XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 28 di Martedì 27 ottobre 2020

INDICE

Comunicazioni:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione dell'Amministratore Delegato di doValue Spa, dott. Andrea Mangoni, in merito ai modelli di business degli operatori attivi nel mercato degli NPL e degli UTP:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Mangoni Andrea , Amministratore delegato ... 4 
Ruocco Carla , Presidente ... 8 
Pesco Daniele  ... 8 
Mangoni Andrea , Amministratore delegato ... 8 
Pesco Daniele  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
Mangoni Andrea , Amministratore delegato ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 9  ... 9 
Mangoni Andrea , Amministratore delegato ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
Mangoni Andrea , Amministratore delegato ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documento consegnato da doValue S.p.A ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 12.05.

Comunicazioni.

  PRESIDENTE. Ricordo che per ragioni di sicurezza sanitaria il foglio firme non verrà portato dall'assistente, ma lasciato a disposizione sul tavolino davanti al banco della Presidenza.
  Comunico che la doValue Spa, in vista dell'audizione che si terrà oggi, ha inviato della documentazione in regime libero, già trasmessa per e-mail ai commissari, e comunque oggi in distribuzione.
  Comunico, altresì, che la Banca d'Italia ha trasmesso ulteriore documentazione relativa all'attività di indagine svolta dalla Commissione in materia di attuazione delle misure varate dal Governo a sostegno delle famiglie e delle imprese di cui ai decreti legge n. 18 e 23/2020 e, più in generale, in attuazione del programma di attività della Commissione.
  La parte non segretata della documentazione è stata trasmessa per e-mail ai commissari ed è comunque oggi in distribuzione.
  La documentazione completa, comprensiva delle parti segretate, è a disposizione dei commissari e degli altri soggetti autorizzati, che potranno consultarla presso l'archivio della Commissione, nei modi e con i limiti previsti dal Regolamento interno.
  Vorrei, inoltre, ricordare a tutti i commissari le modalità di svolgimento delle audizioni formali presso questa Commissione in considerazione dell'intensificazione dell'emergenza sanitaria.
  Come è noto le audizioni formali, per ragioni di carattere regolamentare, non possono essere svolte in videoconferenza, ma è necessaria la presenza fisica dei commissari in seduta per partecipare al dibattito, porre quesiti e richieste di chiarimento. Pertanto, ho rivolto ai rappresentanti dei Gruppi l'invito ad adoperarsi affinché la partecipazione in presenza alle sedute della Commissione sia limitata a un commissario per Gruppo, per quanto possibile e ferma restando la facoltà dei vicepresidenti di partecipare in presenza.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in via sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'Amministratore Delegato di doValue S.p.A., Andrea Mangoni, in merito ai modelli di business degli operatori attivi nel mercato degli NPL e degli UTP.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'Amministratore Delegato di doValue Spa, Andrea Mangoni, in merito ai modelli di business degli operatori attivi nel mercato degli NPL e degli UTP. La Commissione intende acquisire elementi conoscitivi in merito ai modelli business adottati dagli operatori attivi nel mercato degli NPL e degli UTP, anche al fine di promuovere eventuali iniziative di carattere legislativo.
  Con riferimento all'oggetto dell'odierna audizione è stato chiesto al dottor Mangoni, in qualità di Amministratore Delegato Pag. 4di doValue Spa, di predisporre una relazione informativa al fine di evidenziare le seguenti aree tematiche, che costituiranno l'oggetto dell'audizione: a) numero di risorse umane, qualifiche ricoperte nonché distribuzione sul territorio delle stesse (Italia, Unione europea, extra Unione europea); b) modello di business adottato, dedicando particolare attenzione alla descrizione delle fasi, delle procedure aziendali utilizzate e delle relative tempistiche (ad esempio, attività di scouting, attività di due diligence svolte – differenziandole tra cessioni pro-soluto e pro-solvendo; strutturazione dell'operazione; processo di sottoscrizione di titoli; documentazione prodotta per gli investitori; strategie di gestione e di recupero dei crediti; svolgimento o meno di attività di gestione/supporto dei debitori ceduti, et cetera); c) prezzi medi applicati per l'acquisizione di portafogli di NPL (secured e unsecured) e di UTP (secured e unsecured); d) fonti di finanziamento utilizzate per l'acquisizione di portafogli di NPL e di UTP distinguendole per durata, limiti di concentrazione, condizioni economiche applicate, modalità di rimborso et cetera; e) masse gestite suddividendole tra portafogli, se assistiti o meno da GACS (Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze), di NPL e portafogli UTP; f) tempi medi di recupero dei portafogli crediti differenziati tra NPL e UTP assistiti o meno da GACS; g) utilizzo o meno di soggetti terzi per l'attività di recupero dei portafogli crediti differenziati tra NPL e UTP assistiti o meno da GACS; modalità di selezione dei servicer, nonché descrizione dei presidi/controlli, compiti, flussi/obblighi informativi e responsabilità per gestire i rischi connessi all'esternalizzazione di tale attività; h) performance medie delle attività di recupero crediti realizzate su base annua, negli ultimi cinque anni, differenziate tra NPL e UTP assistiti o meno da GACS; i) tipologia e strutturazione dei costi delle varie fasi operative; j) rendimento medio su base annua, per ogni singola operazione svolta negli ultimi cinque anni, differenziato per le varie notes emesse, suddividendole tra portafogli di NPL e portafogli UTP assistiti o meno da GACS; k) temi di interesse strategico per il settore, eventualmente corredati da proposte normative che si ritenga di sottoporre all'attenzione della Commissione.
  Invito, quindi, il dottor Mangoni a svolgere la relazione in un tempo massimo di trenta minuti. Seguirà poi il dibattito. Do la parola al dottor Mangoni, ringraziandolo per la disponibilità manifestata a collaborare con la Commissione. Prego.

