico scientifico del CNR (Consiglio nazionale delle ricerche).
  Come dicevo, è stato individuato un percorso partecipativo che, a partire proprio dalla normativa attualmente vigente in materia, attraverso l'individuazione di punti di forza e di criticità, ma anche attraverso la formulazione di possibili soluzioni espresse da tutti gli attori coinvolti, possa fornire al legislatore una base di conoscenza su cui costruire le eventuali proposte di revisione e di programmazione.
  Attraverso una prima consultazione, iniziata nel mese di giugno e aperta a tutto il settore delle dipendenze da sostanze, sono state individuate sette tematiche rilevanti che hanno successivamente poi costituito l'oggetto di confronti per i relativi tavoli tecnici, ovvero 123 esperti rappresentativi di tutte le componenti interessate come le amministrazioni centrali, le regioni e le province autonome, i servizi per le dipendenze pubblici e privati, la società scientifica, la società civile, le università, gli enti di ricerca, gli ordini professionali e gli enti locali. Gli esperti sono stati individuati per affrontare un lavoro complesso di analisi. Ogni tema è stato poi a sua volta declinato in sottotemi e affrontato in riunioni preparatorie che hanno permesso di mettere in luce le criticità e gli spunti di miglioramento.
  Nella fase preliminare preparatoria alle riunioni, che hanno poi portato ai tavoli tecnici, gli esperti sono stati invitati a esprimere e a condividere con gli altri partecipanti sia le criticità che le possibili soluzioni in relazione a ciascuno degli elementi chiave trattati all'interno dei tavoli.
  Questo processo ha garantito un approccio approfondito e trasparente sulle priorità evidenziabili da parte di tutti gli attori coinvolti da ciascun punto di vista. Il materiale raccolto ha costituito il punto di partenza di ciascuno dei tavoli, dove, a mio avviso, tutti i commenti e anche i differenti punti di vista sono stati il valore aggiunto del processo collettivo di individuazione delle priorità e della costruzione delle proposte operative. Ciascun contributo, messo a disposizione degli esperti, è confluito nel lavoro del coordinatore che lo ha utilizzato per fare una sintesi inclusiva di tutte le posizioni emerse.
  Il passaggio successivo ha previsto l'organizzazione e lo svolgimento, dal 5 di ottobre fino al 4 di novembre, di sette tavoli tecnici, ciascuno coordinato da un esperto. I sette coordinatori sono figure dall'alto valore professionale che, in virtù della loro esperienza sul campo, sono riusciti a contribuire con un approccio metodologico alla discussione, rendendola ampia, approfondita e plurale, ma soprattutto saldamente ancorata alle evidenze scientifiche. Ognuno di questi coordinatori ha una storia professionale e umana differente, ma credo che anche questo abbia permesso di arricchire sia il confronto che il dialogo.
  I lavori dei tavoli tecnici, come ricordavo prima, sono stati aperti al pubblico in modalità webinar e trasmessi in diretta streaming. Ciò ha consentito una massima partecipazione in termini di persone raggiunte che di impression sui social e di interazioni.
  Mi accingo a elencare velocemente i temi affrontati dai sette tavoli tecnici. Il primo è relativo alla giustizia penale, alle misure alternative e alle prestazioni sanitarie penitenziarie nell'ambito delle dipendenze da sostanze psicoattive; il secondo all'efficacia dell'azione di prevenzione presa in carico precoce delle dipendenze patologiche; il terzo all'evoluzione delle dipendenze di innovazione del sistema dei SERD (Servizi per le dipendenze patologiche) e delle comunità terapeutiche; il quarto sul potenziamento delle modalità di intervento Pag. 5nell'ottica preventiva, quindi nell'ottica della riduzione del danno con uno sguardo di un'analisi e alle esperienze nazionali ma anche europee; il quinto sulla modalità di reinserimento socio-riabilitativa ed occupazionale come parte del continuum terapeutico; il sesto sui prodotti vegetali a base di cannabis ad uso medico; il settimo sulla ricerca scientifica e la formazione nell'ambito delle dipendenze.
  Tutti i lavori si sono svolti online per esigenze sia di celerità che legate al fattore pandemico, ad eccezione di due che, invece, abbiamo ritenuto che si svolgessero in presenza; ovvero il primo tavolo tecnico, quello sulla giustizia penale e le misure alternative, che si è svolto presso il Teatro della Casa circondariale di Rebibbia con la partecipazione in collegamento anche dei detenuti dell'Istituto penale per i minorenni di Casal del Marmo di Roma e il sesto tavolo tecnico sui prodotti di origine vegetale a base di cannabis ad uso medico, che si è svolto presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.
  Gli iscritti ai tavoli, che hanno potuto partecipare attivamente ai lavori hanno posto innumerevoli domande e questioni agli esperti, sono stati circa 1.716 con una media di 245 iscritti e con un range che va per il primo tavolo da 148 iscritti per arrivare ad un massimo di 303 nel tavolo sul potenziamento delle modalità di intervento in ottica preventiva e di riduzione del danno.
  Il 60 per cento degli iscritti è di genere femminile, mentre le regioni maggiormente rappresentate sono state Lazio con il 14,6 per cento, la Lombardia con il 12,7 per cento e la Toscana con il 10, 3 per cento.
  I risultati emersi dai sette tavoli saranno al centro delle due giornate di Genova durante le quali il coordinatore di ciascuno dei tavoli tecnici avrà l'opportunità di presentare la sintesi delle proposte, ma anche le criticità emerse all'interno dei vari tavoli tecnici contestualizzate da persone di caratura anche internazionale e commentate dal pubblico che sarà presente in sala, che è un pubblico di cui fa parte il privato sociale. Inoltre, si darà spazio all'analisi di tematiche trasversali che verranno discusse in tavole rotonde di approfondimento.
  I principali binari su cui si sono articolati i lavori dei sette tavoli sono una metodologia di lavoro basata sull'evidenza scientifica, le verifiche di impatto degli attuali assetti anche sulla base dell'analisi della realtà di altri Paesi europei e di documenti di indirizzo internazionale come, per esempio, il Piano di azione europeo e le evidenze disponibili.
