XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 133 di Mercoledì 13 ottobre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 

Audizione del presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l., Alessandro Saviola, sul tema dei flussi paralleli di rifiuti (l'audito sarà in videoconferenza):
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto) ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto) ... 2 
Valdinoci Roberto , consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto) ... 3 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto) ... 3 
Valdinoci Roberto , consigliere Delegato Business Unit Saviola ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Valdinoci Roberto , consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto) ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Valdinoci Roberto , consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto) ... 4 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto) ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Valdinoci Roberto , consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto) ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Valdinoci Roberto , consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto) ... 4 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto) ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Valdinoci Roberto , consigliere Delegato Business Unit Saviola (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 6 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 6 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 6 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 7 
Valdinoci Roberto , consigliere delegato del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Saviola Alessandro , presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 7 
Valdinoci Roberto , consigliere delegato del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto) ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 

Audizione del presidente di RILEGNO, Nicola Semeraro, sul tema dei flussi paralleli di rifiuti:
Briziarelli Luca , Presidente ... 8 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 9 
Briziarelli Luca , Presidente ... 10 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 10 
Briziarelli Luca , Presidente ... 12 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Semeraro Nicola , presidente di RILEGNO (intervento da remoto) ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l., Alessandro Saviola, sul tema dei flussi paralleli di rifiuti (l'audito sarà in videoconferenza).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza di Alessandro Saviola, presidente del Gruppo Saviola. Partecipano all'audizione Roberto Valdinoci, consigliere delegato Business Unit Saviola, e Valentina Bolis, responsabile comunicazione.
  Ricordo che il Gruppo Saviola è tra i più importanti processori di legno post-consumo.
  L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema dei flussi paralleli illeciti e dell'abbandono di rifiuti. La Commissione è interessata a conoscere quali siano le criticità che emergono sul settore dei rifiuti ingombranti.
  Gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta.
  Come voi sapete, ci stiamo occupando di questo filone di inchiesta che riguarda i flussi illeciti, in particolar modo per quanto riguarda anche l'abbandono, come abbiamo visto, dove spesso a farla da padrone sono, oltre agli inerti e ai RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), anche gli ingombranti e quindi anche il legno.
  Volevamo sapere il vostro punto di vista e poi eventualmente faremo qualche domanda di approfondimento. Grazie.

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto). Dal punto di vista della situazione degli ultimi mesi e anche dell'ultimo anno, non vediamo particolari criticità legate alla permanenza d'ingombranti e, nel nostro caso specifico, di legno presso le piattaforme. C'è un flusso regolare di ritiro da parte nostra, ma ci risulta anche da tutti i nostri concorrenti. Quindi, al momento e nell'ultimo anno tendenzialmente non ci risultano sul mercato delle criticità legate al ritiro del materiale. Ci sembra che tutto stia funzionando in modo abbastanza regolare e tranquillo.

  PRESIDENTE. Beati voi, perché ovunque giro, anche dietro casa vi è un bel mobile buttato per terra. Una rondine non fa primavera, però è innegabile che ci siano delle situazioni di abbandono. A prescindere da questo, le chiedo se ci aiuta a descrivere questa filiera virtuosa che anche voi rappresentate, poiché è anche utile per capire eventualmente, seppur in percentuale minore, cosa non va e cosa va storto.

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto). Noi abbiamo creato negli anni una vera e propria rete di raccolta del legno che noi chiamiamo «network», che è fatto di numerosissime convenzioni con le municipalitàPag. 3 italiane ed è fatto di una quindicina di centri di raccolta dove a volte siamo soci di maggioranza e altre volte soci di minoranza, ma comunque dove siamo presenti come soci e che fungono da hub per la microraccolta che poi noi svuotiamo utilizzando i nostri mezzi. Abbiamo 100 automezzi di proprietà e raccogliamo dai mercati ortofrutticoli, ai produttori di mobili che sono anche nostri clienti nell'attività di vendita del pannello, dove raccogliamo gli sfridi di lavorazione, alle isole ecologiche dove siamo convenzionati e da dove ritiriamo direttamente.
  Poi ci sono delle piattaforme con cui abbiamo delle convenzioni come, per esempio, convenzioni Rilegno, in cui viene raccolto il materiale e noi andiamo a ritirarlo.
  Questa è un po' la struttura organizzativa che ci siamo dati nella raccolta che a volte è diretta e a volte indiretta.
  Nelle piattaforme in cui noi andiamo o dove siamo chiamati ad intervenire, noi garantiamo un servizio e in questo momento non abbiamo difficoltà a svolgere i servizi che ci vengono richiesti. La sensazione dal mercato è che in questo momento non ci sia questo tipo di difficoltà, però questo non esclude che ci possano essere delle zone dove noi abbiamo una raccolta indiretta e chi deve raccogliere possa avere delle difficoltà a portar via tutto il materiale. Tuttavia, noi facciamo fatica a vedere questo.

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto). Posso integrare provando una risposta parziale a ciò che diceva il presidente, in quanto la nostra capacità di raccolta parte da questi centri che possono essere del nostro network o centri che collaborano con noi, che sono tutte piattaforme facente parti del sistema Rilegno e quindi CONAI (Consorzio nazionale imballaggi), i quali ci conferiscono puntualmente i rifiuti legnosi che loro intercettano.
  Ciò a cui faceva riferimento il presidente, ovvero l'assenza di problemi, è relativa al flusso che va alla piattaforma che effettua la microraccolta all'industria che poi ritira il rifiuto, come nel nostro caso, lo trasforma in un prodotto finito.
  È evidente che tutto ciò che sta a monte delle piattaforme di raccolta, ovvero la raccolta urbana che, come sapete, non effettuata né da noi né dalle nostre piattaforme, evidentemente rappresenta – di questo ne abbiamo tutti evidenza – un enorme problema nel momento in cui i mobili che sono lungo la strada, lì rimangono perché è il servizio di collocazione e di raccolta differenziata in talune zone non funziona bene.
  Tuttavia, come è noto, noi non abbiamo possibilità di intervenire direttamente perché non gestiamo la raccolta urbana, quindi la raccolta differenziata lungo le aree metropolitane, ma interveniamo nel momento in cui questo materiale arriva nelle nostre piattaforme, lì viene effettuata una prima cernita, una riduzione volumetrica che serve a ottimizzare i flussi di trasporto e da quel momento il rifiuto entra nel nostro flusso che è certificato anche dal Consorzio Rilegno, come dicevo prima, e per il quale noi garantiamo il riciclo al 100 per cento.
  I punti di provenienza sono innumerevoli. Solo la nostra azienda ha circa 600 conferitori che portano i loro rifiuti di legno nei nostri stabilimenti. Quello a cui faceva riferimento il presidente Alessandro Saviola prima, è relativo al fatto che garantiamo il ritiro e l'avvio al riciclo di tutte le quantità che ci vengono conferite.

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto). Per quello che ci compete.

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto). Purtroppo di ciò che avviene sulle strade, siamo anche noi spettatori.

