XVIII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 16 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cenni Susanna , Presidente ... 3 

Audizione, in videoconferenza, del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza di cui al Doc. XXVII, n. 18 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Cenni Susanna , Presidente ... 3 
Gallinella Filippo (M5S)  ... 3 
Cenni Susanna , Presidente ... 3 
Patuanelli Stefano , Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ... 4 
Cenni Susanna , Presidente ... 16 
Viviani Lorenzo (LEGA)  ... 17 
Cenni Susanna , Presidente ... 18 
Incerti Antonella (PD)  ... 18 
Gagnarli Chiara (M5S)  ... 20 
Cenni Susanna , Presidente ... 21 
Nevi Raffaele (FI)  ... 21 
Gadda Maria Chiara (IV)  ... 23 
Benedetti Silvia (Misto)  ... 25 
Cenni Susanna , Presidente ... 26 
Ciaburro Monica (FDI)  ... 26 
Cenni Susanna , Presidente ... 27 
Patuanelli Stefano , Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ... 27 
Cenni Susanna , Presidente ... 30

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
SUSANNA CENNI

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione in videoconferenza, del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza di cui al Doc. XXVII, n. 18.

  PRESIDENTE. Comunico che il deputato Matteo Mauri cessa di far parte della Commissione, mentre entrano a farne parte la deputata Eva Avossa e il deputato Andrea Orlando, che in quanto componente del Governo è contestualmente sostituito dal deputato Andrea Frailis.
  Saluto il collega Mauri e do il benvenuto al collega Avossa e al collega Frailis augurando loro buon lavoro.
  L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli sulle linee programmatiche del suo Dicastero, anche in relazione alla proposta di piano nazionale di ripresa e di resilienza di cui al documento 25 numero 18.
  Ricordo che l'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento nella riunione del 31 marzo scorso.
  Credo di poter parlare a nome di tutti i colleghi e di tutte le colleghe della Commissione, nel rivolgere al Ministro Patuanelli che partecipa per la prima volta ai lavori della Commissione, che ringraziamo per avere corrisposto al nostro invito, i più sentiti auguri per il lavoro impegnativo che lo attende e assicurargli al riguardo la nostra più assoluta collaborazione.
  L'audizione di oggi, oltre a costituire una radicata consuetudine all'inizio di ogni mandato ministeriale, rappresenta un primo incontro per l'avvio di un costruttivo e serio confronto che vede il Parlamento e il Governo, pure nelle diversità delle rispettive funzioni e competenze, impegnati a mettere a punto iniziative e soluzioni adeguate alle esigenze del mondo agricolo, che come più recenti dati ci confermano, costituisce un settore assolutamente nevralgico e strategico per il Paese, sul quale – anche in vista delle importanti sfide che ci attendono – è necessario investire per promuoverne il potenziale di crescita. Prima di dare il via all'intervento del Ministro cederei un attimo la parola al presidente Gallinella, collegato in videoconferenza.

  FILIPPO GALLINELLA. (intervento da remoto) Grazie, presidente Cenni, saluto il Ministro, ringrazio tutti i colleghi e la presidente Cenni che mi sostituisce, ma per precauzione sanitaria è meglio che stia a casa in questi giorni e quindi ringrazio il Ministro e ascolterò con attenzione la sua relazione.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. A questo punto darei la parola al Ministro, ricordando Pag. 4 che al suo intervento faranno poi seguito le domande dei colleghi deputati. Chiedo al Ministro se intende poi replicare nella seduta odierna, oppure in una seduta successiva e quanto tempo pensa di poterci dedicare, anche per organizzare adeguatamente i nostri lavori. Prego, Ministro, a lei la parola.

