XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 123 di Giovedì 1 luglio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Variazione della composizione della Commissione:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente – SNPA, Stefano Laporta:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Laporta Stefano , Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Laporta Stefano , Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente ... 5 
Pini Alfredo , Direttore Dipartimento per la Valutazione i Controlli e la Sostenibilità Ambientale – ISPRA (intervento da remoto) ... 5 
Lupo Marco , Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto) ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Bratti Alessandro , Direttore Generale ISPRA (intervento da remoto) ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Lupo Marco , Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto) ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Lupo Marco , Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto) ... 11 
Bratti Alessandro , Direttore Generale ISPRA (intervento da remoto) ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Laporta Stefano , Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Lupo Marco , Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto) ... 13 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
Pini Alfredo , Direttore Dipartimento per la Valutazione i Controlli e la Sostenibilità Ambientale – ISPRA (intervento da remoto) ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Pini Alfredo , Direttore Dipartimento per la Valutazione i Controlli e la Sostenibilità Ambientale – ISPRA (intervento da remoto) ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 

Sui lavori della Commissione:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Variazione della composizione della Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione le senatrici Anna Maria Bernini e Maria Alessandra Gallone, in sostituzione dei senatori Francesco Battistoni e Giuseppe Moles, chiamati a far parte del Governo.

Audizione del Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente – SNPA, Stefano Laporta.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Presidente del SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente) Stefano Laporta. Partecipano il Direttore Generale di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) Alessandro Bratti, il Direttore del Dipartimento per la Valutazione di Controlli e Sostenibilità Ambientale ISPRA Alfredo Pini, il Direttore Generale Arpa Lazio (Autorità regionale per la protezione ambientale) e Vicepresidente SNPA Marco Lupo e, infine, il Direttore Generale Arpa Emilia Romagna, Giuseppe Bortone.
  L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema dell'attuazione nella legge n. 68 del 2015 sugli ecoreati. Ricordo che la Commissione è interessata a valutare quale sia stata l'effettiva attuazione della legge, che cosa manchi per la sua piena efficacia, quali sono gli effetti principali prodotti dall'entrata in vigore a oggi e quali sono i problemi applicativi riscontrati. Temi d'interesse della Commissione sono anche il sistema delle prescrizioni, i problemi di uniforme applicazione sul territorio nazionale e la formazione dei soggetti interessati all'applicazione della legge. Su tali aspetti la Commissione attende acquisire elementi informativi per i profili di competenza e conoscenza del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente SNPA.
  Ricordo che, nel corso del seminario sui ecoreati organizzato dalla Commissione lo scorso 27 maggio, nel suo intervento il dottor Laporta ha manifestato l'auspicio che le diverse istituzioni, nell'ambito delle rispettive competenze, possano contribuire a rafforzare il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente attraverso iniziative volte a valorizzarne il ruolo e a definirne maggiormente le prerogative nel quadro delle attività ispettive di controllo e di vigilanza ambientale, anche in relazione al coordinamento con gli organismi. A tale riguardo la Commissione condivide tale auspicio e, per quanto di competenza, darà il proprio contributo.
  Comunico, infine, che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Pag. 4
  Ringrazio tutti quanti. Come ho detto in premessa, oltre alle varie questioni sull'applicazione della legge n. 68 del 2015, il problema che ci poniamo è proprio quello dei controlli anche in modo preventivo. Infatti, gli ecoreati si possono anche prevenire e per questo è importante la compattezza e la qualità dei controlli. Lascio a voi la parola per illustrare questo importante aspetto. Prego, Presidente Laporta.

