XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 97 di Martedì 23 febbraio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del presidente di AcquaEnna SCpA, Franz Bruno:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 9 
Trentacoste Fabrizio  ... 9 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 12 
Trentacoste Fabrizio  ... 12 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 13 
Lorefice Pietro  ... 14 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 14 
Lorefice Pietro  ... 14 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 14 
Lorefice Pietro  ... 14 
Bruno Franz , Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto) ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente di AcquaEnna SCpA, Franz Bruno.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del presidente di AcquaEnna SCpA, Franz Bruno, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema delle acque reflue urbane e industriali in Sicilia, su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta.
  Invito, quindi, il nostro ospite a svolgere una relazione, approfondendo ovviamente la situazione che si registra nel territorio presso il quale ha competenza il suo ufficio.
  Al termine faremo delle domande di integrazione, se lo riterremo opportuno. Grazie.

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Buongiorno a tutti. Comincerò rispondendo alle domande per le quali avete chiesto una risposta.
  Il primo punto della domanda riguardava gli effetti che avevamo avuto sulla gestione del servizio idrico integrato nel trasferimento delle funzioni tra il vecchio gestore, il vecchio ente di governo d'ambito e il nuovo, rispettivamente l'Ambito territoriale ottimale (ATO) e l'Associazione temporanea di imprese (ATI). Chiaramente abbiamo avuto degli effetti molto negativi, dovuti fondamentalmente ai ritardi rispetto alla legge regionale che istituiva le nuove ATI e, quindi, i nuovi nove enti di governo d'ambito.
  Come sapete, la legge risale al 2015 e nel gennaio del 2016 sono stati istituiti nove ambiti da parte del Dipartimento dell'assessorato regionale. Successivamente, ad aprile, è stata costituita l'assemblea territoriale idrica. Sono stati necessari ben quattro anni, dal 2016 a luglio del 2020, per il subentro da parte dell'ATI nella gestione dell'ente di governo d'ambito. Questi quattro anni hanno creato notevoli difficoltà, perché hanno bloccato totalmente quella che è l'attività di erogazione dei finanziamenti nei confronti dell'ambito di Enna.
  Così come abbiamo messo nella relazione che vi abbiamo mandato, sostanzialmente c'è stato un susseguirsi di attività effettuate con grande ritardo sia da parte della regione che da parte dell'ATI, perché nella legge n. 19 del 2015 era previsto che ci fosse, nel caso di ambiti con gestore attivo, l'istituzione di una commissione tecnica ai sensi dell'articolo 12 che doveva stabilire se vi erano delle inadempienze o meno da parte del gestore. La commissione è stata nominata nel 2018 e quindi a partire Pag. 4 dal decreto di istituzione degli ambiti, sono passati quasi tre anni, perché la costituzione è del gennaio del 2016 e il decreto di istituzione della commissione è del novembre del 2018. La commissione ha fatto la sua attività. Erano previsti tre mesi, c'è stato qualche tempo in più, ma tutto sommato è stato fatto tutto abbastanza celermente, perché da quando è stata nominata a novembre, la commissione ha chiuso i suoi lavori ad aprile, concludendo – così come ho riportato nella relazione a voi fornita – che non vi erano elementi per cui si rilevavano delle inadempienze da parte del gestore.
  Una volta conclusa la commissione tecnica, è partito un confronto tra il Dipartimento e l'ATI sul subentro, addirittura con delle diffide da parte del Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti, che diffidava l'ATI a subentrare, e addirittura con l'eventuale nomina dei poteri sostitutivi.
  Alla fine, l'ATI ha nominato l'Autorità idrica toscana (AIT), un ente di governo d'ambito della Toscana, come consulenti per l'analisi sul subentro all'ATO. Con una relazione finale solo a luglio del 2020, l'AIT ha detto sostanzialmente che si poteva fare il subentro a titolo universale in quanto tutta la convenzione tra ATO e il gestore, quindi AcquaEnna, era in linea assoluta con le disposizioni dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA). Successivamente, il 14 luglio del 2020, l'ATI è finalmente subentrata.
  Come dicevo, non sono stati erogati i finanziamenti che erano previsti per l'ambito di Enna, in particolare sulla parte relativa alla depurazione, perché la regione ha deciso che l'ATO in liquidazione non poteva essere il soggetto beneficiario. Chiaramente questo è stato contestato sia da noi, che dall'ATO, perché è chiaro che l'ATO, seppur in liquidazione, in attesa del subentro doveva continuare ad avere i suoi adempimenti contrattuali nei confronti del contraente, quindi di AcquaEnna. Questa è la cronistoria.
  Tutto questo ha comportato dei seri problemi dal punto di vista degli investimenti. Non ha comportato problemi sul piano della gestione, ma sul piano degli investimenti certamente un ritardo di quattro anni è stato molto significativo, soprattutto per quanto riguarda la parte dei depuratori.
  Come vi dicevo la volta scorsa nella precedente audizione e come abbiamo ribadito nella relazione, per quanto riguarda la parte della depurazione un altro elemento molto grave per quelle che sono state le conseguenze per AcquaEnna, è stata la decisione della Regione siciliana a partire dalla Giunta Lombardo, che con una famosa delibera ha stabilito che tutte le somme relative ai finanziamenti per i depuratori dovevano essere dati prima a chi era in prima fascia, ovvero ai comuni in procedura di infrazione con abitanti superiori ai 15.000 e la provincia di Enna era esclusa da questi finanziamenti, essendo nella seconda fascia di procedura di infrazione comunitaria. Questo ha creato una serie di problemi, perché non poter adeguare, realizzare gli impianti nuovi, ma soprattutto, non poter neanche fare tutte le attività sugli impianti esistenti ha comportato delle difficoltà sulla parte della gestione.

  PRESIDENTE. Lei ha detto che l'ATI si è insediata da luglio. Si è insediata ma di fatto ancora non è operativa?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Ha effettuato il subentro nel contratto con AcquaEnna e ha preso sostanzialmente il personale ex ATO in carico all'ATI Quindi, in effetti, è operativa.