  STEFANO PATUANELLI, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, presidente. Vi ringrazio per gli auguri di buon lavoro, ne ho bisogno, ne ha bisogno l'agricoltura di questo Paese. Ha bisogno anche che ci sia una stretta relazione tra potere esecutivo e potere legislativo e per questo dico che, al dì là della prima audizione di oggi che servirà per tracciare le linee programmatiche e per discutere di alcuni aspetti, ci sarà sempre la mia massima disponibilità a venire da voi a confrontarmi con la Commissione per dare risposte assieme alle tante esigenze del settore agroalimentare italiano.
  Un settore che, voglio dirlo da subito, voglio ringraziare per il contributo enorme che ha dato in questo lungo anno di pandemia, perché non è mai mancato il cibo sulle tavole degli italiani, non è mai mancata la possibilità per gli italiani di approvvigionarsi di cibo sano e di qualità, frutto delle nostre produzioni agricole. Credo che sia un settore che non è vero che non ha subìto crisi, ha subìto una crisi asimmetrica, dove alcuni settori in particolare hanno potuto forse lavorare più di prima, magari non sempre con la stessa marginalità, ma certe ampie parti del settore agroalimentare ha subìto la chiusura del settore Ho.Re.Ca (Hotellerie-Restaurant-Cafè), del turismo e di conseguenza ha patito un danno tanto quanto gli altri settori. Magari nel corso della audizione torneremo su questo punto, anche in relazione al decreto-legge Ristori in fase di elaborazione.
  Ovviamente io dedico tutto il tempo necessario alla Commissione, credo che almeno un paio di ore a disposizione le ho. Darò le risposte che sono in grado di dare, nel senso che non sono un tuttologo, magari porrete delle questioni che dovrò approfondire per cui le risposte mi riservo di darle in un secondo momento, ma certamente le domande a cui saprò dare una risposta immediata, avranno una risposta immediata oggi. Se la seduta di oggi avrà una durata nell'ordine delle due ore, per me non è un problema.
  Credo che al centro delle politiche di questo Governo debba esserci il settore primario, che è un settore fondamentale, che ha dei dati importanti rispetto al PIL (Prodotto interno lordo), rispetto alle produzioni, dati di qualità, che è il motore di turismo e di catene produttive. Credo che l'integrazione tra le politiche ambientali, produttive e sociali debba vedere l'agricoltura protagonista, così come il tema della transizione ecologica – tema messo al centro del dibattito politico in queste settimane – debba vedere l'agricoltura come soggetto protagonista.
  Bisogna interpretare la transizione ecologica in chiave innovativa e inclusiva. Per questo vorrei condividere con voi alcuni dei principali obiettivi che la sfida della nuova crescita post-pandemica, a mio avviso, deve porsi.
  Innanzitutto potenziare la competitività del sistema in un'ottica sostenibile favorendo l'organizzazione delle filiere, rafforzando le connessioni tra produttori e consumatori, investendo sulla protezione dei redditi degli imprenditori agricoli e sull'integrazione dei settori verso una economia realmente circolare, sfruttandone anche le opportunità per ampliare il perimetro operativo delle filiere più tradizionalmente agricole a nuovi ambiti economici.
  Migliorare le performance climatiche e ambientali dei sistemi produttivi, assistendo gli operatori del settore verso una gestione sostenibile del capitale naturale, recuperando o salvaguardando i paesaggi agrari secondo un equilibrio ecologico e tutelando gli habitat naturali e gli ecosistemi.
  Rafforzare la resilienza e la vitalità dei territori rurali, generando occasioni di nuova imprenditoria basata sul consolidamento del patrimonio naturale e sociale, creando le condizioni per migliorare le attrattività e le inclusività delle zone marginali. Un tema che ritengo sia centrale. Pag. 5
  Promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualità e tutelare i diritti dei lavoratori fornendogli strumenti per garantire l'equità nei contratti e la sicurezza sui posti di lavoro, creando le condizioni per l'emersione e la regolarizzazione del lavoro nero, accorciando le filiere, garantendo un trasferimento giusto nella catena del valore aggiunto di cui il nostro settore agroalimentare è fortemente incline a forti produzioni al valore aggiunto.
  Rafforzare le capacità di attivare scambi di conoscenza e innovazione, accrescendo la consapevolezza collettiva e istituzionale sulle implicazioni legate alla sostenibilità dei sistemi agroalimentari e favorendo la partecipazione attiva degli operatori e dei cittadini.
  Efficientare il sistema di governance, rafforzare le strutture di gestione amministrativa a livello nazionale e regionale, anche attraverso il rapido svolgimento delle procedure assunzionali che interessano il Ministero e AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) nel biennio 2021/2022 e costruire un quadro normativo allo stesso tempo semplice e adeguato alle nuove sfide e alle nuove esigenze.
  Occorre inoltre contribuire in maniera decisa alla lotta alle perdite e agli sprechi alimentari, puntando sull'ottimizzazione e razionalizzazione delle filiere, con un approccio al tema che si integri con gli obiettivi dell'economia circolare e della bioeconomia, prevedendo l'utilizzo di risorse biologiche rinnovabili e i flussi dei sottoprodotti, scarti da lavorazione in valore aggiunto (cibi, mangimi, prodotti bio-based, biocarburanti).
  In tale contesto i concetti e le parole chiare che devono indirizzare l'azione di Governo sono: equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera produttiva, ciò che dicevo prima e che serve a garantire il giusto reddito agli agricoltori, che possono in questo modo avere lavoratori con contratti degni di questo nome. Transizione ecologica. Innovazione e trasparenza.
  Si tratta di valori che si traducono in motori di competitività, tenuto conto che la vocazione del nostro Paese ad essere già oggi uno dei leader mondiali della sostenibilità dell'agroalimentare. L'agroalimentare ha già dato tanto in termini di aumento di sostenibilità, deve compiere ancora un ulteriore percorso, ma il settore ha già contribuito ad aumentare la sostenibilità complessiva del Paese.
  Il settore primario è per l'Italia una risorsa insostituibile, in termini economici il valore dei prodotti agroalimentari nel mercato finale del consumo, come media negli ultimi anni, ammonta a oltre 220 miliardi di euro, pari al 13 per cento del PIL del nostro Paese.
  Sottolineo la parola agroalimentare, perché compito del MIPAAF (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) è quello di guardare l'intero sistema produttivo, alla filiera intesa come catena di anelli che vanno dalle imprese agricola – inclusi i lavoratori – fino al consumatore.
  L'ormai nota espressione Farm to Fork per il Ministero deve essere una linea di azione chiara e decisa, a testimoniare che in questo ambito non è più possibile ragionare per segmenti isolati, il destino delle nostre grandi industrie di trasformazione alimentare non può che essere quello di rafforzare i rapporti con gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori italiani. È questo che ci rende forti nel mondo, la nostra distintività.
  Lo stato di emergenza conseguenze alla pandemia causata dal COVID-19 ha evidenziato la centralità del settore agroalimentare anche da un punto di vista strategico e, permettetemi di dirlo, geopolitico. La filiera del cibo ha saputo dimostrare una straordinaria capacità di resilienza, non soltanto resistendo alla crisi, ma contribuendo in maniera significativa al rilancio e alla ripresa necessari per il Paese.
  Anche in un anno drammatico come il 2020 l'export agroalimentare Made in Italy ha registrato una crescita, nonostante la chiusura dei ristoranti e di tutto il canale HoReCa, che da sola rappresenta il 30 per cento di sbocco dei prodotti agricoli agroalimentari italiani.
  La pandemia oggi ci impone di pensare contemporaneamente a interventi di brevissimo periodo per mantenere le aziende in vita e al medio e lungo periodo, programmando Pag. 6 un miglioramento complessivo della sostenibilità e della capacità produttiva del sistema.
  Vorrei ora entrare nello specifico su alcuni dei principali ambiti di attività del Governo e del Ministero, che dovremo affrontare assieme nei prossimi mesi, partendo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), dai Green Deal e dalle principali iniziative europee.
  Anche alla luce della perdurante emergenza COVID, le scelte da fare nei prossimi mesi saranno determinanti per lo sviluppo del nostro Paese e per il futuro delle nuove generazioni. Abbiamo a disposizione un pacchetto di risorse mai avute in passato e non ci si può permettere di sbagliare neanche una mossa. Il settore agricolo – che è chiamato ad offrire un contributo determinante al processo di transizione verde dell'intera economia – può contare su circa 50 miliardi di euro per i prossimi sette anni, tra fondi della Politica agricola comune, post 2020 e relativo cofinanziamento nazionale e risorse a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza che, come è noto, dedica ampio spazio ai temi della transizione ecologica, dell'economia circolare, della competitività del contrasto ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico.
  Il Piano stanzia oltre 3 miliardi di euro a favore di progetti riguardanti il settore agricolo e agroalimentare e la gestione delle risorse irrigue. La linea di azione della «agricoltura sostenibile» ha una dotazione di due miliardi e mezzo di euro e si articola in tre grandi progetti relativi a contratti di filiera, parchi solari e logistica. Il Piano e le nuove strategie dell'Unione europea, legate ai Green Deal quali Farm to Fork sono due occasioni imperdibili per rilanciare il settore, ma solo se affronteremo la transizione ecologica come un'opportunità di filiera in grado di coniugare sostenibilità e competitività del modello agricolo nazionale.
  A tal fine è indispensabile il sostegno allo sviluppo dell'agricoltura di precisione, posto che le nuove tecnologie digitali consentono alle aziende di aumentare la resa e la quantità delle produzioni, utilizzando meno input, quali energia, acqua e fitosanitari.
  Il beneficio dell'adozione di specifiche innovazioni delle diverse tecniche culturali è prezioso per mitigare l'impatto che le stesse hanno sulle matrici ambientali, in questo senso il processo di innovazione tecnologica è di straordinaria rilevanza per le aziende agricole.
  È proprio con questo obiettivo e in linea con le raccomandazioni della Commissione europea che sono stati messi a punto i progetti MIPAAF nell'ambito del PNRR, inquadrati in una logica di intervento fortemente orientata alla transizione verde e digitale, attraverso il sostegno a investimenti finalizzati a migliorare la sostenibilità della produzione primaria e delle filiere agroalimentari e forestali. L'efficientamento energetico, la produzione di energia rinnovabile, la digitalizzazione, e l'innovazione dell'agricoltura e delle aree rurali. In tale contesto la proposta progettuale relativa al rafforzamento dei contratti di filiera e di distretto per il settore agroalimentare, florovivaistico, forestale, della pesca e acquacoltura, contribuisce a gran parte degli obiettivi anzidetti.
  Si tratta di uno dei principali strumenti di sostegno alle politiche agroindustriali stipulati con i soggetti della filiera agroalimentare al fine di realizzare programmi di investimento integrati a carattere interprofessionale e aventi rilevanza nazionale. Partendo dalla produzione agricola, i contratti si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari.
  Potenziare questo strumento significa contribuire alla competitività dei settori nell'ottica della sostenibilità ambientale ed economica. Si rileva che per ogni euro pubblico investito si attivano investimenti privati per almeno il doppio, con l'effetto leva di potere arrivare fino a sei miliardi di euro di investimenti. I contratti di filiera pluriennali possono garantire la stabilità dei prezzi, favorire una più equa distribuzione del valore e migliorare i rapporti tra Pag. 7la parte produttiva agricola e il resto della filiera.
  In questo quadro si inserisce anche il piano per la logistica e l'innovazione per i settori agroalimentari, florovivaistico, della pesca e dell'acquacoltura, con investimenti che puntano a rendere più moderna e green la logistica, attraverso interventi energetici, il miglioramento dell'approvvigionamento delle materie prime, l'innovazione del trasporto e della movimentazione delle stesse.
  La proposta persegue l'obiettivo di efficientamento organizzativo e strutturale con ricadute di carattere ambientale a livello di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni e di miglioramento della qualità dell'aria, con particolare riferimento alle zone urbane. L'efficientamento dell'intero sistema logistico è altresì determinante per ridurre gli sprechi, in particolare nel settore agroalimentare e potenziare l'opportunità di export per le PMI (Piccole e medie imprese).
  Sempre in tema di logistica è previsto lo sviluppo dei progetti volti al miglioramento della capacità di immagazzinamento e stoccaggio per quei settori agroalimentari strategici per il Made in Italy, anche al fine di agevolare e favorire il recupero di competitività.
  Per quanto riguarda gli investimenti innovativi – l'agricoltura di precisione 4.0, la tracciabilità attraverso le tecnologie Blockchain, e le nuove tecnologie emergenti – occorrerebbe garantire maggiori risorse per incrementare le occasioni di sviluppo e di nuova occupazione anche nelle aree interne. Sotto questo profilo il MIPAAF utilizzerà le risorse nazionali a disposizione, ma un potenziamento anche dei fondi da PNRR consentirebbe una maggiore diffusione dell'innovazione sul territorio ed è ciò che stiamo chiedendo al Ministero dell'economia e finanze.
  Una delle questioni chiave per la sostenibilità è senza dubbio la mitigazione dei cambiamenti climatici, è perfino evidente la necessità di ulteriori sforzi per ridurre le emissioni derivanti da attività agricole. Il settore zootecnico, soprattutto nelle aree più intensive del nord Italia, è particolarmente importante in questo senso, in quanto le emissioni da frammentazione enterica e la gestione del letame sono le principali fonti di emissioni totali. Su questo aspetto mi soffermo per spiegare meglio alcune questioni.
  Il settore zootecnico non può essere e non deve essere criminalizzato in nessun modo, è un settore che ha già contribuito al miglioramento di sostenibilità di tutta la filiera, è chiaro che è un settore che ha particolare impatto e che quindi va accompagnato e aiutato a ridurre la sua impronta.
  La produzione di energia rinnovabile dal settore agricolo e forestale può essere migliorata, perché l'Italia è al di sotto della media dell'Unione europea, nonostante un potenziale significativo di produzione di biomassa, energia solare ed eolica. Lo sviluppo della funzione energetica della agricoltura è in grado di trainare il settore agricolo in un circolo virtuoso, collegando le vantaggiose ricadute sociali, ecologiche e agronomiche connesse alla coltivazione energetica, alle nuove opportunità economiche derivanti dalla valorizzazione dei sottoprodotti e dei residui organici.
  In questo modo si perseguirà la diversificazione e l'integrazione delle fonti di reddito del settore agricolo, affidandogli una nuova importante missione, quella di fornitore di servizi energetici e agro ambientali per la società. Si dovrà anche tutelare il patrimonio boschivo nazionale con una corretta valorizzazione energetica delle biomasse da filiera corta e promuovere uno sviluppo del fotovoltaico sui tetti delle strutture agricole e dell'agro-fotovoltaico, che consente di non sottrarre terreno alla produzione food & feed.
  Le proposte del MIPAAF si sostanziano in una combinazione di progetti che si integrano tra loro con lo sviluppo del biometano, secondo criteri di promozione dell'economia circolare – proposta peraltro presentata congiuntamente con il Ministro dello sviluppo economico che consentirà di migliorare la gestione del letame e ottenere un sottoprodotto digestato da utilizzare come ammendante in sostituzione degli input chimici. Pag. 8
  Il sostegno alla diffusione dei macchinari di nuova generazione idonei allo spandimento sul terreno del sottoprodotto viene assicurato dal progetto innovazione della meccanizzazione.
  La decarbonizzazione dell'economia dell'Unione europea richiederà anche un intervento immediato per evitare l'emissione di metano, oltre a quelle di CO2. Le fonti antropiche rappresentano il 50-60 per cento di tutte le emissioni di metano e comprendono inevitabilmente anche l'agricoltura.
  Le emissioni di questo gas intercettate e inserite nei processi di valorizzazione possono diventare un volano fondamentale per la produzione di energia rinnovabile e per la riduzione dei gas clima-alteranti. Il progetto Parco Agri-Solare rappresenta un'attuazione concreta di quanto previsto nella strategia Farm to Fork, che più esplicitamente sottolinea come le case rurali e i capannoni sono spesso ideali per il collocamento di pannelli solari. Tenuto conto dell'estensione dei fabbricati rurali e della loro distribuzione su tutto il territorio nazionale, l'azione contribuisce al raggiungimento degli obiettivi energetici nazionali, senza comportare alcun consumo di suolo. Inoltre l'approvvigionamento energetico rappresenta per le aziende agricole circa il 20-30 per cento dei costi variabili.
  Il progetto consente non solo di migliorarne la competitività, ma contribuisce anche a migliorare il benessere degli animali, riducendo l'uso dei farmaci veterinari e degli antibiotici. Migliorare l'adattamento ai cambiamenti climatici è una priorità trasversale, in quanto le azioni correlate possono portare a molteplici benefici, sia dal lato ambientale che economico. L'Italia è altamente vulnerabile a rischi idrogeologici e a rischi di erosione del suolo da parte dell'acqua, con crescenti danni causati da eventi climatici estremi e relative sfide, come incendi boschivi, specie invasive e attacchi biotici alle foreste.
  In quest'ottica il progetto del MIPAAF per contrastare e prevenire il dissesto idrogeologico – sia con interventi sul sistema irriguo, sia con interventi di gestione forestale sostenibile – mira a ridurre i rischi idrogeologici e l'erosione del suolo, incentivando al contempo l'uso a cascata dei prodotti forestali in un'ottica di bioeconomia. Come è evidenziato nelle raccomandazioni dell'Unione europea, la gestione sostenibile delle foreste ha un grande potenziale. Nonostante la significativa copertura forestale, gran parte delle foreste italiane non è gestita attivamente, il che potrebbe ostacolare il ruolo delle foreste come pozzi di carbonio, la loro resilienza a condizioni meteorologiche estreme e la fornitura di altri ecosistemi, beni e servizi. A tal fine è necessario rafforzare anche il servizio fitosanitario nazionale.
  Sempre con riferimento agli aspetti relativi alla sostenibilità e anche in considerazione dell'ambizioso traguardo posto dalla Commissione europea di portare i suoli coltivati a biologico al 25 per cento a livello europeo, ricordo che l'Italia è più avanti di molti altri Paesi. I numeri del report ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) fotografano un settore in crescita sul fronte delle superfici, ora oltre due milioni di ettari degli operatori (oltre 80.000), del valore della produzione (5,6 miliardi) e dei consumi che sotto ha spinta della svolta green degli italiani, favorita dalla emergenza COVID, hanno raggiunto la cifra record di 3,3 miliardi.
  La leadership dell'Italia sulle produzioni bio è indiscussa, ma è necessario oggi più che mai continuare a rafforzare i controlli sul prodotto estero, favorire lo sviluppo dei distretti biologici, incrementare il numero delle imprese e potenziare la ricerca.
  A tal fine il MIPAAF intende intervenire per agevolare l'approvazione della proposta di legge attualmente in discussione al Senato, semplificare, efficientare e rafforzare, anche attraverso la digitalizzazione, il sistema dei controlli e delle certificazioni, sostenere progetti volti a promuovere e valorizzare ricerca, innovazione e formazione, nonché le filiere del biologico Made in Italy.
  Vorrei spendere qualche parola in più sulla ricerca, leva di sviluppo decisiva per il successo delle politiche sopra delineate. Il potenziamento delle strutture di ricerca agricola – a cominciare del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi Pag. 9dell'economia agraria) – è fondamentale per assicurare competitività al sistema agroalimentare.
  Una ricerca pubblica forte, proiettata in una dimensione internazionale e strutturata verso obiettivi di eccellenza è garanzia di indipendenza e sviluppo per l'Italia, specie in un momento in cui i grandi temi quali il Genoma editing e le New Breeding Techniques vedono attori che hanno potenzialità di investimenti miliardari in altre aree del mondo.
  Allo scopo di promuovere la conoscenza, l'innovazione, la digitalizzazione nell'agricoltura e nelle aree rurali – tenuto conto che la Commissione europea ha più volte sottolineato l'importanza di migliorare il sistema amministrativo e burocratico, anche aumentando il livello di digitalizzazione e coordinando politiche diverse complementari – è stata elaborata la proposta finalizzata alla digitalizzazione del SIAN (Sistema informativo agricolo nazionale), che rappresenta un passo fondamentale da compiere per supportare in modo efficiente ed equo sia gli agricoltori sul territorio nazionale, che le persone che vivono nelle aree rurali italiane.
  Passiamo alla politica agricola comune (PAC) post 2020. Nella consapevolezza che la politica agricola comune resta un asse portante e imprescindibile delle politiche europee di sviluppo, è necessario accelerare i lavori per la predisposizione del Piano strategico nazionale da presentare alla Commissione europea entro la fine del 2021, in modo da consentire l'avvio degli interventi nel 2023.
  Non meno importante il lavoro da fare gestire l'attuale fase transitoria: le risorse disponibili a valere sul 2021 e 2022 vanno impiegate al più presto. Per questo ho già preso contatti con l'assessore Pentassuglia – coordinatore della Commissione Politiche agricole nella conferenza Stato-regioni – per cercare di sbloccare il negoziato tra le regioni sul riparto dei fondi FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo regionale) destinati allo sviluppo rurale per il periodo 2021-2027 e in corso da oltre tre mesi. Ho già avviato un primo confronto con gli assessori alla agricoltura di tutte le regioni, su questo avrò un incontro domani con il presidente Bonaccini. Giovedì scorso le regioni non hanno trovato un accordo e quindi il negoziato è ancora in fase di stallo. Credo che a questo punto il Ministero dovrà proporre una soluzione che dovrà essere semplicemente ratificata in Conferenza Stato-regioni, in Conferenza agricoltura, perché ritengo che non si possa perdere ulteriore tempo, dato che l'accordo oggettivamente non c'è, saremo noi a farci promotori per trovarlo.
  L'importante è impegnare al più presto le risorse del biennio 2021-2022 e non ritardare ulteriormente, perché altrimenti ci saranno difficoltà nel spendere le risorse che vengono gestite dalla regione.
  Come è noto, alcune decisioni fondamentali di competenza degli Stati membri andavano prese entro lo scorso 19 febbraio, non si è potuta onorare tale scadenza per l'impossibilità materiale di organizzare le dovute interlocuzioni, ma saremo pronti per compiere entro il prossimo mese di luglio le scelte relative all'anno di domanda 2022 su alcune questioni di estrema rilevanza, quali la convergenza interna e gli aiuti accoppiati. Su questo entro il 19 febbraio bisognava inviare la proposta, purtroppo il giuramento del nuovo governo non ci ha consentito un percorso partecipativo con le regioni e non abbiamo potuto che prendere atto della necessità di confermare la proroga del blocco della convergenza interna, che però sarà una delle prime cose su cui ci confronteremo con le regioni per riprendere dal 2022.
  La predisposizione del Piano strategico nazionale richiede la più ampia partecipazione da parte di tutti i soggetti interessati, delle organizzazioni professionali e rappresentanti delle società civile, nonché delle istituzioni sia nazionali che regionali, perché l'attività agricola riguarda tutti i cittadini e ha un impatto diretto sui territori e i loro abitanti e non solo come fattore necessario all'approvvigionamento, ma anche per le evidenti ricadute ambientali e culturali.
  L'obiettivo è la definizione di una strategia nazionale per un sistema agricolo, alimentare e forestale sostenibile e inclusivo. Pag. 10 Il nuovo modello di attuazione che sposta l'attenzione delle politiche dalla conformità ai risultati, riequilibrando le responsabilità tra l'Unione europea e gli Stati membri con una maggiore sussidiarietà, impone ampia condivisione nella definizione della strategia e un modello di governance in grado di assicurare efficienza nella gestione delle risorse.
  L'insediamento del tavolo di partenariato nazionale è previsto per questo mese di marzo, ovviamente sarà mia cura coinvolgere le Commissioni parlamentari nel modo che riterrete più opportuno per fare partecipare – anche se indirettamente – le Commissioni al tavolo di partenariato. La strategia deve rappresentare anche un'occasione di rilettura e di rilancio dei territori rurali nell'iniziativa comunitaria Long-term vision for rural areas.
  L'emergenza COVID ha messo in evidenza problemi e potenzialità dei contesti territoriali rurali. Queste aree si sono dovute confrontare con la carenza dei servizi e delle infrastrutture, in particolare con i ritardi accumulati circa la connettività delle nuove tecnologie, nonché con la fragilità di numerose realtà produttive. Allo stesso tempo sono emerse le potenzialità delle aree rurali, soprattutto in termini di qualità della vita, come opportunità per un ripensamento e un rilancio dello sviluppo.
  In questo senso non è un caso che nel 2020 le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari abbiano fatto registrare una crescita più elevata nelle aree meno urbanizzate, nei piccoli centri, rispetto alle grandi città. Diventa quindi fondamentale cavalcare questo apparente cambio socio-demografico e immaginare nuovi percorsi che portino in maniera inclusiva alla crescita e alla rigenerazione dei territori rurali, che da troppo tempo soffrono di un progressivo spopolamento.
  Un'attenzione sempre crescente deve essere posta al tema della digitalizzazione per il settore agricolo, agroalimentare e per le aree rurali, al fine di colmare il gap rispetto a tutto il resto della economia, garantendo le cosiddette transizioni gemelle, quella ecologica e quella digitale. In questa ottica, oltre al Piano nazionale di ripresa e resilienza, rappresenta una grande opportunità il coordinamento tra le attività di programmazione del Piano strategico nazionale, con la prosecuzione dei lavori nell'ambito della cosiddetta Space economy. Si tratta di un passaggio chiave sia per gli aspetti amministrativi legati alla attuazione delle politiche agricole, comunitarie e nazionali, sia per i servizi restituibili al mondo produttivo e non meno importante per gli aspetti di ricerca e di sviluppo.
  Passerei al tema del Made in Italy, all'attività antifrode e di prevenzione e contrasto delle pratiche sleali. Nell'ambito dei prodotti di eccellenza, ricordo che il Made in Italy agroalimentare è protagonista anche nel mercato dei prodotti di qualità certificati a indicazione geografica e biologica, dove vantiamo il primato mondiale dei riconoscimenti. Considerato anche il settore vinicolo IG (Indicazione geografica), nel 2019 il valore della produzione a denominazione rappresenta il 19 per cento del totale agroalimentare, raggiungendo quasi 17 miliardi di euro e conformando un trend di crescita ininterrotto negli ultimi dieci anni. Solo l'agroalimentare, ad esclusione dei vini, si attesta sui 7,7 miliardi di euro, ma se consideriamo il risultato raggiunto nel lungo periodo, la crescita è stata del 54 per cento nell'ultimo decennio. Le DOP (Denominazione di origine protetta) e le IGP (Indicazione geografica protetta) pesano il 21 per cento del fatturato all'estero dell'intero agroalimentare, con un valore pari a 9,5 miliardi di euro. Il contributo maggiore è fornito dal comparto dei vini, ma il segmento alimentare che si attesta sui 3,8 miliardi di euro cresce ancora più velocemente di quello dei vini con un più 7,2 per cento del 2019 sul 2018.
  Le strutture di controllo su cui il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali può contare, cioè l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi di prodotti agroalimentari (ICQRF), e i carabinieri del Comando unità forestali ambientali e agroalimentari, sono un'eccellenza a livello mondiale. Il ruolo dell'Ispettorato centrale è fondamentale per la tutela delle nostre produzioni di qualità nei mercati nazionali e internazionali, la difesa Pag. 11delle produzioni agroalimentari, la tutela della qualità e della salubrità degli alimenti, il contrasto alle pratiche sleali, l'intenso lavoro di vigilanza sulle attività di controllo delle produzioni e l'indicazione geografica, le attività analitiche dei laboratori a tutela della qualità sono elementi centrali nella attività svolte.
  Ricordo il grande lavoro fatto dall'Ispettorato repressione frodi in Europa come Autorità ex ufficio a livello globale e sul web per eliminare dal commercio il falso agroalimentare italiano. Avere siglato accordi con le grandi piattaforme del commercio su Internet consente all'Italia di garantire alle nostre denominazioni di origine la stessa protezione contro la contraffazione previste per i marchi privati. È un valore straordinario, che si basa proprio sulla tutela della reputazione dei siti, così come dei nostri produttori.
  L'ICQRF è l'unica Autorità antifrode europea sul food ad avere accordi di cooperazione con Alibaba ed eBay, con migliaia di interventi sul web a tutela delle produzioni e dell'indicazione geografica con percentuali di successo elevatissime.
  L'esperienza dell'ispettorato è considerato dalla Unione europea una best practice in Europa. Anche con Amazon è in itinere un'attività per bloccare le inserzioni irregolari. Nonostante le difficoltà dovute alla crisi pandemica in atto, l'Ispettorato è riuscito ad assicurare un numero di controlli in evoluzione positiva rispetto agli anni precedenti. È intenzione del Ministero continuare in tale percorso migliorando e rafforzando le capacità dell'ICQRF anche in termini di risorse umane, nell'espletamento dei controlli per la qualità delle nostre produzioni e per la tutela dei nostri prodotti nel mercato nazionale e sulle piazze internazionali, dove occorre incentivare la cooperazione operativa con le omologhe strutture.
  Al momento sono già in atto accordi con gli Stati Uniti, con la Food and Drug administration (FDA), Cina, Turchia, Moldavia, Germania, Regno Unito, solo per citare alcuni esempi. In materia di commercio elettronico, con grande attenzione il Ministero continuerà a seguire la questione relativa alla liberalizzazione dei domini Internet di primo e secondo livello, affinché si escluda qualsiasi soluzione che non tuteli le indicazioni geografiche e i marchi anche attraverso accordi internazionali per la produzione delle denominazioni.
  Un'altra priorità, che ritengo di apicale importanza, riguarda il recepimento della direttiva UE 2019/633 sulle pratiche sleali per tutelare di più e meglio i nostri agricoltori, assicurando effettività ai controlli lungo la filiera e prevedendo il ruolo dell'Autorità di contrasto in capo alla nostra Amministrazione. Le vendite sotto i costi medi di produzione non sono ammissibili, così come sono state vietate le aste al doppio ribasso praticate da alcune insegne nella grande distribuzione. Sono pratiche che danneggiano tanto i produttori, quanto i consumatori, perché favoriscono una spinta verso il basso e verso la mortificazione della qualità. Il Ministero avrà una responsabilità diretta fondamentale, essendo stata individuata l'Autorità di contrasto nazionale nell'Ispettorato repressione frodi del MIPAAF.
  In ultimo, per migliorare l'attività di contrasto occorre senza dubbio operare una drastica e incisiva semplificazione, in particolare vi è la necessità di una revisione del quadro di regole sulle sanzioni, in modo da renderle più efficaci, maggiormente proporzionate agli illeciti, nonché più organiche a livello settoriale. Occorre riformare il quadro penale dei reati agroalimentari, oggi fermo alle norme del codice del 1930 e alla legge sull'igiene degli alimenti del 1962.
  Nella stessa ottica bisogna lavorare per rendere sempre più trasparenti le contrattazioni sui prodotti agricoli, anche attraverso lo sviluppo e il potenziamento delle Commissioni uniche nazionali, che oggi sono attive per la filiera suinicola, cunicola e delle uova. Non meno rilevante l'attività di controllo e tutela svolta dal Comando carabinieri per la tutela dell'agroalimentare. Assai prezioso è il lavoro dei carabinieri nel garantire costantemente la legalità lungo tutta la filiera agroalimentare, contrastando con efficacia fenomeni sempre più definibili come agro-mafie e agro-piraterie, ma allo stesso tempo offrendo al Paese – Pag. 12nel solco della tradizione del Corpo forestale dello Stato – un servizio di tutela della natura e degli ecosistemi che trova pochi paragoni a livello mondiale.
  Passiamo al tema della etichettatura. La trasparenza sull'indicazione dell'origine in etichetta è un diritto da garantire ai cittadini. L'Italia è una avanguardia in Europa sotto questo profilo e proprio per questo nei prossimi mesi sarà rafforzata l'azione a livello di Unione europea con l'obiettivo di favorire una evoluzione della normativa comunitaria attraverso una revisione del Regolamento UE 2011/1169. A livello nazionale è necessario proseguire con quanto già introdotto in via sperimentale, rinnovando i decreti attualmente in essere riguardanti latte, formaggio, pasta, riso, carni suine, trasformati e derivati dal pomodoro.
  Fermo e deciso è il rifiuto del Nutriscore e di modelli di etichettatura nutrizionale che distorcono le informazioni al consumatore. Io su questo – senza leggere il passaggio che avevo predisposto – voglio essere molto chiaro. È notizia di oggi di una lettera firmata da alcuni scienziati di supporto al Nutri-score e di bocciatura del sistema a batterie che invece è stato promosso dal nostro Paese, proprio per contrastare quel sistema a semaforo che riteniamo assolutamente inconcepibile, immotivato, ingiustificato e ingiustificabile.
  Su questo voglio essere chiaro, l'ho già detto in sede di risposte al question time, l'ho già detto durante le audizioni al Senato della Repubblica. È una battaglia che l'Italia deve fare come sistema Paese.
  Noi non possiamo permetterci che un sistema di etichettatura che non ha come obiettivo ultimo e reale quello di dare informazioni complete ai cittadini, ma semplicemente mettere un bollino rosso, verde o giallo su un alimento, senza fare capire l'importanza di una dieta equilibrata, di scelte alimentari equilibrate. Credo che non sia accettabile per queste ragioni distruggere il sistema agroalimentare italiano, perché questa è la realtà. Il sistema Nutri-score è un pericolo reale per il nostro sistema agroalimentare.
  La dieta mediterranea è stata riconosciuta come patrimonio immateriale dall'UNESCO, le scelte nutrizionali sane e varie che vengono fatte con consapevolezza dai cittadini sono quelle che vanno coltivate attraverso formazione, informazione e dati completi sulle etichette. Questo è ciò che dobbiamo chiedere, è ciò che chiederemo con forza e lo farò da lunedì, quando a Bruxelles – al prossimo Consiglio – ribadirò la posizione italiana e su questo dobbiamo lavorare con altri partner europei per creare maggior consenso possibile.
  La realtà è che le esportazioni italiane di produzioni ad alto valore aggiunto sono mercati che fanno gola ad altri e vuole essere utilizzato il sistema Nutri-score per portare via quella parte di grande capacità del nostro Paese di esportare prodotti con alto valore aggiunto – e quindi con mercati molto ricchi – a favore di chi in questo momento non ha accesso a quei mercati. Questa cosa non è accettabile da parte del nostro Paese. Sull'etichettatura non ho altro da aggiungere, perché penso di essere stato abbastanza chiaro.
  Pesca e acquacoltura. La pesca e l'acquacoltura hanno un grande valore, non soltanto economico, ma anche politico, nella misura in cui attraverso spazi e risorse condivise permettono un collegamento diretto con altre realtà economiche e politiche del mediterraneo. In quest'ottica la pesca marittima può assumere un ruolo centrale, grazie al suo maggior potenziale come strumento politico di coesione. Operare sullo stesso mare, sugli stessi mercati con un forte scambio di risorse e capacità umane è una occasione politica di grande portata. Stato delle risorse, debolezze dei mercati domandano coesione e cooperazione. In tal senso la pesca può e deve assumere un ruolo pilota che può concretizzarsi attraverso buone pratiche di condivisione di spazi naturali in parti comuni e in parti comunque continui.
  Come negli altri settori, la pandemia ha mostrato da un lato l'importanza della attività di pesca e di acquacoltura nel garantire l'approvvigionamento e dall'altro ha evidenziato le gravi debolezze e le tante criticità che ne mettono in pericolo la sopravvivenza. Pag. 13
  È noto infatti che il processo di trasformazione del settore della pesca italiana da realtà inefficiente e assistita a realtà competitiva di mercato e di sostegno ai territori non si è mai completato. La pesca marittima e l'acquacoltura possono e devono, invece, trasformarsi in un valore aggiunto per l'economia di un Paese che vanta oltre 8.000 chilometri di costa. Il salto di qualità per un settore ittico moderno e competitivo non può prescindere, tuttavia, da una vera e propria rivoluzione culturale. È noto che la pesca e l'acquacoltura hanno una governance multilivello con una forte componente internazionale che ne determina orientamenti e indicazioni e che spesso è complicato declinare in ambito locale.
  A fronte di tale sistema è fondamentale sostenere e rafforzare gli strumenti a disposizione dell'Italia per promuovere il proprio interesse nazionale, sia in ambito UE – nella partecipazione alla determinazione della politica comune – e sia in ambito FAO (Food and Agriculture Organization), dove nel più ampio contesto della governance dei mari e degli oceani il percorso intrapreso è quello della cosiddetta economia a crescita blu, a sottolineare le necessità di una economia sostenibile, innovativa nei bacini marittimi e negli oceani. Anche e soprattutto nel settore ittico, la sfida più difficile è coniugare sostenibilità a fronte della necessità di ridurre lo sforzo di pesca, con l'aspetto economico imprenditoriale sociale, posto che molte comunità costiere dipendono dalle attività legate alla piccola pesca. Sostenibilità dei processi produttivi, innovazione tecnologica e organizzativa, nonché crescita culturale degli operatori mediante la realizzazione di percorsi formativi, saranno i pilastri su cui si poggerà la Strategia 2021-2027 per attuare il salto di qualità verso la crescita blu.
  Nell'obiettivo di rendere competitive sui mercati le imprese di pesca marittima e di acquacoltura, garantendo il buono stato delle risorse marine viventi e incentivare la crescita blu come approccio di sistema della economia del mare, occorre un'azione di Governo che si concreterà sui seguenti interventi: responsabilizzazione imprenditoriale delle imprese di pesca, semplificazione della governance per il settore dell'acquacoltura, supporto alla pesca locale – sarà ad alto valore aggiunto e inserita in un cluster di economia marittima – promozione dei contratti di filiera che valorizzino le produzioni in un'ottica di crescita imprenditoriale ed economica; migliore definizione del ruolo dei mercati; valorizzazione del prodotto tramite certificazione e tracciabilità, identificazione e più in generale informazioni del consumatore; promozione del prodotto anche per una migliore conoscenza da parte del consumatore; ricerca e sviluppo, specialmente nelle nuove tecnologie, nella digitalizzazione dei processi organizzativi; rafforzamento della tutela dei diritti della sicurezza dei lavoratori del settore.
  Solo una riforma decisa nel settore in termini di maggiore concorrenza e imprenditorialità con la revisione del sistema lavoristico previdenziale potrà renderlo interessante per le giovani generazioni. La crescita blu e la sicurezza alimentare si basano su diverse componenti, sia economiche, che politiche. La chiave per avere successo è la sinergia tra tutte. Questo obiettivo è conseguibile solo con il supporto attivo e la condivisione di tutti i soggetti associativi e istituzionali del settore, con i quali voglio anche ragionare sulla possibile adozione di un nuovo piano triennale della pesca e della acquacoltura. Come sapete, il Piano triennale 2017-2019 è ancora attivo per effetto delle proroghe annuali che ne hanno esteso l'efficacia fino alla fine del 2021 e ritengo opportuno avviare un confronto trasparente su questo argomento.
  Con riferimento alla pesca marittima evidenzio il prezioso operato del corpo delle Capitanerie di porto, della Guardia costiera, per l'intensa attività di controllo e prevenzione svolta. Come è noto, presso il Ministero è operante il reparto pesca marittima del Corpo delle capitanerie di porto, che svolge un'indispensabile azione di raccordo tra amministrazione e il Comando generale in tutte le questioni inerenti la vigilanza e il controllo della pesca marittima, dell'acquacoltura e delle relative filiere. È, altresì, essenziale l'attività di diffusione delle indicazioni emanate dal Ministero, Pag. 14 nonché l'attività di raccolta delle istanze del ceto armatoriale, compiti che contribuiscono alla Guardia costiera la funzione di sportello unico per il mare, con l'obiettivo di supportare tutte le marinerie nazionali.
  Secondo i dati aggiornati dal Comando generale, nel 2020 i controlli svolti sono stati oltre 112.000 e a fronte dei 5 milioni di euro impiegati dal MIPAAF per sostenere per l'attività di vigilanza e verifica sono confluite nelle casse dello Stato risorse pari a 7,5 milioni di euro a titolo di sanzioni amministrative.
  Passando ad affrontare le altre attività che dovrebbero essere considerate rilevanti, ritengo che nell'ambito degli orientamenti e degli interventi di carattere più generale molte altre attività potranno essere al centro dell'azione di Governo, e mi riferisco al lavoro mirato che dovrà essere svolto le singole esigenze settoriali in ragione delle peculiarità di ciascuno.
  I tavoli di filiera, come ad esempio quelli grano-pasta, olio, agrumi, zootecnico, brassicolo, canapa, frutta in guscio, vino, ortofrutta – per citarne solo alcuni – rappresentano, senza dubbio, gli strumenti più adatti per la programmazione di interventi in grado di apportare valore aggiunto a tutti i soggetti coinvolti e operare scelte condivise e calibrate alle diverse realtà.
  A tale proposito, come non dedicare un cenno alla vendita diretta, attività insostituibile e voce ogni giorno più importante per le imprese agricole, sempre più attente ad avere un rapporto diretto e di fiducia con i consumatori. Si deve intervenire per semplificare le procedure, attraverso un miglioramento delle normative già oggi in essere e con nuove risorse per stimolare la crescita dei farmer's market.
  Ulteriore tematica sulla quale mi preme richiamare la vostra attenzione è il tavolo di filiera sulla canapa industriale, la cui prima riunione di insediamento si è svolta lo scorso mese di febbraio. Le potenzialità di questa pianta – sia come coltivazione innovativa atta a consentire le rotazioni agronomiche e a favorire la bonifica dei terreni dai metalli pesanti, sia per i molteplici usi industriali ai quali si presta – sono straordinarie ed è nostra priorità sviluppare un piano di settore in grado di incentivarne la produzione e la trasformazione attraversa un'adeguata strategia di filiera e con l'indispensabile apporto della ricerca e dell'innovazione tecnologica.
  Al tavolo hanno partecipato oltre 48 componenti, in rappresentanza tra l'altro delle istituzioni e delle organizzazioni professionali agricole e del mondo della ricerca, a testimonianza del grande interesse e della necessità di valorizzare e incentivare il settore canapicolo nazionale. Si tratta di un percorso avviato, che intendiamo proseguire celermente, assicurando ai diversi stakeholder tutto il nostro supporto.
  Più in generale, all'integrazione delle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza presterò la massima attenzione a un programma di promozione e rilancio dei prodotti agricoli delle filiere più in difficoltà, a cominciare dall'attuazione dei decreti attuativi di riparto delle risorse già nella nostra disponibilità.
  Venendo a un ambito più strettamente riguardante la dimensione lavorativa, è necessario garantire il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori agricoli, della pesca e proteggere le imprese dalla concorrenza sleale di chi sfrutta e sono questi due capisaldi nell'azione del contrasto al lavoro e al caporalato che il MIPAAF sta portando avanti in collaborazione con gli altri ministeri competenti. In questa ottica si lavora per la piena attuazione della legge n. 199 del 2016, in particolare proseguendo nelle linee di azione del piano triennale di contrasto già individuate nel 2020.
  Dalla digitalizzazione possono derivare soluzioni di criticità apparentemente poco rilevanti, ma che invece comportano dispendio di tempo e di risorse per le aziende. Mi riferisco al potenziamento della banca dati unica per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro agricolo.
  Un altro tema di grande rilievo è la lotta agli sprechi alimentari. Ogni anno in Italia si gettano cibi per un valore di 12 miliardi d'euro circa, uno spreco inaccettabile, tanto più che oggi più di cinque milioni di persone soffrono di povertà alimentare e hanno necessità di assistenza. Pag. 15
  In quest'ottica è necessario, oltre a rendere più sostenibile la produzione agroalimentare, con progetti di economia circolare, potenziare le attività del tavolo per la lotta agli sprechi alimentari e l'assistenza alimentare come strumento innovativo di partenariato pubblico/privato. Attuare le linee guida della Commissione europea per la lotta agli sprechi alimentari, migliorare gli strumenti normativi per consentire il recupero delle eccedenze ai fini umani che si possono verificare in casi di crisi di mercato.
  Di fondamentale importanza è anche la tematica legata al credito quale fattore di maggiore impatto nel settore primario, essendo questo ad alta intensità di capitale. L'accesso al credito in generale e un buon rapporto tra banca e imprese costituiscono elementi indispensabili alla realizzazione degli obiettivi, specie quelli di politica agraria. Nessuna iniziativa progettuale può prescindere da un quadro finanziario adeguato alle peculiarità delle aziende agricole della pesca e il servizio del credito assicura, inoltre, alle risorse pubbliche erogate uno straordinario effetto leva, oltre a garantire una migliore valutazione di merito alle iniziative.
  Per tali ragioni mi impegnerò affinché l'attività di fondamentale importanza svolta dall'ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) per facilitare il rapporto delle imprese del settore agricolo e della pesca con il settore bancario/assicurativo, allo scopo di preservarne e irrobustire la solidità, sia rafforzato mediante la fornitura di servizi informativi, assicurativi e finanziari, di strumenti di garanzia creditizia e finanziaria sempre più efficaci e incisivi.
  Questo anche in virtù dell'esperienza fatta con la gestione del microcredito centrale, del Fondo centrale di garanzia al Ministero dello sviluppo economico, che oggettivamente – seppure con un ritardo iniziale – poi ha garantito una necessaria liquidità alle imprese, soprattutto con i prestiti garantiti al cento per cento dallo Stato fino a 30.000 euro.
  Ho già avuto modo di sottolineare la rilevanza nel settore viticolo oleario colpito da un'emergenza non meno grave e contagiosa della pandemia da COVID; ancorché causata da un batterio, la malattia che da ormai da anni affligge le piante di ulivo nel territorio del Salento e non solo, ha causato ingentissimi danni economici in un prodotto che è il simbolo principe dell'Italia mediterranea. Occorre, quindi, proseguire con gli interventi previsti dal Piano straordinario per la rigenerazione viticola della Puglia e per la revisione e l'attuazione di un Piano viticolo nazionale che sia cornice di coordinamento, operazioni mirate e integrate a vantaggio di tutti gli attori della filiera.
  Con riferimento a un'altra importantissima competenza di questo Ministero, vale a dire l'ippica, la pandemia ha messo in evidenza le criticità del sistema delle corse di cavalli e si è avvertita l'esigenza di riforma del settore. È necessario un progetto credibile di risanamento e di rilancio che veda la separazione tra le attività di promozione dell'allevamento e di valorizzazione delle razze equine e quelle agonistiche legate al cavallo, dalla programmazione e organizzazione delle corse, fino all'erogazione in tempi ragionevoli dei pagamenti spettanti agli operatori, per i quali spesso i premi rappresentano l'unica fonte di reddito. Un progetto che metta al centro non soltanto il gioco, ma una serie di interventi volti a migliorare la competitività, la legalità e lo spettacolo, anche alla luce della necessità di restituire all'ippica la dignità di un'attività che – in virtù del millenario rapporto tra uomo e cavallo – costituisce un insieme complesso dalle forti componenti socioculturali, oltre che economiche.
  Per la loro straordinarietà e per il loro forte impatto meritano un cenno conclusivo le azioni intraprese nel contrasto alla crisi COVID. Il Ministero è pienamente impegnato nella gestione e nella liquidazione degli aiuti diretti al mondo agroalimentare. Da questo punto di vista, proprio nell'ultima settimana di febbraio si sono sbloccati i pagamenti di oltre 60 milioni di euro agli allevatori sul fondo zootecnia in crisi e sono stati pagati oltre 80 milioni di euro a 12.500 beneficiari del Fondo Ristorazione. Pag. 16 Uno sforzo amministrativo che deve proseguire, arrivando ad una pronta e positiva conclusione dei pagamenti che porterà liquidità al sistema per oltre 400 milioni di euro.
  Allo stesso modo il Ministero segue i provvedimenti per i nuovi ristori, tenendo conto delle misure imposte al settore della ristorazione, dal momento che la pandemia oltre ad avere gravemente compromesso la stabilità del settore agrituristico, continua ad avere gravi e immediate e prolungate ripercussioni su tutte le produzioni agroalimentari, a partire dal settore delle carni. È mia intenzione continuare a garantire i necessari ristori alle imprese del settore agroalimentare italiano.
  La capacità di corrispondere in un modo rapido ed efficace alle esigenze di carattere economico delle imprese che fanno riferimento al nostro Ministero, costituisce uno degli obiettivi principali della mia azione di governo. In tale contesto AGEA – nella sua funzione di organismo di coordinamento e organismo pagatore delle risorse provenienti da fondi europei e di soggetto gestore di gran parte delle misure di aiuto disposte con i provvedimenti legislativi dell'ultimo anno – costituisce un ente strategico per il nostro settore. La qualità, la rapidità e l'efficienza dei servizi dell'erogazione delle risorse che AGEA è in grado di garantire sono direttamente correlati allo stato di salute del mondo agricolo e della pesca e alla sua capacità di resistere alle conseguenze derivanti dal perdurare della crisi causata da pandemia.
  AGEA deve essere in grado di operare al meglio, e su questo versante la dotazione finanziaria prevista per il 2021 sarà utile ad accompagnare questo percorso sul quale, ovviamente, vigilerò. Prima di concludere voglio soffermarmi sull'importanza che attribuisco alle persone. Sono convinto che la nostra capacità di resistenza a questa straordinaria congiuntura negativa dipenderà da come riusciremo a garantire un adeguato ricambio generazionale. Dobbiamo essere in grado di attrarre sempre più giovani preparati e motivati, soprattutto consapevoli che l'agricoltura rappresenta il futuro di questo Paese, così come sono fortemente persuaso che la ricerca dell'apporto, della professionalità, della sensibilità e del vigore lavorativo delle donne rappresenti una delle missioni da perseguire. Il mondo agricolo con più giovani e con più donne è un mondo agricolo più forte, più moderno e più equo.
  L'esperienza di Governo mi insegna che le sfide che ci attendono non possono essere affrontate senza la partecipazione attiva e consapevole delle donne e degli uomini, dell'amministrazione e della loro organizzazione e rappresentanza. La professionalità e senso di responsabilità che ha contraddistinto l'operato della maggior parte dei dipendenti ha consentito a questo Ministero di assicurare un fondamentale sostegno al settore agroalimentare in questo drammatico anno di crisi sociale ed economica.
  Al tempo stesso so che non è più differibile un processo di qualificazione del personale che deve essere in grado di affrontare con strumenti adeguati e mezzi appropriati il tanto lavoro che ci aspetta.
  Abbiamo anche l'opportunità di rafforzare e ringiovanire l'organico del MIPAAF e nel prossimo biennio assumeremo 140 persone, che costituiranno un patrimonio umano e professionale indispensabile per l'attività del Ministero.
  Abbiamo davanti a noi grandi responsabilità e anche immense opportunità. Il piano nazionale, la nuova PAC (Politica agricola comune) sono sfide che ci debbono portare a guardare un orizzonte lontano, ma a non perdere di vista l'emergenza quotidiana che ancora c'è.
  Credo che abbiamo gli strumenti da mettere in campo per raggiungere entrambi gli obiettivi, cioè superare questa crisi e rilanciare verso nuovi orizzonti più innovativi, più sostenibili e più digitali un settore che ha bisogno di tanta innovazione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. La ringrazio di cuore per il suo contributo, un intervento tutt'altro che scontato. Io direi di aprire il dibattito, chiedo ai colleghi di segnalarmi la loro richiesta di intervento. Procederei quindi secondo la seguente organizzazione dei nostri lavori. Abbiamo Pag. 17stabilito che avrà luogo un intervento per ciascun gruppo della durata non superiore a cinque minuti, poi a seconda del tempo residuo valutiamo la possibilità di un secondo giro di interventi.

