XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV Camera e 4a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 16 di Martedì 16 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

Audizione del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Pinotti Roberta , Presidente della 4 ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Luzi Teo , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 4 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14 
Tripodi Maria (FI)  ... 14 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 14 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 15 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 15 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 15 
Castiello Francesco  ... 15 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 16 
Pagani Alberto (PD) , intervenendo da remoto ... 16 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 17 
Ermellino Alessandra (Misto-CD) , intervenendo da remoto ... 17 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 18 
Luzi Teo , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 18 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 20 
Gasparri Maurizio  ... 20 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 20 
Perego Di Cremnago Matteo (FI) , intervenendo da remoto ... 21 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 21 
Minuto Anna Carmela  ... 21 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 21 
Ferro Wanda (FDI) , intervenendo da remoto ... 21 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 21 
Luzi Teo , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 21 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 22

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA IV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri Gen. C.A. Teo Luzi .

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno delle Commissioni congiunte Difesa di Camera e Senato reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Generale di Corpo d'armata Teo Luzi.
  Saluto e do il benvenuto alla Presidente della Commissione Difesa del Senato, senatrice Roberta Pinotti, a tutti i colleghi presenti e ai colleghi che partecipano alla seduta secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per consentire una corretta fruizione dell'audio.
  Do il benvenuto al Generale Luzi, accompagnato dal Generale di Brigata Giuseppe De Riggi, Capo del secondo reparto del Comando generale. Dopo l'intervento del Generale Luzi sarà data la parola, alternativamente tra Camera e Senato, a un parlamentare per gruppo, per non più di quattro minuti, per un primo giro di interventi. Dopo la replica del Generale potrà avere luogo, ove il tempo a disposizione lo consenta, un secondo giro di domande, per non più di due minuti da parte di altri colleghi che ne facciano richiesta. Chiedo ai colleghi di far pervenire fin da adesso la propria richiesta di iscrizione al banco della Presidenza.
  Prima dell'inizio dell'audizione voglio esprimere sincera e profonda gratitudine alle donne e agli uomini dell'Arma dei carabinieri, che in questo periodo storico così difficile e particolare sono impegnati nel supporto alla lotta alla pandemia e nelle diverse attività operative svolte in Italia e all'estero. Rivolgo un pensiero anche alle vittime che l'Arma ha dovuto sopportare nell'adempimento dei suoi compiti istituzionali ed esprimo i sentimenti di profonda vicinanza ai familiari delle vittime. Do adesso la parola alla presidente Pinotti.

  ROBERTA PINOTTI, Presidente della 4aCommissione del Senato della Repubblica. Soltanto per condividere le parole che ho ascoltato da parte del presidente Rizzo e ringraziare il Comandante generale per essere qui, ribadendogli che tutti i membri della Commissione Difesa del Senato, come sono certa anche quelli della Commissione Difesa della Camera, hanno a cuore l'Arma dei carabinieri e sono onorati e grati di quanto essa fa quotidianamente per la sicurezza del nostro Paese. L'Arma troverà sempre, come tutte le Forze armate, le nostre Commissioni parlamentari attente all'ascolto dei bisogni delle donne e degli uomini in divisa, che lei – Generale – ha l'onore e l'onere di comandare.

  PRESIDENTE. Grazie. Do adesso la parola al Comandante generale dell'Arma dei Pag. 4carabinieri, Generale di Corpo d'armata Teo Luzi.

