XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 108 di Mercoledì 21 aprile 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Briziarelli Luca , Presidente ... 3 

Audizione del Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina, Mauro Scimonelli:
Briziarelli Luca , Presidente ... 3 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 3 
Briziarelli Luca , Presidente ... 6 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 7 
Briziarelli Luca , Presidente ... 7 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 7 
Briziarelli Luca , Presidente ... 8 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 9 
Briziarelli Luca , Presidente ... 9 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 9 
Briziarelli Luca , Presidente ... 10 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 10 
Briziarelli Luca , Presidente ... 10 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 10 
Briziarelli Luca , Presidente ... 11 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 11 
Briziarelli Luca , Presidente ... 11 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 11 
Briziarelli Luca , Presidente ... 11 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 12 
Briziarelli Luca , Presidente ... 12 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 13 
Briziarelli Luca , Presidente ... 13 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 13 
Briziarelli Luca , Presidente ... 14 
Scimonelli Mauro , Commissario ... 14 
Briziarelli Luca , Presidente ... 14 

Audizione del Presidente dell'Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Catania, Santi Rando:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Rando Santi , Presidente dell'Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Catania (intervento da remoto) ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Rando Santi , Presidente dell'Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Catania (intervento da remoto) ... 15 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Pezzini Carlo , Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto) ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 

(La seduta, sospesa alle 14.50, riprende alle 15) ... 18 

Audizione del Sindaco di Catania, Salvo Pogliese:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 21 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 22 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 22 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 22 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 23 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 23 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 23 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 23 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 23 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 23 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 25 
Marra Salvatore , Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto) ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Marra Salvatore , Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto) ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Marra Salvatore , Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto) ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Marra Salvatore , Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto) ... 26 
Fatuzzo Fabio , Presidente SIDRA (intervento da remoto) ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 27 
Marra Salvatore , Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto) ... 27 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 27 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 27 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 27 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 27 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 27 
Pogliese Salvo , Sindaco di Catania (intervento da remoto) ... 27

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUCA BRIZIARELLI

  La seduta comincia alle 13.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web TV della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina, Mauro Scimonelli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Commissario ad acta per la gestione del Servizio idrico integrato (SII) di Messina, Mauro Scimonelli. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento sul sistema delle acque reflue urbane e industriali in Sicilia su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta, invito quindi il nostro ospite a svolgere una prima relazione introduttiva, alla quale potranno seguire richieste di approfondimento e specifiche domande da parte dei componenti della Commissione.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Grazie per la parola, presidente, buongiorno a tutti. Mi presento, sono l'ingegnere Mauro Scimonelli, Commissario ad acta per l'aggiornamento del piano d'ambito dell'Assemblea territoriale idrica (ATI) di Messina. Ho ricevuto una convocazione da parte di codesta Commissione relativamente ad alcune tematiche attinenti alla disciplina del servizio idrico integrato. Mi era stato chiesto di inviare una relazione prima di essere audito in codesta Commissione, passo brevemente a descriverne i singoli punti e, ovviamente, rimango a vostra disposizione per ogni chiarimento. Preliminarmente vorrei precisare che sono stato convocato come Commissario ad acta per la gestione del Servizio idrico integrato di Messina. Io invece sono, per nomina del presidente della Regione siciliana, Commissario ad acta soltanto per l'aggiornamento del piano d'ambito. Ogni attività relativa alla gestione del servizio o al funzionamento dell'ATI è estranea al mio ruolo e alle mie competenze benché, per quanto rappresenterò a breve, diciamo si è avviata un'attività di collaborazione per certi versi al di fuori del mio incarico.
  Passo, quindi, a trattare i singoli punti richiesti nella lettera di convocazione trasmessa dal presidente. La prima questione riguarda l'assetto gestionale del territorio dell'ATI di Messina. Volevo fare una breve descrizione per inquadrare la situazione della gestione del territorio dell'ATI, anche sulla base della cronistoria. Dopo il recepimento in Sicilia della legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Legge Galli) si istituì l'autorità d'ambito del territorio di Messina e questa autorità d'ambito, grazie alla collaborazione della Sogedin Spa aveva redatto un piano d'ambito che è stato fatto oggetto anche di alcune fasi di revisione. Per l'affidamento del servizio furono all'epoca effettuate ben tre gare che andarono deserte, Pag. 4per cui l'ambito non è mai pervenuto all'affidamento del servizio a un gestore unico. In seguito all'intervento dell'articolo 2, comma 186-bis della legge nazionale 23 dicembre 2009, n. 191 che sopprimeva le autorità d'ambito, la Regione siciliana ha, in recepimento della normativa nazionale, disposto la cessazione delle precedenti vecchie autorità d'ambito territoriali, e con la legge regionale 11 agosto 2015, n. 19 ha istituito i nuovi enti di governo d'ambito – denominate assemblee territoriali idriche – a cui sono stati sostanzialmente trasferiti tutti i compiti delle precedenti autorità d'ambito.
  La legge regionale è stata oggetto di un'impugnativa e di una sentenza di accoglimento dalla Corte costituzionale (sentenza 4 maggio 2017, n. 93) perché nella previsione del legislatore regionale si era data apertura a una configurazione di gestione di porzioni dell'ambito intermedie rispetto al gestore unico d'ambito. Questa condizione normativa è stata bocciata dalla Corte costituzionale.
  In seguito, o meglio, nelle more del ricorso pendente alla Corte costituzionale, l'assessorato regionale ha definito nuovamente gli ambiti territoriali, che sostanzialmente hanno ripreso la originaria configurazione coincidente con il territorio della Provincia – oggi Città Metropolitana di Messina – e nel 2017 si è formalmente insediata (ha deliberato lo statuto) l'assemblea territoriale idrica di Messina.
  L'ente di governo dell'ambito non ha scelto la forma di gestione e non ha affidato il servizio idrico integrato, motivo per cui poi sono stati predisposti i commissariamenti regionali. Per quanto riguarda l'assetto gestionale del servizio nel territorio, non essendo mai intervenuto un gestore unico d'ambito sostanzialmente questa attività è rimasta in carico ai singoli comuni, i quali gestiscono gli interi settori del servizio: la parte acquedottistica, la rete fognaria e il servizio depurativo.
  Ci sono delle singolarità, nel senso che nove comuni hanno il servizio di acquedotto che è stato per lunghi anni gestito dall'Ente acquedotti siciliani (EAS), un ente regionale di diritto pubblico che oggi è stato posto in liquidazione. Vi è una problematica in atto sul passaggio, sulla gestione di queste porzioni di reti che ancora non ha trovato soluzione, ma che è all'attenzione della Presidenza della Regione e dell'assessorato.
  Vorrei descrivere il territorio della provincia di Messina che comprende ben 108 comuni di cui molti con un territorio prevalentemente montuoso, sono i Peloritani e Nebrodi: abbiamo circa settanta comuni definiti montani e ben ventisette comuni inferiori ai mille abitanti.
  I comuni significativi in termini di popolazione e superiori ai 10.000 abitanti sono appena dieci. Il grosso della popolazione, più di un terzo della popolazione complessiva, ricade nella città di Messina che conta da sola oltre 230.000 abitanti su una popolazione complessiva di 630.000.
  C'è quindi una notevole dispersione territoriale che caratterizza i singoli enti locali che poi ha inevitabilmente delle influenze sull'attività dell'Ente di Governo.
  Parliamo ora dello stato di avanzamento dei procedimenti istruttori per il riconoscimento della salvaguardia delle gestioni operanti nell'ambito territoriale. Nel mese di luglio 2020, dopo una serie di interlocuzioni fra l'assessorato, il dipartimento regionale e l'ATI di Messina, l'assessore ha nominato il sottoscritto Commissario ad acta per provvedere al riconoscimento delle gestioni autonome salvaguardate ai sensi dell'articolo 147, comma 2.
  Il riconoscimento dei Comuni che avrebbero potuto ottenere la gestione autonoma avrebbe avuto refluenze nella definizione del perimetro gestionale del piano d'ambito da affidare poi in gara per un gestore. Per questo quando mi sono insediato come commissario per il piano d'ambito, già nel mese di marzo avevo sollecitato l'ATI, benché non fosse una mia competenza specifica, a effettuare una ricognizione per identificare i Comuni richiedenti.
  Il dipartimento delle acque e rifiuti nel mese di settembre ha emanato delle linee guida per l'esame istruttorio e, saltando i singoli passaggi, alla fine di tutte le operazioni sono pervenute venticinque istanze da parte dei Comuni per il riconoscimento Pag. 5della gestione autonoma, regime di salvaguardia. Io ho accolto quattordici istanze e ne sono state respinte undici.
  Le istanze accolte ricadono tutte nell'ipotesi dell'articolo 147, comma 2-bis, lettera a), nel senso che sono tutti Comuni montani con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti. Come ho detto nella relazione, il comune di Frazzanò che ricade in questa tipologia, ma che era stato denegato per carenza di documenti necessari, ha presentato successivamente alla scadenza del mio incarico l'integrazione documentale e ha rinnovato l'istanza. Ritengo sia un riconoscimento che l'ATI potrà concedere tranquillamente con facilità, e comunque non crea particolari problemi, trattandosi di un comune di appena 600 abitanti, quindi non dovrebbe in ogni caso avere refluenze sulle valutazioni del piano d'ambito.
  Passo adesso al terzo punto che è l'aggiornamento della relazione del piano d'ambito. Il decreto del Presidente della Regione è della fine di gennaio, notificato a me nel mese di febbraio. All'atto del mio insediamento presso l'ATI, esperite le procedure richieste dalla legge, la situazione che ho trovato nell'ente di governo è abbastanza critica. L'ente aveva – e ha purtroppo ancora oggi, anche se un po' meno – una grossissima carenza di personale e c'erano delle figure assolutamente indispensabili e necessarie che non erano ricoperte in alcun modo. L'ente non aveva la figura del direttore, un ruolo assolutamente essenziale perché per statuto è il responsabile, ha la competenza esclusiva per tutto ciò che attiene all'organizzazione del personale e alla stipula dei contratti. La configurazione del personale esistente in generale e, in particolare, il personale di natura tecnica era costituito da un responsabile e due figure a tempo parziale, due istruttori, con un numero di ore destinate alle attività dell'ATI assolutamente inadeguato.
  Ho pressato il presidente dell'ATI affinché si adoperasse il più rapidamente possibile a integrare urgentemente la figura del direttore per tutte le refluenze che la sua assenza avrebbe potuto avere sugli atti che si fossero posti in essere; ho sempre sollecitato una integrazione di occupati sia in termini di ore del personale operativo al momento che in termini di incremento numerico.
  Si era identificato un percorso in base alla frammentarietà del territorio in ben 108 comuni, quindi con la necessità di una ricognizione presso il luogo con un rapporto diretto con il territorio e con gli uffici locali dei singoli Comuni. Si era individuato un percorso che prevedeva di portare avanti il più possibile l'attività della ricognizione, quegli elementi caratteristici della redazione del piano d'ambito. Si trattava di completare la ricognizione o meglio di aggiornare la ricognizione esistente, portare avanti questa attività con personale interno o, comunque, con personale contrattualizzato all'occorrenza sotto la supervisione del personale interno.
  Purtroppo un mese dopo avere avviato questa attività siamo subito andati incontro alle annose vicende della diffusione della pandemia. Ci sono stati restringimenti agli spostamenti e il personale degli uffici locali è stato posto in smart working. C'erano difficoltà, molte aree erano rosse e questo iter non ha potuto avere lo sviluppo che mi ero originariamente prefissato, quindi ha subito un inevitabile rallentamento.
  Alla fine, anche sulla base di queste ragioni, abbiamo anticipato e anche esteso l'idea originaria. Abbiamo esteso all'esterno maggiori attività, compresa anche l'attività di programmazione degli interventi che si pensava di fare all'interno, a un servizio di ingegneria che è in corso di affidamento.
  È stata avviata la procedura negoziata, la nomina del Responsabile unico del procedimento (RUP), delle determine a contrarre e sono state emesse due manifestazioni di interesse perché con la prima non avevamo raggiunto un numero adeguato e sufficiente di richiedenti. In questo momento è stata consegnata tutta la documentazione, il carteggio occorrente, alla centrale unica di committenza per l'espletamento delle procedure di assegnazione e di negoziazione che devono necessariamente operare attraverso una piattaforma telematica di cui l'ATI non dispone. Pag. 6
  In questa fase che cosa si può aggiungere? Potrei aggiungere che per sopperire a delle carenze organizzative avevo anche intavolato richieste di assistenza all'Invitalia Spa perché c'era un protocollo di intesa stipulato con l'assessorato, comunque questa strada poi non si è concretizzata.
  Invece ha avuto un seguito un'offerta di assistenza tecnica da parte del Ministero dell'ambiente che però si è concretizzata soltanto nel mese di gennaio con la stipula dell'accordo definitivo e che ha avuto una prima riunione operativa soltanto nel mese di febbraio.
  Dovrei dire qualcosa sul capitolato speciale d'appalto che è stato predisposto per l'affidamento del servizio, al quale ho partecipato io non solo come commissario, ma anche come tecnico. Per questo capitolato sono stati previsti una serie di passaggi, di verifiche intermedie durante l'espletamento del servizio. In questa maniera ogni singolo passo di avanzamento della società di ingegneria che si aggiudicherà il servizio potrà essere verificato internamente sia dall'ATI che in contraddittorio anche dalle singole amministrazioni locali, che di fatto sono le uniche ad avere maggiore conoscenza della realtà territoriale.
  Il quarto quesito è quello relativo alle criticità emerse per l'attuazione della gestione del servizio idrico integrato. La criticità maggiore che ravviso è relativa all'organizzazione e alla disponibilità del personale. Nel momento in cui si dovesse aggiudicare la gara bisognerà avere un rapporto costante e continuo con il soggetto aggiudicatario e con le amministrazioni locali per la verifica delle singole proposte e per la valutazione di elaborati. È evidente che ci vogliono delle figure a tempo pieno, costantemente dedicate alle attività di aggiornamento del piano d'ambito. A tal proposito, vorrei aggiungere che l'aggravamento dell'attività di aggiornamento del piano d'ambito è determinato dal fatto che il personale esistente deve anche sopperire alle attività ordinarie dell'ATI. Nelle ultime due procedure non ancora oggetto di sentenza di condanna è stata chiesta assistenza e collaborazione al Commissario per la predisposizione degli interventi e per la quantificazione economica. Abbiamo portato avanti l'attività e io ne sono stato il promotore: l'ATI ha continuato a operare nell'espletamento delle sue funzioni, per cui si sono portati avanti ben sei interventi del Patto per il Sud mediante l'organizzazione e la conclusione della Conferenza dei servizi, quindi l'approvazione dei progetti. Tre interventi, che sono in realtà quattro, sono già andati a finanziamento: per Capo d'Orlando ci sono due interventi del sistema fognario, poi ci sono gli impianti di depurazione di Torrenova e di Brolo. Ci sono anche gli interventi degli impianti di depurazione di San Salvatore di Fitalia, Alcara Li Fusi e San Piero Patti in attesa del finanziamento in quanto il bilancio della Regione è stato solo da pochi giorni sbloccato perché era in esercizio provvisorio, quindi se ne attende a breve l'erogazione. Purtroppo, il personale deve gestire più istanze e urgenze, quindi l'avanzamento del piano inevitabilmente ne risente.
  L'ultimo argomento riguarda le difficoltà da emergenza COVID-19. Ho accennato prima che ovviamente abbiamo avuto grossi problemi. Tutti ci auguriamo che se ne esca il più rapidamente possibile in maniera che sia possibile lavorare poiché, purtroppo, con 108 comuni vanno verificati sul territorio i dati e le informazioni fornite.