  ANDREA MANGONI, Amministratore delegato. Dato che noi abbiamo inviato una relazione che risponde alle domande che erano state poste, mi ripropongo ora, anche per evitare di annoiarvi, di affrontare questi argomenti da una prospettiva più complessiva, seguendo, magari, un ordine diverso da quello che abbiamo utilizzato per la scrittura della relazione.
  Innanzitutto, chi siamo noi? La società è una società che in questo momento ha 162 miliardi di crediti under management. Innanzitutto, che significa «under management»? Significa che noi non siamo acquirenti di crediti, ma lavoriamo per i proprietari di crediti; quindi per conto dei proprietari di crediti facciamo o attività di liquidazione (quando parliamo di NPL) o attività di ristrutturazione (quando parliamo di UTP).
  Chi sono i nostri clienti? I nostri clienti sono i proprietari di crediti, quindi sostanzialmente tre categorie. Innanzitutto le banche, secondariamente i fondi di investimento che comprano queste esposizioni debitorie dalle banche, e terzo i veicoli di cartolarizzazione che acquistano le posizioni creditorie della banca finanziandole attraverso il ricorso ai mercati obbligazionari. Poi parlerò della maniera nella quale noi lavoriamo per questi clienti.
  Dei 160 miliardi che noi abbiamo in questo momento under management, 78 miliardi circa sono qui in Italia, quindi l'Italia è il principale Paese – per quanto ci riguarda – in termini di asset under management, ma pesa meno della metà del nostro business complessivo. Oltre che in Italia, noi siamo presenti in Spagna, in Portogallo, in Grecia e siamo presenti a Cipro, dove sostanzialmente lavoriamo per banche greche. In ciascuno di questi Paesi, fatta eccezione per il Portogallo, siamo il Pag. 5primo operatore per dimensioni, quota di mercato e profittabilità. Speriamo di diventarlo anche in Portogallo, dove ancora non lo siamo.
  Abbiamo 3.150 dipendenti; di questi, 1.012 dipendenti sono qui in Italia. La società è quotata dal 2017 alla Borsa di Milano; non ha un azionista di controllo, ma ha un azionariato in cui sono presenti alcuni dei principali fondi di private equity, come Fortress, Bain Capital o alcuni dei principali global asset manager (i soliti nomi: BlackRock, Schroders, Jupiter etc.).
  Noi abbiamo avviato questo percorso nel 2016. La società esiste da venti anni, ma ha avuto il suo principale momento di sviluppo alla fine del 2015, quando è stata acquisita la società che per conto di UniCredit svolgeva questa attività. Da allora in avanti è partito un percorso di crescita che ci ha portato a essere quello che siamo oggi. Siamo passati da circa 30 miliardi di asset under management agli attuali 160, e dall'essere il primo operatore soltanto qui in Italia all'esserlo in Europa.
  Quello che, però, per noi è molto importante precisare è che non siamo acquirenti di crediti. Abbiamo un bilancio, che potete verificare semplicemente, che non ha iscritto in attivo alcuna posizione a credito. Noi lavoriamo per coloro che comprano i crediti; quindi lavoriamo per banche, per fondi di investimento e per veicoli di cartolarizzazione.
  Molto rapidamente, come lavoriamo per queste tre diverse categorie di clienti? Per quanto riguarda le banche, è piuttosto semplice. Noi stipuliamo con le banche dei contratti a lungo termine che prevedono, in genere, che le banche diano a noi la responsabilità di liquidare o ristrutturare un determinato stock di crediti, che è quello esistente al momento della stipula del contratto, e poi in futuro tutti gli UTP o gli NPL che vengono a formarsi durante tutta la vita del contratto.
  Per far questo lavoro veniamo remunerati con una struttura di fee, che è basata su una fee base, che dipende da quanto è grande lo stock dei crediti che abbiamo under management, e una performance fee che dipende da quanti di quei crediti noi riusciamo a liquidare o ristrutturare.
  Noi abbiamo contratti di questo tipo con le principali banche europee. I più importanti fra questi riguardano UniCredit, per la quale noi sulla base di un contratto che scade al 2025 abbiamo la responsabilità di gestire tutte le sofferenze per un importo inferiore al milione di euro, e Banco Santander, per fare un altro esempio in Europa. Questo per quanto riguarda le banche.
