XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 57 di Martedì 15 giugno 2021

INDICE

Comunicazioni:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente della Commissione tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori, Gianfranco Servello:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Servello Gianfranco , Presidente del FIR ... 3 
Ruocco Carla , Presidente ... 5 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 6 
Servello Gianfranco , Presidente del FIR ... 7 
Ruocco Carla , Presidente ... 8 
Dalleva Massimiliano , Responsabile Segreteria tecnica del FIR ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 8 
Lannutti Elio  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
D'Ettore Felice Maurizio (CI)  ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Raduzzi Raphael (Misto)  ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Servello Gianfranco , Presidente del FIR ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 

Allegato 1: Documenti depositati dal FIR ... 13 

Allegato 2: Risposte a domande Presidente FIR ... 68

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 12.05.

Comunicazioni.

  PRESIDENTE. Ricordo che per ragioni di sicurezza sanitaria il foglio firme non verrà portato dall'assistente, ma lasciato di fronte al banco della Presidenza. Comunico che il dottor Gianfranco Servello, Presidente della Commissione tecnica del FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori), in vista dell'odierna audizione ha trasmesso della documentazione in regime libero, già inviata per e-mail ai commissari ed è comunque oggi in distribuzione.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Presidente della Commissione tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori, Gianfranco Servello.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Presidente della Commissione tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori, Gianfranco Servello.
  La Commissione intende acquisire elementi conoscitivi in merito allo stato di attuazione della legge 30 dicembre 2018, numero 145, istitutiva del Fondo Indennizzo Risparmiatori.
  Con riferimento all'odierna audizione è presente il dottor Gianfranco Servello, Presidente della Commissione tecnica per l'ammissione alle prestazioni del Fondo Indennizzo Risparmiatori, accompagnato da Massimiliano Dalleva, funzionario CONSAP, Responsabile della Segreteria tecnica, che ringrazio di essere qui presenti.
  Invito il dottor Servello a svolgere la relazione in un tempo massimo di 30 minuti, in modo da dare spazio al dibattito. Prego.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente del FIR. Sarò anche più breve di 30 minuti perché non intendo ripetere cose contenute nella relazione. Quello che voglio dirvi è essenzialmente il portato di un'esperienza personale.
  Dall'esame dei fascicoli elettronici, vedendo le carte di identità e i volti dei risparmiatori e delle risparmiatrici e leggendo quello che si legge sulle vecchie carte di identità – ormai le più diffuse –, ovvero «parrucchiera», «estetista», «operaio», la percezione è stata quella di un dramma che ha inciso notevolmente, specialmente in certe regioni. Tanto più ha inciso in quanto ci siamo poi trovati di fronte a una serie di cambi IBAN per intervenuti decessi, perché c'è stata anche questa falcidia del COVID-19.
  Qual è l'idea di fondo? Voi sapete che c'è un regime forfettario da assicurare con assoluta priorità che stiamo evadendo in tempi assolutamente ragionevoli, compatibilmente con le sgranature temporali, che avete in relazione, ma che adesso io non mancherò di ribadirvi.
  Inoltre, esiste l'aspetto attinente alle violazioni massive. Questo è l'aspetto programmatico che non troverete nella relazione ma che deriva da un ragionamento sul rapporto tra il soggetto e la banca intesa Pag. 4non come ente preposto alla raccolta del risparmio e all'esercizio del credito ma come intermediario.
  In altri termini, io e i validissimi colleghi della Commissione ci siamo convinti che questa delle violazioni massive potrebbe essere l'occasione per ridisegnare ulteriormente in termini di fiducia e in termini di attualità il rapporto tra la banca e l'investitore. Una serie di figure tipiche sintomatiche delle violazioni massive le troverete già definite da noi negli allegati ma la gamma delle situazioni che si possono presentare è molto estesa. Anche le cosiddette «operazioni baciate» possono non avere quella contiguità temporale per cui oggi arrivo, ti chiedo il mutuo e tu mi dici: «Te lo do ma mi compri queste azioni». Questo non può non avvenire nello stesso contesto ma non è che un esempio.
  Il lavoro della Commissione è stato agevolato dal livello dei componenti, escluso il sottoscritto, perché non vi è seduta in cui non si pongano dei problemi giuridici sostanziali. Ve ne potrei fare un elenco infinito.
  L'amministratore di sostegno presenta l'istanza ma nel frattempo muore il sostenuto; a chi si paga? In altre parole: ha l'amministratore di sostegno poteri ulteriori successivi alla morte «del sostenuto» che non siano limitati? Sì, secondo la giurisprudenza del Tribunale di Milano. Su questo la Commissione ha preso una decisione.
  Tizio, che è erede con altri, fa una istanza. La Cassazione a sezioni unite dice che c'è solidarietà attiva. A chi pago? Pago il cento per cento a Tizio o gli chiedo un'integrazione con gli eredi?
  Una società in accomandita semplice a un certo punto liquida al socio accomandatario le proprie quote, rimane quello titolare e chiede l'indennizzo, calcolando il prezzo medio di carico sulla base di quello che la società aveva acquistato. Come si calcola?
  L'affrancamento. L'istante non produce documentazione relativa alla variazione del valore fiscale conseguente all'affrancamento delle azioni. Come si provvede?
  Residenti all'estero. Sapete leggere una autocertificazione oppure no quando questa si riferisce, per esempio, al CUD tunisino? Il CUD tunisino è solo un esempio, perché abbiamo anche CUD australiani eccetera.