  STEFANO LAPORTA, Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente SNPA (intervento da remoto). Grazie, presidente, buongiorno. Volevo salutare lei e i componenti della Commissione bicamerale che presiede. Vi ringrazio per questa audizione che ci dà modo di dare a questa Commissione qualche elemento informativo rispetto all'attività che abbiamo condotto in questi anni dopo l'entrata in vigore della legge n. 68 del 2015, evidenziando al contempo alcune delle criticità che in qualche modo ne limitano ancora l'operatività.
  La ringrazio anche per quanto ha detto in premessa e per la sensibilità dimostrata rispetto alle tematiche che mi sono permesso di sollevare durante il seminario di qualche settimana fa riguardo al rafforzamento del ruolo dei controlli pubblici in materia ambientale.
  Soprattutto in questa fase in cui si sta per dare inizio alle attività e ai progetti del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), questa centralità passa attraverso una centralità del Sistema nelle sue diverse articolazioni, che mi sono permesso di ribadire con una lettera inviata anche a lei, oltre che ai due presidenti di Commissioni competenti di Camera e Senato, ovvero la senatrice Morronese e l'onorevole Rotta, oltre che ai Ministri Cingolani e Speranza e al Presidente della Conferenza Stato-regioni, il presidente Fedriga. Nella nota abbiamo posto questi temi in uno spirito di collaborazione, in cui ci siamo messi a disposizione del Parlamento e del Governo proprio perché abbiamo compreso l'importanza di questa fase e vogliamo essere realmente a supporto del Paese attraverso le proprie istituzioni nello sviluppo di questi progetti che dovranno essere attivati e completati nei prossimi sei anni, ma che evidentemente determineranno la vita del Paese nei prossimi decenni.
  È una sfida realmente importante, rispetto alla quale vorremmo poter dare il nostro contributo anche attraverso gli strumenti legislativi già in vigore e attraverso il rafforzamento della centralità del Sistema che passa attraverso alcuni meccanismi regolamentari e normativi che in qualche caso sono riferiti anche all'oggetto dell'audizione di oggi, ovvero l'attuazione della legge n. 68 del 2015. Infatti, come cercheremo di illustrarvi, è un sistema collegato: oggi non possiamo parlare dell'attuazione della legge n. 68 senza parlare dell'attuazione della legge 132, essendo due provvedimenti normativi estremamente collegati, così come di altre situazioni che sono ancora da completare, perché determinano fatti di incertezza nelle attività quotidiane che si riverberano nelle quantità quotidiane degli operatori del Sistema nazionale della protezione dell'ambiente e anche sulle attività di vigilanza e controllo.
  Se lei è d'accordo, esaurirei rapidamente una fase introduttiva e darei la parola al collega ingegnere Pini che ha preparato alcune slide, attraverso le quali cercheremo di darvi dati e numeri che spero possano essere di interesse della Commissione e che rispondano alle richieste che ci avete fatto quando siamo stati convocati. Successivamente, sempre se lei è d'accordo, le chiederei di passare la parola al vicepresidente Lupo e poi al direttore Bratti per poter illustrare nel dettaglio alcune problematiche attuative, a cui prima facevo riferimento.
  Vorrei prendere solo qualche brevissimo minuto per dire come a distanza di cinque anni – l'avevo già detto nel seminario di qualche settimana fa – la legge ha dimostrato tutta la sua efficacia, nel senso che è stato un provvedimento normativo voluto dal Parlamento, ma di cui si era resa necessaria l'adozione per i dati che vedremo.
  Infatti, l'adozione della legge ha consentito l'azione mirata ed efficace da parte degli organi preposti alle attività di vigilanza e controllo e ha consentito di sviluppare una sinergia significativa tra gli operatori Pag. 5 del sistema che – come scrivevo anche nella lettera che ho menzionato prima – sono di fatto il riferimento tecnico-scientifico per queste operazioni e tutte le altre forze di Polizia sotto il coordinamento dell'autorità giudiziaria che poi hanno sviluppato tutta una serie di attività nel corso degli anni nel nostro Paese.
  Una premessa doverosa riguarda la tempistica dei dati che stiamo presentando. Noi stavamo terminando i censimenti e la raccolta di dati relativi al 2020. Per questo motivo presenteremo in parte alcuni dati riferiti al 2020, mentre la base consolidata farà riferimento al 2019. Ad ogni modo, entro la fine di luglio saremo in grado di mandare un aggiornamento dei dati rispetto alle attività nell'ultimo anno, nel 2020.
  Prima di chiederle di passare la parola all'ingegnere Pini, mi permetta ancora una volta di sollevare all'attenzione della Commissione la necessità e l'opportunità che alcuni provvedimenti siano rapidamente adottati. Mi riferisco in particolare ai decreti di attuazione della legge 132. Come dicevo prima, la legge 132 e la legge n. 68 non sono due provvedimenti totalmente distinti, bensì hanno diversi punti di intersecazione e l'attuazione della 132 in qualche modo finisce con riverberare effetti e influenzare anche l'attuazione della legge n. 68. Mi riferisco in particolare al regolamento degli ispettori, che poi è collegato ad altre difficoltà applicative e organizzative dei colleghi nelle agenzie regionali, che il collega Lupo v'illustrerà successivamente. Si tratta di situazione note alla Commissione che lei presiede, sulle quali evidentemente eviterei di tornare nel merito, ma che registriamo che devono essere portate a compimento e approvate, determinando effetti che poi cercheremo di illustrare meglio sulle attività anche collegate alla legge n. 68.
  Un altro tema importante, sul quale abbiamo sollecitato anche l'attenzione del Ministero vigilante, riguarda la possibilità di utilizzare in qualche modo i proventi che derivano dalle attività che le agenzie regionali effettuano proprio in attuazione della legge n. 68 che hanno determinato – come vedremo poi – anche significative entrate nei capitoli dello Stato, ma che in mancanza di una norma o di un provvedimento applicativo al momento restano sui capitoli di bilancio senza poter essere utilizzati, quando invece sarebbe necessario e anche opportuno che almeno in parte venissero utilizzate per finanziare e sostenere le attività del Sistema stesso che in qualche modo potrebbe anche autofinanziarsi senza dover ricorrere a ulteriori richieste di risorse da parte delle amministrazione centrali o delle amministrazioni regionali, nel caso delle regioni.

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo. Su questo ho cofirmato con l'onorevole Braga un emendamento per la destinazione di queste sanzioni.

  STEFANO LAPORTA, Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente SNPA (intervento da remoto). La ringrazio, presidente. Ne siamo a conoscenza e stiamo lavorando anche con il Ministero vigilante affinché l'emendamento non subisca ulteriori impedimenti. Lei sa bene e mi insegna che a volte bisogna passare nel solo dal Ministero vigilante, ma anche dal Ministero delle economie e delle finanze. Nel ringraziarla per questo ulteriore segno di attenzione, il mio era anche un auspicio a vedere presto approvato l'emendamento che lei e l'onorevole Braga avete presentato.
  Se lei è d'accordo, presidente, le chiederei di passare la parola all'ingegnere Pini per l'intervento di dettaglio sui dati.