  LORENZO VIVIANI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro. Sì, tocca a me aprire le danze in Commissione, però mi accodo ai complimenti del Presidente Cenni sulla relazione svolta dal Ministro.
  Le rivolgo alcune considerazioni e alcune domande. Naturalmente la ringrazio per avere sottolineato e specificato l'importanza del tema riguardante la zootecnia. Auspichiamo che l'impronta che si vuole ridurre sia fatta con incentivi, con promozione, perché si tratta di un settore già duramente colpito, un settore oggetto quasi di insulti da alcune associazioni ambientaliste, invece ricordiamo sempre che è un settore molto importante. Noi portiamo miliardi di euro di latte, di carne nel nostro Paese, sono un tassello fondamentale del nostro agroalimentare, quindi devono fare parte a pieno titolo di quello che possiamo considerare energia verde e certamente può aiutare in questo senso la riduzione della chimica nei campi, può preservare la fertilità dei terreni. Quindi reinserire realmente la zootecnia nel sistema produttivo, questa è la domanda che le faccio. Noi vediamo così il concetto di ridurre l'impatto. Il sistema economico è importante, ricordiamoci sempre che il nostro allevamento è una parte importantissima del nostro Made in Italy.
  Alcune altre considerazioni. Il settore apistico, non lo ha citato, ma riteniamo che sia fondamentale, che debba crescere, anche perché è un indicatore naturale dello stato di salute della nostra aria, non solo perché si tratta di insetti impollinatori e quindi sono alla base della nostra natura, del nostro modo di coltivare, ma della natura stessa. Fondamentale è riuscire a dare un contributo in questo settore che soffre, sinceramente, il problema di essere da tempo dimenticato.
  Gestione delle foreste. Da triestino, Ministro, penso conosca molto bene il problema che ha subìto il Friuli e non solo dopo Vaia, quindi la distruzione delle foreste, anche il bostrico tipografo sta mettendo in ginocchio le foreste e gli abeti rossi. Lì veramente ci vuole un piano forestale. Noi pensiamo innanzitutto alla detassazione della filiera del legno, ma non solo, abbiamo bisogno di percorsi forestali, di riuscire a effettuare manutenzione ordinarie e straordinarie delle nostre foreste.
  Parliamo di Sugar tax, e Plastic tax. Naturalmente speriamo che sia nelle sue intenzioni – ma poi lo faremo anche mediante iniziative parlamentari – di prorogare l'entrata in vigore di tali imposte, che non possono essere introdotte adesso, perché andrebbero comunque a inficiare e a dare un colpo ulteriore al tessuto produttivo. Non ricadrebbero sul consumatore che già ha sicuramente dei grandissimi problemi, ma direttamente sul produttore che non ha neanche la possibilità di effettuare una conversione. Quindi va bene la conversione green, però non facciamola sempre sulle spalle di chi produce. Cerchiamo realmente di portare – io immagino anche sul discorso delle cassette di polistirolo nel reparto della pesca – a dei contenitori compostabili, green o come vogliamo chiamarli – ma facciamolo con intelligenza, senza creare dei problemi al nostro settore produttivo.
  Pesca, un argomento su cui mi dilungherei di più per deformazione professionale. Abbiamo sui tavoli europei dei dossier molto importanti.
  Il regolamento controlli. Bisogna farsi sentire come Italia, perché è passata una linea che ha riaperto le telecamere a bordo delle imbarcazione da pesca e i pescatori non sono dei sorvegliati speciali, non sono dei delinquenti. Molto importante è fare sentire la voce del Ministero, che ha dato parere già contrario su questo provvedimento.
  Piano pluriennale del tonno rosso, altro dossier presente nell'agenda europea, ma poi abbiamo altre tematiche molto importanti. Tutto il discorso sulla riduzione dello sforzo di pesca che ora è gestito sulla riduzione delle giornate. Si sta mettendo in crisi il settore nel suo complesso, perché si riduce e non c'è più la sostenibilità economica delle imbarcazioni che non riescono Pag. 18ad avere giornate lavorative che possano garantire il mantenimento dell'attività, quindi il sostegno delle proprie famiglie.
  Abbiamo importanti decisioni di politica estera da assumere anche sul Mediterraneo. Usciamo dal triste caso dei pescatori di Mazara del Vallo, quindi ritorniamo a una sorveglianza sulla pesca e cerchiamo di fare accordi con i Paesi del nord Africa, che ricordiamo sequestrano i nostri pescatori, ma loro entrano dentro le nostre acque nazionali entro le 12 miglia dalla costa. Cerchiamo di velocizzare i nullaosta, questa è una cosa abbastanza semplice da fare, Ministro. Abbiamo tante pratiche ferme sui nullaosta ministeriali, tante attività che devono poter iniziare e aspettano solamente una firma. Bisogna velocizzare, non ci possiamo fermare su questi aspetti marginali.
  Piano nazionale di ripresa e di resilienza. Pensiamo che sia molto importante separarlo dalla linea della PAC, di prevedere in questo Piano nazionale tutti quei provvedimenti che, ad esempio, possono essere considerati straordinari, ma di ripresa reale del settore agricolo e della pesca. Quindi che possono realmente svecchiare la nostra agricoltura, gli investimenti sul rinnovo delle macchine agricole, sempre naturalmente sulla base della politica green, che contraddistingue comunque il Recovery Plan. Possiamo rendere energeticamente sostenibili e migliorare l'attività della nostra agricoltura, penso naturalmente ai trattori, alle macchine agricole, penso agli essiccatori che possono aumentare anche la qualità dei nostri prodotti cerealicoli.
  Penso ad un rinnovo della flotta, che sembra quasi sfatare un principio che tutto quello che si fa di nuovo sulle imbarcazioni aumenta lo sforzo di pesca, ma abbiamo bisogno di svecchiare realmente le nostre marinerie che purtroppo stanno invecchiando, sia dal punto di vista dell'età anagrafica dei pescatori, sia dal punto di vista dell'età anagrafica delle imbarcazioni, non più sicure per gli standard qualitativi di sicurezza del 2020. Anche lì potremo fare tanto sui motori, abbassando le emissioni nocive.
  Concludo – perché ho già sforato i cinque minuti e non mi voglio fare riprendere dalla presidente Cenni che era già pronta con il campanello – dicendo che i nostri agricoltori, sono dei custodi, delle sentinelle del territorio. Io vengo da un territorio molto fragile.
  Lei ha una missione molto difficile, molto importante, anche quella dell'interlocuzione con il nuovo Ministero della transizione ecologica, fu Ministero dell'ambiente. La sua missione è quella di riuscire a sburocratizzare tante cose, di rendere la vita facile e meno burocratica ai nostri agricoltori. Ricordiamoci che in molti territori l'agricoltore non è solamente alla base del nostro agroalimentare, del Made in Italy, ma veste tutti i giorni la maglia della Protezione civile, perché preserva dal rischio idrogeologico i nuovi territori e regima le acque, quindi ha un valore inestimabile per tutta la comunità. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Viviani. Non voglio essere troppo fiscale con i tempi degli interventi perché è ovviamente una audizione molto importante, però abbiamo già sette iscritti a parlare. Il Ministro ci ha dato un range di tempo che dobbiamo provare a rispettare.