  TEO LUZI, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Grazie, presidente. Buonasera a tutti. È per me un privilegio essere qui. Questa è la mia prima audizione in Parlamento da quando ho assunto l'incarico di Comandante generale. È un privilegio poter rappresentare le linee programmatiche dell'Arma, perché so che il Parlamento è attento alle esigenze dell'Istituzione e che, come ha detto la presidente Pinotti, i membri delle Commissioni Difesa hanno a cuore, quindi molto più che una valutazione di ordine tecnico, il bene dell'Arma. Grazie.
  Per sistematicità, articolerò la mia relazione in aree tematiche, direttamente riferibili all'insieme delle risorse e delle capacità che consentono all'Istituzione di corrispondere alle missioni assegnate nel contesto nazionale e internazionale, quale Forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza nell'ambito delle componenti tecniche e operative della Difesa. Parlerò, in particolare, di risorse umane, di modello operativo – toccando anche alcuni punti che riguardano la missione forestale che a noi sta molto a cuore – di disponibilità finanziarie, di assetti logistici e innovazione tecnologica, di trattamento economico del personale e aggiornamento dei regolamenti e delle procedure, per concludere con qualche cenno sulla comunicazione istituzionale.
  Inizio con l'aspetto delle risorse umane. Il primo ragionamento attiene ai dati di forza del personale e alla loro congruità sul piano effettivo, in relazione alle previsioni organiche. Questo è un vecchio tema che già è stato anche più volte rappresentato dal mio predecessore, il Generale Nistri. L'Arma oggi conta circa 108 mila carabinieri, a fronte di un organico previsto dalle leggi di oltre 119 mila carabinieri. Si registra una carenza di 11 mila unità (11 mila unità in meno rispetto a quelle che sono le previsioni organiche); si tratta di un saldo negativo che pesa molto sulla struttura organizzativa, condizionando in particolar modo l'operatività delle unità minori, in particolare le Stazioni e le Tenenze carabinieri, che rappresentano un reticolo sul territorio nazionale.
  Ci sono stati alcuni elementi positivi in questi ultimi anni: il turnover è passato al 100 per cento rispetto al passato, quando era stato ridotto, e ci sono delle assunzioni straordinarie per 5.135 carabinieri. Nel 2025 ridurremmo notevolmente questo gap negativo, però ciò non toglie che questo rimarrà dell'ordine di 4-5 mila unità, anche perché resta irrisolta la significativa differenza tra la forza disponibile, cioè la forza operativa (i carabinieri disponibili meno quelli che fanno attività di addestramento nelle scuole) e le posizioni di impiego per assolvere le funzioni istituzionali. È chiaro che questo è un problema che si ripercuote sull'efficienza istituzionale.
  Vorrei richiamare l'attenzione su un aspetto particolare che riguarda l'esigenza ineludibile di un incremento di ufficiali del ruolo tecnico, che supportano, in diverse misure, le varie articolazioni operative. Oggi abbiamo 430 professionisti, ripartiti in sette specialità strategiche per il sostegno del personale e le attività operative. Queste sono Medicina e Farmacia, Veterinaria, Psicologia, Amministrazione, Commissariato, Investigazioni scientifiche, Telematica e Genio. La crescente complessità di questi settori e le implicazioni tecnico-scientifiche delle nuove sfide operative – tra tutte la cyber investigation, che è un tema fortemente avvertito – richiamano l'esigenza di un reclutamento straordinario di circa 60 unità complessive, da realizzare con un provvedimento normativo che tuttavia non dovrebbe intervenire in compensazione con la riduzione di altri ruoli dell'Arma dei carabinieri. Servirebbe un provvedimento ad hoc per consentire un incremento organico di 60 unità del ruolo tecnico-operativo, soprattutto per la cyber investigation e in parte con compiti sanitari – voi tutti potete capire oggi quale sia l'attualità di questo – e anche compiti di psicologia, altra branca per noi di grande interesse.
  Un altro tema che riguarda il personale, che è noto ma che purtroppo devo necessariamente ripetere, è il progressivo invecchiamento degli uomini e delle donne. L'età media dei carabinieri oggi è di quasi 44 Pag. 5anni, di molto superiore a quella di dieci anni fa, che era poco meno di 40 anni. Questa è un'evidente criticità per una Forza armata e di polizia che fonda le proprie funzionalità anche sul requisito dell'efficienza e della prestanza fisica, specie negli interventi di maggiore impatto operativo.
  La situazione origina sostanzialmente da due motivi: da un lato il blocco del turnover che si è avuto negli anni 2012-2015, per cui avendo reclutato solo parte del personale l'età media si è notevolmente innalzata; l'altro motivo sono i limiti di età sanciti dal Codice dell'ordinamento militare, che consentono l'arruolamento nell'Arma dei volontari in ferma prefissata delle altre Forze armate fino al ventottesimo anno di età, nella misura del 70 per cento. Però su questo argomento vorrei richiamare la vostra autorevole attenzione perché c'è una proposta, già condivisa tra l'Arma e le altre Forze armate, che potrebbe essere un punto di equilibrio tra esigenze di reclutamento delle Forze armate e l'abbassamento del limite d'età per l'ingresso nell'Arma. Qualora tale prospettiva incontri anche l'autorevole condivisione delle Commissioni, potrebbero essere considerate, nell'ambito dei relativi lavori, alcune proposte pendenti. Sottolineo che si tratta di un tema per l'Arma importante, ma che non c'è nessun contrasto con le altre Forze armate, essendosi trovato un punto di equilibrio a livello di stati maggiori.
  Contestualmente, al fine di non interrompere i flussi del reclutamento, venendo incontro anche alle legittime aspirazioni di tanti giovani, l'Arma ha proseguito l'attività di selezione durante la pandemia. Si è trattato di uno sforzo organizzativo ragguardevole per rispettare misure di prevenzione sanitaria messe specificatamente a punto a livello interforze, d'intesa col Ministero della salute. In prospettiva sarà possibile tornare a modalità ordinarie di svolgimento dei concorsi, potendoci avvalere anche delle opportunità offerte dalla tecnologia.
  Mi piace sottolineare quello che sto per dire ora: l'Arma dispone di una innovativa piattaforma C-TEST, come noi l'abbiamo denominata, che consentirà la somministrazione tramite tablet dei questionari di preselezione in sede di concorso per l'accesso a qualsiasi categoria e ruolo, riducendo i tempi di gestione delle prove, tracciando tutte le operazioni e verificando i risultati con immediatezza e trasparenza. Significa che ogni concorrente avrà il suo tablet secondo procedure di massima sicurezza, sarà fatto il test e, al termine, sapranno i punteggi che hanno riportato. Questo dà rapidità e trasparenza, che è anche una cosa che il cittadino ci chiede. Una volta entrati, ai giovani ammessi tra le file dell'Arma dedichiamo ogni cura, nell'assoluta convinzione che la formazione rappresenti il più importante degli investimenti.
  Abbiamo garantito la prosecuzione in sicurezza dei corsi formativi e di aggiornamento professionale, sfruttando le potenzialità offerte da una piattaforma telematica dedicata denominata «C-Learning», messa a disposizione dagli istituti di formazione per erogare lezioni preregistrate o in tempo reale. Contestualmente stiamo rinnovando i programmi di addestramento, avendo a riferimento due principali obiettivi di maturazione: competenza e responsabilità. Il carabiniere deve poter affrontare con padronanza i mezzi e i rapidi mutamenti delle dinamiche sociali oggi essenzialmente condizionate dalle innovazioni tecnologiche. Per questo, nel formare il suo bagaglio professionale, intendiamo dedicare sempre maggior spazio alle applicazioni digitali e al mondo del web.
  Accanto alle competenze, è necessario sostenere la consapevolezza del ruolo, declinata in termini di responsabilità e doveri verso i cittadini. Per questo pensiamo di svolgere specifici cicli di approfondimento dedicati allo sviluppo delle capacità di ascolto e di dialogo, fornendo nozioni pratiche di psicologia comportamentale. Credo che oggi più di ieri il rapporto col cittadino sia qualcosa di qualificante, per cui dobbiamo sempre di più migliorare la capacità del carabiniere nel relazionarsi con il cittadino, in questo momento smarrito e preoccupato anche per il quadro della situazione. Pag. 6
  Il tema delle risorse umane nei due aspetti appena accennati – la quantità e la qualità delle forze disponibili – interseca il paradigma identitario del servizio reso dall'Arma ai cittadini: la prossimità. Una capacità operativa unica, realizzata attraverso un peculiare modello organizzativo in grado di garantire vicinanza ai bisogni delle comunità, quand'anche non direttamente correlati alla sicurezza. Un'interazione oggi arricchita anche dalla sensibilità della componente femminile. A oltre vent'anni dal loro ingresso nelle Forze armate, le donne, numericamente in crescita tra le fila dell'Arma, rappresentano un valore aggiunto di riconosciuto livello in tutti i settori dell'Istituzione. Anno dopo anno i concorsi registrano sempre un numero maggiore di donne, anche se il numero non ancora è dei più elevati. Oggi abbiamo un 5 per cento di personale femminile, ripartito nei vari gradi.
  In linea con gli orientamenti interforze – alla cui definizione l'Arma contribuisce partecipando ai lavori del Consiglio per la prospettiva di genere, attivo presso lo Stato Maggiore della Difesa – il personale femminile è impiegato in ogni organizzazione funzionale dell'Arma, anche con incarichi operativi e di comando, a cominciare dall'organizzazione territoriale. Abbiamo anche comandanti di stazione di genere femminile. Molte di loro ricoprono il delicato incarico di comandante di stazione e sono chiamate ad adempiere a peculiari funzioni di rassicurazione sociale che, fuori da ogni retorica, è l'anima del sistema della sicurezza pubblica nazionale.
  Desidero ringraziare il Parlamento per aver previsto, con l'ultima legge di bilancio, l'estensione dell'istituto contrattuale dell'indennità di comando ai comandanti delle 66 tenenze e delle 4.574 stazioni d'Italia: una scelta lungimirante che riconosce le innumerevoli responsabilità di questa figura istituzionale, davvero unica nel panorama delle pubbliche amministrazioni nazionali. È ora allo studio l'ipotesi di attribuire tale indennità con modalità differenziate, correlando nell'assunzione del comando il grado rivestito alla consistenza organica del reparto. La misura si aggiungerebbe alle direttive interne di più recente adozione volte ad attivare, per tempi medi di permanenza superiore a dieci anni, la ponderata rotazione nell'incarico di comandante di stazione, prevedendo altresì che i marescialli in sottordine possano subentrare solo se non siano effettivi al reparto da più di cinque anni. Si tratta di misure essenzialmente finalizzate ad accrescere la professionalità dei titolari e ad attribuire sempre un servizio maggiormente qualificato ai cittadini.
  Nel contesto emergenziale continueremo a muoverci lungo tre direttrici. Il primo obiettivo è la verifica del rispetto delle prescrizioni di contenimento, sollecitando con equilibrio e sensibilità la responsabile adesione anche attraverso l'assidua attività di informazione verso il cittadino. La nostra idea è di intervenire, ma prima di tutto fare opere di persuasione del cittadino. Dopodiché c'è anche il momento repressivo, ma prioritariamente va fatta opera di persuasione perché il rapporto col cittadino deve essere un rapporto sereno e di partecipazione consapevole.
  La seconda azione riguarda i controlli specialistici che l'Arma fa nel settore sanitario e negli ambienti di lavoro. I Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (NAS) rivolgeranno particolare attenzione al pattugliamento del web per contrastare la commercializzazione illecita di prodotti, apparecchiature mediche e dispositivi di protezione individuale vietati o con false qualità anti-Covid, procedendo all'oscuramento dei siti fraudolenti collocati spesso su server fuori dell'Unione europea. Il Comando carabinieri per la tutela del lavoro intensificherà la propria azione per garantire l'attuazione delle misure precauzionali sui luoghi di lavoro, anche a tutela di nuove categorie che il mondo in Covid mode sta portando alla ribalta, quali riders per l'attività di food delivery. Avete sentito dai giornali l'ultima indagine fatta. Sostanzialmente, si tratta di una nuova forma «caporalato» e di sfruttamento di manodopera di ragazzi che trasportano food delivery, di fatto senza nessun tipo di garanzia del lavoro. Sono nuove forme di attività, per certi aspetti irregolare, che si sta sviluppando, sulla quale Pag. 7dedichiamo la massima attenzione. Per dare maggiore efficacia a tutti i controlli, il decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto decreto «Rilancio») ha previsto l'avvalimento diretto del reparto speciale da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per tutto il periodo emergenziale.
  Poi c'è la terza direttrice lungo la quale si muove l'Arma, cioè il diretto sostegno alla campagna vaccinale. Ciò per garantire la regolarità della distribuzione degli inoculi. Con l'auspicato incremento degli stock di dosi, i reparti carabinieri, d'intesa con il Dipartimento della pubblica sicurezza e della Protezione civile e con la nuova struttura commissariale, intensificheranno il loro impegno per lo svolgimento dei servizi di tutela ai mezzi utilizzati nella distribuzione dei vaccini. Ovviamente la situazione è quella che è; noi comunque siamo pronti e organizzati. Forniamo, inoltre, un contributo come Arma all'operazione della Difesa denominata Igea, attraverso la gestione di cinque drive-through che, in Abruzzo e Molise, effettuano i tamponi e potranno presto essere convertiti in presidi vaccinali a favore della cittadinanza. Contestualmente, abbiamo dato la disponibilità di nuove caserme in tutto il territorio nazionale per allestire altrettanti centri vaccinali.
  Mi sia consentito rivolgere, in questa autorevole sede, un ringraziamento a tutte le donne e gli uomini dell'Arma che nei momenti più critici della pandemia hanno continuato a operare con dedizione, senza far mancare mai alla popolazione il proprio prezioso riferimento. Lo dico anche con grande soddisfazione di Comandante in carica: durante il periodo pandemico, quest'anno, nessun reparto è stato chiuso, nessuna stazione ha chiuso e, per questo, abbiamo pagato un costo elevato con 22 deceduti e oltre 10 mila carabinieri contagiati. Ovviamente non è stata un'imposizione dall'alto, ma una consapevole partecipazione di tutti i carabinieri, per garantire un servizio di vicinanza a una popolazione particolarmente smarrita. Su questo mi piace anche ricordare che il Fondo assistenza, previdenza e premi (FAPP) per il personale dell'Arma – che è un fondo di tipo privatistico alimentato con il contributo dei soli carabinieri – ha stipulato una polizza assicurativa che garantisce un importo economico ai carabinieri che si ammalano o che, purtroppo, decedono per Covid. Non sono somme importanti, ma sono dei contributi alle famiglie.
  Abbiamo accolto con grande favore la disponibilità offerta dai servizi sanitari regionali per la vaccinazione del nostro personale, dando priorità ai carabinieri che stanno sulla strada. Ad oggi, nonostante ci sia stato un rallentamento in questi ultimi due giorni, circa 55 mila unità su 86 mila che ne hanno fatto richiesta sono stati vaccinati con la prima dose e abbiamo in previsione di completare la vaccinazione entro aprile. Non so quello che succederà, perché ovviamente non dipende da noi ma dalle scelte che farà l'autorità sanitaria sulla somministrazione dei vaccini.
  Passo ora a un altro argomento nell'ambito del coordinamento con le altre Forze di polizia. Il perseguimento di obiettivi di sicurezza ha trovato corrispondenza e supporto nelle strutture e nelle procedure del modello di coordinamento delle Forze di polizia in Italia, cui l'Arma aderisce da sempre con piena convinzione. Un sistema a connotazione pluralistica che rappresenta una vera eccellenza nazionale sulla quale si innestano numerosi strumenti di condivisione del patrimonio informativo, la cui efficacia è presa a riferimento in molti altri Paesi.
  Consentite una digressione. Credo che oggi in Italia abbiamo un sistema di coordinamento delle Forze di polizia tra i migliori a livello internazionale, sia nel momento preventivo, sia nel momento di scambio informativo. Molti Paesi ci guardano con attenzione e qualcuno ci sta anche copiando. Di questo penso che l'Italia ne debba andare orgogliosa. È un sistema che funziona; può essere migliorato, può essere ulteriormente potenziato; ma è un sistema solido ed efficace.
  Tra i vari meccanismi mi piace ricordare il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, in cui le convergenze informative tra le Forze di polizia e gli organismi di informazione per la sicurezza hanno riguardato Pag. 8 anche il posizionamento delle frange antagoniste, orientate a alimentare la protesta sociale. Da ultimo, presso il Ministero dell'interno, è stato attivato l'organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazioni nell'economia della criminalità organizzata, un tema di assoluta attualità che in questo momento sta approfondendo i pericoli dell'inquinamento dei capitali illeciti nei diversi settori economici, in vista anche dell'auspicata ripresa economica.
  Questo proficuo dialogo tra le Istituzioni che condividono responsabilità della sicurezza nel Paese trova ulteriori margini di miglioramento e nuove prospettive di evoluzione. Qui c'è un altro tema che è molto delicato. Sto pensando allo scambio mirato di dati con le unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, la UIF. Nell'ottobre del 2019, col recepimento della quinta direttiva UE antiriciclaggio, è stata introdotta una nuova declinazione di segreto d'ufficio sui dati in possesso della UIF, che non può più scambiare iniziative e informazioni con le Forze di polizia a competenza generale. La previsione, un po' particolare, impedisce ad oggi ogni forma di dialogo diretto per ricevere e verificare informazioni che sono di valenza amministrativa; non parliamo di attività giudiziarie. Urge, pertanto, un ripensamento che, nel pieno rispetto delle prerogative degli attori principali del sistema antiriciclaggio quali il Ministero dell'economia e delle finanze e la Polizia valutaria, permetta nuovamente agli assetti antiterrorismo nazionali – per l'Arma il ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) carabinieri – di ottenere in modo tempestivo e non mediato da inutili sovrastrutture procedurali, informazioni di vitale importanza per l'efficienza del sistema di prevenzione e contrasto del terrorismo. In sintesi, oggi la UIF può dialogare con la DIA (Direzione investigativa antimafia), col Nucleo di polizia valutaria e con la Procura nazionale antimafia, mentre non può dialogare né con lo SCO (Servizio Centrale Operativo) della Polizia di Stato, né con il ROS. Questo per noi è un problema di carattere operativo.
  Il modello di coordinamento ha favorito nel tempo anche l'implementazione di efficaci strumenti di tutela rivolti a specifici ambiti della sicurezza, direttamente connessi con la qualità della vita. Ho già fatto cenno all'impegno dei comandi di carabinieri per la tutela del lavoro durante l'emergenza pandemica. Desidero ora soffermarmi sulle attività di tutela dell'ambiente.
  Gli effetti del cambiamento climatico e dello sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali sono, come hanno rimarcato molti analisti, una seconda pandemia, certamente più lenta, ma i cui esiti, se non contrastati, potranno essere ancor più letali. L'Arma ha sviluppato una specifica sensibilità sul tema sin dal 1986, anno di istituzione del Nucleo operativo ecologico alle dipendenze del Ministero dell'ambiente.
  Oggi la strategia istituzionale si muove lungo tre direttrici, in piena aderenza alla stessa trasformazione del dicastero, ora denominato «Ministero della transizione ecologica». La prima riguarda la valorizzazione dell'azione della specialità attraverso mirati interventi di revisione e di potenziamento delle articolazioni interne. La manovra di unificazione del Corpo forestale dello Stato nell'Arma, realizzata quasi quattro anni fa, ha consentito di mettere a sistema le consolidate professionalità nel settore, tutte ricollocate nell'organizzazione funzionale per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare. Il Comando carabinieri per la tutela ambientale è stato sostenuto con cinquanta assunzioni straordinarie concesse dal decreto-legge del 30 dicembre 2019, il cosiddetto «Milleproroghe». Il reparto concentrerà i propri sforzi sulle attività di indagine più articolate e complesse, anche a spiccata connotazione transnazionale, con una particolare attenzione all'impiego delle risorse stanziate dall'Unione europea. Per questo ne auspichiamo un radicale potenziamento con ulteriori 250 unità.
  Specularmente, il Comando tutela forestale orienterà la propria azione al controllo ambientale del territorio, declinando nelle sue dimensioni la salvaguardia delle risorse ambientali, la tutela del paesaggio e Pag. 9la sostenibilità delle produzioni. Si tratta di svolgere mirate campagne di controllo straordinario con il supporto dell'Organizzazione territoriale, che hanno già fornito importanti risultati in termini di accertamenti e sanzioni.
  La seconda direttrice si rivolge alla tutela della biodiversità, che è la cura del territorio per la conservazione della sua flora e della sua fauna, anche nelle aree naturali protette. In questo settore i reparti carabinieri forestali assistono le regioni per l'adozione di più adeguati interventi di protezione e mantenimento del territorio, a prevenzione degli incendi e nel contrasto al dissesto idrogeologico. Al riguardo, sono già attive dodici convenzioni con le regioni e l'obiettivo è di incrementare tale collaborazione anche con il favorevole intervento di coordinamento della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome.
