XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 15 aprile 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Comunicazioni della Presidente:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione del dott. Paolo Angelini, Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia e del dott. Giorgio Gobbi, Capo del Servizio Stabilità finanziaria della Banca d'Italia, sulle iniziative della Task Force per la liquidità del sistema bancario nell'emergenza sanitaria:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Angelini Paolo , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia ... 5 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Bagnai Alberto  ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Bagnai Alberto  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Bagnai Alberto  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Bottici Laura  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Mancini Claudio (PD)  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
D'Ettore Felice Maurizio (FI)  ... 13 
Ruocco Carla , Presidente ... 14 
De Bertoldi Andrea  ... 14 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
D'Alfonso Luciano  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 16 
Raduzzi Raphael (M5S)  ... 16 
Ruocco Carla , Presidente ... 16 
Maniero Alvise (M5S)  ... 16 
Ruocco Carla , Presidente ... 17 
Pesco Daniele  ... 17 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 
Giacomoni Sestino (FI)  ... 18 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 
Lannutti Elio  ... 18 
Ruocco Carla , Presidente ... 19 
Foti Tommaso (FDI)  ... 19 
Ruocco Carla , Presidente ... 19 
Zanda Luigi  ... 19 
Ruocco Carla , Presidente ... 19 
Angelini Paolo , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia ... 19 
Zanda Luigi  ... 23 
Angelini Paolo , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia ... 23 
Gobbi Giorgio , Capo del Servizio Stabilità finanziaria della Banca d'Italia ... 23 
Ruocco Carla , Presidente ... 23 
Angelini Paolo , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia ... 23 
Ruocco Carla , Presidente ... 23 

Allegato 1: documento prodotto dalla Banca d'Italia ... 24 

Allegato 2: Tabelle e grafici ... 35 

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta inizia alle 9.35.

Sulla pubblicità dei lavori

  PRESIDENTE . Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati, e successivamente, con la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Comunicazioni della Presidente.

  PRESIDENTE . Comunico che ai sensi dell'articolo 5, commi 1 e 2 del regolamento interno, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha deliberato di svolgere le seguenti audizioni sul tema delle misure riguardanti il sistema bancario e finanziario, previste dai cosiddetti decreti Covid, oltre a quella di oggi con la Banca d'Italia. Il 22 aprile, ore 8:30, ABI; il 23 aprile, ore 8:30, Mediocredito Centrale; il 29 aprile, ore 8:30, MEF, nella persona del direttore generale, dottor Cappiello.

Audizione del dott. Paolo Angelini, Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia e del dott. Giorgio Gobbi, Capo del Servizio Stabilità finanziaria della Banca d'Italia, sulle iniziative della Task Force per la liquidità del sistema bancario nell'emergenza sanitaria.

  PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Angelini, Capo del Dipartimento di Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia e del dottor Gobbi, Capo del Servizio stabilità finanziaria della Banca d'Italia sulle iniziative della Task Force per la liquidità del sistema bancario nell'emergenza sanitaria. Ringrazio gli auditi per la disponibilità ad intervenire tempestivamente presso la nostra Commissione. Do anche il benvenuto al dottor Marcello Bofondi, Capo divisione analisi macroprudenziali.
  Prende oggi l'avvio questo ciclo di audizioni che vedranno partecipare coloro che fanno parte della Task Force costituita il 30 marzo tra Ministero dell'economia e delle Finanze, Banca d'Italia, Associazione Bancaria Italiana e Mediocredito Centrale, per assicurare l'efficiente e rapido utilizzo delle misure di supporto alla liquidità adottate dal Governo con i provvedimenti relativi all'emergenza Covid, di cui al decreto-legge n. 18 del 2020, e successivi provvedimenti. Le conseguenze negative che l'epidemia da Covid-19 determinerà per l'economia e per il sistema bancario, devono costituire oggetto di approfondimento da parte della Commissione. È evidente quali saranno gli effetti dell'interruzione determinata dal «lockdown» sulle attività economiche delle aree interessate all'epidemia, anche se non si possono ancora fare previsioni certe sugli effetti recessivi che si produrranno. L'interruzione delle attività economiche determinate dall'emergenza Covid-19, le cui dimensioni sono mondiali, avrà conseguenze sul sistema bancario e finanziario per i profili di competenza della Commissione sotto un duplice profilo. Da un lato, come per ogni crisi economica e finanziaria, e considerate le dimensioni globali di questa crisi economica conseguente all'emergenza sanitaria, andranno valutati gli effetti relativi alla solidità e solvibilità Pag. 4 del sistema bancario e finanziario. Per l'aumento, purtroppo, dei crediti deteriorati, la minore raccolta di liquidità a fronte di un aumento del fabbisogno del credito. Dall'altro, il settore bancario e finanziario dovrà svolgere un ruolo essenziale per fornire liquidità e credito ad un sistema economico produttivo e del lavoro allo stremo. In questo scenario è da considerare, vista l'eccezionalità degli interventi richiesti, che già in altre aree del globo si iniziano a predisporre interventi, e necessariamente di ambito europeo, visto il ruolo decisivo che dovranno assumere lo Stato e le istituzioni europee per l'immissione di liquidità e la predisposizione di strumenti idonei a finanziare il nuovo rilevante fabbisogno finanziario. Di qui la mia proposta di avviare questo ciclo di audizioni.
  Questi profili sono ascrivibili alle competenze della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, cui la legge istitutiva n. 28 del 2019, assegna il compito generale all'articolo 3, lettera p), di analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento, compresi quelli coinvolti in situazioni di crisi o di dissesto, e destinatari, anche in forma indiretta, di risorse pubbliche. La lettera v), dell'articolo 3, inoltre, contiene una clausola generale di competenza in materia bancaria per «procedere alle eventuali ulteriori indagini necessarie al corretto svolgimento dei lavori della Commissione in relazione alle competenze previste dal presente articolo». Come sappiamo, del complesso dei provvedimenti emanati dal Governo e all'esame del Parlamento, due sono quelli concernenti specificatamente il settore bancario e finanziario: dapprima il DL n. 18 del 2020, il cosiddetto «Cura Italia», il cui titolo terzo recita «Misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario». Il DL, approvato dal Senato, è ora all'esame della Camera. La norma più rilevante è quella dell'articolo 49, che introduce significative innovazioni sul Fondo Centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, per ampliare l'operatività di tale garanzia; vanno poi ricordati all'articolo 54, relativo ai mutui concessi da intermediari bancari finanziari per l'intervento del Fondo Gasparrini di solidarietà per i mutui prima casa, l'articolo 56, recante misure di sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese, l'articolo 57, che prevede la garanzia dello Stato fino ad un massimo dell'80 per cento per le esposizioni assunte da Cassa Depositi e Prestiti SpA, anche nella forma di garanzia di prima perdita, sui portafogli di finanziamenti in favore delle banche e degli altri soggetti autorizzati all'esercizio del credito, che concedono finanziamenti sotto qualsiasi forma alle imprese che hanno sofferto una riduzione del fatturato a causa dell'emergenza Covid e l'articolo 59, che amplia l'operatività di SACE S.p.A. Da ultimo è intervenuto il DL n. 23/2020, «Liquidità», all'esame della Camera. Il decreto dà sostegno alle imprese in difficoltà sotto molteplici profili, tra cui si segnalano le misure per favorire l'accesso al credito, il sostegno alla liquidità, all'esportazione, all'internazionalizzazione, agli investimenti e le misure per favorire la continuità aziendale. Ricordo che la Banca d'Italia, con raccomandazione del 10 aprile, e l'ABI, con circolare del 9 aprile, sono già intervenute con indicazioni al settore bancario per l'efficace attuazione delle misure contenute nei due citati decreti legge. Nel ringraziare il nostro ospite, colgo l'occasione per alcune precisazioni.
  La Commissione è determinata a controllare passo per passo che la liquidità converga nella direzione per la quale sono stati varati i provvedimenti governativi. Nell'apprezzare la raccomandazione della Banca d'Italia alle banche, che prende le mosse proprio dal lavoro delle segnalazioni partite dalla Commissione, si chiede uno sforzo alla vostra prestigiosa istituzione. Sarà nostra cura controllare che vengano riaccreditate le rate dei mutui impropriamente addebitate ai cittadini in vigenza dell'attuale normativa, e che vengano fermate le segnalazioni di cattivo pagatore a carico di imprese e famiglie in difficoltà per l'emergenza Coronavirus, altrimenti i decreti governativi diventerebbero inutili, dal momento che si rivolgono proprio alle suddette imprese e famiglie. In occasione di questa audizione, saranno inoltre graditi Pag. 5 alla Commissione spunti per eventuali ulteriori ampliamenti della platea di beneficiari delle misure di sostegno ex DL n. 18 e n. 23. Vorrei inoltre precisare che nelle segnalazioni pervenute sono presenti ulteriori informazioni di dettaglio, che ovviamente non divulgheremo in questa sede, però ci riserviamo di comunicare opportunamente alla Banca d'Italia, in modo da contribuire fattivamente per un controllo mirato ed efficace. Cedo volentieri la parola al nostro interlocutore.

