XVIII Legislatura

XII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Mercoledì 7 aprile 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Boldi Rossana , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione sulle linee programmatiche della Ministra per le disabilità, Erika Stefani, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Boldi Rossana , Presidente ... 3 
Stefani Erika , Ministra per le disabilità ... 3 
Boldi Rossana , Presidente ... 6

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
ROSSANA BOLDI

  La seduta comincia alle 14.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione sulle linee programmatiche della Ministra per le disabilità, Erika Stefani, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, sulle linee programmatiche della Ministra per le disabilità, Erika Stefani, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Ricordo, inoltre, che alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento della Camera nella riunione del 4 novembre 2020, i deputati possono partecipare alla seduta in videoconferenza.
  Grazie ancora alla Ministra Stefani per la disponibilità. Ricordo che nella seduta del 16 marzo scorso hanno avuto luogo lo svolgimento della relazione da parte del Ministro e la successiva discussione, nell'ambito della quale sono intervenuti diversi deputati ponendo quesiti e svolgendo considerazioni. Nella seduta odierna avrà luogo la replica della Ministra Stefani, alla quale cedo la parola. Prego.

  ERIKA STEFANI, Ministra per le disabilità. Grazie, signora presidente. Grazie, onorevoli colleghi. Vi ringrazio per gli interventi, veramente ricchi di contributi interessanti, che avete svolto nel corso della precedente seduta. Sono contributi assolutamente utili anche per instaurare un rapporto di collaborazione con voi, stante il ruolo centrale di questa Commissione nell'elaborazione delle politiche in favore delle persone con disabilità. Cercherò di prendere spunto dai vostri numerosi contributi per fornirvi ulteriori elementi e di rispondere alle vostre domande. Se mi sono dimenticata qualche passaggio resto a disposizione anche personalmente con voi onorevoli colleghi per trattare le singole questioni.
  Ho scelto di strutturare la risposta per materie più che per singoli quesiti. Spero di essere esauriente e di non dimenticare nulla.
  Parto dal tema dei caregiver. È un tema assolutamente prioritario che è emerso con decisione dalla quasi totalità degli interventi ed è di grandissima attualità politica e sociale. Il tema dei caregiver è declinato in realtà in una duplice veste: da un lato verso il riconoscimento giuridico della figura del caregiver, ma anche – questa è una situazione più urgente – nell'inserimento fra le categorie destinatarie del vaccino in via prioritaria.
  Come è stato osservato anche nell'intervento dell'onorevole Noja, occorre infatti prestare molta attenzione al tema della priorità vaccinale sia per le persone con disabilità che per il rispettivo familiare convivente, il caregiver. Ritengo che sia un traguardo l'inserimento di questi cittadini fra le categorie più fragili. La politica deve occuparsi non solo della vulnerabilità che è determinata dalle patologie, ma anche di Pag. 4quella causata da una condizione di disabilità.
  Ho già avuto modo di illustrare durante la mia audizione che uno dei primi obiettivi che mi sono posta è stato quello di modificare le raccomandazioni del Ministero della salute in tema di priorità, inserendo anche le persone con disabilità con connotazione di gravità di cui all'articolo 3, comma 3, della legge n. 104. Tuttavia sono consapevole che non è sufficiente l'inserimento delle persone con disabilità tra le categorie prioritarie, ma è necessario che in collaborazione con le regioni si dia effettività a un diritto ormai garantito a salvaguardia di tutte le persone. Per questa ragione stiamo monitorando l'effettiva applicazione di questa priorità da parte delle regioni, e contemporaneamente anche valutando le possibili alternative o suggerendo magari le proposte per poter facilitare le procedure di prenotazione della vaccinazione.
  Per quanto riguarda il riconoscimento della figura, fin dalle prime settimane dalla nomina ho ricevuto numerosissime istanze, come penso anche voi, che testimoniano la necessità di addivenire a un riconoscimento della figura dei caregiver che ne garantisse un'adeguata dignità. Ho avviato quindi le interlocuzioni con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con gli uffici. Infatti stiamo procedendo a uno studio tecnico al fine di poter fornire alle Camere – il disegno di legge sul riconoscimento della figura del caregiver è attualmente in discussione al Senato – gli elementi utili per poter decidere e individuare le soluzioni più opportune al riguardo. In sede di replica in Senato ho avuto modo di ribadire la volontà di instaurare anche un confronto permanente sul tema con le varie forze politiche in Parlamento, proprio perché abbiamo avuto il piacere di constatare che è un argomento molto condiviso e assolutamente trasversale quanto alle finalità.