  ALFREDO PINI, Direttore Dipartimento per la Valutazione i Controlli e la Sostenibilità Ambientale – ISPRA (intervento da remoto). Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Condividerò lo schermo per mostrarvi una breve presentazione. Considero di poter chiudere la presentazione e fornirvi una rappresentazione anche del metodo di attuazione della legge n. 68 all'interno del nostro Sistema in meno di 10 minuti.
  In questa presentazione mi concentrerò su una parte della legge n. 68, la parte nella quale il Sistema nazionale è stato più Pag. 6ampiamente ed efficacemente coinvolto, ed è la parte ben nota alla Commissione che va sotto il titolo di «Procedura istintiva», cioè quella procedura che è applicata ai reati di natura contravvenzionale previsti nel testo unico ambientale – la parte della legge n. 68 che ha emendato il testo unico ambientale – e che si riferisce a quei reati che nel linguaggio comune nell'applicazione della norma vengono chiamati «minori», dove per «minori» si intende che siano reati che, oltre ad avere una natura contravvenzionale, non hanno determinato danno o pericolo concreto e attuale di danni.
  La funzione fondamentale che è legata alle procedure istintive è il cosiddetto «meccanismo di prescrizione». Anche questo è un meccanismo noto alla Commissione, sul quale non mi soffermerò. Richiamo solo l'attenzione dei membri della Commissione sul fatto che questa funzione è una funzione propria della polizia giudiziaria, ovvero di organi di vigilanza che possano esercitare la funzione di polizia giudiziaria.
  Nell'ambito del nostro Sistema un numero d'ispettori che svolge l'attività ordinaria di vigilanza tecnico-amministrativa in materia ambientale ha anche la qualifica di polizia giudiziaria, che consente loro anche di esercitare questa parte della legge n. 68, la cosiddetta «parte prescrittiva». Non vado oltre nella descrizione della norma, ma se è necessario, sono a disposizione poi per qualche ulteriore dettaglio.
  Questa diapositiva – che vi lasceremo – che riassume in maniera grafica tutto quello che comporta la procedura istintiva prevista dalla legge sugli ecoreati, mi serve solo per ricordare – penso che anche questo sia un aspetto noto – che in realtà tutta questa procedura ha tre macroassi di riferimento: uno riguarda il ruolo del pubblico ministero e la possibilità di sospendere una notizia di reato in itinere, lì dove possa essere adottato questo meccanismo prescrittivo; un'altra è l'ipotesi che il meccanismo prescrittivo non vada a buon fine, che riporta la competenza al dominus del procedimento, ovvero al pubblico ministero, determinando la prosecuzione dell'iter giudiziario; il terzo asse, che più direttamente coinvolge gli operatori, gli organi di vigilanza e anche i colleghi del Sistema nazionale della protezione dell'ambiente, è quello che prevede l'effettiva attuazione della prescrizione a cui consegue il pagamento di una sanzione amministrativa, la comunicazione all'autorità giudiziaria dell'avvenuto pagamento e questo automaticamente determina l'estinzione della contravvenzione e del reato. Questi sono i meccanismi principali del procedimento estintivo.
  Il lavoro dell'SNPA si è da subito molto concentrato su questa parte della legge n. 68, ma non esclusivamente, perché abbiamo lavorato anche sulle altre parti della n. 68, come accennerò in chiusura. Questa è stata la parte in cui più rapidamente sono state coinvolte le risorse del Sistema. Per questo motivo il Sistema si è dovuto attrezzare, creando un osservatorio permanente, che oggi ci permette anche di riportarvi i dati aggiornati fino a dicembre del 2020 sull'andamento dell'attuazione della legge sugli ecoreati nel Sistema.
  Abbiamo fatto di più, perché abbiamo creato una banca dati liberamente accessibile all'indirizzo che vi ho riportato in questa diapositiva, nel quale manteniamo aggiornata tutta la documentazione che riguarda la materia dei diritti contro l'ambiente, in particolare tutte le circolari che sono emesse dall'autorità giudiziaria e dalle procure che contengono indirizzi per gli operatori di polizia giudiziaria che devono svolgere quel procedimento estintivo che vi ricordavo precedentemente.
  Infine, abbiamo elaborato un documento che abbiamo aggiornato nel consiglio del Sistema nazionale di maggio scorso – anche questo è molto aggiornato –, nel quale tutti questi indirizzi sono riassunti e commentati. È un documento prioritariamente indirizzato agli operatori del Sistema e ai nostri ispettori per attuare in maniera omogenea la norma sul territorio nazionale, rispondendo così anche a una delle esigenze che proprio lei, presidente, ci ricordava nell'apertura di questa audizione, che è quella di un'applicazione, per quanto possibile, omogenea della norma sul livello nazionale. Pag. 7
  Rispetto alle attività svolte, noi raccogliamo e pubblichiamo annualmente le attività anche in contesti più ampi rispetto a quello dell'SNPA. Ad esempio, ricordo che da quattro anni un capitolo del rapporto ecomafie prodotto da Legambiente ospita proprio questa rassegna annuale delle attività SNPA in materia di applicazione degli ecoreati.
  Come vedete, raccogliamo il numero di prescrizioni emesse, ma anche la loro natura, ovvero in quale ambito queste prescrizioni sono state emanate, così come lo stato di attuazione delle prescrizioni in termini di ottemperanza e di ammissione al pagamento e il meccanismo di asseverazione, che non avevo sottolineato nell'introduzione, ma che per me è importante ricordare.
  Infatti, ricorderete che la legge sugli ecoreati ha una caratteristica propria rispetto a questi meccanismi istintivi comuni anche ad altre discipline e non solo a quella ambientale. Secondo la caratteristica propria della legge sugli ecoreati e sulla materia ambientale, la prescrizione che viene impartita dagli organi che svolgono funzioni di polizia giudiziaria deve essere tecnicamente asseverata da un organismo tecnico che sia competente e adeguato in materia. Oltre a fare la parte prescrittiva, nella quale costruiamo e impartiamo prescrizioni, per effetto di prescrizioni impartite da altre forze di polizia giudiziaria, talvolta siamo chiamati a fare l'asseverazione tecnica di queste prescrizioni. Dunque, sono due attività distinte che noi contabilizziamo in maniera separata e distinta.