  PAOLO ANGELINI , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia. Grazie, presidente. Vorrei innanzitutto ringraziare lei personalmente e i rappresentanti di questa Commissione, per aver deciso di avviare il vostro lavoro sulla crisi economica con questa audizione. Ci è sembrata una scelta particolarmente azzeccata dato il contesto di difficoltà in cui si trova il Paese. Nella presentazione che terremo, cercherò di essere molto più conciso rispetto al testo che è stato distribuito, che richiederebbe un tempo molto lungo per essere letto integralmente. Cercheremo di passare in rassegna il quadro e l'economia italiana dall'avvio della crisi, le misure adottate dal Governo, sulle quali la Presidente Ruocco ha già dato comunque informazioni di base. Non credo che mi dilungherò molto su questo tema. Passeremo poi in rassegna i principali filoni di azione della Banca d'Italia in questo nuovo contesto, dando conto anche del nostro impegno in seno alla Task Force che è stata costituita a questo scopo.
  A pagina 3 del documento che vi è stato distribuito, viene dato un quadro iniziale della situazione fino allo scorso febbraio, che sembra distante anni luce da oggi. In estrema sintesi, il Paese era in una situazione ben nota di luci ed ombre. Il livello di PIL precedente l'avvio della crisi del 2008-2009 non era stato ancora recuperato e c'era una situazione di sostanziale stagnazione economica che durava già da vari trimestri. Peraltro, le condizioni finanziarie di famiglie e imprese erano solide, erano migliorate nettamente nel corso degli ultimi anni, anche rispetto a prima della «grande crisi», e le banche avevano superato una lunga fase di difficoltà rafforzando i propri bilanci. Le famiglie italiane nel confronto internazionale beneficiano di un basso livello di indebitamento. Le famiglie indebitate sono quelle tipicamente più ricche, quindi quelle in condizioni di sopportare meglio l'onere del debito.
  A pagina 4, trovate dei dati sul numero di famiglie indebitate e vulnerabili a shock di natura economica, che era circa il 9 per cento alla fine del 2019, un valore inferiore a quello osservato prima della crisi del debito sovrano nel 2010. Per quel che riguarda le imprese, anche qua si registravano, pur in mezzo a perduranti debolezze, degli indicatori di chiaro miglioramento rispetto al pre-crisi. Uno per tutti, la leva finanziaria, che era di dieci punti percentuali inferiore rispetto al periodo pre-crisi. C'era anche un'ampia dotazione di liquidità presso le imprese. La liquidità del settore era salita a circa il 20 per cento, dal 13 per cento nel 2007. Ovviamente, questi sono valori medi, che risentono e riflettono eterogeneità notevole all'interno del settore ma complessivamente, diciamo, a livello di settore, la situazione era chiaramente migliorata.
  Sul fronte delle banche, anche qua, a pagina 4, trovate alcuni degli indicatori chiave. Il capitale, rispetto al pre 2008-2009, era raddoppiato; il capitale di qualità primaria era quasi al 14 per cento, contro poco più del 6 per cento nel periodo pre-crisi. I famigerati crediti deteriorati erano arrivati a un picco del 9,8 per cento nel 2015, al netto delle rettifiche di valore, ed erano scesi, a fine 2019, al 3,3 per cento. I tassi di copertura, vale a dire le perdite già spesate in bilancio dalle banche, erano salite significativamente nel periodo e si collocano attualmente vari punti percentuali al di sopra della media dell'area del sistema bancario dell'area euro. La redditività, pur non brillando, era ritornata sui livelli medi per l'area dell'euro.
  È arrivato poi lo tsunami che tutti conosciamo, e di cui si dà conto nelle pagine 4, 5 e 6 della relazione. Su questa parte non spendo molte parole. Richiamo tre indicatori riportati in questa parte. Il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Pag. 6 Stato decennali e quelli tedeschi, che viaggiava intorno ai 140 punti base fino al 20 febbraio, è arrivato a un picco di 320 punti base il 17 marzo. Con il varo del programma di acquisti da parte della BCE e l'avvio di interventi sul mercato dei titoli di Stato della Banca d'Italia per conto del loro sistema, questo aumento fortissimo si è ridimensionato, anche se non è scomparso. Sulla base di nostre valutazioni che pubblicheremo nel bollettino economico in uscita il prossimo venerdì, stimiamo che a marzo si sia registrata una contrazione della produzione industriale del 15 per cento. Quindi si tratta di valori di natura eccezionale.
  Avrete sicuramente visto, e questo è l'ultimo dato che cito sul fronte congiunturale, le previsioni pubblicate ieri dal Fondo Monetario, che danno un quadro di grave recessione a livello mondiale per i Paesi industrializzati, con un dato particolarmente pesante per l'Italia. Per le famiglie, l'impatto sul reddito disponibile, sebbene mitigato dalla Cassa Integrazione Guadagni, potrà essere significativo e per alcune potrà tradursi in difficoltà nel rimborso dei debiti. Per le imprese c'è un grosso calo delle vendite che sta causando un deterioramento della posizione di liquidità, che ovviamente incide di più per le imprese che si situano nella coda sinistra della distribuzione.
  Le stime che trovate a pagina 6, che abbiamo elaborato in Banca d'Italia, indicano che tra marzo e luglio il fabbisogno aggiuntivo di liquidità delle imprese, potrebbe raggiungere i 50 miliardi. Per le banche gli effetti sono ancora non visibili a livello di indicatori di bilancio, ma è evidente che il mercato, scontando quanto potrebbe succedere nei prossimi trimestri, ha già fortemente penalizzato il settore bancario in Italia e nel resto del mondo. In Italia le quotazioni sono calate, per l'indice bancario, del 40 per cento, in linea più o meno con quanto si registra per le altre banche europee, e più di quanto per il mercato azionario nel suo complesso. Le condizioni di finanziamento sui mercati obbligazionari sul secondario sono peggiorate. Gli spread sono aumentati in maniera significativa. Le emissioni si sono progressivamente ridotte fino, sostanzialmente, ad azzerarsi.
  Nel paragrafo 2 del documento che abbiamo distribuito, si riassumono rapidamente i principali provvedimenti varati dal Governo con i DL n. 18 e n. 23. Attiro la vostra attenzione su un blocchetto alla fine di pagina 9, che si avventura in una valutazione dei tempi necessari affinché queste misure adottate dal Governo diventino efficaci. È un tema a cui faceva riferimento anche la Presidente Ruocco. La valutazione non è agevole in questo momento, però pensiamo che in funzione del tipo di misura, si possa dire qualcosa. Le misure, in particolare relative alle moratorie a favore delle imprese, sono efficaci già dalla fine di marzo. C'è un numero di domande potenzialmente molto elevato, ma gli adempimenti non sono particolarmente complessi. Possono accedere alla moratoria tutte le PMI che non abbiano, sostanzialmente, posizioni deteriorate, che quindi non siano classificate NPL dal sistema bancario e che siano in grado di autocertificare una significativa riduzione del volume di attività, dovuta alla pandemia.
  Dal lato della SACE, il cui intervento è stato introdotto con il DL n. 23, è evidente che SACE si troverà a gestire operazioni di natura diversa rispetto a quelle sulle quali ha raggiunto un notevole grado di expertise e di efficienza. Il decreto prevede per SACE un ruolo particolarmente rilevante per un settore di imprese, che non è quello direttamente coinvolto dall'articolo 1, quello delle PMI. Quindi il numero di richieste che SACE probabilmente si troverà a gestire, non sarà particolarmente elevato. Uno dei temi di cui si intende occupare la Task Force che è oggetto di questa audizione, è proprio questo, cioè cercheremo di capire se i tempi sono quelli minimi compatibili con le complicazioni, inevitabili, di questo quadro regolamentare e operativo, in cui anche gli intermediari si trovano a operare, e dove registriamo dei fattori, diciamo, non fisiologici. Cercheremo di operare per snellire, per sveltire e per velocizzare la messa in opera delle misure governative. Pag. 7 
  Il paragrafo 3 della nota a pagina 10, fa un quadro abbastanza ampio delle azioni della Banca d'Italia in questo contesto. La Banca opera su vari fronti per contrastare gli effetti economici della pandemia. Si tratta dei fronti usuali, direi, ma che in molti casi hanno richiesto degli adattamenti, anche di non poco conto, per gestire al meglio la fase attuale. Uno dei principali contributi per il ristabilirsi di condizioni ordinate sui mercati finanziari, quindi per consentire anche ai governi, al Governo italiano un'azione efficace di contrasto all'emergenza, è quello che vede la Banca d'Italia impegnata sul fronte della politica monetaria con le riunioni del «Governing Council» a Francoforte. Il Consiglio Direttivo, nel corso del mese di marzo, ha preso numerose iniziative importanti ai fini di stabilire un ordinato svolgimento delle transazioni sui mercati finanziari e quindi una buona trasmissione della politica monetaria all'interno dell'area dell'euro. Rilevano in particolare due programmi di acquisto di attività finanziarie. C'era un programma esistente, il cosiddetto «Expanded Asset Purchase Programme», a cui è stata data una dotazione aggiuntiva di 120 miliardi per acquisti di attività finanziarie – il 18 marzo, se non ricordo male – , che ha avviato un nuovo programma di acquisti di titoli, che è stato nominato «Pandemic Emergency Purchase Programme», che è stato dotato di 750 miliardi, e notevole flessibilità operativa nella gestione degli acquisti. Forse la cosa più importante è stata la dichiarazione del Consiglio Direttivo, che si è detto pronto ad adottare tutte le misure necessarie nell'ambito del proprio mandato, per sostenere l'area dell'euro in questa crisi.
  Un altro importante provvedimento è stato adottato in aprile e riguarda le misure sul collaterale, che sono state sostanzialmente allentate per consentire alle banche di ricorrere al rifinanziamento della Banca Centrale con minori vincoli rispetto a una situazione ordinaria. La situazione di collaterale e di liquidità delle banche nell'area dell'euro e in Italia, è particolarmente ampia. Va ricordato, tuttavia, che questi provvedimenti sono rivolti anche alle banche e agli intermediari che si situano nella coda di sinistra della distribuzione, quelle sostanzialmente che possono avere più problemi e che non vengono correttamente rappresentate dal dato medio. Sulla base di stime che abbiamo effettuato in Banca, questo pacchetto di allentamento delle misure sul collaterale consentirebbe alle banche di accedere a circa 3 miliardi di euro di maggiori rifinanziamenti, quindi circa il 10 per cento del valore attuale. La Banca d'Italia sta lavorando poi autonomamente per fare approfondimenti con l'obiettivo di ampliare ulteriormente questa disponibilità. Quindi l'intervento della politica monetaria ha avuto un ruolo determinante nel riportare ordine sui mercati, ponendo le premesse per l'azione dei governi e delle istituzioni europee, a cui spetta il ruolo principale nella gestione della crisi.
  Un altro importante fronte di attività per la Banca d'Italia, ha riguardato il lavoro in ambito prudenziale. Ci sono stati vari organismi internazionali e nazionali, a cominciare dal Comitato di Basilea, dall'Autorità Bancaria Europea e il Meccanismo di Vigilanza Unico, il «Single Supervisory Mechanism», dei quali la Banca d'Italia esprime un rappresentante, che hanno deciso di reagire immediatamente alla situazione di tensione che si era venuta a creare, chiarendo il ruolo delle riserve di capitale. Come sapete, sopra ai livelli minimi di capitale e al cosiddetto «secondo pilastro», che le banche sono tenute a rispettare per far fronte alla domanda del regolatore, ci sono dei «buffer», delle riserve di capitale di tipo macro e microprudenziale. Le autorità hanno chiarito che questi cuscinetti, queste riserve, possono essere utilizzate, in questa fase, per non far mancare il credito all'economia e per far fronte alle perdite che si verranno a materializzare nel corso dei prossimi anni. Un'altra area importante su cui è stata fatta chiarezza, è quella della classificazione dei crediti e del calcolo degli accantonamenti. In particolare, nella fase iniziale del dibattito in Italia e in Europa, tra fine di febbraio e inizi di marzo, si sono levate molte voci che sollevavano dubbi sulla possibilità che l'utilizzo di moratorie, sia quelle previste per legge sia quelle offerte Pag. 8  volontariamente dal settore bancario, potessero determinare riclassificazioni dei crediti in termini di peggioramento della qualità del credito. Questo sia a livello prudenziale, per capirci, con un passaggio a «non performing» in Centrale dei Rischi, sia sul fronte contabile. Le precisazioni e le interpretazioni che sono state offerte da questi vari organismi internazionali, chiariscono che questo non è il caso. Le banche sono tenute ovviamente a riclassificare i debitori in funzione del loro metodo di credito, ma non c'è alcun automatismo connesso con la fruizione di moratorie da parte dei debitori. Il Comitato di Basilea di recente ha consentito di spostare in avanti la data ultima di adozione del principio contabile «IFRS 9». Si tratta di un elemento tecnico, ma che, se recepito dalla regolamentazione europea, consentirà anch'esso di spostare in avanti, in maniera significativa, un meccanismo che determinerebbe la riduzione dei «capital ratio», quindi ridurrebbe lo spazio a disposizione delle banche per prestare all'economia e per fare credito. Complessivamente, trovate delle cifre a pagina 13. Questa manovra sui buffer, per il sistema bancario italiano, libererebbe all'incirca 4 punti percentuali di capitale della migliore qualità di CET 1. Questo, unito alla manovra sui dividendi, di cui adesso vi parlerò, porterebbe la liberazione di capitale a 4,5 punti percentuali. Stiamo parlando di una cifra dell'ordine di 50 miliardi per il sistema bancario italiano di capitale, che sarebbe utilizzabile o per nuovi prestiti o per far fronte a perdite. Quindi è una cifra assolutamente molto, molto importante. I 4,5 si ottengono con un mezzo punto di dividendi che, con una manovra coordinata a livello europeo, è stato richiesto alle banche e agli intermediari finanziari, di non distribuire ad aprile. Quasi tutti gli intermediari hanno ottemperato a questa raccomandazione, mantenendo in cassa, per quel che riguarda l'Italia, circa 5,5 miliardi. Anche queste, appunto, sono, come dire, «potenza di fuoco» che all'occorrenza può essere utilizzata per i motivi di cui vi parlavo.
  La Banca d'Italia ha lavorato in tutti questi consessi, ovviamente spingendo e appoggiando queste richieste di flessibilità che venivano peraltro anche dall'industria, ritenendo che questo fosse essenziale per evitare effetti pro-ciclici. Una serie di questi filoni è tuttora in corso. Il lavoro procede su base giornaliera, sulla base degli input che arrivano dagli intermediari, che arrivano dalle forze politiche, e quindi il lavoro prosegue in maniera molto intensa. Sul fronte della stabilità degli intermediari, prosegue ugualmente il lavoro. Pur non potendo, al momento, effettuare ispezioni, abbiamo intensificato il lavoro da remoto, il lavoro cosiddetto «cartolare», cercando con gli intermediari, momenti di confronto di dialogo, di spinta, per avere informazioni e per spingere, per risolvere o affrontare comunque situazioni di difficoltà. La Banca d'Italia ha già fatto presente con un'audizione, a cui era presente la Presidente Ruocco in settembre, che in Italia esiste, pur a fronte di una complessiva solidità del sistema, una certa quota di banche, in particolare tra gli intermediari di minore dimensione, che hanno un modello di business tradizionale, che fatica ad adattarsi al nuovo contesto di business indotto dall'aumentata regolamentazione, dalla concorrenza da parte di intermediari non bancari e delle banche più grandi. Chiaramente una situazione qual è quella che si è venuta a creare improvvisamente in queste ultime settimane e mesi, non aiuterà questi intermediari a migliorare la propria situazione. Sarà necessario, riteniamo in questi casi, al pari di quanto viene fatto per le altre imprese, per le imprese non finanziarie, valutare la possibilità di indirizzare un sostegno pubblico per questi intermediari, al fine di favorire eventuali processi aggregativi.
  Un terzo importante settore in cui la Banca d'Italia si impegna normalmente, su cui ha raddoppiato gli sforzi in questa fase, è quello richiamato dalla Presidente Ruocco, e che concerne le attività di tutela della clientela. In questa fase, abbiamo inizialmente potenziato i canali di ascolto che già sono in nostro possesso, e abbiamo cercato anche di estendere la mano, in particolare a questa Commissione, come veniva accennato, per comprendere e cercare di soddisfare Pag. 9  le esigenze della clientela. Il canale classico che la Banca d'Italia usa quale punto di ascolto nei confronti della clientela bancaria e finanziaria, è quello degli esposti. I clienti possono, utilizzando i canali tradizionali oppure il nostro sito internet, inviarci quelli che chiamiamo in gergo «esposti privatistici»: sono in genere delle lamentele, dei reclami, a volte anche sul singolo intermediario con il quale si riscontrano problemi o anche richieste di chiarimento. In questi casi, le persone che curano questo settore, si attivano in genere in maniera bilaterale con l'intermediario, cercando di evitare il passo successivo, che è quello tipicamente del ricorso all'arbitro bancario e finanziario e, in molti casi, con questa opera di intermediazione si riesce a risolvere il problema. Tipicamente, riceviamo circa 10.000, 12.000 esposti, segnalazioni di questo tipo in un anno. Dalla metà di marzo, in concomitanza con l'aggravarsi dell'emergenza, ci siamo dedicati con particolare attenzione a monitorare gli esposti che potessero essere connessi con l'emergenza Covid.
  Una seconda fonte di informazione deriva dai social media, mediante un monitoraggio di quanto le persone raccontano sui media. C'è molto di quello che chiamiamo «rumore» in gergo tecnico, ma c'è anche molto segnale all'interno di questi canali.
  La terza fonte, a cui facevamo riferimento, a cui siamo riusciti ad accedere grazie al contributo e all'iniziativa di questa Commissione, è costituita dalle segnalazioni che arrivano alla casella di posta elettronica che è stata istituita dalla Commissione. Dall'analisi di queste varie fonti, emergono fatti per certi versi ben noti, cioè una generale esigenza di assistenza e di informazioni. C'è una richiesta di semplificazione e una richiesta di miglioramento delle procedure per l'accesso agli strumenti governativi. Ci sono delle lamentele. In una fase iniziale abbiamo riscontrato lamentele riguardanti la chiusura di certi sportelli bancari. Ci sono anche lamentele nei confronti dei provvedimenti governativi. C'è chi chiede l'estensione a categorie di soggetti che magari non sono state ancora considerate in questa fase dal Governo. Riteniamo che alcuni di questi problemi si siano verificati nella fase iniziale dell'emergenza e che ci siano buone probabilità che a questo punto siano stati superati. Ciononostante, come avete visto, il 10 di questo mese, la Banca d'Italia ha emanato una comunicazione agli intermediari che ha preso alimento da questa analisi e da queste segnalazioni. L'idea della segnalazione e della comunicazione era di chiedere agli intermediari di intensificare gli sforzi per favorire la rapida attuazione delle misure governative e di assicurare assistenza e informazioni alla clientela. Noi abbiamo chiesto, trovate in dettaglio a pagina 16, di garantire l'operatività delle filiali quando necessario. In particolare per certi paesi o in certe aree, la filiale è l'unica filiale bancaria, e diviene pertanto possibile accedere a certi servizi bancari solo spostandosi al di fuori del comune di residenza. Abbiamo chiesto agli intermediari di evitare che possano succedere eventi di questo genere. Abbiamo chiesto di attivare i siti internet degli intermediari per fornire istruzioni chiare alle reti sulle modalità di attivazione delle misure governative. Abbiamo chiesto, come accennava la presidente Ruocco, di disporre al più presto operazioni di riaccredito delle eventuali rate dei prestiti che possono essere state addebitate per automatismi, per ritardi nel prendere in carico le misure governative e, nel contempo, di rimuovere eventuali oneri a carico della clientela, che non fossero quelli strettamente compatibili con le normative emanate dal Governo. Gli intermediari sono stati anche, con questa comunicazione, invitati a valutare le opportunità di estendere le iniziative di sostegno su base volontaria anche a favore di categorie di soggetti che potessero averne bisogno, che versano in situazioni di difficoltà. La stessa comunicazione, in un paragrafo più breve riportato nell'ultima pagina della relazione, ma non per questo meno importante, ha affrontato il tema della legalità. Si è raccomandato in particolare agli intermediari di continuare a sottoporre la clientela a tutti gli obblighi previsti in materia di antiriciclaggio e di far sì che i fondi utilizzati Pag. 10  dai prenditori siano effettivamente utilizzati per le finalità previste dalla legge. Fornire alle imprese la provvista necessaria a far fronte ai costi di funzionamento o a realizzare i piani di ristrutturazione industriale e produttiva. L'idea è che questi fondi, pur necessari, pur dovendo affluire in fretta al sistema produttivo, devono possibilmente affluire nelle mani giuste e non nelle mani sbagliate. È chiaramente presente in questa fase un'attenzione a questi due obiettivi: l'obiettivo di fare in fretta e l'obiettivo di fare bene. Sono attualmente in corso di dibattito varie possibilità per la gestione di questi fondi. Richiamiamo nel testo la possibilità di agevolare il tracciamento dell'utilizzo dei finanziamenti erogati con il supporto governativo, con dei meccanismi che consentano il versamento su dei conti dedicati, che agevolano molto il compito dell'unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia e della Banca d'Italia stessa, nonché dei magistrati nella lotta ai comportamenti illeciti.
  Un secondo strumento di cui si può valutare l'utilizzo è quello dell'autocertificazione da parte dei richiedenti, con possibilità poi di rivalersi su coloro che avessero utilizzato questo strumento in maniera non corretta.
  Cito brevemente un paio di altri fronti su cui la Banca d'Italia è impegnata. Uno che riguarda tutti noi e che tipicamente si vede poco è quello della gestione del contante e delle infrastrutture di pagamento. Di queste cose ci accorgiamo tipicamente quando non funzionano, ma si tratta di una macchina molto complicata che richiede un trattamento fisico. Quindi c'è bisogno di persone che non possono lavorare esclusivamente in delocalizzato. Ci sono degli operai, ci sono delle strutture che si occupano dello smistamento del contante, della redistribuzione, del corretto funzionamento delle casse automatiche. Tutta questa macchina, devo dire con un notevole sforzo di coordinamento con le altre istituzioni e soggetti che la gestiscono, ha funzionato nel complesso adeguatamente. Faccio un po' di pubblicità anche al sito della Banca d'Italia, su cui abbiamo messo a disposizione degli utenti una pagina che riporta analisi redatte principalmente dal Dipartimento Economia e Statistica, sulle tematiche economiche della pandemia.
  Mi appresto a concludere sul tema principale oggetto di questa audizione, che è quello della Task Force che è stata costituita di recente, che inizialmente comprendeva, oltre al MEF, la Banca d'Italia, l'Associazione Bancaria Italiana e il Mediocredito Centrale, che gestisce il Fondo Centrale di garanzia, le garanzie, quindi, per le PMI e che, con l'approvazione del DL n. 23, ha visto aggiungersi il Ministero per lo sviluppo economico e SACE. Devo dire che finora la Task Force è stata principalmente un punto di condivisione di informazioni e di coordinamento tra i partecipanti: un punto di ascolto reciproco, se così si può dire, da cui poi ciascun partecipante ha tratto indicazioni e spunti per la propria attività. L'aspetto positivo, se mi posso esprimere in maniera informale, è stato proprio la caduta di certi muri istituzionali che vedono tipicamente una certa distanza tra certi attori. Il Mediocredito Centrale, per fare un esempio, è un intermediario vigilato con il quale la Banca d'Italia ha un rapporto da vigilante a vigilato. All'interno della Task Force con il Mediocredito, così come con l'ABI, ci diamo ormai del «tu», diciamoci la verità, proprio perché c'è un'interazione reciproca, un tentativo di aiuto reciproco, piuttosto che di mantenere una stretta aderenza ai canoni istituzionali, di chi fa la guardia e di chi invece è soggetto a quest'azione. Abbiamo deciso inizialmente di evitare una raccolta dati strutturata e quindi abbiamo raccolto, in coordinamento con l'ABI, dati quantitativi anche sui fenomeni oggetto dei DL, in maniera abbastanza informale. La prima release di questi dati è stata pubblicata in un comunicato stampa di questi giorni che trovate sul sito del MEF, con sotto l'intestazione della Task Force. Abbiamo visto che gli intermediari, dopo una fase di sbandamento iniziale, hanno utilizzato una serie di accorgimenti organizzativi per cercare di reagire all'emergenza. Hanno creato gruppi di lavoro dedicati, hanno preso persone del back office e le hanno spostate a gestire questioni e domande relative ai provvedimenti Pag. 11  governativi. Sono stati rivisti i sistemi di deleghe per sveltire le procedure. Sono state utilizzate procedure informatiche tipicamente prestate alla gestione delle moratorie volontarie per adattarle alle moratorie ex lege. Nel complesso, la sensazione è che dopo una fase iniziale faticosa, attualmente l'adozione di queste misure organizzative stia contribuendo in maniera significativa a ridurre i tempi di gestione delle richieste e il grado di insoddisfazione della clientela bancaria. Come già fatto presente, la Task Force è qui anche per questo, per continuare ad ascoltare, per cercare poi di oliare gli ingranaggi nei limiti del possibile.
  I primi numeri che sono stati raccolti appaiono abbastanza imponenti. Al 3 aprile, sono state raccolte domande di moratoria per circa 660.000 prestiti e linee di credito per un totale di debito residuo di 75 miliardi. Circa due terzi fanno capo a imprese, un terzo alle famiglie. La Task Force si sta impegnando e si impegnerà per dare diffusione alle notizie riguardanti la propria attività e alle iniziative messe in campo per ridurre le difficoltà di interpretazione e di applicazione dei provvedimenti. Un contributo che è già stato dato, e che continuiamo a dare, riguarda le domande frequenti che sono amministrate, ripulite, gestite giornalmente, presenti sul sito del MEF.
  Concludo ricapitolando i compiti della Banca d'Italia in questa fase eccezionale, mirati a contrastare gli effetti economici della pandemia. Noi cerchiamo di contribuire, al meglio delle nostre capacità, alle decisioni di politica monetaria e a quelle che riguardano la vigilanza, la regolamentazione sulle banche. Interveniamo sui mercati impegnando il nostro bilancio. Partecipiamo ai consessi internazionali riguardanti regolamentazione bancaria e finanziaria, in cui in questa fase maturano decisioni molto importanti ai fini della reazione all'emergenza. Cerchiamo di informare e tutelare la clientela bancaria, senza dimenticare il contrasto all'illegalità economica nell'ambito dei nostri compiti, in materia di antiriciclaggio e di cooperazione con l'autorità giudiziaria. In questo contesto forniamo anche consulenza al Governo e al Parlamento, nella definizione delle misure di politica economica. Avrete già capito che vediamo con estremo favore la creazione di questa Task Force, che riteniamo possa essere utile per aiutarci a svolgere al meglio i nostri compiti. Grazie.

