XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 94 di Mercoledì 13 gennaio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, Luigi Patronaggio:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lorefice Pietro  ... 7 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 7 
Trentacoste Fabrizio  ... 8 
Patronaggio Luigi , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, Maurizio Agnello:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Agnello Maurizio , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Agnello Maurizio , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani ... 12 
Trentacoste Fabrizio  ... 12 
Agnello Maurizio , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Agnello Maurizio , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Agnello Maurizio , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Agnello Maurizio , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso, i parlamentari possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza. Ricordo ai parlamentari che partecipano da remoto di aver cura di trovarsi in un luogo adeguatamente isolato da interferenze di terze persone, non essendo consentito derogare al principio regolamentare che esclude la possibilità della partecipazione di estranei ai lavori parlamentari. Faccio presente ai parlamentari partecipanti da remoto la necessità che essi risultino visibili alla Presidenza soprattutto nel momento in cui svolgono il loro eventuale intervento.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito)

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, Luigi Patronaggio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza l'audizione in videoconferenza del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ringrazio per la presenza. Avverto che, considerate le modalità di svolgimento della seduta, pubblica per tutta la sua durata, qualora l'audito dovesse ritenere di riferire argomenti che richiedano di essere assoggettati ad un regime di segretezza, la Commissione valuterà le modalità più opportune per consentirgli di farlo in un altro momento e con diverse modalità. Informo inoltre l'audito che, ai sensi dell'articolo 4 del Regolamento interno della Commissione, alla seduta non è ammessa la partecipazione di persone estranee non autorizzate. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema delle acque reflue urbane e industriali in Sicilia, su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta. Invito il nostro ospite a svolgere una relazione sulla tematica in oggetto.

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Signor presidente, buongiorno. Signori componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite, buongiorno anche a voi. Vi ringrazio per l'attenzione prestata nei confronti del mio ufficio. Entrando direttamente in materia, permettetemi di scusarmi in anticipo se non potrò fornire tutte le delucidazioni possibili, perché buona parte delle cose che dirò sono coperte ancora da segreto investigativo. Mi riporto immediatamente alla nota del 23 ottobre 2019...

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo. Le vorrei chiedere una cosa giusto per chiarire. Visto che la seduta è pubblica, questi sono purtroppo i limiti della videoconferenza, non ho capito se sono cose riservate e quindi non ritiene opportuno dircele oppure potrebbe dircele in maniera riservata?

Pag. 4

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Intendo essere audito in modo pieno. Semplicemente in qualche passaggio probabilmente dovrò essere un po' più reticente proprio per tutelare il segreto investigativo, ma non pongo nessuna questione. Non c'è nessun problema.

  PRESIDENTE. Comunque se poi ritiene opportuno darci maggiori informazioni in maniera riservata e segreta, possiamo concordarne la forma.

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Assolutamente. Andiamo avanti e poi vedremo se ci sono delle criticità. Come dicevo, mi volevo riportare alla nota che ho inviato a codesta Commissione il 23 ottobre del 2019, in cui segnalavo il sequestro di ben undici impianti di depurazione gestiti inizialmente da Girgenti Acque Spa. Devo fare una premessa. Girgenti Acque Spa è il soggetto gestore in regime di concessione del servizio idrico integrato dell'ambito territoriale ottimale di Agrigento. Sostanzialmente Girgenti Acque Spa aveva, perché ora è commissariata, la gestione di tutte le acque, quindi le acque potabili, le acque reflue, le fognature e le discariche di acque di tutta la provincia di Agrigento. La Girgenti Acque Spa ha subìto una interdittiva antimafia da parte del prefetto di Agrigento nel 2018 e dal 2018 è commissariata. Su Girgenti Acque Spa il mio ufficio sta conducendo da anni una pregnante attività di indagine per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio, nonché per reati contro la pubblica amministrazione, quale corruzione e peculato. I vertici di questa società sono indagati anche per falso in bilancio. L'ipotesi investigativa che deve ancora passare al vaglio del giudice, pertanto va presa con le dovute riserve tipiche di questa fase delle indagini, è che è si è trattato di un prodotto di una lobby politico-amministrativa che ha creato ad hoc e ha operato con sistemi del tutto clientelari in particolare per quanto riguarda il settore che ci interessa, ovvero quello delle depurazioni: si è operato in modo assolutamente illegittimo e irrispettoso per l'ambiente. Come dicevo in precedenza gli impianti di depurazione sequestrati sono undici, a cui si è aggiunto quello di Agrigento Fontanelle, per un totale di dodici. Gli impianti di depurazione sono: Agrigento Fontanelle, Agrigento Sant'Anna, Agrigento Villaggio Mosè, Cattolica Eraclea, Siculiana, Montallegro, Realmonte, Favara, Raffadali, Canicattì, Porto Empedocle e Licata. In un primo momento questi impianti di depurazione erano stati affidati agli stessi organi societari di Girgenti Acque Spa, i quali però non hanno dato buona prova di sé, non hanno adempiuto alle prescrizioni loro imposte e questa amministrazione è stata sostituita da un'amministrazione giudiziale. A sua volta l'amministrazione giudiziale è stata sostituita da una amministrazione pubblica affidata alla Regione Siciliana. In seguito al commissariamento di Girgenti Acque Spa la questione relativa a questi depuratori è stata affidata nel 2019 agli stessi commissari prefettizi. Vi è un report importante del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) dei Carabinieri di Palermo che per ogni impianto segnala le disfunzioni rilevate che vanno dal superamento dei limiti tabellari ai malfunzionamenti degli stessi impianti, ma soprattutto si sono verificate delle criticità nella produzione e nello smaltimento dei fanghi. A proposito dei fanghi, va rilevato che durante la gestione di Girgenti Acque Spa venivano prodotti pochi fanghi e che, invece, con le varie amministrazioni giudiziali che si sono succedute, questi fanghi sono aumentati notevolmente. Questo è indice del fatto che le acque non venivano depurate. Del resto, Girgenti Acque Spa ha un precedente che risale addirittura al 2013, allorquando la società sversava direttamente in una zona di pregio ambientale qual è la spiaggia di San Leone attraverso dei pennelli a mare. Vi è un processo in corso per questi fatti. Noi riteniamo che queste indagini si concluderanno da qui a poco. Infatti siamo indirizzati a emettere un avviso di conclusione delle indagini ex articolo 415-bis del Codice di procedura penale. Ritengo che ne Pag. 5possiamo parlare più approfonditamente all'esito della notifica di avviso di conclusione delle indagini preliminari. Posso andare avanti?