  Il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti, sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione relativo alle tossicodipendenze di cui il decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 è il caposaldo della normativa sulla droga. Tuttavia, credo che a distanza di 31 anni sia indubbio che siano avvenuti dei sostanziali cambiamenti sia nel mondo dell'illegalità che nel mondo del narcotraffico e delle sue organizzazioni, ma anche nel settore dei servizi pubblici e di quelli del privato sociale. Questi mutamenti sono stati accelerati anche dal contesto pandemico, come è emerso dalle evidenze contenute nella relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze in Italia presentata lo scorso 30 giugno. Infatti, le misure di lockdown hanno accelerato nuove tendenze che si sono registrate negli ultimi anni, in particolare in termini di mercato della droga che è sempre più digitalizzato, anche attraverso il commercio online al dettaglio di stupefacenti, di modalità di consumo e di assetti dei servizi sociosanitari e socioeducativi.
  Tutti gli indicatori descrivono dei modelli di consumo che sono sempre più complessi incentivati probabilmente dal fatto che gli utilizzatori accedono a un mercato illegale in cui si reperiscono più tipologie di sostanze.
  Risulta evidente come i cambiamenti in atto da qualche anno, soprattutto con la pandemia da COVID-19, abbiano subìto un'accelerazione imponente e generalizzata che ha segnalato l'esigenza di svolgere una riflessione sui fenomeni molto più fluidi, sfaccettati e complessi rispetto a quelli risalenti al 1990.
  Basti pensare anche solo alla più spiccata tendenza, specialmente presso le nuove generazioni, verso consumi che non sono Pag. 6più legati a una sola sostanza o alla compresenza in molti casi di dipendenze da sostanze e comportamentali, così come si evidenziano casi in cui l'uso problematico non avviene in presenza di condizioni di fragilità sociale o in condizioni di emarginazione come eravamo abituati a pensare. Il quadro dei cambiamenti a cui far fronte è rilevante e caratterizzato da delle dinamiche comportamentali, socioculturali ed economiche che sono in rapida evoluzione.
  Dal mio punto di vista, la Conferenza sarà la piazza del dibattito costruttivo e propositivo e l'occasione per condividere delle idee e le convinzioni ma anche delle proposte in termini di modelli di azione. Il percorso avrà come punto di arrivo la relazione al Parlamento, fornendo gli strumenti, come dicevo in apertura, e le informazioni necessarie per un eventuale intervento sul piano normativo e per la costruzione del Piano d'azione italiano sulle dipendenze.
  Ho convocato questa VI Conferenza nazionale, perché non solo credo nel rispetto della legge che chiede ogni tre anni a chi ha questa delega di convocare e di ascoltare sia il privato sociale che tutto il mondo delle dipendenze in termini di impatto e di proposte, ma ho inteso, come dicevo prima, accogliere i numerosi appelli e le sollecitazioni che sono pervenute proprio dalle associazioni e dagli operatori del settore.
  Inoltre, credo che sia anche un'occasione di riflessione indispensabile per rimettere al centro della legislazione antidroga il settore delle dipendenze e soprattutto i bisogni delle persone, andando anche oltre quelle che sono le loro fragilità.
  Sono passati dodici anni dalla convocazione dell'ultima Conferenza. Penso che i problemi in un Paese come il nostro tendano troppo spesso a essere accantonati a causa di altre emergenze. Spesso si risponde a quelle che possono essere le stimolazioni che pervengono soprattutto dalle associazioni e dagli operatori del settore con soluzioni facili senza poi riuscire ad affrontare in maniera complessa un fenomeno che deve essere visto sotto più punti di vista.
  Forse negli anni abbiamo assistito a molta propaganda su questi temi a discapito delle persone che vi erano dietro. Per questo motivo secondo me è doveroso riaprire un dialogo ed un confronto ma che sia basato non solo sulle prese di posizione personale, ma sulla scienza e sulla statistica, sull'approccio evidence-based.
  È per questo che auspico che il confronto sull'annoso tema delle dipendenze e della criminalità che siamo costretti a vivere venga affrontato scevro da ogni presa di posizione precostituita, ma guardando i dati.
  Avevo promesso e lo avevo rappresentato forse anche in questa Commissione, a ridosso della mia nomina, che avrei convocato questa Conferenza e ci ho tenuto a farla nonostante tutte le difficoltà connesse con le tempistiche estremamente strette. Tuttavia, voglio che sia chiaro agli onorevoli presenti in questa Commissione che questa VI Conferenza non è la conferenza del Ministro Dadone, ma è la conferenza di tutti gli operatori, delle associazioni, della comunità dei servizi pubblici e del privato sociale, delle persone e sostanzialmente di tutti coloro che quotidianamente si occupano di far fronte alla prevenzione e alla cura delle dipendenze che attendevano da 12 anni di potersi confrontare anche per fornire al Parlamento uno strumento per migliorare la normativa e quindi migliorare il sistema nel suo complesso. La Conferenza è fatta da queste persone e deve essere fatta per queste persone. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra. Adesso raccogliamo le domande dei colleghi, partendo da un deputato per gruppo. Cominciamo con l'onorevole Bellucci. Se ci sono altri colleghi che nel frattempo intendono intervenire, si prenotino così io ne prendo nota.

  MARIA TERESA BELLUCCI. Grazie, presidente. La ringrazio, Ministra Dadone, per essere qui in Commissione e per aver accolto il nostro invito a poter riferirci e raccontarci la predisposizione della VI Conferenza nazionale. Come diceva lei, Ministra,Pag. 7 è una Conferenza che si sta aspettando da troppo tempo. Infatti, dodici anni rappresentano un tempo lunghissimo e soprattutto sottolineano l'inadempienza da parte dello Stato di rispettare le leggi dello Stato.
  Come lei diceva, il decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 sancisce che la Conferenza nazionale deve essere fatta ogni tre anni, ma in realtà dal 2009 lo Stato è assente rispetto a indire questa Conferenza e a raggiungere quegli obiettivi che lei ha descritto, ovvero quelli di poter confrontarci, dialogare e riflettere su quelle che devono essere i nuovi indirizzi rispetto a un fenomeno che – Ministra, lei lo sa bene e l'ha detto anche in audizione – è in continua e repentina trasformazione.
  Come lei diceva, lo stesso testo unico del 1990 oggi si approccia a una realtà totalmente diversa, con dipendenze patologiche che non sono più soltanto da sostanze stupefacenti, ma che invece sono anche comportamentali. Sempre più si modifica sia la situazione delle sostanze stupefacenti con le nuove e vecchie droghe, le droghe di carattere sintetico, ma anche con quei comportamenti che spesso sono legati alle nuove tecnologie. C'è tanto da riflettere e questi dodici anni di attesa rendono il compito che lei ha portato e sta portando avanti particolarmente difficile.