  Ogni seduta della Commissione è caratterizzata dalla necessità di risolvere specifici problemi giuridici e in questo senso devo dire che è anche stimolante per chi, come il sottoscritto, ha già una certa età e vede nell'esercizio intellettuale anche un sicuro antidoto contro l'Alzheimer.
  A parte questo ragionamento, il lavoro della Commissione si proietta su un'idea di ridefinizione del rapporto tra la banca come intermediario e il soggetto risparmiatore, proprio perché l'incidenza è stata socialmente molto forte con suicidi e con casi assolutamente drammatici. Sulle annotazioni noi leggiamo anche qualcuno che scrive: «Erano i risparmi di tutta la mia vita» e via così. Effettivamente attraverso questo fascicolo elettronico noi abbiamo una presa con la realtà che nemmeno in tanti anni di esercizio della professione di magistrato mi era capitato di avere attraverso i fascicoli e certamente non in Cassazione.
  Quando sono stato contattato dagli uffici della Commissione mi è stato detto: «Prenda questa convocazione come se noi le chiedessimo che cosa possiamo fare per voi».
  La presentazione delle domande è stata rinviata di quattro mesi. Questo ha impedito che si esaminassero – le ragioni sono nella relazione – le domande prima della scadenza del termine finale prorogato di quattro mesi.
  Il COVID-19 ha inciso sui ritmi del fornitore del software. Colui che ci ha fornito la piattaforma informatica, che è molto sofisticata, ha avuto dei ritardi consistenti e soltanto ai primi di ottobre la Commissione ha avuto a disposizione il fascicolo elettronico. Che cosa è? Il fascicolo elettronico è costituito da tutti quei PDF contenenti il calcolo, i documenti e poi lo sviluppo che l'Istruttore ne ha fatto, che noi possiamo vedere e sulla base del quale possiamo o accordare l'indennizzo o chiederePag. 5 una revisione del fascicolo, se non ci sono chiare alcune cose. Questo strumento è stato pronto soltanto a ottobre.
  Mi dispiace doverlo dire ma anche l'Agenzia delle Entrate non ha brillato per tempestività perché per oltre un anno vi è stato il problema del rilascio dei canali di accertamento dei requisiti fiscali.
  Sapete che soltanto chi è sotto i 35 mila euro di reddito imponibile al 2018 e/o sotto i 100 mila euro di patrimonio immobiliare può accedere al forfettario. Questo ultimo aspetto, ovvero l'accertamento del requisito patrimoniale, non è ancora in essere. Le responsabilità sono un po' di tutti e non della Commissione, la quale tempestivamente ha sempre approvato le bozze di decreto, così come venivano proposte dall'Agenzia. Questo via vai tra MEF, Agenzia, Garante della protezione dei dati personali eccetera, fa sì che noi ad oggi – come leggerete in relazione – non possiamo sapere se Gianfranco Servello, che ha fatto la domanda, ha detto il vero sul suo reddito imponibile ovvero sul suo patrimonio immobiliare. Questo è stato un problema oggettivo. Come possiamo aiutarvi?
  Altre problematiche sono venute anche dal legislatore, perché siamo stati noi a dovere suggerire al legislatore di inserire tra i soggetti esclusi anche il coniuge. Eravamo in presenza di un decreto che descriveva i soggetti esclusi, i consiglieri di amministrazione, i componenti dei collegi sindacali, il cognato, la cognata, ma non il coniuge. Era un assurdo giuridico di tale evidenza, ma lo abbiamo suggerito noi.
  Altrettanto non perspicuo è stato il legislatore quando ha detto che si poteva liquidare fino al 40 per cento. Era, di fatto, un alert a noi, per dirci: «Fate in modo che i soldi bastino». Questo ha implicato che, servendosi della Segreteria tecnica, della quale a sua volta si è servito il servizio statistico della CONSAP, noi abbiamo fatto delle stime progressive e solo quando la stima ci ha dato il semaforo verde, abbiamo potuto liquidare il 100 per cento.
  Una lancia va spezzata anche a favore della Segreteria. Ogni comparto dell'amministrazione è costituito da ottime persone però la questione dei ritardi mi ha fatto pensare insistentemente alla frase che Vincent van Gogh scriveva al fratello Theo, descrivendogli il paesaggio olandese: «I mulini non ci sono più ma il vento è rimasto lo stesso».
  La Ragioneria non paga le trasferte dei commissari – non le ha mai pagate sin dall'insediamento – e non paga nemmeno i compensi. Questo è sintomatico di quanto ci siano state e ci siano tuttora delle difficoltà. La Segreteria ha dovuto necessariamente adottare un sistema di pagamenti non per blocchi ma individuali. A valle del lavoro della Commissione c'è il lavoro molto impegnativo della Segreteria per i pagamenti: il dottor Dalleva potrà essere più preciso di me nel dare contezza di questa tempistica. Il fatto che la Commissione non venga pagata per le trasferte vuol dire che personalmente mi vergogno a fare riunioni in presenza, chiedendo al commissario di Milano o a quello di Brindisi di pagarsi le spese di viaggio e di albergo. Alla fine questo vuol dire poco.
  Vengo subito al punto e concludo. Come possiamo aiutarvi? L'unico sistema è quello di accordare alla Commissione e al suo funzionamento una proroga almeno pari a quella che è stata data alla presentazione delle domande ovvero di quattro mesi.
  Credo che solo così si potrà portare in porto un lavoro contenutistico sotto il profilo della ridefinizione nelle violazioni massive di quello che ha rappresentato il rapporto tra banca e investitore e di quello che è stato veramente in una quantità vergognosa di casi l'autentico approfittamento dell'istituto di credito, elegantemente chiamato «intermediario». La giurisprudenza arbitrale ha i suoi limiti anche in termini di esecutività e di diffusione. Tuttavia, credo che la risonanza che potrà essere data a questo tipo di attività della Commissione, se sarà messa nelle condizioni di farlo, sarà sicuramente notevole e sarà un'opera civilmente meritoria, a prescindere da chi se la voglia intestare. Grazie.