  PRESIDENTE . Grazie a lei. Ha chiesto di intervenire il senatore Bagnai. Prego.

  ALBERTO BAGNAI . Grazie, presidente. Ringrazio anche il dottor Angelini per l'esauriente spiegazione che in parte risponde alle domande che intendevo farvi e che quindi accennerò brevemente, semplicemente perché non sono domande mie, ma vengono dalle categorie produttive. Sembra che in questo sforzo senz'altro apprezzabile di comunicazione che voi state facendo, e che è uno sforzo di cui non si può sottovalutare l'importanza, perché serve a guidare le aspettative degli imprenditori e a fa loro capire quale orizzonte si trovano a fronteggiare, qualche cosa evidentemente non sta ancora filtrando. Per esempio, anche se, come lei ci ha ricordato, è chiaro che l'adesione alla moratoria Covid-19 non comporta di per sé il passaggio ad esposizioni deteriorate, tuttavia alcune associazioni di categoria ci chiedono delucidazioni su questo, cioè se la valutazione di queste circostanze, rimessa ai singoli istituti, possa creare difficoltà.
  Io sono un parlamentare di opposizione, lo avrà anche probabilmente notato a seconda di quanto è acuta la sua vista, quindi, ovviamente, devo criticare il Governo, è un po' una «communis opinio», il Governo sta facendo quello che può. Riconosciamo i suoi sforzi. Ci sono state in altri ambiti delle lentezze nell'erogazione delle provvidenze di vario tipo che il Governo ha previsto. Quindi la domanda era, in parte ha risposto anche lei e magari può aggiungere qualcosa, se state monitorando la velocità di accesso alle risorse messe a disposizione in termini di moratorie e che provvedimenti intendete prendere. Che margini di azione avete come istituto di vigilanza per accelerare i tempi di accesso?
  Un altro tema che ci viene sollevato è quello del costo di questi prestiti, quindi di Pag. 12 quale sia la loro convenienza relativa, soprattutto per le imprese che hanno un rapporto fluido con il proprio istituto bancario, rispetto ai prestiti accesi secondo i comuni canali.
  Un'altra questione, visto che mi sono iscritto a parlare solo io, a questo punto ne approfitto.

  PRESIDENTE . Intanto si sono aggiunti tantissimi altri colleghi.

  ALBERTO BAGNAI . Perfetto.

  PRESIDENTE . Ricordo a tutti che alle 11,30 termina l'audizione. Quindi la invito a concludere. Grazie.

  ALBERTO BAGNAI . Certo concludo. C'è il tema del costo. Poi se mi consente, c'è il tema della leva su un certo tipo di prestiti. Se il Consiglio di gestione del Fondo Centrale di garanzia prevede come accantonamento il 30,2 per cento, più o meno mi risulta, sui prestiti fino a 25.000 euro, questo significa che potranno essere garantiti i prestiti per, non so, 200.000, 300.000 aziende a seconda del tipo di esposizione media. Quindi probabilmente sarà necessario, le chiedo una sua valutazione, un intervento ulteriore.
  Infine, una mia curiosità personale del tutto estemporanea, se vorrà soddisfarmi. Lei, giustamente, ha ricordato gli interventi della BCE che hanno contribuito a raffreddare lo spread, ma allora la domanda è: perché da un paio di giorni, secondo lei, lo spread sta di nuovo salendo? Pongo questa domanda perché ovviamente incide sulle condizioni generali del mercato creditizio. La ringrazio molto, e mi scuso con i colleghi per l'inflazione da domanda.

  PRESIDENTE . Non si preoccupi. Leggerò ora la lista degli interventi perché ricordo che alle 11.30 l'audizione dovrà essere terminata, in modo che vi regoliate con i tempi. Hanno chiesto di intervenire la senatrice Bottici, l'onorevole Mancini, i colleghi D'Ettore, De Bertoldi, D'Alfonso, Raduzzi, Maniero, Pesco, Giacomoni, Lannutti.
  Do subito la parola alla senatrice Bottici. Prego.

  LAURA BOTTICI . Grazie. Grazie per la chiara esposizione. Lei all'inizio ha parlato del calo dell'indebitamento delle famiglie, dalla crisi finanziaria al post, ma è normale. Nel senso che dal 2013, molte famiglie che avevano dei debiti, con la crisi finanziaria si sono viste portar via tutto. Quindi è normale che anche il dato dell'indebitamento sia in qualche modo falsato. Non vorrei che questa epidemia ci riportasse anche lì, cioè quando si parla di interventi volontari delle banche nelle posizioni al limite, quant'è l'investimento, mettiamolo in qualche modo morale, che le banche stanno facendo sui propri clienti? La banca nasce per essere d'aiuto alle famiglie e alle imprese. C'è, in un momento di difficoltà – e dalle cifre che lei ha dato rientrano circa 40 miliardi in più a disposizione delle banche per finanziare – questa visione da parte delle banche di andare incontro alle posizioni limite delle imprese e delle famiglie? E se sì, in quale percentuale più o meno? Grazie.

  PRESIDENTE . La parola all'onorevole Mancini.

  CLAUDIO MANCINI . Grazie, Presidente.
  Ringrazio il dottor Angelini per l'ampia ed esaustiva relazione, anche e soprattutto apprezzo molto il fatto che ci abbia informato che nella Task Force costituita, con la quale oggi iniziamo le audizioni, ci sia un clima di collaborazione istituzionale che prescinde anche i ruoli. Il diamoci del «tu», a cui ha fatto riferimento. Questo credo debba valere per tutti gli ambiti istituzionali, sicuramente è anche l'intendimento con cui noi affrontiamo queste attività della Commissione e queste audizioni per dare un contributo che possa accentuare questo elemento di collaborazione. E io per questo le sottopongo due questioni nella direzione del rapporto credito-imprese.
  La prima riguarda i tempi di erogazione del fondo delle PMI. Il comunicato della Task Force a cui lei ha fatto riferimento, dà Pag. 13 conto delle procedure di approvazione svolte da Mediocredito Centrale su proposta delle banche per l'approvazione delle pratiche, ed è positivo che si sia velocizzata questa fase di approvazione. Ovviamente, quello che a noi interessa è il momento dell'erogazione, perché altrimenti rischiamo un percorso in cui tutte le procedure sono svolte, ma non si è raggiunto il risultato dell'erogazione sul conto dell'imprenditore, che poi su quello garantisce quegli elementi di continuità aziendale; sappiamo che anche la liquidità aiuta. Noi qui siamo tutti, credo, d'accordo che nessuna impresa deve fallire per colpa del Coronavirus. Quindi l'obiettivo di queste politiche deve essere evitare ad ogni costo che da questa vicenda ci sia il fallimento di imprese che erano sane fino a 60 giorni fa. Quindi attenzione a capire quali strumenti voi potete attivare, perché poi, esaurita la fase di approvazione delle pratiche, tornate alle banche, ci sia velocità nell'erogazione concreta della cosa.
  Il secondo punto riguarda SACE, e cioè come voi vedete l'intervento sulle garanzie rispetto al mondo imprenditoriale, soprattutto all'industria, anche in chiave di riorganizzazione del credito preesistente. Mi spiego. Nell'istruttoria SACE, voi ritenete che sia possibile e auspicabile che le imprese dentro questo meccanismo ristrutturino anche i rapporti preesistenti con il sistema bancario? Nessuna impresa di medio-grandi dimensioni arriva a questo passaggio senza una storia, quindi tutte hanno già debiti contratti con il sistema bancario, rapporti contratti con il sistema bancario.
  Mi domando come voi vedete il fatto che con le garanzie prestate dal pubblico si vada a ridiscutere il credito già acquisito in passato, anche ristrutturandolo, e se questo va considerato un elemento positivo che va incoraggiato o no.

  PRESIDENTE . La parola all'onorevole D'Ettore.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE . Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria della Banca D'Italia per la relazione. Credo che questo sia un momento importante anche per occuparsi dell'attualità economica e finanziaria, con riguardo particolare alle misure di sostegno economico predisposte dal Governo in questi giorni, le ultime in particolare.
  Abbiamo poco tempo, quindi mi soffermo su quella parte relativa alla tutela della clientela, su due raccomandazioni, due comunicazioni che sono state fatte da Banca d'Italia – una è del 3 aprile, se non sbaglio, e l'altra è del 10 di aprile – agli intermediari con riguardo all'attuazione e ai modelli di esecuzione delle misure previste dal Governo. Avvalersi in particolare della modulistica portata dalle autorità; evitare il ricorso a comunicazioni cartacee, sviluppare e privilegiare il più possibile il ricorso a strumenti telematici e una serie di altre indicazioni. Mi risulta che però questo non stia avvenendo. La situazione è molto complicata, in questo momento, con le domande. Poi vedevo una serie di indicazioni, anche date, ma molti soggetti si trovano nell'impossibilità, al di là dell'invio per PEC o in altro modo delle istanze, le banche richiedono altre istanze fatte sui modelli previsti dalle banche, non quelli già per esempio pubblicati dal MES. Allo stesso modo non si riescono a prendere appuntamenti con le banche per poter poi stabilire come procedere.
  Faccio l'esempio del mutuo sulla prima casa, che è il più rilevante. Un qualsiasi soggetto mutuatario ha interesse a sapere, che ne so, «mi conviene più rinegoziare il mutuo? Avrei questa possibilità di rinegoziare o invece chiedere la sospensione delle rate?». Molte banche dicono di non chiedere la sospensione, «vediamo di rinegoziare, o di allungare il piano di ammortamento», come se fossero incompatibili alla rinegoziazione, che è un'attività, una scelta, con invece la sospensione delle rate. Faccio una serie di esempi pratici per non stare solo sulle questioni generali. Tutte queste vicende derivano da un'attuazione molto rapida di misure che si stanno via via accavallando. Capisco le difficoltà, ma forse sarebbe necessaria una comunicazione, a tutela della clientela che dica alle banche di spiegare al cliente se deve fare la domanda o meno, al di là del modulo. In più se il Pag. 14 modulo che manda non va bene, faccio sempre l'esempio mutuo prima casa. Questo sta avvenendo ora per le PMI, sta avvenendo per le nuove garanzie. È chiaro che se non c'è un rapporto, uno strumento telematico, informatico, deve essere sviluppato, e bisogna anche comprendere come fare. L'esempio, uno dei tanti, ne potrei fare a decine, è quello del «rinegozio, se ho delle condizioni», oppure «chiedo una sospensione». La risposta qual è? «Ma no, non ti conviene fare la sospensione», oppure «aspetta, non sono compatibili le misure». Sono tutte piccole cose che derivano ovviamente dall'indirizzo che danno le norme, ma sulle quali, forse, Banca d'Italia potrebbe dare delle indicazioni.
  Non compete esattamente a noi come Commissione banche, ma visto che c'è lei in questo momento, c'è una parte rilevante della sua relazione che riguarda la clientela. Io credo che possono essere non del tutto sufficienti quelle due comunicazioni del 3 e del 10 aprile, a situazione attuale. La situazione attuale è di grandissima difficoltà di SACE, non solo sulla parte dell'erogazione ora, ma anche sulla parte che riguarda mutui prima casa, accesso dei lavoratori autonomi, in particolare, liberi professionisti. Per esempio, la norma che dice che basta avere un'assicurazione, una polizza assicurativa sul mutuo e non si può accedere, invece non è proprio così, perché l'ha detto il MES, ma non ci sono indicazioni precise. Ogni banca sta facendo da sé. Siamo arrivati al punto che io conosco persone che per fare domanda, mandano la PEC alla sede centrale della banca, perché le filiali non hanno neanche le PEC, o non le hanno indicate. Allora, occorre dare delle indicazioni, penso che Banca d'Italia su questo settore, in particolare mutui prima casa, in questo momento o ci sono risposte, o credo che già nelle prossime settimane molti cittadini non saranno in grado. Devono cominciare a pagare tutte le rate, a svolgere altre attività e anche a mantenere un ménage familiare ordinario. Mi sono soffermato su questo, dottore, proprio perché è uno dei temi più rilevanti. Lei capisce la rilevanza del mutuo prima casa. Non c'è bisogno che glielo dica, e soprattutto su tante altre questioni che stanno arrivando anche dalle piccole e medie imprese. Non abbiamo tempo, mi soffermo su questo, ma almeno su questo che ci sia un'indicazione precisa alle banche, anche per avere una omogeneità di comportamento, perché ognuno fa in un modo diverso.

  PRESIDENTE . Grazie. La parola al senatore De Bertoldi.