  PRESIDENTE. Nessuno vi sta accusando di nulla. È solo per avere un quadro completo della filiera. Ci interessa sapere innanzitutto cosa sono questi 600 conferitori. Sono isole ecologiche? Sono solo consorzi? Singoli immobili?

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto). È molto variegato. Tutto ciò che ha detto lei. Da noi conferisce il mobilificio al quale noi conferiamo i pannelli truciolari e per quello che ci restituisce prevediamo gli Pag. 4sfridi di lavorazione, possono essere centri convenzionati facenti parte dei gestori del servizio e quindi delle cosiddette «municipalizzate», possono essere raccoglitori che effettuano già raccolta differenziata e selezione di varie frazioni merceologiche di rifiuti, quindi operatori privati che hanno dei centri autorizzati per raccogliere carta, vetro, plastica ed evidentemente anche legno oppure aziende della produzione o della distribuzione che ci conferiscono direttamente i rifiuti legnosi di loro produzione.

  PRESIDENTE. Anche uno svuota cantine può venire direttamente da voi? Di questi conferitori voi fate controlli su chi sono, dove hanno preso il materiale o questo non ha importanza, perché l'importante è la qualità del materiale? Quando un materiale è buono e quando non è buono in uscita? Cosa vede in ingresso prevalentemente e in che cosa lo trasformate?

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto). Tutto il flusso di raccolta del rifiuto è controllato: il raccoglitore di rifiuto che effettua la raccolta sul territorio e che poi ci conferisce i rifiuti di legno. Di ogni raccoglitore noi controlliamo preventivamente se è in possesso delle necessarie autorizzazioni a gestire quei determinati codici CER (Catalogo europeo dei rifiuti), così come controlliamo le autorizzazioni relative a chi effettua il trasporto di questi rifiuti che, come sapete, deve essere autorizzato.
  Noi controlliamo la catena sino al punto di partenza che per noi rappresenta la piattaforma che effettua il servizio di raccolta. Essendo un soggetto terzo, noi non abbiamo facoltà di capire con chi si relaziona questo soggetto che normalmente è il ricettore di tante microraccolte, quindi dei famosi svuota cantine che diceva lei, ma che a mio modestissimo parere rappresentano una quantità assolutamente limitata, mentre questi soggetti operano con società municipalizzate piuttosto che con consorzi di comuni, piuttosto che con grande industria e dalle quali ricevevano la stragrande maggioranza del flusso che poi ci viene conferito.

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto). Faccio l'esempio delle traversine ferroviarie: sono materiale legnoso che però è trattato in un modo tale per cui non siamo autorizzati a ritirarlo e quindi controlliamo che all'interno di quello che ci viene conferito non ci siano materiali che non siamo autorizzati a ritirare e a riciclare.

  PRESIDENTE. Chi porta il materiale da voi, deve pagare un corrispettivo a tonnellata? Come funziona?

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto). Dipende dal momento di mercato e dal tipo di servizio che viene effettuato. Essendo il legno per noi una materia prima che deve subire dei processi di lavorazione, lo dobbiamo pulire di tutto ciò che non è fazione legnosa e quindi dei metalli, dei sassi e degli inerti che vengono raccolti con le operazioni di raccolta differenziata. In funzione della tipologia di materiale, delle operazioni che devono essere fatte per pulirlo, ma in particolare del servizio di trasporto perché, come lei può immaginare, una cosa è che il materiale venga raccolto a pochi chilometri di distanza e una cosa è che un automezzo debba fare centinaia di chilometri per andarlo a raccogliere. Normalmente il costo del servizio di raccolta supera il valore del materiale e di conseguenza viene pagato un corrispettivo per questo servizio.

  PRESIDENTE. C'è anche chi conferisce in maniera gratuita?

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere Delegato Business Unit Saviola. (intervento da remoto). C'è anche chi conferisce in maniera gratuita, se il materiale ha le giuste caratteristiche e viene conferito senza spese di trasporto.

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding s.r.l. (intervento da remoto). Presidente, consideri che uno dei costi più importanti è quello della pulizia, perché è legato all'energia. Infatti, per pulirePag. 5 il legno sporco è necessaria una quantità di energia è veramente importante. Una delle principali voci di costo nella composizione del pannello truciolare è l'energia elettrica.

  PRESIDENTE. A parte il trasporto, chi conferisce da voi tendenzialmente conferisce in maniera gratuita e a seconda della qualità del materiale gli fate pagare qualcosa? Come viene stabilito?

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere Delegato Business Unit Saviola (intervento da remoto). Come tutti i mercati, sono soggetti a fluttuazioni. Ci sono stati dei momenti in cui abbiamo pagato decine di euro la tonnellata e ci sono dei momenti in cui, come dice lei, al netto del trasporto e delle altre operazioni il materiale ha valore zero e vi sono dei momenti in cui gli spazi di stoccaggio sono limitati e quindi è limitata la possibilità di ritirare il materiale e in quel momento qualcuno è disposto anche a pagare un corrispettivo. Noi siamo un'attività economica che evidentemente segue le fluttuazioni di mercato.

  PRESIDENTE. Se non ho capito male, non c'è una costanza. Addirittura varia da: «A volte pago per darvi il materiale» a «A volte invece vengo pagato per lasciarvi il materiale». Ho capito bene?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Esatto. Dipende dalle situazioni di mercato.

  PRESIDENTE. Ho capito che questo materiale è legno, ma tendenzialmente in percentuale la maggior parte è rappresentata da mobili?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Non necessariamente. Sono cassette ortofrutticole, avvolgitori in legno dei cavi elettrici – penso a Prysmian che fa tutta questa attività – sfridi di lavorazione del mobile, lo stesso pannello truciolare che viene lavorato e quindi sfridi di truciolare, pallet vecchi e tutto il materiale che viene utilizzato per l'imballaggio, casse e anche mobili vecchi.

  PRESIDENTE. Tutto questo materiale in cosa viene trasformato?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). In pannelli truciolari.

  PRESIDENTE. Sostanzialmente dalla vostra filiera escono tutti i pannelli truciolari a prescindere dalla varietà dei materiali in ingresso?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Sì. Al 95 per cento vanno nel settore dell'arredamento e al 5 per cento in Italia e diverse sui mercati esteri nell'edilizia, ma è veramente una parte residuale. Il 95 per cento è arredamento, la produzione di mobili.

  PRESIDENTE. Voi date il prodotto finito o solo la base?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Noi diamo un prodotto che è il pannello truciolare che poi deve essere bordato e forato per diventare una parte di mobile. Noi abbiamo anche questa attività all'interno del Gruppo, però tendenzialmente noi vendiamo pannelli truciolari nobilitati, vale a dire che viene applicata una carta decorativa melaminica che imita le essenze del legno e poi viene venduta allo Scavolini di turno che borda il pannello, lo fora e crea un'anta, una scocca per la cucina o una parte di mobile che poi compone. La nostra è una materia prima per l'industria del mobile.