  PRESIDENTE. Quindi comincia a finanziare gli investimenti?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). C'è una novità proprio di un paio di giorni fa. Ci è arrivata una nota – che vi invio, se volete – da parte del responsabile, del dirigente del Servizio 1 del Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti che dice che ha completato tutta l'istruttoria sui sei depuratori con copertura finanziaria prevista nel Patto per il Sud, quindi sono sei depuratori Pag. 5 in provincia di Enna. Su tre depuratori hanno già attivato la linea del finanziamento e sta procedendo ai decreti di finanziamento, mentre sugli altri tre ci hanno chiesto una relazione – che stiamo facendo e che abbiamo già completato – all'interno della fascia di rispetto dei cento metri del depuratore, per vedere se ci sono fabbricati abusivi e non abusivi.
  Questi sei progetti di ristrutturazione degli impianti di depurazione saranno operativi, secondo me, tra massimo un mese o un mese e mezzo, con i tempi di iscrizione a bilancio della regione.

  PRESIDENTE. Lei ha detto che ci sono state delle difficoltà nel passaggio da ATO ad ATI, tanto è vero che la regione probabilmente non dava più i soldi all'ATO perché era in liquidazione, adesso vengono dati questi soldi all'ATI, quindi si è aperta la linea di finanziamento. L'ATI è ora pienamente operativa e non abbiamo più scuse oppure l'ATI ha ancora dei problemi?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Io ritengo che non abbia problemi. Per completezza volevo dire che noi abbiamo presentato altri tre progetti esecutivi per altri tre comuni tra cui: Nicosia, dove c'è un impianto realizzato tantissimi anni fa e mai messo in moto per problemi di collaudi e cose di questo genere; un secondo impianto su Pietraperzia; l'impianto consortile Leonforte-Assoro, perché prende due comuni. Questi tre progetti sono stati inseriti da parte della regione nei finanziamenti. Quindi, nel giro di qualche mese dovremmo avere operativi interventi su nove depuratori. Poi magari vi invio la nota e una piccola relazione con lo stato dell'arte su questi progetti.

  PRESIDENTE. Sicuramente. Anzi, ne approfitto proprio per chiedere in generale un elenco di tutti i depuratori di acque reflue urbane che avete, il numero di abitanti equivalenti, soprattutto ci interessa la quantità di fanghi smaltiti ogni anno. Quindi chiederemo tutti questi dati per ognuno degli impianti che avete.