  PRESIDENTE. Ho due interventi. Collega Zanettin, prego.

Pag. 6

  PIERANTONIO ZANETTIN. La ringrazio, presidente, per la parola. Ringrazio il Presidente Servello della sua illustrazione.
  Presidente, io sono stato quello che più di altri ha insistito per ascoltarla perché nella sua arguta relazione ha confermato quelli che erano i miei dubbi. Anche a questa Commissione, oltre che alle agenzie di stampa, in questi mesi sono state consegnate tutta una serie di dichiarazioni che provenivano da esponenti del Governo che dicevano: «Va tutto bene, siamo in dirittura di arrivo ed entro breve sarà definito tutto». Invece, io vengo da uno di quei territori particolarmente colpiti dalle vicende – in particolare dalla provincia di Vicenza con la Banca Popolare di Vicenza – e sono in contatto quotidiano con avvocati, commercialisti, consulenti, persone e cittadini, i quali mi descrivevano una situazione diversa da quella ottimistica che veniva rappresentata davanti a questa Commissione fino a poche settimane fa, quando ci veniva detto: «A ottobre abbiamo finito i forfettari, entro fine anno abbiamo finito praticamente tutto». Questo è quello che ci è stato detto solo poche settimane fa – non ho problemi a dirlo – dal sottosegretario Sartore. Invece, lei ci fa una ricostruzione molto più realistica che corrisponde alla sensazione epidermica esperienziale che io registro nel territorio.
  Personalmente dico di no alla proroga. Vengo da quei territori – non faccio polemica politica e non mi interessa, non sono qui a prendere un briciolo di voto in più e mettere in difficoltà un politico rispetto all'altro – e ricordo che il 9 febbraio del 2019 alcuni ministri importanti del Governo sono venuti a dire in assemblea pubblica davanti a migliaia di persone a Vicenza, con le TV locali che trasmettevano in diretta la riunione, che entro pochi giorni nei loro IBAN sarebbero arrivati gli indennizzi. Questo è avvenuto più di due anni fa e quindi non possiamo pensare a ulteriori proroghe.
  Le faccio una domanda che ho continuato a riproporre nell'interlocuzione con la presidente Ruocco ed è anche la nostra mission di Commissione su questo tema: quali normative possiamo introdurre? Noi siamo tutti legislatori, rappresentiamo tutti i gruppi. Parlando con i nostri referenti, in pochi giorni possiamo varare una norma condivisa, la cui prima firmataria è la presidente Ruocco e con tutte le nostre firme, che il Governo deve recepire, perché non si tratta di stanziare soldi ma è solo un dato normativo. Lei ci dica quali sono le casistiche che le impediscono fino a oggi di liquidare tempestivamente. Ho registrato un'unanimità di vedute da parte di tutti i commissari che sono qui in buona fede e buona lena per risolvere i problemi di questa liquidazione. Tutta quella casistica che lei ha citato nasce dal fatto che la normativa che era stata varata era imprecisa ed è una cosa che io ho sempre detto. Per esempio, in occasione delle finanziarie ho presentato delle proposte emendative che sono state tutte respinte ma che per gli affrancamenti invece di andare a cercare il valore ante, prevedevano di andare a vedere l'ultimo estratto conto e dare qualche soldo in più.
  Oggi lei non sarà in grado di darci immediatamente una risposta ma magari tra 15 giorni faccio una riunione della Commissione e dico: «La Commissione parlamentare di inchiesta vuole avere tutti gli emendamenti necessari per semplificarci il lavoro, in modo che la Commissione proceda spedita e riesca a liquidare, senza dovere andare a cercare nell'ultima sentenza della Cassazione.». Noi siamo legislatori, facciamo e vogliamo semplificare al massimo la legge. Credo di interpretare all'unanimità il parere della Commissione.
  Mi sorprende molto che due mesi fa abbiamo ascoltato qui in Commissione il Sottosegretario Sartore, il quale ci ha detto: «Il decreto Patrimoni è stato varato e a breve potremo liquidare anche le partite relative ai patrimoni». Lei, al contrario, oggi mi dice che non è così e che siete ancora bloccati. Credo sia abbastanza grave che un sottosegretario venga in una Commissione parlamentare di inchiesta e ci dica che il problema è stato risolto, quando, invece, non è così. Annoto e stigmatizzo questa cosa. Ci dica che cosa manca, perché come legislatore sono pronto a firmare qualsiasi emendamento che lei suggerisca.Pag. 7
  Le faccio alcune domande. Continua a esserci questa distonia tra indennizzi riconosciuti e indennizzi corrisposti che stiamo registrando da molti mesi. Per i primi mesi poteva essere ragionevole, perché sapevamo che all'inizio la Commissione poteva liquidare solo il 40 per cento, ma mi sembra che in tutte le dichiarazioni ottimistiche che sono state spese anche in questa Commissione da parte di esponenti del Governo ci è stato detto che adesso state veramente accelerando. Infatti, se si vanno a vedere i dati della relazione, la gran parte delle liquidazioni sono avvenute proprio negli ultimi mesi. Perché c'è questa differenza così grande? Parliamo di 100 mila euro tra l'uno e l'altro. Si riferisce ai casi liquidati all'inizio o vi è qualche difficoltà nella liquidazione da parte degli uffici o dello Stato? Le somme ci sono e sono assolutamente disponibili, quindi non si capisce perché ci debba essere questa differenza tra liquidato ed erogato che ci trasciniamo ormai da molti mesi, senza comprenderne la ragione.