  ANTONELLA INCERTI. Grazie, signora presidente. Ringrazio il Ministro per l'esaustiva relazione e l'ampiezza del quadro complessivo che ci ha restituito su tutto il settore e anche da parte mia buon lavoro. Naturalmente io andrò un po' per sintesi, i punti da toccare sono moltissimi, credo che avremo anche altre occasioni durante il lavoro della Commissione parlamentare dei prossimi mesi.
  Mi soffermo solo su alcuni aspetti, individuando alcuni caratteri più legati alla contingenza e più che domande, svolgerei qualche valutazione generale di prospettiva, anche riferita al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Intanto, tra l'altro, alcune cose le ha già toccate lei abbastanza approfonditamente.
  Lo sblocco del Fondo Ristorazione, tendo a ribadirlo, dai dati che abbiamo – anche secondo alcune audizioni già svolte – è uno Pag. 19strumento che si è rivelato particolarmente concreto ed efficace. Tuttavia abbiamo dei problemi ancora, appunto, nello sbloccare e nell'accreditare questo fondo da parte dei richiedenti.
  Io sottolineo la necessità, in questo caso qualche problema lo abbiamo alle Poste italiane, ma soprattutto riguardo anche a domande sbagliate. Cerchiamo di accelerare l'arrivo di questi finanziamenti a fondo perduto, perché sono indispensabili proprio per fare vivere il comparto della ristorazione, particolarmente toccato dalla crisi, che purtroppo con il perseguire della pandemia ancora ne avrà.
  Un occhio al tema delle fitopatologie che, naturalmente, non va in secondo piano rispetto ad altre problematiche.
  L'altro punto lo ha toccato, ma ci teniamo anche noi a ribadirlo di nuovo, è il tema della etichettatura e del Nutri-Score. Come lei ha già bene evidenziato, è una battaglia che dobbiamo fare a livello europeo per la difesa soprattutto dei nostri prodotti. Riteniamo che sia un modello sbagliato quello a semaforo, perché dà cattiva informazione al consumatore, tra l'altro portando a una discriminazione – come accennava anche lei – dei prodotti di qualità, dei prodotti sani, a discapito di prodotti più artefatti.
  Un altro punto che vorrei sottolineare riguarda il contrasto all'Italian Sounding.
  Un occhio particolare anche al tema dei dazi. Insomma, qui vado proprio titoli. Sappiamo delle enormi entità, credo che gli strumenti a disposizione possono essere molti, alcuni li ha già accennati. Aggiungo la particolare importanza anche di tenere una connessione forte con le Camere di commercio – soprattutto quelle impegnate all'estero – per fare un'opera di informazione anche sui mercati esteri della qualità dei nostri prodotti e delle contraffazioni.
  Un altro capitolo è quello di proseguire la lotta al caporalato, lei lo ha accennato. Credo che in pandemia sia ancora più utile proseguire in questo lavoro che è stato iniziato, ma che certamente ha ancora degli aspetti che presentano ancora delle criticità. È chiaro che noi chiediamo che vada proseguito – ma lo ha accennato – anche riferendosi alla legge per incentivare le reti agricole di qualità.
  Velocemente, un tema che riguarda la prospettiva attraverso la costruzione del PNRR. Se noi vogliamo fare una reale transizione ecologica, aumentando competitività e resilienza, dobbiamo essere pronti a un'innovazione profonda di tutto il sistema agroalimentare, prevedendo una vera riconversione.
  Faccio riferimento soprattutto al tema delle risorse e credo che le risorse previste dal Piano non siano sufficienti, credo che vada segnalato che qualche sforzo ulteriore si può fare. Rispetto all'allocazione di queste risorse, credo di sottolineare qualche criticità, soprattutto se noi continuiamo a evidenziare il ruolo strategico dell'agricoltura per quanto riguarda il controllo, la gestione e il presidio del territorio.
  In particolare penso all'incentivazione dell'agricoltura biologica certificata, lei lo ha accennato, bene. Credo che nel Piano dobbiamo agganciarci maggiormente a quelle che sono alcune delle politiche messe in campo dalla Comunità europea, faceva riferimento al Farm to Fork.
  Credo che dobbiamo anche rassicurare, forse alcune di queste strategie sono state accolte con una certa freddezza. Continuare a garantire reddito certo agli agricoltori, però anche sottolineare, il fatto che in realtà abbiamo un vantaggio competitivo, non solo per i dati che l'agricoltura biologica ci dà, ma anche sul tema della biodiversità. In realtà noi – anche rispetto agli altri Paesi europei – siamo in vantaggio competitivo. Dobbiamo convincere che abbiamo questo vantaggio competitivo, anche perché in tema di prospettiva, la declinazione nella sostenibilità non riguarderà solo l'elemento di aumento della domanda dei consumatori. Strategie come queste, in realtà, nascono dal fatto – e la pandemia ce lo ha chiarito ancora di più – che sono i consumatori che stanno facendo determinate richieste di qualità, non è tanto solo la politica.
  Il vantaggio sarà non solo legato a maggior domanda – sempre di più consumatori chiederanno questo tipo di cibo – ma sarà potenzialmente, ad esempio, la concessione Pag. 20di credito, cioè saranno le imprese che investiranno in questi settori di sostenibilità che avranno maggiormente aperture di linee di credito.
  L'altro punto a cui teniamo – ne avrei molti altri – riguarda sempre la questione dell'allocazione delle risorse. Volevo segnalare, per quanto riguarda il PNRR, che ci sono poche risorse per quanto riguarda la gestione della risorsa acqua. Sappiamo sempre di più che la qualità del prodotto è legata alla qualità dell'acqua che noi forniamo. Credo che vadano riequilibrate le risorse – come ci hanno ricordato in tutte le audizioni – e che è pronto un Piano nazionale di rilancio da calendarizzare anche velocemente, perché uno dei temi sarà anche quello del fattore tempo. Credo che rispetto anche alle aree interne questo sarà un tema che noi intendiamo evidenziare, a cui dare particolare attenzione. Mi fermo qui, grazie.