  Ministra, perché noi le abbiamo chiesto di poter essere qui presente in Commissione per riferirci rispetto alla realizzazione di questa Conferenza nazionale? Lo abbiamo fatto per una serie di motivi, uno dei quali è sicuramente il tempo di attesa di questi dodici anni, quindi per cercare di comprendere come da una parte si vuole dare risposta a questa mancanza che ha caratterizzato la nostra Italia e lo Stato italiano. Lei ha utilizzato delle parole che condivido, avendo parlato di obiettivi della Conferenza nazionale quali il condividere, il riflettere, il dialogare e il confrontarsi. Proprio prendendo spunto da queste sue parole, io mi sarei aspettata che ci fosse una condivisione, come diceva lei, un dialogo o un confronto anche con la Commissione parlamentare competente.
  Qui alla Camera la Commissione competente in termini di dipendenze patologiche e di protezione della salute è la Commissione affari sociali di cui io faccio parte, dove, insieme ai commissari che oggi sono qui con me, cerchiamo di portare avanti questo compito in un tempo particolarmente difficile quale quello della pandemia.
  Per dare vita a quel confronto, a quella riflessione e a quel dialogo e soprattutto per farlo, sulla base di quell'attesa di dodici anni, credo che sarebbe stato fondamentale poter anche sostenere la sua iniziativa in tutti i modi possibili, per far sì che questa attesa di dodici anni potesse portare a un risultato compiuto, lavorando insieme il servizio pubblico, il privato sociale, le comunità scientifiche, le comunità terapeutiche, le istituzioni e lei con la sua delega. Devo dire che la sua delega è così onerosa a fronte anche della vacatio non soltanto della Conferenza nazionale, ma anche dell'affidamento della stessa delega alle politiche antidroga che, tranne quella breve parentesi in cui è stata assegnata, precedentemente a lei, a un ministro della Lega, invece non si è verificato per una decina d'anni.
  Questa è una tematica che è così importante ma allo stesso tempo ha visto un totale disinteresse da parte delle istituzioni e della politica, perché la mancanza della Conferenza nazionale è solo un esempio a cui si aggiunge la mancanza dell'assegnazione della delega e anche l'annullamento del Fondo nazionale di lotta alla droga, perché poi questa è un'altra questione. Oggi i servizi pubblici e il privato sociale, come lei sa benissimo, sono in agonia perché non ci sono più risorse destinate e dedicate.
  A fronte di tutto questo e dell'esempio che la politica e le istituzioni hanno dato di totale disinteresse a uno dei settori sociali e sanitari che sono l'ultima ruota del carro e che sono stati oggetto di tanta cecità e di tanta distanza da parte delle istituzioni, io credo che un buon esempio sarebbe stato quello di metterci tutti insieme, ciascuno per le proprie aree di competenza, sin dall'inizio, sin da quando lei ha avuto questaPag. 8 iniziativa così esemplare e anche doverosa, con la possibilità di portare avanti, di dare un contributo e di riempire questo vuoto cronico.
  Da una parte, Ministra, mi spiace – lei ha detto che la Conferenza ci sarà il 27 e il 28 e noi siamo al 17 novembre – che a soltanto dieci giorni dalla Conferenza abbiamo la possibilità di ascoltarla e di sapere come si stanno portando avanti i lavori di preparazione, dall'altra come Fratelli d'Italia siamo indubbiamente preoccupati perché abbiamo accolto la preoccupazione del servizio pubblico e del privato sociale che ci dicono che c'è stata una tempistica non confacente con una preparazione doviziosa della Conferenza nazionale, dal momento che lei ha annunciato la Conferenza nazionale a fine agosto, ma in realtà i mesi di preparazione, come lei ha detto, sono stati pochissimi. Infatti, sono stati due i mesi di preparazione per una Conferenza che si attendeva da dodici anni. Fra l'altro, gli operatori del settore ci dicono che questo è avvenuto in maniera divergente dalle conferenze nazionali passate, che avevano avuto un tempo molto più ampio di preparazione, proprio perché il 27 il 28 è il momento celebrativo e di restituzione dei lavori preparatori, che però hanno necessità di poter avere un tempo e uno spazio molto più lungo per essere caratterizzati da quell'approfondimento e da quel confronto necessario che, a differenza delle altre conferenze nazionali, ci dicono non esserci stato in questo caso. Anche in questo risulta essere da una parte una Conferenza estremamente attesa, ma dall'altra sembra poggiare non su dei pilastri solidi, bensì su degli stecchini estremamente fragili.
  Mi rendo portavoce delle criticità che ci sono state palesate nell'organizzazione di questa Conferenza nazionale e le chiedo se lei intenda coinvolgere le Commissioni competenti di Camera e Senato, ed eventualmente in che modo intenda coinvolgerle, nella Conferenza nazionale, perché io so benissimo che per legge poi ci sarà il dovere di restituire con una relazione al Parlamento, ma è cosa ben diversa. Condividere, come lei ha detto, riflettere, dialogare e confrontarsi non significa relazionare alla fine, ma significa prenderci per mano e attraversare quello che è un deserto – perché questi dodici anni sono stati un deserto –, ognuno dando il proprio contributo e mettendosi a disposizione.
  A me sarebbe piaciuto che lei avesse preso per mano i diversi interlocutori e insieme ognuno con le proprie competenze avesse potuto, attraverso la sua iniziativa, dare il proprio contributo, ma finora così non è stato. La tempistica è molto tardiva, però mi auguro che almeno, a fronte della tempistica così tardiva, ci sia la possibilità di recuperare, riprendere un percorso, far vedere che si è uniti e non divisi sulla base dello studio dei dati, della scienza e – accolgo quello che lei dice – di una modalità che sia scevra dal pregiudizio ideologico ma che possa vedere le persone al centro del loro bisogno di essere tutelate e in cui nessuno deve essere escluso. Anzi, siccome la battaglia è troppo sfidante e l'emergenza sociale, sanitaria, etica, culturale e valoriale è così alta e il percorso così irto, io mi auguro che lei possa recuperare questo inciampo che c'è stato, secondo chi parla, e possa invece rivedere ciascuno unito nel dare il proprio contributo in questo percorso.
  Le chiedo se lei condivide questa riflessione, come intenda farlo, quali sono gli strumenti che intende mettere in campo, come intende condividere anche la realizzazione di questa Conferenza nazionale così che si possa pensare davvero di confrontarci, condividere e riflettere insieme.