  Stigmatizzo che non vengano pagati i compensi perché è inutile che pensiamo che questi poveretti possano liquidare, mentre noi gli facciamo pressione politica affinché le liquidazioni degli indennizzi siano fatte il più velocemente possibile, però il Governo si dimentica di pagargli anche solo le trasferte. Questo oggettivamente è un aspetto sul quale mi riservo un intervento più specifico, perché è veramente grave.
  Faccio un'ultima domanda, che ho già ripetuto al Sottosegretario Sartore, che trova una parziale risposta nella documentazione da lei allegata. Parecchi mesi fa ho fatto un'interrogazione, che ho reiterato anche qui – si sa che il Governo non viene a rispondere –, relativa alle dichiarazioni che aveva reso a suo tempo il Sottosegretario Villarosa. Il Sottosegretario Villarosa a ottobre dello scorso anno, tra le giustificazioni che portava per il ritardo in cui la Commissione liquidava gli indennizzi, aveva accusato la Commissione di avere alcuni elementi in conflitto di interesse al proprio interno, tant'è che – se andate alle ultime due pagine dell'allegato – all'epoca avevo registrato queste dichiarazioni un po' criptiche e non ben chiare da parte del Sottosegretario Villarosa e ne avevo fatto oggetto di un'interrogazione. Quando è venuta qui la Sottosegretaria Sartore, ho detto: «Mi spieghi questa cosa. È uno degli elementi che impedisce il buon andamento della Commissione?». La Sottosegretaria Sartore aveva preso nota diligentemente e aveva detto: «Le farò avere la risposta». Tuttavia, sono passati due mesi e la risposta non è arrivata. Quindi, chiedo a lei la risposta. Credo che quelle che erano state lanciate dal Sottosegretario Villarosa fossero accuse improvvide, però voglio sentire che qualcuno ufficialmente mi risponda se è così.
  Nell'ultima pagina della relazione vi è la risposta che è stata data dal Responsabile della Segreteria Tecnica, il dottor Dalleva, al Sottosegretario di Stato Villarosa, e mi sembra che escluda che ci fosse questo conflitto di interessi e che ci fossero problemi di questa natura che paralizzavano i lavori della Commissione. Tuttavia, questo mi ha piuttosto colpito. Mi sono consultato anche con la Segreteria Tecnica della Commissione e non trovo una data di questa missiva CONSAP né un numero di repertorio. Per cui, mi stupisco che venga distribuita della corrispondenza senza una data in cui è stata emanata. Grazie. Io avrei concluso.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente del FIR. Prima del prossimo intervento, risponderei telegraficamente ad alcune domande.
  La data c'è ma evidentemente non è stata stampata ed è immediatamente contestuale a quella comunicazione. Perché ho messo quella comunicazione? O la vedete come una penetrante sorveglianza esercitata dalla politica sulla Commissione o come uno dei numerosi atti di sleale collaborazione. Vedetela come volete ma è un dato di fatto oggettivo.
  Per quanto riguarda la divaricazione tra indennizzi riconosciuti e indennizzi corrisposti, vi è un problema di tempo dei pagamenti – meglio di me ve lo illustra il dottor Dalleva – che rientra nella sleale collaborazione tra istituzioni. Considero molto umiliante per chiunque andare a chiedere un favore per una cosa alla quale si ha diritto. Ciononostante, visto che alcuniPag. 8 commissari facevano delle loro rimostranze, tramite la batteria del Viminale ho contattato il Ragioniere generale. Mi sono presentato, mi sono scusato pur non conoscendolo e mi ha detto: «Ma senz'altro, come mai non vengono pagati? Le faccio sapere». Per stigmatizzare, questo è successo più di un mese fa.
  Francamente io cambierei il lessico. Direi che non ci sono stati ritardi della Commissione. Lei mi cita delle dichiarazioni del gennaio-febbraio del 2019 quando la Commissione non si era ancora insediata. Se ci sono mai stati dei ritardi, non sono davvero dovuti alla Commissione.
  A proposito della divaricazione, è bene sapere che molte associazioni dei consumatori si lamentano dei mancati pagamenti e si va poi a scoprire che l'associato non ha comunicato che è stato pagato per non essere costretto. Questa mi sembra una cosa tutta italiana e assolutamente comprensibile.
  Per quello che riguarda che cosa possiamo fare, la mia opinione è quella e non la cambio nel giro di dieci minuti. Tuttavia, accolgo il suo suggerimento di chiedere alla Commissione se esiste uno strumento legislativo. Io insisto sulla proroga, perché sono state prorogate le revisioni delle automobili e francamente mi sembrerebbe il minimo.
  Lascio la parola al dottor Dalleva, se gentilmente vuole meglio circostanziare il discorso del ritardo che la Segreteria sopporta per il fatto dei pagamenti, oltre a essere stata costretta a pagare il 60 per cento.