  CHIARA GAGNARLI. Grazie, signora presidente. Ringrazio anche io il Ministro per l'audizione sicuramente molto ampia, molto dettagliata e gli auguro buon lavoro.
  Condividiamo l'intervento che ha fatto, è impossibile non condividere i punti che ha toccato. Sicuramente vanno contestualizzati in un momento difficile per il Paese, quindi per tutti i settori, anche per quello agroalimentare. Questa fase ci porta a fare due ragionamenti sicuramente, uno è quello di sostenere le aziende in questo momento di difficoltà, l'altro è di avere una visione di lungo periodo.
  Per quanto riguarda la visione più immediata, non possiamo che sottolineare l'esigenza di dare un riscontro, un sostegno alle aziende che più hanno sofferto questo periodo di pandemia. Come diceva anche lei, sicuramente il settore agroalimentare ha avuto una crisi asimmetrica. Ci sono settori che hanno patito di più e altri che hanno sofferto di meno o hanno lavorato di più. Quindi vi è l'esigenza di andare a individuare quei settori che hanno più bisogno di essere sostenuti in questo momento. Credo che questo lo potremo fare nei prossimi decreti e a breve nel decreto-legge sui Sostegni.
  Mentre per quanto riguarda la visione, penso che abbiamo una occasione storica in questo momento che non possiamo non vedere. I prossimi mesi saranno determinanti per il settore primario, perché appunto parleremo di transizione ecologica, di digitalizzazione, di innovazione. Abbiamo diverse occasioni, dal PNRR – come abbiamo detto – la nuova PAC, la strategia Farm to Fork. È una grande possibilità che non possiamo sprecare, le risorse che abbiamo da impiegare sono sicuramente tante. Le dobbiamo investire in meccanizzazione, digitalizzazione, nuove tecnologie, quindi il rinnovo dei macchinari, il rinnovo – come diceva il collega Viviani – per quanto riguarda le imbarcazioni della pesca, in ricerca, in agricoltura di precisione. Tutto questo deve andare in un'ottica di sostenibilità ambientale, ma non dobbiamo dimenticarci la sostenibilità economica.
  È difficile fare delle scelte dal punto di vista produttivo, se non teniamo conto nelle scelte che facciamo anche dell'obiettivo di rendere le nostre aziende più competitive e di conseguenza cercare di avere maggiore reddito per le nostre aziende e per gli agricoltori. Quindi occorre individuare dei processi che portino valore aggiunto sia alle aziende, ma di conseguenza anche ai territori, quindi a una maggiore occupazione, in particolare modo – come anche il ministro sottolineava- giovanile e femminile.
  La nuova PAC, come sappiamo, lascia grandi spazi di manovra. Gli Stati membri per raggiungere quegli obiettivi che sottolineavamo prima – la sostenibilità ambientale, la competitività – e in questi spazi di manovra, in queste scelte che dovrà fare lo Stato membro, penso che la Commissione, il Parlamento debba in qualche modo dire la sua.
  Questa Commissione ha lavorato anche in passato sui tre regolamenti PAC, penso che su tali questioni si possa pensare anche ad un atto di indirizzo e penso che potrebbe essere sicuramente utile per il confronto tra Ministero e Parlamento.
  Direi di continuare a lavorare sull'accesso al credito, lo ha accennato anche lei. Sicuramente il Governo precedente ha lavorato Pag. 21 in questa direzione – insieme al Parlamento, perché molte cose sono state poi approvate dalle due Commissioni di Camera e Senato- in merito a tali aspetti specifici, come l'accesso al Fondo per le piccole e medie imprese del Medio credito centrale. Lo ha ricordato bene anche lei che era al MISE, è stato un lavoro sicuramente importante, un risultato fondamentale. Altra cosa, ad esempio, su cui ritengo si possa continuare a discutere riguarda il pegno rotativo, anche questo è stato oggetto di un'iniziativa di origine parlamentare, ma su cui abbiamo lavorato anche con il Ministero.
  Quindi continuare a lavorare sull'accesso al credito, perché quello agricolo è un settore che ha delle peculiarità che non si possono non evidenziare e bisogna studiare misure ad hoc.
  Per quanto riguarda le filiere condivido l'obiettivo di incentivare i contratti di filiera, che sono sicuramente un modo per sostenere le produzioni agricole nazionali e saranno sviluppate anche nel PNRR, ma ricordo anche che a livello di interventi normativi e legislativi questa Commissione ha lavorato e può – speriamo, entro la fine della legislatura – fare approvare delle leggi per quanto riguarda alcune filiere, prevedendo quindi quadri normativi nuovi. Ricordo solo la pesca, ma anche il florovivaismo e la legge sulla semplificazione che sono sicuramente provvedimenti importanti da poter portare a termine entro la fine della legislatura.
  Ricordo anche che in legge di bilancio abbiamo approvato un emendamento per le filiere minori, il Ministro prima ha parlato in particolare della filiera della canapa. È sicuramente una delle filiere che va sostenuta e sviluppata anche grazie al tavolo di filiera che si è aperto da poco nel suo Ministero, ma ricordo appunto il settore delle api, e anche il settore brassicolo che riguarda lo sviluppo di una filiera italiana per quanto riguarda l'orzo legato alla birra artigianale.
  Anche per quanto riguarda il settore cerealicolo, ricordo che sempre nella legge di bilancio è stato approvato un emendamento che ha portato all'approvazione del Granaio di Italia per i cereali, che prevede la tracciabilità e la quantificazione delle nostre produzioni nazionali, così come avviene per vino e olio. Il suo Ministero sarà chiamato a emanare i conseguenti decreti ministeriali di attuazione.
  Chiedo un'attenzione particolare anche per quanto riguarda le pratiche sleali. Questa Commissione ha lavorato sia nel recepimento della direttiva europea, sia con la proposta di legge della presidente Cenni, proprio in merito ad alcune pratiche sleali come il divieto delle aste a doppio ribasso, le limitazioni del sottocosto. La prossima settimana questo Parlamento licenzierà la legge di delegazione europea e sarà fondamentale che il suo Ministero velocizzi l'attuazione della delega proprio per portare a compimento delle scelte importanti, delle norme importanti per la tutela dell'agricoltore rispetto ad alcune dinamiche che conosciamo bene, rispetto alla grande distribuzione e per la tutela del reddito degli agricoltori.
  L'ultima cosa che vorrei sottolineare. Si parla tanto di digitalizzazione dei processi, questa potrebbe essere una soluzione, soprattutto per il campo del lavoro agricolo. Quindi sfruttare la digitalizzazione proprio per incentivare l'incrocio tra domanda e offerta e anche come contrasto al fenomeno del caporalato che sicuramente va sempre contrastato.
  Bene il passaggio sul Nutri-Score, questa Commissione, questo Parlamento si è espresso più volte contro, sappiamo l'importanza di contrastare questo tipo di etichettatura che fa male all'agricoltura italiana. Vorrei sottolineare anche l'importanza non solo di una corretta informazione al consumatore, ma anche una corretta educazione alimentare su cui il Ministero potrebbe in qualche modo investire.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Gagnarli. Scusatemi se divento pressante per il rispetto dei tempi degli interventi, ma nessuno sta rispettando il limite dei cinque minuti.