  Infine, contabilizziamo anno per anno l'importo totale riscosso dalle sanzioni pecuniarie per le prescrizioni. È importante qui fare un passaggio a voi certamente noto: non riscuotiamo effettivamente questi importi, ma molte autorità giudiziarie e molte procure nazionali hanno chiesto alle agenzie regionali di riscuotere gli importi, determinando anche un procedimento di linearità nel processo complessivo di accertamento del fatto che sia stata correttamente eseguita la prescrizione. Facciamo questa riscossione ma, come diceva il presidente Laporta, queste cifre sono accertate su capitoli di bilancio bloccati e che non sono utilizzabili fino a quando la norma non determinerà a chi queste cifre devono essere destinate.
  Passando ai numeri, quelli che vi riporto sono i numeri aggiornati al 2020. Il primo numero importante dà l'idea che non tutto il Sistema dispone di personale con qualifica di UPG (ufficiale di polizia giudiziaria): circa il 75 per cento delle agenzie – vale a dire 16 agenzie – ne dispongono, mentre 5 non ne dispongono. Questo è il risultato della storia di nascita e di attuazione del Sistema nazionale, nel senso che le 16 agenzie che dispongono di personale con qualifica di UPG in realtà hanno ereditato questo personale dalle precedenti organizzazioni che sono confluite all'interno delle agenzie regionali. Il meccanismo di nomina del personale con qualifica di UPG è rimandato a uno dei decreti attuativi a cui faceva riferimento il presidente Laporta precedentemente.
  La diapositiva attuale è quella che proietta la percentuale di personale con qualifica di UPG, a cui dovrebbe seguire subito dopo una diapositiva con il riassunto degli ultimi quattro anni – dal 2017 al 2020 – delle prescrizioni che sono state emesse dal Sistema.
  Vedete rappresentate le prescrizioni emesse dal Sistema nell'ultimo quadriennio. Nel 2017 vi sono 1.692 prescrizioni. Il 2017 stato l'anno di avvio del procedimento ed è stato l'anno più importante come applicazione di primo impatto della legge n. 68. Nel 2018 vi sono state circa 1.500 prescrizioni emesse, circa un migliaio nel 2019, mentre nel 2020 – con dati che al momento non sono completi, ma sono prossimi a esserlo – siamo intorno a 700 prescrizioni. Occorre tenere conto del fatto che il 2020 è stato l'anno del COVID-19 e delle prescrizioni salutari che hanno determinato anche l'interruzione di numerose attività produttive sul territorio, così come anche una notevole difficoltà nelle attività ispettive di controllo, che sono andate avanti sulle attività industriali e produttive che erano aperte. Infatti, abbiamo comunque 705 prescrizioni emanate nel 2020. Pag. 8
  La diapositiva successiva riguarda il numero di asseverazioni che l'SNPA ha garantito complessivamente nell'anno 2020. Ripeto che tratta di un'attività diversa da quella delle prescrizioni. Siamo intorno a un migliaio di asseverazione l'anno – il dato è più o meno stabile nei quattro anni – che portano a 4 mila le asseverazioni che il Sistema ha garantito nel quadriennio 2017-2020.
  Infine, ci dovrebbe essere la diapositiva con l'importo complessivamente riscosso dal Sistema nel quadriennio. Siamo ben oltre i 15 milioni di euro ripartiti con una media di circa 4 milioni di euro l'anno, ma ovviamente l'anno 2020, che ha visto una riduzione di prescrizioni, vede anche una riduzione di importo totale riscosso che è di poco superiore ai 3 milioni e 700 mila euro.
  Avevo predisposto – spero che possiate vedere la prossima diapositiva – alcune brevi considerazioni finali sull'attuazione della legge anche in relazione agli obiettivi del mandato che il presidente ci ricordava per la Commissione.
  Oggi abbiamo una percezione evidente e oggettiva che questa legge sta funzionando e sta funzionando anche bene. Come dicevo all'inizio, non partecipiamo solo alla parte prescrittiva della norma, ma come ISPRA e come SNPA siamo stati coinvolti anche in parecchi procedimenti di accertamento e contestazione dei nuovi reati. Probabilmente lì vi è qualche lavoro di miglioramento che si potrebbe fare e so che alcune procure della Repubblica hanno fatto anche dei lavori di approfondimento su un potenziale chiarimento di alcuni aspetti dei reati, ma certamente ci si lavora. Anche in ISPRA abbiamo fatto per conto di alcune delle procure dei lavori di accertamento dei nuovi reati: inquinamento ambientale, disastro ambientale, omessa bonifica e gli altri reati che sono stati introdotti con la legge n. 68.
  La parte di procedura estintiva – quella che vi ho raccontato in maniera più estesa – ha avuto un evidente effetto deflattivo sulle procure – era una delle finalità della legge –, eliminando il carico su quelle procure che derivava dai reati minori.
  Devo dirvi che dalle interlocuzioni che ho avuto con le procure – è un'esperienza comune a molti dei colleghi del Sistema –, molte autorità giudiziarie e molti procuratori mi dicono che in realtà il beneficio non solo legato a questo effetto deflattivo, ma anche all'evidenza che vi è un percorso pratico relativamente veloce che nel giro di pochi mesi risolve il problema ambientale origine del reato e soprattutto determina poi il pagamento della sanzione amministrativa, evitando l'avvio di lunghissimi procedimenti degli iter giudiziari che molto spesso non vedevano un termine per la scadenza dei termini prescrittivi propri degli iter giudiziari.
  In questo senso le autorità giudiziarie hanno confidato ampiamente sul contributo di SNPA. Vi ricordo che il meccanismo prescrittivo della legge n. 68 ha quella natura tecnico-scientifica propria del nostro Sistema, che ci porta a fare tante asseverazioni per altri organi di polizia giudiziaria, che non sono i nostri ispettori. Per questo motivo le autorità giudiziaria vedono con molto favore l'utilizzo degli operatori SNPA in queste procedure. Questo determina la necessità di avere personale con qualifica di UPG. In assenza dei decreti attuativi e soprattutto del regolamento del decreto del Presidente della Repubblica sul personale ispettivo, in questo momento non c'è neanche la possibilità di nominare nuovo personale con qualifica di UPG.
  Infine, segnalo che vi sono state oltre 4 mila prescrizioni e oltre 4 mila asseverazioni nell'ultimo quadriennio. Questi sono due aspetti diversi del nostro ruolo nell'attuazione della norma che hanno comportato un forte impegno per gli operatori dell'SNPA. Per questo motivo noi immaginiamo che sia importante consolidare una destinazione certa per quei proventi che il Sistema ha riscosso in questo momento, ma che non può utilizzare. Grazie e scusatemi se c'è stato qualche problema.