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Ve li faremo avere in brevissimo tempo perché sono dati a nostra disposizione. Il primo punto è stato svolto, poi, eventualmente riprendiamo l'argomento, se ci sono domande.
  Il secondo punto era il tipo di gestione scelta tra quelle previste dall'ordinamento europeo. Così come descritto nella relazione, è stato scelto di fare una gara a evidenza pubblica di tipo europeo. La gara è stata fatta nel 2003 e nel novembre del 2004 è stata stipulata la convenzione con AcquaEnna.
  Chiaramente va precisato che come sempre nelle convenzioni di questo tipo, si pensa che alla firma del contratto vengono fatte tutte le consegne da parte dei comuni di tutte le opere e le strutture riguardanti il servizio idrico integrato. In effetti, nel caso specifico e come sempre succede, il contratto è di novembre del 2004, noi abbiamo iniziato all'inizio del 2005 con la consegna di un comune, in particolare Cerami, e poi le varie consegne si sono completate fino al 2006. Ci sono voluti due anni per avere la consegna di tutti gli impianti relativi alla gestione del servizio idrico.
  La gara è stata vinta con una società, proprio AcquaEnna SCpA, costituita da due soci con una percentuale più alta. Il primo è l'allora Agac che, con varie fusioni, oggi è Iren Spa come socio di know how. Il secondo è COGEN, Costruzioni Generali, che è l'impresa e il socio costruttore. Vi erano altri due soci di piccola dimensione, una con il 5 per cento e una con il 3 per cento. Il 5 per cento è rappresentato dalla Sicilia Ambiente, che era una società che gestiva i depuratori in provincia di Enna, ma questa società che era a totale capitale pubblico poi è fallita e i due soci Iren, che oggi si chiama IRETI, e COGEN hanno rilevato interamente la quota di Sicilia Ambiente a pari quote. L'ultima società è Idrosud che ha il 3 per cento di AcquaEnna, ma è una società totalmente non operativa all'interno della gestione, ma è solo un socio di capitali.
  Passiamo al terzo punto, che riguarda le consegne. Sui 20 comuni della provincia di Pag. 6Enna gestiamo 19 comuni, perché il comune di Barrafranca non ha mai consegnato la gestione delle opere ad AcquaEnna. In questi 15 anni ci sono stati numerosi commissariamenti da parte della Regione, ma non hanno portato a compimento la consegna. In particolare, abbiamo fatto un ricorso al Tribunale amministrativo della regione (TAR) nei confronti del comune di Barrafranca che è ancora giacente presso il TAR. Questo per quanto riguarda il secondo e il terzo punto.
  Anche il quarto punto fa parte dello stesso argomento e non esistono gestioni salvaguardate in provincia di Enna.
  Un altro punto riguarda le criticità individuate nell'applicazione degli indirizzi contenuti nella convenzione e/o piano d'ambito. Parto dalla fine. Per quanto riguarda il piano d'ambito, noi lo abbiamo aggiornato con gli aggiornamenti relativi alla nuova normativa che è subentrata con l'intervento dell'ARERA, e quindi sostanzialmente il nostro piano d'ambito si aggiorna automaticamente ogni due anni, così come è previsto dall'ARERA.
  Nella relazione abbiamo rappresentato le criticità individuate, che partono dall'inizio, perché – come abbiamo rappresentato – ci siamo trovati con i dati di partenza della gestione che non erano assolutamente veritieri. Il progetto fu fatto, come in tutti gli ambiti, da parte della Sogesid, che fece un progetto sulla base dei dati trasmessi dai comuni. I dati erano errati, sia dal punto di vista dei numeri su tutti gli argomenti, dalle perdite in rete, dalla necessità degli interventi di realizzazione e manutenzione da fare. Soprattutto erano assolutamente errati i volumi di vendita previsti in questo piano economico-finanziario. Per dare un dato, si prevedeva di vendere 15 milioni di metri cubi, mentre noi oggi attestiamo intorno agli 8 milioni e man mano si scende, perché chiaramente aumenta l'educazione a non disperdere e soprattutto al risparmio.
  Questo è stato un grandissimo problema, perché – come voi sapete – in maniera assolutamente semplicistica, la tariffa viene fuori dai costi suddivisi per i volumi venduti. Chiaramente è una semplificazione che mi permetto di fare, ma ci sono anche altri parametri da considerare. Il grosso è fatto dai costi suddivisi per i volumi, e quindi se suddividiamo i costi per 15 milioni di volumi, anziché per 6 milioni, 7 milioni, 8 milioni, abbiamo una tariffa che praticamente si raddoppia. A sua volta questo ha comportato dei problemi sul cosiddetto «coefficiente di autofinanziamento» degli investimenti da parte della tariffa, quello che prima si chiamava «MLA», cioè margine lordo di autofinanziamento. Tutto questo ha creato tutta una serie di problemi nella fase iniziale della gestione.
  Nella relazione abbiamo fatto un cenno anche alle partite pregresse che l'ATO ha riconosciuto dopo anni e che nell'anno venturo, o tra due anni al massimo, finiamo di fatturare, che servivano proprio a compensare quelli che erano stati i minori introiti negli anni, in cui vi era questa discrasia tra quello che era il fatturato che ci doveva essere e i costi. Come società, noi siamo stati disponibili con l'ATO, perché le cifre erano veramente significative, e benché la norma permetteva di recuperare le partite pregresse in tre anni, noi siamo riusciti anche nei confronti delle banche a spalmarli su dieci anni. Come dicevo, nell'anno venturo o massimo nel 2022 queste partite pregresse dovrebbero finire. Poi vi sono altre criticità, come quelle collegate alle anagrafiche assolutamente non fedeli che sono state trasferite dai comuni, la conoscenza delle reti – di cui abbiamo parlato la volta scorsa – del Progetto Conoscenza che era previsto nel bando, ma che siamo stati costretti a fare in maniera assolutamente puntuale, perché nella conoscenza della rete e addirittura non era mappato nessun tipo di rete o, addirittura, non c'erano neanche i rilievi dei depuratori o i comuni non avevano più i progetti con cui erano stati realizzati i depuratori. Queste sono fasi assolutamente superate che, fortunatamente, ricordiamo soltanto. Queste sono le criticità che abbiamo individuato, ma che vi abbiamo rappresentato sinteticamente nella relazione.
  Un altro punto è l'attuale situazione finanziaria. Noi sostanzialmente abbiamo Pag. 7una situazione finanziaria buona, dovuta fondamentalmente a due aspetti: il fatto che siamo riusciti ad avere un finanziamento e una garanzia da parte delle banche sulla gestione per i 30 anni, che ci ha consentito di superare quei momenti difficilissimi; inoltre, perché abbiamo un buonissimo pagamento delle bollette che noi emettiamo. Infatti, siamo assolutamente in incassi all'interno di quella che è la tolleranza prevista dall'ARERA. Se addirittura consideriamo che le parti morose non incassate riguardano fondamentalmente gli enti pubblici, lì c'è un problema, perché nel nostro territorio alcuni comuni hanno dichiarato il dissesto e, quindi, su delle somme cospicue che avanziamo dai comuni probabilmente ci saranno dei problemi.
  Possiamo dire, quindi, che non siamo in una situazione di deficit finanziario, non abbiamo grossi debiti con i fornitori, compreso il nostro fornitore principale che è Sicilia Acqua per la vendita all'ingrosso. Chiaramente abbiamo una situazione debitoria nei confronti dell'istituto di credito che ci ha fatto il project e tutte le somme coincidono grosso modo con le somme anticipate dalla banca per il 31 per cento degli investimenti che vanno in tariffa. Questo per quanto riguarda la parte relativa al deficit finanziario.
  Per quanto riguarda gli investimenti, quando parlavo del margine lordo di autofinanziamento, dimenticavo di dire che chiaramente è un problema ancora attuale. Nella collaborazione che abbiamo avuto da parte dell'ATO e che speriamo di avere da parte dell'ATI, stiamo cercando di avere riconosciuto da parte della regione che quei dati relativi alla percentuale di 69 e 31 per la parte che va di contributo pubblico e per la parte che va in tariffa, e stiamo cercando di riuscire a modificare questo dato, se non nella percentuale, almeno nella quantità di opere soggette a finanziamento, perché è chiaro che noi abbiamo una tariffa molto alta che non può ulteriormente incrementare.
  Dicevo che l'unico grande debito che abbiamo è con la banca, ma che è assolutamente all'interno del project, perché è quella parte di anticipazione da parte dell'istituto di credito per il 31 per cento di investimenti che abbiamo fatto che vanno poi in tariffa.
  Per quanto riguarda l'emergenza Covid-19, noi non abbiamo avuto particolari problemi, perché da subito abbiamo attivato quello che è previsto dal regolamento 231, di cui la società è dotata. Abbiamo applicato tutto quello che era previsto, con tutte le misure di sicurezza: il fatto che sulle singole macchine degli operatori che vanno in giro, mentre prima andavano in due, abbiamo messo una persona per ogni macchina; negli uffici abbiamo attivato tutta la parte di smart working possibile; proprio nella prima fase del Covid-19 abbiamo fatto anche una piccola parte di cassa integrazione non molto rilevante.
  Invece, per quanto riguarda dati che abbiamo avuto all'interno dei dipendenti di AcquaEnna, se non ricordo male abbiamo avuto uno o due casi di collaboratori con il Covid-19, ma immediatamente sono stati individuati e non c'è stata nessuna possibilità di contatto con gli altri.
  Sulla parte relativa al front office, quindi al customer care, al rapporto con gli utenti, eravamo già dotati di alcune strutture con separazioni nette tra gli operatori e gli utenti e anche tra gli stessi operatori. Quindi, non abbiamo avuto grandi problemi nell'attuare tutte le precauzioni necessarie.