  PRESIDENTE. Prego, prego.

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Il secondo impianto che vi segnalavo nel 2019 era l'impianto di depurazione di Lampedusa. La situazione è particolarmente grave perché Lampedusa sversa direttamente in mare senza sostanzialmente un trattamento valido a soli 200 metri dalla cosiddetta «Porta d'Europa» nell'area naturale protetta delle isole Pelagie. In buona sostanza l'adeguamento dei lavori del vecchio impianto si è protratto per diverso tempo nell'incuria più totale da parte del comune di Lampedusa, ma anche della stessa regione Siciliana, creando un danno ambientale non indifferente per l'ecosistema dell'area naturale delle Pelagie. In questo procedimento sono indagati a vario titolo, anche per il reato di inquinamento ambientale, i funzionari regionali, i sindaci che si sono succeduti nel tempo, i responsabili dell'ufficio tecnico comunale, nonché i responsabili delle imprese che si erano aggiudicate i lavori. Anche per questo procedimento si stanno per concludere le indagini preliminari. Per quanto riguarda la vicenda dei depuratori, la situazione è sostanzialmente la stessa. Siccome in precedenza codesta Commissione mi ha chiesto notizie anche sulle discariche e sugli incendi alle discariche, se voi volete, posso brevemente illustrare la situazione.

  PRESIDENTE. Sì, brevemente, soprattutto per quanto riguarda gli incendi.

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. In precedenza codesta Commissione mi aveva chiesto notizie sugli incendi relativi alle discariche. Allora segnalammo soltanto un procedimento che peraltro si concluse a carico di ignoti con una archiviazione. Oggi voglio indicare l'incendio di cinque autocompattatori avvenuto il 13 ottobre del 2019 in contrada Calandra a Canicattì. A seguito di quell'incendio sono state fatte pregnanti indagini di polizia giudiziaria che hanno portato ad accertare gravi irregolarità di carattere amministrativo e ambientale proprio nella gestione di questa discarica in contrada Calandra. Anche per questi fatti siamo già all'avviso della conclusione delle indagini preliminari. Devo segnalare anche l'incendio del centro raccolta rifiuti di contrada Imbriacola a Lampedusa del 12 giugno 2019, dove, proprio a seguito di questo incendio, sono emersi rilevanti reati contro la pubblica amministrazione e contro la tutela dell'ambiente che hanno portato a un avviso di conclusione delle indagini nei confronti del sindaco e nei confronti dei tecnici comunali, nonché delle imprese che si occupavano della gestione del centro di raccolta. Infine, non posso tralasciare l'importante indagine avviata da questa procura sulla discarica di contrada Matarano a Siculiana, gestita dal Gruppo Catanzaro srl, di cui poi sarà la Commissione a chiedere ulteriori spiegazioni, se lo riterrà opportuno. Per questa discarica, che è una delle più importanti della Sicilia, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo da parte del giudice per le indagini preliminari di Agrigento che tuttavia è stato annullato per motivi formali dal tribunale del riesame di Agrigento. Oggi questa vicenda pende davanti la Corte di cassazione in fase cautelare. Questi sono gli argomenti che ho selezionato per questa Commissione e che sono tra i più rilevanti che il mio ufficio sta portando avanti. Resto a vostra disposizione per ogni chiarimento.

  PRESIDENTE. Dei miei colleghi, non se ne è prenotato nessuno. Intanto procedo io. Innanzitutto grazie per le informazioni. Avrei alcune domande. Riprendendo la questione del depuratore di Lampedusa, può darci qualche informazione in più? Vorrei capire, perché magari mi sfugge, se le indagini sono tutte sul vecchio depuratore o anche su quello nuovo che ancora non è operativo. Per quanto riguarda gli undici impianti sequestrati e commissariati, oltre a quello che ha detto lei, si parla anche della violazione della norma riguardante Pag. 6gli oneri di depurazione a carico dei cittadini. Può spiegare meglio se le indagini sono ancora segrete? Ci può dare anche qualche informazione sul procedimento penale n. 5327 del 2018? Adesso non ho l'elenco, magari lei ne ha parlato. Ho altre questioni. Lei è a conoscenza delle indagini della Capitaneria di porto sugli scarichi a mare? State lavorando insieme su questo? Ha informazioni? Inoltre vorrei sapere, per quanto riguarda le barche a Lampedusa, oltre al problema della depurazione, se ha notizie sul fenomeno dell'accumulo di queste barche fatiscenti che stanno sversando materiale inquinante nelle acque e poi magari probabilmente vengono affondate, o comunque affondano con il tempo. In generale, visto queste tante illegalità diffuse anche nel settore aziendale, nei caseifici, ma anche i rottami, i fanghi, le officine e visto che è un sistema complesso, è per tali motivi che stiamo portando avanti questa complessa indagine in Sicilia. Anche i controlli dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA) sono bassi, perché sono il 31 per cento, ma non è facile nemmeno andare in ogni singola fabbrica e controllare ogni singolo impianto. Al di là di queste vicende giudiziarie che ci ha segnalato, vorrei sapere, in collaborazione con altre istituzioni, se ci sono degli interventi possibili per minimizzare questa illegalità diffusa. Prego.