  Occorre oggi l'impegno di tutte le forze politiche per dare delle congrue risposte alle numerose questioni legate al riconoscimento. Infatti al riconoscimento conseguono tutta una serie di azioni concrete, che devono considerare le esigenze della persona che in varie fasi della propria vita personale e professionale si dedica all'accudimento di un familiare in condizioni di disabilità. A tal proposito occorre tutelare la figura nei vari contesti sociali con cui si interfaccia. Cito, a mero titolo esemplificativo, la necessita di uno studente caregiver che deve essere messo nella condizione di non abbandonare gli studi e di poter continuare al meglio il suo percorso formativo; oppure per un lavoratore si dovrà pensare a tutte le tutele affinché possa ancora sviluppare la propria professionalità e la propria capacità lavorativa.
  Vengo ora all'inclusione lavorativa e scolastica. Un altro tema comune ai vostri interventi è proprio quello che riguarda l'inclusione lavorativa. Come è riconosciuto nella nostra Carta costituzionale, il diritto al lavoro è un diritto cardine per il libero sviluppo della persona e per l'effettiva partecipazione della stessa alla vita sociale, economica e politica del Paese. Occorre, e qui lo ribadisco, la necessità che siano adottati, e in tempi celeri, i decreti attuativi del decreto-legge n. 151 del 2015.
  Siamo tutti consapevoli dell'urgenza delle misure in materia di inclusione lavorativa, e dobbiamo anche prendere atto di un quadro poco soddisfacente in materia, come è stato confermato anche dalla relazione al Parlamento sull'attuazione della legge sul collocamento mirato (faccio riferimento alla relazione che è stata presentata dal Ministro Catalfo). I dati evidenziano, purtroppo, solo una percentuale contenuta delle persone con disabilità inserita nel mondo del lavoro, e vi è poi una forte eterogeneità nella distribuzione territoriale. Non sono più confortanti i dati relativi all'occupazione delle donne con disabilità: anche questo è un dato che sicuramente non ci fa onore. Dato poi non meno rilevante, che è quello che si evince dalla relazione, è la proporzione fra le opportunità lavorative e la condizione invalidante. Si assiste infatti a un netto decremento dell'occupazione nei casi in cui la persona con disabilità sia connotata da un più alto grado di gravità.
  Ci sono due obiettivi ai quali intendo dare impulso sotto questo profilo e in raccordo con il Ministro del lavoro e delle Pag. 5politiche sociali. Ora cercherò di adoperarmi affinché siano adottate il prima possibile le linee guida di cui al decreto legislativo n. 151 che ho menzionato prima. Sono linee guida necessarie per promuovere la rete integrata con i servizi, gli accordi territoriali, gli accomodamenti ragionevoli, i responsabili dell'inserimento lavorativo e le buone pratiche di inclusione.
  Particolare riguardo dovrà avere anche sotto questo profilo la figura del disability manager, come è stato ricordato in alcuni dei vostri interventi, che è una figura professionale qualificata, proprio per predisporre questi progetti personalizzati che permettono così l'inclusione nel lavoro e il mantenimento del rapporto di lavoro.
  La seconda grande azione che bisogna stimolare è la creazione della Banca nazionale del collocamento mirato, al fine di razionalizzare la raccolta dei dati e di semplificare gli adempimenti.
  È opportuno poi ricordare che il peso dell'inclusione lavorativa non ricade solo sul settore privato. Con specifico riguardo al triennio 2016-2018, il settore privato ha assorbito il 96 per cento degli avviamenti complessivi, segno che le pubbliche amministrazioni contribuiscono solo marginalmente al collocamento mirato. Per questo motivo mi impegnerò in collaborazione col Ministro Brunetta affinché lo Stato assicuri il diritto costituzionalmente garantito al lavoro e all'inclusione sociale anche nel pubblico impiego.
  In tema di inclusione scolastica, a cui faceva riferimento l'onorevole Bellucci, bisogna veramente avere riguardo ai nostri studenti e studentesse con disabilità, i quali sono stati molto più colpiti dalla didattica a distanza. Ricordo che la Convenzione delle Nazioni Unite – e non occorre che lo ricordo a voi – che è il nostro riferimento, si pone tra gli obiettivi cardine quello di impegnare istituzioni e società civile verso percorsi di istruzione e formazione adeguati alle esigenze delle persone con disabilità; per cui è veramente necessario sviluppare dei percorsi personalizzati, servizi dedicati e nuove tecnologie, che recepiscano così i principi della Convenzione.
  Vengo al grande tema del «dopo di noi», del welfare inclusivo. Per garantire una maggiore inclusione delle persone con disabilità dobbiamo partire da una riflessione sullo stato di attuazione dell'impianto normativo attuale. È un impianto normativo importante nel quale si trovano le leggi che contengono i presupposti per un cambiamento di paradigma e un aggiornamento del welfare in coerenza con la Convenzione ONU. Occorre infatti osservare che sono strumenti di innovazione anche culturale, oltre che legislativa; mi riferisco alla legge n. 328 del 2000 sul progetto individuale e la legge n. 112 del 2016 sul cosiddetto «dopo di noi». Queste due leggi hanno permesso al nostro Paese di ripensare l'approccio alle disabilità, indicando un modello di welfare che supera le logiche della protezione e getta le basi per un sistema orientato alla promozione della persona.