  Il terzo intervento dell'Arma riguarda la valorizzazione internazionale del comparto a disposizione dell'Autorità di Governo per iniziative di diplomazia ambientale, in un settore per sua natura globale. Ritengo questo tema molto importante per il nostro Paese. Noi guardiamo con interesse all'accordo sottoscritto il primo dicembre 2020 tra il Ministero dell'ambiente e il direttore generale dell'UNESCO, finalizzato all'istituzione di una rete di esperti ambientali denominata «UNESCO International Environmental Experts Network». Si tratta di cosiddetti «caschi verdi per l'ambiente», da impiegare per la salvaguardia dei siti riconosciuti patrimonio dell'umanità. L'Arma candiderà dei propri esperti con il sostegno del Ministero della transizione ecologica. Inoltre, il Comando generale sta sviluppando i lineamenti di una Task Force denominata «Unit4Environment» in grado di svolgere all'estero interventi organizzati e multidisciplinari di programmazione, progettazione, capacity building e affiancamento alle autorità locali per la tutela del patrimonio ambientale. L'ambizione è di dotare la Task Force di una forte connotazione internazionale mediante il partenariato con uno o più Paesi esteri e di offrirla all'UNESCO per interventi operativi a tutela di aree naturali.
  Sempre in tale ambito, è maturato un ulteriore intendimento di riqualificare il centro addestramento di Sabaudia della Scuola forestale quale centro di eccellenza a connotazione addestrativa, collegata con il Centro per il clima e lo sviluppo sostenibile dell'Africa (ACSD): iniziativa inaugurata a Roma nel 2019 e sviluppata in partenariato tra il Governo italiano, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e l'United Nations Development Programme (UNDP). L'idea è di far diventare Sabaudia un centro a impatto zero da un punto di vista ambientale e un centro dottrinale, culturale e di addestramento a disposizione del Governo per iniziative di diplomazia ambientale internazionali, in modo da poter accreditare l'Italia come un Paese all'avanguardia sul tema.
  I programmi internazionali a tutela dell'ambiente si inquadrano nel più ampio contributo offerto dall'Arma all'azione di prevenzione avanzata, che guarda al bene pubblico globale come una nuova dimensione della sicurezza. Ad oggi sono 637 i carabinieri impegnati oltre i confini nazionali, sia nelle missioni di pace, sia a protezione dell'azione diplomatica, prerogativa istituzionale che qualifica il nostro rapporto con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. A fronte della pandemia, abbiamo preservato le capacità operative essenziali in vista della piena ripresa delle attività di addestramento, monitoraggio, assistenza e consulenza a favore delle Forze di sicurezza locali, cosicché al momento siamo presenti in quattordici teatri operativi: dalla Somalia alla Palestina, al Libano, al Niger.
  Il concetto strategico del Capo di stato maggiore della Difesa ha attribuito all'Arma il ruolo di lead service nel settore della polizia di stabilità, che esercitiamo proiettando il Mobile Training Team, cioè dei gruppi di carabinieri che di volta in volta vanno a supporto delle polizie locali secondo protocolli d'intesa stipulati dal Ministero della difesa. Nell'ambito della Polizia di stabilità auspichiamo che il modello operativo possa ottenere presto il riconoscimento Pag. 10 strategico da parte del Consiglio del Nord Atlantico, in modo da offrire all'Alleanza uno strumento di comprovata efficacia per obiettivi di pacificazione di lungo termine nelle aree interessate da endemici conflitti.
  Contestualmente, sul piano strategico offriamo l'expertise istituzionale distaccando ufficiali con funzioni di advisor, come ad esempio in Ruanda, dove un generale dell'Arma è impegnato dal 2017 con funzioni di consulenza a favore dell'ispettore generale della Polizia nazionale. L'Italia, grazie anche al contributo dell'Arma, ha acquisito un ruolo talmente importante che ha favorito l'ingresso di aziende italiane nel territorio ruandese e, in parte, anche in Uganda. A breve metteremo un ufficiale presso l'Unione africana, richiestoci dal Ministero degli affari esteri, quale esperto di sicurezza e capacity building presso l'ambasciata d'Italia in Addis Abeba.
  L'Arma continuerà il proprio impegno del Reggimento MSU per la stabilità dei Balcani occidentali, che è un obiettivo cruciale per l'Italia e, nell'ambito della missione Nato Mission Iraq, si occuperà prioritariamente dello sviluppo delle capacità delle forze di sicurezza irachene nel settore della tutela dell'ordine pubblico. Presto avremo anche un contributo dell'Arma alla Task Force Takuba, destinata a operare in Mali.
  Altro aspetto che riguarda l'Arma all'estero attiene alla tutela delle ambasciate. I carabinieri dislocati presso le sedi diplomatiche sono dei punti di riferimento per gli ambasciatori. In particolare, in 14 sedi ritenute a rischio, l'Arma opera con assetti della seconda Brigata, con il personale del Reggimento Paracadutisti, col GIS e col settimo e tredicesimo Battaglione. In Congo, recentemente hanno perso la vita l'ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e un autista congolese. Sull'episodio sono in corso accertamenti del ROS delegati dalla procura della Repubblica di Roma.
  Ogni attività richiede un sostegno finanziario. Andrò rapidamente, tanto i dati sono pubblici. Nel 2020 il Governo ha messo a disposizione ulteriori 23 milioni di euro per fronteggiare le problematiche pandemiche. Nell'ambito delle risorse previste dal dispositivo per la ripresa e la residenza, il Recovery Fund, abbiamo presentato un articolato piano di progetti per l'ammodernamento e il potenziamento dei settori prioritari dell'organizzazione. Siamo consapevoli delle opportunità che le condizioni di ripresa economica potranno fornire al Paese. Per questo abbiamo sviluppato scelte di visione che guardino, in una prospettiva di medio e lungo termine, non a ciò che può apparire urgente, ma a quanto risulta importante per sostenere gli impegni operativi descritti. L'auspicio è che l'impegno di pianificazione condotto possa trovare giusta considerazione nelle decisioni di finanziamento.
  La prima prospettiva riguarda la riduzione dell'impatto ambientale nelle attività istituzionali, perseguendo una radicata vocazione dell'Arma su tre linee di intervento: il riordino del patrimonio edilizio con l'efficientamento energetico delle infrastrutture, i progetti di mobilità sostenibile e la riduzione della produzione di rifiuti. Il piano di efficientamento energetico coinvolge 21 grandi caserme del demanio militare per interventi da finanziare con 134 milioni di euro. Due ulteriori iniziative riguardano il Comando generale e la Scuola di Reggio Calabria, da finanziare a valere sui fondi Pre-Pac. Coerentemente, per consentire l'efficientamento di molti immobili di proprietà degli enti locali, è stato incentivato il ricorso al partenariato pubblico privato.
  Sempre in linea con il riordino del patrimonio edilizio, abbiamo l'esigenza di realizzare alcuni progetti. Intanto, una base dove ricollocare il primo Reggimento Carabinieri Tuscania e il gruppo d'intervento speciale, le cui attuali sedi risentono di gravi carenze. Per questa esigenza è stata individuata un'area demaniale in località Coltano, nel comune di Pisa. Il costo totale del progetto assomma a 190 milioni di euro, ma è possibile procedere per lotti successivi. Per noi questo è un intervento importante che auspichiamo possa essere finanziato a breve dal Ministero delle infrastrutture. Pag. 11
  Il secondo intervento attiene alla riqualificazione dell'immobile già sede degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri del comune di Roma. Si tratta di recuperare un'infrastruttura demaniale in stato d'abbandono, per ricollocarvi alcuni reparti dell'Arma, anche con conseguenti vantaggi in termini di recupero di canoni di locazione passiva. L'onere per la ristrutturazione è di circa 50 milioni di euro.
  La terza operazione attiene alla rifunzionalizzazione e adeguamento della caserma Salvo D'Acquisto di viale Tor di Quinto a Roma, arrestando l'ammaloramento di questo importante complesso infrastrutturale, rendendolo maggiormente performante dal punto di vista energetico e dotandolo di un centro polispecialistico polivalente della sanità militare. L'intervento richiede circa 70 milioni di euro.
  Infine, non appare più rinviabile l'organizzazione della Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri di Firenze, un polo addestrativo strategico per capienza e collocazione geografica che necessita di estesi interventi di miglioramento sismico, efficientamento energetico e razionalizzazione degli spazi. Il costo è di circa 21 milioni.
  Poi abbiamo anche interesse sulla mobilità sostenibile, prevedendo il rinnovo di circa 6 mila mezzi, con l'ammodernamento, entro il 2022, di circa un terzo dell'intero parco veicolare dell'Istituzione, prevedendo anche l'introduzione di un significativo numero di autovetture elettriche e ibride.
  L'introduzione della propulsione idrica segna anche l'efficientamento del settore navale, con l'acquisizione di motovedette a elevato contenuto tecnologico prodotte da cantieri italiani, che andranno a sostituire il naviglio più vetusto risalente agli anni Novanta. I carabinieri nell'area navale, negli ultimi anni, con la legge Madia, hanno reiterato fortemente il nostro dispositivo. Sostanzialmente facciamo vigilanza nelle aree lacustri, nei laghi e nel collegamento con le isole. A Venezia abbiamo approvvigionato delle motovedette ibride che sono tra le prime a livello internazionale, prodotte da un'azienda che ha vinto una gara in Italia. Questo è anche un segnale di efficienza, di attenzione all'ambiente, in una città come quella di Venezia.
  C'è poi un'altra iniziativa che riguarda la riduzione della produzione dei rifiuti. Nel 2020 è stato sottoscritto un accordo con ACEA (Azienda comunale energia e ambiente) per sviluppare progetti interconnessi in ottica di economia circolare. Una sua prima attuazione vede in questi giorni la realizzazione di una rete fra le maggiori caserme di Roma per trattare rifiuti organici in idonei apparati che li trasformano in compost.
  La seconda prospettiva riguarda gli interventi in caso di calamità naturale, rinnovando il modello di soccorso dell'Arma quale struttura operativa e di protezione civile. Le esperienze vissute in occasione dei più recenti eventi sismici hanno indotto l'Istituzione ad aggiornare la propria capacità di risposta in situazioni di emergenza, promuovendo l'organizzazione logistica modulare, autonoma e rapidamente dispiegabile che assicuri l'operatività e l'autonomia di reparti a livello compagnia. Nel triennio 2021-2023 realizzeremo tre poli logistici per l'emergenza, intesi come centri per l'immagazzinamento di mezzi e materiali da utilizzare in caso di necessità secondo il modello mutuato dall'esperienza militare fatta nei teatri operativi esteri del MOC (modulo operativo campale).
  La terza direttrice attiene alla protezione tecnologica dell'Arma. Il Governo elettronico dell'Istituzione è assicurato oggi da una solida infrastruttura telematica che utilizza strumenti gestionali all'avanguardia, nella piena consapevolezza che costituiscono un fattore abilitante di molteplici capacità operative e gestionali. Per questo è stato avviato un complesso programma di centralizzazione e di standardizzazione delle piattaforme, superando capacità critiche con l'impiego di sistemi eterogenei sviluppati con differenti linguaggi di programmazione. Andando un po' per sintesi, si tratta di fare collegamenti in fibra ottica, in modo da dotare tutte le parti delle maggiori performance di collegamento con il Comando generale.
  La solida infrastruttura di rete realizzata impone anche il potenziamento delle Pag. 12predisposizioni di sicurezza. Non ce lo dobbiamo mai dimenticare. Questo in coerenza con la strategia della cyber security dell'Unione europea e dell'attuale conforme quadro normativo italiano in tema di perimetro nazionale di sicurezza cibernetica. La difesa passiva delle risorse telematiche è garantita dall'adozione di meccanismi di autenticazione e cifratura integrati con le applicazioni. Questi assetti sono distribuiti sul territorio nazionale e automaticamente aggiornati attraverso un'interfaccia di gestione unica che permette di riverberare sull'intera infrastruttura, in tempi rapidissimi, ogni intervento correttivo effettuato centralmente.
  Oltre al sistema di protezione passiva, assume particolare importanza l'analisi dell'infrastruttura telematica da parte del Centro Operativo di Sicurezza (SOC) e la condivisione dei dati relativi ai tentativi malevoli di intrusione e minaccia rimessi al team di risposta all'emergenza, il CERT dell'Arma, struttura di pronto intervento con capacità di difesa dagli attacchi telematici.
  Un ultimo aspetto, che riguarda anche l'utilizzo della tecnologia, attiene all'innovazione circa la possibilità di assolvere la prestazione lavorativa in modalità agile, esigenza emersa durante l'emergenza pandemica. Al riguardo è stata adottata una soluzione tecnologica già positivamente sperimentata nei mesi scorsi, che consente di produrre una postazione di lavoro virtuale con funzionalità identiche a quelle disponibili in ufficio. I militari – parliamo di militari dei servizi amministrativi, non dei militari operativi – avranno una postazione a casa che replica esattamente la loro postazione di lavoro in ufficio, tale e quale, in condizioni di massima sicurezza. Queste postazioni potranno essere utilizzate da 3.000 utenti al giorno.
  Un altro aspetto programmatico riguarda la revisione del Regolamento generale dell'Arma. Questo è un argomento importante perché il Regolamento risale al 1932. Il documento declina i principi organizzativi dell'Arma e le procedure interne. È un Regolamento per certi aspetti ancora attuale, ma per alcune parti richiede un adattamento. Ci stiamo lavorando e credo che nel giro di qualche mese potremo esitare al Ministero della difesa una prima bozza. Questa potrà essere approvata a seguito del parere consultivo del Consiglio di Stato, dal Ministero della difesa, di concerto con il Ministro dell'interno. È anche una procedura abbastanza rapida.
  In questo ci sono degli aspetti che attengono ai rapporti col cittadino e anche a degli aspetti di carattere disciplinare. Riguardo alla problematica disciplinare, vorrei sottolineare come presso lo stato maggiore della Difesa vi sia un gruppo di lavoro che sta portando avanti una nuova proposta di organizzazione dei principi disciplinari, attualmente fermi al 1978, con le norme di principio sulla disciplina militare. È una disciplina pensata per il militare di leva e oggi non è più adeguata. Il concetto dell'azione disciplinare non va visto solo come momento punitivo, ma va visto anche come momento preventivo dei comportamenti, onde evitare che poi il militare possa tenere condotte ancora più gravi. È un giusto equilibrio tra prevenzione, tutela dell'amministrazione e, indirettamente, anche tutela dello stesso militare.
  Un altro aspetto importante per l'Arma è l'esigenza di adottare nuove procedure per accrescere l'efficacia dell'azione di controllo e verifiche interne nei reparti. Per questo sono state introdotte modalità più stringenti per il controllo delle attività. Le procedure saranno riepilogate in un prontuario di agile consultazione per i comandanti di vari livelli, i quali avranno una specie di vademecum per l'esercizio delle funzioni di controllo a loro devolute. Presso il Comando generale, alle dipendenze del vice comandante, è in fase di costituzione un nuovo ufficio audit per integrare e rafforzare le ordinarie attività di controllo condotte dalla linea gerarchica, e soprattutto per verificare le motivazioni nel caso in cui si verifichino situazioni particolari o comunque fatti che richiedano una particolare analisi.
  Un ultimo argomento, che sta mi sta molto a cuore, riguarda il trattamento economico. I provvedimenti di razionalizzazione Pag. 13 e deciso impulso al rinnovamento dell'Istituzione presuppongono la straordinaria motivazione a operare dei nostri carabinieri. In questo ambito si iscrivono anche gli aspetti del trattamento economico di attività e di quiescenza, di estremo rilievo per l'impatto sul benessere e sulle aspettative del personale. Dopo la scadenza dell'ultimo contratto, già alla fine dello scorso anno, si è aperta una nuova stagione concertativa che porterà presto alla definizione del nuovo Regolamento, capace di dare ulteriori e preziosi contenuti economici al rapporto di lavoro di tutto il personale del Comparto Difesa e Sicurezza. In quest'ambito, nel rispetto di tutti gli attori che fattivamente parteciperanno alla stesura dei nuovi contenuti contrattuali, auspico che possano essere destinate risorse ad hoc per valorizzare alcuni istituti fondamentali del trattamento economico accessorio, come le indennità connesse all'effettuazione dei servizi operativi. Devo infatti sottolineare la sostanziale differenza che oggi sussiste tra indennità percepita dai carabinieri per lo svolgimento di un servizio esterno a tutela della sicurezza pubblica, in sostanza sei euro lordi per turno, e quella corrisposta al personale impiegato nell'operazione «Strade sicure», che corrisponde a 13 euro a servizio in sede oppure 26 euro fuori sede. Si è creata nel tempo questa profonda dicotomia che sta alimentando una serie di perplessità. Si aprirà anche una concertazione per il personale dirigente: per la prima volta anche i dirigenti delle Forze armate avranno una capacità concertativa.
  Un altro tema importante attiene all'associazione professionale di carattere sindacale sul quale voi state lavorando, per cui non vorrei dilungarmi. Credo che la situazione sia di un giusto equilibrio tra tutela dell'amministrazione e interessi sindacali, almeno per come si è sviluppato fino a oggi il disegno di legge.
  Altro tema è il trattamento economico previdenziale. Questo è un tema strategico per il futuro delle Forze armate e, per quel che mi riguarda, per l'Arma. Un sistema economico non è sostenibile se consuma più capitale di quando ne generi. Così è anche per il capitale umano. Ebbene, la mancata attivazione della previdenza complementare non consente più che l'esperienza accumulata nel tempo dal carabiniere e posta al servizio dei cittadini possa generare valore al termine di una carriera non priva di sacrifici e limitazioni.
  Nel 2010 il legislatore ha riconosciuto la specificità del ruolo svolto dalle componenti del Comparto Difesa-Sicurezza e Soccorso pubblico anche ai fini della tutela economica, pensionistica e previdenziale. A venticinque anni dall'adozione del sistema contributivo, nonostante le reiterate dichiarazioni d'intenti e i perentori impegni da più parti assunti, il personale del Comparto Difesa e Sicurezza, diversamente da quello di altri settori del pubblico impiego, non dispone ancora della possibilità di compensare con i fondi pensione l'inevitabile riduzione del trattamento pensionistico determinata dai nuovi metodi di calcolo che delineano il profilo integralmente contributivo.
  Inoltre, dato il lungo tempo sin qui trascorso, la previdenza complementare non sarebbe comunque sufficiente a garantire l'adeguata compensazione del trattamento pensionistico per il personale al momento in servizio. Per questo il Comando generale ha elaborato un'ipotesi già condivisa dallo stato maggiore della Difesa, finalizzata ad attivare una previdenza dedicata, in linea con la richiamata specificità riconosciuta al Comparto. Si tratta di un istituto che incrementando i coefficienti di trasformazione, ovvero quei valori che moltiplicati per il montante contributivo individuale restituiscono l'importo della pensione lorda annua, consentirebbe al personale militare inquadrato nel sistema previdenziale contributivo, vale a dire quello arruolato dal primo gennaio 1996, di godere di un trattamento previdenziale semplicemente più degno, perché più in linea con la media delle ultime retribuzioni percepite. Questo è un tema importante, perché i militari per legge vanno in congedo prima del pubblico impiego. Siccome i coefficienti di trasformazione sono legati alla quiescenza per vecchiaia, è chiaro che il coefficiente di trasformazione impiegato per le Forze armate Pag. 14 risulta basso e, quindi, non consente alla fine di avere un trattamento pensionistico vicino o quasi vicino a quello che è il trattamento in servizio.
  Andrei rapidamente su altri due temi che sono importanti, ma che possiamo anche bypassare visto l'orario. Uno riguarda la comunicazione istituzionale verso l'esterno. Ci siamo riorganizzati per rendere più efficace la comunicazione verso un mondo sociale che sta cambiando rapidamente, per cui cerchiamo di adattarci ai nuovi input mediatici per dare un messaggio istituzionale di vicinanza al cittadino. L'altro tema è quello della comunicazione interna, perché oggi più di ieri bisogna da Roma arrivare fino all'ultimo carabiniere dell'ultima stazione con un linguaggio chiaro, semplice e trasparente.
  In conclusione, l'Arma sin dalle sue origini è stata concepita non come un apparato dello Stato, ma come lo Stato stesso tra i cittadini, il volto autorevole e umano al quale potersi sempre rivolgere. Per questo ogni progetto tracciato, ogni obiettivo individuato, ogni azione delineata sottende un unico grande scopo: l'orientamento al cittadino. Qualsiasi cosa si fa, bisogna pensare al bene del cittadino. Il carabiniere è e deve restare interlocutore privilegiato delle nostre comunità, offrendo uno spazio positivo di entusiasmo e di fiducia pervaso dall'ottimismo del fare. Lo dico soprattutto pensando ai giovani, che sono oggi l'area più fragile le cui prospettive non sono certo delle migliori. Quando si opera tra i cittadini dobbiamo avere uno sguardo particolare ai ragazzi. Qualità queste che mai come in questo momento avvertiamo essere un grande bisogno per la nostra collettività. In sintesi, l'Arma deve fare rassicurazione sociale e stare vicino al cittadino. Non avrei altro da aggiungere e sono a disposizione.