  PRESIDENTE. La ringrazio per le precisazioni che ha fatto all'inizio e per la relazione che ci ha presentato. Come lei ci ha ricordato la sua nomina a commissario ad acta riguarda esclusivamente l'approvazione del piano d'ambito e non tutto il resto, è ovvio.
  Nonostante ciò, per poter arrivare a predisporre il piano come, tra l'altro, lei stesso ci ha ricordato nell'esposizione, ma ha anche più volte sottolineato nella relazione che ci ha inviato – necessariamente c'è un'interlocuzione e c'è una presa di coscienza della situazione, al di là delle responsabilità di chi l'abbia determinata, quindi mi permetta di iniziare con una precisazione anche nel mio ruolo. Ovviamente anche i colleghi collegati potranno intervenire, io mi permetto di fare una prima serie di domande. Noi abbiamo audito Pag. 7 anche altri commissari ad acta, lei può confermarmi che il suo è un incarico fiduciario del presidente della regione e che lei – perché altri colleghi ci hanno detto questo – è in forza alla regione Sicilia? Se sì, se posso chiedere presso quale ufficio e con quale esperienza relativa al settore? Questa è la prima domanda.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Intanto confermo. L'incarico è un incarico fiduciario del presidente della regione e io sono un ingegnere funzionario direttivo presso il dipartimento acque e rifiuti incardinato al servizio 1 che è il servizio che si occupa di servizio idrico integrato, dissalazione e sovra-ambito. È da circa diciassette anni che lavoro in questo settore, con qualche anno di passaggio ad altro servizio, ma fondamentalmente mi sono sempre occupato di depurazione e di servizio idrico integrato.

  PRESIDENTE. La ringrazio per la precisazione. Quindi nel porre le domande e nel ricevere risposte da lei io mi permetto di dare per scontato una sua visione complessiva che va ben oltre i confini del territorio di riferimento nell'incarico che ha ricevuto. Lei avrà sicuramente contezza quanto noi, se non più di noi, di quale sia la situazione che noi stiamo osservando da quasi due anni in Sicilia e che è drammatica, mi permetto di utilizzare il termine non a caso, su tutto il territorio siciliano sostanzialmente e per quanto riguarda quello di sua competenza nell'attuale incarico il territorio è quello che presenta il maggior numero di impianti non attivi e una situazione particolarmente grave.
  A noi risulta come numero di impianti di depurazione per le acque reflue urbane un numero di 149 e il maggior numero assoluto di impianti non attivi, ovviamente come da tabella riassuntiva. Noi vorremmo un suo primo parere, non tanto e non solo come commissario ad acta, ma anche come funzionario su come sia stato possibile arrivare a una situazione simile dove non solo mancano... Ovviamente io le chiedo un parere da tecnico, non è che stiamo qui ad attribuire responsabilità, ma sicuramente il suo è un punto di vista privilegiato nell'avere un quadro. Non solo mancano da un lato agglomerati urbani privi di impianto, ma dall'altro ci sono agglomerati con impianti insufficienti o addirittura non funzionanti e comunque non autorizzati, il cui iter autorizzativo spesso non è neanche avviato.
  Seconda domanda, così può rispondermi con un quadro complessivo. Ovviamente l'altro soggetto che noi abbiamo audito su tutti i territori, oltre ai comuni, oltre ai gestori, oltre alle procure, oltre alle Forze dell'ordine, è stata l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA). Io immagino e do per scontato che nel suo ruolo lei abbia avuto e abbia – sia nell'incardinamento lavorativo che nel ruolo di commissario ad acta – contezza e confronto costante con ARPA Sicilia e con le varie realtà locali di ARPA.
  Ci è stato manifestato da parte di ARPA in tutte le audizioni, in tutti gli incontri, una carenza di personale, una difficoltà a disporre delle necessarie risorse. In una delle audizioni di qualche tempo fa ci è stato detto che si stava avviando un percorso di potenziamento del personale: dico questo perché noi siamo sotto le stime minime dei controlli che andrebbero effettuati per territorio come numero minimo per anno.
  Volevo capire su questo quale sia la sua percezione dello stato dell'arte sotto tutti i punti di vista, anche relativamente ad ARPA. Poi, finite queste due domande di carattere generale, entrerei invece in una serie di domande espressamente collegate al ruolo che lei sta svolgendo, grazie.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). La ringrazio per le domande che sono più attinenti al mio ruolo da funzionario del servizio 1 piuttosto che da commissario ad acta. Per rispondere devo esprimere valutazioni personali da tecnico che però lavora da tanti anni e che si è fatto un convincimento. Confermo che l'ARPA ha una grossa carenza di personale e quindi il numero di controlli, rispetto anche ai controlli minimi di legge, Pag. 8è assolutamente inferiore e non rispondente.
  Confermo altresì che anche noi come ufficio, almeno come questo settore, abbiamo una grossa carenza di personale. Questo servizio aveva dieci anni fa circa sessanta persone e oggi ne abbiamo venticinque, ventotto. Questa è una situazione abbastanza diffusa anche se non in maniera drammatica come l'ATI. Per quanto riguarda le ragioni, io ho anche svolto delle attività sempre nel settore della depurazione su altri incarichi attinenti ad alcune procedure di sequestro, insomma sono andato anche oltre quelle che potrebbero essere le ragioni. Una delle cause che io ravviso- è una valutazione mia personale- è che sostanzialmente il meccanismo sanzionatorio è inefficace perché è demandato all'ipotesi di controllo dell'ARPA con una multa. Sostanzialmente la norma prevede una multa da 3000 a 30.000 euro su un impianto autorizzato, ma ovviamente in una prima applicazione viene applicata sempre la sanzione minima. C'è una valutazione dal punto di vista economico, qualunque sia il gestore dell'impianto, perché noi abbiamo registrato come dipartimento una disaffezione, una disattenzione sia dai gestori privati che dei gestori pubblici, cioè dai comuni. Un servizio depurativo rappresenta solo un costo del sistema servizio idrico perché tra personale, reagenti, energia elettrica e soprattutto smaltimento fanghi i costi sono notevolissimi, a fronte di un rischio che è un'ipotesi di sanzione che sostanzialmente non è confrontabile.
  Quindi non c'è un deterrente. Io ho partecipato come funzionario alle iniziative di sistemazione degli impianti soltanto nel momento in cui l'autorità giudiziaria si è presentata ai cancelli dell'impianto o al portone della casa comunale.
  Ovviamente è una visione deteriore perché il meccanismo dovrebbe essere un altro, così come le Forze dell'ordine dovrebbero essere più impegnate in cose magari anche più significative. Io ritengo che un motivo importante sia l'inadeguatezza del meccanismo della sanzione. È un aspetto non rilevante, ma anche significativo perché noi abbiamo registrato... Negli anni ottanta e novanta la regione siciliana finanziò molti impianti di depurazione in attuazione del precedente piano regionale di risanamento delle acque. Abbiamo diversi casi, non casi sporadici, di impianti finiti che sostanzialmente non sono mai entrati in funzione o sono entrati in funzione per pochi giorni e poi sono stati lasciati deteriorarsi per incuria nel corso degli anni.
  Un problema essenziale della conduzione, soprattutto per gli aspetti depurativi, è l'attività della gestione. Si dovrebbero formalizzare dei meccanismi di controllo più attenti alla fase gestionale, e qua lo dico anche come servizio, in maniera da verificare con periodicità non soltanto l'autorizzazione, ma l'effettiva conduzione dell'impianto che è l'unico elemento che garantisce l'efficacia del servizio e la tutela dell'ambiente.