  PRESIDENTE. Risulta che Calascibetta e Valguarnera non abbiano l'impianto. Mi chiedo come questo sia possibile e perché. Mi chiedo anche se nelle bollette compare la tariffa sulla depurazione, e se sì, perché?
  Per quanto riguarda nello specifico Valguarnera, c'è anche il consorzio industriale. In quel consorzio industriale oltre ai reflui industriali si gestiscono anche quelli urbani di quel comune? Se sì, li gestite voi o no? Se non li gestite voi, perché, visto che rientra comunque nel territorio di vostra competenza?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Così come già dichiarato nella precedente audizione, la voce di depurazione non esce mai sulle bollette in utenti non provvisti e non Pag. 8serviti da depurazione. Nessun utente non servito da depurazione paga la depurazione sulla bolletta.
  Per quanto riguarda l'altra domanda, a Calascibetta il depuratore non c'è mai stato, ma è da realizzare, come le dicevo. In questo momento abbiamo in totale 33 siti di depurazione a noi consegnati: di questi 33, sei sono da realizzare e sono in particolare Calascibetta, un piccolo impianto su Aidone, due impianti da realizzare a Nicosia e un altro piccolo impianto da realizzare a Villarosa. Quindi abbiamo sei impianti da realizzare ex-novo. Poi abbiamo otto impianti fermi, mentre 19 impianti sono attivi. Questa è la sintesi, che poi vi invierò, insieme alla risposta alla domanda che mi ha fatto precedentemente, tutti i dati, gli abitanti equivalenti e quant'altro.
  Come le dicevo, non abbiamo avuto nessun finanziamento sulla depurazione e, a maggior ragione, sugli impianti totalmente da realizzare ex-novo che sono fondamentalmente quello di Calascibetta di dimensioni un po' più grandi e gli altri piccoli impianti che sono secondi impianti che coprono alcune porzioni di alcuni comuni. Non abbiamo avuto la possibilità di realizzarli, nel senso che non abbiamo avuto nessun finanziamento e l'ATO non ci ha autorizzato.
  Come dicevo la volta scorsa, noi non siamo liberi di scegliere di fare gli investimenti come vogliamo. Il nostro compito è proporre gli investimenti necessari. L'ATO ce li autorizza e deve dirci se farli, facendo istanza alla regione per il finanziamento, oppure se realizzarli tutti a carico della tariffa. Chiaramente con la tariffa molto alta che abbiamo, per problemi strutturali della provincia di Enna, non è possibile farli a totale carico della tariffa. I finanziamenti, come vi dicevo poco fa, sono stati bloccati prima per il problema che sono tutti comuni sotto i 15.000 abitanti e quindi in seconda procedura di infrazione, e poi per questi ritardi nel subentro dell'ATI. Questo è il motivo per cui l'impianto di Calascibetta non è fatto.
  Per quanto riguarda Valguarnera partiamo dalla storia del depuratore. A Valguarnera tutte le acque reflue devono andare a essere depurate all'interno del depuratore dell'Area di sviluppo industriale (ASI) di Dittaino. Da quando ci siamo visti la volta scorsa a oggi, ci è stato consegnato l'impianto di depurazione dell'ASI, perché solo l'anno scorso la regione ha deliberato che le aree ASI, che prima erano in salvaguardia e gestite autonomamente, venissero assorbite dall'ATO del territorio su cui insistono. A questo punto vi è stata tutta una attività con il consorzio ASI e l'ATO per la consegna e ci è stato consegnato l'impianto. Questo impianto, che è stato anche soggetto – probabilmente lo è ancora – di interessamento da parte della procura per la realizzazione, perché è un impianto costruito 30 o 35 anni fa con i fondi della Cassa del Mezzogiorno, che è stato rifinanziato per l'adeguamento circa 10 anni fa, è un impianto che non è mai partito. Rispetto a quello che diceva lei, è un impianto che tratta solo reflui urbani e non c'è nessun trattamento di refluo industriale. Gli insediati, seppur pochi, dell'area industriale di Dittaino possono collettare nei confronti del depuratore di Dittaino solo acque reflue urbane o assimilabili. Tutti gli insediamenti di Dittaino, per quanto riguarda la parte industriale, per regolamento devono essere dotati di un processo autodepurativo, ovvero di depuratori singoli per ogni singola iniziativa, mentre, per quanto riguarda la parte reflua assimilabile, quella che proviene dai bagni, piuttosto che da utilizzi di tipo urbano, può essere collettata al depuratore di Dittaino, oltre a tutte le acque del comune di Valguarnera.
  Noi abbiamo preso questo depuratore, lo abbiamo riattivato facendo tutta una serie di interventi necessari, perché nel frattempo era stato cannibalizzato dal punto di vista della parte elettrica, dei quadri e quant'altro, lo abbiamo messo in moto, abbiamo collettato una grossa porzione del comune di Valguarnera e ci apprestiamo a collettarla tutta, perché stiamo ristrutturando l'impianto di sollevamento per l'altra porzione di Valguarnera. La buona notizia è che già abbiamo fatto le prime analisi e i risultati delle analisi dopo il trattamento sono confortanti, nel senso che rientrano Pag. 9nei parametri. Penso che il problema di Valguarnera si possa assolutamente ritenere risolto.

  PRESIDENTE. Ci sono otto impianti fermi e alcuni proprio in stato di abbandono come nella frazione di San Giorgio. In questo caso fate pagare anche a loro la depurazione delle acque oppure no?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Assolutamente no. Su nessuno degli impianti.

  PRESIDENTE. Come mai tutti questi impianti, anche quelli attivi, sono chi con l'autorizzazione scaduta e chi, invece, senza?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Se parliamo dei 19 attivi, noi abbiamo l'autorizzazione allo scarico su 15 impianti. Gli unici impianti che non hanno l'autorizzazione allo scarico sono quattro – magari poi nella tabella sarà molto più chiaro – di cui Nissoria-Giardinello che è in corso di rilascio, mentre due piccolissimi impianti, che sono Pergusa e Santacroce, e Agira che ha una storia a parte, di cui ora parliamo.
  Anche dal punto di vista degli abitanti equivalenti serviti da questi quattro impianti, siamo veramente a numeri...

  PRESIDENTE. A me risultano che tra quelli senza autorizzazione, ma anche quelli con un'autorizzazione scaduta, sono molti di più di quattro o sbaglio?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). No, noi abbiamo le autorizzazioni in corso. Le autorizzazioni che lei dice che sono scadute, in ogni caso sono attive, avendo fatto entro l'anno previsto dalla norma l'istanza di rinnovo. La norma prevede che un anno prima della scadenza si fa la richiesta al Dipartimento e fino a quando il Dipartimento non fa l'autorizzazione, si è in regime autorizzativo.