  PRESIDENTE. Grazie, Generale, per la sua relazione così esaustiva e per il quadro dettagliato che ha dato dell'attività operativa dell'Arma dei carabinieri in Italia e all'estero, che torna davvero molto utile per i lavori delle nostre Commissioni. Io passerei direttamente agli interventi dei colleghi. Ho una prima richiesta dell'onorevole Tripodi a cui do subito la parola. Prego.

  MARIA TRIPODI. Grazie, presidente. Desidero ringraziare il Comandante Luzi e, per suo tramite, tutti i carabinieri, le donne e gli uomini che prestano servizio con un così alto senso del dovere e del sacrificio. Comandante, volevo anche approfittare per ringraziarla per il passaggio che ha fatto su una norma approvato nella legge di bilancio di quest'anno, che riempie di orgoglio tutto il Parlamento.
  Vado subito alla domanda che le voglio porre per non togliere tempo ai colleghi, che riguarda il discorso dell'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri. A oltre quattro anni dal decreto che ha disposto l'assorbimento, la complessa procedura di amalgama delle due Forze e del relativo personale è certamente ormai giunta a una fase irreversibile. Lei come pensa che i risultati positivi che si sono sviluppati possano continuare all'interno del territorio nazionale e come valuta la situazione? La ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tripodi. Do adesso la parola all'onorevole Deidda. Prego.