  PRESIDENTE. La ringrazio per la franchezza con la quale ha risposto. Mi permetto di dire che, rispetto all'attuale risposta, relativamente ai fanghi si va sul penale a seconda di quelle che possono essere le mancanze. Però ripeto: apprezzo la franchezza con la quale ci ha risposto, ancorché a titolo personale. Entrando nel merito del suo ruolo, inevitabilmente la prima domanda che mi sento di fare non è tanto perché si sia arrivati al commissariamento, perché è abbastanza evidente, ma perché a suo giudizio le gare bandite siano andate deserte. Perché non dovrebbero andare nuovamente deserte? Che cosa sta facendo lei, dal suo punto di vista e per la sua competenza, perché ciò non accada? Credo che questo sia un passaggio importante.
  Detto questo, mi corregga se sbaglio, venti anni fa era stato fatto da Sogesid un piano d'ambito che data 2001. Non so se sia stato preso quello come punto di riferimento, come inizio, quale attività abbia svolto lei. Al di là dell'incarico, lei non è sicuramente responsabile dei problemi ereditati, ma sicuramente avrà avuto modo di interloquire e di confrontarsi. Io stavo scorrendo rapidamente anche, e concludo questa seconda serie di domande, la sintesi dell'incontro che si è tenuto presso la sede dell'ATI il 27 maggio 2020 e dal verbale Pag. 9risultano alcune richieste. Si richiede la possibilità di utilizzare otto collaboratori esterni per supportare l'attività del servizio tecnico al fine di completare la ricognizione infrastrutturale che immagino sia propedeutica alla definizione del capitolato della gara che dovrebbe portare alla individuazione del soggetto che dovrà aggiornare il piano d'ambito. Per quanto riguarda quest'ambito, mi corregga sempre se sbaglio, non ragioniamo di una situazione in cui non c'è nulla, ma c'è un piano di venti anni prima. Le chiedo se su questi tre aspetti può darmi qualche maggiore delucidazione, anche qualche informazione in più su quella riunione e sull'esito e l'idea che si è fatto a fronte della riunione che citavo, quella del 27 maggio 2020.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Per quanto riguarda il primo punto sulle gare deserte risaliamo nel tempo, vado un po' a memoria rispetto a quell'epoca perché in Sicilia abbiamo avuto cinque ambiti che sono andati ad aggiudicazione e quattro no. Per chi non è andato in aggiudicazione i motivi erano analoghi: fu posta una scelta di contenere la tariffa, e conseguentemente andando ad una gara con un operatore privato il contenimento della tariffa determinava un ritorno del piano degli investimenti in termini molto lunghi che non fu ritenuto da nessuno degli operatori interessati meritevole di partecipazione.
  Questo è avvenuto in quattro ambiti su nove. Il motivo principale fu questo: un'assenza di remunerazione, anche a fronte di un rischio imprenditoriale perché nel piano predisposto nel 2001 dalla Sogesid, il primo piano, c'erano margini di errore che esponevano l'aggiudicatario a rischi di impresa.
  Per quanto riguarda la sua seconda domanda il piano non è quello che noi stiamo aggiornando. L'ATI precedente, la precedente autorità d'ambito effettuò ben quattro revisioni di quel piano e l'ultima si attesta al 2011/2012. La revisione quattro però non fu mai approvata dall'ente di governo dell'ambito e noi stiamo lavorando sull'aggiornamento di quella revisione. Dobbiamo colmare eventuali lacune originarie o comunque variazioni intervenute negli ultimi dieci anni, non di venti anni fa, quindi stiamo lavorando sulla base di un piano che è più recente.
  Per quanto riguarda l'ultima domanda, mi sfugge il riferimento...

  PRESIDENTE. Un approfondimento di dettaglio relativo all'esito degli aspetti discussi nella riunione tenutasi presso la sede dell'ATI il 27 maggio del 2020. Parlo in generale: la situazione di aggiornamento, le varie proposte operative, il ricorso a consulenze esterne, le condizioni di difficoltà economica. Vorrei avere un quadro di quanto è emerso nella riunione. Io mi ero soffermato su un punto in particolare, cioè la richiesta, ma è residuale: vorremmo il quadro di tutto quanto emerso. La richiesta residuale erano quelle otto consulenze esterne che immagino dovrebbero servire – non so se poi sono state attivate o meno – a compensare quella carenza di personale che lei segnalava e senza il quale non sarebbe stato possibile, immagino, proseguire l'attività che le è stata affidata, se ho ben compreso.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Quando io sono arrivato all'Ambito territoriale ottimale (ATO), l'ATO aveva individuato alcune figure professionali per le quali intendeva portare avanti un rapporto professionale, una consulenza professionale a titolo gratuito.
  Ovviamente io ho rappresentato sin dall'inizio che nel momento in cui la prestazione veniva resa a titolo gratuito, era difficile conferire degli incarichi ben precisi e il rispetto dell'adempimento delle prestazioni. In quel momento eravamo in una fase in cui bisognava portare avanti e si poteva portare avanti l'attività di ricognizione delle infrastrutture sulla base del piano del 2011/2012: la quarta revisione, con funzione solo di aggiornamento della situazione preesistente e delle dichiarazioni fatte dalla amministrazione comunale e dell'integrazione dei documenti mancanti. Per questo, sulla base della disponibilità Pag. 10 delle persone, sono state contrattualizzate queste figure. Io non conosco il dettaglio, ma glielo posso fare avere, ove occorresse. Ogni persona ha ricevuto l'incarico per un certo numero di comuni che erano circa dieci per ognuna. Alcuni venivano seguiti direttamente dal personale dell'ATI, quindi questo personale si è occupato dell'incremento dell'attività della ricognizione delle infrastrutture. Purtroppo ho dovuto operare in pendenza di COVID con molte interruzioni, sono state fatte delle riunioni... Sulle consulenze esterne le ho fatto prima due passaggi, diciamo quella con Invitalia non si è conclusa, mentre abbiamo adesso concretizzato un'assistenza con il Ministero dell'ambiente e quindi abbiamo...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, se posso, non per interrompere, ma per essere sul punto. C'è un passaggio nella relazione che ci avete trasmesso il 19 aprile scorso relativamente all'incontro che c'è stato il primo ottobre 2020 con Invitalia. Lei mi conferma – me lo aveva già detto nel passaggio precedente – che poi questa collaborazione con Invitalia non ha portato a un ulteriore sviluppo.
  Rispetto al Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare, attuale transizione ecologica, penso faccia riferimento al protocollo di intesa trasmesso il 29 ottobre 2020. Allo stato attuale, visto che l'oggetto era l'accompagnamento in materia di servizio idrico integrato – peraltro con un periodo di riferimento importante perché dovrebbe essere funzionale alla politica di coesione 2021/2027 come inquadramento – può riferirci a che punto sia e come si stia muovendo lei rispetto a questo protocollo?

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Sì. Abbiamo fatto un'unica riunione di coordinamento nel febbraio. Il Ministero, anche in ragione del COVID-19, ha difficoltà a trasferire del personale a tempo non ben definito e comunque non sarebbe questo il suo ruolo. Si attendeva l'aggiudicazione della gara in maniera da definire con delle date certe un calendario operativo per fornire l'assistenza. Si erano concordato per uno o due giorni a settimana di integrare il personale dell'ATI – ove non dovesse essere stato adeguato dall'ATI con forze proprie e anche alla luce della competenza del personale del Ministero – nelle attività di verifica degli elaborati che man mano vengono forniti dall'aggiudicatario del servizio.
  È ovvio che non avendo l'inizio delle operazioni questo calendario con questa attività di assistenza ancora non è stato formalizzato.

  PRESIDENTE. Grazie. Sempre sui ruoli di coordinamento ho un'altra domanda. Il 22 dicembre scorso siete stati convocati dalla presidenza della regione. Ripeto, noi stiamo cercando di farci un quadro complessivo, poi è ovvio che ognuno dei commissari ad acta nominato abbia trovato una situazione differente. Però ci sembra di comprendere che ci sia stata una volontà da parte della regione Sicilia, sia nella scelta dei commissari che nelle modalità di coinvolgimento e di approccio, di procedere in maniera uniforme sull'intero territorio regionale.
  A questo proposito mi colpiva il riferimento – inserito nella relazione che ci avete trasmesso il 19 aprile – a un incontro in regione che sarebbe dovuto servire, secondo quello che è contenuto nella relazione, anche a comprendere le eventuali necessità di intervento sul piano legislativo da parte della regione Sicilia per superare eventuali criticità e regolamentare un po' la situazione.
  Può illustrarci eventualmente quali siano gli aspetti centrali di questo disegno di legge che la regione Sicilia sta prendendo in considerazione e magari chi per la regione fosse presente a questa riunione? Grazie.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). In quella riunione erano convocati tutti i commissari e i presidenti delle ATI e si è illustrato lo stato dell'arte a quella data sull'avanzamento delle attività e dei lavori. Pag. 11
  Il disegno di legge è stato presentato dal presidente come un'attività in cantiere, ma non abbiamo avuto cognizione del documento, per cui non saprei assolutamente dirle nulla.

  PRESIDENTE. Quindi era presente il presidente? Non so se magari c'era l'assessore all'ambiente o se qualche altro soggetto era presente all'incontro. Come vi siete lasciati? Oltre a fare il punto della situazione, al di là della situazione di emergenza da dicembre sono passati di fatto quattro mesi: come vi eravate lasciati? Ci saranno degli altri incontri? Esiste una bozza di disegno di legge pre-adottato dalla Giunta? È stato adottato qualcosa in Giunta? C'è un calendario? Ripeto: quali saranno i punti salienti? Non so se questo sia stato oggetto dell'incontro.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). L'oggetto principale dell'incontro era un confronto con le ATI e un sollecito da parte del presidente a tutti i presidenti delle ATI affinché si adoperassero rapidamente per sostenere anche i commissari nelle attività in corso.
  Il richiamo a un'ipotesi di modifica con un nuovo disegno di legge, le ribadisco, non ha avuto un seguito. Non conosco un documento che sia stato fornito, almeno a noi come funzionari non è mai arrivato e nemmeno al servizio. In quella sede erano presenti diversi assessori: l'assessore all'acqua e rifiuti, l'assessore al bilancio, l'autorità di bacino, il segretario dell'autorità di bacino. C'erano diversi assessori e figure presenti, c'era anche l'assessore al territorio. Era una partecipazione abbastanza estesa sia dal punto di vista degli organi di governo che da parte di tutte le assemblee territoriali idriche.

  PRESIDENTE. È positivo. Questo denota un'attenzione rispetto a una criticità della Sicilia, quindi lo ritengo positivo. Era soltanto farci un'idea e prendo atto che non sia stata distribuita in quella sede una bozza di disegno di legge. Ho una domanda rispetto alle criticità che lei segnalava, non solo per quanto attiene il personale, ma anche per quanto attiene la sede dell'ATI Messina. Se abbiamo ben capito, l'ATI usufruisce di fatto di alcuni locali presso l'azienda municipalizzata e quindi c'è un problema di personale e un problema di sede che inevitabilmente riverbereranno anche sulla sua possibilità e quella della struttura di agire.
  Queste criticità sono state oggetto, così come il quadro complessivo che segnalava, delle comunicazioni che lei ha svolto in quella sede? C'è stata occasione da parte sua – così come nei rispettivi territori da parte dei commissari ad acta – di manifestare, così che fossero edotti gli assessori regionali e il presidente, l'effettivo stato dell'arte nei vari territori e nel suo caso nel territorio di Messina?