  PRESIDENTE. Perché la regione non risponde?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Questo lo vedrete quando vi mandiamo una scheda con tutte le interlocuzioni e le note con la regione.

  PRESIDENTE. L'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA) le considera scadute e non in proroga.

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). No, quelle in corso di rinnovo non le considera scadute. Non lo può fare per legge. Esiste solo la possibilità della sanzione da parte dell'ARPA nel momento in cui c'è l'istanza di diniego all'autorizzazione o di revoca, nel caso sia attiva.
  Onorevole, le ripeto che nel momento in cui avrà la scheda su questo, avrà tutte le specifiche con addirittura tutte le note con la regione. È notorio, comunque, che alla regione ci sono stati dei ritardi notevoli per quanto riguarda la parte del rilascio delle autorizzazioni e oggi ci si sta incominciando a muovere.

  PRESIDENTE. Avete degli impianti sotto sequestro?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). No, neanche uno. Assolutamente.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Vorrei tornare su un argomento che avevamo trattato durante le audizioni in prefettura a Enna: l'inquinamento del torrente Torcicola nel territorio comunale di Enna. In quell'occasione fece presente, facendo anche riferimento al Progetto Conoscenza, che ha appena citato, che l'inquinamento – stante anche il buon funzionamento dell'impianto di depurazione di Enna – fosse da riferirsi alle porzioni di abitato non collettate alla rete fognaria e, in ultima analisi, all'impianto di depurazione stesso che venivano riversati in diversi punti nell'alveo del torrente Torcicola. Volevo chiederle: quale è la situazione attuale? Quali sono i rapporti tra AcquaEnna e l'ufficio tecnico del comune di Enna, in particolare sulle porzioni Pag. 10che lei ci segnalava di Enna Bassa? Sono da ravvisarsi delle omissioni, delle inadempienze da parte del comune di Enna, anche da parte di altri Comuni a seguito di vostre segnalazioni? Grazie.

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Per quanto riguarda il torrente Torcicola, faccio un passo indietro a quando siete venuti a fare la visita all'impianto di Enna, proprio quello limitrofo al torrente Torcicola.
  Così come vi ho relazionato nella precedente audizione e che abbiamo anche prodotto sia alla regione, all'ATI e al Ministero, quella porzione di abitato a cui fa riferimento sostanzialmente è dotata di fognatura, ma noi dobbiamo distinguere tra la fognatura, il collettamento e la depurazione. Per quanto riguarda la fognatura, tutta quella zona ne è già dotata, ma manca il collettore. Come lei sa, perché ne abbiamo parlato anche la volta scorsa sia in audizione che nella visita che avete fatto all'impianto, sostanzialmente in questo momento l'impianto di depurazione di Enna è già in sofferenza – tant'è che abbiamo presentato il progetto che finalmente dovremmo apprestarci a realizzare, visto che il finanziamento oramai è attivo – per le punte, così come è stato dichiarato dall'ARPA, gli sforamenti sono dovuti fondamentalmente ai solidi sospesi dovuto al fatto che la capacità di invaso della vasca del depuratore non permettono il totale abbattimento dei solidi sospesi totali.
  È chiaro che in una condizione come questa, se dovessimo aggiungere anche quella parte di porzione, non potremmo che peggiorare la situazione del depuratore di Enna. Questa non è una scusa – lungi da me voler dire questo – però il percorso che noi abbiamo intrapreso e che speriamo, anche con il contributo dei nostri riferimenti politici in provincia di Enna, è questo: oggi finalmente possiamo lavorare e nel breve faremo il revamping di tutto l'impianto di depurazione di Enna, compresa la realizzazione delle vasche aggiuntive e delle migliorie che ci garantiranno una totale capacità di depurazione, sia di assorbimento delle punte, sia in termini qualitativi della depurazione.
  Una volta fatto questo, contemporaneamente, come avevo già dichiarato, noi abbiamo presentato il progetto preliminare con tutti i rilievi, che è facilmente trasformabile in esecutivo – tra l'altro stiamo già facendo l'esecutivo e lo avremo a breve – per poter fare il collettamento di tutta quella parte fognaria che attualmente non è collettata.
  Il percorso che la società – sperando che l'ATI ci accompagni in questo percorso – è quello di realizzare la parte dei collettori fognari di questa porzione, di cui stavamo parlando, contestualmente all'intervento sul depuratore.
  L'ufficio tecnico del comune di Enna con cui abbiamo avuto delle interlocuzioni sostanzialmente non ha sollevato alcun tipo di problema. Come sempre accade nei comuni, abbiamo un problema perché non è facile reperire i dati che chiediamo circa le autorizzazioni allo scarico dei vari immobili o delle varie attività e ora abbiamo un problema analogo anche per Pergusa.
  Siccome vogliamo fare la progettazione in maniera esecutiva e non con dati che non sono collegati alla realtà, in effetti sarebbe molto utile avere questi dati per evitare di fare progettazione solo con dati bibliografici o di stima, anche perché se in quella zona ci sono delle autorizzazioni allo scarico di immobili, condomini o quant'altro che prevedono lo smaltimento con fosse Imhoff o con vasche di vario tipo, sarebbe utile saperlo, perché in quel caso potremmo collettare anche questi alla fognatura e al depuratore, che attualmente non sono collegati.
  Senatore, questa è l'attività che stiamo facendo. Mi permetto di dire che, visto che lei è il senatore della nostra città, se ci volesse onorare di una sua visita, potrà chiaramente vedere tutto quello di cui le parlo.

  PRESIDENTE. Io non ho capito perché il comune di Barrafranca non è entrato nella gestione del servizio idrico integrato.

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Io non posso dire con certezza quali sono i motivi, Pag. 11ma si sono susseguiti diversi sindaci e nel comune di Barrafranca, da quelle che sono le notizie che abbiamo, c'è una situazione in cui l'acqua non si paga a consumo, hanno dei contratti flat. Tantissimi anni fa abbiamo fatto con uno dei sindaci un verbale di accordo che prevedeva un transitorio per poter montare noi i contatori e quindi avere un dato più attendibile, perché il comune di Barrafranca, rispetto agli altri comuni della provincia di Enna aveva – e probabilmente ha – una gestione del servizio idrico non in linea con le norme sia del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) che dell'ARERA.
  Secondo me, guardando anche le tariffe che ci sono nel comune di Barrafranca, evidentemente c'è un grande contributo da parte del bilancio comunale e quindi la consegna con l'applicazione della tariffa d'ambito sarebbe stato un salto non da poco.
  Presidente, mi scusi, però penso che queste siano informazioni che dovreste chiedere più precisamente al comune di Barrafranca. Le mie non sono informazioni precise.