  SALVATORE DEIDDA. Grazie, presidente. Grazie, Comandante generale, per tutto l'operato degli uomini e delle donne dell'Arma dei carabinieri. Come ha detto lei e come amiamo sempre ripetere, l'Arma è l'unica Istituzione che non fugge dai territori più periferici. Dall'ultimo paese non avete chiuso una caserma o un comando. È importante la solidarietà non solo per quello che è accaduto in Congo, ma anche recentemente in Calabria con l'attentato a un vostro appartenente. Grazie per avere inviato subito una risposta al territorio mandando più uomini. È una risposta importante.
  Volevo chiederle se è soddisfacente l'intesa che ha raggiunto anche con gli altri Capi di Stato per quanto riguarda il reclutamento. In Commissione avevamo approvato una risoluzione, promossa anche da Fratelli d'Italia, prevedendo un reclutamento iniziale da parte anche dei carabinieri come ferma breve. Poi qualcuno, giustamente, ha rimarcato che un sistema così Pag. 15potrebbe mettere in crisi altre forze e che si potrebbe trovare un bilanciamento migliore. Volevo chiedere se questo risponde alle esigenze di ringiovanire gli organici dei battaglioni e anche delle stazioni.
  Inoltre, da più parti si chiede di ritornare a una Forza forestale autonoma, come c'è nelle regioni speciali. Volevo sapere come sta procedendo l'integrazione del Corpo forestale e la formazione dei carabinieri forestali.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Deidda. Do adesso la parola all'onorevole Ferrari. Prego.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Ringrazio il presidente. Saluto anch'io il Comandante generale dell'Arma e, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, per suo tramite tutti i carabinieri sotto il suo comando. Un ricordo commosso ai militari che hanno perso la vita in servizio – da ultimo Vittorio Iacovacci – e ai militari che durante questa pandemia hanno perso la vita a causa del virus, continuando a prestare quello che era il loro servizio nelle stazioni territoriali.
  Per quanto riguarda l'audizione, ringrazio il Comandante per averci fornito una lunga elencazione di spunti propositivi, anche nei confronti dell'attività parlamentare. Devo sottolineare come ci sia la massima condivisione, da parte del movimento che rappresento, sull'attenzione alle risorse umane, all'organico dei ruoli tecnici, alla riduzione dell'età media dei carabinieri. La ringrazio anche per il riferimento al lavoro che la Commissione Difesa della Camera sta svolgendo per quanto riguarda l'arruolamento nelle carriere iniziali, e quindi anche l'abbassamento dell'età media. Lo sforzo dell'Arma per effettuare dei concorsi durante questo periodo di emergenza sanitaria è assolutamente apprezzabile, sia per le esigenze della Forza armata sia anche per le aspettative di tutti coloro che erano candidati. A questi temi si aggiunge – qui dovremo lavorare insieme – anche quello della previdenza complementare, che non è una problematica unicamente dell'Arma, ma di tutti gli appartenenti alle Forze armate. La ringrazio anche per la segnalazione sulle problematiche della normativa antiriciclaggio, che qualora fosse adottata può essere un impedimento all'attività svolta dall'Arma e anche dalla Polizia di Stato in funzione antiterroristica.
  Per quanto riguarda la nostra posizione relativa all'ex Corpo forestale dello Stato, ora Carabinieri forestali, ritengo che si sia raggiunto, sotto il profilo della revisione normativa, un punto di non ritorno, quindi che la scelta operata non sia al momento oggetto di una necessaria revisione.
  Esprimo apprezzamento, poi, per il contributo che l'Arma dà alle missioni internazionali, avendo potuto apprezzare, attraverso le visite che insieme agli altri colleghi della Commissione abbiamo effettuato, la tutela fornita, ad esempio, in Libano dal reggimento Tuscania, e per la formazione delle polizie locali a Gibuti, sia per i gibutini che per i somali. È apprezzata da noi, ma è apprezzata soprattutto dalle autorità locali.
  Per quanto riguarda l'efficientamento energetico, ricordo solamente che pochi giorni fa la Commissione Difesa della Camera ha approvato gli indirizzi relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), inserendo un passaggio importante relativo alla transizione ecologica nel parere alla Commissione Bilancio. L'auspicio adesso è che il Governo faccia tesoro di questi suggerimenti arrivati dalla Commissione. Questa è l'analisi e la condivisione di tutto ciò che lei ha detto.
  Concludo con una domanda relativa a quanto è stato già avviato in un progetto che mi interessa, la C-CAM, ossia l'utilizzo delle riprese audio e video delle body cameras ai reparti dell'Arma. Volevo sapere se queste possono aver dato delle utili applicazioni e se si ritenga che il progetto debba essere esteso a tutti coloro che operano sul campo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Ferrari. Ha chiesto di intervenire il senatore Castiello. Prego.