  Rispetto ai tavoli tecnici lei riferiva che ci sono dei coordinatori. Dal momento che diceva che sono persone di alto valore e anche con percorsi umani importanti – immagino che sia così, perché gli operatori delle dipendenze patologiche sono sempre stati operatori estremamente generosi anche a fronte delle grandi mancanze istituzionali che ci sono state in passato, che hanno davvero gettato il cuore oltre l'ostacolo – mi chiedo quali sono stati i coordinatori, quindi se possiamo sapere i nominativi dei coordinatori dei sette tavoli tecnici così da poter sapere chi sta portando avanti i lavori di questi tavoli.Pag. 9
  La ringrazio per le risposte che ci vorrà dare, per essere stata qui con noi e per aver accolto il nostro invito, augurandomi di poterla ascoltare e di poter vedere accolte le mie richieste.

  ROBERTO BAGNASCO. Cercherò di essere breve, anche perché molte cose di quelle che avrei dovuto o voluto dire le ha anticipate molto bene l'onorevole Bellucci, con la quale nell'ultima occasione mi sono trovato a richiedere la presenza della signora Ministra, ritenendo assolutamente importante poterci confrontare con lei prima della Conferenza del 27 di Genova e non solamente dopo, in fase di relazione dei risultati di questa Conferenza.
  Detto questo, do atto alla Ministra che, se sono dodici anni che non si faceva, meglio tardi che mai. Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e in questo caso si è tentato di recuperare un qualcosa che evidentemente era stato negativamente portato avanti negli anni precedenti su un settore estremamente delicato e importante quale la dipendenza da sostanze stupefacenti e da tutto quanto oggi viene usato in maniera sicuramente molto diversa da quando, dodici anni fa, c'è stata l'ultima Conferenza.
  Ministra, quello che io chiedo oggi è in parte quello che chiede anche l'onorevole Bellucci, ovvero di essere coinvolti, anche se è chiaro che siamo in ritardo, il più possibile in questa Conferenza non come persone fisiche – ci mancherebbe altro, personalmente non ho questo tipo di presunzione –, ma come Commissione del Senato e Commissione della Camera.
  È un fatto importante e significativo, è una corresponsabilizzazione che chiediamo, perché sarebbe molto più semplice per qualcheduno di noi, per tutti noi o per chi ha intenzioni diverse prendere i risultati di questa Conferenza e fare solamente una critica aprioristica. Questo non è l'obiettivo che almeno personalmente mi pongo.
  A mio avviso si è fatto qualcosa e la Conferenza è importante. Sicuramente all'interno di questa Conferenza emergeranno alcune difficoltà che non possono non esserci, poiché, come ha detto l'onorevole Bellucci, tre o quattro mesi di preparazione sono verosimilmente insufficienti, però qualcosa si è fatto e credo che si possa ottenere dei risultati.
  Un altro fattore che è stato messo in evidenza è la mancanza di un sostegno alle politiche antidroga, perché la buona volontà è una bella cosa, l'impegno della Ministra è una cosa straordinaria che noi apprezziamo, ma purtroppo servono anche i mezzi per poter fare le cose e quando i mezzi non ci sono, diventa estremamente difficile.
  Anche su questo io credo che l'aiuto su questi temi che può dare il Parlamento o la Commissione è proprio importante: la richiesta forte e chiara, da parte di tutti, di mezzi sufficienti per poter lavorare di più e per poter lavorare meglio. In questo senso io credo che noi stiamo offrendo un aiuto nel tentativo di risolvere queste problematiche.
  Per il resto mi riprometto di seguirla nel modo più attento possibile. Mi auguro, spero e credo, come ha detto la Ministra – fino a prova contraria io sto a quello che dice –, che la Conferenza sarà portata avanti senza pregiudiziali di tipo ideologico. Questo sarebbe un fatto veramente gravissimo e su questo io credo che sarebbe la fine della Conferenza stessa. Mi auguro che la negativizzazione dei risultati non venga fatta e se non sarà fatto, certamente potremo dare un contributo importante anche in questo caso.
  Ministra, ormai i giorni sono pochi e la aspettiamo al varco. In questo momento mi sento di dire che il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto.
  La ringraziamo per quanto evidentemente era doveroso, ma il doveroso per altri ministri non c'è stato e addirittura, come qualcheduno ha fatto rilevare, abbiamo avuto anche degli anni in cui la delega praticamente vagava nel nulla, quindi credo che qualcosa di positivo sia stato fatto. Ottenere da qualcosa di positivo qualcosa di importante dipende da lei e da quello che riuscirà a fare. Noi chiediamo di essere coinvolti e se saremo coinvolti credo che potremmo dare personalmente, ma soprattutto come Commissione, un contributo significativo e importante.

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  MARA LAPIA (intervento da remoto). Ministra, è sicuramente molto importante che si sia organizzata questa Conferenza, però anche io mi devo rifare a quanto detto dai colleghi e a quanto detto dalla collega Bellucci.
  C'è grande dispiacere da parte mia e del gruppo che rappresento per il non coinvolgimento. Lei ha parlato diverse volte della delega che lei detiene e che rappresenta, ma ci tengo a ricordarle che la delega è anche in capo al Ministero della salute. Anche questo, se non il buonsenso del coinvolgere la Commissione affari sociali, doveva portarla a coinvolgere tutti noi.
  Oggi questo ci mette in grande difficoltà sia perché molti di noi – io stessa – non eravamo a conoscenza di questa lodevole iniziativa che ci avrebbe visti coinvolti in prima persona come membri della Commissione affari sociali, ma che ci avrebbe comunque stimolato a prendere coscienza in maniera più approfondita nei nostri territori della situazione per quanto riguarda le dipendenze anche al fine di dare un contributo migliore, più costruttivo e più incisivo e nell'essere protagonisti dell'iniziativa. Questo sicuramente rende l'iniziativa monca del contributo delle due Commissioni di Camera e Senato.
  Mi dispiace, perché adesso i tempi sono stretti, sono passati dodici anni e non penso che ci sia il modo di sanare questa situazione che si è creata. C'è grande rammarico da parte mia e del mio gruppo. Speriamo che le cose vadano bene, però ci tenevo a comunicarle questo e purtroppo ripeto che non penso che ci sia il modo di sanarlo. Auguro buon lavoro e speriamo che sia una conferenza che porti almeno a delle soluzioni.