  RAFFAELE NEVI. Grazie, presidente. Cercherò di stare dentro i cinque minuti, Pag. 22anche perché a noi oggi compete, a mio giudizio, più che entrare nello specifico delle singole misure che andremo ad affrontare, fare un saluto di buon lavoro al Ministro da parte del gruppo politico che rappresento e sottolineare alcune questioni che per noi di Forza Italia sono assolutamente fondamentali.
  Prima fra tutte quelle di fare in modo, signor Ministro, che l'agricoltura sia centrale nell'agenda di questo nuovo Governo. Cercare in tutti i modi di fare capire che – lo abbiamo visto nella pandemia nell'ultimo anno – è assolutamente fondamentale, a nostro avviso, che ci sia sicurezza alimentare. Un bene, un valore assoluto, che solo il mondo agricolo e agroindustriale può riuscire a garantire. Lo Stato, l'Italia, il Governo deve fare – a nostro avviso – di più per sostenere le grandi difficoltà che derivano da questioni geopolitiche. Abbiamo visto nell'ultimo anno il tema dei dazi, il tema della chiusura delle frontiere, della riapertura delle stesse, che generano delle oscillazioni di mercato pazzesche che mettono a dura prova i nostri imprenditori. A noi occorre un Governo che sia più vicino a chi fa impresa, che punti su quella che abbiamo definito la sovranità alimentare, cioè cercare di fare in modo che il nostro Paese dipenda sempre meno dall'estero e dai problemi che le questioni geopolitiche generano, affinché sia garantita la sicurezza alimentare e l'approvvigionamento di cibo, non solo per gli esseri umani, ma anche per gli animali chiaramente. I nostri allevamenti sono il nostro patrimonio per avere carne, latte, uova, per avere una qualità dei prodotti che sia in linea con gli standard a cui siamo abituati.
  Purtroppo – lo dobbiamo dire – anche su questo aspetto spero che gli organi di controllo siano attenti, ma noi dovremo chiedere uno sforzo anche in Europa perché i nostri controlli siano gli stessi che hanno gli altri Paesi europei e che hanno soprattutto nel resto del mondo, perché noi abbiamo dei controlli che sono totalmente diversi da quelli di altri Paesi e di livello notevolmente superiore.
  Noi abbiamo anche bisogno, signor Ministro – ne abbiamo parlato recentemente nell'ambito del question time che ho presentato alla Camera – di dire basta agli attacchi alla filiera agricola e agroalimentare italiana. Anche oggi, purtroppo, da un consulente del Ministro Speranza, consulente del Governo, è arrivato un attacco violento, a mio avviso, alla dieta mediterranea, all'importanza di costruire un sistema che sia più attento alle questioni nutrizionali, ma che non si trasformi in uno strumento di qualche furbetto che vuole, invece, distruggere quella che è da tutti riconosciuta come una questione fondamentale del vivere bene, cioè la dieta alimentare.
  Quindi basta attacchi alla zootecnia, non è fonte di inquinamento, ne abbiamo parlato più volte. La zootecnia italiana è ai vertici nel mondo per la compatibilità ambientale ed ora di dirlo, di ribadirlo, di fare in modo che anche il servizio pubblico radiotelevisivo lo capisca bene. Noi auspichiamo che lei, Ministro, quando ha occasione di andare in televisione, parli di questo con orgoglio, perché il nostro è un sistema all'avanguardia nel mondo.
  C'è poi il tema dell'Italian Sounding, il tema di costruire un sistema di regole che sia omogeneo in tutta Europa, ecco perché siamo contrari alla Plastic tax, e alla Sugar tax. Noi non abbiamo bisogno di nuove tasse, ma di meccanismi seri, credibili che possano incentivare le buone pratiche anche di chi produce alimenti. Certamente, anche qui, occorre che non si trasformi tutto in una penalizzazione – spesso ideologica – rispetto anche a quelle che a volte sembrano delle mode.
  In conclusione finisco con il tema della proliferazione della fauna selvatica, che distrugge interi raccolti, intere parti del territorio. Noi abbiamo bisogno di tenere questo fenomeno sotto controllo, anche per le ripercussioni che può avere in ambito sanitario. Pensiamo al tema della diffusione della peste suina in Europa. Se non riusciamo a bloccare tale fenomeno, rischiamo che si diffonda in tutta Europa e nel nostro Paese. Dobbiamo accelerare sull'attuazione di quel piano di contrasto alla Pag. 23peste suina che è ancora bloccato al Ministero della salute e su questo però dobbiamo essere noi dell'agricoltura a spingere.
  Sul tema della fauna selvatica, siamo andati tutti in piazza, tutte le forze politiche. Abbiamo detto tante cose, ma non abbiamo ottenuto praticamente nulla. A noi sta veramente a cuore che ci sia un contenimento serio della fauna selvatica, addirittura sviluppare una filiera che può trasformarsi da elemento negativo in elemento positivo.
  Abbiamo quindi molte cose da fare, noi come al solito faremo la nostra parte, in modo propositivo, cercando di fornire al Ministro le indicazioni, le proposte sulle quali poi aprire un confronto e cercare – attraverso una maggioranza così importante – finalmente di portare a casa dei risultati utili per questo settore che lo merita e che è, ripeto, strategico per il futuro di tanti nostri concittadini. Grazie.