  Per quanto riguarda i fondi di investimento, invece, il rapporto è più articolato, perché il rapporto nasce dal momento in cui il fondo di investimento decide di portare a termine l'operazione di acquisizione. Noi effettuiamo l'attività di due diligence per conto di fondi di investimento e, effettuata l'attività di due diligence, supportiamo l'attività di underwriting, cioè aiutiamo il fondo di investimento nella determinazione del prezzo d'acquisto delle posizioni a credito, attività che viene fatta sulla base di un business plan specifico. Poi, se il fondo di investimento riesce ad acquisire il portafoglio che la banca ha messo in vendita, a quel punto anche lì stipuliamo un contratto a lungo termine che funziona più o meno come il contratto che ricordavo prima per le banche. Quindi siamo remunerati con una fee base, che è in funzione della dimensione dello stock, e con una performance fee che dipende dai crediti che riusciamo a liquidare o ristrutturare sulla base di questo rapporto contrattuale.
  Il terzo e ultimo cliente è molto importante. Giusto per darvi un'idea e rispondere a uno dei punti che la presidente ricordava prima, in questo momento dei circa 78 miliardi che abbiamo under management qui in Italia noi ne abbiamo più di 30 miliardi che fanno riferimento a operazioni GACS, quindi a cartolarizzazioni.
  Per quanto riguarda i veicoli di cartolarizzazione, noi svolgiamo lo stesso lavoro che svolgiamo per i fondi di investimento. Lo facciamo esattamente nella stessa maniera. Abbiamo un coinvolgimento maggiore per quanto riguarda la definizione della struttura finanziaria dell'acquisizione Pag. 6in quanto poi dipende dalla banca originator e da noi come servicer definire il cosiddetto «tranching» dell'operazione, cioè definire quale componente dell'operazione sarà senior, e quindi garantita dallo Stato, quale componente sarà mezzanina e quale invece sarà junior.
  Anche per quanto riguarda le GACS, noi siamo direi di gran lunga il primo operatore sul mercato italiano. Speriamo di diventarlo a breve anche sul mercato greco, che ha esattamente replicato lo schema GACS con uno schema che in Grecia chiamano «Hercules».
  Per quanto riguarda le operazioni GACS, come certamente sapete, è molto importante il rating. Sarebbe più corretto dire «i rating», nel senso che per le operazioni GACS sono necessari due tipi di rating. Uno è il rating delle note che vengono emesse, quindi sostanzialmente la valutazione da parte dell'agenzia di rating sulla solvibilità di quelle note. Da quel punto di vista noi gestiamo direttamente per conto del veicolo di cartolarizzazione il rapporto con le agenzie di rating. Poi sono molto importanti i cosiddetti «servicing rating», cioè sostanzialmente: sulla base dell'analisi del processo operativo di liquidazione o ristrutturazione dei crediti e sulla base del track record del servicer, le agenzie di rating attribuiscono un rating anche al servicer, cioè dicono al mercato: tu hai più probabilità di incassare questi crediti nei tempi dovuti in quanto ho verificato io la qualità del servicer che dovrà svolgere quell'attività. Per quanto riguarda il credit servicing, noi abbiamo di gran lunga i più alti livelli di rating in tutta Europa e questo ce l'abbiamo da quasi dieci anni. Questo per quanto riguarda i nostri clienti e il nostro modello di business.
  Per rispondere a un'altra delle domande che sono state fatte, noi abbiamo una visione indiretta di quali siano i prezzi ai quali le transazioni vengono effettuate, nel senso che non è nostro compito determinare quei prezzi e pagarli; noi supportiamo gli investitori e i veicoli di cartolarizzazione che poi propongono quei prezzi.
  Abbiamo, però, molta esperienza in questo campo, evidentemente, e quello che possiamo dire è che negli anni 2015-2016-2017 il mercato dei crediti era sostanzialmente un mercato del compratore. Le banche erano in difficoltà, non erano preparate ad affrontare operazioni di cessione complesse, articolate e dimensionalmente significative e quindi, il potere contrattuale degli acquirenti era molto forte e questo si rifletteva nei prezzi che venivano pagati.