  ANDREA DE BERTOLDI . Grazie, Presidente. Ringrazio anch'io il dottor Angelini e, per suo tramite, tutta la struttura della Banca d'Italia. Io inizio subito con una domanda tecnica. Ho bisogno di capire, perché come me hanno bisogno di capire gli italiani. Allora io le chiedo, dottor Angelini, se secondo lei è possibile che la leva finanziaria che viene attivata dalle garanzie pubbliche, possa arrivare anche a un moltiplicatore di 200, quando le mie reminiscenze, gli studi universitari, mi ricordavano un moltiplicatore che poteva oscillare tra 10, 12, 15, 18. Allora, o è probabile che qualcosa manchi alle mie conoscenze in materia, oppure c' è qualcosa che non funziona, perché mi pare di aver sentito il nostro Presidente del Consiglio parlare proprio nei giorni scorsi a proposito del «Decreto Liquidità» di un intervento che dovrebbe valere oltre 400 miliardi di promozione nel credito. Allora, delle due l'una. Posto che in questo decreto noi abbiamo a copertura 2 miliardi, un miliardo circa che viene ripreso dal decreto «Cura Italia», il vecchio articolo 49, se non sbaglio, e un miliardo circa dai fondi preesistenti già di SACE. Quindi abbiamo circa 2 miliardi di euro, euro più euro meno. Ecco perché io mi pongo una domanda: o c'è un fattore, un fattore leva realmente ipotizzabile di almeno 200, oppure c'è qualcosa che non torna nelle promesse del Governo. Chiedo una risposta su questo argomento, è una risposta certamente tecnica, ma che avrà un peso politico molto importante, perché con i numeri non si può certamente prendere in giro nessuno. Almeno i numeri sono oggettivi.
  Entrando nello specifico, dottor Angelini, molto brevemente tre, quattro domande Pag. 15  molto ristrette. Decreto «Cura Italia», articolo 56. Noi abbiamo avuto segnalazioni da parte di imprenditori, da parte di lavoratori autonomi, di partite Iva, che le banche alle quali è stato richiesto di applicare le moratorie sui mutui, eccetera, vogliono applicare gli interessi sulle somme sospese, cosa che a nostro ben vedere il Decreto escluderebbe completamente perché dice in modo espresso: «senza maggiori oneri per il cliente». Ora, poiché la realtà poi ci viene proposta in modo diverso, vorremmo capire da Banca d'Italia come interpreta il tutto, ed eventualmente cosa intende fare nella sua attività, anche di controllo e coordinamento sul sistema bancario italiano, perché la volontà del legislatore venga effettivamente apprezzata e praticata.
  Mi associo quindi, qui velocemente, a quello che già hanno detto altri colleghi sul «Decreto Liquidità». Sulle tempistiche ho forti dubbi che le nostre banche, i nostri confidi, cioè tutti coloro che dovranno intervenire laddove non c' è una garanzia al cento per cento dello Stato, in un momento come il nostro, nel quale sono addirittura ferme le realtà delle banche e degli istituti finanziari, ecco, ho qualche dubbio a ritenere che possano essere così celeri come invece i tempi richiederebbero. Quindi, anche su questo, mi piacerebbe sentire una qualche parola da parte sua, magari anche al di fuori della formalità.
  Per concludere: i nuovi finanziamenti che verranno concessi, come verranno trattati e se verranno trattati in Centrale dei Rischi, e nel caso, come credo, verranno iscritti con la specificità di nuovi finanziamenti collegati all'emergenza? Perché tutto questo, ovviamente, non è ininfluente nella valutazione poi del nostro sistema impresa e del nostro sistema bancario.
  Per concludere davvero: come impatterà? Quindi la domanda è collegata: come impatterà il rating nelle disposizioni di Basilea sulle imprese, che sicuramente avranno un calo del fatturato nell'erogazione dei nuovi finanziamenti?
  Non so se mi sono spiegato. In virtù di questi decreti avremmo, dovremmo avere, nuovi finanziamenti. Però questi buoni finanziamenti, guarderanno comunque al rating, a quel rating che, purtroppo, grazie ai problemi sui ricavi di quest'anno, di questi mesi, saranno sicuramente peggiorativi. Ecco, questo è l'ulteriore dubbio che vorrei capire meglio da lei. Gli eventuali rifinanziamenti previsti dal nuovo credito, ne ha parlato qualche collega, non pensa che possono essere un escamotage per le banche per andare con un piccolo aumento dell'integrazione del 10 per cento del fido concesso, per ottenere poi le coperture dello Stato anche sul pregresso?
  Spero di essere stato abbastanza sintetico. La ringrazio in anticipo per le risposte che potrà darmi.

  PRESIDENTE . La parola al senatore D'Alfonso.

  LUCIANO D'ALFONSO . Presidente, grazie. Grazie anche alla compiuta relazione che abbiamo sentito da parte dell'autorevole componente della Banca d'Italia. Io ho sotto gli occhi non solo quello che trovo scritto, ma anche le sue parole. Mi interessa in particolare un passaggio dell'articolato a pagina 15, dove si riportano i numeri delle segnalazioni che sono pervenute sia direttamente alla Banca d'Italia sia attraverso lo spazio digitale dedicato insediato dalla nostra Commissione di inchiesta. In un lasso di tempo individuato, noi abbiamo circa 800 segnalazioni riguardanti, diciamo, delle difformità, delle insoddisfazioni o delle devianze procedurali nel rapporto banche, risparmiatori, utenti. Naturalmente, i 257 casi pervenuti alla Banca d'Italia, danno anche una descrittiva di quali sono state le difficoltà di procedimento. Una quota di queste difficoltà è probabile coincida con quella che un ex senatore della Repubblica chiamava «la mancata auto-applicatività delle norme». Perché se le norme fossero adeguatamente auto-applicative, si ridurrebbe anche lo spazio dell'istruttoria. Il senatore emerito è Giovanni Legnini, oggi incaricato di ricostruire un altro tipo di distruzione. Noi abbiamo 257 casi entrati nel patrimonio della Banca d'Italia, attraverso segnalazioni digitali, e 513 segnalazioni pervenute invece Pag. 16  alla Commissione di inchiesta; di queste, il 70 per cento descrive nei fatti una difficoltà fisiologica. Sono convinto che voi avete anche approfondito e vi siete fatti un'idea della dorsale della difficoltà.
  Secondo voi, per fare in modo che non aumenti il numero di coloro i quali manifestano insoddisfazione e delusione, ed è il sentimento peggiore in questa fase, qual è il correttivo che si potrebbe determinare? Io percepisco anche un atteggiamento di minimalismo collaborativo da parte di alcuni soggetti bancari. Ho proprio assistito ad una segnalazione all'autorità giudiziaria nei confronti di un soggetto di intermediazione finanziaria e sono stato investito come rappresentante di un pezzo della comunità nazionale e cercherò di dare anche forma e procedura a questa segnalazione.
  Dal vostro punto di vista, che cosa viene fuori come suggerimento ulteriore? Perché noi non siamo un organo sganciato dalla vita parlamentare e normativa. Siamo ancora in campo con la possibilità di correggere, per fare in modo che si arrivi all'auto-applicazione.
  Sui 25.000 euro sta funzionando. Sul resto, invece, troviamo delle difficoltà oggettive e io temo che questo numero sia soltanto la punta di un iceberg, man mano che si va avanti. Allora le chiedo, vista anche la completezza della sua relazione, davvero mi complimento di nuovo: si possono desumere, declinare, decodificare da quelle segnalazioni dei correttivi che noi legislatori possiamo veicolare al ministero competente?

  PRESIDENTE . Grazie. Onorevole Raduzzi, prego.

  RAPHAEL RADUZZI . Grazie, Presidente. Ringrazio ovviamente anche il dottor Angelini per la relazione molto esaustiva. Io vorrei riprendere da una parte di questa relazione in cui si ricorda la decisione del consiglio esecutivo della BCE, che noi salutiamo con favore, di ampliare il collaterale che il sistema bancario europeo può presentare a fronte di operazioni di rifinanziamento, sia le operazioni ordinarie sia quelle a lungo termine. Proprio sulle operazioni a lungo termine noi sappiamo che a marzo c'è stata un'altra decisione importante, sempre della BCE, che è quella di abbassare ulteriormente il tasso sui prestiti TLTRO, arrivando fino a un tasso di –0,75, cioè sostanzialmente il sistema bancario può essere pagato per indebitarsi. Questo è un dato.
  L'altro dato è che da un paio di mesi, sempre la BCE ha messo in campo questo nuovo sistema di tiering. Sostanzialmente le banche fino a sei volte le riserve obbligatorie, non pagano il tasso di deposito a 0,5, quindi depositano presso le banche centrali nazionali a zero. L'esito di questi due provvedimenti è che il sistema bancario italiano ha oltre 110 miliardi di riserve in eccesso nei conti della vostra istituzione. Quindi io penso, e sicuramente questo spero sia un auspicio condiviso, uno dei punti su cui ragionare è come mobilitare quelle risorse del sistema bancario, non solo per l'economia nazionale, ma per sostenere ad esempio anche i nostri titoli di Stato. In questo senso, le chiedo: la Banca d'Italia sta ragionando per portare ai tavoli europei, non dico l'eliminazione del sistema tiering, ma un allentamento del tiering, portandolo magari da sei volte le riserve obbligatorie, a tre volte le riserve obbligatorie, in modo tale che ci sia uno stimolo a non tenere presso i conti di deposito tutta quella somma di svariati miliardi, ma investirla nell'economia reale? La ringrazio.

  PRESIDENTE . Prego, onorevole Maniero.

  ALVISE MANIERO . Grazie, Presidente. Ringrazio anch'io per la eloquente relazione. Svariati colleghi hanno sottolineato quanto sia essenziale garantire liquidità a tutte le misure che sono state citate. Vediamo una situazione abbastanza peculiare, che richiama attenzione, cioè i dati pubblici del Tesoro ci mostrano che abbiamo una cassa estremamente bassa rispetto ai soliti livelli. Notiamo che l'emissione di debito, quindi l'emissione di titoli, soprattutto i BTP, non è aumentata. Se noi confrontiamo i mesi da gennaio ad aprile 2019, con gennaio fino al 15 aprile di Pag. 17 quest'anno, su poco meno di 150 miliardi vediamo una differenza di, forse, 200 milioni scarsi.
  In questo contesto ci chiediamo come le disponibilità aggiuntive date dal «Pandemic Emergency Purchase Programme», che vengono erogate dalla BCE, tramite la Banca d'Italia, per coprire una maggiore offerta di titoli italiani, possano venire in aiuto. Quindi specificamente, considerato peraltro che nell'ultima decisione del 18 marzo, se ricordo bene, di BCE, si specifica anche di limitazioni auto-imposte, con particolare riferimento al «capital key» negli acquisti, per esempio, dei titoli di Stato, la domanda è: la BCE, tramite la Banca d'Italia, ovviamente, potrebbe coprire una maggiore emissione di titoli italiani che al momento peraltro non avviene?
  Sul perché non avviene, andremo a verificare? Grazie mille.

  PRESIDENTE . Senatore Pesco.

  DANIELE PESCO . Grazie. Scusate se leggo le domande, ma mi aiuta ad essere sintetico.
  Le recenti modifiche in merito agli strumenti finanziari eleggibili per i rifinanziamenti in BCE, vanno nella direzione di estendere anche a carta commerciale tali rifinanziamenti. In questo campo il sistema bancario interno è nella media europea? Possiamo ipotizzare uno sviluppo di tale modalità che consenta rapidità di erogazione attraverso lo sconto di fatture commerciali e crediti commerciali? Penso, ad esempio, al «factoring» o al «reverse factoring», ma non solo. Ritiene funzionale a tale scopo la creazione e sviluppo di nuovi moderni strumenti finanziari di carta commerciale, come ad esempio la cambiale che già esiste, oppure la cambiale digitale, di cui ho parlato in diverse sedi? Questa è una domanda.
  La seconda: i finanziamenti garantiti dal Fondo garanzia PMI, prevedono un tetto al tasso di interesse oggi al 2,28 per cento. Voi sapete se è annuale questo tasso? Perché io non sono riuscito a capire se è annuale o è una tantum. Mentre i finanziamenti garantiti tramite SACE, garanzia di prima istanza, non prevedono un CAP al tasso di interesse, possiamo ritenere auspicabile l'applicazione di un tasso vicino allo zero? Dato i vantaggi in termini di assorbimento di capitale, di riduzione del coefficiente di solvibilità, del rischio legato al coefficiente di solvibilità, dei minimi accantonamenti sui crediti che scadranno in NPL, e quindi in generale con effetti positivi sui conti economici e costi di funding della banca?
  Terza domanda. Tra sei mesi, ad esempio, in caso di ritardo, i pagamenti da più di 90 giorni su un credito connesso garantito dallo Stato, attraverso SACE, può la banca escludere immediatamente la garanzia? In questo caso, chi seguirà le procedure di dilazione, recupero, ristrutturazione, transazione? Mi sembra di avere capito che lo farà la stessa banca in delega, però volevo avere delle rassicurazioni in merito. Se è la stessa banca, a costo zero o a quali costi? Non ritiene che la possibilità di discussione della garanzia in tempi così brevi, possa portare a una non corretta valutazione di strade alternative per soluzioni concordate con l'impresa in difficoltà?
  La quarta domanda. Premesso che sarebbe utile riuscire ad aiutare anche le aziende in difficoltà, chi era in difficoltà prima della crisi, ma soprattutto quali sono entrate in difficoltà con la crisi da Coronavirus, per quanto possibile, e soprattutto le imprese che sono in difficoltà adesso, in sostanza non quelle decotte da chissà quanti anni, c'è il rischio che la garanzia pubblica messa in campo dal Governo, i diversi tipi di garanzie, possano essere utilizzate dalle banche per fare pulizia nei loro conti? Scusi la franchezza, ma è bene essere chiari su questo punto. Whistleblowing. Premesso che esistono le segnalazioni whistleblowing con le quali dipendenti e collaboratori di una banca di un altro intermediario vigilato da Banca d'Italia, possono segnalare possibili violazioni della normativa o anomalie gestionali, riscontrate presso tali soggetti, considerato altresì che la Banca d'Italia assicura la riservatezza dei dati personali del segnalante, anche al fine di tutelare quest'ultimo da possibili ritorsioni, Pag. 18 come previsto dalla normativa in materia, e che l'identità del segnalante viene resa nota esclusivamente all'autorità giudiziaria, qualora questa ne faccia richiesta nell'ambito di indagini o procedimenti penali avviati in relazione ai fatti oggetto della segnalazione; ebbene, premesso tutto questo, perché non è stato elencato questo canale tra quelli utili alla Banca d'Italia per capire cosa sta succedendo nel mondo bancario, nei rapporti con la clientela e non solo, ai tempi del Coronavirus?
  Grazie mille.

  PRESIDENTE . Ho altri tre interventi. È evidente che domande così particolareggiate e numerose saranno anche oggetto di una ulteriore richiesta scritta a cui poi il nostro ospite, il dottor Angelini, risponderà. Prego, onorevole Giacomoni.

  SESTINO GIACOMONI . Grazie, presidente. Grazie al dottor Angelini per la relazione esaustiva, e soprattutto per la sintesi con cui ce l'ha rappresentata.
  In realtà, viste tutte le domande precedenti, ne farei una molto semplice. Mi ha colpito il fatto, che lei giustamente ci ha fatto notare, che SACE, non occupandosi di piccole e medie imprese, non dovrebbe avere un'elevata richiesta da parte delle imprese. È passato, credo ormai più di un mese, da quando il Governo ha stabilito la chiusura di tutte le attività, e sembrerebbe che dal 4 maggio dovrebbe partire la fase due. Dico «sembrerebbe», perché nessuno qui ha certezza. Quello che le chiederei, secondo lei SACE, non avendo tantissime domande, è in grado dal 4 maggio, cioè da quando dovrebbe partire la fase due, di iniziare ad erogare liquidità? Oppure è realistica l'ipotesi di chi sostiene che probabilmente questa liquidità arriverà dopo l'estate, cioè quando probabilmente molte imprese saranno già morte? Grazie.

  PRESIDENTE . La parola al senatore Lannutti.

  ELIO LANNUTTI . Grazie, presidente. Ringrazio anche la Banca d'Italia, il dottor Angelini, perché noto con favore – non ci voleva il coronavirus, questa disgrazia – un'inversione di tendenza rispetto al passato, il cui approccio – lei mi consentirà – con i consumatori e utenti ha sempre riscontrato difficoltà oggettive. Allora le faccio un paio di domande in meno di tre minuti.
  Nella seconda metà del mese scorso, 15 marzo, moltissimi utenti dei servizi bancari si sono visti recapitare comunicazioni di recesso dei rapporti contrattuali, di decadenza dal beneficiario del termine, con contestuale intimazione al rientro immediato delle somme a debito, per non parlare della mancata sospensione della rata dei mutui richiesti e addirittura segnalazione al CRIF per poche centinaia di euro. Abbiamo dei casi, magari ci arriveremo, di 259 euro.
  Seconda domanda. Come ribadito nella circolare ABI, le aziende in sofferenza fino al 2019, non potranno accedere al credito. Sono stati inseriti dei paletti per evitare di assumere rischi troppo elevati. Leggo nella circolare ABI che le garanzie di SACE hanno un costo per le aziende per i finanziamenti alle piccole e medie imprese, venticinque punti base il primo anno, cinquanta il secondo e il terzo, cento punti base per il quarto, quinto e sesto, per le altre imprese di altre dimensioni, cinquanta punti base per il primo, cento durante il secondo e il terzo, duecento durante quarto, quinto e sesto. Non ritiene dottor Angelini che questi tassi siano un po' elevati?
  L'ultima domanda è quella che riguarda l'autofinanziamento interno. L'anno scorso per rifinanziare il debito pubblico sono state fatte emissioni di BTP, CTZ, BOT per 406 miliardi circa. Le previsioni di quest'anno stanno attorno a 400 miliardi di euro. Spero di non fare offesa a nessuno, ma non ritiene che in una fase così drammatica per la vita delle persone e delle imprese non si debbano fare emissioni straordinarie dei titoli di Stato, visto che ci sono depositi bancari per oltre 1500 miliardi di euro e i tassi d'interesse – i dati sono vostri della Banca d'Italia – sono attorno allo 0.37%, compresi i certificati di deposito? Pag. 19 
  La ringrazio molto. Ringrazio la Banca d'Italia per questa inversione di tendenza.

