XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VII Camera e 7a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Mercoledì 4 marzo 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gallo Luigi , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra dell'istruzione, Lucia Azzolina, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Gallo Luigi , Presidente ... 3 
Azzolina Lucia (M5S) , Ministra dell'istruzione ... 3 
Gallo Luigi , Presidente ... 8 
Mollicone Federico (FDI)  ... 8 
Gallo Luigi , Presidente ... 8 
Marin Marco (FI)  ... 8 
Gallo Luigi , Presidente ... 9 
Marin Marco (FI)  ... 9 
Gallo Luigi , Presidente ... 9 
Marin Marco (FI)  ... 9 
Gallo Luigi , Presidente ... 9 
Marin Marco (FI)  ... 9 
Gallo Luigi , Presidente ... 9 
Di Giorgi Rosa Maria (PD)  ... 10 
Gallo Luigi , Presidente ... 10 
Valente Simone (M5S)  ... 10 
Gallo Luigi , Presidente ... 10 
Sgarbi Vittorio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 10 
Gallo Luigi , Presidente ... 10 
Fusacchia Alessandro (Misto-CD-RI-+E)  ... 10 
Gallo Luigi , Presidente ... 11 
Toccafondi Gabriele (IV)  ... 11 
Frassinetti Paola (FDI)  ... 12 
Sgarbi Vittorio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 12 
Aprea Valentina (FI)  ... 13 
Piccoli Nardelli Flavia (PD)  ... 16 
Saponara Maria  ... 17 
Granato Bianca Laura  ... 17 
Mollicone Federico (FDI)  ... 18 
Fusacchia Alessandro (Misto-CD-RI-+E)  ... 19 
Cangini Andrea  ... 21 
Ciampi Lucia (PD)  ... 21 
Sasso Rossano (LEGA)  ... 22 
Vacca Gianluca (M5S)  ... 24 
Palmieri Antonio (FI)  ... 25 
Di Giorgi Rosa Maria (PD)  ... 26 
Pittoni Mario  ... 27 
Gallo Luigi , Presidente ... 29 
Piccoli Nardelli Flavia (PD)  ... 29 
Gallo Luigi , Presidente ... 29 
Fusacchia Alessandro (Misto-CD-RI-+E)  ... 29 
Gallo Luigi , Presidente ... 29 
Vacca Gianluca (M5S)  ... 29 
Gallo Luigi , Presidente ... 29 
Sasso Rossano (LEGA)  ... 29 
Gallo Luigi , Presidente ... 30 
Casa Vittoria (M5S)  ... 30 
Casciello Luigi (FI)  ... 31 
Colmellere Angela (LEGA)  ... 32 
Valente Simone (M5S)  ... 33 
Gallo Luigi , Presidente ... 34

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE DELLA CAMERA
DEI DEPUTATI LUIGI GALLO

  La seduta comincia alle 20.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra dell'istruzione, Lucia Azzolina, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Ministra dell'istruzione sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ringrazio la Ministra Azzolina di essere presente oggi per questa audizione e saluto il Presidente della VII Commissione del Senato, senatore Pittoni, e tutti i senatori presenti. Avverto che, come nelle precedenti audizioni, il dibattito successivo alla relazione iniziale della Ministra sarà contingentato. D'intesa tra il presidente Pittoni e me, il tempo complessivo disponibile per il dibattito sarà circa di due ore; è stato diviso tra i gruppi con un criterio che tiene conto anche del numero di iscritti a parlare, e quindi, indirettamente, della consistenza numerica dei gruppi. Come nelle precedenti occasioni, il tempo di ciascun gruppo sarà diviso in parti uguali tra deputati e senatori, salvo diverso accordo interno al gruppo. Quanto all'ordine di intervento, la parola sarà data, come nelle precedenti audizioni, secondo la consistenza numerica dei gruppi nelle commissioni. Come concordato con la Ministra, per non comprimere il dibattito, la replica avverrà in un'altra seduta. A questo punto do la parola alla Ministra Azzolina.

  LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'istruzione. Grazie. Presidente Gallo, presidente Pittoni, colleghi, deputate e deputati, senatrici e senatori, il 10 gennaio scorso ho giurato nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella assumendo l'incarico di nuovo Ministro dell'istruzione. Come ho da subito dichiarato, intendo ribadire anche in questa sede l'importanza del ruolo e la delicatezza del lavoro che mi attende, nella consapevolezza che quanto stiamo già realizzando e continueremo a progettare e attuare per la scuola del Paese si rifletterà indirettamente e direttamente sulle nuove generazioni di cittadini italiani. Per questo, ritengo necessario un impegno comune da parte di tutte le forze politiche che siedono in Parlamento per la piena attuazione dell'articolo 34 della nostra Costituzione, un impegno che possa garantire alla scuola le necessarie risorse professionali, economiche e strumentali. Ciò di cui il Paese necessita e che ritengo essere l'elemento chiave del mio mandato è rimettere gli studenti al centro di tutta la programmazione presente e futura del sistema educativo nazionale di istruzione e formazione. Le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi che ogni giorno popolano le nostre scuole chiedono quotidianamente decisioni e interventi sempre più attenti ai loro bisogni. Dobbiamo garantire loro il diritto a fare scuola in edifici e strutture sicuri; il diritto ad ambienti di apprendimento adeguati e non sovraffollati; il diritto a una classe docente competente e preparata in grado di affrontare dinamicamente le sfide sempre più incalzanti che il mondo Pag. 4attuale propone; il diritto alla continuità dei docenti durante tutto il percorso di studi; il diritto ad una didattica innovativa, anche in chiave digitale, che parta dagli stili di apprendimento e non dalle consuetudini di insegnamento, e che sappia utilizzare le buone pratiche; il diritto alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento sulla base dei bisogni educativi di ciascuno. Ridare protagonismo agli studenti vuol dire garantire anche agli studenti con disabilità, agli studenti con disturbi dell'apprendimento, o con svantaggi socioculturali o socioeconomici, il massimo impegno costante e attento per realizzare la loro piena inclusione non solo nel sistema scolastico, ma operando con competenza e lungimiranza anche nel più generale contesto di vita nel quale sono inseriti. A tal fine, siamo chiamati a dare piena e rapida attuazione al dettato delle nuove norme sull'inclusione, affinché si completi la cornice strutturale di rinnovamento entro la quale realizzare un sistema scolastico sempre più inclusivo. Anche per i docenti di sostegno abbiamo previsto procedure concorsuali ad hoc, sulle quali si sta già operando, nell'ambito e con la stessa celerità dei concorsi ordinario e straordinario al fine di incrementare quanto prima il numero dei docenti di ruolo specializzati sul sostegno nelle classi della scuola italiana. Nei giorni scorsi è stato firmato dal Ministro Manfredi, che ringrazio per la collaborazione, il decreto che autorizza l'avvio del quinto ciclo dei percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per il sostegno. Si tratta di 19.585 posti destinati ai prossimi docenti di sostegno delle scuole primarie e secondarie di ogni grado. Sono allo studio, inoltre, percorsi formativi chiari e definiti per mezzo dei quali tutti i docenti a tempo indeterminato – anche quelli non specializzati – potranno acquisire competenze in materia di didattica e metodologica inclusiva. Bisognerà lavorare sin da subito tutti insieme per elaborare una soluzione efficace al fine di trasformare in organico di diritto un maggior numero possibile di posti di sostegno in deroga. Il diritto all'inclusione deve essere garantito con continuità ed effettività.
  Considero ulteriore priorità per il nostro Paese continuare a lavorare per prevenire e contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e dell'abbandono del sistema formativo da parte degli studenti. Se è vero che il fenomeno appare in lieve e graduale diminuzione rispetto al passato, è altrettanto vero che ancora molto di concreto si può fare per ridurre al minimo i fattori che generano dispersione, anche in ragione delle caratteristiche territoriali. Per fare questo è necessario creare ambienti di apprendimento maggiormente adeguati, sia sotto il profilo strutturale delle scuole che della dotazione tecnologica innovativa, ma anche attivando sperimentazioni metodologiche che sappiano rinnovare la didattica, rendendola maggiormente rispondente agli stili di apprendimento dei giovani.