  MARCO LUPO, Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto). Buongiorno, presidente. Buongiorno a tutti gli onorevoli componenti della Commissione. I dati derivati dall'applicazione della legge n. 68 sono stati illustrati Pag. 9dal collega Pini e sono numeri molto rilevanti. Tuttavia, occorre dire che stiamo lavorando in una situazione veramente di grandissima difficoltà. Parlo non solo in qualità del direttore dell'Arpa Lazio, ma anche in qualità di vicepresidente del Sistema e quindi in rappresentanza degli altri 20 direttori e colleghi delle altre agenzie.
  Come diceva il collega Pini, l'applicazione della legge n. 68 è fortemente connessa all'emanazione di alcuni provvedimenti da parte del Ministero dell'ambiente e, per quanto attiene la legge n. 68 e per quanto attiene le prescrizioni, al decreto del Presidente della Repubblica che definisce le caratteristiche degli ispettori ambientali.
  Dopo sei anni dall'emanazione della legge questo decreto non ha ancora visto luce. È vero che il 75 per cento delle agenzie ha all'interno degli ufficiali di polizia giudiziaria, ma è anche vero che questi sono in numero limitatissimo ed essendo stati ereditati, la maggior parte hanno cessato servizio.
  Faccio un esempio per rendere la gravità della problematica. Per quanto riguarda la provincia di Roma, abbiamo un solo ufficiale di polizia giudiziaria. Cosa succede? Succede che tutte le prescrizioni che impartiamo per effetto dei nostri controlli devono essere impartiti da questo unico ufficiale di polizia giudiziaria, altrimenti dobbiamo trasmettere in procura la notizia di reato e poi la procura deve incaricare un'altra forza di polizia giudiziaria, come i carabinieri del NOE (Nucleo operativo ecologico), per poter impartire la prescrizione con uno spreco di tempo, di risorse e di personale che vi lascio immaginare.
  Nella provincia di Viterbo l'unico ufficiale di polizia giudiziaria è andato in pensione e pertanto noi non siamo in grado di impartire le prescrizioni, ma dobbiamo trasmetterle alla procura, a cui abbiamo scritto, che deve incaricare altri soggetti. È evidente che una situazione del genere non può continuare. Noi potremmo fare un lavoro dieci volte superiore a quello che facciamo, se venisse emanato il decreto che definisce le caratteristiche degli ispettori ambientali e che ci consentirebbe di nominare gli ufficiali di polizia giudiziaria tra gli ispettori ambientali. Tra l'altro, da questo punto di vista veniamo continuamente interrogati dalle procure competenti, che ci chiedono informazioni, ma noi abbiamo anche difficoltà a dare delle risposte dopo sei anni. Credo non siano necessari altri commenti.
  Inoltre, la mancata definizione dei requisiti degli ispettori ambientali mette in seria difficoltà tutto il sistema dei controlli del nostro Paese, perché il fatto che non ci siano dei criteri definiti lascia spazio a vari soggetti tra i quali qualche ordine come quello dei tecnici della prevenzione, che ritengono che queste funzioni sarebbero di loro esclusiva competenza, mettendo in difficoltà i nostri operatori e le attività ispettive che effettuiamo, perché ricordiamo che dalla maggior parte delle attività ispettive poi derivano dei procedimenti a volte anche penali che non possono subire l'alea della mancanza dei requisiti degli ispettori. È tutto il sistema dei controlli che va in difficoltà.
  Presidente, lei capisce che è fondamentale – noi lo abbiamo sollecitato, così come ha fatto il presidente Laporta – l'emanazione di questo decreto, però la problematica non è stata ancora risolta ed evidentemente siamo in grandissima difficoltà nell'effettuazione delle ispezioni e dei controlli.
  In generale voglio aggiungere – sebbene non sia direttamente connessa – la nostra preoccupazione, che abbiamo rappresentato anche a lei, presidente, con una lettera che abbiamo trasmesso come Sistema nazionale di protezione ambientale. Nel PNRR e nel decreto Semplificazioni che ne è seguito, ci aspettavamo un rafforzamento del Sistema, perché siamo tutti consapevoli come agenzie e come ISPRA che occorre procedere celermente e che occorre fare presto, perché siamo in una situazione economica molto complicata, però credo che tutti siamo altrettanto consapevoli che occorre fare bene e che le risorse siano effettivamente utilizzate per realizzare quella Pag. 10transizione ecologica di cui tutti oggi parlano.
  È evidente che per fare questo il Sistema nazionale di protezione ambientale viene chiamato in causa in modo molto forte nella fase autorizzativa, perché devono essere predisposti i pareri per le autorizzazioni e il Sistema nazionale di protezione ambientale è oggi l'unico soggetto che entra nel dettaglio tecnico dei progetti presentati, perché altri enti come le province non riescono più a svolgere queste attività e, quindi, siamo depositari di quella che è la conoscenza in questa materia. Sia nella fase autorizzativa sia nella parte dei controlli è chiaro che le nostre attività dovranno essere rafforzate.
  Per questo motivo ci aspettavamo un intervento volto a rafforzare il Sistema, a investire delle risorse nel Sistema, ad allentare alcuni vincoli occupazionali, a consentire un maggiore accesso alle nuove professionalità e, purtroppo, non l'abbiamo percepito. Ancora una volta non possiamo che segnalarlo nelle sedi istituzionali competenti, come questa.
  Infine, come hanno già anticipato sia il collega Pini che il Presidente Laporta, vi è la questione degli introiti e delle sanzioni. Si tratta d'introiti che in questo momento la stragrande maggioranza delle agenzie hanno in bilancio, che però vengono tenuti congelati in assenza di una norma che ci consenta di utilizzarli. Peraltro, la norma esiste, è attiva e vigente per quanto riguarda le ASL (Azienda sanitaria locale) relativamente alla stessa tipologia di sanzioni in materia di sicurezza sul luogo di lavoro. Quindi, non capiamo perché le ASL, che impartiscono le prescrizioni ed estinguono reati contravvenzionali anche in quel caso, possono tenere e utilizzare le sanzioni, mentre le agenzie non possono farlo, perché manca una norma da questo punto di vista. Ci sono agenzie che hanno addirittura 5 o 6 milioni congelati in bilancio derivanti dall'introito di sanzioni, ma che non possono utilizzare. Queste sono le questioni e le criticità che volevo segnalare. Ovviamente rimango a disposizione se ci sono domande.