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. La ringrazio e parto dalla domanda su Lampedusa. In realtà, le indagini su Lampedusa riguardano le omissioni che si sono verificate tra la dismissione del vecchio impianto e il nuovo impianto che ritengo non sia pienamente funzionante. Per quanto riguarda la seconda domanda che riguardava gli oneri per i cittadini su Girgenti Acque Spa, su questo punto vi è anche un'indagine per truffa ai danni proprio degli utenti. Confermo che la Capitaneria di porto sta svolgendo sotto la nostra direzione importanti indagini che riguardano soprattutto l'inquinamento dei fiumi e delle coste. Altre indagini sono condotte dai Carabinieri del Nucleo della tutela agroambientale. Ci siamo occupati in particolare degli sversamenti nei fiumi delle acque di molitura delle olive, ma abbiamo anche tutta una serie di infiltrazioni che vengono quotidianamente registrate proprio da quelle condutture già gestite da Girgenti Acque Spa. Infine, ci siamo occupati della problematica, piuttosto complessa, di Lampedusa. Vi è il problema dello smaltimento delle imbarcazioni che vengono tirate a secco che è di competenza dell'Agenzia delle dogane, la quale ha un meccanismo piuttosto farraginoso per l'aggio e la successiva distruzione. Da ultimo, il Parlamento ha approvato una interessante disposizione di legge che riguarda la possibilità dell'affidamento di queste imbarcazioni anche a soggetti privati, a organizzazioni ambientaliste, ONG e quant'altro e questo dovrebbe alleviare un po' il problema. Le barche che invece sono affondate o si sono arenate davanti al porto di Lampedusa richiedono un intervento massiccio ed economicamente abbastanza impegnativo, perché occorre dragare il porto di Lampedusa. Questo crea, a lungo andare, un ostacolo non solo all'attività di pesca, ma anche all'attività di turismo. È un problema che va affrontato nelle opportune sedi, provvedendo anche evidentemente a trovare l'ente che deve finanziare e l'ente attuatore. In materia di rottami di ferro, la Procura di Agrigento ha svolto un'importante operazione di sequestro di due navi, una a Lampedusa e una nel porto del siracusano, il cui nome non mi sovviene in questo momento. È stato effettuato l'importante sequestro di due navi di una certa rilevanza con carichi di rifiuti ferrosi, ma soprattutto in mezzo ai rifiuti ferrosi vi erano rifiuti speciali, che erano diretti verso la Turchia per lo smaltimento. Abbiamo bloccato queste navi, abbiamo sequestrato il carico e abbiamo individuato una rete piuttosto complessa di società operanti nel nord Italia, in collegamento con società che operavano in Sicilia, finalizzata allo smaltimento di rifiuti speciali fatti passare per rifiuti ferrosi. Al riguardo, le indagini sono ancora in corso. Infine, i caseifici vengono controllati attentamente e si trovano anche in questo caso delle grosse irregolarità. I Carabinieri del gruppo anticrimine natura svolgono una Pag. 7buona attività insieme all'Arma territoriale. La stessa cosa avviene per le officine e per lo sversamento degli oli minerali. Mi chiedevate ancora se i controlli sono efficaci o meno. C'è molta buona volontà. Il mio ufficio è particolarmente attento alla questione ambientale e si avvale dei Carabinieri nelle loro articolazioni specializzate, NOE e Gruppo anticrimine natura, della Capitaneria di porto e della Polizia locale per certe altre indagini. Abbiamo dei gruppi di lavoro misti presso la nostra procura, dei pool. Non posso parlare altrettanto bene dei controlli dell'ARPA che non sempre sono stati all'altezza e non sempre sono stati tempestivi, anche se con un po' di buona volontà, un po' di sollecitudine e di controlli, alla fine riusciamo a portare a casa il risultato.

  PRESIDENTE. Innanzitutto le chiedo se, attraverso le segreterie, ci può mandare informazioni per quanto riguarda il tema dei rifiuti ferrosi e delle navi verso la Turchia, il nord Italia e la Sicilia. Le chiedo se ci può fornire una relazione più approfondita possibile, spiegando bene il fenomeno e i soggetti interessati e a che stato è il procedimento. Ci farebbe una grossa cortesia.

  PIETRO LOREFICE. Grazie, presidente. Grazie, dottor Patronaggio. In merito all'indagine di Lampedusa, volevo capire se era la stessa indagine legata anche agli sversamenti di Linosa, anche in riferimento agli ultimi fatti accaduti a fine settembre dello scorso anno, perché a quanto pare anche l'isola di Linosa è priva di rete fognaria nonché di presìdi di trattamento e anche lì avviene uno sversamento in mare. Quindi, volevo sapere se il procedimento è lo stesso o è un altro filone di indagine. Poi per quanto riguarda la discarica di Siculiana, lei ha parlato di un sequestro e poi di un successivo dissequestro per dei cavilli procedurali. Le chiedo se ci può dare qualche informazione in più e parlare anche dei motivi del sequestro. Ha detto anche che pende un ricorso in Cassazione, penso sempre volto al sequestro, quindi le chiedo se ci può dare maggiori dettagli. Cambiando argomento, ho una domanda sulle navi quarantena di Porto Empedocle. Le cronache degli ultimi mesi hanno messo in evidenza come, a quanto pare, queste navi quarantena con a bordo anche migranti positivi al Covid-19 scaricano direttamente nelle acque antistanti i liquami. Vorrei sapere se sono trattati o meno, se rispettano la normativa, se c'è qualche indagine e se lei ci può dare qualche informazione in più.
  Ho un'ultima considerazione in merito ai fanghi di depurazione. Avete evidenziato o riscontrato in corso di procedimento delle criticità legate al percorso che porta al corretto trattamento? Ci sono impianti idonei? Avete riscontrato dei flussi anomali legati a questo tipo di rifiuto? In ultimo, una domanda sull'ARPA di Agrigento. Avete notizie sulla reale efficacia dell'azione dell'ARPA?