  PRESIDENTE . Grazie a lei. Onorevole Foti.

  TOMMASO FOTI . Presidente molto brevemente, ringrazio anch'io la Banca d'Italia. Volevo solo chiedere un'informazione. A pagina 19 vi è un primo riferimento al 3 aprile dove si dice che sono state presentate circa 660.000 domande di moratoria tra prestiti e linee di credito per circa 75 miliardi di debito residuo. Al di là della presentazione delle domande, penso che quello che rileva più che altro è l'evasione delle domande.
  Allora mi chiedo: la Task-Force ha in programma un monitoraggio periodico a fronte della presentazione delle domande, dell'evasione e dell'accoglimento delle stesse e anche eventualmente del respingimento? Per vedere in che modo la misura funziona, perché fino a che sappiamo che sono state presentate 700.000 domande, è un grande dato, ma ci dice tutto e ci dice niente. È l'utilizzo finale e l'accoglimento della domanda che ci dà l'idea se la misura funziona o non funziona. Quindi mi permettevo di chiedere questo, proprio perché la Task-Force dovrebbe anche, a mio avviso, avere questa funzione. Grazie.

  PRESIDENTE . Grazie a lei Senatore Zanda.

  LUIGI ZANDA . Dottor Angelini, una domanda semplice e anche molto veloce: dalla sua relazione io ho visto in trasparenza una geografia istituzionale molto, molto articolata con complessità delle regolazioni e molteplicità di organismi sia stabili che eccezionali, costituiti per l'occasione, naturalmente proliferazione di commissioni e Task-Force, programmi e su tutto naturalmente il rapporto della BCE, Banca d'Italia. Ora le grandi catastrofi spesso hanno l'effetto di consentire riforme che semplifichino il sistema, che lo rendano più adatto al governo delle materie di cui ha la responsabilità. Quindi, per quel che riguarda la questione di cui stiamo parlando, io le chiedo, naturalmente non per l'immediato ma in prospettiva, possiamo immaginare che il sistema abbia bisogno di semplificazioni o va bene così com'è?
  La ringrazio molto.

  PRESIDENTE . Sono finiti gli interventi, cedo quindi la parola al dottor Angelini per le risposte. Prego.

  PAOLO ANGELINI , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia. Grazie mille. Le domande sono tantissime, in alcuni casi molto dettagliate. Quindi, come accennava la presidente Ruocco, vi sarei molto grato, nel caso in cui alcune rimangano fuori e penso sarà inevitabile, anche perché in alcuni casi non so la risposta, se voleste farmi pervenire domande scritte a valle di questo incontro alle quali poi risponderemo per iscritto.
  Provo a fare un passaggio, chiedendo al dottor Giorgio Gobbi, che non dimenticate è il coautore di questo testo, di integrare magari dove vuole e dove può.
  Allora, parto dall'inizio, dalle domande, dalle considerazioni del senatore Bagnai. Se ho ben compreso, Bagnai riportava il timore degli imprenditori di trovarsi poi classificati «non performing» a valle di queste manovre. Ora, le spiegazioni che sono state date dalle autorità prudenziali e dalla vigilanza su questo tema sono molto chiare. Ciò che è chiaro è che non c'è un automatismo tra il beneficiare dei provvedimenti che sono stati messi in campo dal Governo italiano, ma non solo, e la classificazione a NPL. In ambito europeo molte delle persone che ho ascoltato con le mie orecchie in questi contesti dicono: «Occorre fare molta attenzione a non rompere il termometro e rischiare di avere la febbre lo stesso.» Quindi bisogna fare attenzione a non dare alle banche, agli intermediari il messaggio che non si deve classificare a NPL. Non ci deve essere automatismo. È evidente che, come alcuni di voi avevano detto, se un'impresa era perfettamente sana fino agli inizi di febbraio, non deve, sulla base di un meccanismo prudenziale, trovarsi in una situazione di difficoltà a causa del Coronavirus. Allo stesso tempo è possibile Pag. 20  che una perdita di produzione quale quella che si prefigura per l'economia europea e quella italiana qualche problema di NPL lo crei, quindi il timore di trovarsi classificati a NPL per le imprese o per le famiglie è un timore realistico, su cui direi che non può essere fatto più di tanto, perché poi, al momento in cui il flusso dei pagamenti diventa irregolare, malgrado la moratoria, malgrado l'accesso alla nuova finanza, il meccanismo prevede che un'impresa venga classificata a NPL.
  Certo è che il meccanismo delle moratorie nel corso dei prossimi mesi dovrebbe dare un grosso margine di respiro per le imprese e per le famiglie, così come la nuova liquidità che sulla base delle nostre stime è possibile per le banche fornire alle imprese dovrebbe consentire di far fronte ai pagamenti.
  Sulla questione del costo dei prestiti rispetto a quelli ordinari: questo è un tema che in parte viene gestito dai provvedimenti governativi, in parte viene lasciato alla discrezionalità delle parti. È evidente che un tasso di interesse deve essere in questa fase commisurato al rischio dell'imprenditore, ma anche alla situazione di estrema liquidità e di tassi estremamente bassi. Quindi non dovrebbe essere ragionevole vedere sul mercato tassi molto alti disancorati al costo della liquidità o al premio per il rischio. La mia impressione è che in questa fase sia importante che le imprese e i debitori abbiano accesso alla liquidità a prescindere dal costo, senza volere ovviamente mettere in secondo piano l'importanza di un pricing corretto. Su questo fronte, però, i meccanismi concorrenziali che hanno funzionato fino adesso, dovrebbero continuare a funzionare. Noi, prima dell'evidenza della crisi avevamo in realtà dei timori come autorità di vigilanza, e non solo in Italia, che ci fosse una politica dei prezzi eccessivamente aggressiva da parte delle banche e intendo dire tassi d'interesse troppo bassi, magari con l'idea di fare quello che gli inglesi chiamano «cross-selling», cioè attirare con un, chiamiamolo, «prodotto civetta» per poi riuscire magari a compensare con commissioni dal risparmio gestito con commissioni su altri fronti. Però c' era un rischio di tassi molto, molto bassi, in genere sui prestiti. Questo è un tema complicato che lasceremo al mercato, ma che continueremo a monitorare attentamente sulla base delle statistiche che abbiamo e sulla base delle segnalazioni che ci arriveranno.
  La senatrice Bottici parlava di debito delle famiglie che è sceso dopo il 2013. La mia percezione è che il debito delle famiglie non sia sceso dopo il 2013, ma che ci sia stato un aumento del debito connesso in larga misura con l'acquisto di abitazioni, che è un tipo di investimento che gli italiani hanno sempre gradito, anche con la forte crescita del credito al consumo. Il dato a cui facevo riferimento nella parte iniziale della relazione è relativo al livello di indebitamento medio delle famiglie italiane che è più basso rispetto a quello che si registra nella maggioranza dei Paesi dell'area europea. Ci possono essere stati chiaramente dei momenti in cui il debito si è ridotto, ma da quello che ricordo il debito delle famiglie sta salendo a tassi moderati, ma già da diversi anni. Sul fatto che le banche abbiano un impegno morale a finanziare le imprese e le famiglie, qua stiamo in un'area che esula dai compiti della vigilanza della Banca d'Italia. Come avete visto, tuttavia, nella comunicazione del 10 aprile si è fatto riferimento alla opportunità per le banche di valutare di estendere finanziamenti e aiuti in questa fase anche a categorie di imprenditori non strettamente considerate dal decreto e questo, sulla base di una doppia considerazione: una se volete è di tipo etico, come diceva la senatrice Bottici, l'altra è di tipo commerciale. In questa fase stabilire dei buoni rapporti di fiducia e di supporto con la clientela è qualcosa che in linea di principio va a beneficio del business.
  Diversi di voi, tra cui l'onorevole Mancini, hanno fatto riferimento ai tempi di erogazione da parte del Fondo Centrale di garanzia. Chiaramente l'approvazione è un conto, l'erogazione è un altro. Di tale questione abbiamo discusso in seno alla Task-Force. L'impressione è che per alcune delle misure previste dai due decreti la parte discrezionale che viene lasciata alle banche è veramente molto, molto modesta, in alcuni Pag. 21  casi non esistente. Quindi, per esempio, la tesi degli amici dell'ABI era che in alcuni casi mettere la doppia voce: domande ricevute, domande accolte/credito erogato fosse inutile. Ciononostante, questo è un tema chiaramente importante, perché non possiamo limitarci a dire che l'operazione sia riuscita, se poi il paziente muore, quindi ovviamente la Task-Force farà del suo meglio per cercare di monitorare questo aspetto e fare in modo che la liquidità fluisca fino all'ultimo miglio, che non si fermi per la strada.
  L'onorevole D'Ettore parlava del fatto che le banche non stanno ancora ottemperando alle indicazioni date dalla Banca d'Italia con le comunicazioni del 3 aprile e del 10 aprile. Siamo qui per questo, l'idea è quella di parlare e cercare di dare delle indicazioni, anche di omogeneità. Uno dei motivi per cui abbiamo fatto la comunicazione del 10 è stato che, anche sulla base di una piccola indagine campionaria sui siti delle principali banche, si è visto un grado di eterogeneità che tutto sommato non pare strettamente coerente con l'esigenza di dare un servizio uniforme alla clientela. Quindi alzeremo la voce, se così si può dire, in funzione di quello che vediamo succedere, delle verifiche che faremo e anche degli input che arriveranno dalla società civile e da questa Commissione, compreso il tema dei mutui per la prima casa a cui lei faceva riferimento.
  Sul tema della leva molto elevata delle garanzie, la mia impressione, ma qui parlo sotto il controllo del mio collega dottor Gobbi, è che potrà essere necessario un rifinanziamento di quella voce nel corso delle prossime settimane o mesi in funzione poi del tiraggio. Chiaramente la leva non può essere quella implicita nelle cifre che abbiamo adesso.
  Il fronte della riduzione dei rating, del peggioramento dei rating. Questo purtroppo è un altro fatto della vita, è inevitabile. Le agenzie di rating hanno un fatturato aciclico, che non risente di situazioni come questa, anzi lavorano di più quando le cose vanno male. Fino adesso, come avete visto, hanno tenuto un comportamento molto cauto sul fronte dei rating sovrani e credo anche sul fronte dei rating privati. È evidente comunque che il tentativo sponsorizzato a livello internazionale, in primis dal Financial Stability Board nel 2009/2010 di eradicare i rating delle agenzie dalla regolamentazione finanziaria prudenziale, non è andato in porto. Il legislatore, sia internazionale sia europeo, alla fine si è arreso su questo fronte, quindi i rating sono ancora, ahimè, il male minore, secondo alcuni, un male secondo altri. Certo è che una soluzione su questo fronte non è stata ancora trovata, mi pare.
  Il senatore De Bertoldi mi pare facesse riferimento anche a rischio di gaming da parte degli intermediari. Con un piccolo aumento del credito erogato si può riuscire ad avere una garanzia sull'intero importo. Ovviamente l'obiettivo delle misure governative è quello di sbloccare il nuovo credito, non di garantire il vecchio. La garanzia sul vecchio è basata sul fatto che, tranne alcune fattispecie specifiche, vengono escluse le imprese che alla data di entrata in vigore del decreto erano già in stato non-performing. Questo rischio di gaming della regolamentazione è comunque sempre presente in tutte le regolamentazioni. La Banca d'Italia farà quanto di sua competenza per minimizzare questo rischio.
  Il senatore D'Alfonso faceva riferimento alle segnalazioni di malfunzionamenti e lamentele e a come fare perché non aumentino. Una risposta è quella della comunicazione che abbiamo fatto. L'idea è proprio quella di provare a sterzare il sistema, di dare coordinamento al sistema per cercare di risolvere i problemi man mano che si pongono.
  Sul fronte delle norme che la Commissione potrà adottare, basandosi su queste segnalazioni, su questi suggerimenti, raccolgo lo stimolo. Ringrazio. Lo porterò a casa e ne discuterò con i nostri colleghi, cercando di giungere a delle proposte il più operative possibile, se le avremo.
  L'onorevole Raduzzi faceva riferimento al tema del tiering. In realtà il tiering è stato introdotto proprio per evitare di penalizzare eccessivamente i conti economici delle banche. L'idea era che, senza tiering, queste riserve con un tasso negativo avrebbero Pag. 22 impattato sul conto economico e in una fase di questo genere, come sapete, è complicato dire che questi sono soldi che vanno ai banchieri. Sono soldi che vanno agli azionisti. La manovra sui dividendi è stata fatta proprio per questo. L'idea è quella di avere un conto economico il più possibile intatto e integro per consentire alle banche di far fronte alle richieste di prestito, capitale/prestito – senza capitale, senza utili non si riesce a fare prestiti – e di far fronte alle perdite. Quindi una riduzione del tiering avrebbe sicuramente il vantaggio di incentivare le banche a prestare, ma la scelta del meccanismo di tiering, da quanto comprendo, è stata fatta con molta attenzione a questi due incentivi. Va ricordato comunque che la grande quantità di liquidità che è presente sui conti attualmente è il riflesso della grande quantità di titoli che viene acquistata dalla banca centrale. Quindi le due cose sono di per sé fisiologicamente collegate. Non è pensabile una politica che consentirebbe rapidamente alle banche di mettere in circolo tutta quella liquidità. Mi sembra che i provvedimenti adottati da questo Governo italiano e dagli altri governi europei vadano in questa direzione, cioè di incentivare, di togliere i freni che le banche potrebbero avere di solito a prestare. Per esempio la prestazione di garanzie fino al 90 per cento, in alcuni casi al 100 per cento, serve proprio per evitare che le banche, pur potendolo fare in una situazione di grandissima incertezza, non lo facciano e quindi determinino poi a catena esternalità per le altre banche, per le imprese, per il Paese e in ultima analisi per sé stesse.
  L'onorevole Maniero faceva riferimento alla possibilità che BCE copra maggiori emissioni di titoli italiani. Noi riteniamo che in questa fase le affermazioni di BCE e le manovre che BCE sta attuando siano manovre adeguate per la situazione che si è creata. Come avete visto, sono manovre adottate in tempi molto rapidi. Bisogna sempre ricordare che BCE opera per assicurare il corretto funzionamento della politica monetaria. Già all'epoca di Draghi l'intervento sul fronte degli acquisti di titoli sul mercato è stato fatto per ridurre la frammentazione, non per finanziare i governi di uno o più Paesi dell'area dell'euro. Quindi occorre essere molto, molto cauti su questo fronte. Il nostro giudizio è che attualmente la manovra di politica monetaria sia proporzionata e adeguata, tenuto conto, come vi dicevo, anche della volontà espressa dal Consiglio Direttivo della BCE di fare altro, qualora altro divenisse necessario.
  Il senatore Pesco ha fatto una lunga serie di domande molto tecniche che salterei in linea di principio, magari chiedendogli la cortesia di farcene avere una versione scritta.
  Il senatore Lannutti faceva riferimento a un dietrofront della Banca d'Italia sul fronte della tutela dei consumatori. La mia collega Magda Bianco credo che non sarebbe d'accordo, ma le riferirò questa sua percezione. Credo che la percezione della dottoressa Bianco e per quel che vale la mia, è che la Banca d'Italia si è sempre sforzata di stare dalla parte dei consumatori e di trovare una giusta mediazione tra le esigenze dei consumatori e i tentativi delle banche di fare quello che una banca fa in un mondo in cui la banca è un'impresa che deve stare sul mercato. Le cifre che pubblichiamo annualmente sulle restituzioni di cifre percepite indebitamente da parte delle banche grazie all'azione della vigilanza, direi che sono forse la forma più tangibile dell'azione che mettiamo in essere.
  Sulle emissioni straordinarie di titoli di Stato, senatore Lannutti, il tema è delicato. In passato le emissioni straordinarie hanno avuto un buon esito. Sono state fatte delle emissioni di BTP Italia. In altri casi questo esito non è stato altrettanto buono. Occorre tenere il polso della domanda e capire quanto poi ci sia domanda per titoli di stato aggiuntivi. Dire che c'è molta liquidità sui conti delle famiglie è una realtà. Allo stesso tempo uno spostamento massiccio di questa liquidità dai depositi ai titoli di Stato, se anche fosse possibile, potrebbe creare problemi sul fronte del passivo delle banche. Quindi questo è un tema che, ovviamente, è nelle mani dei nostri specialisti. Si tratta di conciliare le esigenze del fabbisogno e le esigenze delle emissioni. Pag. 23 
  L'onorevole Foti ha fatto di nuovo riferimento alla questione dell'evasione delle domande e la presentazione delle domande, quindi la distanza tra ciò che viene presentato e ciò che poi alla fine fluisce verso le famiglie. Sicuramente la Task-Force monitorerà attentamente questo tema.
  Il senatore Zanda, infine, faceva riferimento alla possibilità di semplificare il sistema delle autorità. Sicuramente questo è un tema enorme. A livello europeo il quadro si è complicato enormemente e non so se e quando sarà possibile disboscare. Al momento direi che non lo sia. Non credo che ci sia grande appetito su questo fronte. A livello italiano, magari anche nel corso dei lavori di questa Commissione, un contributo potrebbe essere elaborato dalla Banca d'Italia. Su questo aspetto lascerei la parola al dottor Gobbi, se ha intenzione di dire qualcosa sul tema.