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Sì, sono state rappresentate le difficoltà e ciò che si era portato avanti.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Io ho un'altra breve serie di domande, non so poi se i colleghi vorranno integrare. La prima è se nella programmazione e articolazione del servizio di depurazione si è tenuto conto, nella predisposizione del bando, delle forti carenze del sistema depurativo che appare di fatto vetusto, incompleto e tecnicamente obsoleto.
  La seconda domanda è se e come eventualmente si provvederà a migliorare l'expertise di alcuni degli operatori di impianto. Non so se vi siate posti il problema di corsi di aggiornamento, stage presso strutture idonee e tecnologicamente avanzate, anche magari di altre regioni d'Italia.
  Le ultime due domande, così anche queste gliele ho fatte tutte e quattro. La prima è se relativamente a quello che sarà il piano d'ambito vi state muovendo perché siano prese in considerazione anche le condotte sottomarine, tanto nella fascia di territorio della provincia di Messina sulla costa tirrenica che sulla costa ionica per porre rimedio a quelle criticità che sono presenti. L'altra domanda è se nella programmazione Pag. 12 si tiene conto anche della necessità, nella predisposizione del piano d'ambito, della manutenzione della rete fognante e dei pozzetti di sollevamento che spesso causano anche l'immissione di odori nauseanti in alcune zone, in particolare sulla riviera ionica prossima alla città di Messina.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Sono domande, a parte la domanda dell'expertise degli operatori, entrambe collegate. L'attività di ricognizione e la pianificazione degli interventi va ad intervenire su tutte le specifiche carenze del territorio e quindi nessuno di questi aspetti sarà trascurato.
  È ovvio che questo è ciò che va verificato nella fase di redazione e di controllo del programma degli interventi: sono quegli incontri che le preannunciavo poc'anzi di verifica delle predisposizioni progettuali anche con le amministrazioni locali. Se c'è un problema a una condotta che ha una interruzione in una sezione vicina alla costa, piuttosto che scaricare volontariamente, ovviamente queste sono questioni di dettaglio che l'ente locale conosce meglio di qualsiasi soggetto affidatario del servizio, per cui vanno verificate.
  L'attività è quella usuale di una pianificazione d'ambito e gli interventi avranno le loro priorità: priorità temporale e di tipo priorità di tipo ambientale, non vedo sostanziali difficoltà.
  In merito agli aspetti più relativi alla depurazione io volevo precisare che la provincia di Messina ha circa cinquanta comuni che sono fuori direttiva perché sono tutti comuni sotto i 2.000 abitanti. Dei restanti, paradossalmente, ne abbiamo trentatré che sono nella procedura di infrazione, la 2059 e la 2181, i cui interventi stanno tutti transitando per il commissario unico nazionale per la depurazione e quindi il problema depurativo sarà risolto dal commissario unico nazionale perché i comuni residui sono veramente pochi.
  Ciò non toglie che nella pianificazione d'ambito è prevista anche l'interlocuzione con il commissario nazionale per valutare, anche in questi casi, una condizione di priorità. Ovviamente è ben diverso l'adeguamento di un impianto, un potenziamento o l'attivazione o realizzazione dell'impianto che non è esistente e che non è in funzione.
  Per quanto riguarda gli operatori bisognerà lavorare in maniera adeguata sul modello gestionale e organizzativo del servizio e sul livello di qualità del servizio che sarà prescritto dall'operatore prescelto per l'affidamento del servizio.
  Ritorno alla domanda precedente sull'affidamento del servizio. L'assemblea territoriale idrica non si è pronunciata definitivamente, ma in passate riunioni ha manifestato un orientamento verso un operatore di natura pubblica. Non hanno ancora scelto se è una Spa o una controllata pubblica, una società in house o una figura consorziata. L'orientamento prevalente dell'assemblea, che ancora non si è concluso, è nei confronti di un operatore pubblico.

  PRESIDENTE. Un'ultima domanda da fare, anzi in realtà due, e la ringrazio per la cortesia e l'attenzione e poi proseguiamo con altri gestori. Ripeto, comprendo quello che mi ha detto e porsi il problema non equivale poi ad affrontarlo, ma per noi è importante sapere che il commissario ad acta abbia preso in considerazione anche questi aspetti e questo denota comunque un'attenzione e una volontà di risolvere il problema.
  Le chiedo se nei problemi che si è posto come commissario abbia preso in considerazione anche il fatto che ci sono degli impianti ancora con refluo misto urbano/industriale e quindi questo rappresenta sicuramente una criticità; se nel porsi di fronte alla necessità di approvare il nuovo piano d'ambito questo aspetto sia stato preso in considerazione e se sia stata presa in considerazione l'impiantistica sul piano territoriale – presenza e idoneità – sul piano del trattamento del corretto smaltimento dei fanghi in discarica o in compostaggio. Ci siamo resi conto che in tutti i territori ci hanno segnalato questo problema, addirittura ci siamo trovati di fronte a situazioni in cui i gestori facevano viaggiare questi fanghi anche per qualche centinaio Pag. 13 di chilometri, a detta loro per l'assenza di impianti sul territorio.
  Quindi impianti misti e criticità della gestione dei fanghi e poi, se non ci sono domande da parte dei colleghi la congederemo, ringraziandola della sua cortesia e puntualità nelle risposte.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). Io mi occupo di impianti tutti i giorni come servizio, sia sugli aspetti dell'approvazione dei progetti che sugli aspetti delle autorizzazioni e quindi conosco bene la problematica.
  Relativamente agli impianti misti industriali/urbani penso che il timore che lei rappresenta sia la presenza di reflui industriali che superano le condizioni tabellari. Un qualsiasi impianto di acque reflue urbane, per la definizione stessa di acque reflue urbane, è un impianto che presenta una componente mista di componente domestica e componente delle attività produttive.
  È ovvio che io, che mi auguro di potere partecipare anche all'attività di controllo degli elaborati del piano, sarò il primo a verificare che siano inserite quelle condizioni che escludono in maniera tassativa che l'apporto delle attività industriali superi i limiti tabellari di tabella 3 del 152 per lo scarico in fognatura. Questo trasformerebbe gli impianti da afferenti alla sfera del servizio idrico integrato in impianti di trattamento rifiuti e soggetti quindi a un regime di Autorizzazione integrata ambientale (AIA). Su questo ci sarà il massimo dell'attenzione e il massimo del controllo, è una condizione che conosco benissimo e che affronto tutti i giorni.
  Per quanto riguarda l'impiantistica anche la provincia di Messina si rivolge alle altre province per lo smaltimento dei fanghi di depurazione perché non c'è impiantistica all'interno del territorio. So che Messina Mili – che è l'impianto principale- dovrebbe andare presso l'IRECOM di Augusta. Attualmente non c'è una struttura impiantistica per il trattamento dei fanghi di depurazione né per ciò che attiene alle discariche e né per ciò che attiene le quantità di compostaggio.
  Ho acquisito informazioni al riguardo e so che è in corso di progettazione un impianto a Messina, in prossimità del depuratore di Mili Marina per 50.000 tonnellate che dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane. C'è una previsione di impianto a Monforte San Giorgio per altre 50.000 tonnellate e c'è una previsione di un altro ulteriore impianto a Mazzarrà Sant'Andrea per circa 100.000 tonnellate.
  Era stato presentato anche un impianto a Milazzo, ma è stato... Ha avuto dei problemi nel territorio, non conosco bene il dettaglio della... Attualmente anche l'ATI di Messina trasferisce ad altre province l'attività di smaltimento dei fanghi di depurazione e sono in programma... Tutto questo è una materia più attinente al settore dei rifiuti che al settore del servizio integrato, ma so che sono in programma degli impianti di compostaggio per potere trattare anche questa quota proveniente dagli impianti di depurazione.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre da parte dei colleghi in linea... Chiedo scusa, verifico. L'ultima cosa che volevo chiedere è rispetto al credito di un milione di euro nei rapporti che intercorrono tra l'ATI e alcuni dei comuni, peraltro prima ci segnalava la particolarità della situazione di alcuni comuni. Quando mi avrà risposto a questa domanda, noi potremo congedarla. Le chiedo di ricevere in copia, una volta approvato il piano d'ambito, una breve relazione se possibile in merito alla produzione annua di fanghi. Questo lo abbiamo chiesto a tutti i commissari di depurazione per ciascun impianto e l'indicazione della loro destinazione finale, proprio per i motivi che lei sottolineava e che io ponevo nella precedente domanda. Grazie.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). La domanda relativamente al credito vantato riguarda anche uno degli elementi principali che blocca l'attività dell'ATI. Sostanzialmente i comuni non conferiscono le loro quote o le conferiscono con notevole ritardo, nel senso che pagano oggi la quota del 2019. Questo Pag. 14non consente all'Ente di assumere il personale e di stipulare quei contratti che gli garantirebbero una maggiore operatività.
  In questo momento sono partite le lettere a tutti i comuni per sollecitare il rientro di queste quote di compartecipazione. Si sta effettuando un'ultima ricognizione per richiedere la nomina di altri commissari ad acta alla regione per l'esercizio dei poteri sostitutivi per il trasferimento di queste somme al bilancio dell'ATI.

  PRESIDENTE. Sempre per completezza, qual è la base d'asta che avete inserito – lo abbiamo chiesto a tutti i gestori, notando anche forti discrepanze – a bando per l'individuazione del soggetto che dovrebbe redigere il piano? Quanto era la base d'asta e l'eventuale cifra di assegnazione finale e poi ho veramente concluso perché abbiamo abusato della sua cortesia.

  MAURO SCIMONELLI, Commissario ad acta per la gestione del SII di Messina (intervento da remoto). La base d'asta è 190.000 euro e l'affidamento ancora non c'è stato.

  PRESIDENTE. La ringrazio e la saluto. Dichiaro conclusa l'audizione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

Audizione del Presidente dell'Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Catania, Santi Rando.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Presidente dell'ATI (Assemblea Territoriale Idrica) di Catania, Santi Rando.
  L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento sul sistema delle acque reflue urbane e industriali in Sicilia su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta.
  Invito, quindi, il nostro ospite a svolgere una relazione sulla materia di nostra competenza e poi eventualmente ci riserviamo di fare qualche ulteriore domanda di approfondimento. Prego.