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Posso rispondere immediatamente? Per quanto riguarda il materiale, mi riservo di farvi avere appena possibile tutto il supporto informatico. In ordine alle domande del senatore Lorefice, devo dire che l'indagine di Lampedusa è diversa da quella di Linosa. Per Linosa stiamo facendo delle indagini e delle misurazioni. Sono due cose diverse, tenuto conto che anche la normativa è diversa, perché Linosa in realtà è una frazione di Lampedusa. Lì vi è un problema di qualificazione di questo tipo di impianto che non esiste, cioè bisogna vedere che tipo di impianto doveva essere realizzato e non è stato realizzato. Comunque sono due indagini diverse e sono entrambe in corso. Per quanto riguarda la discarica di Siculiana, confermo che il dissequestro è avvenuto per dei vizi di forma, perché non erano state prese in considerazione delle indagini e delle deduzioni difensive. Noi riteniamo che queste deduzioni difensive non apportavano nulla di nuovo o di diverso rispetto al materiale probatorio raccolto dalla procura e siamo ricorrenti in Cassazione dove abbiamo chiesto ancora una volta il sequestro della discarica. Per quanto riguarda le navi in quarantena, anche per quello vi è una Pag. 8delega alla Capitaneria di porto per verificare se le acque di sentina, le acque che si accumulano nelle imbarcazioni delle navi, vengono sversate direttamente oppure vengono trattenute per un successivo trattamento come previsto. Sicuramente al di sotto di una certa distanza dalle coste queste acque non possono essere riversate. Sia che si tratti di immigrati, sia che si tratti di altri tipi di acque, comunque queste acque non possono essere riversate. Sul punto vi è un'indagine della Capitaneria di porto. Un discorso piuttosto complesso è quello sui fanghi di depurazione, perché vi è una grossissima difficoltà a smaltire questi fanghi di depurazione in discarica con costi altissimi e con carenze di discariche pronte a riceverli. Si è cercato di percorrere la strada dello sversamento per l'agricoltura, ma vi sono dei grossi problemi, perché non sempre ciò è possibile in relazione alla composizione degli stessi fanghi. Per quanto riguarda i controlli dell'ARPA, ripeto che ho evidenziato le criticità, così come non posso che ribadire le criticità che vi sono nella diffusione e nel controllo dell'acqua potabile in provincia di Agrigento. Tutto questo costituisce oggetto di indagini.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Sì, grazie, presidente. Dottor Patronaggio, a integrazione di quanto richiesto dal collega Lorefice occorre una precisazione. In riferimento alla nave di appoggio che viene attualmente utilizzata per ospitare i migranti, non si parlava dello sversamento delle acque di sentina, quindi delle acque di sistema della nave, ma delle acque reflue prodotte dagli ospiti che ovviamente hanno una patologia. Quindi, nella concentrazione delle acque reflue in un punto a una certa distanza dalla costa si può creare un problema di carattere non solo ambientale, ma anche sanitario. Ho una domanda per quanto riguarda l'aspetto legato ai fanghi di depurazione. Oltre al trattamento, voi avete informazioni? Se sì, le chiedo se potete fornire la documentazione relativa alla Commissione sui trasporti di questi fanghi, quindi il trasporto che avviene dai depuratori al centro di trattamento, non solo in relazione ai depuratori della provincia di Agrigento in ambito regionale.

  LUIGI PATRONAGGIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Rispondo immediatamente. Per quanto riguarda le navi quarantena degli immigrati, ribadisco che queste acque a una certa distanza dalla costa non possono comunque essere sversate direttamente in mare. Per cui stiamo facendo degli accertamenti in tal senso. Per quanto riguarda il problema dei fanghi, ribadisco che è un grande problema. Vi è la difficoltà a trovare proprio le discariche che li accettano. In precedenza sono state appoggiate alla discarica di Camastra, la quale ha anche dei limiti di capienza e per cui sono andati fuori provincia con dei costi assolutamente rilevanti.

  PRESIDENTE. Non c'è nessuna richiesta di intervento, neanche da chi è online, che saluto. La ringrazio per la sua presenza. Ci aggiorniamo nelle prossime ore per l'invio di quel materiale che le abbiamo chiesto. Noi comunque siamo a disposizione.

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, Maurizio Agnello.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, Maurizio Agnello, che ringrazio per la presenza. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema delle acque o reflue urbane e industriali in Sicilia, su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta. Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito quindi il nostro ospite a svolgere una relazione, un particolare approfondimento sulla situazione di competenza del suo ufficio. Poi eventualmente faremo delle domande di approfondimento.