  PRESIDENTE. Effettivamente anche io mi aspettavo un rafforzamento. Una delle tante strade percorribili, visto il protocollo d'intesa, è quella di redigere un documento o un emendamento firmato da tutti i colleghi di tutti i partiti che fanno parte della Commissione e che vogliono partecipare, per favorire il rafforzamento del vostro Sistema di controllo. Per quanto riguarda i soldi vincolati in bilancio, vorrei capire quanti sono.

  ALESSANDRO BRATTI, Direttore Generale ISPRA (intervento da remoto). Son circa 15 milioni, presidente, spalmati in cinque anni. Se mi posso permettere, vorrei aggiungere un paio di cose molto velocemente.
  Se siete d'accordo come Commissione, pregherei di mettere il tema del regolamento degli ispettori come grande priorità, poiché il rischio è che i controlli implodano. Questo tema è fondamentale, perché tutta quella attività di prescrizioni che noi possiamo elargire sugli ecoreati, possiamo farla solo e unicamente attraverso gli ufficiali di polizia giudiziaria che devono essere nominati tramite un regolamento. Sono circa quattro anni che questo regolamento è in navetta tra il Ministero e il Consiglio di Stato. Se siete d'accordo, sarebbe opportuno che su questo ci fosse veramente un'iniziativa specifica. Tutte le altre cose sono fondamentali e importanti, però oggi questo tema è diventato una criticità assoluta, perché man mano che i vecchi ufficiali di polizia giudiziaria se ne vanno in pensione, non saremo più in grado di fare nessun tipo di attività.
  In più, come ha detto correttamente il direttore Marco Lupo, ripreso anche dal presidente, questi procedimenti giudiziari che si attivano sui reati e anche altri procedimenti, – non solo quelli prescrittivi – in assenza di una definizione precisa degli ispettori e degli ufficiali di polizia giudiziaria rischiano poi di essere inficiati in sede dibattimentale, che è la cosa peggiore che si può fare quando si porta un reato in una discussione in un'aula giudiziaria e tutto viene inficiato, perché magari la nomina degli ufficiali di polizia giudiziaria non viene considerata corretta. Pag. 11
  Questo è un tema fondamentale anche per una Commissione come la vostra che si occupa di rifiuti, perché il tema dei rifiuti e delle bonifiche, oltre che il tema della depurazione delle acque, sono ancora molto soggetti a indagini di natura penale. Volevo rimarcare questo.
  Infine, un'altra questione riguarda, invece, la parte estintiva, ma il supporto che noi come Sistema e come ISPRA possiamo elargire nei confronti delle procure. Nell'ambito di quello che è l'attuale codice penale – sappiamo bene che le responsabilità penali sono individuali –, la possibilità di trovare una strada per fare in modo che soprattutto l'autorità giudicante possa avere un supporto non di un singolo tecnico, ma di una struttura pubblica come può essere l'ISPRA, un'agenzia o tutto il Sistema, porterebbe anche questo beneficio non da poco nelle diverse cause che ci sono in corso – alcune molto complesse – da un punto di vista ambientale che necessitano per forza di più esperti. Un istituto può mettere a disposizione anche 10 o 20 professionalità diverse, ma un singolo perito per forza diventa meno in grado di poter esaudire quelle che sono le richieste che possono arrivare anche dall'autorità giudicante. Questo è un altro elemento che vi consegno come riflessione.

  PRESIDENTE. Io vorrei capire la questione degli ispettori ambientali. Do per scontato che un ispettore ambientale debba avere funzioni di polizia giudiziaria. Il problema è che voi avete poche persone con funzioni di polizia giudiziaria? Cosa succede a livello pratico? Qual è il problema di non definire l'ispettore ambientale?

  MARCO LUPO, Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto). Diciamo che la questione è questa: il primo problema è quello degli ispettori ambientali. In assenza di una norma, che è prevista dal decreto previsto dalla legge che ne definisce le caratteristiche, è evidente che alcune categorie e alcuni ordini detengono che la funzione sia esercitabile esclusivamente da loro. Faccio l'esempio dei tecnici della prevenzione, che ritengono che soltanto i tecnici possono esercitare le funzioni ispettive, come hanno scritto molto spesso. Questo significa che, ad esempio, un laureato o un ingegnere ambientale potrebbe svolgere quella funzione e quindi il nostro controllo rischierebbe di essere «contestato», perché la figura dell'ispettore non è definita dalla norma. Questo è il primo problema.
  Il secondo problema è quello degli ufficiali di PG, perché gli ufficiali di polizia giudiziaria sono nominati tra coloro che hanno i requisiti per essere definiti ispettori. In assenza del decreto che definisce le caratteristiche degli ispettori, noi non possiamo nominare gli ufficiali di polizia giudiziaria. Cosa succede? Ad esempio, per quanto riguarda la mia agenzia, l'Arpa Lazio fa un controllo a un impianto, rileva dei reati contravvenzionali e non può impartire la prescrizione, perché nel gruppo che ha fatto il controllo non c'è un ufficiale di polizia giudiziaria, poiché ce ne è solo uno in tutta la provincia di Roma. Quindi, cosa succede? Succede che devo mandare la notizia di reato in procura, la procura deve trasmetterla ai carabinieri o alla Guardia di finanza o al Corpo forestale che hanno gli ufficiali di PG e loro alla fine devono ripetere il lavoro che abbiamo fatto per impartire la prescrizione. È una follia.

  PRESIDENTE. Quindi, comunque sia, se uno ha la funzione di polizia giudiziaria è inattaccabile come ispettore ambientale, giusto?

  MARCO LUPO, Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto). L'ufficiale di polizia giudiziaria è una sottospecie dell'ispettore ambientale. Tra gli ispettori ambientali posso nominare gli ufficiali di polizia giudiziaria. Se non vengono definite le caratteristiche degli ispettori, non posso nominare gli ufficiali di polizia giudiziaria. C'è un problema, poiché le persone che mandiamo a fare i controlli, se i requisiti non vengono definiti dalla norma, non potrebbero teoricamente con certezza essere definiti ispettori e in più c'è il problema che non possiamo nominare gli ufficiali di polizia giudiziaria. Pag. 12
  Per fare i controlli ci vogliono gli ispettori, ma se non esistono le caratteristiche degli ispettori, è chiaro che il campo viene lasciato nell'assoluta incertezza che poi viene sfruttata dagli avvocati dei soggetti controllati per contestare in toto il controllo effettuato. Viene lasciato tutto il Sistema dei controlli ambientali in una situazione di incertezza, esponendo anche a rischi i nostri operatori che potrebbero essere anche accusati di esercizio abusivo di una professione.

  ALESSANDRO BRATTI, Direttore Generale ISPRA (intervento da remoto). Il tema è questo: gli ispettori ambientali sono stati definiti già con la legge n. 61 del 1994 dopo il referendum. Nella legge n. 132 si è deciso di introdurre un articolo per definire il regolamento sugli ispettori ambientali proprio per sancire definitivamente che era possibile avere all'interno delle Arpa, nell'ambito di degli ispettori ambientali, degli ufficiali di polizia giudiziaria, perché questo veniva chiesto a gran voce dalle procure e perché con lo status giuridico precedente alla legge n. 132, la nomina dell'ufficiale di polizia giudiziaria in assenza di una legge precisa poteva essere contestata in sede di dibattimento – così come è successo –, perché era una qualifica non regolamentata sufficientemente bene dalla legislazione vigente.
  Con la legge n. 132 si è voluto introdurre un articolo per mettere ordine e per sancire definitivamente che all'interno delle agenzie è possibile avere ufficiali di polizia giudiziaria che vengono nominati secondo un iter previsto dal regolamento. Questo è stato mandato quasi quattro anni fa. Così come previsto dalla norma, il presidente Laporta, come presidente del Sistema, concordando con i direttori generali delle agenzie, ha approvato in sede di Consiglio un regolamento che è stato mandato all'allora Ministero dell'ambiente e di questo regolamento poi se ne è persa traccia, o meglio abbiamo recuperato la traccia, sapendo che c'era stato un ping pong tra il Ministero e il Consiglio di Stato.
  Come le dicevo prima, ora siamo arrivati a una situazione per cui gli ufficiali di polizia giudiziaria sono quelli vecchi ereditati dai vecchi presidi multizonali di prevenzione o dai tecnici della prevenzione della ASL, che sono andati quasi tutti in pensione. Quindi, siamo in una situazione dove non riusciamo più a nominare nuovi ufficiali di polizia giudiziaria perché manca un iter.
  Le prescrizioni della legge n. 68 che per legge prevedono la figura dell'ufficiale di polizia giudiziaria non potevano più essere fatte dalle Arpa, perché l'Arpa tra un po' non avrà più questa qualifica all'interno del novero degli ispettori ambientali. Spero di essere stato chiaro.