  PRESIDENTE. Anche in questo caso il prezzo a cui lo vendete è molto fluttuante oppure ci sono dei costi standard al metro quadro?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da Pag. 6remoto). È fluttuante, dipende dalla domanda e dall'offerta, dalla variazione dei costi delle materie prime che servono per comporre il prodotto, ma è così in tutta Europa. Infatti, spesso le tendenze di aumento e di diminuzione del prezzo partono dalla Germania e poi si scaricano anche sull'Italia, ma è così da sempre.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda i controlli sulla bontà del legno e del truciolato?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Noi facciamo prove quotidiane in produzione per verificare le caratteristiche tecniche del prodotto e anche poi i contenuti, per esempio, di ceneri all'interno del prodotto che siano in regola con le normative. I controlli sono quotidiani su tutti gli impianti.

  PRESIDENTE. Li fate voi e poi c'è un organo di controllo come l'ARPA (Agenzia regionale per la protezione ambientale)? C'è un organo di controllo che certifica?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Sì, l'ARPA è deputata ai controlli legati alla produzione. Ad esempio, abbiamo continuamente monitoraggi sulle emissioni. Siamo controllati sempre dall'ARPA e dall'ATS (Agenzia di tutela della salute) locale.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio gli auditi che lavorano nella mia circoscrizione elettorale, per cui li saluto. Voi conoscete bene gli esiti di vari studi, io cito lo studio epidemiologico Viadana III, ma voi potete citare altri studi. In ogni caso vi volevo chiedere a che punto è la sostituzione della formaldeide e da un punto di vista tecnico come vedete questa questione a parte quelle che saranno le risultanze legali.
  Inoltre, vi volevo chiedere se i rifiuti che ritirate secondo voi contribuiscono in parte a queste emissioni. Intendo se in parte tendono a contenere già formaldeide e quindi se nelle varie fasi di passaggio possono contribuire anche alle emissioni e se la cercate nel rifiuto ritirato.
  Sulla provenienza ci avete già detto qualcosa, però potete dire che in generale la provenienza è da tutta Italia o c'è qualche regione specifica da cui proviene il legno usato?

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Rispondo subito alla prima e all'ultima domanda: il materiale proviene da tutta Italia, esattamente da tutte le regioni. Addirittura nella parte sud dell'Italia tutto il materiale è certificato da Rilegno ha una certificazione di provenienza da Rilegno, mentre nella parte nord, come ha detto prima Valdinoci, abbiamo il nostro sistema di raccolta e di controllo del materiale in ingresso. La provenienza è da tutta Italia, nessuna regione esclusa.
  Per quanto riguarda il tema della formaldeide, noi abbiamo studi importanti che, se desiderate vi possiamo mandare. Noi stiamo continuando la ricerca sulla possibilità di sostituire la formaldeide perché, se fosse possibile farlo, lo avremmo già fatto. Non stiamo studiando solo noi il problema, ma lo stanno studiando anche grandi multinazionali e altre società che con cui siamo in contatto per capire chi evoluzioni ci possono essere da questo punto di vista.
  Al di là che siamo produttori di formaldeide, non siamo per nulla contrari alla possibilità, se si trovasse veramente qualche materiale che lo può fare, rispetto alla sostituzione del prodotto. Non è che possiamo andare a fare la guerra contro i mulini a vento, se è possibile migliorare certi tipi di produzione, però al momento nemmeno le grandi multinazionali hanno in tasca una soluzione.
  Noi ci stiamo lavorando, siamo in contatto con soggetti che ci stanno lavorando e qualcuno è anche a un a un discreto punto. Tuttavia, è prematuro fare qualsiasi altra considerazione sui tempi possibili di sostituzione della formaldeide.
  Quello che ci siamo impegnati a fare – credo che sia questo il vero problema della formaldeide – è la riduzione dell'emissione nei prodotti. Noi stiamo mettendo a punto Pag. 7un prodotto che di fatto può avere la stessa emissione del legno naturale: il legno naturale non trattato naturalmente ha una emissione di formaldeide. Per esempio, non tutti sanno che dei frutti come le pere emettono formaldeide. Noi stiamo mettendo a punto un prodotto che avrà la stessa emissione del legno naturale. Abbiamo il prodotto su scala ancora non industriale, ma credo che saremo in grado fra un po' di tempo di produrlo anche industrialmente. Credo che già questo rappresenti un'ottima soluzione rispetto alla possibile emissione di formaldeide.
  Inoltre, siamo già abbondantemente sotto gli standard previsti dalla normativa europea, perché noi siamo già in grado oggi di produrre sotto gli standard non solo italiani, ma anche europei e americani, come la normativa CARB (California Air Resource Board) II o l'EPF (European Panel Federation) europeo, ma noi cerchiamo di andare oltre ancora, ovvero arrivare a un'emissione che sia pari a quella del legno naturale e saremo i primi a raggiungere questo risultato.

  ALBERTO ZOLEZZI. Volevo capire se nei rifiuti che ritirate cercate la formaldeide e se secondo voi questo fa parte un po' del problema relativo al fatto che in qualche modo nel trattamento e nell'emissione anche la formaldeide già contenuta nel legno che ritirate contribuisce all'emissione.

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere delegato del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Va in processo, nel senso che la materia prima che noi utilizziamo è estremamente eterogenea perché, come abbiamo già detto, ritiriamo dalla sedia rotta allo sfrido di lavorazione di una tavola di abete, al mobile rotto. È chiaro che se il mobile rotto è un mobile di recente costruzione degli ultimi anni, è probabilmente composto da pannello truciolare e così come gli sfridi di un nostro cliente che utilizza pannelli truciolari è evidente che ha un piccolo contenuto di formaldeide, ma sono contenuti assolutamente minimali che vengono considerati nel processo di produzione e l'output dal nostro processo è studiato affinché risponda agli standard di cui parlava prima il presidente.
  Indipendentemente dalla materia prima dalla quale parto, ciò che vado a immettere sul mercato risponde agli standard internazionali.

  PRESIDENTE. Vorrei capire com'è la tendenza sul mercato in questi ultimi anni. Ricevete sempre più legno e vendete sempre più legno oppure è abbastanza fluttuante non c'è una tendenza all'aumento della raccolta?
  A prescindere se la raccolta aumenta o meno, conoscendo la filiera nella sua interezza anche se voi vi occupate della parte terminale, quali provvedimenti si potrebbero fare e quale cose potrebbero andare meglio affinché la raccolta del legno usato sia con quantitativi nettamente superiori? Credo che sia nell'interesse di tutti, anche perché spesso vengono abbandonati, come dicevamo noi, a volte vengono usati anche come innesco o a volte li bruciano perché non sanno che farne e questa è una possibilità che noi non riteniamo virtuosa.