  MAURIZIO AGNELLO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani. Innanzitutto volevo ringraziare la Commissione Pag. 9 e il presidente per avere accolto la mia richiesta di essere ascoltato da remoto in considerazione dell'attuale momento epidemiologico. Volevo innanzitutto premettere che il circondario dell'ufficio della Procura di Trapani copre circa la metà della relativa provincia, in quanto l'altra metà è coperta dal Tribunale di Marsala. La Procura di Trapani non si occupa ovviamente di fatti di criminalità organizzata, i cui reati sono rimandati alle competenze della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Ho chiesto una relazione al comando Carabinieri, al Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri e un'altra relazione alla Capitaneria di porto di Trapani. Per quanto di nostra competenza, quindi per quello che riguarda la configurazione di reati, la situazione dipende dal fatto che vi è una carenza strutturale degli impianti di depurazione delle acque nelle varie città, sulla quale poi mi soffermerò con particolare riferimento ai centri più grossi della provincia di Trapani, e che molti di questi impianti purtroppo non sono oggetto di regolare manutenzione, specialmente da parte di quelle ditte che vincono l'appalto per la gestione dell'impianto di depurazione o che comunque hanno stipulato un contratto in tal senso con i singoli comuni. Meno del 20 per cento degli impianti ha attualmente l'autorizzazione allo scarico in corso di validità. Infatti, quasi tutti gli impianti o non hanno mai avuto l'autorizzazione o hanno l'autorizzazione scaduta o è in corso l'iter per il rilascio dell'autorizzazione. Una forte criticità dipende dal fatto che ci sono molti centri che hanno i cosiddetti «carichi di punta» determinanti da consistenti flussi turistici, soprattutto nei mesi estivi. Quindi, l'impianto di depurazione e l'impianto fognario non sono adeguati a una vera e propria moltiplicazione degli utenti, che a volte sono moltiplicati per 20 o per 30. Molti di questi impianti sono sotto dimensionati e gestiti in maniera assolutamente approssimativa, soprattutto da parte di quegli enti che si avvalgono di ditte esterne e che si rendono responsabili di illecito smaltimento dei fanghi provenienti dalla depurazione. In troppi casi questi fanghi vengono sversati direttamente nelle acque, sia nei fiumi, nei laghi o direttamente in mare. Questi fanghi andrebbero smaltiti o conferiti per l'agricoltura, ma bisogna dire che gli agricoltori hanno sempre malvisto l'idea coltivare i propri terreni con i fanghi emessi da questi impianti di smaltimento. Questi fanghi quasi sempre vengono invece smaltiti in discarica. Per la nota carenza strutturale che appartiene alle discariche siciliane, in molti casi questi fanghi vengono portati addirittura in Calabria. Per quanto riguarda le isole minori la situazione è veramente drammatica in quanto le isole, soprattutto quelle di nostra competenza, quindi sostanzialmente le Egadi, Favignana, Levanzo e Marettimo, perché Pantelleria dipende dalla Procura di Marsala, non hanno un impianto di depurazione, ma hanno semplicemente un impianto di pretrattamento di queste acque che poi vengono sversate direttamente in mare. Vorrei fare una considerazione di carattere generale. Gli organi inquirenti della procura della Repubblica molto spesso devono prendere atto del fatto che non vi è una cattiva volontà degli amministratori locali di provvedere a tutti gli atti necessari per il regolare funzionamento di questi impianti di depurazione e alla manutenzione degli stessi, perché in quasi tutta la totalità dei casi di cui ci siamo voluti occupare, vi è un problema di mancanza di risorse finanziarie da parte dei comuni interessati. Questo lo vedremo soprattutto per quanto riguarda il comune di Trapani, che soffre di una cronica mancanza di manutenzione. Vorrei raccontare un episodio che potrebbe sembrare un aneddoto, ma che invece secondo me è altamente significativo dell'atteggiamento dei pubblici amministratori in questo campo quando si tratta di costruire o di sottoporre a manutenzione un impianto di depurazione. Tempo fa mi chiese un appuntamento il sindaco di Castellammare del Golfo, che è un grosso centro nel nostro circondario e che è stato successivamente oggetto di indagini da parte della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che ieri mi ha chiesto il rinvio a giudizio per fatti di mafia. Questo sindaco, che è un ingegnere, mi chiese un appuntamento, venne in procura Pag. 10 e mi chiese se poteva depositare gli atti relativi alla costruzione del depuratore. Gli chiesi il perché intendesse fare questo e se per caso avesse avuto la sensazione che qualcuno avesse commesso dei reati. Lui mi rispose che era stato un consiglio del suo assessore alla legalità che aveva messo le mani avanti, portando prima gli atti in procura, in modo tale che successivamente nessuno avrebbe potuto dire qualche cosa. Ovviamente ho risposto al sindaco che il nostro ordinamento non prevede questa sorta di controllo preventivo di legalità dell'azione amministrativa da parte degli organi inquirenti che intervengono soltanto in presenza di estremi di reato. Secondo me questo è veramente significativo dell'atteggiamento di alcuni pubblici amministratori che troppo spesso, mi si lasci dire, in questi casi preferiscono portare gli atti in procura per cautelarsi da eventuali iniziative giudiziarie successive. L'atteggiamento è quello di portare le carte, così da non poter contestare qualcosa poi. Ripeto che può sembrare un aneddoto, ma secondo me è significativo dell'atteggiamento da parte dei pubblici amministratori. Per quanto riguarda i procedimenti che sono attualmente in carico all'ufficio che attualmente dirigo, con riferimento per esempio al comune di Alcamo, ci sono un paio di procedimenti pendenti. Alcamo ha un depuratore che è sicuramente sottodimensionato e che non riesce a rispettare i limiti di legge delle emissioni. Ogni qualvolta si fa un controllo delle acque emergono delle forti contaminazioni delle stesse. Proprio per questo motivo sono pendenti un fascicolo di atti relativi, un modello 45, come noi lo chiamiamo, che nasce dall'esposto di un privato che aveva visto degli sversamenti fognari in un torrente che è vicino il comune di Alcamo. Le indagini condotte dalla Guardia di finanza hanno fatto emergere dei reati da parte dell'Associazione temporanea di imprese (ATI) che gestisce il depuratore di Alcamo, dal direttore esecutivo del contratto stipulato dalla medesima ATI con il comune di Alcamo e dal direttore tecnico, a cui è demandata la gestione del depuratore. I reati che vengono contestati sono sempre quelli di cui all'articolo 137 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dell'articolo 452-bis e quinquies del codice penale, che sono i reati di inquinamento ambientale. Bisogna dire che quasi sempre, quando espletiamo indagini approfondite, emergono anche reati contro la pubblica amministrazione. Quasi sempre sono i reati di turbativa d'asta e frode in pubbliche forniture. In questi casi è stato contestato questo ultimo reato, il reato di frode in pubbliche forniture. Un'altra circostanza che volevo sottolineare alla Commissione è che i reati per cui noi procediamo sono quelli di inquinamento ambientale quasi sempre colposo, l'articolo 452-bis, che è di competenza del giudice monocratico, così come di competenza del giudice monocratico sono tutti gli illeciti di natura contravvenzionale, quindi gli illeciti meno gravi che sono previsti dal decreto legislativo n. 152 del 2006, in quanto gli illeciti più gravi sono stati trasferiti nel 2015 nel Codice penale vero e proprio. Il fatto che siano di competenza del giudice monocratico comporta che questi procedimenti, quando si arriva in fase dibattimentale, vengono gestiti non da magistrati togati, ma dai cosiddetti «giudici onorari» che sono i giudici onorari del tribunale