  SANTI RANDO, Presidente dell'Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Catania (intervento da remoto). La ringraziamo per l'opportunità di poter relazionare sull'attività svolta dall'ATI in questi anni, premettendo che come ATI ci siamo insediati nel 2017. Fino ad ora abbiamo riscontrato un grave deficit infrastrutturale sia nei segmenti della fognatura che nella depurazione del servizio idrico integrato. Probabilmente la causa storica di tali deficit deve essere individuata nelle caratteristiche fortemente permeabili dei terreni vulcanici dell'Etna, su cui è insediato l'80 per cento della popolazione dell'ATI.
  Questa permeabilità ha determinato sin dai secoli scorsi delle pratiche edilizie che prevedevano la realizzazione di scarichi disperdenti nel sottosuolo, anziché la realizzazione di condotte fognarie per il collegamento dei reflui e il loro trasferimento alla depurazione. Attualmente il servizio di fognatura è circa il 30 per cento, mentre quello della depurazione, invece, è circa il 25 per cento.
  Va aggiunto anche un altro dato, ovvero il livello di percentuale del servizio dell'acqua ad uso domestico che è quasi il 98 per cento. Per quanto riguarda, invece, le carenze infrastrutturali, ci troviamo ad avere una dispersione del servizio del 60 o del 70 per cento.
  La procedura di infrazione, trasformata in causa relativa agli agglomerati con un carico generato a 15 mila abitanti, si è conclusa con la sentenza di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea e relativamente all'ATO (Ambito territoriale ottimale) di Catania riguarda gli agglomerati di Misterbianco e altri, tra cui Militello in Val di Catania, Palagonia, Aci Catena, Adrano, Catania, Giarre, Mascali, Riposto e ancora Caltagirone, Aci Castello, Acireale, Belpasso, Gravina di Catania, Tremestieri Etneo, e San Giovanni La Punta. Pag. 15
  Al fine di superare l'infrazione comunitaria, è stato nominato dapprima un commissario straordinario, a cui è poi subentrato un commissario unico di Governo per l'attuazione di tutti gli interventi necessari alla realizzazione e all'adeguamento dei sistemi di collegamento della fognatura e della depurazione. Il commissario unico di Governo ha in corso l'attività di progettazione e di esecuzione degli interventi di completamento della rete fognaria e della realizzazione dell'adeguamento degli impianti di depurazione, che poteva trasferire con opere fognarie e impianti realizzati progressivamente ai gestori indicati dall'ATO.
  Passando all'attuale situazione dell'ATO Catania, in questo momento la situazione dell'ATO Catania è ancora interessata dalle procedure di infrazione nel territorio d'ambito con la sola eccezione dei comuni di Bronte, Biancavilla e Mineo. Per il superamento è stata prevista l'attribuzione al commissario unico delle risorse, di cui alla delibera CIPE 60/2012.
  Per il superamento della procedura 2059/2014 dal commissario unico e da parte dell'ATI è stato fornito alla regione l'elenco degli interventi necessari ad oggi su un fabbisogno stimato di circa 12 milioni di risorse dei fondi strutturali comunitari.
  Per quanto riguarda l'attività dell'ATI, abbiamo un piano d'ambito aggiornato al 2020. Questa è un'attività che abbiamo posto in essere come ATI Catania, prevedendo interventi per l'adeguamento e la manutenzione straordinaria degli impianti di fognatura e depurazione per un importo complessivo da realizzare nel trentennio di affidamento della gestione di circa un milione e 250 mila, dei quali circa 290 milioni a carico della tariffa e la restante parte, comprensiva di quelli già finanziati, da coprire con finanziamenti pubblici.
  Nella nota vi erano alcune richieste sulle criticità. Non vi sono particolari criticità legate al periodo transitorio di salvaguardia delle gestioni esistenti, stante che la salvaguardia, oltre ad avere lo scopo di garantire la regolazione del servizio attraverso la sottoscrizione di apposita convenzione e di garantire la continuità del servizio, ha la finalità di pervenire alla costituzione del gestore unico, così come da intendimento della legge e in linea con la mission dell'ATI, procedendo anche progressivamente alla aggregazione delle gestioni pubbliche.
  Per quanto riguarda altre note, l'attuale emergenza epidemiologica da Covid-19, ha inciso anche sull'attività dei gestori, come sulle altre attività. In particolare la criticità principale che ci viene segnalata non è tanto da considerarsi rispetto agli aspetti operativi e gestionali, ma piuttosto all'incremento della morosità dei pagamenti e delle bollette.
  Questo è quanto abbiamo riassunto all'interno della nostra relazione in riscontro alla nota che ci è pervenuta ad opera della vostra Commissione parlamentare e della sua figura, onorevole.

  PRESIDENTE. Avrei alcune domande. Innanzitutto vorrei sapere per quali motivi l'ATO 2 non è ancora operativo e non si è insediato. Inoltre, vorrei affrontare la questione delle 38 gestioni salvaguardate. Ci può illustrare com'è la situazione?

  SANTI RANDO, Presidente dell'Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Catania (intervento da remoto). Per quanto riguarda la procedura, partiamo dal presupposto che quando l'ATI ha iniziato a operare, abbiamo verificato la situazione, partendo da una situazione che, come dicevo prima, era fortemente frammentata, poiché abbiamo trovato 72 gestioni tra private, pubbliche, quindi in house, e gestioni in economia.
  Abbiamo iniziato un percorso e insieme all'Assemblea Territoriale Idrica e a tutti i 58 sindaci componenti la provincia – così come da normativa – abbiamo approvato la scelta dell'individuazione del modello unico di gestione, che è stato individuato nel modello in house. In questo periodo transitorio stiamo andando avanti verso il gestore unico. Inoltre, sono in atto le procedure anche all'interno dei gestori per l'aggregazione di un unico gestore e di fatto hanno iniziato con l'approvazione dello statuto della società. Questo era il quadro relativo alla situazione del gestore.
  Se vuole anche dettagli di tipo tecnico e se la Commissione lo permette, posso far Pag. 16intervenire dal punto di vista tecnico l'ingegnere che ha seguito la parte di competenza ed eventualmente l'avvocato per dare dei dettagli, se possono essere ancora più chiarificatori.
  Cedo quindi, la parola all'ingegnere Pezzini, per poi rimanere a disposizione.

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Come diceva il Presidente, l'ATI si è insediata nel 2017. Al suo insediamento, la prima cosa che ha fatto è stata quella di verificare qual era la situazione gestionale sul territorio, su cui risultavano presenti circa 70 gestori tra gestori pubblici, gestori privati, una società mista, gestioni in economia, e fornitori di acqua all'ingrosso. Quindi era una situazione fortemente frammentata.
  L'ATI ha avviato il procedimento per provvedere e pervenire all'aggiornamento del piano d'ambito e poi alla scelta della forma di gestione per pervenire all'affidamento al gestore unico. Questo percorso è stato particolarmente complesso, dovendo rilevare e acquisire le informazioni di tutte queste gestioni frammentate sul territorio, ma è stato avviato e per questo è stato individuato un percorso, stabilendo un periodo di salvaguardia temporanea e non una salvaguardia ai sensi del decreto legislativo 172 di lungo termine, semplicemente per riconoscere una titolarità ai soggetti che operavano, dando continuità al servizio senza interromperlo, nel periodo necessario alla riorganizzazione. Con la sottoscrizione di queste convenzioni di salvaguardia si impegnavano anche i gestori a rendere disponibili le informazioni necessarie sullo stato delle infrastrutture per poter pervenire all'aggiornamento del piano d'ambito. L'aggiornamento del piano d'ambito è stato completato a fine 2019 e definitivamente approvato nel 2020.
  Nel corso del 2020 l'assemblea dei sindaci ha avviato e lungamente dibattuto sulla scelta della forma di gestione, pervenendo a fine 2020 a deliberare la scelta della forma di gestione in house e approvando un cronoprogramma che vede nel corso del 2021 la formazione di questa società in house attraverso la redazione degli atti statutari che devono passare in approvazione da tutti i consigli comunali per poi pervenire all'affidamento definitivo.
  Questa è una sintesi degli argomenti richiesti poco fa dal presidente.

  PRESIDENTE. Da quel che ho capito – questo è fondamentale e propedeutico per fare il piano d'ambito – vi è questa discordanza nel numero di gestioni salvaguardate perché semplicemente non ci sono quelle ufficiali con le caratteristiche ufficiali che, però, avete introdotte voi in maniera temporanea. Giusto?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Sì, è una salvaguardia temporanea che serve a riconoscere la titolarità e a non interrompere il servizio, ma che è finalizzata a pervenire alla redazione del piano d'ambito, alla sua approvazione e poi alla costituzione del gestore unico.

  PRESIDENTE. Ma la legge non lo prevede.

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Sì, ma il problema è quello relativo ai tempi. Se andate a vedere i tempi di affidamento del servizio al gestore unico in ogni ambito territoriale, sono dei tempi lunghi, perché passano anni tra l'approvazione del piano d'ambito, la redazione della consistenza, la scelta degli affidamenti e i passaggi dai consigli comunali e ovviamente il servizio non va interrotto.

  PRESIDENTE. Quanto durerà questa salvaguardia momentanea? È prevista in maniera ufficiale oppure si può fare una stima indicativa?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). È stata prevista da parte dei sindaci una conclusione in questo terzo periodo regolatorio individuato dall'ARERA (Autorità di regolamentazione per energia, reti e ambienti), ovvero 2020-2023, perché durante il 2021 dovrebbero chiudersi gli atti statutari Pag. 17 di affidamento e poi il trasferimento fisico passa attraverso tutto il contraddittorio sulla consistenza, la valorizzazione del valore residuo delle infrastrutture e, quindi, il trasferimento. Questo avviene proprio secondo la procedura prevista di ARERA, ma va fatta con ciascuno dei singoli gestori che erano preesistenti.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda il piano d'ambito, com'è la situazione? Quali sono le proposte di investimenti? Le chiedo se può farci un'analisi sia dal punto di vista economico-finanziario che gestionale.

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Il piano d'ambito è stato approvato e, per quello che riguarda la fognatura e la depurazione, nel trentennio di affidamento prevede un investimento complessivo di circa 1.250 milioni di euro e di questi circa 290 milioni di euro sono a carico della tariffa, mentre la restante parte dovrebbe essere coperta da finanziamenti pubblici.
  Attualmente i finanziamenti pubblici, quelli che sono stati già resi disponibili con la delibera CIPE per il commissario unico della depurazione e dalla programmazione 2014-2020, ammontano complessivamente a circa 750 milioni. Quindi, nel trentennio resterebbero ancora circa 210 milioni di euro da reperire come risorse pubbliche da mettere a disposizione per la parte fognaria e depurativa.
  Per avere un valore di riferimento, in termini di investimenti a carico della tariffa nel trentennio sono previsti circa 26 euro ad abitante annuo. La tariffa dovrebbe avere mediamente un valore di circa 1,70 euro a metro cubo come valore medio del trentennio. Questi sono dati in linea con i valori medi nazionali.

  PRESIDENTE. Nella vostra nota voi parlate di grave deficit infrastrutturale. Innanzitutto, data anche la causa storica relativa al terreno fortemente permeabile, il terreno vulcanico, questo che vuol dire? Storicamente chi ha costruito tendeva a buttare nel terreno, tanto spariva tutto?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Abbiamo avuto questa tipologia edilizia nei secoli scorsi, ma non è stata così nella parte sud del territorio, nel Calatino, dove ci sono terreni più argillosi.
  Tuttavia, nei secoli scorsi e all'inizio del secolo, proprio per la permeabilità dei terreni, questa era la tipologia edilizia e, ovviamente, parliamo dei periodi assolutamente antecedenti alle normative che poi hanno regolato tutto.
  Per dare una motivazione della grave carenza strutturale, è chiaro che su questa cosa si deve correre e non per nulla è stato nominato un commissario unico. Quando l'ATI si è insediata, il commissario unico era già stato nominato per la risoluzione e quindi erano state trasferite a lui tutte le competenze per la realizzazione di questi impianti.

  PRESIDENTE. Il deficit è di circa 1.250 milioni euro. È una cifra molto grande.

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). No, queste sono le opere previste come realizzazione del trentennio.

  PRESIDENTE. Vanno finanziate.

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Dicevo che per questa parte dei 1.250 milioni di euro c'è una previsione, secondo la quale la parte sostenibile a carico della tariffa è di circa 290 milioni di euro. La parte già finanziata secondo la delibera CIPE e i fondi FSC (Fondo per lo sviluppo e la coesione) 2014-2020 ammonta a circa 750 milioni. La parte di deficit, ovvero quella che potrebbe non essere coperta nel trentennio, ammonta a circa 207 milioni.

  PRESIDENTE. Come intendete reperire questi soldi?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Dovrebbero essere reperiti chiedendo all'intervento pubblico. Bisogna vedere se su Pag. 18questo ci sono interventi possibili con i nuovi fondi comunitari o con i fondi del Recovery Fund. Bisogna vedere, ma andranno proprio ricercati.

  PRESIDENTE. Quindi ancora non avete capito come far fronte a questo, giusto?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Non è che non abbiamo capito, il problema è che questi soldi mancano. La sostenibilità in tariffa è stata determinata in 290 milioni di euro, perché esistono delle regole imposte dall'Autorità, secondo cui non può esserci un incremento tariffario che supera certi valori annui e quindi lì abbiamo un limite. Sommando tutto questo, si vede che la carenza infrastrutturale è tale per cui queste somme devono essere ancora reperite. Noi lo abbiamo trasmesso alla regione, così come al ministero, e siamo in attesa di risposte.