  PRESIDENTE. Perfetto, sapevo che vi era carenza di personale con funzioni di polizia giudiziaria, però non sapevo che nel Lazio ce ne è uno solo, se ho capito bene.

  STEFANO LAPORTA, Presidente del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente SNPA (intervento da remoto). Presidente, non è che nelle altre regioni siamo messi molto meglio. In alcuni casi sì, in altri no. Il problema a cui faceva riferimento il vicepresidente rispetto ai temi ordinamentali – che abbiamo anche segnalato nella mia lettera di inizio giugno –, non è che si possa risolvere solo con il regolamento degli ispettori.
  Sull'attuazione di quel regolamento e sulla firma attraverso il decreto del Presidente della Repubblica, avendo avuto contezza – come diceva il direttore –, delle interlocuzioni tra Ministero e Consiglio di Stato – che si deve esprimere, trattandosi di un decreto del Presidente della Repubblica –, abbiamo mandato un ulteriore schema approvato dal Consiglio il 24 dicembre dello scorso anno, in cui sostanzialmente abbiamo rimandato all'allora Ministero dell'ambiente lo schema integrato e rivisto – almeno per quanto potevamo fare noi – in base alle indicazioni che provenivano dal Consiglio di Stato stesso.
  Da quel momento noi non abbiamo più evidenza del prosieguo dell'iter di questo provvedimento che sarebbe necessario e utile per il rafforzamento del Sistema affinché metta una cornice chiara dal punto di vista provvedimentale in attuazione della Pag. 13legge n. 132 in stretto collegamento con la legge n. 68 rispetto a queste figure, senza che vengano eccepite questioni di legittimità rispetto ai tecnici delle agenzie o del Sistema che svolgono poi queste funzioni, ai relativi esiti e ai relativi verbali e affinché consenta – questa è stata la disposizione della legge n. 132 – a me come presidente di ISPRA, ai direttori delle agenzie, come i legali rappresentanti delle agenzie stesse, di poter nominare un UPG interno delle nostre organizzazioni.
  In assenza di questa cornice che istituisce e regolamenta la figura dell'ispettore ambientale, la cui esigenza è nata per quella mancanza di chiarezza della legge n. 61, a cui il direttore Bratti faceva riferimento insieme al direttore Lupo, noi siamo in una situazione sostanzialmente di limbo con numeri sempre più precari e con attività che inevitabilmente rischiano di rallentarsi, perché anche il meccanismo che ha descritto prima il collega Marco Lupo è un meccanismo virtuoso rispetto a quello che si è riusciti a immaginare come soluzione, ma non è la soluzione del problema. Non è il regolamento degli ispettori la panacea di tutti i mali, ma va sicuramente nel senso di un'attuazione della legge n. 132 della possibilità di dare maggiori impulsi e maggiore efficacia alla previsione della legge n. 68, andando anche nel senso del rafforzamento del sistema che lei prima auspicava e sul quale la Commissione si è sempre dimostrata particolarmente sensibile e attenta.
  I regolamenti attuativi della legge n. 132 sono diversi. Per quanto ci riguarda abbiamo adempiuto ai nostri obblighi di proposta sia per quanto riguarda il regolamento degli ispettori, sia per quanto riguarda il decreto del Presidente della Repubblica che dovrebbe individuare le norme in contrasto con la 132, che erano vigenti all'epoca dell'introduzione della legge stessa nell'ordinamento italiano – anche su questo abbiamo mandato illo tempore tutta la documentazione – e da ultimo, visto che abbiamo la possibilità di interloquire con la Commissione, il DPCM Letta, sul quale è stato fatto il lavoro preparatorio, poiché anche su questo sono stati mandati i documenti poco prima della fine dell'esperienza del precedente Governo, ma sono stati anche rimandati e riattualizzati con l'esecutivo tuttora in carica.
  Questa è la situazione. L'attuazione di questi decreti sicuramente andrebbe nel senso di rafforzare il sistema anche al netto delle altre questioni che abbiamo rappresentato sia nella lettera sia oggi, avendole prospettate dal vicepresidente. Ovviamente siamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.

  PRESIDENTE. Sì, perfetto, ci consulteremo anche con il consulente della Commissione, il dottor Battarino, per capire le tempistiche della nostra relazione che poi tenteremo di portare in Parlamento con una risoluzione. Se i temi sono lunghi, nel frattempo ci possiamo accordare per fare pressione affinché questo venga fatto.
  Prima di dare la parola all'onorevole Zolezzi, ho solo una curiosità. Mi ha colpito che a Roma ci sia un solo operatore di polizia giudiziaria. Come funziona a livello pratico? Questo signore viene portato tipo la Madonna di Santa Rosa in giro per tutti i controlli degli impianti oppure c'è altro personale e poi lui certifica, verifica e controlla?