  LUIGI ZANDA . Io avevo fatto una domanda semplicissima: se dal 4 maggio con la fase due SACE inizierà a erogare o meno. Grazie.

  PAOLO ANGELINI , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia. La domanda dovrebbe essere girata a SACE. La giro a Giorgio Gobbi che forse è meglio informato di me su questo tema.

  GIORGIO GOBBI , Capo del Servizio Stabilità finanziaria della Banca d'Italia. La questione SACE: perché c'è stato bisogno di SACE, questa forse è la prima domanda da porsi. Perché, come diceva il senatore Zanda, avendo già un sistema così complicato, abbiamo avuto bisogno di SACE? Perché in Italia non avevamo un veicolo per erogare garanzie dello Stato di prima istanza a imprese che non fossero le PMI. Sulle PMI abbiamo il veicolo del Fondo Centrale di garanzia, gestito, operato da Mediocredito Centrale, che da anni opera su questo piano. Quindi siccome con l'emergenza da pandemia anche gli orientamenti europei sono diventati più possibilisti nel concedere garanzie e aiuti alle grandi imprese che in passato erano un tabù, le grandi imprese non potevano essere aiutate, dovevano essere aiutate solo le piccole e medie imprese, questa è stata una misura emergenziale per trovare uno strumento per veicolare le garanzie. Le condizioni ci sono perché vengano erogati questi prestiti, però, potenzialmente, la platea di imprese a cui si rivolge SACE, è molto più ristretta di quella a cui si rivolge il Fondo Centrale di garanzia, quindi io non sono in grado di darle una risposta precisa. Posso dirle che le condizioni ci sono affinché ci sia una rapida operatività, anche di SACE.

  PRESIDENTE . Bene, io ho terminato le domande, Lei ha concluso in maniera esauriente le risposte. Ringrazio tutti i partecipanti, ringrazio veramente tanto per la relazione molto utile e per la disponibilità. Spero di rivederla presto per fare anche un feedback del lavoro.

  PAOLO ANGELINI , Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia. Ringrazio di nuovo e mi scuso con coloro a cui non ho risposto, riservandomi di dare risposte scritte ad eventuali domande veicolate tramite la presidente.

  PRESIDENTE . Dispongo che la documentazione va allegata al resoconto stenografico della seduta odierna. Grazie a tutti. La seduta è tolta.

  La seduta termina alle 11.25.

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ALLEGATO 1

Audizione della Banca d'Italia sulla crisi Covid-19, nell'ambito dei lavori della Task Force BI-ABI-MEF-MCC sull'emergenza.

Mercoledì 15 aprile 2020

  Gentile presidente Ruocco, egregi rappresentanti della Commissione d'Inchiesta sul sistema bancario, desideriamo ringraziarvi per la decisione di avviare il vostro lavoro con questa audizione sulla crisi economica scatenata improvvisamente dalla diffusione del Covid-19. L'emergenza è in primo luogo umana e sanitaria, ma ha importanti implicazioni per il sistema finanziario, che al tempo stesso rappresenta uno dei principali canali attraverso cui si esplica l'azione di contrasto messa in atto dal Governo e dalle istituzioni sul fronte economico. In quanto segue presenteremo brevemente il quadro dell'economia del paese all'avvio della crisi, e le misure adottate dal Governo italiano; illustreremo i principali filoni di azione della Banca d'Italia; daremo conto del nostro impegno in seno alla Task Force.

  1. L'economia italiana e l'emergenza provocata dall'epidemia da Covid-19.

1.1 La situazione finanziaria fino allo scorso febbraio

  All'avvio dell'emergenza sanitaria l'economia italiana non si era ancora interamente ripresa dalla doppia recessione degli scorsi decenni ed era in sostanziale stagnazione. Pure in questo contesto, le condizioni finanziarie di famiglie e imprese erano complessivamente solide e le banche, che avevano superato una lunga fase di difficoltà, stavano rafforzando i propri bilanci.
  Nel confronto internazionale le famiglie italiane continuano a essere caratterizzate da un basso livello di indebitamento (figura 1), soprattutto in ragione del volume contenuto dei mutui per l'acquisto di abitazioni. Il debito è concentrato presso le famiglie che, almeno fino a prima della crisi, avevano maggiore capacità di sopportarne gli oneri: tre quarti dei prestiti complessivi erano stati contratti dalla metà delle famiglie con redditi più elevati. Negli ultimi anni si era fortemente ridotto il numero delle famiglie che ogni anno non erano in grado di ripagare i debiti contratti verso gli intermediari creditizi: nel 2019 i nuovi crediti deteriorati sono stati pari all'1 per cento dei prestiti in bonis, il valore più basso da quando si dispone di serie statistiche coerenti (figura 2). Si stima che il numero di famiglie indebitate e vulnerabili a shock di natura economica e finanziaria alla fine del 2019 fosse circa il 9 per cento del totale delle famiglie indebitate; ad esse faceva capo il 12 per cento del debito complessivo del settore. Si tratta di valori inferiori a quelli osservati prima della crisi del debito sovrano (11,5 e 17 per cento, rispettivamente, nel 2010).
  Alla vigilia dell'epidemia il settore delle imprese era in condizioni finanziarie molto più solide rispetto al periodo precedente la grande crisi del 2008-12. La leva finanziaria (misurata come la quota del debito sul totale delle passività finanziarie), alla fine dello scorso anno, era inferiore di 10 punti percentuali rispetto al 2007 (figura 3), i margini di redditività erano storicamente elevati e le scorte di liquidità erano molto ampie, circa il 20 per cento del PIL (13 per cento nel 2007).
  Le banche avevano compiuto significativi progressi nel risanamento dei bilanci, anche grazie alle riforme regolamentari e all'azione delle autorità di vigilanza. Il capitale di migliore qualità in rapporto agli attivi ponderati per il rischio era più del doppio rispetto al 2007, nonostante le ingenti perdite subite a seguito della doppia recessione (figura 4). Alla fine del 2019 i prestiti deteriorati sul totale dei finanziamenti, al netto delle rettifiche di valore, erano scesi al 3,3 per cento (dal massimo del 9,8 per cento nel 2015; figura 5). Il tasso di copertura si collocava attorno al 54 per Pag. 25 cento, contro il 46 per cento in media nell'area dell'euro (figura 6). L'incidenza dei prestiti alle imprese più rischiose si è significativamente ridotta dal 2011 (figura 7), riflettendo sia il rafforzamento finanziario del settore produttivo sia politiche di erogazione prudenti da parte delle banche. Il rapporto tra costi e ricavi era sceso al 65 per cento (dal 74 per cento nel 2015).

1.2 L'avvio della pandemia

  Il diffondersi del contagio in Cina nei primi mesi di quest'anno aveva avuto come principale effetto diretto il crollo dei flussi turistici da quel paese e creato alcune difficoltà di approvvigionamento di beni intermedi importati. Gli effetti sono esplosi con la comparsa del virus sul nostro territorio e le conseguenti disposizioni di contenimento necessarie per limitare il contagio.
  I primi effetti della diffusione della pandemia si sono manifestati sui mercati finanziari internazionali e italiano con un repentino aumento dell'avversione al rischio e un deterioramento delle condizioni di liquidità. Tra il 20 febbraio e il 9 aprile l'indice generale della borsa italiana è diminuito del 30 per cento (-24 per cento in media tra i principali listini dell'area dell'euro). Dal 20 febbraio il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato decennali e quelli tedeschi è rapidamente aumentato fino a raggiungere 280 punti base il 17 marzo (figura 9; in tale data a livello infragiornaliero si è registrato un picco di 320 punti). Con il varo del programma di acquisti da parte della BCE e l'avvio degli interventi sul mercato dei titoli di Stato della Banca d'Italia per conto dell'Eurosistema l'aumento si è ridimensionato; oggi i rendimenti del BTP decennale sono superiori di circa 70 punti base rispetto al 20 febbraio. Dall'inizio di aprile le condizioni sui mercati finanziari hanno beneficiato anche dei primi segnali di miglioramento del quadro epidemiologico.
  Le conseguenze più gravi interessano, tuttavia, l'economia reale. Gli indicatori ad alta frequenza utilizzati per l'analisi congiunturale concordano nel suggerire un calo dell'attività economica di proporzioni eccezionali in tutto il mondo. In Italia, a marzo i consumi di elettricità e di gas nel settore industriale si sono ridotti di circa il 15 per cento rispetto a un anno prima. Gli indici del clima di fiducia delle imprese e dei responsabili degli acquisti sono scesi bruscamente nel comparto manifatturiero, sono diminuiti al minimo storico nei servizi e nelle costruzioni; un simile calo si registra negli indicatori di fiducia delle famiglie, in particolare sulle prospettive economiche personali, su quelle del paese, sui riflessi occupazionali. Andamenti analoghi si sono registrati nei maggiori paesi dell'area dell'euro, dove la diffusione del contagio si è manifestata con alcune settimane di ritardo rispetto all'Italia. L'ISTAT ha sospeso le rilevazioni campionarie degli indicatori di fiducia per il mese di aprile, a causa di difficoltà connesse con l'epidemia.
  Sulla base di nostre valutazioni, a marzo la produzione industriale avrebbe subito una contrazione pari a circa il 15 per cento. Maggiori dettagli sull'andamento della congiuntura economica nel corso del primo trimestre dell'anno saranno pubblicati sul Bollettino Economico della Banca d'Italia il 17 aprile.
  L'impatto delle misure di contenimento della pandemia sul reddito disponibile delle famiglie e sulla disoccupazione dovrebbe essere mitigato dall'ampio ricorso alla cassa integrazione guadagni (CIG). L'aumento dell'incertezza e i vincoli alla mobilità graveranno comunque fortemente sui consumi privati. L'improvvisa riduzione – o per alcune categorie di lavoratori, il completo venire meno – del reddito può tradursi in difficoltà di rimborso dei debiti.
  Il brusco calo delle vendite, al quale non corrisponde un'analoga riduzione dei costi a causa della inelasticità di alcune voci di spesa, sta causando un rapido deterioramento delle condizioni di liquidità delle imprese. Anche considerando l'effetto positivo di alcune delle misure contenute nel decreto «Cura Italia» (ampliamento della CIG e moratoria per le PMI) e supponendo un completo utilizzo delle linee di credito disponibili, nostre stime indicano che tra marzo e luglio il fabbisogno aggiuntivo di Pag. 26 liquidità delle imprese possa raggiungere i 50 miliardi.
  Le banche, in Italia come nel resto d'Europa, sono fortemente esposte alle conseguenze economiche della pandemia e ciò si è riflesso prontamente negli indicatori di mercato. Tra il 20 febbraio e il 9 aprile le quotazioni azionarie delle banche italiane sono calate in misura marcata (-40 per cento), una diminuzione simile a quelle delle altre banche europee, ma superiore a quella dell'indice di mercato (-30 per cento). Gli utili attesi per il 2020, pur rimanendo positivi per tutte le principali banche italiane quotate, sono stati ripetutamente rivisti al ribasso.
  Le condizioni di finanziamento sui mercati obbligazionari sono significativamente peggiorate. Il rendimento medio sul mercato secondario dei titoli senior non garantiti emessi da banche italiane è aumentato di circa 210 punti base (110 punti base per i principali intermediari francesi e tedeschi). Le emissioni si sono progressivamente ridotte fino ad annullarsi in marzo. La posizione di liquidità del sistema rimane tuttavia solida: la politica monetaria accomodante della BCE e della Federal Reserve statunitense consente alle banche di continuare a rifinanziarsi in euro e in dollari in misura adeguata rispetto alle loro esigenze.
  Lo shock macroeconomico generato dalla pandemia da Covid-19, a parità di altre condizioni, potrebbe generare un forte aumento del tasso di deterioramento dei prestiti. Nel breve termine i provvedimenti legislativi sulle moratorie e sulla sospensione delle rate dei mutui per l'acquisto di abitazioni e gli interventi a sostegno dei redditi delle famiglie e della continuità aziendale delle imprese avranno l'effetto di contenere, anche in misura significativa, il flusso di prestiti deteriorati. Nel medio termine le ricadute dell'epidemia sulla qualità del credito dipenderanno dalla durata della recessione e dalla rapidità della ripresa.
  La crisi conseguente all'emergenza sanitaria potrebbe accentuare le difficoltà che restavano in alcuni segmenti del sistema bancario, interrompendone il processo di rafforzamento. Ciò varrà a maggior ragione per quegli intermediari di piccole dimensioni e caratterizzati da un modello di business tradizionale che già prima dello scoppio dell'epidemia incontravano difficoltà a mantenere livelli di redditività soddisfacenti(1) .
  Nel settore del risparmio gestito la volatilità dei mercati finanziari ha determinato un'accelerazione dei deflussi dai fondi comuni italiani specializzati nel comparto azionario, mentre i comparti obbligazionario e flessibile hanno registrato andamenti della raccolta meno negativi, anche rispetto a quanto visto in altri paesi. Nostre rilevazioni ad hoc indicano che i riscatti netti sono stati finora fronteggiati senza significative tensioni nella gestione della liquidità; nell'ultima settimana di marzo, si sono attenuati, sino a volgere in positivo o ad annullarsi per buona parte dei comparti, in connessione con gli interventi delle banche centrali e dei governi.