  FRANCESCO CASTIELLO. Comandante, innanzitutto felicitazioni per la recente nomina Pag. 16 in un momento particolarmente difficile. Dai vari passaggi della sua relazione queste difficoltà e problematicità risultano con tutta evidenza. Mi colpisce un dato soprattutto: il fatto che su un organico di 119 mila carabinieri, ben 10 mila hanno contratto il virus del Covid-19. Ci stiamo avvicinando pericolosamente alla percentuale del 10 per cento. Questo induce a rafforzare il sentimento di gratitudine e di solidarietà, che è la costante di tutti gli interventi che vi hanno preceduto, cui io mi associo con estrema e sincera convinzione, gratitudine e solidarietà.
  La solidarietà del Parlamento credo che si possa concretizzare, al di là di fatti declamatori, con un'azione concreta. Sulla base della lettura e dell'ascolto della sua relazione sono emerse varie iniziative su aspetti importanti, ad esempio la previdenza complementare. È una misura che non può ulteriormente essere ritardata. Ritengo che sia una misura prioritaria, perché non è possibile che dopo una vita rischiosa – soprattutto in questi ultimi tempi – si vada in quiescenza con un compenso irrisorio dovuto, come noto, al passaggio dal retributivo al contributivo. Occorre una forma integrativa che consenta di ripristinare le condizioni di equità. Credo di poter affermare che tutti i colleghi della Camera e del Senato sono d'accordo sulla necessità di perseguire con tempestività questo obiettivo.
  Concludo, signor Comandante, con l'auspicio che trova radice nell'ampia disponibilità di rafforzare il contributo dell'Arma per il contrasto della pandemia. Lei ha fatto riferimento a nuove caserme sul territorio nazionale già messe a disposizione per l'allestimento di altrettanti centri vaccinali. Si parla pure della gestione dei centri in Abruzzo e Molise, che da centri di effettuazione dei tamponi possono essere trasformati in veri e propri presidi vaccinali della Difesa a favore di tutti i cittadini.
  Queste misure, a mio sommesso parere, devono essere perseguite con forte determinazione, con grande decisione. Oggi mi sia consentito di dire una cosa. È banale quello che dico, ma lo dico con aderenza a una realtà concreta nella quale sono stato di recente coinvolto. Ho trascorso 62 giorni in ospedale per aver contratto il Covid e sono vivo proprio per miracolo. Questa è una gara di velocità a chi arriva prima, o il vaccino o il virus. In questa gara di velocità, credo che l'Arma possa dare veramente un grande contributo sotto tutti i profili, sotto i profili operativi già in essere, già sperimentati, e sotto ulteriori profili operativi che sono quelli ai quali lei ha accennato. Un ringraziamento per questa ampia apertura, per questa ampia disponibilità, e l'auspicio che questa astratta disponibilità si concretizzi al più presto per raggiungere l'obiettivo, prefissato in questi giorni in sede governativa, delle 500 mila vaccinazioni al giorno, perché onestamente stiamo andando a passo di lumaca.
  Questo veramente ci mette in condizione di avere una competizione perdente rispetto agli altri Paesi che si sono saputi organizzare molto meglio. Ricordo che, negli Stati Uniti d'America, la settimana scorsa il Presidente Biden si è vantato per il traguardo raggiunto, in appena 37 giorni, di 50 milioni di cittadini vaccinati, quasi l'equivalente della popolazione italiana. Lo stesso può dirsi per la Gran Bretagna, per Israele e via di seguito. Noi invece stiamo arrancando. Perché l'obiettivo prefissato dei 500 mila vaccinati al giorno non sia una chimera o un'utopia occorre che veramente tutti, nessuno escluso, diano il loro contributo. L'Arma ha dato disponibilità e noi non possiamo fare altro che prenderne atto in modo molto positivo, ringraziando ulteriormente per questa disponibilità e questa ulteriore manifestazione di solidarietà sociale.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore. Do adesso la parola all'onorevole Pagani, da remoto, a cui chiedo di attivare la Camera. Prego, onorevole Pagani.

  ALBERTO PAGANI, intervenendo da remoto, innanzitutto mi congratulo con l'Arma dei carabinieri per la sua nomina a Comandante generale e ringrazio tutti i carabinieri per il lavoro che hanno fatto. Il tempo è tiranno e costringe a scegliere alcuni temi e a fare domande sintetiche. Spero di essere comunque chiaro. Pag. 17
  Sono tre le domande che vorrei fare. Una prima domanda riguarda un tema accennato da lei, Comandante, quando ci ha evidenziato la copertura incompleta della pianta organica e, allo stesso tempo, una problematica legata all'invecchiamento del personale dell'Arma, al superamento della soglia dei quarant'anni come età media, circostanza che danneggia la capacità operativa. La domanda è questa: visto che l'incremento dello sblocco del turnover dei nuovi arruolamenti ha permesso un miglioramento parziale del dato riferito all'età media, volevo capire se ritiene che per risolvere la problematica sia sufficiente aggiungere questo all'iniziativa in discussione relativa alla questione dell'arruolamento nelle Forze armate – su cui naturalmente c'è accordo tra i Capi di Stato Maggiore delle Forze armate – o se ritiene, invece, che sarebbe necessario affiancare altre iniziative per portare l'età media a un livello più adeguato alle funzioni operative. Una volta, prima della sospensione della leva obbligatoria, c'era la figura del carabiniere ausiliare. Se ne è parlato anche in passato. Ora il tempo e le condizioni sono diverse, ma volevo capire se ritiene che sia necessario un intervento aggiuntivo per avere forze giovani disponibili nelle attività sul territorio.
  La seconda domanda riguarda un tema evidenziato nella sua relazione: quello dello sharing, cioè della diffusione data alle informazioni della UIF e del recepimento della direttiva comunitaria, che è andata un po' in controtendenza rispetto al principio generale indicato dalla Ue di una maggiore (non minore) diffusione delle informazioni utili. A me risultava – non sono aggiornato su questo – che ci fosse anche da parte della Polizia di Stato un'iniziativa per correggere questa distorsione. Mi pare che si volesse sottoscrivere un di protocollo di intesa con la Guardia di finanza per poter avere una migliore distribuzione delle informazioni sulle operazioni sospette. Mi ispiro a questo ragionamento per fare una domanda: ritiene che per correggere la struttura sia necessario un intervento normativo o è sufficiente un accordo tra le Forze di polizia a ordinamento civile e militare, per poter trovare le modalità corrette per avere le informazioni necessarie alle indagini?
  Il terzo tema riguarda l'attività dei carabinieri forestali, che ormai si sono strutturati e consolidati. Resta una tematica relativa alle funzioni che la Costituzione attribuisce alle regioni sui parchi e sulla gestione del territorio montano. La domanda è questa: lei ritiene che possa essere utile – anche per evitare che le regioni, ciascuna per conto suo, declinino quelle funzioni in modo disomogeneo e, quindi, possano produrre anche delle sovrapposizioni di compiti – dotarsi di una definizione normativa nazionale quadro che specifichi quali siano a livello nazionale i compiti e le funzioni dell'Arma dei carabinieri e dei carabinieri forestali, e come le regioni devono organizzare la loro attività relativamente al contrasto all'attività venatoria, al bracconaggio, alla gestione dei parchi e delle foreste, ovvero quelle funzioni che attualmente sono ad esse delegate dalla Costituzione? Grazie e buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Pagani. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ermellino. Prego.