  ELENA CARNEVALI (intervento da remoto). Ringrazio molto la Ministra della sua presenza richiesta da noi. La ringrazio davvero molto di questa disponibilità e anche per la relazione che lei ha fatto, con la descrizione del metodo e del coinvolgimento molto partecipato.
  Credo che questa sia sicuramente una buona strada, soprattutto quella di utilizzare un metodo basato sulle evidenze scientifiche, anche per sgombrare il campo da un approccio che non sempre si è concentrato sulle evidenze scientifiche, che non sono solo di carattere sanitario.
  È difficile parlare di evidenze scientifiche rispetto a un fenomeno così complesso, come giustamente lei ha anticipato, in alcune sfaccettature. Infatti, basta leggere l'ultimo rapporto, che è uno strumento che il Parlamento ha a disposizione, e leggerlo ci spiega e ci apre molti interrogativi. Credo che quello sia uno strumento frutto di un'analisi che viene naturalmente da molti punti di vista.
  Le propongo e le pongo alcune questioni. Noi abbiamo un fenomeno che lei per le tempistiche ci ha spiegato in modo sintetico, ma soprattutto forse per titoli – poi è la Conferenza che ci darà questo contributo – di precoci fenomeni di tossicodipendenza legati soprattutto anche alla facilità con la quale è possibile accedere all'uso di droghe, in particolare delle droghe sintetiche, e alla poca consapevolezza della gravità dell'assunzione di alcune tipologie di droghe.
  Questo è anche l'appello che arriva dal mondo scolastico. Credo che abbiamo anche bisogno – questa è la domanda – della partecipazione ai tavoli delle rappresentanze del mondo scolastico, di chi intercetta precocemente oppure di chi riesce con più attenzione a intercettare questi fenomeni, a leggerli e anche a capire come approcciarsi, perché io credo che questa sia anche la difficoltà che noi abbiamo sul fronte delle tossicodipendenze o sul fronte dell'inizio di una possibile dipendenza.
  L'altro tema – su questo sono certa che il coinvolgimento ci sarà, perché è chiaro che lei ha questa delega, ma ha una delega per la quale si deve interfacciare non solo con la complessissima rete di contrasto alla diffusione delle droghe, ma anche con il Ministero della salute – è che mi piacerebbe capire, anche per cercare di fornire un contributo oltre a questa richiesta che facevo, come si intreccia il rapporto delle sue deleghe sia con il Ministero dell'istruzione che con il Ministero della salute.
  Non da ultimo credo che abbiamo anche un tema – chi vive nei territori lo sa – di come si riesca ad intercettare rapidamentePag. 11 questo fenomeno di iniziale utilizzo, e poi di dipendenza, e il rapporto con le comunità e con gli esperti.
  Le comunità ci stanno parlando delle dipendenze e per questo il tema andrebbe affrontato anche in maniera molto ampia, perché poi le dipendenze spesso sono molto correlate. Quindi occorre affrontare davvero questo tema complesso. Capisco la necessità di aver realizzato anche sette tavoli proprio per l'ampiezza del raggio di tiro che dobbiamo mettere in campo nell'affrontare un tema come questo.
  Io la ringrazio per questa partecipazione, per questa audizione e anche per – spero e ne sono certa – del contributo e soprattutto di aver colmato questa carenza dopo dodici anni, che è una responsabilità che naturalmente incrocia diverse rappresentanze politiche – in dodici anni ci sono state tante maggioranze – e di aver giustamente convocato questo appuntamento che sarà tra pochi giorni.

  FABIOLA BOLOGNA (intervento da remoto). Buongiorno, Ministra. Grazie anche da parte del mio gruppo per la sua presenza e soprattutto per la relazione che ci ha portato. Naturalmente credo che tutta la Commissione la aspettava per questo confronto.
  Da una parte siamo tutti molto contenti che lei abbia avviato questo percorso e questa Conferenza, ma dall'altra credo che tutti quanti rileviamo che avremmo voluto essere in qualche modo anche noi partecipi di questo percorso come Commissione sia alla Camera che al Senato. Con il mio gruppo anche io purtroppo rilevo questa cosa e spero possa essere sanata in qualche modo magari in corso d'opera, seppur abbiamo pochissimo tempo.
  Sicuramente apprezziamo il metodo di lavoro che lei ha voluto impostare basato sull'evidenza scientifica per evitare quello che può divenire un tema molto facilmente ideologico e anche soltanto di parte.
  Sappiamo quanto questo problema riguardi sempre di più i bambini anche nel corso della fine della primaria. È chiaro che è un problema davvero molto sentito anche dalle famiglie e in particolare dalle mamme, che non riescono a intercettare fenomeni che sono sempre più difficilmente percepiti dalla famiglia e rispetto ai quali anche gli insegnanti fanno molta fatica. Per questo motivo anche io rilevo l'importanza della collaborazione, che sicuramente ci sarà stata, con il Ministero dell'istruzione e con il Ministero della salute.
  L'ultima cosa che voglio sottolineare, poiché molto hanno già detto i miei colleghi, è l'importanza della trasparenza di questi tavoli di lavoro. Per noi è molto importante conoscere anche i coordinatori, perché è chiaro che in questo settore ci sono tantissimi specialisti che con grande solidarietà e impegno oggi lavoravano su queste cose, però io sottolineo il discorso della trasparenza.
  Mi auguro che sarà una bella Conferenza, che ci sarà modo, anche se i tempi sono stretti, di dare in qualche maniera il nostro contributo, ma la ringraziamo perché dopo dodici anni è sicuramente un momento importante.

  FRANCESCA ANNA RUGGIERO. Signora Ministra, la ringraziamo innanzitutto a nome del gruppo del Movimento 5 Stelle per l'enorme sforzo compiuto per impostare i lavori dei tavoli e della Conferenza sulle analisi di contesto, sui dati e sulle evidenze scientifiche, perché la Conferenza deve essere un luogo tecnico che racconta il mondo reale e quindi deve essere veramente distaccato dalla politica che poi prenderà delle decisioni a conferenza conclusa. È uno sforzo immenso dal 2009 non compiuto per dodici anni e svolto ancor prima del termine del suo primo semestre di incarico. Per questo le faccio veramente un applauso, perché è quello che serviva.