  Questa situazione è andata sensibilmente modificandosi negli anni, in parte perché introducendosi la GACS la gran parte delle operazioni sono transitate per GACS e non per vendita diretta ai singoli investitori, in parte perché le banche hanno imparato a vendere, molto banalmente, e quindi da un punto di vista tecnico e negoziale hanno acquisito quella capacità che ha portato poi i prezzi a lievitare.
  Faccio riferimento all'ultimo rapporto di Banca Ifis: secondo Banca Ifis, quest'anno i prezzi medi staranno per quanto riguarda gli NPL intorno al 40-45 per cento, e parliamo di portafogli misti, cioè di portafogli in cui sono presenti sia posizioni secured che posizioni unsecured. Invece, per quanto riguarda gli UTP, fra il 45 e il 50.
  Per quelli di voi che hanno seguito questo mercato nel corso degli anni, questo ovviamente è un dato abbastanza evidente. Stiamo parlando di livelli di prezzo che tre o quattro anni fa erano assolutamente ignoti, non pensabili. Se lo posso dire da un punto di vista un po' più economico, la combinazione del funzionamento del mercato e di uno strumento di intervento pubblico intelligente, come io penso sia la GACS, ha portato un sollievo molto importante ai bilanci delle banche, e ha fatto sì che (prima dell'impatto della pandemia) oggi, quasi tutte le banche, almeno le banche principali, rientrano dentro i parametri di solidità patrimoniale fissati dalla sorveglianza della BCE.
  Un'altra domanda riguardava il nostro modello di business relativamente a UTP e a NPL. Per quanto riguarda gli NPL, noi sostanzialmente facciamo un'operazione di cosiddetto «onboarding», che significa che vengono trasferiti i crediti in sofferenza dai bilanci e dai sistemi delle banche ai nostri Pag. 7sistemi. In questa operazione di onboarding i crediti vengono clusterizzati, cioè vengono classificati a seconda della funzionalità di queste classificazioni rispetto alle nostre strategie di recupero.
  Poi, per ciascuna di queste clusterizzazioni e per ciascuna di queste posizioni vengono predisposti dei business plan. I business plan sono dei piani che definiscono: le azioni necessarie ad arrivare alla liquidazione, quindi all'incasso del credito stesso; in che tempistiche questo avviene; quanto è l'incasso che è possibile realizzare; in che momento del tempo questo incasso si colloca; e quindi di conseguenza quali sono le fee che noi possiamo incassare su questo tipo di operazioni.
  Sulla base di questi business plan vengono attivate le due possibili vie di recupero che noi abbiamo a disposizione, che sono quella giudiziale e quella stragiudiziale. La via giudiziale comprende gli atti introduttivi di una procedura che poi porterà noi all'incasso del credito; quella stragiudiziale è una transizione amichevole fatta col debitore, la cosiddetta procedura «saldi e stralci».
  Naturalmente è spiacevole, ma la sostanza di questo è che molto spesso anche per arrivare a un'operazione stragiudiziale dobbiamo attivare quella giudiziale; però sostanzialmente di questo stiamo parlando.
  Di che professionalità abbiamo bisogno per far questo riguardo alle sofferenze? Abbiamo bisogno di due tipi di professionalità: una è di carattere legale, cioè persone che siano in condizioni di seguire una procedura giudiziale o di chiudere un'operazione saldo e stralcio; l'altra è di carattere finanziario, cioè persone che sappiano costruire un business plan, sappiano valutare la congruità del prezzo a cui una transazione si chiude eccetera.
  Sulle professionalità ritorno fra un attimo dopo aver parlato degli UTP perché c'è un dettaglio importante che volevo dare.