  ALESSANDRO SAVIOLA, presidente del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). Come lei ha giustamente osservato, è interesse di tutti e prima di tutto il nostro interesse che ci sia un incremento della raccolta, perché va a vantaggio di tutti.
  Noi osserviamo negli anni un miglioramento e una crescita costante della raccolta soprattutto il Sud che qualche anno fa era il fanalino di coda e aveva un livello di raccolta molto più bassa rispetto al Nord. Invece, c'è stato avvicinamento e oggi c'è un gap sempre inferiore tra il Sud Italia e il Nord Italia.
  È indubbio che ci sia una crescita virtuosa nella raccolta. Non è una crescita a tre cifre, però è una crescita significativa che anno dopo anno continua a crescere e ad aumentare.
  Per darle un dato, quest'anno noi abbiamo raccolto circa un milione di tonnellate, 967 mila tonnellate per la precisione, Pag. 8solo con il nostro network. La stima della raccolta italiana è di circa 3,5 milioni di tonnellate all'anno, però è in crescita costante.
  Per quanto riguarda il miglioramento e le iniziative da attuare per incrementare ulteriormente, lascio a Roberto Valdinoci qualche suggerimento.

  ROBERTO VALDINOCI, consigliere delegato del Gruppo Saviola Holding srl (intervento da remoto). È evidente che il miglioramento può derivare principalmente dall'attivazione di ulteriori forme di microraccolte sul territorio con tutti i problemi e le difficoltà che ci sono.
  Nel momento in cui la filiera industriale è in grado di ritirare questo materiale, il materiale che viene raccolto in Italia è insufficiente rispetto alle necessità nostre e dei nostri colleghi competitors, da cui la necessità di riciclare materiale proveniente anche dai Paesi limitrofi, perché oggi arrivano e vengono riciclati in Italia non solo da noi, ma anche dai nostri colleghi che svolgono il nostro stesso mestiere, ingenti quantità di rifiuti legnosi che provengono dai sistemi di raccolta di Francia e di Svizzera principalmente, perché la raccolta italiana al momento è ancora insufficiente a coprire i nostri fabbisogni.
  Per quanto riguarda il come incrementarla, occorre agire sulle microraccolte locali per cercare di fare in modo che gli ingombranti e quei rifiuti, anziché rimanere giacenti sui marciapiedi, vengano conferiti nei centri di raccolta.
  Se mi chiedesse, presidente, quali sono i problemi principali nel sistema di raccolta, visto che noi comunque facciamo anche quell'attività – come ha detto il presidente, noi gestiamo anche una parte di questi di questi centri direttamente – e se usciamo dai panni dell'industria riciclatrice e ci caliamo nei panni del centro di raccolta che opera nella città e che è a diretto contatto con la prima raccolta, le maggiori complessità specialmente negli ultimi periodi sono dovute alle sempre più stringenti e doverose necessità di rispettare le normative, che sono sempre severe, relative alle quantità di stoccaggi temporanei che sono molto limitative e che molto spesso possono creare un cortocircuito.
  Vi spiego: se un'industria ha un problema tecnico per cui deve fermare l'impianto per qualche giorno, non ha possibilità perché c'è un severissimo controllo delle capacità di stoccaggio e nel momento in cui il materiale non viene trasformato e sottratto dal cumulo di rifiuti si rischia – ed è successo specialmente l'anno scorso e forse di questo voi avete avuto evidenza – il problema della difficoltà di conferire questi rifiuti, perché i centri di raccolta hanno delle capacità di stoccaggio molto limitate che oggi, grazie ai controlli molto severi ai quali è impossibile derogare, spesso può creare qualche cortocircuito e qualche problema.
  La soluzione evidentemente non può essere quella di allentare le maglie dei controlli, perché noi siamo in una filiera virtuosa che tutto il mondo ci riconosce come il miglior sistema di raccolta e riciclo del legno che vi sia al mondo, piuttosto dovrebbe essere possibile incrementare la capacità di stoccaggi temporanei e allargare la capacità dei centri che oggi invece è molto difficile. Se noi vogliamo aumentare il numero dei centri di raccolta o aumentare la loro capacità di è molto difficile, perché le normative sono talmente severe che de facto, anche se volessimo, non riusciamo ad incrementare i flussi di rifiuti.
  Qui c'è un po' un collo di bottiglia fra il doveroso controllo delle normative molto severe e il fatto che vi sia l'impossibilità di aumentare la raccolta.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUCA BRIZIARELLI

Audizione del presidente di RILEGNO, Nicola Semeraro, sul tema dei flussi paralleli di rifiuti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza di Nicola Semeraro, presidente di RILEGNO. PartecipaPag. 9 all'audizione del direttore Marco Gasperoni. Ricordo che RILEGNO è il consorzio nazionale che si occupa della raccolta, del recupero e del riciclo degli imballaggi in legno. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema dei flussi paralleli illecite e dell'abbandono di rifiuti. La Commissione è interessata a conoscere quali siano le criticità specifiche che emergono nel settore dei rifiuti ingombranti. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito i nostri ospiti a svolgere una prima relazione, al termine della quale saranno poste eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). RILEGNO è il consorzio nazionale che principalmente si occupa del ritiro e dell'avvio al riciclo degli imballaggi ed è all'interno del sistema CONAI.
  Nel corso della sua lunga storia – sono ormai passati 25 anni – RILEGNO ha già sviluppato un'attività molto importante e capillare: abbiamo più di 400 piattaforme posizionate in varie zone in Italia sia al Nord che al Sud.
  Noi siamo nati come un consorzio degli imballaggi, ma negli anni di fatto il Consorzio RILEGNO si è anche occupato del non imballaggio. Inizialmente questa è stata una scelta condivisa anche con l'ANCI (Associazione nazionale comuni italiani), dove per loro era molto più difficile raccogliere i singoli imballaggi in maniera separata dal resto del legno.
  La fortuna che il sistema del riciclo del legno ha sempre avuto rispetto ad altri materiali è che il riciclo del legno, grazie a questa opportunità e a questa capacità di poter lavorare e lavare legno, rendendolo quasi simile al legno vergine, ci ha dato la possibilità negli anni di accrescere e di svolgere un'attività tale che anche RILEGNO diventa un consorzio di materiale. Quindi, abbiamo unito sia l'imballaggio che il non imballaggio.
  Questo ha portato alla creazione di un'industria del riciclo che si è sempre sviluppata e portata avanti ed è stata creata nell'arco degli anni proprio una vera e propria economia che prima della nascita del Consorzio in Italia non c'era, perché pochissimi utilizzavano il legno di recupero per produrre i pannelli.
  RILEGNO è stato assistito dal suo stesso mondo del riciclo e oggi è in grado di attivarsi con le proprie piattaforme, attraverso convenzioni e i propri riciclatori, a riciclare circa intorno ai 2 milioni di tonnellate di legno.
  Di questi 2 milioni di tonnellate abbiamo un milione di tonnellate di imballaggi che va aggiunto a circa 850 mila tonnellate di imballaggi che vengono riutilizzati, cioè vengono intercettati prima di andare a diventare materiale da riciclo. Quindi, negli anni il Consorzio ha attivato tutta una serie di convenzioni per cercare di sviluppare proprio il riutilizzo.
  Credo che siamo uno dei pochissimi consorzi che attua un riutilizzo molto importante. Questo è possibile anche perché il nostro materiale, il nostro imballaggio principe è il pallet che si presta molto a un uso continuo e prima che diventa un rifiuto è in grado anche di essere utilizzato varie volte.
  Abbiamo un sistema che premia il riutilizzo ed è un sistema che abbiamo sempre cercato di potenziare nel corso degli anni.
  Di conseguenza, se io devo parlare di criticità del sistema, faccio fatica a trovare criticità, anche perché negli ultimi due anni abbiamo attivato una serie sia di convenzioni che rapporti con il riciclo molto più strette rispetto a prima, dove anche il Consorzio ha attivato quella sicurezza in più, che prima a volte sui mercati ci davano delle preoccupazioni che era quello che i riciclatori si impegnassero a ritirare sempre e comunque. Sono due anni che questa cosa sta avvenendo in maniera molto regolare.
  In questo momento, per qualsiasi problema di aumenti di materiale in giro per le nostre piattaforme convenzionate, la cosa che fa star tranquillo il Consorzio è che il riciclo può assorbire più di quello che oggi il Consorzio RILEGNO attivamente sul mercato può fare.Pag. 10
  Non so se ci sono delle domande o devo andare avanti e dare dei dettagli.