  PRESIDENTE. Autorizzo il Dottor Dalleva a replicare. Prego.

  MASSIMILIANO DALLEVA, Responsabile Segreteria tecnica del FIR. Grazie, presidente. In realtà oserei dire che è fisiologico questo scostamento tra le delibere delle domande da parte della Commissione tecnica e i pagamenti che ci sono a valle, perché la Commissione tecnica – è riportato anche nei dati – da cinque mesi delibera 16 mila domande al mese, ovvero 4 mila domande a Commissione. I pagamenti vengono fatti per legge sul sistema della Ragioneria generale dello Stato e quindi non tramite un conto corrente bancario che la Segreteria potrebbe accendere ad uso esclusivo e finalizzato per questa attività. Il sistema della Ragioneria generale dello Stato sopporta i pagamenti di tutte le competenze della Pubblica Amministrazione, non soltanto il nostro, per cui ha dei rallentamenti fisiologici, perché non può sopportare 4 o 16 mila bonifici in un giorno solo in quanto ogni bonifico viene tracciato e per ogni pagamento vengono effettuati dei controlli a catena sul nome, sul cognome, sul codice fiscale, sull'indirizzo civico di residenza, sull'importo eccetera.
  A questo aggiungiamo che dal 18 febbraio la Commissione ha giustamente e opportunamente deliberato di corrispondere il cento per cento, però dal 2 ottobre, quando la Commissione ha deliberato di corrispondere invece l'anticipo del 40 per cento al 18 febbraio, dovevamo recuperare anche il 60 per cento di quello che era già stato corrisposto. Questa è un'attività che è stata fatta nel giro di 60 giorni. Quindi, dal 30 aprile abbiamo azzerato tutti i pagamenti dei saldi che sono stati corrisposti dal 2 ottobre al 18 aprile.
  Ad oggi praticamente sono state deliberate dalla Commissione tecnica quasi 76.000 domande, quindi oltre il 50 per cento dell'intero sistema – sono 144.000 domande – e oltre il 56 per cento soltanto del regime forfettario che, come ricordava giustamente il Presidente Servello, hanno priorità. Di fatto è un fisiologico ritardo. Avremo praticamente 5 o 6 mila domande da recuperare ma lo facciamo in costanza. Sono tempi che non sono ulteriormente comprimibili.

  PRESIDENTE. Collega Lannutti, prego.