  ALESSANDRA ERMELLINO, intervenendo da remoto, saluto il Comandante generale rinnovando gli auguri per il ruolo appena assunto, inclusi tutti gli oneri che il periodo comporta. La ringrazio anche per la relazione e per le informazioni che ci ha reso, perché ci consentono diversi spunti di riflessione.
  In particolare, mi voglio soffermare sulla questione dell'informazione. Faccio un piccolo preambolo, perché lo scambio informativo è un po' il perno della sicurezza nazionale, anche degli italiani all'estero. Mi riallaccio alla questione della tempestività con cui molto spesso le informazioni necessitano di essere scambiate e ringrazio il collega Ferrari per avere ricordato quanto avvenuto in Congo e il carabiniere Vittorio Iacovacci, che era di scorta all'ambasciatore Attanasio, e che purtroppo ha pagato con la vita il suo impegno sul campo. Di questo ringrazio sia l'Arma, sia gli uomini Pag. 18e le donne che ne fanno parte, perché con impegno e abnegazione hanno consentito sul territorio nazionale, durante la pandemia, che i servizi essenziali continuassero a funzionare. In particolare, ricordo la questione relativa alle pensioni, che i cittadini hanno potuto ricevere a casa. Le persone più anziane, quindi le più esposte, hanno potuto continuare a ricevere la pensione proprio grazie al servizio reso dall'Arma dei carabinieri.
  Mi ricollego all'importanza dell'informazione perché lei ha fatto un passaggio secondo me essenziale relativamente all'UIF. In particolare, il passaggio in cui lei dice che c'è questa impossibilità o difficoltà ad interloquire fra l'UIF e le altre Forze di polizia, persino per le punte di diamante degli organi di indagine, mi ha destato una certa preoccupazione in chiave di prevenzione di atti gravissimi, quali possono essere quelli di terrorismo. Ricordo – non è neanche trascorso troppo tempo – l'episodio del giovane partito da Bari, proprio dalla mia regione, e che poi in Francia ha compiuto atti terribili. Come riterrebbe utile intervenire per porre rimedio a questa situazione che si è creata dal recepimento di questa direttiva europea? Banalmente le chiedo anche, visto che dovrebbe arrivare di qui a breve la legge di delegazione europea, se eventualmente questo strumento può essere utilizzato per cercare di correggere questa tendenza. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Ermellino. Abbiamo completato il primo giro di interventi e, pertanto, do la parola al generale Luzi per la replica. Prego.

  TEO LUZI, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Grazie. Consentitemi, intanto, un ringraziamento per le parole che avete espresso verso i carabinieri. I carabinieri fanno un lavoro duro. A volte possono anche sbagliare, ma la gran parte di loro fa un lavoro vicino al cittadino. La considerazione e soprattutto l'attenzione del Parlamento, in questo caso della Commissione Difesa, è sicuramente stimolo nel fare meglio il nostro lavoro quotidiano. Grazie veramente di cuore.
  Rispondo rapidamente, cercando anche di accorpare alcune domande che sono similari. Partiamo dei forestali. Dopo quattro anni, credo che la situazione, sia in termini di amalgama di Forze appartenenti a due organizzazioni diverse, sia in termini di produttività sul territorio, possa definirsi più che soddisfacente. Il Parlamento ha deciso di fare questa scelta e l'Arma dei carabinieri, unitamente a tutto il personale proveniente dal Corpo forestale dello Stato, si è mossa in una certa direzione, adottando criteri organizzativi più aderenti alle esigenze sul territorio, facendo amalgama di personale – ma anche di procedure – per darsi un sostegno reciproco. Si è fatto un potenziamento di mobilità, di mezzi tecnologici e di attività di varia natura sul territorio. Credo che la cartina tornasole sia – e questo lo dico da Comandante generale – che se oggi facessimo un sondaggio sui i militari provenienti dal Corpo forestale dello Stato, la gran parte direbbe che va bene questa situazione. La percezione del personale non è cosa da poco. Certo, c'è ancora molto da fare, c'è ancora molto da migliorare. Si tratta di adottare altri provvedimenti, ma è un'integrazione che non si fa in un anno. Probabilmente, come ha detto l'onorevole Maria Tripodi, siamo in una via di non ritorno, ma ancora c'è molto per andare avanti.
  Cito alcuni dati. Stiamo facendo un forte controllo sul territorio, anche nel settore antincendio, che non è una competenza dell'Arma – come qualcuno a volte ha stigmatizzato sui giornali – ma dei Vigili del fuoco. La nostra competenza è quella della perimetrazione delle aree antincendio e di fare prevenzione sul controllo del territorio. Però, anche in questo settore abbiamo un accordo con i Vigili del fuoco e diamo il nostro contributo in sinergia con altre amministrazioni. Gli incendi, nel 2019, sono stati uno dei grandi temi che hanno richiamato l'attenzione su questa situazione di accorpamento, come se l'Arma fosse «responsabile» di questi. Nel 2020 c'è stata una forte riduzione. Le indagini nei confronti di incendiari sono in netto incremento. Solo per darvi un dato – i dati danno l'idea anche dei carichi di lavoro – Pag. 19nei quattro anni di accorpamento sono stati denunciate circa 1.700 persone per incendio doloso o colposo. Sono state arrestate 150 persone, e si tratta di un reato i cui autori sono anche difficile da identificare. È una mole di lavoro a cui l'Arma concorre, anche se questo settore non è proprio dei compiti dell'Arma. Personalmente, direi che sono contento di come vanno le cose. Ritengo che, al di là dei passi avanti che sempre dobbiamo fare, la situazione sia assolutamente più che accettabile, soprattutto pensando al servizio reso al cittadino.
  C'è un tema che ha sollevato l'onorevole Pagani che non riguarda l'Arma. Probabilmente, in questo momento è necessario mettere un po' ordine nelle competenze tra le regioni, le province e i comuni in relazione a quelle che sono le competenze dello Stato. In questo contesto si vanno a innestare poi le regioni a Statuto speciale, che ancora più complicano il quadro. C'è, dunque, un tema di normativa su chi, come e cosa dover fare tra regioni, province, amministrazioni comunali e, dall'altra parte, lo Stato; c'è un quadro normativo che non è proprio omogeneo e che forse è lasciato, più che a una disciplina di legge, a una buona volontà delle parti. Noi lavoriamo con protocolli con le regioni per dare ordine alla materia, però, oggettivamente, questo è un tema che potrebbe essere di interesse del Parlamento, ma anche degli enti locali; non è solo una forma di accentramento delle competenze. Sapere chi, come, cosa dover fare in termini di legge sarebbe una cosa assolutamente possibile e, soprattutto, auspicabile.
  Un'altra domanda riguarda l'età. Onorevole Deidda, l'equilibrio trovato dalle Forze armate è un equilibrio che consente all'Arma di fare un passo avanti e di cominciare a reclutare. Anziché avere il 70 per cento dei ragazzi che prendiamo dalle Forze armate con 28 anni di età, probabilmente ne avremo la stessa percentuale con un'età media di 24, 23 anni. Per l'Arma già tre anni di differenza sono importanti. Sono importanti perché più si va avanti con l'età e più è difficile muovere il personale, perché comincia ad avere famiglia, comincia ad avere altri interessi. L'età comporta un decadimento fisico quando si va oltre i 40-50 anni, e con una media di 44 anni l'efficienza istituzionale non è delle migliori. Reclutare quattro anni prima rispetto alla situazione attuale è l'equilibrio che va trovato tra l'interesse dell'Arma nell'avere giovani e l'interesse delle Forze armate nell'avere una sorta di prelazione per i propri concorsi, perché se gli si toglie l'aspettativa di entrare nell'Arma e nella Polizia, probabilmente il numero degli aderenti ai concorsi delle Forze armate sarebbe inferiore.
  Qui mi aggancio all'altra domanda; il ritorno degli ausiliari nell'Arma. Se dovessi dirlo così, d'emblée, bellissimo, firmerei subito. È una cosa interessante per un complesso di motivi: intanto perché avremmo ragazzi molto più giovani; e poi perché servirebbe per ritornare un po' all'antico avvicinare il cittadino alla sicurezza pubblica (non come dovuto, ma come partecipazione popolare). Però non è così semplice, perché questo va poi a collidere con le esigenze delle Forze armate. Forse, si potrebbe trovare un piccolo spiraglio per l'Arma per dare messaggio sociale, questo sì; però va trovato un giusto equilibrio E questo è stato trovato nella proposta che lo stato maggiore della Difesa e il Ministero della difesa hanno fatto, che noi sentiamo di condividere.
  Previdenza complementare, ne ha fatto un cenno il senatore Castiello. Credo che noi dobbiamo pensare alle nuove generazioni. Noi chiediamo oggi alla gente di reclutarsi, gente che sa che fra 35 anni va a casa e ha il 60 per cento dello stipendio. Non è una bella cosa. C'è qualcosa che non va in questo meccanismo, perché i fondi pensionistici sono partiti e i coefficienti di trasformazione sono penalizzanti perché il personale viene mandato a casa prima. Credo che il Parlamento, su questo tema che l'amministrazione ha sollevato da tempo, dovrebbe metterci mano. Anche lì dovrebbe trovare, non dico una soluzione ottimale, ma un punto di equilibrio.
  UIF e, poi, chiudo. Questa è una cosa che ritengo molto importante. Prima del recepimento della quinta direttiva, l'Arma Pag. 20dei carabinieri e, in particolare, il ROS aveva la possibilità di dialogare direttamente con la UIF, non per attività giudiziaria, ma per attività di verifiche amministrative, per la parte informativa. Oggi, con l'introduzione del segreto d'ufficio, non abbiamo più questa possibilità. Questo lo riteniamo un vulnus, perché al ROS, che si interessa di criminalità organizzata e terrorismo internazionale, è stata tolta un'opportunità informativa. Non è l'unica, ma è una opportunità informativa importante che non può essere, come qualcuno ha sostenuto, surrogata da un protocollo; il protocollo con la Guardia di finanza, per intenderci. Questo per una serie di motivi. Intanto è una questione di rapidità dell'informazione, perché se ho bisogno di un'informazione la chiedo alla Finanza e, poi, la Finanza a sua volta per avere un aggiornamento la chiede alla UIF. Voi capite che già passa tempo. Una va bene, ma quando si fanno 10, 20, 50 richieste si perde tempo e nelle indagini, in talune circostanze, perdere tempo vuol dire cambiare anche la storia. In tutti i Paesi democratici al mondo, dagli Stati Uniti alla Francia, alla Spagna, all'Inghilterra, chi più ne ha più ne metta, un sistema di mercato, orizzontale o verticale, è ripartito tra più Forze di polizia. Lasciare un minimo di autonomia a una Forza di polizia in un settore del genere – autonomia significa che non si deve rendere conto a un'altra Forza di polizia – è anche questo un valore di democrazia. Perché togliere questa opportunità al ROS? Noi non discutiamo dei 100 mila SOS all'anno; discutiamo di quelle SOS che attengono ad alcuni fenomeni criminali più particolari, che sono di criminalità organizzata e soprattutto di terrorismo internazionale. All'onorevole Pagani rispondo sì: il protocollo può essere un palliativo, ma non è la stessa cosa; non dà la stessa efficienza e non ottiene gli stessi risultati. È importante che il ROS – mi permetto di dire anche le altre strutture analoghe, come il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato – abbia quantomeno in settori specifici una capacità di interlocuzione con la UIF. Tenete anche conto che le direttive europee tendono un po' a disseminare queste informazioni; noi. Invece, al contrario le abbiamo assolutamente ristrette su un organismo. Non c'è una preclusione, anzi è stata un'interpretazione del legislatore italiano in maniera restrittiva rispetto a quella che è la previsione della direttiva europea. Se vogliamo ridare efficienza al sistema, dovremmo togliere il segreto d'ufficio che è stato introdotto con la quinta direttiva, quantomeno solo per le punte di diamante, come qualcuno prima le ha chiamate, che sono il ROS e lo SCO. Tutto questo è un tema importante che richiede tanta attenzione. Attualmente la legge di delegazione europea è stata approvata dalla Commissione del Senato e si trova alla Camera. Il termine ultimo per la promulgazione credo che sia agosto 2021. Non so se i tempi ci sono, ma questa è l'esigenza che noi vediamo e sulla quale crediamo fortemente.