  Per gli UTP la situazione è diversa. Gli UTP, sapete bene, trattasi di credito vivo. Un dettaglio molto importante è che noi abbiamo un interesse fortissimo a che il credito rimanga vivo, in quanto noi siamo remunerati tanto più il credito viene ristrutturato e tanto più il credito viene ristrutturato in maniera solida. Quando noi abbiamo un credito UTP in mano, il nostro interesse è quello di ristrutturare quel credito e mettere l'impresa o il singolo individuo in condizione di poterlo ripagare. Detto in termini più tecnici, riportare in bonis quel credito, perché in questo caso il nostro modello di remunerazione funziona allo stesso modo di quello per le sofferenze: c'è una fee base, ma poi la performance fee non è basata sulla liquidazione della posizione, cioè sull'incasso, ma sul fatto che il credito venga ristrutturato e il debitore ritorni in bonis. E tanto più solida è questa operazione, tanto più alta è la nostra remunerazione.
  Anche da questo punto di vista io credo che la nostra attività aiuti il sistema. Da questo punto di vista, il personale è più sbilanciato verso competenze finanziarie rispetto a competenze legali. L'attività è sempre attività giudiziale e stragiudiziale ma, mentre quella stragiudiziale prevede un accordo fra le parti, quella giudiziale è diversa, perché non parliamo di un processo che in caso negativo si conclude con un'asta ma parliamo dell'accesso agli strumenti classici delle ristrutturazioni (l'articolo 67, il 182-bis etc).
  L'ultima cosa che volevo dire sulle professionalità è che questo è un business che è pesantissimamente basato, per come lo facciamo noi, su IT e dati. Credo che sia facile comprendere che quando parliamo di 162 miliardi di crediti, o di 78 miliardi in Italia, parliamo di masse di dati così rilevanti e, aggiungo, molto spesso in condizioni qualitative così deteriorate per la maniera nelle quali le banche in passato hanno affrontato questo problema, che il lavoro di trattamento e gestione di quei dati è la base sulla quale è costruito tutto il castello. I sistemi, le infrastrutture, le applicazioni e gli algoritmi che gestiscono questa massa di dati per noi sono fondamentali. Abbiamo un investimento importante sia in questo che nelle professionalità che gestiscono questo tipo di cose.
  Se posso permettermi, questa è una delle ragioni per le quali negli anni il nostro lavoro ha avuto uno sviluppo enorme. Pag. 8Di fatto si è creata una discontinuità con la crisi finanziaria di dieci anni fa che ha dimostrato, fra l'altro, come le banche fossero in ritardo in questo tipo di investimenti e che quindi le banche non fossero in condizioni di recuperare questo ritardo in tempi brevi, e che quindi le banche non erano per definizione il miglior gestore delle loro posizioni a credito, siano esse sofferenze o incagli. Questo per quanto riguarda le professionalità.
  Sul resto non so se mi sono dimenticato qualcosa, ma comunque in caso è nella relazione. Per quanto riguarda il mercato, e concludo, credo che, come sempre succede oggi, sia un mercato ben regolamentato; alcuni anni fa avremmo fatto una valutazione diversa, ma, nel corso degli anni, e vista la rilevanza del problema, il regolatore ha capito e il mercato si è adeguato. Rimangono alcuni punti aperti molto importanti, tipicamente il calendar provisioning, che ha un impatto molto importante per quanto riguarda il nostro business.
  È banale dire che, se noi siamo in una situazione in cui le banche hanno criteri di accantonamento sulle posizioni problematiche molto stringenti, noi siamo avvantaggiati, perché più stringenti sono quei criteri più le banche saranno propense a smantellare le loro posizioni e a cederle. In realtà questo non è del tutto vero, cioè noi non abbiamo un interesse specifico in questo. Come dicevo all'inizio, noi abbiamo tre tipi di clienti, che sono banche, investitori e veicoli di cartolarizzazione. Se le banche decidono di mantenere la proprietà dei propri crediti e utilizzare noi per poterli liquidare o ristrutturare, per noi va bene lo stesso. Né come cittadino, ma neanche come Amministratore Delegato, penso che ci sia un interesse particolare a mettere le banche sotto pressione per quanto riguarda il calendar provisioning. Per noi è sostanzialmente indifferente. Credo che ci sia un problema di leggibilità dei bilanci delle banche. Ho concluso.