  PRESIDENTE. Questa situazione, in particolare quella del mancato insediamento del gestore unico, ha impedito cose come l'accesso ai fondi europei e ai fondi regionali? Che cosa sta causando questa mancanza?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). In questo momento, no. Il dipartimento e il ministero hanno evidenziato che all'interno del 2021 bisogna provvedere alla stipula e all'affidamento al gestore unico e per questo è stata anche sottoscritta una convenzione con il ministero dell'ambiente e con il dipartimento regionale delle acque e dei rifiuti, con i quali si sta lavorando proprio per venire alla formulazione degli atti che servono a concludere gli affidamenti entro quei termini.

  PRESIDENTE. Un'altra cosa che mi ha colpito è che si fa prima a dire quali sono i comuni che non sono sotto procedura di infrazione. Infatti, sono ben tre comuni: Bronte, Biancavilla e Mineo. Noi abbiamo visto che, al di là della procedura di infrazione, anche chi non è in procedura di infrazione ha una serie infinita di problemi. Com'è la situazione per questi tre comuni? La depurazione è fatta bene o ha qualche problema?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). Per questi tre comuni, in particolare il comune di Mineo – noi lo abbiamo rappresentato al dipartimento e anche al commissario unico – aveva un depuratore che funzionava, ma alcuni anni fa c'è stato un incidente presso quel depuratore, che è stato posto sotto sequestro dalla procura, poi è andato in avaria ed è stato restituito solamente di recente e deve essere completamente rimesso a posto. Per questo motivo noi abbiamo segnalato questa situazione sia al dipartimento che al commissario unico, chiedendo al commissario di intervenire anche su questo depuratore.

  PRESIDENTE. Oltre a questo, vi sono altre situazioni critiche che magari ci sfuggono e che è il caso di ricordare?

  CARLO PEZZINI, Dirigente tecnico dell'ATI di Catania (intervento da remoto). No, questa situazione di depurazione è costantemente monitorata sia da parte della regione che dal commissario unico, con cui abbiamo tutte le interlocuzioni, perché oggettivamente è una situazione critica. Per quello che è in nostro potere, stiamo dando il massimo supporto sia al commissario che alla regione, visto che questi interventi sono proprio commissariati oramai.

  PRESIDENTE. Io vi ringrazio. Non abbiamo altre specifiche domande, però vorremmo da voi una copia del Piano d'ambito e delle informazioni relative alla produzione annua dei fanghi per ciascun depuratore e in generale l'elenco di tutti i vostri depuratori con lo stato autorizzativo, le potenzialità e tutte le caratteristiche opportune. Nel frattempo vi ringrazio e buon lavoro.

  La seduta, sospesa alle 14.50, riprende alle 15.

Pag. 19

Audizione del Sindaco di Catania, Salvo Pogliese.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Sindaco di Catania, Salvo Pogliese. Parteciperanno all'audizione il Commissario Unico per la depurazione, Biagio Bisignani, il Direttore dei lavori pubblici, Salvatore Marra, il Presidente SIDRA, Fabio Fatuzzo, e l'Assessore all'ecologia, Fabio Cantarella. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento sul sistema delle acque reflue urbane e industriali in Sicilia, su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito il nostro Sindaco a svolgere una relazione sul tema in questione, quello della depurazione delle acque, facendoci capire bene com'è la situazione, in particolare chi gestisce l'acqua sul vostro territorio, se è la SIDRA, e poi sicuramente avremo qualche domanda specifica da farle. Prego.

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Buonasera a tutti. Io farò una breve introduzione, poi sarebbe certamente opportuno che intervenissero le persone che lei ha presentato. Voglio ribadire che sono in compagnia dell'onorevole Fabio Fatuzzo, che è Presidente della SIDRA, che è la società interamente partecipata dal comune di Catania e che gestisce il servizio idrico in una parte della nostra città, la parte prevalente. Poi vi è l'ingegnere Marra, che è il Direttore dei lavori pubblici, e l'ingegnere Biagio Bisignani, che è il RUP (Responsabile unico del procedimento) rispetto alla gestione commissariale, che è frutto di un'infrazione comunitaria che in questo momento certamente penalizza il nostro territorio, dove è stata nominata un anno fa una persona di eccezionale livello qualitativo qual è certamente il professore Giugni, che è subentrato al professore Rolle e che sta gestendo anche alcune risorse certamente significative, frutto di una delibera del CIPE del 2012, 213 milioni di euro per sanare questa oggettiva anomalia presente all'interno non soltanto della nostra città, ma anche di alcune parti della nostra provincia, e mi riferisco anche a Misterbianco, a Mascali e ad Acireale.
  All'interno, poi, di alcune linee di finanziamento extracomunali – mi riferisco al Patto per Catania – prima che il sottoscritto si insediasse, ma è stata una scelta assolutamente opportuna, sono stati stanziati altri 120 milioni di euro per eliminare anche quello che fu oggetto dell'infrazione comunitaria.
  Nel luglio del 2020 sono stati presentati i progetti esecutivi all'interno dei sette lotti, all'interno dei quali sono stati «divisi» questi interventi di eccezionale valenza per il nostro territorio. È anche opportuno dire che siamo all'interno di una area territoriale, qual è quella della nostra città, che rappresenta un contesto particolarmente critico per quanto riguarda la situazione della depurazione nel suo complesso. L'impianto di depurazione è assolutamente vetusto, è stato realizzato 60 anni fa, e quindi sono stati immaginati alcuni interventi di miglioramento.
  È opportuno dire che la SIDRA ha stanziato nel nuovo bilancio che è stato approvato e che è stato posto all'attenzione del socio unico, ovvero del comune di Catania, due milioni di euro annui anche per avviare gli interventi manutentivi per il vecchio allacciante e per l'efficientamento della linea della depurazione industriale, anche perché dall'anno scorso in poi c'è stato un passaggio del testimone all'interno della zona industriale di Catania per quanto riguarda la gestione dei servizi idrici per le aziende che insistono all'interno della zona industriale di Catania.
  È opportuno che si sappia che la zona industriale di Catania è un'area della nostra città all'interno della quale si produce oltre il 15 per cento del PIL (prodotto interno lordo) regionale e insistono imprese multinazionali di eccezionale valenza. Vi è un sistema economico produttivo certamente significativo, e fino all'anno scorso tutto veniva gestito dall'ASI (Area di sviluppo industriale) prima e dall'IRSAP Pag. 20(Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive) dopo.
  C'è stato un passaggio del testimone. La regione siciliana, ritengo giustamente, ha sancito questo passaggio del testimone anche per la gestione della rete stradale all'interno della zona industriale di Catania, laddove vi era puntualmente il continuo rimpallo delle responsabilità poiché vi erano vari enti che gestivano alcune vie all'interno della zona industriale: da un lato il comune, da un altro lato la città metropolitana, e l'ASI, che poi ha cambiato il nome in IRSAP. Giustamente il governatore Musumeci e l'assessore Turano, di intesa con l'amministrazione comunale, hanno ritenuto opportuno immaginare un soggetto unico.
  Tutto ciò poi ha determinato anche questo passaggio successivo con un ruolo che la SIDRA ha iniziato a svolgere, con tutte le criticità che abbiamo certamente ereditato. All'interno di questo contesto la SIDRA, che è una società che comunque produce utili, che è stata gestita – ritengo – in maniera assolutamente qualificata e qualificante in questi ultimi anni, ha stanziato all'interno del proprio bilancio queste risorse, certamente non sufficienti per migliorare lo status quo, ma certamente un segnale di particolare valenza che si collega anche a quello che è stato inserito all'interno del Piano triennale delle opere pubbliche che il comune di Catania ha approvato, dove vi è uno stanziamento di 2,5 milioni di euro sempre per il completamento della rete idrica all'interno della zona industriale di Catania.
  Queste risorse, però, non sono assolutamente sufficienti, motivo per cui il sottoscritto e anche gli assessori competenti in questi ultimi due anni abbiamo avviato un'interlocuzione con il governo regionale, attraverso la quale abbiamo chiesto risorse aggiuntive nella speranza di poter migliorare lo status quo. Si parla di circa 35 milioni di euro necessari per risolvere in maniera radicale alcuni problemi presenti nella rete fognaria industriale, all'interno della zona industriale di Catania, soprattutto anche in riferimento alla linea industriale dell'impianto di depurazione.
  La zona industriale di Catania fu oggetto di una scelta urbanistica che ritengo assolutamente condivisibile. È stata fatta molti anni fa all'interno di un sito che era limitrofo rispetto all'aeroporto della città, rispetto ad alcuni assi viari di eccezionale valenza della nostra città. Mi riferisco alla Catania-Palermo, mi riferisco alla Catania-Messina, alla Catania-Siracusa. È stata una scelta certamente opportuna; ma all'interno di quel contesto – anche urbano – vi sono alcune criticità presenti, in primis il fatto che siamo in presenza di un'area pianeggiante, con cinque canali che insistono all'interno di quell'area, con la natura argillosa dei terreni, laddove si registrano anche molto spesso dei fenomeni di ristagno delle acque e dei fenomeni di allagamento quando le precipitazioni sono particolarmente cospicue.
  All'interno di quell'area è opportuno dire che ci sono alcuni progetti di riqualificazione con stanziamenti significativi. Ne cito tre tra tutti, che sono certamente i più importanti: il progetto di riqualificazione e di sistemazione del torrente Forcile e dei suoi affluenti, 28,8 milioni di euro con fondi inseriti all'interno del Patto per Catania; il progetto di completamento del collettore pluviale B, con 53 milioni di euro di stanziamenti con fondi CIPE; il progetto delle opere di mitigazione del rischio idraulico all'interno dell'area limitrofa al canale Buttaceto, con 34 milioni di euro di stanziamenti con fondi del Ministero dell'ambiente.
  Ci sono certamente investimenti significativi, ma vi è la necessità di altri stanziamenti che mi auguro la regione siciliana potrà immaginare di individuare all'interno delle proprie linee di finanziamento. C'è una disponibilità, ma dovremo andare poi a confrontarci in maniera più articolata.

  PRESIDENTE. Bene, non so se volete passare la parola agli altri presenti. Io a questo punto farei alcune domande. Innanzitutto abbiamo appreso che il comune di Catania è in dissesto finanziario. Se può dirci com'è questa situazione e come questo dissesto poi si ripercuote eventualmente Pag. 21sulla società SIDRA, che è partecipata da voi.