e i vice procuratori ordinari, che ovviamente non possono avere la preparazione giuridica per gestire processi che sono molto delicati e molto tecnici da questo punto di vista, ma questa è una caratteristica fisiologica. Il depuratore di Castellammare del Golfo, del cui sindaco ho parlato poco fa, è stato sequestro nel 2016 e attualmente è pendente un procedimento penale a carico dell'allora sindaco e del responsabile comunale del depuratore. Il sequestro del depuratore in realtà non è stato mai ultimato. Le acque nel Comune di Castellammare del Golfo vengono sversate direttamente nell'area portuale. Si tratta di posti molto attraenti dal punto di vista turistico e questo comporta ovviamente un enorme danneggiamento delle strutture alberghiere in loco. Peraltro, lo scorso 30 dicembre del 2020 l'ARPA ha depositato presso il nostro ufficio l'esito della campionatura delle acque e anche in questo caso vi erano dei valori completamente fuori norma, tanto è Pag. 11vero che è stata proposta l'irrogazione di una sanzione pecuniaria all'attuale sindaco del comune di Castellammare del Golfo. Quindi Castellammare del Golfo non ha un depuratore perché il vecchio depuratore non è stato mai completato ed era completamente bypassato e per questo motivo è stato sottoposto a sequestro preventivo. Anche il comune di Custonaci ha due depuratori, ma entrambi sono sottoposti a sequestro ed è attualmente pendente un procedimento a carico del sindaco e a carico del responsabile della ditta incaricata della gestione del depuratore per i reati di inquinamento ambientale. Anche in questo caso, campionando le acque, l'ARPA ha rilevato alcuni valori completamente fuori norma. La stessa cosa può dirsi per il depuratore di Erice, o meglio della frazione di Napola del comune di Erice, perché in questo momento vi è un procedimento penale pendente, un processo a carico del titolare della ditta incaricata della manutenzione del depuratore e del responsabile del servizio idrico del comune di Erice. Qui mi si consentirà di aprire una piccola parentesi. Io continuo a risiedere a Palermo, che dista circa 100 chilometri da Trapani. Erice non è semplicemente il borgo medievale arroccato sulla montagna che sovrasta la città di Trapani. Il comune di Erice si estende molto, anche fino al mare ed è praticamente attiguo al comune di Trapani, tanto è vero che in una stessa strada della città di Trapani alcuni numeri civici fanno parte del comune di Trapani e altri numeri civici fanno parte del comune di Erice. Lo stesso ospedale Sant'Antonio Abate, il più grande ospedale della provincia, è sito nel comune di Erice. Questo depuratore della frazione di Napola nel comune di Erice non è stato sequestrato, ma è attualmente pendente un procedimento a carico degli amministratori. A Favignana non vi è nessun depuratore, ma solo un impianto di pretrattamento, che scarica peraltro nella riserva dell'area marina protetta delle isole Egadi ed è stato realizzato in violazione delle norme del codice della navigazione, perché è sul terreno demaniale. Attualmente sono in corso delle indagini a carico dell'ex sindaco del comune di Favignana e dico «ex», perché il sindaco è stato arrestato quest'estate per alcuni reati contro la pubblica amministrazione, si è dimesso e ora c'è un altro sindaco. Peraltro, non so se la Commissione è a conoscenza del fatto che l'approvvigionamento idrico dei comuni delle Egadi ad oggi continua a essere fatto tramite le navi bettoline, quindi non ci sono delle condutture idriche che portano l'acqua da Trapani all'isola di Favignana. Altro luogo noto alle cronache turistiche è San Vito Lo Capo. Anche qui vi è un depuratore sottoposto a sequestro con facoltà d'uso. Anche qui l'allora sindaco e il responsabile della gestione dei depuratori sono imputati nei procedimenti per i reati di inquinamento ambientale colposo. La città di Trapani ha un impianto di depurazione consortile che interessa i comuni di Trapani, Erice e Paceco. Questo impianto di depurazione è situato ai margini della riserva naturale orientata delle saline di Trapani, quindi si tratta di un'area molto tutelata. Nel comune di Trapani molto spesso si verificano degli sversamenti di liquami nel litorale, che in estate è occupato da moltissimi lidi, e in particolare nei pressi di un hotel, il «Cavallino Bianco» che in questo momento è oggetto di ristrutturazione. Molto spesso quel tratto di mare deve essere interdetto alla balneazione, perché l'impianto di sollevamento delle acque che dovrebbe pompare i liquami verso il depuratore si guasta, non è sottoposto ad adeguata manutenzione e i liquami finiscono in una conduttura che dovrebbe essere di emergenza e che sversa questi liquami in questo tratto di mare che è quindi quasi sempre interdetto alla balneazione. Per questo motivo da parecchio tempo è pendente un procedimento penale a carico di una serie di soggetti facenti parte del comune di Trapani, sostanzialmente i funzionari, in particolare del dirigente del settore lavori pubblici, del dirigente del settore ecologia ambiente e del geometra responsabile dell'ufficio tecnico comunale. Nell'ambito di questo procedimento penale sono stati svolti 16 sopralluoghi da parte del Nucleo operativo della Polizia ambientale e della Capitaneria di porto, sono state sentite varie persone per reperire informazioni, Pag. 12 sono stati effettuati 15 campionamenti dall'ARPA. Quindi, questo tratto di mare è oggetto di notevole attenzione da parte delle Forze dell'ordine e le indagini sono ancora in corso. Vi sono vari problemi che affliggono il comune di Trapani: il fatto che, come dicevo prima, molto spesso non si capisce dove inizi la competenza del comune di Trapani e dove finisca quella del comune di Erice. Non vi è un'anagrafe degli scarichi dei condomini, vi è una commistione tra acque bianche e nere, manca un pennello che possa fare in modo che questi liquami, invece di finire sul litorale, possano essere portati in alto mare. Questo problema, e con questo mi riallaccio a ciò che ho detto poc'anzi circa la difficoltà di individuare delle responsabilità penalmente rilevanti, è stato oggetto di ben due riunioni nella prefettura di Trapani, di cui io ho acquisito i verbali. Questo per far comprendere quanti siano gli enti interessati alla gestione dell'impianto fognario e dei depuratori. Nella riunione del 16 maggio del 2019 in prefettura erano presenti, oltre al prefetto, il sindaco di Erice, il sindaco di Trapani, il Comandante della Capitaneria di porto, un funzionario del comune di Trapani e hanno discusso a lungo su come fare per evitare che accadano questi sversamenti. Il 30 maggio, quindi due settimane dopo, si sono dovuti riunire di nuovo in emergenza il sindaco di Erice, il Comandante della Capitaneria di porto, un funzionario del comune di Trapani, il capo di gabinetto dell'Assessorato regionale dell'energia e servizi pubblici, il presidente dell'Assemblea territoriale idrica, il presidente della struttura territoriale dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale, i rappresentanti dell'azienda sanitaria provinciali e il commissario ad acta per la relazione del piano d'ambito. Questo per dire per l'ennesima volta che vi è un problema sicuramente di carenza di risorse economiche che fa sì che tutti questi impianti non siano oggetto di adeguata manutenzione e finiscono per inquinare e rovinare l'ambiente. Mi auguro di non essere stato troppo noioso con questi dati. Ciò che tengo a sottolineare è che la procura non ha un generico potere di controllo sull'azione amministrativa, ma interviene solo in seguito a precise segnalazioni che potrebbero integrare degli estremi di reato. Come avete avuto modo di ascoltare, tutti i comuni del circondario del comune di Trapani sono interessati da questo problema e da procedimenti penali che sono sorti in seguito all'accertamento dell'inquinamento di questi siti. Sono a vostra disposizione per eventuali domande.