  PRESIDENTE. Io ho due domande su quello che ha illustrato, poi magari può riprendere. Lei parlava di una presenza di 400 piattaforme sia al Nord che al Sud. C'è una distribuzione uniforme capillare? Anche perché a fronte di 7.900 comuni, 400 piattaforme sono molte ma anche poche.
  Per esempio, sui RAEE abbiamo riscontrato tutt'oggi, nonostante ci sia da qualche anno, c'è una discrepanza e un problema su alcune regioni che coprono peraltro il 25 per cento della popolazione. La prima domanda è se vi è una distribuzione uniforme e capillare.
  Per quanto riguarda la seconda domanda, in un passaggio del suo intervento lei ha fatto riferimento a come nell'esperienza storica di RILEGNO, all'inizio in realtà si fosse orientati non solo a raccogliere il legno – se ho compreso correttamente – non solo degli imballaggi, ma anche lo stesso materiale di non so che tipo e di che natura.
  La domanda è questa e peraltro potrebbe valere anche per altri consorzi che afferiscono al CONAI o alla rete dei consorzi in generale: visto che passi importanti sono stati fatti in questi anni – rimango convinto che il sistema dei consorzi abbia operato una prova positiva, poi tutto è migliorabile – potrebbe aver senso ripensare le finalità e le tipologie dei materiali raccolti, tenuto conto che ce ne sarebbero gli affini da poter prendere in considerazione per aumentare i quantitativi?
  Un'ultima cosa è proprio quello che ha detto pochi istanti fa. Lei diceva: «L'attuale sistema è in grado di gestire più di quanto RILEGNO in questo momento possa fare sul mercato». Tuttavia, la frase «è grado di gestire più di quanto possa fare» lascia aperta un'ambiguità: non più di quanto sia eventualmente presente sul mercato e potenzialmente disponibile che attualmente magari – che è quello che interessa a noi – sfugge alla rete ufficiale e finisce nei canali paralleli?
  Vorrei capire meglio l'affermazione «Siamo in grado di gestire più di quello che riusciamo a fare». In che termini? Si potrebbe promuovere di più? Si potrebbe coinvolgere maggiormente le amministrazioni locali? Si potrebbe aumentare il numero di piattaforme? Al di là delle potenzialità, c'è ancora una possibilità di intercettare maggiori quantità di flusso eventualmente in termini diffusi o specifici in alcune aree?
  Queste sono le prime tre domande che mi sento di fare in funzione alla sua relazione precisa e puntuale tanto da far scaturire delle richieste di approfondimento.