  Sicuramente è una Conferenza organizzata e svolta in poco tempo perché andava colmato il vuoto di dodici anni. Non sarà l'ultima, ma mi auguro che da ora in avanti – così come le auguro di continuare ad avere anche nei prossimi anni, perché la sua presenza e la sua volontà nell'aver voluto fortemente convocare la Conferenza sono l'unica garanzia che abbiamo – sia svolta in maniera periodica e che anche questi momenti siano finalmente trasmessi Pag. 12in streaming per tutti i cittadini, compresi i cittadini eletti nelle istituzioni.
  Per questo motivo la ringrazio, perché ho potuto seguire da casa i lavori della Conferenza come qualsiasi altro cittadino sia esso un familiare, parente o persona che ha vissuto o vive il dramma delle tossicodipendenze o un operatore di settore.
  La ringrazio anche per il deposito nei termini della relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia relativo all'anno 2020. Da questa relazione emerge che purtroppo la Puglia è al primo posto per possesso di eroina, per sequestri di sostanze stupefacenti e che molto spesso il reato di detenzione e spaccio è legato anche alla detenzione di armi; quindi il mondo delle droghe è legato alla criminalità organizzata, mafia, camorra 'ndrangheta. È necessario tutelare i soggetti più deboli, che sono poi l'anello più debole della catena e che, insieme ai familiari e tutto il mondo che gli sta attorno, riportano le conseguenze maggiori.
  Mi spiace constatare dai dati che lei ha riportato oggi la scarsa partecipazione alla Conferenza delle regioni del Sud, tra cui purtroppo anche la mia Puglia. Lei probabilmente si ricorderà, signora Ministra, che la mattina di Natale del 2020 la mia città, Bitonto, si è svegliata con una coppia di ventenni in alterato stato psichico per aver assunto sostanze stupefacenti che girovagavano per la città completamente nudi, avendo lasciato a casa un bimbo di tre mesi solo.
  Questo ci fa capire come tutto il sistema per anni sia stato completamente abbandonato a se stesso e che le persone che hanno queste difficoltà siano state abbandonate a se stesse e ovviamente la ricaduta maggiore l'abbiamo poi sui bambini che, se presenti in questi nuclei familiari e in questi contesti, ne riportano le conseguenze più gravi.
  Le chiedo se ritenga che sia il caso di attivare dei percorsi obbligati per le regioni per poter veramente studiare il fenomeno e quindi se, nel momento in cui una regione ha visto una scarsa partecipazione alla Conferenza nazionale che si attendeva da tantissimi anni, possiamo prevedere dei percorsi obbligati.
  Tuttavia, è necessario calcolare anche il fabbisogno, il costo standard per gli enti, le istituzioni e i comparti del settore che devono occuparsi di curare e contrastare le tossicodipendenze, perché, come dicevamo prima, noi possiamo proporre degli strumenti, dei mezzi e delle prassi da seguire, guardando anche alle best practice a livello europeo, però poi abbiamo bisogno di coperture finanziarie e di stanziare delle risorse finanziarie sulla base dell'incidenza del fenomeno per regione, per provincia o per città sulla base della presenza delle persone che bisogna aiutare.
  Io la ringrazio perché ha finalmente innaffiato il deserto, ha iniziato a innaffiarlo e spero veramente che aver superato l'ostacolo dopo dodici anni, avendo piantato l'asta e fatto un salto strabiliante per superare questi dodici anni di deserto dei governi precedenti, sia al momento apprezzato come sforzo e che si continui.
  Seguirò le ultime due giornate e le conclusioni della Conferenza per poter dare poi un apporto prezioso per i soggetti fragili e per gli operatori del settore, perché, come lei ha ricordato, la Conferenza non si svolge per noi o per salire su un palchetto, ma si svolge per gli operatori del settore e per coloro che soffrono queste tossicodipendenze da tantissimi anni, ricordando che molto spesso queste tossicodipendenze non sono solo legate a deprivazione socioeconomiche, ma molto spesso anche alla presenza di patologie, anche di carattere infettivo, molto importanti. Grazie, signora Ministra.

  RICCARDO MAGI. Sarò brevissimo. Grazie alla Ministra Dadone per questa audizione e per il lavoro che ha svolto in questi mesi. Come è stato ricordato da diversi colleghi, è già di per sé un fatto positivo che dopo tanti anni si tenga un appuntamento istituzionale, previsto dalla legge, che è mancato a lungo.
  Diversi colleghi hanno sottolineato in qualche modo e anche lamentato una mancanza di condivisione. La condivisione fa sempre bene, però è anche importante ricordare come in base alla legge il ParlamentoPag. 13 è il destinatario dei lavori della Conferenza nazionale sulle droghe, perché l'articolo 1 del Testo unico indica come obiettivo dei lavori della Conferenza proprio quello di fornire al Parlamento le informazioni necessarie per le eventuali modifiche della normativa.
  Da questo punto di vista io segnalo, come ho fatto anche recentemente in atti di sindacato ispettivo rivolti alla Ministra, un rischio che noi abbiamo; perché se è vero, come diversi colleghi hanno sottolineato, che il fenomeno dell'uso di sostanze stupefacenti e di sostanze psicoattive è un fenomeno complesso, articolato, in continua evoluzione e in continuo cambiamento, è anche vero che abbiamo una normativa nel nostro Paese che è in vigore senza modifiche, se non quelle apportate a seguito di interventi della Corte costituzionale, da circa trenta anni e che ha avuto un impatto sulla realtà.
  Spero che dalla Conferenza – sarebbe un peccato se non fosse così – esca anche un'evidenza sui risultati che l'applicazione dell'attuale normativa ha avuto.
  Cosa intendo dire? C'è qualcosa di accecante e di lampante che solamente chi non vuole vedere, perché ha un approccio ideologico, non vede. Noi abbiamo una delle normative più repressive in Europa, abbiamo un terzo delle carceri italiane occupate da detenuti che sono lì per reati di droga e ogni anno i nuovi ingressi in carcere sono per un terzo questi.
  Questo approccio ha ridotto la circolazione delle sostanze stupefacenti e l'uso delle sostanze stupefacenti? I dati, ovvero la stessa relazione che anche quest'anno è stata trasmessa al Parlamento, ci dicono di no. Questo è un primo dato.