  PRESIDENTE. Grazie. È iscritto a parlare il senatore Pesco. Prego.

  DANIELE PESCO. Grazie per la vostra relazione e per i vostri dati. Mi lascia un po' perplesso quel dato del 45 per cento a cui acquistate i crediti garantiti. Voi dite che hanno alla base delle garanzie, immagino ipotecarie. Ci interesserebbe sapere a quanto comprate gli altri, quelli non garantiti.

  ANDREA MANGONI, Amministratore delegato. Noi non compriamo.

  DANIELE PESCO. Ha ragione, mi sono espresso male. Volevo sapere a quanto i fondi o le altre società di cartolarizzazione o altre banche comprano i crediti deteriorati.
  Poi volevo chiederle una cosa sul tranching e sulle GACS. Sul primo provvedimento che è stato fatto sulle GACS ricordo che le limitazioni che erano state imposte erano veramente poche. Adesso purtroppo a memoria non me le ricordo. Lasciavano un'altissima libertà di decidere quale fosse il tranching: fare poche mezzanine, fare poche junior, che sono quelle dove il fondo ci rimette, e fare tante senior. È una cosa che ci ha lasciato molto perplessi, tant'è che poi siamo intervenuti dopo, appena abbiamo potuto. Abbiamo dialogato anche con Banca d'Italia per capire quali fossero gli accorgimenti per riuscire a ridurre questo. Non è un po' curioso questo tipo di libertà che è stata concessa, secondo lei? Anche perché abbiamo fatto i calcoli ed è risultato che senza rischiare nulla il fondo in sei anni, anche senza fare nessuna attività, avrebbe comunque recuperato quasi l'investimento, azzerando quasi le due tranche più rischiose.
  Poi volevo chiederle anche un'altra cosa. Ci ha parlato prima degli UTP e della eventualità che possa essere vantaggiosa l'attività di rifinanziare le aziende che sono in difficoltà. Da questo punto di vista voi cosa riuscite a fare? Riuscite a convincere, fate moral suasion verso il fondo o verso la banca che possiede questi UTP? Nel caso in cui venisse richiesta una garanzia pubblica per fare questo, cioè nella gestione degli UTP, non sarebbe fondamentale mettere come fee di ingresso il fatto di rifinanziare queste aziende in difficoltà? Pag. 9
  Le chiedo poi una cosa sulle ultime innovazioni che abbiamo fatto sulla legge n. 130/99, quella sulle cartolarizzazioni. Ebbene, abbiamo istituito la possibilità di creare dei fondi «salva casa» dando la facoltà alle società di cartolarizzazione di diventare «a finalità sociale», nel senso che, pur mantenendo il loro business, potrebbero individuare una parte del loro business affiancandosi a un'associazione senza scopo di lucro per riuscire a individuare quali possano essere quei proprietari di immobili in difficoltà, che magari fanno parte di un pacchetto di crediti venduto a uno dei famosi fondi o società di cartolarizzazione. Ciò per capire se al posto di fare l'esecuzione forzata, quindi sloggiare le persone e vendere l'immobile, si può immaginare di mantenere la famiglia all'interno dell'immobile lasciandola in affitto o magari facendole restituire piano piano il debito accumulato. Voi come vedete questa soluzione? Secondo voi è una soluzione percorribile, da semplificare o comunque secondo voi sarà ignorata dai fondi? Grazie.