  La legge n. 328 e la legge n. 112 hanno il merito di prevedere una programmazione globale degli interventi e un progetto costruito su misura che tenga conto dei desiderata e delle abitudini di vita della persona, del suo contesto familiare e sociale e della sua condizione. Queste leggi nascono con l'obiettivo di interpretare i bisogni e le potenzialità della persona, in ogni dimensione e durante le fasi della vita. Il progetto individuale diventa l'asse attorno al quale sono costruite le due leggi e che sancisce effettivamente l'attuazione del diritto a vivere nella comunità.
  Tuttavia anche qui dobbiamo essere consapevoli che, per quanto innovative e all'avanguardia, le due sole leggi non bastano. Affinché possano dispiegare il loro potenziale le leggi devono essere unite da un'adeguata infrastruttura istituzionale e sociale. Questa si costruisce lavorando sul potenziamento dei servizi, per superare anche la standardizzazione e implementare un modello di presa in carico effettivamente fondato sulla valutazione multidimensionale della disabilità e sul reale sviluppo di progetti individualizzati.
  È mia intenzione stimolare la creazione di un modello stabile dei processi necessari per questa valutazione multidimensionale, Pag. 6che deve essere propedeutica alla stesura di progetti individuali che a partire dai desiderata, dal potenziale della persona, individuano l'insieme degli interventi. Questo in una logica di una rete di servizi. Intendo dare quindi impulso al tavolo di lavoro istituito presso la Presidenza del Consiglio. Al tavolo aderiscono le federazioni, le principali associazioni delle persone con disabilità e il Consiglio nazionale del notariato, ed è nato con l'intento di elaborare delle proposte. Questo per migliorare la normativa in particolare sul «dopo di noi», la n. 112.
  In tal senso sono già state abbozzate delle proposte che intervengono in particolare sugli strumenti giuridici e sugli istituti previsti dalla stessa legge. Occorrerà prima fare una valutazione di queste proposte che ovviamente riterrò poi di sottoporre assolutamente al Parlamento per una valutazione.
  Vengo a un tema che in sé è veramente meraviglioso, perché lo sport e le disabilità rappresentano un settore dove si evidenziano delle grandissime capacità e una grandissima voglia di futuro e dove c'è moltissima energia. Quindi ringrazio gli onorevoli Versace e Rizzo Nervo per le osservazioni, che condivido. Intendo trattare proprio di questi temi nell'incontro che avrò nei prossimi giorni – in realtà lo dovevo avere oggi e poi ci sono stati degli impedimenti – con il Presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, per delineare un piano di azione in questo settore.
  L'attività sportiva ha un ruolo determinante nel benessere psicofisico della persona e della persona con disabilità. Non solo si acquisisce una consapevolezza dei propri mezzi, ma diventa anche un momento di socialità e di confronto. Anche qui i dati statistici disegnano una realtà un po' distante da quello che magari ha auspicato sul tema la Convenzione ONU. In particolare ricordo che l'articolo 30 si sofferma sulla partecipazione allo sport e sulla necessità che gli Stati adottino misure adeguate a garantire alle persone con disabilità l'accesso alla pratica sportiva. Occorre adoperarsi per rimuovere tutte le barriere all'accesso della pratica sportiva, focalizzandosi sugli elementi facilitatori che favoriscono la partecipazione allo sport.
  Colgo anche l'occasione per ribadire la mia attenzione affinché venga data attuazione a quanto previsto in tema di riforma dello sport, soprattutto con riguardo alle attività svolte dall'onorevole Versace per il raggiungimento delle pari opportunità riconosciute agli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e dei corpi civili dello Stato. Anche questa è una grande tappa ed è una svolta epocale che non può essere disattesa.
  Io ho concluso, spero, magari a breve, di poter ritornare e fornire ulteriori elementi per le vostre discussioni e qualche aggiornamento. Sto attendendo un riscontro sulla disability card e sul contrassegno CUDE (Contrassegno unificato disabili europeo) da parte dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, una volta ottenuto il quale spero che questi due progetti possano prendere vita. Vi ringrazio ancora, cari onorevoli. Come ho detto sono sempre a disposizione, anche personalmente, se volete sottopormi qualche tema o se ritenete di darmi qualche consiglio.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Ministra Stefani e dichiaro conclusa l'audizione odierna.

  La seduta termina alle 15.05.