  2. Le misure governative a sostegno del credito e della liquidità di imprese e famiglie.

  Il governo è intervenuto a sostegno delle condizioni finanziarie delle famiglie e delle imprese dapprima con il DL n. 18 del 17 marzo 2020 e successivamente con il DL n. 23 dell'8 aprile 2020. La manovra è recente e assai articolata; la Banca d'Italia ha fornito un contributo sul DL n. 18(2) . Una discussione dettagliata di queste misure è fuori dallo scopo di questo intervento. Semplificando, le loro caratteristiche principali possono essere riassunte nei termini seguenti. Pag. 27 
  La principale misura in sostegno delle famiglie indebitate è il rafforzamento del Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa (c.d. Fondo Gasparrini) previsto dal DL n. 18. Il Fondo prevede la sospensione per 18 mesi delle rate e un contributo per il pagamento degli interessi; l'accesso al Fondo è stato ampliato a favore dei lavoratori che abbiano subito una sospensione o una riduzione dell'orario di lavoro per effetto delle misure di emergenza adottate dal Governo(3) .
  La norma dovrebbe contribuire a ridurre le tensioni finanziarie di fasce di mutuatari particolarmente esposte agli effetti negativi della crisi. L'incremento del contributo sul pagamento degli interessi sospesi rappresenta un miglioramento rispetto all'operatività precedente, in quanto il Fondo era tenuto a coprire solo la quota di interessi rappresentata dal tasso di riferimento, tipicamente l'IRS a 10 anni, che attualmente presenta valori prossimi allo zero.
  Gli interventi a sostegno della liquidità delle imprese si concentrano su due strumenti: una moratoria straordinaria sui crediti in essere delle piccole e medie imprese (PMI); un ampio programma di garanzie pubbliche sui nuovi prestiti, che interessa tutte le classi dimensionali di imprese, dapprima introdotto con il DL n. 18 e successivamente rafforzato in misura considerevole dal DL n. 23.
  La moratoria straordinaria prevede la possibilità per le PMI e per le microimprese (inclusi i lavoratori autonomi) di ottenere dagli intermediari un «congelamento» dei prestiti revocabili o in scadenza fino alla fine del prossimo settembre e una sospensione, nello stesso periodo, dei pagamenti delle rate dei mutui (sia quota capitale sia quota interessi) e dei canoni di leasing. La misura si rivolge alle aziende che non abbiano esposizioni deteriorate alla data di entrata in vigore del decreto e che presentino temporanee carenze di liquidità dovute al diffondersi dell'epidemia. La norma prevede anche che una quota degli importi oggetto della moratoria sia coperta da una garanzia sussidiaria del Fondo Centrale di Garanzia (FCG) per le PMI, attraverso una sua Sezione speciale(4) .
  Con il DL n. 23 la generalità delle imprese italiane ha accesso, fino a dicembre del 2020, a finanziamenti con garanzia a prima richiesta fornita dallo Stato agli intermediari. Per le PMI il programma è gestito dal FCG, la cui operatività è stata estesa anche nei confronti delle imprese con un numero di addetti fino a 499. La quota del finanziamento coperto dalla garanzia pubblica è innalzata al 90 per cento e per talune categorie di finanziamenti raggiunge il 100 per cento. Per le grandi imprese la garanzia è fornita tramite la SACE, i cui compiti sono ridefiniti, e per la quasi totalità delle imprese la copertura è anche in questo caso pari al 90 per cento.
  Gli interventi varati dalla grande maggioranza dei paesi dell'area dell'euro sono accomunati dal ruolo centrale che il sistema finanziario gioca nel renderle efficaci. Nella maggior parte dei casi le misure più importanti prevedono moratorie e garanzie pubbliche sul credito, in linea con quelle adottate dal Governo italiano. Si registrano peraltro differenze molto significative tra paesi; l'analisi comparata è ancora in una fase preliminare.
  I tempi necessari affinché le misure adottate dal Governo divengano efficaci sono diversi a seconda della loro natura. Le misure relative alle moratorie a favore delle imprese sono efficaci già dalla fine di marzo. Il numero delle domande è potenzialmente Pag. 28 molto elevato, ma non implicano adempimenti complessi: possono accedere alle moratorie tutte le PMI che non abbiano posizioni deteriorate e che siano in grado di autocertificare una significativa riduzione del volume di attività dovuta alla pandemia da Covid-19. Il FCG farà fronte alle escussioni delle garanzie da parte degli intermediari per le insolvenze che si manifesteranno una volta terminato il periodo di moratoria. Lo stesso FCG ha il compito di gestire l'ampliamento delle garanzie pubbliche a favore delle PMI previsto dall'articolo 49 del DL n. 18 e dall'articolo 13 del DL n. 23. Anche in questo caso è presumibile che il numero delle richieste sia molto elevato. In passato il FCG ha mostrato buone capacità di far fronte a repentini aumenti di volumi operativi anche molto rilevanti, come ad esempio tra il 2008 e il 2009 quando l'ammontare dei prestiti garantiti raddoppiò. In questa circostanza l'incremento delle operazioni sarà verosimilmente molto maggiore di allora, ma la semplificazione delle procedure potrà contribuire a facilitare una gestione fluida del programma di aiuti. Infine, per quanto riguarda le garanzie previste all'articolo 1 del DL n. 23, se da un lato la SACE si troverà a gestire operazioni di natura diversa da quelle su cui ha raggiunto una comprovata efficienza, dall'altro gran parte dell'attività sarà concentrata presso le grandi imprese(5) , il cui numero è relativamente contenuto. La Task Force congiunta si adopererà per chiarire le tempistiche, al fine di evitare inutili aggravi burocratici per la clientela e gli intermediari.

  3. L'azione della Banca d'Italia.

  La Banca d'Italia opera su più fronti per contrastare gli effetti economici della pandemia. In quanto segue si darà conto delle principali aree di lavoro attivate in reazione all'emergenza(6) .

3.1 La politica monetaria

  In marzo, il Consiglio direttivo della BCE ha introdotto misure monetarie decisamente espansive, con l'obiettivo di sostenere il credito a famiglie e imprese dell'area dell'euro, garantire condizioni di liquidità distese e intervenire in modo flessibile sul mercato dei titoli pubblici e privati al fine di contrastare aumenti degli spread che danneggerebbero la trasmissione della politica monetaria.
  Il Consiglio direttivo ha stabilito una dotazione aggiuntiva di 120 miliardi per acquisti di attività finanziarie nell'ambito del programma esistente (Expanded Asset Purchase Programme, APP) e avviato un nuovo programma di acquisto di titoli per l'emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP). Quest'ultimo programma può contare su una dotazione di 750 miliardi per condurre acquisti di titoli pubblici e privati in modo flessibile - nel tempo, tra tipologie di attività e tra paesi - al fine di contrastare la frammentazione dei mercati(7) . Il Consiglio direttivo si è dichiarato pronto ad adottare tutte le misure necessarie, nell'ambito del proprio mandato, per sostenere l'area dell'euro in questa crisi.
  Come già detto, queste misure hanno immediatamente avuto un impatto molto positivo sulle condizioni dei mercati finanziari e sui rendimenti dei titoli di Stato, in particolare nel nostro paese (figura 9).
  Il 7 aprile il Consiglio ha annunciato un significativo allentamento dei criteri di idoneità e delle misure di controllo dei rischi applicati alle attività conferibili a garanzia (c.d. collaterale) delle operazioni di rifinanziamento della banca centrale. Le misure Pag. 29 sono finalizzate a facilitare l'accesso delle banche al finanziamento e a sostenere il credito a imprese e famiglie. Nostre stime preliminari, basate sul collaterale attualmente conferito in garanzia dalle controparti italiane, indicano che l'allentamento consentirebbe circa 30 miliardi di euro di maggiori finanziamenti (circa il 10 per cento del valore attuale). Sebbene nel loro complesso le banche italiane possano al momento contare su un'ampia dotazione di collaterale, la Banca d'Italia sta effettuando autonomi approfondimenti con l'obiettivo di ampliarne ulteriormente la disponibilità(8) .
  Nel complesso l'intervento della politica monetaria ha avuto un ruolo determinante nel riportare ordine sui mercati. Sono in tal modo state poste le premesse per l'azione dei governi e delle istituzioni europee, a cui spetta il ruolo principale nella gestione della crisi.
  La Banca d'Italia opera sui mercati secondari italiani, incluso quello dei titoli di Stato, nell'ambito dei programmi di acquisto di attività finanziarie dell'Eurosistema. Il valore dei titoli pubblici italiani acquistati nell'ambito dell'APP ammontava a 382 miliardi di euro alla fine del mese scorso, di cui 346 acquistati dalla Banca d'Italia e iscritti nel suo bilancio. Dal 26 marzo, ulteriori interventi vengono effettuati nell'ambito del PEPP.

3.2 La vigilanza prudenziale

  Le autorità di vigilanza internazionali, europee e nazionali si sono mosse su più fronti.
  In primo luogo, il Comitato di Basilea, l'Autorità Bancaria Europea (European Banking Authority, EBA) e il Meccanismo di Vigilanza Unico (Single Supervisory Mechanism, SSM) hanno sfruttato al massimo alcuni elementi di flessibilità presenti nella regolamentazione prudenziale. È stato chiarito che le riserve di capitale (micro e macroprudenziali) e di liquidità al momento disponibili presso le banche possono essere utilizzati per non far mancare il credito all'economia e per far fronte alle perdite connesse con l'inevitabile aumento della rischiosità dei prestiti. Tali riserve sono state infatti concepite dal regolatore proprio per far fronte a situazioni eccezionali come quella che stiamo affrontando.
  Un'altra area interessata è quella della classificazione dei crediti e del calcolo degli accantonamenti. È stato precisato che le moratorie (sia quelle previste per legge, sia quelle adottate volontariamente dal settore bancario) non comportano l'automatica riclassificazione dei crediti tra quelli in bonis ma oggetto di concessioni (forborne exposures) né tantomeno tra quelli deteriorati. Sul fronte contabile, è stato chiarito che l'accesso alle moratorie non determina automaticamente un incremento significativo del rischio di credito (cioè il passaggio dallo «stadio 1» allo «stadio 2» della classificazione prevista dal principio IFRS 9). Le autorità hanno anche dato indicazioni alle banche sulle modalità di applicazione del principio contabile IFRS 9 per attenuare i possibili effetti prociclici nel calcolo delle rettifiche di valore sui crediti. Hanno inoltre raccomandato alle banche che non lo hanno ancora fatto di avvalersi del regime transitorio introdotto con l'entrata in vigore dell'IFRS 9, previsto proprio allo scopo di attenuare l'impatto sul patrimonio di vigilanza di eventi imprevisti. Tale disciplina transitoria è stata anche modificata dal Comitato di Basilea per consentire, alle giurisdizioni che se ne vorranno avvalere, di diluire gli impatti delle nuove rettifiche di valore su un periodo più lungo e con meccanismi di maggior favore rispetto a quelli attualmente previsti; per essere recepita in Europa, tale modifica richiederà un intervento sul Regolamento che disciplina i requisiti prudenziali di banche e imprese di investimento (Regolamento (UE) N. 575/2013).
  Per il sistema bancario italiano i chiarimenti in materia di capitale consentono alle banche di «tirare» su risorse patrimoniali Pag. 30  per un ammontare pari a quasi quattro punti percentuali di CET1 ratio (il rapporto tra il capitale di qualità primaria e le attività ponderate per il rischio). Il capitale così liberato dovrà essere utilizzato per sostenere l'economia mantenendo intatta la robustezza del sistema, non per accrescere in questo momento i pagamenti ad azionisti e manager. Un ulteriore fronte di intervento ha quindi riguardato le politiche dei dividendi. L'EBA, l'SSM e, per le banche sotto la sua supervisione diretta, la Banca d'Italia, hanno raccomandato agli intermediari di non assumere alcun impegno irrevocabile per il pagamento dei dividendi per gli esercizi finanziari 2019 e 2020, di astenersi da riacquisti di azioni proprie miranti alla remunerazione degli azionisti e di utilizzare la massima prudenza nella definizione delle politiche di remunerazione. Ciò consente di conservare al massimo il capitale, mai come adesso prezioso, all'interno del sistema bancario. Analoghe decisioni sono state prese anche da altre autorità, come quelle assicurative.
  La richiesta di posporre i dividendi ha fatto sì che i profitti del 2019 che le banche avevano programmato di distribuire agli azionisti (circa 5,5 miliardi, pari a un ulteriore mezzo punto percentuale di CET 1 ratio) rimangano per il momento all'interno del sistema bancario. Per le banche che hanno deciso di posporre la distribuzione dei dividendi senza capitalizzare gli utili, la vigilanza si è riservata di adottare nuovi provvedimenti alla luce dell'evoluzione della pandemia e della situazione economica.
  Un'altra linea di azione consiste nel concedere proroghe alle banche per gli adempimenti previsti dalla normativa di vigilanza e per alcuni obblighi di segnalazione per il tempo necessario a tornare alla normalità, in modo da permettere agli intermediari di continuare a svolgere la loro attività, garantendo continuità operativa e ordinato funzionamento.
  La Banca d'Italia si è impegnata per l'adozione di questi interventi, che incentivano quanto più possibile il sistema finanziario a sostenere l'economia in questa fase di grave difficoltà.
  A fronte di questi interventi prosegue l'attività mirante a preservare la robustezza degli intermediari. A tal fine si sono intensificati momenti di confronto e dialogo e sono state avviate specifiche richieste di informazioni sulle azioni poste in essere per affrontare la crisi. Per le banche che già presentavano elementi di fragilità, è possibile che le azioni poste in essere dal Governo e dalle autorità di vigilanza non siano sufficienti a permettere loro di sostenere le conseguenze economiche della pandemia. Sarà necessario, in questi casi, al pari di quanto fatto per le altre imprese, valutare tempestivamente la possibilità di indirizzare il sostegno pubblico per favorire processi aggregativi anche degli intermediari di minore dimensione e maggiormente a rischio.

3.3 La tutela della clientela

  Un terzo fronte di impegno della Banca d'Italia riguarda l'attività di controllo e di indirizzo degli intermediari nell'ambito della funzione di tutela della clientela(9) . La necessità di confrontarsi con la novità e la varietà degli strumenti previsti dai provvedimenti del Governo, il repentino succedersi di interventi normativi, il conseguente continuo aggiornamento delle procedure e le inevitabili incertezze interpretative possono determinare ritardi, dovuti anche a tempi tecnici, nell'attuazione delle misure.
  In questa fase così delicata per il Paese è stato necessario potenziare i canali di ascolto, per individuare problemi, soddisfare le esigenze di informazioni e chiarimenti e individuare possibili spazi d'azione. La Banca d'Italia si avvale di numerose fonti informative.
  Un primo canale è costituito dalle segnalazioni («esposti privatistici»: lamentele, reclami e richieste di chiarimento) inviate dai clienti degli intermediari. Le strutture preposte alla tutela si attivano a fronte di ciascuna segnalazione per agevolare Pag. 31  il dialogo tra intermediari e clienti e favorire la risoluzione dei problemi. Da metà marzo è stato avviato un controllo continuo dedicato alle segnalazioni legate all'emergenza Covid-19; il 10 aprile ne erano pervenute 257(10) . Una seconda fonte di informazioni deriva dall'analisi dei principali social media (es. Twitter, Facebook), anche in questo caso potenziata in relazione all'emergenza. Una terza fonte è costituita dalle email (richieste di chiarimento, segnalazioni di malfunzionamenti, lamentele) indirizzate da cittadini alla casella funzionale appositamente attivata da codesta Commissione d'inchiesta e messa a disposizione della Banca d'Italia(11) . Dall'analisi di queste fonti emerge una generalizzata esigenza di assistenza e informazioni sugli strumenti introdotti dai DL e di semplificazione e miglioramento delle procedure per l'accesso agli stessi; ci sono poi lamentele riguardanti la chiusura degli sportelli bancari sul territorio, i ritardi da parte degli intermediari (in particolare, per la concessione della sospensione dei mutui) e alcuni limiti nei provvedimenti governativi (come lungaggini procedurali per il credito alle PMI, nonché requisiti e condizioni per l'accesso alla moratoria mutui).
  Alcuni problemi che si sono verificati in una fase iniziale dell'emergenza sembrano essere stati superati, anche grazie allo scambio di informazioni tra ministeri, autorità di vigilanza, associazioni di categoria e industria cui contribuisce la Task force oggetto di quest'audizione.
  Per far fronte alle esigenze manifestate dai cittadini, lo scorso 10 aprile la Banca d'Italia ha indirizzato una Comunicazione agli intermediari(12)  per chiedere, da un lato, di intensificare gli sforzi per favorire la rapida attuazione delle misure contenute nei recenti decreti e, dall'altro, di assicurare assistenza e informazioni alla clientela, anche mediante il potenziamento dei canali di comunicazione da remoto, telefonici o via web.
  In particolare, abbiamo chiesto di garantire l'operatività delle filiali quando sussistano difficoltà a fornire servizi da remoto o per evitare spostamenti in comuni diversi da quello della filiale di riferimento; fornire rapidamente istruzioni chiare alle reti sulle modalità di attivazione delle misure governative (adottando, ove disponibile, la modulistica approntata dalle Autorità); disporre le operazioni di riaccredito delle eventuali rate di prestiti o mutui addebitate pur in presenza di una domanda di moratoria; rimuovere qualsiasi onere a carico della clientela non compatibile con le previsioni normative emergenziali.
  Gli intermediari sono stati inoltre invitati a valutare l'opportunità di estendere le iniziative di sostegno, su base volontaria, anche a favore di categorie di soggetti che versano in situazione di difficoltà e a tipologie di rapporti che al momento non beneficiano delle misure adottate dal Governo.
  Abbiamo chiesto di prevedere una sezione dei siti web delle banche dedicata alle misure governative, di predisporre un'area dedicata alle FAQ (eventualmente con rinvio all'analoga sezione del sito del MEF), di facilitare la presentazione delle richieste, mettendo a disposizione l'elenco dei documenti necessari, la documentazione di trasparenza e i moduli, da poter trasmettere anche via web.
  Con una precedente comunicazione del 3 aprile la Banca d'Italia aveva già chiesto agli intermediari di ridurre il più possibile Pag. 32 il ricorso a comunicazioni cartacee che non avessero carattere obbligatorio e di privilegiare il ricorso a strumenti telematici; valutare con particolare cautela l'adozione di modifiche unilaterali dei contratti in senso sfavorevole per la clientela; pubblicizzare adeguatamente le soluzioni adottate per gestire l'emergenza.
  La Banca d'Italia sta utilizzando anche il Portale di educazione finanziaria(13)  per offrire al pubblico informazioni e consigli pratici sulla gestione a distanza della relazione con gli intermediari, l'uso consapevole e sicuro degli strumenti di pagamento elettronici e on-line, l'attivazione dei servizi on-line che l'Istituto stesso offre ai cittadini (oltre alle segnalazioni menzionate sopra, l'accesso ai dati della Centrale dei Rischi e della Centrale di Allarme Interbancaria).