  MARIA CHIARA GADDA. (intervento da remoto) Grazie, presidente. Signor Ministro, desidero a nome del mio gruppo (Italia Viva) augurarle davvero buon lavoro e desidero anche ringraziarla, perché ha fatto un intervento strutturato che ha colto diversi punti e un ulteriore ringraziamento va anche alla Ministra uscente Bellanova, di cui ha colto gli indirizzi, ma soprattutto anche un'eredità importante in termini di attuazione di misure e gestione di risorse importanti. Un plauso da parte mia in questo senso, perché il nostro Paese ha l'abitudine di distruggere quello che fanno i predecessori, invece l'agricoltura – come lei ha ben detto – ha bisogno di continuità, di programmazione e soprattutto di linee di indirizzo ben precise.
  In termini generali ho particolarmente apprezzato il suo riferimento alla transizione ecologica, perché oggi più che mai noi abbiamo necessità di coniugare la sostenibilità economica, ambientale e sociale del sistema e questi tre aspetti ormai sono inscindibili tra di loro. Però rispetto a questo credo che sia importante – insieme anche con il contributo del Parlamento – entrare più nel dettaglio di come favorire la transizione ecologica, quali sono le norme sulle quali agire, perché spesso si tende anche nel dibattito pubblico e talvolta anche nelle iniziative legislative a intraprendere dei percorsi che sono più semplici dal punto di vista comunicativo. Alcuni sono già stati citati, mi riferisco alla Plastic tax, alla Sugar tax, ma ad esempio anche alle misure legate al recupero dei rifiuti in mare, al tema che ancora non è stato citato dei cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi. Io credo che con grande onestà, ma con grande lavoro e impegno dovremo entrare nel merito di tutte queste questione, creando delle alleanze con chi produce, a partire dai piccoli produttori, da quelli che fanno più fatica anche oggi – e soprattutto oggi con la crisi in corso – a investire in sostenibilità.
  Ho apprezzato anche il suo riferimento alle priorità, perché noi dobbiamo darci delle priorità, misurare l'impatto delle misure e avere anche un approccio sistemico, perché rispetto alla transizione ecologica e a molte misure che lei ha citato, davvero è necessaria una sinergia tra tanti ministeri. In questo io leggo anche diverse leve da utilizzare, il tema della transizione ecologica e dell'impatto ambientale – ma anche dell'impatto sociale – si riscopre in tanti aspetti. Pensiamo al tema della meccanizzazione. Io credo che sia giunto il tempo di fare una riflessione seria anche di come favorire il ricambio del nostro parco macchine agricolo che nel Paese ha una età media che supera i 25 anni e questo ha un impatto sulle prestazioni ambientali, ma anche sul tema della sicurezza sul lavoro, come lei ha citato in più passaggi.
  Così come credo che siano giunti i tempi maturi anche per una riflessione rispetto all'estensione di alcune misure che sono già previste per altri comparti – mi riferisco al tema delle riqualificazioni edilizie ed energetiche – anche al mondo agricolo. Questo è un altro aspetto che insieme dovremo curare in tutti i provvedimenti. Purtroppo spesso il mondo agricolo, nelle prime bozze dei provvedimenti, era rimasto escluso da alcune misure, proprio anche per le caratteristiche peculiari della fiscalità del mondo agricolo. Credo che debba essere fatto un lavoro davvero di concerto con gli altri Pag. 24ministeri, anche nella fase di attuazione dei provvedimenti. Sicuramente ci sono misure in corso di attuazione e il rapporto con INPS, prima tra tutti, credo che sia fondamentale anche per l'erogazione certa e immediata delle misure. L'altro aspetto che è già stato citato dai colleghi riguarda il rapporto con Poste Italiane per quanto riguarda il Bonus Ristorazione.
  Un altro aspetto mi premeva sottolineare, ma anche porre alcune domande. Lei ha citato le politiche di filiera, credo che sia importante definire al più presto la destinazione e il riparto delle risorse che sono stanziate in legge di bilancio, i 150 milioni sulle politiche di filiera. Rispetto anche a questo, nella futura PAC sicuramente verranno meno alcune forme di sostegno, alcuni comparti che sono stati abituati, per esempio mi riferisco ai premi storici. Credo che insieme dovremo fare una riflessione sulle politiche di sostegno, ma anche su una riconversione di comparti. Ci sono dei settori come quello del tabacco, del luppolo e della canapa che sono legati a stretto giro al tema dei premi storici.
  Rispetto ad alcuni settori in crisi, se prendiamo l'esempio dell'ortofrutta, nella prima fase della pandemia sembrava che quel mondo fosse escluso dalle difficoltà della chiusura dei canali interni ed esteri delle esportazioni. Invece abbiamo visto che l'ortofrutta è stata fortemente penalizzata dalla pandemia, anche il settore della quarta gamma che cita poco, quindi credo che da quel punto di vista sia importante anche mettere particolare attenzione a quei settori che più sono colpiti da malattie come la cimice asiatica e l'ortofrutta è uno di questi.
  Poi ci sono – e anche su questo credo che sia importante fare insieme un punto – alcune competenze trasversali a più ministeri, che possono sembrare minimali, ma che credo meritino una risposta.
  Ad esempio penso al tema dei canoni demaniali marittimi. Sicuramente questo delle concessioni demaniali è un tema ampio, però in agricoltura, nel mondo della pesca e dell'acquacoltura quel tema necessita di una risposta urgente e adeguata anche, al tipo di produttori che afferiscono a quel tema. Così come l'altro aspetto che è trasversale a diversi ministeri riguarda il tema pensionistico nel mondo della pesca.
  Altri temi sono stati citati dai colleghi, traversali ai ministeri. La fauna selvatica, il tema energetico – come ho detto prima – la meccanizzazione o l'accesso agli Ecobonus.
  Un'ulteriore domanda. Mi scusi per la velocità, ma i temi sono davvero molti.
  Una domanda specifica che riguarda il decreto legislativo n. 116 che prevede la fusione per incorporazione tra SIN SpA e Agecontrol. Credo che bisogna anche in questo senso fare un punto rispetto alle riforme e ai provvedimenti che necessitano di attuazione. Volevo chiedere dello stato dell'arte e gli intendimenti.
  Lei ha citato la filiera ippica e la viticoltura. Io credo in questi mesi abbiamo anche depositato una proposta di legge che è in discussione attualmente alla Camera, che la filiera non chieda frammentazione, ma chieda l'istituzione di un'agenzia. Insieme probabilmente troveremo la modalità più opportuna, perché davvero si possano fare delle politiche di investimento in un settore che nel corso del tempo è stato fortemente frammentato e penalizzato. Credo che insieme dovremo trovare l'ente più adatto a coniugare competitività, rispetto anche a politiche assistenzialistiche. Per competitività intendo anche efficienza nei pagamenti, come giustamente lei ha ricordato, anche tutto il tema che riguarda le competizioni. Però credo davvero che abbiamo bisogno di un approccio che risponda alle esigenze delle imprese del settore.
  Chiudo solo con un ultimo ringraziamento, perché è un tema che mi sta molto a cuore, quello dello spreco alimentare, avendo presentato qualche anno fa una legge che ancora oggi mostra i suoi frutti, che deve essere attuata, proprio attraverso anche uno strumento importante, potente come il Tavolo Indigenti. Credo davvero che quel tavolo rappresenti il tema iniziale che ho sottolineato, quindi la compatibilità con la sostenibilità economica, ambientale e sociale del sistema. Quel tavolo può essere anche un terreno importante di analisi – Pag. 25sono state date anche delle risorse, degli indirizzi rispetto alla misurazione di sprechi – ma anche magari per progettualità specifiche in alcuni comparti agricoli e del settore agroalimentare. La ringrazio.

  SILVIA BENEDETTI. (intervento da remoto) Buongiorno, Ministro. Io ho ascoltato il suo discorso e ci sono degli aspetti che mi hanno colpito, in particolare per quanto riguarda la questione della tutela forestale, lei ha citato il Corpo Forestale dello Stato. Non so se ne è al corrente, ma comincerà oggi alla Camera la discussione della proposta di legge per ricostituire il Corpo Forestale dello Stato, adesso vediamo se sarà una Polizia ambientale. Però mi domandavo se il suo Ministero fosse consapevole della mancanza di un corpo specializzato nella tutela delle foreste e nella gestione delle foreste e anche degli incendi, perché abbiamo visto poi i risultati negli anni passati. Vorrei quindi comprendere se nel Ministero vi sia questa consapevolezza e anche un'adesione favorevole sul ripristino del Corpo forestale.
  Un altro aspetto del suo discorso che mi ha colpito è stato il fatto che lei abbia intenzione di rafforzare la macchina amministrativa. Da quello che mi risulta abbiamo 1.319 unità di personale nel Ministero e questo numero è al 30 dicembre del 2020, però sarebbe un numero molto al di sotto dell'organico di diritto che sarebbe di 1.648 unità. Quindi vorrei chiederle con quali tempistiche intende svolgere le procedure concorsuali che sono già state autorizzate.
  Più in generale rispetto alle politiche nei settori dell'agricoltura e della pesca, ovviamente nel suo discorso l'accento era molto puntato sulla sostenibilità e sull'innovazione. Vorrei capire meglio quale sia la sua visione, perché a volte ho l'impressione che si parli di innovazione, magari solo dal punto di vista tecnologico. Pensiamo a esempio nel caso di nuovi mezzi agricoli che consentono di programmare il lavoro che il trattore deve fare su un dato terreno, tramite GPS e facilitano il lavoro dell'agricoltore. Certo è un'innovazione, ma questo tipo di innovazione non risolve un problema che è alla base della agricoltura, cioè il fatto che l'agricoltura ha bisogno di suolo in quanto risorsa non rinnovabile. Quindi una risorsa che va tutelata.
  Mi domando se il suo Ministero abbia quindi l'intenzione di promuovere una ricerca su tale problema basilare, cioè il fatto che le produzioni agricole esistono perché c'è un suolo che consente tali attività. Senza di esse possiamo pensare a tutte le innovazioni tecnologiche che vogliamo, ma penso che i risultati non si vedrebbero.
  La stessa cosa, parallelamente, vorrei sottolineare riguardo al settore della pesca. Lei ha parlato di ricerca e sviluppo collegandola a una questione, ad esempio, organizzativa. Mi domando: non ha più senso una ricerca e sviluppo dal punto di vista di gestione degli stock ittici? Tante cose ancora non si conoscono degli stock ittici, oltre tutto tanti stock – tra le altre cose – non hanno chiaramente una geografia legata solo al territorio italiano, ma si spostano tra le coste italiane e le coste croate, per esempio, pensiamo agli stock di pesce azzurro. Quello che manca è proprio una conoscenza che poi consenta uno sfruttamento programmato e sensato di quello che è lo stock, perché altrimenti lo stock va in sofferenza e a quel punto noi possiamo anche fare tutti i contratti di filiera che vogliamo, ma manca uno sfruttamento intelligente della risorsa che le consenta di andare avanti come è giusto che sia.
  Relativamente alla questione zootecnica, immagino che sia difficile per il settore la situazione adesso. È anche vero che tutti dobbiamo avere bene presente che la questione c'è sempre stata e che non è mai stata affrontata. Dal punto di vista ambientale, cominciamo a percepire l'urgenza di queste misure e di questi cambiamenti che sono necessari. Allora i capisco il fatto che ci sia il lavoro da tutelare così come delle imprese, però è anche vero che bisogna pur dire la verità alle persone. Vorrei capire se il suo Ministero ha una qualche intenzione rispetto alla diffusione di quella che è la realtà dei fatti, cioè che le proteine animali sono più impattanti dal punto di vista ambientale rispetto alle proteine vegetali e purtroppo non possiamo permetterci di avere lo stesso numero di proteine animali Pag. 26che vorremmo senza avere delle conseguenze poi a livello ambientale.
  Questi sono i punti su cui le chiedo alcuni chiarimenti. La ringrazio intanto per la disponibilità a questa audizione. Buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Benedetti. Diamo adesso la parola alla collega Ciaburro con cui si conclude il giro di interventi dei gruppi e poi lasciamo la parola al Ministro per la replica sulle questioni su cui vorrà intervenire, poi magari potrà farci avere successivamente le altre osservazioni. Io mi scuso per non potere fare un secondo giro di interventi, ma purtroppo nessuno dei colleghi ha sostanzialmente rispettato i cinque minuti e quindi non ce la facciamo. Ma capisco che è la prima audizione che facciamo, quindi ci sono anche molte cose da dire e da chiedere. Magari direi che integriamo eventualmente per iscritto ulteriori questioni che non siamo riusciti a porre al Ministro, poi ritengo che sicuramente ci saranno altre occasioni di confronto.