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Presidente, in effetti ha fatto benissimo a fare questa domanda. La ringrazio. In realtà doveva essere, forse, la premessa con cui avrei dovuto iniziare il mio intervento. Io mi sono insediato il 18 giugno del 2018, e in realtà il 23 luglio dello stesso anno sono state formalizzate le due delibere della Corte dei conti regionale con data 4 maggio, che di fatto hanno sancito l'avvio del percorso che ha portato al dissesto, poi a sua volta formalizzato all'interno del consiglio comunale di Catania il 13 dicembre del 2018.
  È opportuno che si sappia che il comune di Catania, la mia amministrazione per meglio dire, ha ereditato un 1 miliardo 580 milioni di euro di debiti, che ovviamente hanno rappresentato un'assoluta emergenza, con refluenze drammatiche anche nell'ordinaria amministrazione. Noi ci siamo trovati, nei mesi di ottobre e novembre del 2018, senza avere un euro in cassa, quindi senza poter pagare gli stipendi ai tempi ai 2.500 dipendenti, ai dipendenti delle partecipate, a tutte le cooperative sociali. Vi era all'interno della nona città di Italia una platea di 5 mila persone che per due mesi non hanno ottenuto alcun tipo di retribuzione, con le tensioni sociali che certamente ognuno di voi potrà immaginare.
  Nonostante i nostri tentativi di evitare quel percorso, anche con interventi normativi che hanno conosciuto la disponibilità da parte del Parlamento nazionale e anche da parte del Governo di allora – noi abbiamo fatto anche ricorso alla Sezione unite della Corte dei conti – comunque il 13 dicembre del 2018 formalmente si è sancito il dissesto per il comune di Catania.
  Il 27 giugno del 2019 è stata approvata la legge di conversione del decreto «Crescita», all'interno del quale sono state inserite alcune norme in favore di alcuni comuni in dissesto o in pre-dissesto, che hanno dato una mano significativa al comune di Catania. Noi lo abbiamo detto in maniera assolutamente schietta e sincera, manifestando anche un sentimento di sincera gratitudine nei confronti di quel Governo, perché è stata data una mano concreta al comune di Catania, soprattutto sul tema dei mutui, con l'intervento annuale da circa 35 milioni di euro.
  È opportuno che si sappia, perché io non ho mai nascosto alcune criticità dal punto di vista etico nel sostenere per la terza volta un comune come quello di Catania, che ebbe degli interventi da parte del Governo nazionale a distanza di dieci anni di 140 milioni di euro a fondo perduto, ai tempi del Governo Berlusconi quando Sindaco fu Umberto Scapagnini, dieci anni dopo con un altro intervento da 140 milioni di euro sempre a fondo perduto con Raffaele Stancanelli, Sindaco di questa città. Ebbene io chiesi ai tempi a Laura Castelli, Sottosegretaria all'economia, al Ministro Matteo Salvini e al Sottosegretario e Vice Ministro degli interni Stefano Candiani che comprendevo come dal punto di vista etico non era facilmente giustificabile chiedere e ottenere per la terza volta, a distanza di quindici anni, un altro intervento a fondo perduto.
  È opportuno che si sappia una cosa. Perdonatemi se stiamo facendo una parentesi un po' articolata, ma mi avvio alla conclusione. In realtà io mi limitai a chiedere esclusivamente una modifica normativa a costo zero per le casse dello Stato centrale, ma che avrebbe comportato per il comune di Catania – ritengo di poter dire senza timore di smentita – per tutti i comuni italiani, ma soprattutto per i comuni meridionali, entrate aggiuntive significative, ovvero la modifica del sistema di riscossione della Tari (tariffa sui rifiuti) attraverso l'inserimento della Tari nella bolletta elettrica.
  Per comprendere quello che ho appena esternato, a Catania vi è un tasso di evasione della Tari vicino al 50 per cento che comporta la perdita di circa 40 milioni di euro annui. Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare di sancire un meccanismo radicale anche di chiusura di qualsiasi contratto con il gestore dell'energia elettrica per chi non era in condizione di poter pagare la Tari, immaginando anche un fondo di solidarietà che potesse sostenere gli indigenti Pag. 22 reali; ma non potevamo permettere nei confronti, invece, di coloro i quali non rispettano le norme di determinare un ammanco all'interno delle casse del comune di Catania da circa 40 milioni di euro.
  Io mi limitai a chiedere questo. Il Governo nazionale di allora cercò di intraprendere questo percorso per molti mesi. Non si arrivò a questa soluzione. Poi io ho rappresentato nel giugno del 2019 al Governo centrale di allora che, se non si fosse registrato un intervento, noi per sei mesi non avremmo potuto pagare gli stipendi a circa 5 mila persone della nostra città e avremmo dovuto chiudere due società partecipate con il contestuale licenziamento di 1.500 persone. Dal punto di vista dell'emergenza sociale, ma anche dal punto di vista degli interventi economici supplementari che lo Stato centrale avrebbe dovuto sostenere, per quello che si registra quando vi sono licenziamenti di 1.500 persone, alla fine il Governo centrale e il Parlamento – io ho ringraziato pubblicamente il Parlamento di allora – hanno inteso dare una mano concreta non soltanto a Catania, ma anche ad altri comuni nella medesima situazione.
  Da allora è stata avviata una strada che ci permette gradualmente di respirare, perché la somma che noi annualmente andiamo a coprire sui mutui di fatto è stata coperta, perdonatemi il gioco di parole, grazie a un intervento dello Stato centrale.
  Detto questo, sulla SIDRA è opportuno dire che non c'è stata alcuna refluenza, nel senso che la SIDRA ha operato in maniera, ritengo, assolutamente qualificata e qualificante. Anzi, per la prima volta ha distribuito utili al comune di Catania, e questo è accaduto nel 2019. Ritengo che abbia operato secondo criteri di efficienza. All'interno di questo contesto è cambiato poi l'orizzonte entro il quale la SIDRA ha operato da sempre, perché la gestione anche di quell'area della zona industriale rappresenta un onere, oltre che onore. Ma con l'impegno e la professionalità di sempre si sta cercando di continuare questo percorso, rispetto però – lo devo dire – anche al passato, laddove eravamo in presenza di un ente regionale che prima si chiamava ASI e poi si è chiamato IRSAP, ma anch'esso con problemi enormi dal punto di vista economico finanziario. Ritengo che comunque sia certamente un percorso migliorativo.
  È opportuno dire, e chiudo, che il comune di Catania ha rimodulato alcune risorse inserite nella vecchia programmazione del Patto per Catania, laddove inizialmente vi erano 12,5 milioni di euro stanziati per il miglioramento della rete stradale all'interno della zona industriale. Noi abbiamo portato questa cifra a 24 milioni di euro e abbiamo altresì registrato un contributo aggiuntivo della regione siciliana. All'interno della zona industriale, laddove vi era una situazione dal punto di vista strutturale soprattutto delle strade, soprattutto dell'illuminazione (certamente non degna di questo nome), soprattutto all'interno di un contesto dove, come ho detto prima, vi sono insediamenti industriali di eccezionale valenza rispetto alla situazione imprenditoriale complessiva della nostra regione, siamo passati da 12,5 milioni di euro a 34 milioni di euro, con alcuni interventi completati, altri avviati e altri in via di applicazione, per migliorare le condizioni di vivibilità all'interno del polmone imprenditoriale della nostra città.

  PRESIDENTE. Okay sul piano finanziario. Mi sembra di aver capito che SIDRA ha contribuito a versare dei soldi al comune e quindi è in attivo. Ma quali depuratori gestisce e come li gestisce? Visto che ci dovrà essere un gestore unico, quale sarà il futuro di SIDRA?

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Passo la parola all'onorevole Fatuzzo, che su questo tema potrà dare tutte le risposte più pertinenti.

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Buongiorno, io sono il Presidente di SIDRA. Volevo intanto chiarire questo: noi abbiamo subito degli utili provenienti dalla gestione non caratteristica, così come prevede l'ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), Pag. 23cioè tutto quello che è stato introitato al di fuori del Servizio idrico integrato.
  Per quel che riguarda la depurazione, noi altri gestiamo il sistema di depurazione proveniente dai reflui civili. Per quel che riguarda, invece, il sistema di depurazione industriale, non abbiamo proprio questa competenza, perché la zona industriale è stata affidata a noi, come ricordava il Sindaco, dal 5 giugno del 2020. Da quel giorno abbiamo iniziato un percorso di verifica della realtà della zona industriale attraverso una verifica anagrafica di tutte le aziende esistenti per verificare la regolarità delle autorizzazioni di scarico, se le avevano o non le avevano, se venivano rispettate a monte delle autorizzazioni agli scarichi le norme che regolano queste autorizzazioni. Dopodiché stiamo procedendo a investire delle somme nel Sistema di depurazione industriale, perché riteniamo che sia prioritario rispetto a tutte le altre.
  In uno degli ultimi consigli di amministrazione abbiamo deliberato di utilizzare 1 milione per il vecchio allacciante, cioè il vecchio canale fognario che deve affiancarsi al nuovo canale fognario che è oggetto dell'intervento del Commissario straordinario per il superamento dell'infrazione comunitaria, e 1 milione per migliorare l'efficienza del sistema di depurazione industriale.
  Ovviamente non sono somme che possono essere sufficienti perché, tanto per dare un'idea, sul vecchio allacciante negli ultimi dieci anni ci sono stati già tre interventi di manutenzione straordinaria finanziati dalla regione e da altri enti. Questi interventi, però, non sono stati risolutivi, perché purtroppo i fondi stanziati non erano sufficienti, e sono rimaste irrisolte alcune criticità su cui vogliamo intervenire. Pensiamo di intervenire quanto prima con un appalto, con una gara che bandiremo proprio in questi mesi, in modo da procedere a manutenzione ordinaria e, se sarà necessario, anche straordinaria della struttura del vecchio allacciante, in modo da liberare il flusso dei reflui verso impianti di depurazione civile.
  Torno a dire: il problema persiste per quel che riguarda l'impianto di depurazione industriale. Ieri e nei giorni scorsi abbiamo avuto un confronto con il comune di Catania per definire le somme da chiedere alla regione, in modo da superare questo problema dell'inefficienza del sistema della linea di depurazione industriale, che viene affrontato soltanto parzialmente dalla struttura commissariale.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda i depuratori, quanti ne gestite?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Noi abbiamo i depuratori della città di Catania. Noi gestiamo il sistema di depurazione civile della città di Catania. C'è una linea di depurazione industriale che, però, in questo momento non è in efficienza, proprio perché la linea ha bisogno di interventi di efficientamento che debbono essere realizzati nei tempi più brevi possibili.

  PRESIDENTE. Se ho capito bene, a Catania voi gestite un solo depuratore, che però funziona...

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Noi gestiamo il depuratore civile, cioè il depuratore a cui affluiscono tutti i reflui civili di una parte della città di Catania, non di tutta la città di Catania, perché la città di Catania non è collegata al cento per cento con le fogne. Soltanto una parte della città di Catania è collegata al sistema fognario. Quei cittadini della città di Catania, che poi sarebbero gli abitanti dei nuovi villaggi di San Giorgio e così via, sono quelli i cui reflui vengono indirizzati al sistema di depurazione civile.

  PRESIDENTE. Quindi in percentuale quanto potrebbe essere?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Io credo sul 20-25 per cento. La restante parte della città di Catania supererà questo problema, cioè il problema del mancato allaccio alle fogne, soltanto con la definizione dell'intervento del Commissario che...

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  PRESIDENTE. Quindi l'80 per cento non è collegato al depuratore e al sistema di depurazione.

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Non è collegato al sistema fognario.

  PRESIDENTE. Il 20 per cento è collegato alle fogne...

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). E noi altri lo gestiamo.

  PRESIDENTE. Ma va in un depuratore che non ho capito se funziona male o non funziona.

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). No, funziona perfettamente. Il depuratore della linea civile funziona perfettamente in tutti i suoi momenti, sia nella ricezione dei reflui fognari, sia nell'essiccamento, sia nello smaltimento dei fanghi.
  Quello che, invece, è fuori del nostro servizio è la linea di depurazione industriale, che deve essere affrontata con un apposito intervento finanziario che abbiamo chiesto proprio alla regione.

  PRESIDENTE. Mi scusi, io continuo a non capire, perché prima sento una cosa e poi ne sento un'altra. Il depuratore, se ha un nome, non lo so, che gestite voi funziona a norma o no?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Funziona perfettamente a norma. Noi ci sottoponiamo spontaneamente alle analisi di un ente terzo, che è l'università di Catania. Siamo sottoposti a continui controlli da parte dell'ARPA (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e non abbiamo ricevuto nessuna contestazione. Ci fu negli anni passati una verifica da parte della magistratura, che si è conclusa con il proscioglimento per archiviazione del procedimento che era stato contestato ai Presidenti pro tempore, che erano persone diverse da me, e al Direttore generale.