  PRESIDENTE. Prego, non ho altri interventi.

  ANDREA MANGONI, Amministratore delegato. I prezzi che ricordavo prima sono prezzi che riguardano portafogli e sono portafogli che prevedono sia crediti secured che unsecured. Per rispondere alla sua domanda, dovrei avere – e non ho – visibilità dei prezzi di transazioni unsecured e dei cosiddetti «small credit», cioè di credit di dimensioni più contenute. Non ho visibilità di questo anche perché noi – ho dimenticato di dirlo all'inizio – non siamo operatori di quel mercato. Noi lavoriamo prevalentemente crediti corporate o crediti individuali secured.
  Se nei portafogli che abbiamo under management noi abbiamo dei crediti che invece sono unsecured e che non fanno riferimento a imprese ma a singoli individui e hanno dimensioni contenute, noi individuiamo un interlocutore terzo che svolge questa attività. Non siamo noi a svolgerla direttamente; non abbiamo quella storia, non è il nostro lavoro. Sono d'accordo sulle considerazioni che faceva prima sulle GACS. Qui chiedo di poter proseguire in seduta segreta.

  PRESIDENTE. Propongo che la Commissione prosegua in seduta segreta.

  (La Commissione concorda. I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. Formulo giusto una brevissima domanda finale. Dal prospetto, c'è circa il 2 per cento di recupero percentuale annuo.

  ANDREA MANGONI, Amministratore delegato. Sì, fra 2 e 2 e mezzo.

  PRESIDENTE. E quanto dura mediamente un incarico di recupero, complessivamente?

  ANDREA MANGONI, Amministratore delegato. Dipende dalle tre tipologie di cliente che dicevo prima, ma, per semplificare, mediamente dura dieci anni.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Mangoni. Dispongo che la documentazione consegnata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.55.

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