  PRESIDENTE. Grazie, Generale. Abbiamo ancora tempo a disposizione, quindi, ritengo che possiamo iniziare anche il secondo giro di interventi. È doveroso precisare che ho tre richieste di intervento da parte del gruppo di Forza Italia. In questo caso, confido nel potere di sintesi dei colleghi e darei immediatamente la parola al senatore Gasparri. Prego.

  MAURIZIO GASPARRI. Le darò un contributo immediato perché il punto su cui volevo richiamare l'attenzione è già stato affrontato ed è quello del trattamento previdenziale. È stato trattato nella relazione, è stato osservato nelle varie domande e nella replica. Mi associo a questo auspicio e penso che noi del Parlamento dovremmo fare cose concrete e operative per il personale dell'Arma. Se poi, nell'ulteriore replica, il Generale volesse aggiungere qualche consiglio ulteriore oltre a quelli che ci ha dato lo ringrazio, ma ritengo che sia una priorità urgentissima che in questa fase dobbiamo affrontare.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore. Do la parola all'onorevole Perego Di Cremnago, da remoto, a cui chiedo di attivare la camera.

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  MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, intervenendo da remoto, grazie, presidente. Comandante, una domanda breve: Secondo lei, il Reggimento Paracadutisti Tuscania, dopo la validazione ricevuta nel mese di dicembre, potrebbe entrare non soltanto come forza di supporto dell'operazione delle Forze speciali, ma proprio come Forza speciale, nel Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali (COFS), affiancando il Gruppo intervento speciale (GIS). Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Perego Di Cremnago. Do la parola alla senatrice Minuto, prego.

  ANNA CARMELA MINUTO. Grazie, presidente, per averci dato la possibilità di fare qualche altra domanda. Un saluto particolare al nostro nuovo Comandante, Generale Luzi. Lo ringrazio per l'attenta e corposa relazione, perché ha toccato diversi punti. La mia è una domanda semplicissima. Un comandante di stazione non può rimanere troppo tempo in un determinato paese in ragione di una possibile troppa contiguità con il territorio. Vorrei sollecitare una riflessione sulla possibilità di stanziamento per un periodo non superiore ai cinque anni. È una semplice riflessione, perché comunque nei territori si parla spesso del periodo così lungo che i comandanti rimangono nei paesi, grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio la senatrice. Si è aggiunta una richiesta dall'onorevole Ferro. Prego, onorevole.

  WANDA FERRO, intervenendo da remoto, chiedo scusa se intervengo in zona Cesarini, solo ed esclusivamente perché lo ha fatto già il capogruppo Deidda. Anche a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, tenevo ad augurare buon lavoro al Generale, certi di un impegno che abbiamo visto sin dal primo giorno del suo insediamento e che vedrà i parlamentari, per quanto ci riguarda, in prima linea sulle tante battaglie che deve affiancare l'Arma dei carabinieri, perché rappresenta veramente l'Istituzione Italia e rappresenta per tutti quanti noi i compiti attribuiti e svolti. Credo che l'Arma abbia svolto un ruolo molto importante con riguardo al trasporto dei vaccini, dando maggiore sicurezza agli italiani, che stanno vivendo un momento di grande incertezza e di grande paura. Grazie, Generale.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferro. Do adesso la parola al Generale Luzi per un'ulteriore replica. Prego, Generale.

  TEO LUZI, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Sarò rapidissimo.
  Trattamento previdenziale. Ve l'ho detto io, l'hanno detto anche altri parlamentari. Credo che questo debba essere un impegno del sistema per pensare ai giovani. Questo è un istituto fondamentale per dare certezza al funzionamento delle Forze di polizia pensando ai giovani, e credo che sia un dovere istituzionale trovare una soluzione.
  Il Reggimento Paracadutisti è entrato nelle Forze per le operazioni speciali – ne siamo molto contenti – dopo una lunga valutazione, dopo una certificazione. Come Forze speciali sono richiesti dei requisiti che il Reggimento non avrebbe, talmente è alta la specializzazione delle Forze speciali. Per quanto riguarda l'Arma o il GIS, non siamo in grado di gestire tutto il personale del Reggimento Paracadutisti con certe caratteristiche – peraltro avrebbe dei costi enormi – senza possibilità di essere impiegato. Credo che l'ingresso del Reggimento Tuscania tra le Forze per le operazioni speciali sia un grande risultato istituzionale e può dare un contributo alla sicurezza di questo Paese.
  La mobilità dei comandi di stazione. Mi rendo conto che questo è un tema molto delicato. Non è un tema di contiguità col territorio; questa è una falsa lettura che ne viene data. L'idea è un'altra, cioè di valorizzare la professionalità di questi comandanti di stazione. Noi abbiamo comandanti di stazione, che sono anche di una certa esperienza, che comandano stazioni con quattro carabinieri; parlo di luogotenenti. Poi abbiamo altre stazioni, magari in mano a giovani ragazzi, perché alla fine la mobilità non esiste. Il leitmotiv è quello di Pag. 22venire incontro al personale, di stargli vicino, ma soprattutto di valorizzare la professione di questi in incarichi sempre di maggior livello, che danno anche delle opportunità professionali sempre maggiori. Prima ho citato l'indennità di comando. Il Parlamento è stato molto attento nella legge di bilancio. Ha assegnato 7 milioni di euro all'Arma per indennità di comando ai comandanti di stazione. Ritengo che possa essere giusto – questo è un provvedimento che dovrà essere adottato – dare un'indennità di comando differenziata a un maresciallo che comanda quattro carabinieri rispetto a quello che ne comanda trenta. L'impegno di comando è diverso da quattro a trenta, ma soprattutto se sono trenta vuol dire che quel territorio è ancora più impegnato e ancora più gravato da mille problemi. Questo è il messaggio. Non è un avvicendamento per continuità, perché non c'è né motivo; tanto poi se ci sono problemi si interviene disciplinarmente, o – in casi di eccesso – penalmente. È un problema di efficienza del sistema valorizzandone le capacità e le professionalità.

  PRESIDENTE. Grazie, Generale. In primis voglio portare i saluti della collega, la presidente Pinotti, che si è dovuta allontanare qualche minuto prima per un impegno istituzionale. Voglio ringraziare tutti i colleghi che hanno partecipato all'audizione e lei, Generale, per la disponibilità, ma anche per aver rafforzato l'immagine di vicinanza che l'Arma dei carabinieri ha nei confronti dei cittadini. Grazie ancora. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.40.