  ELIO LANNUTTI. Grazie, presidente. Volevo ringraziare non solo per la relazione sia il dottor Dalleva che il Presidente Servello. Presidente, volevo ringraziarla soprattutto per la franchezza, perché ha parlato senza timore reverenziale verso alcuno. Lei ci è venuto a dire che la Ragioneria dello Stato magari mette qualche bastone tra le ruote sui rimborsi – per me Pag. 9è una cosa evidente – e che l'Agenzia delle Entrate magari ha accusato qualche ritardo. Per questo parlare chiaro e senza peli sulla lingua, la rispetto ancora di più.
  Lei ha citato Van Gogh, i mulini. Per una vita ho fatto una battaglia contro i mulini a vento, dopo avere fondato un'associazione dei consumatori, e mi verrebbe da citare un mio illustre compaesano – io sono abruzzese –, Ennio Flaiano, perché sarebbe quasi da dire oggi: «La situazione è grave ma non seria». Io ho fatto 35 anni di battaglia per la tutela dei diritti, della legalità contro – mi si permetta – alcuni muri di gomma che sono ancora ben potenti, gli stessi che commissariano banche del Sud anche per fare in modo che quel Sud, come il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia, venisse colonizzato.
  Detto questo, ringrazio ancora lei e il dottor Dalleva e le pongo due o tre semplici domande. Nella relazione manca la previsione di chiusura dei rimborsi, per lo meno per la parte di accesso automatico forfettaria. Manca, inoltre, la ripartizione tra le circa 140 mila domande dello scaglione tra i 50 e 100.000 euro. Volevo sapere qualcosa in merito.
  Inoltre, la maggior parte delle domande risulta carente dal punto di vista documentale. Questa carenza sembra che sia riconducibile ai titoli emessi dalle due banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, però in quel periodo mi spesi molto per il fatto che Banca Intesa fu avvantaggiata da questo «regalo» di queste due banche venete. Chi deve dare questa attestazione? La devono dare le banche cedenti o la deve dare Banca Intesa? Perché deve essere sempre il risparmiatore a penare? Sottoscrivo quello che lei ha detto ovvero che i diritti non sono favori. È umiliante andare a rivendicare un diritto che ti passano per favore, questa è sempre stata una prassi del sistema bancario e delle autorità vigilanti.
  Ripeto che, se possiamo dare una mano dal punto di vista legislativo, io sono a disposizione, però muoviamo chi magari ha fatto questa sleale collaborazione tra parti dello Stato che è umiliante non solo per voi ma anche per noi e soprattutto per chi aspetta quei risparmi.
  Le responsabilità non sono mai di chi doveva vigilare ma si sapeva già. Feci la prima denuncia alla Procura della Repubblica il 18 marzo del 2018 sulle baciate e su Zonin e poi alla fine vediamo che tutto finisce a tarallucci e vino. Speriamo che questa storia non finisca a tarallucci e vino. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Grazie a Lei. Collega D'Ettore, prego.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Grazie, presidente. Nella vostra relazione in più punti vedo dei riferimenti alla non agevole interpretazione della disciplina attuale, anche con riguardo all'inquadramento generale e alle possibilità di azione e di soluzione – se vogliamo meglio dire – da parte della Commissione. Mi sembra che buona parte della dottrina, non del tutto avveduta, consideri la disciplina della crisi di impresa il riferimento della vostra attività – almeno in parte –, in particolare per quanto riguarda i piani di riparto e anche alla possibilità che voi richiamate – come avete già fatto dall'1 ottobre del 2020 – di provvedere ad anticipi del 40 per cento, utilizzando modelli normativi e interpretativi tipici anche della valutazione dei piani di riparto fino alla definizione finale.
  Siccome si tratta di interpretazioni che nascono dall'attività propria della Commissione, a me interessa questo, con particolare riguardo alla carenza di documentazione, perché in un passaggio in queste fitte note della vostra relazione, molto ampia e informata – mi sono permesso di fare solo una lettura sommaria –, voi dite che basta che le istanze siano munite di idonea documentazione, anche se non completa. Infatti, il periodo del COVID-19 può avere determinato notevoli difficoltà nel reperimento di tutta la documentazione necessaria.