  PRESIDENTE. Vorrei approfondire una questione. Lei ha detto che questo passaggio all'ATI è comunque operativo. Premesso che l'ARERA nel 2020, quindi pochi mesi fa, ha detto che l'ATI ancora non era attiva, mi domando se semplicemente è una notizia vecchia o se lei forse è ancora troppo ottimista.
  Soprattutto, mi interessa sapere se ci portiamo ancora dietro qualche cicatrice di questo passaggio e di questo rallentamento degli investimenti. Anche le procedure di infrazione europee adesso non vi spettano, perché sono di competenza del commissario. Ammesso e non concesso che questa ristrutturazione sia ormai giunta al termine, mi domando quali sono le conseguenze che ancora ci portiamo dietro dovute alle passate difficoltà negli investimenti? Probabilmente alcune cose che sono passate in procedura si potevano evitare, soprattutto per quanto riguarda i fondi europei, perché ci risulta che per Enna ci sono circa 39 milioni di euro di fondi europei. Che fine hanno fatto i fondi europei stante la diatriba sull'assegnazione all'ATO o all'ATI da parte della regione? Dove sono? Come verranno spesi?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Questa è una domanda, Presidente, che deve fare alla regione, noi non lo sappiamo. Quello che le voglio dire è che sicuramente i ritardi hanno creato una conseguenza. Come lei sa, noi siamo oggetto di interesse da parte della procura e quindi dovremo difenderci dalle accuse che probabilmente ci verranno fatte, perché tutto ciò che era in nostro potere fare, lo abbiamo fatto.
  Per quanto riguarda il subentro dell'ATI, le confermo che è subentrata ed è operativa perché tutto il personale che era all'ATO è passato all'ATI, e quindi è cambiato il nome, ma nella sostanza è la stessa struttura che c'era prima. Probabilmente l'ARERA dice che l'ATI non è ancora operativa perché l'ATI è in ritardo sull'approvazione della tariffa. Da quello che apprendiamo, si è aperta una discussione tra il presidente dell'ATI, i sindaci, e quant'altro, perché, sempre con il tema centrale della tariffa alta, ci sono posizioni diverse all'interno dell'ATI, dove c'è chi, secondo me – non vorrei sbagliare il termine – in maniera non accorta pensa che si possano abbassare le tariffe diminuendo gli investimenti e questo chiaramente cozza con quelle che sono tutte le problematiche di adempimento a quanto previsto dall'ARERA e agli obblighi che si hanno nei confronti degli utenti non solo dal punto di vista della depurazione – soprattutto perché ci sono problemi di inquinamento, e quindi anche problemi penali – ma anche sulla qualità dell'acqua e quindi il rifacimento delle reti e quant'altro. È chiaro che il fatto di ipotizzare l'abbattimento degli investimenti comporterà delle problematiche non da poco.
  Spero che questo problema si risolva, perché secondo me è una scelta non accorta. Siamo qui che aspettiamo, siamo stati convocati, abbiamo interloquito con i consulenti dell'ATI e siamo in attesa di capire cosa pensano di fare, perché nell'approvazione della tariffa l'ARERA prevede Pag. 12 anche che si indichino quali sono gli investimenti da fare.

  PRESIDENTE. È proprio questo che mi domando. Visto che lo strumento del piano d'ambito è vecchio – già lo era con l'ATO – non è ancora stato aggiornato?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Il piano d'ambito è stato aggiornato nei fatti. Sostanzialmente il piano d'ambito è stato aggiornato e viene aggiornato ogni due anni, così come previsto dall'ARERA. L'aggiornamento del piano d'ambito va fatto o da soggetti che hanno appena preso la gestione e che, sulla base del Progetto Conoscenza, rimodulano il piano d'ambito che era all'inizio non attendibile, come nel nostro caso, oppure da chi ancora non ha il gestore e quindi ci sono i comuni in ordine sparso che devono poi convogliare sull'ATI, indipendentemente dalla scelta di gestione che sarà fatta da parte dell'ATI.
  Nel nostro caso la richiesta di rifare il piano d'ambito, non possiamo che confermare il piano d'ambito che abbiamo fatto aggiornandolo ogni due anni.

  PRESIDENTE. Quindi la data di aggiornamento a quando risale?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Al 2018.