  Io spero che nella Conferenza non ci sia solo un approccio all'uso problematico e alle dipendenze di tipo sanitario, sociosanitario o psico-sociosanitario, ma ci sia esattamente l'approccio che la legge prevede, ovvero quello di dare al Parlamento delle indicazioni su qual è l'effetto della normativa vigente in modo da poterla eventualmente cambiare. Perché è vero che c'è quel peso delle dipendenze che avete ricordato, ma è anche vero che le sostanze stupefacenti e l'uso delle sostanze è un enorme fenomeno sociale, che nel mondo ci sono degli approcci diversi che ormai sono diventate leggi – penso, ad esempio, agli Stati Uniti per quanto concerne la cannabis e la sua legalizzazione – che consentono di avere dei termini di confronto e di paragone ormai consolidati da diversi anni.
  Credo che un approccio davvero non ideologico, davvero laico alla questione e davvero rispondente alla legge dovrebbe far uscire anche questo tipo di raffronto e questo tipo di argomenti dalla Conferenza.
  Nel frattempo al Parlamento – è vero che il Parlamento può lamentare di non essere coinvolto in processi e in attività del Governo e a tutti gli strumenti per esercitare il controllo e l'indirizzo, ma è anche vero che il Parlamento ha di suo tutti gli strumenti legislativi – ci sono delle proposte presentate su questo, ad esempio quella sui fatti di lieve entità.
  Nella Conferenza, a latere della Conferenza o successivamente, mi aspetterei anche che un Governo, proprio per un approccio laico, dia un'indicazione, ad esempio, sulle normative che sui fatti di lieve entità vogliono andare a distinguere fra diverse sostanze. C'è un parere favorevole, c'è un parere contrario o c'è un Governo che si rimetta in qualche modo al Parlamento?
  Secondo me questo tipo di indicazione sarebbe quanto di più utile al lavoro legislativo e anche quanto di più rispondente allo spirito della legge e della Conferenza.

  PRESIDENTE. Ministra, prego, ha facoltà di replicare.

  FABIANA DADONE, ministra per le politiche giovanili. Grazie. Purtroppo il tempo non è moltissimo, ma ci tengo a rispondere adesso alle domande che mi sono state poste. Intanto ringrazio tutti gli onorevoli colleghi che mi hanno rilevato una serie di considerazioni che evidenziano come questo mondo abbia differenti punti di vista e differenti esigenze: c'è un approccio che riguarda sicuramente la presa in carico sul fronte sociosanitario e assistenziale, c'è una Pag. 14parte che riguarda la prevenzione, in particolare dei giovani anche per via della delega, e una parte che riguarda l'impatto della normativa, come è stato rilevato poco fa.
  Ciò che io tengo a far presente e a ricordare, anche se l'ho detto in apertura della relazione, è che il tempo è stato poco, però, come ha sottolineato l'onorevole Bagnasco, bisogna anche vedere il bicchiere mezzo pieno. I mesi che avevo di fronte in termini di spazio temporale che mi sono voluta dare, proprio per dare una risposta a questo mondo in termini di convocazione della Conferenza, sono stati ristretti e, purtroppo, ancora contraddistinti dalle esigenze del distanziamento sanitario, che ha fatto sì che abbiamo dovuto svolgere alcuni tavoli in maniera istruttoria da remoto, avendo degli effetti anche in termini di contenimento sulla sala della Conferenza di Genova. Questo lo dico per riportare a tutti che sono questioni molto pratiche, ma anche molto concrete.
  È altrettanto vero – ci tengo a ricordarlo – che la Conferenza non può sostituirsi al lavoro che spetta al Parlamento. Io non intendo fare una Conferenza che debba essere intesa dal Parlamento come una sede referente nella quale noi svolgiamo tutto il lavoro e il Parlamento prende atto di ciò che viene fatto. Non c'è un ribaltamento della funzione legislativa. Ciò che si intende fare e ciò che la normativa mi attribuisce di fare è proprio una fotografia rispetto all'impatto che la normativa ha avuto su vari fronti e quelli su cui ho inteso rilevare l'attenzione sono quelli che mi sono stati segnalati nelle interlocuzioni del mese di giugno dagli operatori del pubblico e del privato sociale.
  Dopodiché i membri del Parlamento hanno il pieno diritto e il dovere di svolgere le proprie funzioni. Il coinvolgimento nel caso specifico di Genova è stato fatto invitando anche i presidenti delle Commissioni, svolgendo un'attività di invito non soltanto rispetto ai membri di Governo.
  Tuttavia, bisogna riuscire a contemperare tutte le esigenze rispetto al fattore numerico, alla richiesta di tutte le associazioni e di un mondo che presenta delle differenze di vedute, come dicevo prima, molto contrapposte, ma che ha l'esigenza di confrontarsi dopo dodici anni.
  In realtà nei tavoli tecnici le discussioni affrontate sono andate molto oltre le polarizzazioni e alle contrapposizioni. Onorevole Bellucci, può darsi che ci sia stata qualche lamentela, è normale, fa parte della natura delle cose. Quando si organizzano degli eventi di questo tipo dopo tanti anni, nei quali non c'è stata una discussione approfondita e, come avete ricordato anche voi, per dieci anni non è stata neanche assegnata la delega, è chiaro che c'è una necessità molto forte anche di prendere parola e di esprimere le proprie posizioni.
  È altrettanto vero che, dal mio punto di vista, quando si ha una delega, bisogna esercitarla e l'impegno che ho voluto prendere con tutto il mondo del privato sociale che si occupa del tema delle tossicodipendenze è stato di convocare la Conferenza entro la fine dell'anno per evitare di aspettare e di rimandare all'anno successivo, con tutti i rischi connessi rispetto a un procrastinamento dell'affrontare una situazione così delicata.
  Io non credo che sia una Conferenza che rischi di poggiare su degli stecchini, anche perché nei tavoli tecnici è stata affrontata con una concretezza e una saggezza notevole da parte delle persone che vi hanno partecipato.
  I coordinatori dei tavoli non sono coordinatori che vi ho tenuto nascosti, visto che mi è stata richiesta la trasparenza dei nomi. Infatti, i tavoli tecnici sono andati in diretta su Facebook, quindi sono nomi assolutamente noti che ricordo qui brevemente, ma posso farvi pervenire anche l'elenco.