3.4 Il contrasto all'illegalità economica

  La Banca d'Italia, con la Comunicazione del 10 aprile, ha raccomandato agli intermediari di continuare a sottoporre la clientela a tutti gli obblighi previsti dalla disciplina in materia di antiriciclaggio, calibrando la profondità e l'intensità dei controlli da condurre a fini di adeguata verifica. Con riferimento ai finanziamenti alle imprese garantiti dallo Stato, le banche dovranno valutare – sia in sede di concessione del finanziamento, sia nella fase di monitoraggio dello stesso – che i fondi siano effettivamente destinati a fornire le imprese della provvista necessaria a far fronte ai costi di funzionamento o a realizzare verificabili piani di ristrutturazione industriale e produttiva. La Banca d'Italia verificherà che le banche valutino con la dovuta cautela le richieste provenienti da soggetti caratterizzati da profili di rischio elevato.
  È tuttavia necessario conciliare questa cautela con l'esigenza di assicurare un rapido dispiegamento degli strumenti di contrasto dell'emergenza approvati dal Governo. A questo fine potrebbero essere considerate modalità di tracciamento dei finanziamenti erogati, quali l'obbligo di convogliare i finanziamenti con garanzia pubblica su conti dedicati. Queste misure agevolerebbero i controlli a posteriori sul rispetto dell'obbligo di destinazione dei flussi finanziari previsto dalla legge e permetterebbero azioni di rivalsa in caso di falsa dichiarazione.

3.5 L'impegno della Banca d'Italia su altri fronti

  La Banca d'Italia è impegnata anche su altri fronti direttamente connessi con l'emergenza sanitaria. Per assicurare la disponibilità del contante sono state attivate procedure di continuità operativa presso la rete delle filiali, nonostante alcune di esse siano state chiuse temporaneamente a causa di contagi, ed è stata condotta un'azione di coordinamento degli altri operatori che gestiscono il contante (banche, Poste, società di servizi)(14) . Le infrastrutture per la gestione del contante e del sistema dei pagamenti, sono macchine assai complesse, che tendono a divenire visibili in caso di problemi(15) . Il lavoro svolto ha assicurato il Pag. 33 regolare funzionamento di questa infrastruttura, sebbene dalla metà di marzo oltre il 90 per cento del personale dell'Istituto lavori interamente in modalità remota.
  L'attività degli economisti della Banca è ora impegnata nell'analisi delle conseguenze dell'epidemia sull'economia con l'obiettivo di individuare le misure più opportune per fronteggiarle. Particolare attenzione viene dedicata alla disponibilità di indicatori statistici, anche esplorando nuove fonti a fronte del rischio che venga meno la produzione tempestiva delle statistiche ufficiali. I principali risultati delle analisi sono condivisi con le autorità nazionali e internazionali per facilitare il coordinamento delle politiche economiche. Gli approfondimenti sono riportati su una pagina dedicata del sito della Banca d'Italia.

  4. La Task Force: obiettivi e prime attività svolte.

  Il 29 marzo il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) ha annunciato la costituzione di una Task force informale – comprendente, oltre al MEF, la Banca d'Italia, l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e il Mediocredito Centrale (MCC) – per assicurare l'efficiente e rapido utilizzo delle misure di supporto finanziario alle famiglie e alle imprese adottate dal Governo con il DL n. 18. La Task Force lavora per agevolare lo scambio di informazioni tra i partecipanti, anche al fine di individuare le soluzioni più appropriate rispetto a eventuali problemi applicativi e per coordinare la raccolta e la diffusione di informazioni sugli strumenti previsti dalla normativa. Con l'approvazione del DL n. 23 alla Task Force si sono uniti il Ministero per lo Sviluppo Economico e la SACE.
  Sinora la Task Force ha costituito principalmente un punto di condivisione di informazioni e di coordinamento, da cui ciascun partecipante trae indicazioni e spunti per la propria attività.
  Data l'eccezionalità della situazione e l'esigenza di rapidità, la raccolta di informazioni presso il sistema bancario è stata avviata con modalità informali sia dalla Banca d'Italia sia dall'ABI. Gli intermediari hanno assicurato che stanno prestando il massimo impegno per rendere effettivi i provvedimenti del Governo. Le concrete soluzioni operative individuate sono variegate e comprendono, tra l'altro, la costituzione di appositi gruppi di lavoro o comitati a livello manageriale dedicati alla gestione delle richieste della clientela; il ricorso a risorse del back-office per la gestione delle richieste di moratoria; la revisione del sistema delle deleghe per la semplificazione delle procedure di approvazione delle istanze; l'adattamento alla gestione delle moratorie ex lege di procedure informatiche in precedenza utilizzate per la gestione delle moratorie volontarie.
  L'elevato numero di richieste pervenute ha inizialmente determinato ritardi nei riscontri da parte degli intermediari anche a causa della ridotta disponibilità di personale. Successivamente l'adozione di misure organizzative avrebbe contribuito a ridurre i tempi di gestione delle richieste.
  I primi dati raccolti mostrano che al 3 aprile 2020 sono state presentate domande di moratoria su circa 660.000 prestiti e linee di credito, per un totale di 75 miliardi di debito residuo. Di queste, circa 440.000 posizioni (per 58 miliardi) fanno capo a imprese, mentre la parte restante è relativa alle famiglie. Il dato complessivo riflette sia le moratorie ex lege introdotte dal DL n. 18 sia quelle offerte volontariamente dalle banche.
  Nelle prossime settimane si passerà a una raccolta dati più strutturata da parte dalla Banca d'Italia in stretto coordinamento con l'SSM, estesa agli strumenti previsti dal DL n. 23.
  La Task Force dà la massima diffusione alle notizie riguardanti la propria attività e a tutte le iniziative messe in campo per ridurre le difficoltà di interpretazione e applicazione di provvedimenti. Sul sito internet del MEF è stata creata una sezione che riporta la lista di domande frequenti (FAQ) sulle caratteristiche e le modalità di accesso ai nuovi strumenti. I partecipanti collaborano per alimentare questa sezione, che è in costante aggiornamento, e per darle visibilità attraverso i propri canali di comunicazione.

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  5. Conclusioni.

  Il Paese sta attraversando una fase eccezionale. La contrazione dell'attività economica – il suo completo arresto in specifici settori – determinano problemi inediti. Le attività finanziarie, incluse quelle assicurative, sono state ricomprese dal governo tra quelle essenziali, da far proseguire anche nella fase acuta di diffusione della pandemia. Come altre istituzioni, anche la Banca d'Italia si è rapidamente attivata per adattarsi al nuovo contesto, tenendo presente la necessità di conciliare le esigenze istituzionali con quelle di tutela della salute dei lavoratori degli intermediari vigilati e dei propri dipendenti. La percentuale di questi ultimi che opera interamente in modalità delocalizzata è stata rapidamente portata oltre il 90 per cento. Non abbiamo registrato cadute significative nell'attività di alcuno dei dipartimenti.
  La Banca opera su più fronti per contrastare gli effetti economici della pandemia: contribuisce alle decisioni di politica monetaria della BCE e a quelle relative alla supervisione delle banche da parte dell'SSM; interviene direttamente nei mercati; partecipa ai consessi internazionali riguardanti la regolamentazione bancaria e finanziaria (Comitato di Basilea, Financial Stability Board, Consiglio Europeo per il Rischio Sistemico, EBA), in cui in questa fase maturano importanti decisioni ai fini della reazione all'emergenza; informa e tutela la clientela bancaria – da ultimo con la comunicazione agli intermediari pubblicata nei giorni scorsi; svolge attività di contrasto all'illegalità economica nell'ambito dei propri compiti in materia di antiriciclaggio, cooperando con l'autorità giudiziaria; assicura la continuità operativa del sistema dei pagamenti all'ingrosso e della gestione dei contanti; fornisce consulenza al Governo e al Parlamento nella definizione delle misure di politica economica.
  Vediamo con molto favore la costituzione della Task force oggetto di quest'audizione. Essa rappresenta un importante luogo di coordinamento e di scambio di idee, che contribuisce a migliorare il lavoro di ciascuno dei partecipanti.

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ALLEGATO 2

Figura 1: Debito finanziario delle famiglie
(in percentuale del reddito disponibile – dati al III trimestre 2019)

  Fonte: Banca d'Italia e Istat per l'Italia, BCE per i paesi dell'area dell'euro.

Figura 2: Tasso di deterioramento del credito alle famiglie
(valori percentuali)

  Fonte: centrale dei Rischi e Crif.
  1) Flusso trimestrale di prestiti deteriorati rettificati (scaduti oltre i 90 giorni, altri deteriorati e sofferenze) in rapporto alle consistenze dei prestiti al netto dei deteriorati rettificati alla fine del trimestre precedente, in ragione annua. Dati depurati dalla componente stagionale, dove presente. – (2) Flusso annuale del numero di contratti deteriorati (in stato di sofferenza o scaduti oltre i 180 giorni) in rapporto al totale dei contratti non deteriorati esistenti all'inizio di ogni periodo di riferimento.

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Figura 3: Indicatori finanziari delle imprese
(valori percentuali)

  Fonte: Cerved.
  Note: Il leverage è pari al rapporto tra i debiti finanziari e la somma degli stessi con il patrimonio netto.

Figura 4: Banche italiane - NPL ratio netto e lordo
(valori percentuali)

  Fonte: Banca d'Italia, segnalazioni di vigilanza.

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Figura 5: Banche italiane - Tasso di copertura dei crediti deteriorati
(banche significative; valori percentuali)

  Fonte: Banca d'Italia, segnalazioni di vigilanza.

Figura 6: Banche italiane - Prestiti per classe di rischio delle imprese
(miliardi di euro)

  Fonte: Banca d'Italia e Cerved.
  Note: I prestiti includono quelli concessi dalle società finanziarie. L'attribuzione della classe di rischio è basata sull'indicatore CeBi-Score4 calcolato da Cerved.

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Figura 7: Banche italiane - Variazione Core Tier 1/CET1 ratio tra il 2007 e il 2019
(banche significative; dati di fine periodo; valori percentuali)

  Fonte: Banca d'Italia.
  Nota: la voce «Altre variazioni sul capitale» comprende anche effetto ICCREA una tantum sul capitale, mentre le variazioni in aumento di RWA e totale attivo sono state lasciate nelle rispettive voci. È stata esclusa Cassa Centrale banca.

Figura 9: Differenziali tra il rendimento dei titoli di Stato decennali di alcuni paesi e quello del titolo tedesco

  Fonte: Bloomberg

(1)  Cfr. l'Audizione della Vice Direttrice Generale della Banca d'Italia, Alessandra Perrazzelli, davanti alla VI Commissione (Finanze) della Camera dei Deputati, su «Esame del disegno di legge C. 2302, di conversione in legge del decreto-legge n. 142 del 2019, recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento», Roma, 9 gennaio 2020.

(2)  Cfr. la Memoria per la 5a Commissione Senato della Repubblica (Programmazione economica e Bilancio) su «Disegno di legge A.S. 1766, conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19», Roma, 25 marzo 2020.

(3)  La nuova norma estende, per un periodo di nove mesi dall'entrata in vigore del DL, l'accesso al Fondo ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che hanno subito un calo significativo del proprio fatturato rispetto all'ultimo trimestre del 2019, e aumenta il contributo per gli interessi relativi alle rate sospese, innalzandolo al 50 per cento del totale. Ai fini dell'accesso al Fondo è stato eliminato il limite massimo di 30.000 euro certificato dall'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Per far fronte alla maggiore operatività, al Fondo sono assegnate risorse pari a 400 milioni.

(4)  La garanzia, di natura accessoria, copre una quota pari al 33 per cento dei seguenti importi: i) il maggiore credito utilizzato tra la data dell'entrata in vigore del decreto e il 30 settembre 2020; ii) i prestiti in scadenza che hanno beneficiato di un allungamento della durata; iii) le singole rate oggetto di sospensione.

(5)  Le piccole e medie imprese possono rivolgersi alla SACE solo dopo aver esaurito la capacità di utilizzo della garanzia rilasciata dal FCG, pari a 5 milioni.

(6)  Un quadro più ampio delle attività dell'Istituto in reazione all'emergenza sanitaria sarà contenuto nella Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d'Italia nel 2019, che verrà pubblicata alla fine di maggio.

(7)  Le misure includono anche nuove operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (Longer-Term Refinancing Operations, LTRO) a un costo pari alla media del tasso sui depositi presso la banca centrale in vigore durante l'operazione (attualmente negativo al –0,5 per cento) e un allentamento delle condizioni applicate alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO3). È stato inoltre innalzato fino a circa 3.000 miliardi di euro l'ammontare complessivo di fondi che le controparti possono ottenere (211 miliardi per le sole controparti italiane).

(8)  In particolare, si sta valutando l'estensione del novero delle attività stanziabili nell'ambito dello schema nazionale degli Additional Credit Claims, per includere i prestiti erogati a famiglie e piccole e medie imprese, inclusi i lavoratori autonomi, assistiti dalla garanzia statale concessa per far fronte all'emergenza pandemica.

(9)  A seguito di una ristrutturazione organizzativa in corso di attuazione, la funzione di tutela sarà svolta da un nuovo dipartimento, separato da quello che cura la vigilanza prudenziale.

(10)  Il monitoraggio, in via di affinamento, ha consentito di individuare due principali casistiche. La prima è rappresentata dalle segnalazioni nei confronti di intermediari specifici per accedere alle misure varate dal Governo: tra queste le lamentele riferibili alla mancata concessione dei benefici previsti rappresenta meno del 60 per cento; le restanti sono richieste volte a ottenere tali benefici, inviate alla Banca d'Italia solo per conoscenza. Una seconda casistica (circa il 10 per cento del totale) riguarda, invece, richieste di informazione di carattere più generale (prevalentemente richieste di chiarimenti sulle misure varate dal Governo e sulla loro concreta operatività).

(11)  Delle 513 segnalazioni ricevute fino all'8 aprile circa il 70 per cento riguardano intermediari specifici, mentre il restante è ascrivibile a richieste di informazione.

(12)  Raccomandazioni su tematiche afferenti alle misure di sostegno economico predisposte dal Governo.

(13)  https://economiapertutti.bancaditalia.it/

(14)  In dettaglio, è stato necessario: emanare un provvedimento di autorizzazione al «ricircolo manuale delle banconote» per consentire agli sportelli bancari di alimentare gli ATM anche con banconote controllate direttamente dal proprio personale; attivare il Comitato per la continuità della distribuzione delle banconote (COBAN, costituito sulla base di un protocollo d'intesa tra Banca d'Italia, ABI, Poste Italiane e Ministero dell'Interno), con l'obiettivo di contemperare l'approvvigionamento di banconote presso gli ATM e gli sportelli bancari e postali con il pieno rispetto delle condizioni di sicurezza e di salute dei lavoratori della categoria impegnati nello svolgimento dei servizi; assicurare, con l'aiuto della Protezione civile, il reperimento di mascherine per le società di servizi; mantenere stretti contatti con gli operatori per continuare ad assicurare che le banconote anomale venissero ritirate dalla circolazione e inviate per gli esami tecnici anticontraffazione al Centro Nazionale di Analisi della Banca d'Italia; attivare un monitoraggio della situazione anche a livello europeo con le principali Banche centrali e la BCE, al fine di assicurare scambi informativi e coordinamento ed evitare possibili ripercussioni nazionali delle azioni intraprese nei diversi Paesi.

(15) Per conto dell'Eurosistema la Banca d'Italia gestisce il sistema TIPS (TARGET Instant Payment Settlement) e, insieme alla Bundesbank, i sistemi TARGET2 (per il regolamento dei pagamenti interbancari all'ingrosso e le operazioni di banca centrale) e TARGET2-Securities (per quello delle operazioni in titoli).