  PRESIDENTE. Potrebbe inviarcelo, per favore?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Certo. È quello che l'ARERA ha approvato nel 2019, approvando la tariffa e quindi è allegato alla documentazione relativa alla approvazione della tariffa.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Potrebbe spiegare alla Commissione qual è il ruolo dei 19 Sindaci della provincia di Enna che afferiscono all'ATI nella determinazione delle tariffe? Vorrei che lei ci spiegasse come l'assemblea dei sindaci può e potrebbe intervenire nella determinazione della tariffa, visto che – e io me ne faccio portavoce – tante lamentele arrivano dalla provincia di Enna ordine al costo del servizio idrico, che spesso appare non commisurato alla qualità del servizio. Potrebbe chiarirci, quindi, se i sindaci possono intervenire e come?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Come dicevo, il costo della tariffa alta nasce da situazioni strutturali che ci sono in provincia di Enna. In provincia di Enna le tariffe non possono che essere alte indipendentemente da qualunque tipo di analisi, per un motivo semplice: è un ambito dove ci sono 180 o 170 mila abitanti che sono distribuiti in 20 Comuni. La densità di abitanti per chilometro quadrato in provincia di Enna è di 62 abitanti, mentre a Catania è di 300 abitanti. È chiaro che questo si tira dietro che per servire ogni abitante ci vuole una lunghezza di rete notevolmente più lunga. A maggior ragione, se lei lo distribuisce in 20 Comuni, sostanzialmente abbiamo un problema strutturale che ci porta la tariffa a quei livelli molto alti.
  In più – come lei sa, essendo di Enna – abbiamo una situazione orografica che ci comporta notevolissimi sbalzi di altitudine e quindi abbiamo la necessità di pompaggi, di sollevamenti e quant'altro. Anche dal punto di vista depurativo, lei si rende conto che abbiamo 33 impianti di depurazione per 180 mila abitanti, quando una città come Palermo ha un depuratore per 800 mila abitanti. L'economia di scala e i costi sono nettamente più alti.
  Senza voler assolutamente invadere il campo di altri, ritengo che una giusta politica da parte dei sindaci o da parte della politica in generale sia quella di trovare dei meccanismi perequativi per la provincia di Enna.
  I nostri costi sono stati esaminati, oltre che dall'ARERA, dalle varie commissioni, in ultimo dai consulenti dell'ATI nominati per il subentro dell'ATO, che hanno confermato il «nostro grido di allarme» sul fatto che la tariffa è alta, perché noi per primi siamo consapevoli che la tariffa è alta malgrado i numerosi sforzi che abbiamo fatto. Pag. 13
  Ne abbiamo parlato anche la volta scorsa. Noi compriamo l'acqua da Sicilia Acqua a 0,70. Da quando siamo arrivati noi, rifacendo le reti e ottimizzando il servizio, siamo riusciti a ridurre l'acquisto dell'acqua da 9 milioni di metri cubi, a circa 5,5 milioni, con un risparmio notevolissimo. Abbiamo vinto una gara con un numero di dipendenti che si attestava a 135, anche se nel piano d'ambito erano previsti di più con un'analisi di quelli che si occupavano prima degli enti pubblici e oggi noi gestiamo il servizio con circa 100 persone. Sul piano dell'energia elettrica abbiamo rifasato impianti e altro e quindi siamo riusciti ad avere dei risparmi. Noi abbiamo un dato strutturale che porta la tariffa a un livello più alto rispetto agli altri.
  L'unico metodo per poter far abbassare la tariffa senza voler andare alle scelte – che ho letto sui giornali e che ci hanno proposto – di tagliare gli investimenti per poi ottenere gli abbattimenti della tariffa dell'ordine del 3 o del 5 per cento, non facendo gli investimenti necessari per la depurazione e per l'idrico, non mi sembra giusta. Mi sembra che il problema della tariffa vada risolto, sicuramente con meccanismi extra sistema e con meccanismi perequativi.
  Per non eludere la domanda, ritorno a quello che mi ha chiesto. Questa era una rappresentazione della situazione. Siamo sempre disponibili, senatore, al confronto sui singoli dati. Per noi è importantissimo che abbiate a conoscenza chi deve fare, secondo, noi l'attività per la ricerca di meccanismi perequativi.
  Rispondo a quello che mi chiedeva. Sicuramente l'assemblea dei sindaci è deputata all'approvazione della tariffa. Il gestore propone una tariffa, l'assemblea dell'ATI esamina questa tariffa, la approva, la fa propria o la modifica e la manda all'ARERA. Chiaramente, nella fase di approvazione da parte dei sindaci, l'assemblea non è libera di decidere, ma deve giustificare questa scelta, se la modifica o se decide di fare – come le stavo dicendo – per esempio di diminuire gli investimenti, perché ogni cosa ha una sua conferenza.
  Così come abbiamo scritto chiaramente nel documento che abbiamo mandato, ci sono tutta una serie di obblighi che non sono obblighi capestro, ma sono obblighi normali di legge, cioè c'è un dubbio che può operare, ma deve salvaguardare l'equilibrio economico finanziario della gestione. Lasci stare la società, io parlo della gestione. Ci sono tutta una serie di parametri da cui non si può derogare. Le scelte che si possono fare sono sicuramente delle scelte che competono all'assemblea dei sindaci, ma dove io non vedo grandi spazi di manovra, dovendo rispettare quelle che sono le norme comunitarie e nazionali.

  PRESIDENTE. Io ritorno su un argomento già fatto, magari in maniera un po' più specifica. Abbiamo la fortuna che AcquaEnna c'era sia prima che dopo il passaggio da ATO ad ATI. C'è una sorta di continuità e questo, a mio avviso, è sempre un bene, però già nel 2004 avevate un piano trentennale che poi, con questo cambio, non è andato a buon fine. Vorrei sapere se voi direttamente e anche la comunità avete subìto dei danni per questo cambio e se c'è un contenzioso da parte vostra in atto magari verso l'ATO o verso altri.

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Il danno che abbiamo avuto non è stato un danno alla società, perché il fatto di non fare gli investimenti è un danno agli utenti e non alla società. È chiaro che il danno che la società potrebbe avere – spero di no – consiste nelle conseguenze sanzionatorie in ordine civile, amministrativo e penale per il mancato adempimento di alcuni obblighi che sono quelli di realizzare gli impianti, ma certamente non per colpa nostra. Dal punto di vista del danno, il danno che abbiamo è il rischio di non aver potuto fare ciò che era nostro dovere e diritto fare.
  Dal punto vista del contenzioso, noi non abbiamo aperto alcun contenzioso, perché sin dall'inizio, anche quando c'è stata tutta la vicenda delle partite pregresse, abbiamo sempre scelto di non fare contenziosi, perché si tratta di un contratto trentennale e quindi non siamo l'impresa che deve realizzare Pag. 14 un'opera e piuttosto che andare avanti per realizzare l'opera decide di chiudere, fare le cosiddette «riserve» o la richiesta di danni e lasciare tutto e andare.
  Noi riteniamo di avere anche un ruolo importante per quello che è il servizio idrico in provincia di Enna come scelta aziendale, dovuta anche alla nostra Capogruppo che è l'Iren, che, anche per il suo ruolo al Nord nelle varie gestioni, ha sempre ritenuto di cercare di trovare la giusta mediazione e la giusta soluzione con il nostro contraente al fine di risolvere i problemi e andare avanti. Per risponderle chiaramente, quindi, non abbiamo nessun contenzioso in atto.