  MARCO LUPO, Direttore generale Arpa Lazio e Vicepresidente SNPA (intervento da remoto). No, ovviamente presidente, non è che noi abbiamo un solo soggetto che svolge i controlli, ma abbiamo diversi professionalità che svolgono i controlli. Tuttavia, abbiamo solo una persona che ha la qualifica di polizia giudiziaria e, quindi, è lui che poi deve impartire la prescrizione, altrimenti dobbiamo trasmettere in procura soltanto la notizia di reato e poi deve impartirla qualcun altro. Non è che fa lui tutti i controlli, ma è l'unico che può impartire le prescrizioni.
  Prima avevamo altri tre o quattro ufficiali di polizia giudiziaria che nel tempo sono andati in pensione. Come Agenzia siamo riusciti anche a reggere questo cambio generazionale, perché abbiamo fatto concorsi per tutte le professionalità e abbiamo inserito ingegneri ambientali, geologi, Pag. 14 chimici e biologi. Ci siamo arricchiti molto dal punto di vista delle professionalità, ma a questi soggetti non possiamo attribuire la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria.

  ALBERTO ZOLEZZI. Concordo con il presidente Vignaroli: cercheremo di riaffrontare questo tema e colpevolmente da parte di tutti non siamo riusciti ad approvare norme e abbiamo un contingentamento sugli emendamenti che ci limita un po', ma assolutamente lo ritengo prioritario.
  Nel merito del discorso sulla legge n. 68, volevo chiedere se avete dati in merito a eventuali prescrizioni e sanzioni per i falsi end of waste. Mi riferisco in particolare a quello che preesisteva alla modifica dell'articolo 184-ter, che ha modificato le autorizzazioni caso per caso.
  Inoltre – se lo sapete, poi ci mandate il dato –, mi risultano 48 controlli sulle autorizzazioni rilasciate nel 2020 e 335 dal 2020 al 2021. Quante autorizzazioni avete bloccato in base alle funzioni che ha ISPRA in merito alle autorizzazioni al riciclo?

  ALFREDO PINI, Direttore Dipartimento per la Valutazione i Controlli e la Sostenibilità Ambientale – ISPRA (intervento da remoto). Provo io a darle una risposta. Suppongo che i dati che lei stesse citando siano i dati che abbiamo prodotto in Commissione e che riguardavano il procedimento di verifica in materia di rifiuti e in particolare della procedura di end of waste.
  Non sono gli stessi dati che io ho presentato, poiché quelli che ho presentato riguardano, invece, l'avvenuta prescrizione che è l'effetto dell'accertamento di un reato nell'ambito delle verifiche ispettive ordinarie del Sistema.
  Non ho il dettaglio se qualcuno di queste oltre 700 prescrizioni sia derivante dalla materia dell'end of waste in particolare. Tuttavia, nella presentazione che, purtroppo, temo non si sia ben vista – che vi manderemo immediatamente –, ho il dettaglio che oltre il 40 per cento delle prescrizioni da noi emanate nel 2020, ovvero circa 300 prescrizioni, ha riguardato il tema o la materia dei rifiuti, ma non so dirle se di queste 300 prescrizioni legate agli ecoreati e all'estinzione di un reato di tipo contravvenzionale, ci sia prescrizione che riguardi in particolare l'end of waste. Dubito che siano rispetto al procedimento, ma sarà mia cura prendere informazioni su questo e poi farle avere un dettaglio ulteriore.

  ALBERTO ZOLEZZI. Sì, grazie molte. Anche perché sapete bene che nel decreto Semplificazioni abbiamo la volontà di modificare ulteriormente la disciplina. Se riusciamo ad avere qualche dato, riusciamo a rendere il testo razionale, anche perché quello che è uscito dall'attuale Ministero della transizione ecologica è un testo che apparentemente non ha avuto confronti né tecnici, né normativi, né operativi.

  PRESIDENTE. Un'ultima questione è quella sulle prescrizioni. All'epoca anche io avevo qualche dubbio, nel senso che alcuni dicevano in maniera un po' eccessiva che poteva essere quasi un condono, dicendo: «Paghi quattro spiccioli e ti abbuono il reato». La situazione com'è? La sanzione è congrua? Senza considerare che si evita una fatica e un costo giudiziario per tutta la società, perché in genere questi processi vanno per le lunghe e spesso e volentieri non vanno mai a buon fine.

  ALFREDO PINI, Direttore Dipartimento per la Valutazione i Controlli e la Sostenibilità Ambientale – ISPRA (intervento da remoto). Sì, presidente. Come dicevo precedentemente, noi abbiamo certezza diretta del fatto che la norma funziona e che lì dove impartiamo prescrizioni – parliamo di oltre 4 mila nell'ultimo quadriennio –, in una percentuale molto elevata, ovvero oltre l'85 per cento, queste prescrizioni sono eseguite nei tempi e regolarmente poi ammesse al pagamento della sanzione. L'introito finanziario non è tanto importante dal punto di vista dell'incasso, ma perché può avvenire solo a esito dell'attestazione da parte del personale – anche il nostro personale, quando è coinvolto direttamente – che effettivamente il fatto che ha determinato Pag. 15 l'accertamento del reato è stato risolto e rimosso.
  Parliamo solo di reati minori, ovvero di reati che tecnicamente non producono danni sull'ambiente o pericolo di danno sull'ambiente. È esperienza comune per tanti di noi del Sistema negli anni passati aver fatto notizie di reato per effetto di reati cosiddetti «minori» e poi aver seguito l'iter istruttorio per essere stati magari chiamati anche nei vari dibattimenti.
  La percentuale di iter giudiziari che vanno compimento è veramente irrisoria e modestissima. Per questo le dicevo che secondo il parere delle procure – sul quale non ho elementi, ma ho visto parecchi articoli pubblicati su riviste di diritto ambientale e di molti autorevoli esponenti di diritto ambientale – questo è un procedimento più efficace dal punto di vista del diritto e anche dal punto di vista dell'efficacia del provvedimento ambientale per arrivare a soluzioni.
  Tuttavia, ripeto che parliamo di reati minori. Una procedura di questo tipo non sarebbe mai applicabile in un reato che determina un inquinamento ambientale, disastro ambientale, omessa bonifica o reati di questo genere che, invece, seguono l'iter l'ordinario.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

Sui lavori della Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico che la dottoressa Veronica Ulivieri, giornalista, consulente della Commissione, ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico. Comunico altresì che l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella seduta del 23 giugno 2021, ha deliberato che la Commissione si avvalga della collaborazione a tempo parziale e a titolo gratuito del dott. Sergio Nazzaro, giornalista, e di Salvatore Di Rienzo, giornalista pubblicista e videomaker. La presidenza darà corso alle procedure previste per assicurare l'avvio delle collaborazioni sopraindicate. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.15.