  Capisco l'interpretazione, nata dalla carenza che prima rappresentava il collega Zanettin nelle risposte che abbiamo avuto dal Sottosegretario Sartore che ci aveva dato elementi del tutto differenti rispetto a Pag. 10quelli che lei ci sta ponendo, ma la Commissione di inchiesta sta svolgendo un'attività ricostruttiva, anche al fine di presentare proposte emendative con la forza che può avere la Commissione nel suo plenum, ferma la parte di indagine che può emergere anche da quello che voi dite oggi in questa sede e tenuto conto di ciò che ci aveva detto il Sottosegretario.
  Mi sono soffermato solo in maniera sommaria sulla relazione ma la leggerò questa sera e vedrò di approfondire meglio le questioni che sono state poste in maniera tecnicamente apprezzabile. Vogliamo capire se, rispetto a queste vostre osservazioni e alla concreta attività della Commissione, ci sia un portato normativo in questi elementi sulla documentazione, sui piani di riparto, sugli anticipi e su tutto ciò che poi è stato ricostruito dalla giurisprudenza della Commissione. Voi create delle norme pratiche e delle prassi utili a risolvere questioni ma non compete a voi, è stato chiarito. Se gli indennizzi arrivano in ritardo – conosciamo il sistema e sappiamo quello che sta accadendo – sarebbe utile inserire due o tre elementi chiari di struttura normativa in questa messe di provvedimenti che comunque arrivano ormai giorno per giorno per poterci inserire in maniera più chiara.
  Ci sono alcuni elementi, soprattutto quelli che possono aiutare gli istanti a raggiungere un risultato o sapere che non godono del beneficio oppure che quel diritto si possa completare e rendersi perfetto sulla base di una istruttoria o di una valutazione che sia agevolata da norme non solo interne, da interna corporis della Commissione, ma anche attraverso una struttura normativa più chiara e idonea. Si possono fare tutte le valutazioni in merito ma ciò che per noi conta è questo.
  Secondo me sono fondamentali due o tre punti sulla celerità delle istanze, sulla istruttoria, sulla valutazione della ripartizione, sui modelli e sugli anticipi. Dobbiamo riuscire a costruire un modello che sia collegato alla parte economico-finanziaria e che dipenda da altri fattori che conosciamo anche per altre questioni. Molti di noi hanno fatto emendamenti alla legge di bilancio, ottenendo risorse che non ha visto ancora nessuno. Si potrebbe parlare di porti e aeroporti, su cui vi erano degli emendamenti che aspettiamo da anni, oltre ad aspettare che la Ragioneria dica: «Sì, è vero, nella legge di bilancio c'era questo», quindi non ci meraviglia ciò che ci è stato detto, perché lo abbiamo visto anche in altri casi.
  Probabilmente questa lentezza è fisiologica e non dipende dall'organo decisionale, dipende da altri fattori, però anche su quello possiamo intervenire o almeno sul procedimento e sull'attività, perché poi i cittadini si trovano di fronte ad istanze che non riescono a comprendere.
  Chi è il soggetto? Non è la Commissione tecnica, perché si muove su quello che è il portato della disciplina esistente e sulla prassi che meritoriamente ha costruito.
  Penso che questo sia uno dei temi centrali, ricordato anche dal collega Zanettin nel suo intervento. Scusate se gli interventi sono lunghi ma sono anni che giriamo intorno alla vicenda.
  Noi prendiamo atto di tutte le dichiarazioni che fa per gli altri scopi istituzionali della Commissione, perché nessuno può venire qui – non mi riferisco a lei ma anche ad altri organi politici – a raccontarci le novelle politiche, occorre che la realtà sia ricostruita. Come dicevo ieri nell'intervento sull'università e la ricerca, essere in maggioranza non vuol dire che non si possano fare dei rilievi critici. Non siamo in una caserma.
  La richiesta che è venuta in questi anni dall'onorevole Zanettin, dal collega Lannutti e da tanti altri trasversalmente è proprio quella di comprendere come muoverci. La presidente Ruocco e per suo tramite gli uffici hanno compreso e le hanno comunicato questa nostra esigenza. La nostra collaborazione non finisce qui. Noi siamo disponibili, così come l'Ufficio di Presidenza, per verificare tutto questo, anche «informalmente», in maniera tale che ci sia una collaborazione istituzionale leale allo scopo di trovare soluzioni tecniche. Questo è quello che noi vorremmo fare.
  Lo chiediamo a tutti. Molti ci dicono di sì ma poi scompaiono. Non credo che sia il Pag. 11suo caso perché da come ha esposto la sua relazione capisco che è interessato a farlo, sia per l'alto compito istituzionale che ha assunto, sia per il modello comportamentale da magistrato che ha rispetto a tante altre figure che vediamo scorrere in queste aule. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a Lei. Collega Raduzzi, prego.