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). Riguardo al posizionamento delle piattaforme sul territorio nazionale, è abbastanza diffuso e grossi problemi non ce ne sono, anche se noi siamo aperti, non è che le piattaforme sono a circuito chiuso. Inseriamo altre piattaforme che se lo richiedono specialmente al Sud. A mio avviso al Sud non dico che servono molte piattaforme, ma si può fare un grosso lavoro per recuperare più materiale.
  Pensi che negli ultimi tre anni abbiamo aumentato la raccolta al Sud. Il fatto che la raccolta al Sud sia aumentata significa aumentare i costi, perché comunque il nostro riciclo è concentrato quasi tutto nella Pianura padana.
  RILEGNO è un consorzio che opera da sempre proprio in base a quelle che sono le impostazioni che la legge stessa ha dato, quindi noi ci siamo occupati con progetti dalla prevenzione al recupero, al riutilizzo fino al riciclo. Non abbiamo mai dimenticato quali erano gli obiettivi della legge e continuiamo a lavorare su quei temi. Infatti, il Consorzio ha creato progetti proprio su ogni obiettivo della legge.
  Sotto questo aspetto, quando io affermo che RILEGNO potrebbe anche aumentare le raccolte, non è che è una cosa che affermo io, bensì è proprio il potenziale del riciclo italiano. I due milioni di tonnellate che passano attraverso il sistema RILEGNO sono nettamente inferiore alla capacità di riciclo che lo stesso mondo del riciclo ha.
  Di conseguenza mi sento di dire che sul territorio italiano anche per il valore che il legno stesso rappresenta... non voglio divagare,Pag. 11 ma le faccio un esempio per capire come funziona un consorzio come RILEGNO. Non è un confronto con gli altri consorzi, perché ogni materiale ha la sua specificità.
  Perché il legno è importante? Non perché noi gestiamo i flussi, ma il legno è importante perché l'Italia è un Paese che acquista quasi il 90 per cento della sua materia prima legno all'estero. Il fatto di poter collaborare con il mondo del riciclo a mettere in piedi un sistema di flussi di 2 milioni di tonnellate significa un'importantissima diminuzione di costi verso l'estero.
  Solo nel settore del legno in Italia spendiamo all'incirca 9 miliardi l'anno. La grandezza di un sistema nato e attivato negli ultimi anni attraverso il Consorzio RILEGNO e il CONAI sta proprio lì: se noi ci fermiamo su quello che è stato fatto, commettiamo un grande errore.
  Secondo me oggi siamo in un momento storico nel quale dobbiamo potenziare queste cose, capire che una normativa nata 25 anni fa ha portato alla creazione di un'industria che prima non c'era ed è un'economia nuova, un'economia che oggi viene identificata con una parola che è che è un po' inflazionata, vale a dire «economia circolare».
  La nostra economia circolare è un'economia che nasce da lontano e noi teniamo insieme nel sistema di RILEGNO il produttore delle cassette ortofrutticole in Sicilia che spedisce le sue merci e quella stessa cassetta, quel legno che diventerà materia preziosa per il riciclo per poter fare un'anta di una cucina di un grosso mobiliere.
  Questo mettere insieme e creare un'economia circolare sistemica per noi che lavoriamo nel mondo del legno è la più grande soddisfazione che abbiamo. Questa cosa che appartiene non a chi gestisce il Consorzio o al mondo del legno – credo che il riciclo del legno non appartenga a chi lo realizza – bensì appartiene al Paese Italia, perché effettuare un'economia circolare sistemica mettendo insieme aziende lontanissime tra di loro ma nella quale tutti lavorano insieme per poter raggiungere lo stesso obiettivo, penso che sia una cosa molto importante.
  Uno dei lavori che RILEGNO fa continuamente proprio questo: cercare di essere il punto di equilibrio continuo per tenere insieme questi soggetti che tra di loro sono incredibili. Se voi prendete un riciclatore o un produttore di mobili, questo non ha niente a che vedere con una segheria di Palermo e costruisce le sue cassettine e le manda sui mercati di Roma, di Milano o di Torino.
  Tenere insieme questo è una grandissima soddisfazione che un consorzio come RILEGNO ritiene di avere.
  A volte ci sono delle sfaccettature che non si conoscono molto bene, quindi io sono molto felice di interloquire con voi, perché nel nostro mondo ci sono tantissime cose da scoprire che sono molto belle e sono delle storie veramente molto interessanti.
  Ad esempio, una cosa che mi sento di dirvi è la logistica che questo sistema ha attuato e ha messo in piedi per poter far sì che il materiale che c'è in Sicilia possa essere tranquillamente riciclato e portato al Nord. Noi ci occupiamo anche di incentivare il trasporto e quando si parla di trasporto, si parla di gomma o di CO2.
  Sotto certi aspetti RILEGNO è un consorzio all'avanguardia nella creazione di progetti che possono riguardare anche l'utilizzo delle navi piuttosto che la ferrovia stessa e sono cose che stiamo portando avanti ultimamente. Sono tutte situazioni legate anche alla ripiantumazione: se noi pensiamo di mantenere un consorzio che deve continuare a diventare un distributore di soldi, è un grandissimo errore. Noi di RILEGNO non lo abbiamo mai pensato.
  Prima le dicevo che RILEGNO è pronto anche a fare entrare altri materiali legnosi ed è vero che noi siamo nati come imballaggio, ma poi per forza di cose, anche per dare un'assistenza ai comuni, ci siamo occupati anche della raccolta del non imballaggio. Mi riferisco all'edile, perché molte volte si parla di immobili, ma si dimentica che c'è una grossissima componente che è proprio il legno edile. Pensate ai pavimenti, alle porte, alle finestre e al materiale per costruzioni che oggi è un'attività che si è ripresa molto in Italia.Pag. 12
  Noi siamo già pronti perché abbiamo fatto tutta una serie di processi dove queste cose le abbiamo già risolte, ma per risolvere queste cose ci deve essere un asse molto importante che riguarda la piattaforma e il Consorzio RILEGNO e il riciclatore. Noi abbiamo lavorato molto per rafforzare quest'asse e per creare questa economia. Noi non possiamo recuperare nulla, se non sappiamo dove portarlo.
  Uno dei lavori che RILEGNO ha fatto negli ultimi anni è proprio questo rafforzamento di situazioni. Noi facciamo degli incontri con i riciclatori molto di frequente proprio per rafforzare il rapporto, perché il sistema che RILEGNO ha messo in piedi in questi anni ha portato negli ultimi tempi a far sì che ogni giorno 500 autotreni partano dalle varie piattaforme e si dirigano nella Pianura padana.
  Per mantenere in equilibrio tutto questo mondo bisogna che ci sia da parte degli attori – da chi recupera il legno al Consorzio che deve incentivare e controllare a riciclo – un'unione molto forte. Oggi posso dire apertamente che quest'unione c'è ed è per questo che le dicevo che oggi siamo pronti anche a fare quel passo successivo.
  So benissimo che nei consorzi di materiali non si è mai parlato, nel senso che una volta si parlava e poi ci sono state altre normative che hanno modificato un po' l'indirizzo, però il nostro Consorzio è un consorzio diversissimo: il 70 per cento dei nostri imballaggi sono pallet. Sembra che siamo lontani dagli urbani, perché recuperiamo circa 150 mila tonnellate dai circuiti urbani fino all'anno scorso, perché l'accordo tra ANCI e CONAI non è stato ancora firmato, ma in realtà dai comuni italiani in maniera diretta e indiretta portiamo via 650 mila tonnellate. Nonostante l'accordo ANCI-CONAI non sia stato sottoscritto, RILEGNO non ha smesso di ritirare attraverso le proprie piattaforme in legno che proviene dai comuni, ma l'ha continuato a fare, ha continuato a incentivare, laddove doveva, le piattaforme che hanno recuperato il legno dei comuni e nel caso del Sud ha anche incentivato il trasporto per avviarlo a riciclo al Nord.
  Sotto certi aspetti a me fa molto piacere presentare l'operatività del Consorzio. Le dicevo che siamo già proiettati in un futuro dove io mi auguro che la politica ci venga incontro su certe cose e che capisca che RILEGNO appartiene alla comunità e di conseguenza ci sono delle piccole cose che vanno integrate, perché oggi tutto questo – mi duole dirlo, ma devo perché è la verità – è sostenuto da quello che gli imballaggi come contributo ambientale mettono in campo. È chiaro che noi non è che utilizzando i soldi dell'imballaggio per raccogliere anche il non imballaggio, ma comunque il Consorzio ha fatto uno sforzo enorme su questo, perché sono contabilità separate.
  Mi aspetto che ci sia a breve qualcuno che inizia a vedere che ci sono altri materiali che noi raccogliamo e che è giusto che anche gli altri contribuiscano, così come ha contribuito l'imballaggio per anni.

  PRESIDENTE. Questo mi sembra un ottimo spunto. Ho due domande prima di lasciare la presidenza al presidente Vignaroli che è rientrato, perché purtroppo ha un altro impegno istituzionale.
  Diceva che vi sono state 650 mila tonnellate raccolte dai comuni. Per capirci, vengono dalle piattaforme presenti nei comuni?
  In funzione della distribuzione delle piattaforme, c'è un rapporto fra i rifiuti abbandonati, la componente che raccogliete e l'assenza delle strutture?
  Mi permetta, ma torno su quello che ho già chiesto. Lei ha detto quasi testualmente: «Sicuramente sarebbe possibile realizzare delle altre piattaforme, ma in ogni caso è aumentabile la quantità di materiale che si può raccogliere». È aumentabile come? Se lei mi dice da una parte che tutto sommato non servono piattaforme, ma che se ci fossero sarebbe meglio, allora quale sarebbe la modalità attraverso la quale lei stesso ci ha detto: «Si potrebbe aumentare la quantità di materiale raccolto»?
  Da ultimo, mi ha colpito che ha citato la Sicilia tre volte nel giro di tre o quattro minuti. Volevo capire se l'ha citata perché magari è un esempio virtuoso o se è una regione dove c'è un problema particolare. Pag. 13Sentendo citare tre volte la regione, vorrei capire se magari c'è stato un focus o una situazione particolare, perché l'ha presa ad esempio nel giro di pochi minuti per ben tre volte.