  PRESIDENTE. Sicuramente, grazie. È un po' una furbata quella di depositare le carte in maniera preventiva per autotutelarsi.

  MAURIZIO AGNELLO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani. Mi tengo fuori da ogni polemica politica, ma quando facevo pubblica amministrazione a Palermo, l'allora presidente della regione, Rosario Crocetta, era un habitué del Palazzo di Giustizia ed era solito venire a, come diceva lui, portare le carte in procura senza fare denunce di specifici fatti di reati. Così facendo sostanzialmente si blocca l'azione amministrativa, perché la pubblica amministrazione non attiva quei poteri ispettivi, disciplinari, di controllo, che dispone nei confronti di chi sbaglia. È un'azione di autotutela, nel senso di ritirare gli atti che possono essere tacciati di illegittimità. Quindi c'è questo trend in Sicilia. Lei l'ha chiamato «una furbata», ma è un modo di fare a cui troppo spesso ci troviamo di fronte.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Sì, grazie, presidente. Dottor Agnello, grazie per la sua relazione. Volevo chiedere dei chiarimenti e un piccolo approfondimento sugli episodi occorsi in passato al depuratore di Trapani che hanno visto coinvolte anche le Forze dell'ordine che sono state più volte allertate circa malfunzionamenti, quindi di una gestione discutibile del depuratore stesso, delle criticità ambientali che ha creato con un rapporto alla vicina area delle saline. Vorrei sapere qual è l'impegno della procura in tal senso e se sono emersi degli elementi interessanti anche in tempi più Pag. 13recenti che possono essere di interesse della Commissione.