  PRESIDENTE. Cosa era stato contestato?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Era stato contestato il superamento di alcuni limiti.

  PRESIDENTE. Esatto. Per quanto riguarda i fanghi, invece, ci sono problemi? Dove vanno a finire?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). I fanghi finora vanno a finire in una discarica che però ha messo fine alla sua attività, se non sbaglio, alla fine del mese di marzo; per cui dovranno essere trasferiti in un'altra struttura nel paese di Augusta, che è ancora in funzione e che può ricevere questi fanghi di smaltimento.

  PRESIDENTE. È esaurita o è in esaurimento attualmente?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Quella vecchia si è esaurita, è stata sequestrata dalla magistratura e quindi non è più in attività. La nuova, invece, è in funzione e quindi può accogliere i fanghi che noi altri produciamo, i fanghi di essiccamento, per il periodo per cui sarà ancora in condizioni di riceverli.

  PRESIDENTE. Se ci fa avere, non so se lo sa, quanto è la produzione annua di fanghi, i costi di smaltimento...

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Quindi la quantità dei fanghi prodotti.

  PRESIDENTE. Annualmente, sì. Destinazione e costi.

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Costi e destinazione, va bene.

  PRESIDENTE. Poi, se ho capito bene, per quanto riguarda la depurazione degli Pag. 25industriali, quelli invece dove vanno a finire?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). I reflui industriali, i liquidi provenienti dalla produzione industriale, dovrebbero essere depurati dalle aziende che hanno ricevuto l'autorizzazione allo scarico. Non è di nostra competenza, perché noi altri non abbiamo ricevuto la gestione delle fogne della zona industriale. Noi abbiamo ricevuto soltanto il servizio idrico, cioè la distribuzione dell'acqua nella zona industriale.

  PRESIDENTE. Allora la faccio anche al Sindaco, per capire se sa se tutte le industrie, perché in genere le industrie fanno un pretrattamento...

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Infatti noi altri quello che stiamo cercando di fare, allargandoci un po' dalle nostre competenze, è verificare se le industrie che sversano rispettano le norme relative proprio al pretrattamento dei liquidi sversati.

  PRESIDENTE. A questo punto dove sversano?

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Io temo che sversino nei canali che attraversano la zona industriale.

  PRESIDENTE. Perfetto, per modo di dire. Altre due domande per quanto riguarda la gestione estiva. Siamo a conoscenza che nella zona Playa, detta in maniera abbastanza riassuntiva, d'estate per fare il bagno, per il turismo, si ferma lo scarico a mare. Volevo sapere maggiori dettagli su questa procedura, che è abbastanza anomala, e capire poi questi mancati scarichi durante il periodo estivo dove vengono portati, se vengono raccolti in delle cisterne, non so cosa, e poi che fine fanno.

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). Sì, su questo però io non posso rispondere perché non è competenza mia. Passo la parola all'ingegnere Marra, che è il Direttore dei lavori pubblici.

  SALVATORE MARRA, Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto). Buongiorno a tutti. Effettivamente, come avete riferito, nel periodo estivo si procede regolarmente allo sbarramento dei canali che confluiscono lungo il litorale della Playa proprio per consentire la balneazione in questa zona. La soluzione provvisoria che viene attuata per evitare che i canali tracimino e quindi provochino l'allagamento di vaste aree è quello di attivare degli impianti di sollevamento che trasferiscono questi che sono di fatto dei reflui trattati, per lo meno per quanto ci è dato sapere, tramite degli impianti di sollevamento e delle condotte all'interno del vecchio allacciante...

  PRESIDENTE. Trattati dove?

  SALVATORE MARRA, Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto). Trattati all'interno di ciascun insediamento industriale, nel senso che al momento, come accennava il professore Fatuzzo...

  PRESIDENTE. Scusi, per capire, ma solo di quello industriale, oppure anche quella urbana?

  SALVATORE MARRA, Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto). No, stiamo parlando soltanto di reflui industriali. La rete urbana per la parte che è collegata al depuratore ha una sua infrastruttura che recapita regolarmente all'interno del depuratore, composta nella parte finale da un vecchio e da un nuovo allacciante, che sono i collettori principali che convogliano i reflui della zona Est e della zona Ovest e Nord di Catania.
  Per quanto riguarda i reflui industriali che vengono trattati all'interno di ogni singolo insediamento industriale nel periodo estivo quando vengono attivati gli sbarramenti dei canali che recapitano a mare, attraverso impianti di sollevamento e condotte Pag. 26 vengono recapitati all'interno del vecchio allacciante che recapita poi al depuratore del comune di Catania.
  Per garantire che questa attività, cioè il recapito all'interno del depuratore che, come ha detto il professore Fatuzzo, in realtà ha attive soltanto delle linee che sono in condizioni di trattare dei reflui urbani, la SIDRA sistematicamente in quel periodo, come durante tutto l'anno, effettua dei prelievi a campione per accertarsi che comunque non vengano superati i limiti di inquinamento all'interno delle acque di uscita dal depuratore, parte delle quali peraltro viene riutilizzata per scopo irriguo all'interno del Consorzio di bonifica della Piana di Catania.
  Pur coscienti del fatto di recapitare in un depuratore che ha soltanto delle linee di reflui urbani, dei reflui, pur se trattati, che provengono però da una zona industriale, ci accertiamo che comunque non vengano superati i limiti di inquinamento delle acque di risulta che escono dal depuratore.

  PRESIDENTE. Forse ho capito male, non lo so, ma visto che non mi sembra che il depuratore di Catania sia così sovradimensionato, che conseguenza ha questo? Che cosa succede a livello anche di quantità? Non solo di tipologia perché sono industriali. Quando nel periodo estivo viene deviato lì, non ne risente? Come fa a non risentirne la depurazione normale o il funzionamento corretto del depuratore? Questa pratica estiva è autorizzata? Da chi è autorizzata? Chi l'ha controllata?

  SALVATORE MARRA, Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto). Se vuole, su questo specifico aspetto risponde il professore Fatuzzo.

  FABIO FATUZZO, Presidente SIDRA (intervento da remoto). È chiaro che stiamo parlando di situazione di emergenza, perché gli scarichi effettuati dagli insediamenti industriali in estate si riducono fortemente per mille motivi, sia per la ridotta attività degli insediamenti industriali, sia per il forte calore che porta a un'evaporazione.
  È chiaro che quando questi canali presentano un pericolo di tracimazione è necessario, come diceva poco fa l'ingegnere Marra, attivare le pompe di sollevamento e portare questi liquidi, almeno fino a riportare i canali a livello di sicurezza, verso il vecchio allacciante.
  Il vecchio allacciante dovrebbe portare soltanto i reflui urbani verso l'impianto di depurazione civile di SIDRA. Ricevendo questi liquidi si diluisce il trasportato, e un ritardo nel sistema di essiccamento senz'altro viene prodotto. Però, torno a dire, si tratta di situazioni eccezionali che sono necessarie, e credo che nel passato siano state affrontate in questa maniera perché bisogna scegliere tra diversi pericoli, quindi bisogna scegliere non la soluzione migliore ma la meno peggiore.

  PRESIDENTE. Okay. Per quanto riguarda, invece, il fiume Simeto, abbiamo visto da fonti aperte che è in una situazione di inquinamento fecale. Volevamo sapere se il Sindaco è a conoscenza di questo inquinamento, qual è la motivazione e che cosa si può fare per risolverlo.

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Presidente, su questo tema in realtà io parlo da Sindaco della città metropolitana. Ci sono alcune criticità non particolarmente preoccupanti. Noi abbiamo un Corpo della Polizia provinciale che ha il compito anche della politica ambientale, della tutela ambientale. In realtà, seppure siamo in presenza di una trentina di agenti della Polizia provinciale su tutto il territorio dei 58 comuni della provincia, certamente all'interno dell'oasi del Simeto, all'interno di quella zona, sono particolarmente attenti: provvedono a informare l'Autorità giudiziaria di eventuali anomalie e a emettere eventuali multe per chi non rispetta le prescrizioni. Però non siamo in presenza di situazioni particolarmente critiche.

  PRESIDENTE. Un'ultima domanda. Volevo sapere se è a conoscenza del progetto di riuso delle acque reflue dei depuratore di Catania e di tavoli tecnici presso la Pag. 27prefettura per garantire l'operatività degli impianti di depurazione e il riutilizzo dei fanghi.

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Assolutamente sì. Su questo tema l'ingegnere Marra potrà dare delle spiegazioni e informazioni aggiuntive.

  SALVATORE MARRA, Direttore dei lavori pubblici del comune di Catania (intervento da remoto). Per quanto riguarda il riuso delle acque depurate, noi abbiamo in fase oramai di ultimazione un progetto che prevede il convogliamento di queste acque all'interno di alcuni serbatoi per essere riutilizzate a scopo irriguo da parte del Consorzio di bonifica della Piana di Catania, in particolare se non ricordo male il Consorzio numero 9. Il progetto è stato finanziato interamente, se non vado errato, per 8 milioni e mezzo di euro dal Ministero dell'ambiente e attualmente è in fase di ultimazione, tant'è che una parte dell'acqua di uscita dal depuratore viene già utilizzata attraverso alcuni collegamenti che sono stati realizzati in corso di appalto alla rete di irrigazione del Consorzio.
  Nel recente passato, prima ancora che si completasse questo intervento, quando questo intervento era ancora in corso, fu inoltrata al Ministero una richiesta di integrazione di finanziamento per poter convogliare queste acque fino al Lago di Lentini, ma purtroppo questa richiesta non ha avuto esito. Noi ci siamo soltanto limitati a completare la parte della progettazione dell'intervento che avevamo in corso, con lo scopo di convogliare al Consorzio di bonifica le acque depurate dal depuratore di Catania.
  Non sono a conoscenza di un tavolo tecnico o comunque di un interlocuzione relativa alle ipotesi di destinazione dei fanghi di risulta presso la prefettura. Mi farò parte diligente per acquisire le informazioni ed eventualmente trasferirvele appena possibile.

  PRESIDENTE. L'ultima questione. Volevo capire se il Sindaco ha emesso delle ordinanze particolari nel 2020 per quanto riguarda l'emergenza COVID-19 legate al divieto di balneazione, ai reflui nel mare, e come è stata la situazione dal punto di vista del COVID-19, degli sversamenti in acqua.

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Su questo tema non sono state predisposte ordinanze. Nel 2020 è accaduto quello che lei aveva già anticipato all'interno della zona della Playa, cosa che puntualmente è accaduta negli ultimi decenni. Sul 2021 ancora dobbiamo affrontare il tema.

  PRESIDENTE. Quindi neanche un divieto di balneazione è stato emesso nel 2020?

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Assolutamente no. Quella soluzione a cui faceva riferimento lei, sullo sbarramento da maggio a settembre di uno dei canali che «portavano» i reflui all'interno della zona della Playa, in realtà è un'opera che è stata fatta negli ultimi decenni ed era funzionale proprio a evitare l'inquinamento anche durante il periodo estivo di una zona particolarmente frequentata da decine di migliaia di persone giornalmente.

  PRESIDENTE. Va bene, grazie. Caso mai, eventualmente, ci terremo in contatto se serve qualche ulteriore integrazione con qualche relazione o qualche documento. Vi auguro un buon lavoro e spero di tornare presto a Catania a mangiarmi una bella granita al pistacchio. Buon lavoro.

  SALVO POGLIESE, Sindaco di Catania (intervento da remoto). Sarà nostro ospite. Grazie, presidente.

  La seduta termina alle 15.45.