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). La Sicilia è una regione che per noi è essenziale, poiché rappresenta un bacino di utenza molto importante. Ho citato la Sicilia anche perché i costi maggiori, sulla base di una logistica legata al trasporto, viene proprio dalla Sicilia. Infatti, trasportare il legno dalla Sicilia e portarlo nella Pianura padana non è una cosa semplice.
  Al di là dell'aspetto economico, a me preoccupa anche l'aspetto ambientale. Per quello facevo il discorso che stiamo cercando di verificare la possibilità di trasportare da regioni così lontane, che non è solo la Sicilia, ma potremmo anche parlare della Campania piuttosto che dalla Puglia. Oggi ci sono delle situazioni dove dobbiamo prestare attenzione non tanto all'aspetto economico, ma anche all'aspetto ambientale.
  Parlo della Sicilia per cercare di attivare dei test – spero di riuscire a farli a breve – di trasportare il materiale attraverso i treni o attraverso le navi. Sono tutte cose che noi stiamo valutando, ma citavo la Sicilia per quel motivo. Noi in Sicilia abbiamo 40 piattaforme.
  Le dico anche che nel Sud si può aumentare la raccolta. Noi conosciamo il territorio, siamo persone che lavorano nel mondo del legno e sicuramente ci sono dei casi dove tanta gente ancora brucia il legno. Questo è un delitto perché, il legno è l'unico materiale in assoluto che congela il CO2. Il fatto che si possa continuare a riciclare il legno meccanicamente significa mantenere il congelamento del CO2. Questo è un grandissimo risultato a livello ambientale che noi sottolineiamo continuamente.
  Noi andiamo a ritirare il legno anche da Trapani e lo portiamo nelle nei centri di riciclo del Nord. Non lasciamo fuori nulla e quello che poi avviene viene lasciato per strada negli abbandoni è un problema che riguarda più i comuni. Noi possiamo dare tutta l'assistenza attraverso le nostre piattaforme.
  D'accordo con i riciclatori abbiamo attivato anche una possibilità vera concreta di ritirare, laddove è possibile, in tutt'Italia gratuitamente il legno da imballaggio e conferirlo e i riciclatori italiani lo devono accettare gratuitamente nelle loro piattaforme. Si tratta di cambiare determinate regole per dare la possibilità anche agli utilizzatori degli imballaggi, perché alla fine quello che noi facciamo è dare la possibilità a chi utilizza quell'imballaggio – questo è uno dei primi compiti del Consorzio RILEGNO – di conferire gratuitamente nelle 400 piattaforme.
  È chiaro che la diffusione maggiore è nel Nord, ma anche nel Sud ci sono zone dove abbiamo una copertura e se ce ne fossero altre, non è che non le inseriamo nel circuito. Noi siamo aperti a tutto. Se non vado errato, ultimamente nel giro di due o tre settimane c'è stata un'altra piattaforma in Calabria. Quello che volevo dire era quello, poi se mi sono espresso male, mi dica lei.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  PRESIDENTE. Vorrei fare un'ultima precisazione sulla raccolta. I comuni fanno la raccolta e c'è l'isola ecologica, però, per tornare sempre al nodo, anche voi conoscendo la filiera nella sua interezza, come avviene adesso e cosa si può fare per migliorare? Ritorno a questa questione.
  Facciamo l'esempio del mobile. Facendo un parallelo con i RAEE, se compro un elettrodomestico nuovo, posso gratuitamente dare indietro il vecchio e questa è una forma virtuosa. Addirittura c'è la formula 1 a 0 secondo la quale, anche se non compro un elettrodomestico nuovo, posso portare al negoziante il rifiuto vecchio. È una sorta di sostituzione dell'isola ecologica, seppur con determinati vincoli soprattutto di dimensioni.
  Per i mobili esiste una cosa del genere? Se non esiste, è praticabile? Spesso il cittadino singolo magari si trova un mobile e probabilmente neanche ha la cultura – questo è un dato importante – per portarlo Pag. 14all'isola ecologica e fa prima a sbarazzarsene bruciandolo, inquinando l'ambiente e anche se stesso, ma purtroppo alcune persone non hanno alcuna logica in quello che fanno oppure girano nel primo parcheggio e lo buttano lì.
  Formule diverse o formule del genere possono aiutare? Se sì, perché non vengono fatte?

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). Sicuramente possono aiutare. Lei forse prima non c'era, ma avevo affrontato questa cosa dicendo che nell'imballaggio questo avviene.
  Oggi per un utilizzatore d'imballaggi – non faccio nomi – come una grossa logistica, un grande utilizzatore o un'industria di marca, un distributore o la GDO (grande distribuzione organizzata), il legno che è nelle corde del Consorzio, il legno da imballaggio, è un legno che si muove più verso quello che è considerato il rifiuto speciale, quindi è nelle aziende, mentre nei comuni ce n'è molto poco, se non quello che si raccoglie dai mercati ambulanti e quindi le cassette ortofrutticole.
  Per i nostri imballaggi in legno già oggi è così: se un'azienda ha degli scarti di imballaggi in legno gratuitamente può conferirli, RILEGNO gratuitamente deve andare a prenderli dalla piattaforma, la piattaforma li ridurrà volumetricamente e RILEGNO interviene anche con un corrispettivo. Questo già esiste nell'imballaggio in legno, nelle cassette, nei pallet, nelle bobine per i cavi elettrici e negli imballaggi industriali.
  Lei mi chiede se nel mobile è possibile una cosa del genere. Da quello che posso dirle io a livello personale, certo che è possibile. Tutto è possibile quando c'è un sistema che controlla e che è efficiente. Tuttavia, chi lo deve fare è l'istituzione, non lo possiamo fare noi.
  Infatti, quello che evidenziavo prima era proprio questo punto. Di fatto RILEGNO in 25 anni è partito come consorzio di imballaggio, ma nel corso degli anni, anche grazie al fatto che il riciclo del legno a differenza di altri materiali è un riciclo dove attraverso i loro know how di pulizia del legno – il segreto è nella pulizia del legno –, se ai riciclatori porti un pallet o un mobile, per loro è uguale.
  Nell'imballaggio, grazie al decreto Ronchi, è stato messo in piedi questo sistema. Se la politica ci chiama, noi siamo pronti e quando dico che siamo pronti non è che sto facendo vedere che sono forte, ma sono pronto perché già lo facciamo, già avviene.
  Dobbiamo cercare di normare e di creare delle regole più precise per fare in modo che anche in quel caso si vada a ricreare una situazione diversa anche con gli stessi comuni. Noi in questo momento non abbiamo un problema in Italia d'ingombranti. Possiamo avere dei problemi perché vediamo degli ingombranti per strada, ma quello dipende dai comuni e non dal sistema.

  PRESIDENTE. Vorrei capire nella pratica come funziona. Se io singolo cittadino compro un immobile nuovo o una finestra nuova, chi mi viene a montare il mobile è obbligato... Se io compro questo mobile, ma lo sostituisco con questo vecchio, in genere si prendono il mobile vecchio e lo portano nelle filiere dovute oppure non avviene questo?

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). Questo può avvenire e sicuramente avviene, perché chi va a montare la finestra al consumatore fa un servizio, si prende quella vecchia e la porta dove ci sono delle piattaforme che possano essere comunali, ma anche private.
  La piattaforma privata nel rapporto con il Consorzio RILEGNO e con il suo mondo del riciclo non può riconoscergli dei soldi. Cosa fa? Chiederà dei soldi al falegname che porta la finestra o un pavimento che ha tirato via o altre situazioni. Questo è il mercato.
  La gratuità esiste solamente nel sistema RILEGNO degli imballaggi. È la politica che deve dare un'estensione in altri settori, non lo può fare RILEGNO.
  Io le posso solo dire che noi come sistema legno in generale, piattaforme, consorzio e riciclo siamo in grado di farlo.