  RAPHAEL RADUZZI. Grazie, presidente. Grazie al dottor Servello. Avrei due domande molto rapide e interconnesse tra di loro.
  Leggo che sono già state valutate oltre 75 mila domande per un totale di quasi 380 milioni di indennizzi già riconosciuti. Volevo chiedere se avevate anche una stima degli eventuali risparmi che ci saranno alla fine del riconoscimento di tutti gli indennizzi. Sappiamo che manca tutto il filone ordinario, in cui ci sono persone che avevano un reddito più alto; potendo anche assumere che quegli indennizzi saranno leggermente più ampi però sicuramente rimarrà una parte cospicua del Fondo di 1,5 miliardi che, secondo me, sarà tra i 500 e 700 milioni.
  Inoltre, la normativa del FIR prevede la possibilità di incremento di quel 30 per cento che è solo un 30 per cento del prezzo d'acquisto e che per molti risparmiatori, soprattutto i più anziani, sono azioni acquistate negli anni Novanta. Quindi, non è che questi ristori abbiano cifre stratosferiche. Quanto si potrebbe aumentare quel 30 per cento, dato che la norma lo prevede? Grazie.

  PRESIDENTE. Io non ho altri interventi. Prego, dottor Servello.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente del FIR. La Commissione ha spesso forzato il dato normativo nell'assoluto interesse degli istanti e lo sta ancora facendo.
  Abbiamo esordito abolendo l'autentica della firma che avrebbe comportato andare in comune sulla delega delle domande. Continuiamo passo, passo e stiamo riconoscendo errori materiali. Il principio che regge l'accoglimento o meno dell'istanza è quello della domanda. Se chiedo 53,8 ma è chiaro che il dato era 538, noi riconosciamo tout court l'errore materiale.
  Per quanto riguarda i ritardi delle banche, abbiamo rimesso in termini i risparmiatori che ci avessero detto: «L'ho chiesto a Banca Intesa ma ancora non me l'ha dato». Potrei andare avanti per quello che riguarda proprio lo sforzo di andare incontro, quindi in dubbio pro-istante. Questa è una cosa che noi facciamo a tutto campo.
  Le relazioni alle quali lei si riferiva sono quelle che faccio periodicamente al MEF – mi fa piacere che lei le abbia lette perché fino ad ora avevo l'impressione che non le avesse lette nessuno –, dove effettivamente vi è un'illustrazione di come si può fare il piano di riparto. Purtroppo mancano dei dati. Per questo motivo un giudizio prognostico sull'utilizzabilità dell'aumento del 30 per cento correlato all'eventuale avanzo di fondi non può attualmente essere ancora fatto perché non c'è una proiezione sugli esiti liquidatori del TUF, il quale evidentemente rimane un po' confinato. Anche su questo cercheremo – ve l'ho anticipato prima – di essere il più possibile aperti nei confronti dei risparmiatori.
  Non immaginavo che tra Vicenza e Treviso ci fossero tanti comuni dove la gente nasce, lavora e presumibilmente muore. Il problema è che nella vostra convocazione avete citato la sentenza n. 425 della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Vi siete in qualche modo risposti da soli sui limiti possibili dell'intervento. Di più non dico, perché è in corso una registrazione, ma nel momento in cui voi mi chiamate e mi dite «anche in ragione di una sentenza della Corte UE che conferma il rigetto del ricorso della Commissione» solo perché non aveva dimostrato che quelli erano aiuti di Stato, voi stessi mi avete detto tutto.
  Vi devo dire una cosa in tutta franchezza. Mi aspettavo che qualcuno di voi mi dicesse: «Che ne pensa dell'emendamento che aumenta fino a cinque i membri della Commissione?». Nessuno me lo chiede ma vi do subito la risposta. Questo è un esempio clamoroso di sleale collaborazione Pag. 12perché nessuno ha mai chiesto alla Commissione che cosa ne pensava. Sarebbe stato sufficiente che qualcuno con un figlio alle elementari gli avesse chiesto: «Come si fa a ottenere la maggioranza in una Commissione di 14 persone quando non è previsto – e ne sono ben contento – che il Presidente abbia voto doppio?» Come si fa a formare due sottocommissioni di tre con cinque membri? Come si fa a spiegare a tutti questi signori che potrebbero essere bravissimi – mi auguro che non vengano nominati – tutto quello che in un anno e passa la Commissione ha impiegato a fare? Questo è un esempio di sleale collaborazione e in tutta franchezza penso che si possa registrare.
  Noi andiamo avanti con il nostro lavoro. Per fortuna dal territorio attraverso le associazioni dei consumatori ci giungono attestazioni di stima e di riconoscenza, anche storie umane che sarebbe interessante pubblicizzare. Se il Padre eterno me lo concederà, scriverò un libro sulle storie e sui casi umani che sono emersi nelle annotazioni. Francamente è l'unica ragione per cui io sto a fare questo lavoro.
  Detto questo, signori, se abbiamo finito, vi ringrazio e vi saluto.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, salutiamo e ringraziamo i nostri ospiti. Dispongo che la documentazione sia allegata al resoconto stenografico della seduta che dichiaro conclusa.

  La seduta termina alle 12.55.

Pag. 13

ALLEGATO 1

DOCUMENTI DEPOSITATI DAL FIR

Pag. 14

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36

Pag. 37

Pag. 38

Pag. 39

Pag. 40

Pag. 41

Pag. 42

Pag. 43

Pag. 44

Pag. 45

Pag. 46

Pag. 47

Pag. 48

Pag. 49

Pag. 50

Pag. 51

Pag. 52

Pag. 53

Pag. 54

Pag. 55

Pag. 56

Pag. 57

Pag. 58

Pag. 59

Pag. 60

Pag. 61

Pag. 62

Pag. 63

Pag. 64

Pag. 65

Pag. 66

Pag. 67

Pag. 68

ALLEGATO 2

RISPOSTE A DOMANDE PRESIDENTE FIR

Pag. 69

Pag. 70