  PIETRO LOREFICE(intervento da remoto). Avete fatto un aggiornamento della gestione fanghi in generale, ma non so se avete fatto un aggiornamento sulla gestione dei fanghi legati ai singoli depuratori. Sempre in relazione alla gestione dei fanghi o alla cosiddetta «gestione secondo i criteri dell'economia circolare», volevo chiederle se avete mai pensato di dotarvi di impianti di compostaggio o di un sistema interno che eviti la produzione di rifiuti legati in particolare ai fanghi di depurazione. Non so se avete in gestione anche i potabilizzatori per l'acqua potabile.
  In ultimo, non ricordo se quando abbiamo fatto l'audizione a Enna, vi ho chiesto se avete un sistema di gestione degli impianti tramite un geographic intervention system (GIS) o un sistema informativo territoriale. Se sì, è possibile accedere a questi sistemi?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Per quanto riguarda la parte dei fanghi, non siamo dotati di un impianto e allo stato, avendo tutta una serie di difficoltà negli investimenti relativi alla depurazione, non abbiamo pensato di fare un impianto di compostaggio, anche perché probabilmente i volumi di fango per fare un impianto di compostaggio che abbia un ritorno economico relativo alla vendita del compost, che nelle nostre zone non è così semplice, non sono nei nostri obiettivi. In provincia di Enna – come sapete, perché è stato oggetto di indagine e ne abbiamo parlato la prima volta – c'è una azienda che fa il compostaggio, ma c'è anche l'ATO Rifiuti che ha un impianto di compostaggio a Dittaino che noi non sappiamo se è attiva o non è attiva, ma che speriamo possa essere utilizzata.
  Nella parte relativa all'inchiesta che c'è su di noi riguardo ai fanghi, chiariremo, come abbiamo già fatto – ma lo faremo ulteriormente – che noi non abbiamo scarichi industriali e quindi il nostro è tutto materiale compostabile.
  Rispondendo alla sua domanda, non è previsto fare un impianto di trattamento del compost. Probabilmente potremmo valutare la possibilità di fare degli impianti se definitivamente non si potesse più scaricare negli impianti di compostaggio vicini in provincia di Enna – che tra l'altro è quello che stiamo facendo in questo momento, perché non portiamo più i fanghi nell'azienda in cui li portavamo e li stiamo portando in altri impianti che non sono di compostaggio per lo smaltimento – perché il costo del trasporto incide molto.
  Per quanto riguarda la gestione del GIS, noi siamo in fase di ristrutturazione del GIS anche sulla depurazione, mentre siamo molto avanti sulla parte dell'idrico dal punto di vista del telecontrollo.

  PIETRO LOREFICE. Potrebbe dare dei numeri per quanto riguarda i quantitativi di fanghi e quanto vi costa l'anno la gestione solo dei fanghi di depurazione?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). Non ho dati sottomano, ma se vuole glieli posso mandare. Per evitare di dire sciocchezze, preferisco inviarveli con una scheda insieme a tutto quello che vi devo mandare.

  PIETRO LOREFICE. Per quanto riguarda l'impianto di Piazza Armerina, che è uno di quelli in procedura di infrazione, volevo sapere se ci può dare aggiornamenti. Sui rapporti con la struttura commissariale e con il dottor Giugni, che lei sappia, ci sono impianti che già hanno finanziamenti Pag. 15o che segue direttamente la struttura commissariale o il subcommissario?

  FRANZ BRUNO, Presidente di AcquaEnna SCpA (intervento da remoto). In questi giorni abbiamo fatto un'analisi con il Dipartimento e la struttura con il subcommissario. In questo momento non abbiamo nessun impianto gestito dalla struttura commissariale. Sostanzialmente sono state fatte per tutta la Sicilia due tabelle, che sono la famosa tabella A e tabella B. Noi dovremmo rientrare nella tabella B, ma siamo ancora in fase di capire come funziona, perché – forse lei non c'era quando ne ho parlato – noi abbiamo già avuto sei impianti di depurazione, di cui i decreti usciranno a breve, perché ci è stata già data la comunicazione con una nota ufficiale e altri tre sono stati inseriti nel co-ambiente con le schede, e quindi si aspetta solo di fare una modifica dell'Accordo di programma quadro (APQ) per avere i finanziati anche degli altri tre.
  Da quella che era l'interlocuzione con il subcommissario e con l'ingegnere Mario Cassarà del Dipartimento, sembra che noi dovremmo rientrare per intero nella tabella B, dove sostanzialmente il compito del commissario è solo un compito di coordinamento, perché nel caso del commissariamento nasce l'accelerazione delle procedure di tutto quanto. Nel nostro caso l'accelerazione riguarda solo il finanziamento, perché avendo vinto la gara per realizzare gli impianti e avendo i progetti esecutivi, sostanzialmente i ritardi sono solo nel finanziamento dei progetti. Questa è stata un'interlocuzione con cui abbiamo sistemato tutti i dati che aveva il commissario insieme al Dipartimento, e siamo in attesa di capire se rientriamo nella tabella A o nella tabella B, però queste dovrebbero essere le indicazioni.
  Per quanto riguarda Piazza Armerina, su cui lei diceva che siamo in procedura di infrazione, come le dicevo, siamo in procedura di infrazione su tutti gli impianti, però per la procedura di infrazione dell'articolo 3 che, come lei sa, riguarda la fognatura, siamo usciti completamente e abbiamo giustificato, perché per le fognature abbiamo la copertura del 100 per cento e, quindi, i dati erano arretrati.
  Per quanto riguarda l'articolo 4 che, invece, riguarda la parte relativa ai collettori e ai depuratori, noi siamo in procedura di infrazione per tutti, ma non perché non ci sono i depuratori piuttosto che altro, ma perché la Comunità europea mette in procedura l'articolo 4 anche quando è coperto l'85 per cento di tutto l'agglomerato del territorio o degli utenti. Quindi, si rientra nella procedura di infrazione dell'articolo 4 anche se si ha il depuratore e se la copertura non è totale.
  Questa è una battaglia per la quale, come dicevo l'altra volta quando ci siamo sentiti, abbiamo uno studio che abbiamo fatto che abbiamo presentato proprio per dare al Ministero la possibilità di interloquire con la Comunità europea almeno per la parte relativa alla provincia di Enna, dove abbiamo mappato tutte le zone, sostenendo che la procedura di infrazione e quindi la multa comminata non va fatta sul numero di abitanti equivalenti totale dell'agglomerato, ma solo su quelli non serviti da depurazione.

  PRESIDENTE. La ringrazio e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55