  MONICA CIABURRO. (intervento da remoto) Grazie, presidente e grazie anche al Ministro per questa occasione e spero che possano essercene tante altre dove confrontarci.
  Tornerei su quello che è stato l'intervento della collega precedente proprio rispetto all'organico del MIPAAF. Se non ho capito male, Ministro, ha detto che ha predisposto un incremento con delle procedure concorsuali di 140 persone, quando invece- come sottolineava anche lei e anche noi abbiamo presentato delle interrogazioni rispetto a questo tema – nell'organico di diritto sarebbero previste 1.648 unità. Rispetto quindi alle attuali 1.319 unità ci sarebbe bisogno di molte più unità di quelle che ho capito ha intenzione di integrare prossimamente con l'attività concorsuale.
  Vorrei quindi chiedere se questo sarà solo un primo step per acquisire il personale che serve – anche considerando il ruolo fondamentale del Ministero nell'attuazione del PNRR – oppure se si fermerà a quelle 140 unità di personale.
  Mi soffermo quindi sullo stato di attuazione del decreto legislativo n. 34 del 2018 che contiene il Testo unico in materia di foreste e filiere forestali, dal momento che mancano ancora tutti i decreti attuativi. Rispetto a questo, vorrei capire come si intenda procedere per dare attuazione a questa legge che comunque è molto recente.
  Ritengo inoltre che le risorse attribuite al FEASR (pari ad 1 miliardo) non passano essere considerate risolutive, a noi non sembra ed è soprattutto legato ad una modalità di gestione delle risorse che non è tanto pervasiva, potenzialmente efficiente e di impatto all'interno del Recovery Fund.
  Un altro tema sempre legato ai terreni agricoli, soprattutto nelle aree interne, riguarda l'individuazione delle misure più idonee per determinare di nuovo una ricomposizione fondiaria, anche con una sostanziale riduzione delle imposte. L'attuale frammentarietà e polverizzazione della proprietà fondiaria rendono oggi complicato l'esercizio della attività agricola, togliendo quel suolo che potenzialmente potrebbe essere utilizzato anche e soprattutto in quelle aree che potrebbero essere di nuovo popolate attraverso delle coltivazione non invasive, ma di qualità, anche se non di grande estensione. Anche andando a riproporre alcune delle produzioni particolari, tipiche e tradizionali di coltura che rappresentano quelle terre.
  Mi soffermerei anche sulla necessità di un rilancio del settore delle segherie e dei pellettifici. L'Italia è il principale consumatore di pellet in Europa, eppure oltre l'80 per cento del pellet consumato non è prodotto in Italia. Considerato il valore strategico assunto da questo prodotto, vorremmo comprendere se sia intenzione del Ministero elaborare – nel quadro di questa politica forestale e di tutela della filiera vinicola – misure di sostegno alla creazione di pellettifici particolarmente richieste anche per le attività delle segherie.
  Nonostante la superficie forestale corrisponda al 38-40 per cento del territorio italiano, l'utilizzazione di questo patrimonio riguarda il prelievo di legna da ardere, che rappresenta però meno del 30 per Pag. 27cento della crescita annua dei boschi. In tale contesto la manutenzione ordinaria e straordinaria finisce per determinare anche quegli ecodissesti idrogeologici di cui siamo purtroppo vittime troppo spesso. Questo problema è stato anche denunciato da molte associazioni di categoria anche rispetto al tema dell'abbandono colturale di buona parte delle foreste italiane, a cui è seguito anche un degrado della superficie forestale complessiva. Dato che il legno rappresenta un materiale fondamentale per la transizione ecologica – si pensi al settore della edilizia o al ruolo delle foreste nel ridurre l'impatto della CO2 e dal ruolo chiave che il comparto può avere per il rilancio delle aree montane e rurali – vorremmo capire se il Ministero abbia intenzione di mettere in campo iniziative e quali investimenti intenda predisporre il MIPAAF per rilanciare il comparto di questa filiera.
  Passando alla tematica della tutela delle produzioni lattiero casearie, quindi le DOP e i marchi di tutela, come è noto la chiusura dei canali Ho.Re.Ca ha messo enormemente in difficoltà il comparto lattiero caseario con riferimento, ad esempio, alle produzioni DOP. Abbiamo assistito a enormi episodi di sprechi alimentari dovuti ai prodotti invenduti, con enormi costi di gestione e mantenimento per le aziende, che devono anche attenersi al rispetto di rigorosi disciplinari di produzione. Questo è ancora più evidente quando abbiamo dei marchi di produzione molto piccole, molto caratteristici e di tradizione. È evidente che queste realtà non potranno rilanciarsi e sopravvivere con dei meri indennizzi sinora dati a singhiozzo dal Governo. Pertanto occorre chiarire quali investimenti il Governo intenda prevedere per tutelare tali produzioni soprattutto non farle morire.
  In riferimento a questo è sempre più diffuso il caso dei grandi produttori caseari che attraverso i consorzi o tramite pratiche commerciali sleali mirano a modificare o sfruttare alcuni vuoti normativi nei disciplinari, per poter produrre e introdurre in commercio dei formaggi DOP di qualità, chiaramente inferiori rispetto alle produzioni locali, con un enorme danno economico per i piccoli produttori. È stato infatti proposto l'accoglimento di produttori al di fuori della provincia di Cuneo, ma non sarebbe previsto dal disciplinare e la produzione da alpeggio solo da giugno a ottobre. Questo andrebbe a complicare questo tipo di produzioni che resistono anche sulle aree interne. In conclusione chiederei al Ministro se non intenda rivedere la misura dei voucher, visto che si tratta di uno strumento che riesce davvero a mettere in stretta connessione la domanda e l'offerta, soprattutto per quelle attività che sono più stagionali e ne abbiamo in tutta Italia. Poi ovviamente sono d'accordo con tutti i colleghi per quello che riguarda le varie tasse, Sugar tax, e Plastic tax che non rappresentano sicuramente quell'approccio utile ad incentivare la transizione ecologica.
  Richiamo infine l'attenzione sul tema della gestione della fauna selvatica perché è un tema che continuiamo a non affrontare, anche il Ministro non ne ha fatto menzione in nessun modo, nonostante abbia toccato veramente molti punti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Ciaburro. Ovviamente mi scuso con tutti, ma dobbiamo provare a concludere questa audizione, vorrei cedere ora la parola al Ministro per la replica che riterrà di fare. Ovviamente gli faremo avere le osservazioni che non siamo riusciti a formulare in questa sede e la aspettiamo poi per una prossima occasione.

  STEFANO PATUANELLI, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Grazie. Ovviamente tutti i contributi scritti avranno una risposta il prima possibile, cercherò di dare qualche risposta oggi, anche se diciamo le domande più numerose si sono concentrate negli ultimi due interventi. Il resto degli interventi – e ringrazio per le diverse posizioni espresse e anche per gli auguri di buon lavoro da parte di tutti – pongono dei temi più di ragionamento e di prospettiva, riguardo alle posizioni che dovremo approfondire assieme quindi cercherò di dare risposta a tutto ciò su cui sono in grado di rispondere oggi.
  Il tema della fauna selvatica non l'ho toccato, perché tanto ero certo che sarebbe Pag. 28arrivata la domanda da parte dei Commissari. A parte le battute, credo che sia un tema oggettivamente molto complesso, che ha un'incidenza forte sul settore agricolo e va affrontato senza ideologie, né da un lato, né dall'altro. La questione della fauna selvatica – e aggiungo per alcune parti del territorio anche degli animali, dei cosiddetti grandi carnivori – deve essere affrontata e credo che ci siano e sono implementabili gli strumenti di gestione della flora selvatica e degli animali carnivori.
  Credo che le regioni abbiano degli strumenti che forse non sempre mettono in campo e credo che bisogna, però, essere consapevoli che l'obiettivo finale è quello di tutelare da un lato le produzioni agricole e dall'altro, fino a quando possibile, anche gli animali. Ovviamente credo che sia giusto dire che c'è una visione spesso ideologica da parte sia di un fronte, che dell'altro fronte che qualche volta eccede nelle richieste di compartecipazione agli abbattimenti. Lo dico nel modo più chiaro possibile, credo che bisogna superare le ideologie e trovare il giusto equilibrio tra la necessità di tutela delle coltivazioni e quella, ovviamente, di arrivare agli abbattimenti soltanto quando non c'è nessun tipo di alternativa.
  Alcune delle domande riguardavano le assunzioni. Io sono arrivato da poco, mi è stata fatta una rappresentazione sulle necessità assunzionali da un lato e sulle dinamiche assunzionali messe già in campo. Quei 140 posti da assegnare riguardano iniziative già iniziate, per cui c'è già una procedura concorsuale. È chiaro che i concorsi hanno le tempistiche che vengono gestite in prevalenza del Ministero della pubblica amministrazione, in questo momento i concorsi, sapete bene, sono resi più complicati dalle disposizioni COVID. A ogni modo faremo il possibile perché questo Ministero abbia finalmente una pianta organica completa, questo è l'obiettivo. È chiaro che non è un obiettivo di legislatura, perché la legislatura è già per tre quinti passata. Non abbiamo un range temporale molto ampio, faremo il possibile per accelerare sul fronte delle assunzioni, assumendo giovani di competenza e qualità, perché l'amministrazione pubblica ha bisogno di questo.
  Passando alle domande che mi sono state rivolte cerco di collegare alcune delle questioni poste. Il tema dei voucher, con il tema del caporalato e quello delle filiere. Sono legate nella misura in cui ciò che possiamo fare per garantire un lavoro di qualità in agricoltura sia quello di aumentare il passaggio nella catena del valore dalla parte alta della filiera alla parte bassa, cioè il settore primario, quindi i produttori devono compartecipare in modo più ampio alla distribuzione del valore aggiunto che si crea nella filiera.
  In questo modo possono garantirsi un reddito per sé stessi e lavoro dignitoso per gli altri. Dopo di che è chiaro che il lavoro stagionale ha bisogno di alcuni elementi di flessibilità. Io ritengo che le disposizioni attuali sui voucher in agricoltura siano sufficienti per garantire quel tipo di flessibilità. Se è vero che c'è stato un ripensamento del sistema generale dei voucher che io condivido, da un lato bisogna implementare i sistemi informatici di gestione dei voucher, attraverso INPS. Dall'altro io credo che non si possa non vedere nelle richieste di ripensare all'acquisto dal tabaccaio dei voucher, la volontà di tenersi il voucher in tasca e di avere sempre i lavoratori con un voucher unico in tasca. A quel sistema io non ho intenzione di tornare, credo che sia giusto trovare le dinamiche di flessibilità per i lavori stagionali, per la necessità del settore primario di manodopera in alcuni periodi della stagione, però il modo migliore che abbiamo per farlo è quello di alzare la redditività del lavoro agricolo e di consentire agli agricoltori di avere dipendenti con contratti dignitosi e con un reddito dignitoso. Questo è l'obiettivo che abbiamo e credo che posso pensare che sia un obiettivo condiviso da tutti.
  Sono stati citati diversi settori da diversi colleghi, non di nicchia, per l'amore di Dio, ma specifici. Dalle segherie, ai pellettifici, all'apicoltura. Io credo che l'interlocuzione che vorrei con le Commissioni possa riguardare anche come utilizzare gli strumenti che abbiamo a sostegno di filiere in difficoltà, per la pandemia o anche perché Pag. 29strutturalmente deboli. Per cui io non posso dire oggi che faremo prima qualcosa per i pellettifici e dopo per l'apicoltura, perché sarebbe profondamente sbagliato e anche irrispettoso del lavoro del Parlamento e della Commissione con cui invece è giusto condividere un percorso di approfondimento.
  Lo stesso approccio, lo dico all'onorevole Benedetti, sulla questione della tutela forestale e del Corpo forestale dello Stato nel ritorno del suo corpo autonomo o sotto l'Arma dei carabinieri. Dico soltanto una cosa, io lavoro con gli strumenti che ho, il Parlamento fa e farà le sue scelte, non compete al Ministro che ha un potere esecutivo e non, appunto, legislativo, che invece compete alle Commissioni e al Parlamento.
  Oggi le interlocuzioni che ho con l'Arma sono molto proficue e il lavoro che stanno facendo lo ritengo ottimo. Tutto si può migliorare, io peraltro sono qua da poche settimane, quindi mi consentirà anche una valutazione più completa dopo un periodo un po' più lungo, anche sulle dinamiche di governance del Corpo.
  La questione del suolo da un lato, cioè la materia prima tra virgolette, suolo e pescato.
  Parlare di innovazione non significa soltanto parlare del trattore 4.0, ma significa anche parlare di agricoltura di precisione, di sensoristica, di come evitare lo spreco di suolo, perché le colture spesso sprecano più suolo di quanto potrebbero fare se gestite con tecnologie di frontiera e credo che sia questo il tema della innovazione. È vero, il prodotto agricolo ha bisogno di terra su cui essere coltivato. Meglio riesco a utilizzare quella terra e meglio è per il pianeta, quindi parte dell'innovazione della ricerca sviluppo è proprio su questi filoni. Ovviamente la stessa cosa per quanto riguarda la parte relativa alle attività marine.
  È verissimo che la proteina animale – a parità di quantità – ha un impatto maggiore di quella vegetale. Però bisogna contemperare l'esigenza di salvaguardare un asset del Paese, con quella dell'impatto che quell'asset dà sul sistema complessivo ambientale. È chiaro che bisogna dare gli strumenti perché i diversi settori riescano a impattare meno attraverso un'incentivazione forte dello Stato.
  Riguardo alla Plastic tax e Sugar tax e il settore della zootecnia che viene preso come esempio, vorrei che cominciassimo a dare anche i meriti che il settore ha. Io l'ho sempre detto, anche quando ero dall'altra parte della barricata, al Ministero dello sviluppo economico e quindi dalla parte di quel mondo industriale che in qualche modo aveva il mio Ministero come riferimento. Io credo che noi dobbiamo essere in grado di fare alcuni patti con le filiere produttive. La Plastic tax e la Sugar tax sono state introdotte con la legge di bilancio 2019. Siamo a marzo del 2021, c'è stata certamente la pandemia, c'è una situazione particolare, ma io personalmente ritengo che lo strumento migliore per accompagnare le transizioni sia quella di incentivare chi le fa e non di punire chi non le fa. Se l'incentivo è tarato nel modo giusto, anche nel mercato, automaticamente chi non fa la transizione sta fuori da quel mercato e non ha bisogno, perché non ha più niente da pagare perché chiude. Quindi io ritengo che l'incentivazione sia meglio della tassa, tanto per capirci.
  Però, se io faccio un patto con una filiera e dico: di quanti anni e di cosa avete bisogno per fare questa transizione? Parlo della plastica, posso parlare di altre mille cose. Non è che se dico che tra due anni quella misura entra in vigore, tra un anno e nove mesi nell'ennesimo proroga termini, quel termine si sposta e si sposta ancora più avanti.
  Condivido l'esigenza che le transizioni non devono lasciare cadaveri, non devono lasciare morti e feriti per strada, credo che la sostenibilità abbia tre grandi gambe, quella ambientale, quella economica e quella sociale, come ha detto credo l'onorevole Gadda, se non ricordo male. Sono totalmente d'accordo su questo. Però se si progetta una transizione, un percorso e lo Stato c'è, deve esserci, deve esserci anche il mondo della impresa. Perché altrimenti le cose non funzionano.
  Ci sono molte questioni, ripeto, molti temi che sono stati posti, mi premeva ora Pag. 30rispondere ad alcune delle considerazioni fatte in particolare da chi magari è opposizione.
  Per dignità, credo che sia giusto rispondere prima a chi fa opposizione, che alla maggioranza. Ci confronteremo sempre nel rispetto dei ruoli, sempre con tutti. Mi scuso se non ho risposto a tutto, magari qualcosa mi è sfuggito, nel caso segnalatemelo per iscritto e sarà mia cura rispondere dettagliatamente a ogni ulteriore questione che mi verrà posta. Grazie e buon lavoro.

  PRESIDENTE. La ringrazio ancora, Ministro. Credo che dal suo intervento sia emerso il volto dell'agroalimentare del futuro, una parte di questo volto è da costruire e quindi avremo molto lavoro da fare anche insieme. Grazie ancora, dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.35.