  MAURIZIO AGNELLO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani. Come le dicevo, quel procedimento è stato oggetto di una cospicua attività di indagine da parte di più Forze dell'ordine, perché stiamo parlando del Nucleo operativo dei carabinieri, del comando provinciale dei Carabinieri, della Capitaneria di porto e della Polizia municipale di Trapani. Come ha giustamente detto, il depuratore di suo è posto nell'area delle saline, ma il problema non è quello. Il problema è che purtroppo i liquami non arrivano in quel depuratore, ma per motivi relativi all'impianto di sollevamento più importante, il fulcro centrale dell'impianto fognario che è posto nella via Marsala, che è una via centralissima di Trapani, non riesce a convogliare questi liquami al depuratore e sostanzialmente si attiva sempre quella che avrebbe dovuto essere una conduttura di emergenza che porta questi liquami sul lungomare Dante Alighieri, inquinando così una parte non irrilevante della costa trapanese. Devo dire che molto spesso queste Forze dell'ordine sono intervenute su richiesta del senatore Santangelo, una volta il 28 aprile del 2018 e una seconda il 18 ottobre 2019, quando il senatore Santangelo ha allertato la Capitaneria di porto perché vi era questo odore nauseabondo. Io non ci sono mai stato, ma mi hanno detto che questo odore forte si sente veramente a chilometri di distanza. Un'altra volta invece c'è stata la denuncia di un assessore del comune di Trapani il 20 marzo del 2019, che si era accorto di questi fanghi galleggianti sul lungomare e aveva sporto denuncia. L'ultima denuncia risale addirittura al 26 agosto scorso da parte di un privato cittadino dopo aver assistito a episodi di sversamenti in mare. Le Forze dell'ordine che ho detto, soprattutto il Comando provinciale e la Polizia municipale, non soltanto stanno cercando di risolvere il problema, qui mi riallaccio a quelle riunioni che ci sono state in prefettura, ma stanno anche cercando di individuare eventuali responsabilità. Noi abbiamo degli indagati. In questo momento sono sottoposti a indagini tre soggetti, ma quando le stesse Forze dell'ordine ci dicono che è un problema sostanzialmente strutturale dovuto alla mancanza di fondi, a quel punto ci sono sorti dei dubbi sul fatto che la responsabilità penale possa essere dimostrata di fronte a un giudice, perché bisogna agire quanto meno con colpa per poter essere processati, vale a dire con negligenza, imprudenza e imperizia. Quando un funzionario ci dimostra di essersi attivato, ma di essersi dovuto fermare di fronte alla cronica carenza di risorse, a quel punto è chiaro che la sua posizione va doverosamente archiviata. Quindi, proprio per il lungomare di Trapani questa fognatura è oggetto del procedimento penale più ponderoso, anche perché quella struttura a cui ho fatto riferimento, l'hotel Cavallino Bianco che, pur essendo in riva al mare non ricade nel demanio marittimo, è proprio a picco sul mare, è stata ristrutturata da parte di un imprenditore piuttosto noto da queste parti e di una società riferibile a lui. Ovviamente però questo imprenditore si vede danneggiato perché pur potendo disporre di una struttura potenzialmente idonea a intercettare moltissimi flussi turistici, in realtà il lungomare di fatto non è utilizzabile perché è perennemente interdetto alla balneazione. Questo ovviamente disincentiva anche dei massicci investimenti turistici ed è questo che veramente ci addolora. Sono zone veramente belle e incantevoli, non so quanti di voi conoscono questo territorio, ma purtroppo poi vengono sfregiate, consentitemi questo termine, dall'incuria dell'uomo. Un'incuria che molto spesso integra estremi di reato. Finora abbiamo parlato di depuratori comunali, se a questo poi ci aggiungiamo che molto spesso le industrie casearie e olearie non si curano di sversare in maniera corretta gli avanzi delle loro lavorazioni, poi il quadro si completa in maniera drammatica. Ho già informato codesta Commissione di una serie di procedimenti penali pendenti di fronte al tribunale, per i reati di cui all'articolo 137 del decreto legislativo n. 152 del 2006, vale a dire lo smaltimento di acque industriali in maniera non corretta.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda invece un esposto di un'associazione circa la moria di pesci in località Isolotto nella contrada di Salinagrande...

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  MAURIZIO AGNELLO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani. No, questo non mi risulta, ma credo che sia collegato sempre al depuratore in località Nubia, al depuratore del comune di Trapani, che è un depuratore consortile collocato nel fiume Lenzi-Baiata, il cui bacino è in funzione nella riserva naturale orientata delle saline di Trapani. Questa circostanza è stata spesso segnalata dal WWF, alla luce del fatto che il provvedimento di autorizzazione allo scarico risulta antecedente all'istituzione dell'area di riserva. Questo è un grande problema che non si è riusciti ancora a risolvere. L'autorizzazione allo scarico è stata rilasciata in epoca antecedente all'istituzione della riserva e questo è un problema che non è stato ancora risolto dalle autorità competenti. Credo che questa incongruenza sia di competenza della regione. Quindi è chiaro che capita spesso che ci possano essere morie di pesci in quella zona. Stiamo parlando della riserva naturale delle saline di Trapani e anche questo è un posto veramente bellissimo che andrebbe tutelato in altra maniera, ma ripeto ancora una volta, non vorrei essere noioso, che noi ci occupiamo di reati e non della corretta amministrazione della cosa pubblica.

  PRESIDENTE. Sicuramente. Per quanto riguarda invece alcune indagini ispettive della Capitaneria di porto, voi state dialogando sul superamento...

  MAURIZIO AGNELLO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani. Assolutamente, la Capitaneria di porto è il nostro organo principale di polizia giudiziaria che si interessa delle vicende. Tutto quello che ho riferito circa i depuratori di Alcamo, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Trapani e San Vito Lo Capo, Val D'Erice, che è un comune tra Trapani ed Erice, in cui è pendente un processo in relazione a quel depuratore a carico del responsabile del territorio e dell'ambiente del comune di Val d'Erice, è scaturito da indagini effettuate dalla Capitaneria di porto di Trapani, che è il nostro organo di polizia giudiziaria principale, insieme al Nucleo operativo ecologico del comando Carabinieri di Palermo. Si tratta di personalmente altamente qualificato in grado di districarsi fra le varie normative di settore, che a volte sono di difficile interpretazione, in quanto vi sono allegate delle tabelle che occorre saper leggere. Quindi, i rapporti della Capitaneria di porto sono costanti. Addirittura un militare della Capitaneria di porto è distaccato presso i nostri uffici e fa parte delle nostre sezioni di polizia giudiziaria, proprio per effettuare questo genere di accertamenti.

  PRESIDENTE. Invece per quanto riguarda in generale questi frequenti sversamenti e problemi ambientali, sono mai state fatte operazioni di bonifica o di risarcimento danni?

  MAURIZIO AGNELLO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani. Signor presidente, queste operazioni non sono di nostra competenza. Ci vengono comunicate per semplice conoscenza. Quello che facciamo noi è chiedere al giudice il sequestro degli impianti. In quel caso poi viene nominato un amministratore che continua a gestire l'impianto e quindi è lui che provvede a fare in modo di preservare l'ambiente.

  PRESIDENTE. Bene. Non ci sono altre richieste di intervento. La ringrazio e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.