Pag. 15

  PRESIDENTE. Quindi se io compro delle finestre nuove, il professionista che me le monta, si può prendere le vecchie – è scontato che se le riprenda –, però se le porta nelle filiere legittime, lecite e virtuose deve pagare dei soldi dello smaltimento. È giusto?
  Purtroppo questo può dar adito a qualcuno disonesto, che mi auguro – sicuramente sarà così – sia una piccola percentuale, e invece di fare questo l'installatore gira con furgoncino nel primo parcheggio utile e le butta lì. Gli conviene.

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). Questo può avvenire.

  PRESIDENTE. La stessa cosa può avvenire con il mobile. Premesso che se io compro un mobile nuovo non è detto che io debba buttarne uno vecchio, ma se dovesse succedere, è un servizio che il mobilificio fa a pagamento dell'utente, che voi sappiate?

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). No, assolutamente.

  PRESIDENTE. Se io compro un frigorifero, c'è il ritiro gratuito del vecchio per legge, ma per il mobile questo non avviene.

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). No, non abbiamo una legge per questo.

  PRESIDENTE. Questo è già un dato di fatto che potrebbe alimentare lo smaltimento a nero, perché io utente non ho diritto a questo, se lo faccio, devo pagarlo, se il professionista lo fa, deve pagarlo e quindi questo può far appetito a quello disonesto che risparmia i soldi e lo getta nel primo parcheggio utile.
  Analizzata la tipologia dei rifiuti abbandonati dove anche c'è anche il legno, questa potrebbe essere la motivazione principale.
  A voi che siete esperti del settore chiedevo se ci può essere una formula, un meccanismo nuovo che possa accontentare un po' tutti i protagonisti di questa filiera che possa disincentivare – perché la perfezione non esiste – questo fenomeno dell'abbandono. Tutto qui.

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). Io credo che sia possibile, bisogna solo mettere insieme gli attori e creare i presupposti.
  Quello che le posso dire da presidente di RILEGNO è che il sistema RILEGNO ha competenza e che con il suo riciclo e con le sue piattaforme sicuramente può essere di grande aiuto, se serve questo aiuto.

  PRESIDENTE. Visto che ingenuamente io penso che tutta la filiera dal legno riciclato crea risorse...

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). Assolutamente.

  PRESIDENTE. Do per scontato che ognuno della filiera abbia tutto l'interesse affinché si generino questi meccanismi virtuosi e affinché il legno, invece di essere abbandonato, venga poi messo all'interno di questa filiera virtuosa. Se le la maggior parte delle persone delle filiere e degli attori della filiera ha questa convenienza, perché non lo chiede e non mette in piedi un qualcosa del genere? C'è qualcosa che mi sfugge?

  NICOLA SEMERARO, presidente di RILEGNO (intervento da remoto). No, non le sfugge niente, però non possiamo essere noi a chiedere. Bisogna anche che ci sia una parte normativa, una politica che ci chiami a fare questo. Noi siamo pronti, non è che possiamo dirlo noi.
  Ad esempio, se lei si riferisce a Federlegno, che è la più grande associazione e federazione che raccoglie tutto il mondo del legno, parliamo di un unico interlocutore e si potrebbe tranquillamente mettere in piedi un tavolo tecnico dove si siede il Consorzio, il mondo del riciclo, la federazione e si studiano queste cose.
  Le competenze all'interno di un tavolo tecnico di questo tipo ci sono tutte. In questo settore – non è per fare la solita Pag. 16retorica – l'Italia davvero può insegnare agli altri Paesi come si ricicla il legno e il sistema stesso.
  Tenga presente che questo sistema, come dicevo prima, negli anni ormai da un sistema di imballaggi è diventato – lo posso dire anche se magari si è sempre fatto fatica a dirlo – un consorzio di materiali. Nei fatti noi siamo già un consorzio di materiali.
  Creiamo un tavolo tecnico, chiamiamo il Consorzio, chiamiamo i riciclatori, chiamiamo la federazione di appartenenza e la politica, si discute e si fanno le cose. Noi siamo gente che è abituata a passare immediatamente dalle norme ai fatti.
  RILEGNO ormai è diventato un consorzio che deve gestire gli equilibri di un'industria del riciclo che ha superato i 2 miliardi di euro di fatturato in un mondo dove, come dicevo prima, siamo costretti a comprare all'estero la materia prima. È lì che bisogna cercare di capire dov'è la forza di questo sistema italiano e bisogna sostenerlo e non lasciarlo allo sbando, anche se noi allo sbando non ci siamo perché siamo coscienti e consapevoli di quello che è stato fatto negli anni.
  Noi abbiamo cinque riciclatori che recuperano il 90 per cento, anche perché non c'è molta possibilità di poter fare moltissimo oltre al pannello, però abbiamo anche dei «piccoli» riciclatori, piccoli rispetto a chi ricicla il 90 per cento.
  Ad esempio, noi abbiamo un'azienda che ricicla il legno e crea dei tappi per i pallet che in Italia non esisteva. Abbiamo una società in provincia di Novara che da qualche anno fa USB in legno riciclato e nessuno in Europa lo fa. Noi abbiamo delle eccellenze incredibili. Abbiamo un'azienda che produce mattoni alleggeriti con il legno.
  A me fa piacere spiegarvi queste cose perché tante volte noi diamo per scontato che si sanno, ma invece non è così. Prendo veramente alla lettera quello che lei dice.
  Si può fare un tavolo tecnico importante. Tutto questo alla fine non appartiene a chi è in quel tavolo tecnico, ma appartiene a tutti perché vedere quei mobili per strada, che lei vede a Roma e io a Milano, per chi lavora nel mondo dell'ambiente come noi è deprimente e imbarazzante.
  Spiegare alle persone che possono anche avvalersi di piattaforme per portarli non è non è una cosa negativa, è una cosa molto bella.

  PRESIDENTE. Stiamo facendo questa inchiesta proprio perché questa cosa imbarazza anche noi. Con me sfonda una porta aperta: dico da anni che i consorzi non debbano essere degli imballaggi ma dovrebbero essere dei materiali. Inoltre, la responsabilità estesa del produttore introdotta dalla Comunità europea sicuramente dà il là a dover cambiare probabilmente questo sistema.
  Non ci sono altre richieste di intervento, quindi vi ringrazio. Se ci dovessero essere ulteriori richieste di approfondimento, magari ci sentiremo attraverso le segreterie.
  Mi auguro che siano anche i protagonisti a sollecitare la politica. Noi siamo una Commissione importante, però se è una Commissione o un singolo parlamentare che prova a sollecitare il resto delle istituzioni a farlo, ma poi non c'è la volontà o l'impegno o l'iniziale sollecitazione da parte dei protagonisti della filiera, tutto si fa più difficile.
  Intanto vi ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.50.