  Il primo tavolo, quello relativo alla giustizia penale, alle misure alternative e alle prestazioni sanitarie all'interno del sistema penitenziario era coordinato dal dottor Leopoldo Grosso, il secondo tavolo, sull'efficienza dell'azione di prevenzione e della presa in carico precoce di dipendenze patologiche, dal professor Fabrizio Fagiano, il terzo tavolo, sull'evoluzione delle dipendenze e innovazione dei SERD, dal professor Fabrizio Starace, il quarto tavolo sul potenziamento delle modalità di intervento Pag. 15in un'ottica preventiva, riduzione del danno, analisi delle esperienze europee e nazionali, dalla dottoressa Laura Amato, il quinto tavolo sul reinserimento socio-riabilitativo e occupazionale, dal dottor Massimo Barra, il sesto tavolo, sul prodotto di origine vegetale a base di cannabis ad uso medico, dalla dottoressa Simona Pichini e il settimo tavolo, sulla ricerca scientifica e sulla formazione nell'ambito delle dipendenze, dalla dottoressa Marina Davoli.
  È chiaro che, come dicevamo prima, il tutto si poggia si poggia sul coinvolgimento anche dei ministeri, quindi del Ministero della salute, del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca. Infatti, ogni Ministero ha anche mandato nei tavoli tecnici dei rappresentanti per interloquire con il privato sociale, come previsto dalla norma.
  Il tutto verrà presentato a Genova sia in termini di apporto costruttivo di ciò su cui si è raggiunto un punto d'intesa che di questioni che magari hanno lasciato diviso il tavolo tecnico, proprio perché ci tengo che non si arrivi con un irrigidimento su determinate tematiche.
  Prima l'onorevole Carnevali mi chiedeva come e se sono stati coinvolti il mondo della scuola e il mondo della sanità. Questo tipo di delega è una delega estremamente trasversale, quindi tocca più ambiti e riguarda sicuramente la presa in carico, l'ambito socio-occupazionale, quindi il reingresso in società, la formazione, la prevenzione, lo stigma sociale, la fragilità in termini di impatto della normativa – tema che l'onorevole Magi in Aula ha sollevato – che devono essere discussi e affrontati dopo oltre dodici anni di silenzio.
  C'è una tematica relativa ai fondi. Vi garantisco che ho voluto affrontare questo tipo di strutturazione sia dei tavoli tecnici che dell'impostazione della Conferenza senza pregiudizi di alcun tipo e che la questione della mancanza delle risorse è stata una questione che mi è stata sollevata durante gli atti di sindacato ispettivo e a cui nell'attuale manovra di bilancio abbiamo posto un iniziale punto di partenza, stanziando 2 milioni di euro per il 2022 e 2 milioni per il 2023.
  Tuttavia, è chiaro che la Conferenza deve essere fatta proprio per riuscire a tirare le fila non solo sullo stato di attuazione della normativa, ma su tutto il mondo che afferisce alle tossicodipendenze che è stato un po' lasciato ai margini dell'attenzione governativa semplicemente perché le deleghe, come avete ricordato prima, per dieci anni non sono state affidate e chi mi ha preceduto, pur avendo espresso l'intenzione di convocare la Conferenza, poi effettivamente per questioni relative alle tempistiche non si è trovato nelle condizioni di farlo.
  All'onorevole Ruggiero rispondo che in realtà non c'è stata una scarsa partecipazione e adesione delle regioni del Sud. Io ho citato in termini di percentuale quelle che maggiormente hanno partecipato, ma non con uno stigma negativo per le regioni che non hanno partecipato, anzi è stata la Conferenza delle regioni che ha inviato i propri delegati e la questione si è voluta affrontare sul fronte istituzionale anche chiedendo ai diretti interessati chi volevano che rappresentasse le regioni all'interno dei tavoli.
  Imporre i programmi si potrebbe fare con il piano d'azione, ma più che imporli – tendenzialmente sono una persona contraria all'obbligo – preferisco spingere le persone a ispirarsi alle migliori prassi. Sappiamo che non solo in Europa, ma anche in alcune regioni d'Italia ci sono prassi che sono molto all'avanguardia e forse, se venissero presentate con la dovuta attenzione alle altre regioni, ci sarebbe un investimento maggiore su di esse. Si può sensibilizzare senza dubbio in questo senso per riuscire a permettere alle regioni anche di applicarle, perché il fenomeno, come dicevamo prima, è complesso e tocca moltissimi aspetti della vita delle persone ed è un aspetto economico, sociale e culturale che riguarda la sanità, l'istruzione e il mondo della ricerca, l'occupazione, il reinserimento lavorativo, lo stigma sociale e, guardando anche in maniera più ampia, anche i traffici internazionali e i modelli di sviluppo delle città per evitare le aree di emarginazione e di degrado soprattutto all'interno delle grandi città.Pag. 16
  L'intento è quello di provare a discutere, nel poco tempo che abbiamo avuto di fronte, nella maniera più composita e partecipata possibile tutti i vari aspetti che afferiscono alla tematica e al mondo delle tossicodipendenze.
  In termini di partecipazione devo dire che con la possibilità di collegamento e interventi da remoto anche all'interno dei tavoli tecnici, oggettivamente era difficile riuscire a renderla ancora più ampia, salvo che poi per partecipazione non si intende, da parte di qualcuno delle associazioni, imporre la propria visione sugli altri, ma io non lo credo.
  La discussione c'è stata ed è stata strutturata. Forse è vero che è stata contenuta in termini di tempistica, ma perché avevamo di fronte la prospettiva e questo era un impegno politico che avevo preso io, di voler fare la Conferenza entro fine anno – sono stata anche sollecitata dal Parlamento a convocarla – per evitare di dire: «La convocherò tra due anni e nel frattempo mi prenderò tutto il tempo che ho di fronte per riuscire a valutare tutti gli aspetti».
  Posso capire che ogni genere di scelta abbia dei lati che possono essere criticabili, però va dato atto del fatto che dopo dodici anni questo tipo di discussione si è presa in mano, tutto il mondo coinvolto, anche con tutte le differenze di punti di vista, tra due settimane arriverà a Genova.
  La mia disponibilità c'è stata anche nel tornare in Commissione per rappresentare come ho strutturato i tavoli tecnici e come intendo strutturare la Conferenza di Genova, però, come dicevo prima, non bisogna confondere il coinvolgimento con un ribaltamento di ciò che ci chiede la normativa. La normativa chiede al Governo di fare una valutazione dell'impatto della normativa e di ascoltare il mondo del privato sociale oltre che del pubblico, dopodiché viene offerta la relazione al Parlamento, il quale giustamente farà ciò che ritiene sulla base di quella che sarà la propria lettura dell'impatto dei dati. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringraziamo la Ministra Dadone e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.15.