  Nell'ottica dell'attualizzazione dei percorsi ordinamentali già vigenti nella scuola secondaria di secondo grado, riteniamo di grande valore strategico consolidare l'esperienza dei licei musicali e ampliarne l'offerta, in analogia con i percorsi dei licei coreutici, istituendo percorsi a indirizzo musicale moderno, che possano in maniera attuale rispondere ancor più efficacemente alla domanda formativa dei giovani attraverso i linguaggi della modernità.
  Riconosco che la cura educativa dei nostri studenti nasce dalla più tenera età e che fin da allora lo Stato deve mettersi al servizio dei cittadini, anche proseguendo il percorso di realizzazione di un sistema integrato di servizi alla persona. Vogliamo convintamente continuare a lavorare per strutturare in maniera ancor più solida il cosiddetto sistema «zero-sei» valorizzando al meglio le competenze dei singoli attori che lo realizzano – Stato, regioni, enti locali e le istituzioni scolastiche – in tema di compartecipazione economica di gestione del personale e delle strutture scolastiche. Desideriamo, inoltre, attraverso apposite azioni di coordinamento e di interlocuzione finalizzate al miglior utilizzo delle risorse, continuare ad alimentare il cosiddetto «sistema dei poli per l'infanzia», strutture uniche sui territori che annoverano al loro interno entrambi i segmenti Pag. 5fondamentali dello zero-sei, cioè lo 0-3 e il 3-6.
  Soprattutto lavoreremo per affermare la centralità delle istituzioni scolastiche nel coordinamento pedagogico territoriale, che sottende alla buona riuscita e alla migliore efficacia dell'intero sistema integrato. È fondamentale difendere il ruolo della scuola come comunità educante di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni, rilanciando il valore dell'alleanza educativa. Scuola, famiglia, comunità locali, attività integrative quali le opere sociali e di assistenza, in una parola tutto quello che direttamente o indirettamente contribuisce alla formazione infantile e giovanile deve riscoprire la capacità di progettare e di realizzare. Non può aversi un efficace servizio di istruzione da parte della scuola se esso non è supportato da un patto con la famiglia, che non sia solo sostegno materiale ed economico quando richiesto e in alcuni casi necessario, bensì condivisione esplicita di sistemi valoriali comuni che tengano al centro lo sviluppo della personalità di ogni alunno.
  Affinché la scuola sia un interlocutore credibile e attento verso le istanze della società, ritengo fondamentale la promozione della formazione di tutto il personale scolastico, sia in ingresso che in tutto l'arco della vita professionale. La formazione continua, oltre a essere uno dei punti chiave delle più recenti raccomandazioni europee, è volano strategico necessario per migliorare e innovare concretamente l'intero sistema di istruzione e per garantire che la scuola, in tutte le sue componenti, sia costantemente in grado di affrontare il cambiamento sociale, culturale, economico, sempre nell'interesse esclusivo dello studente. Si tratta di un tema che ovviamente affronteremo nelle sedi opportune, anche attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali, e vigileremo affinché la formazione sia davvero di qualità.
  Voglio garantire il giusto riconoscimento al personale amministrativo, tecnico e ausiliario, troppo poco valorizzato in passato, nonostante il ruolo strategico svolto nella scuola. È tempo di rivedere i singoli profili professionali per renderli coerenti con le esigenze dell'utenza scolastica, garantendo le misure concrete di supporto informativo e di aggiornamento professionale.
  Desideriamo fortemente avviare una riflessione tesa a valorizzare e supportare il lavoro dei docenti sia individualmente che nella dimensione collegiale. I docenti hanno assistito negli anni a una trasformazione di fatto del loro profilo professionale, sempre più chiamati a stare al passo con il ritmo e gli stili di apprendimento delle nuove generazioni, fino anche a svolgere funzioni educative e sussidiarie rispetto alle difficoltà socioeconomiche delle famiglie, inevitabilmente riverberatesi sugli studenti. Per questo motivo voglio affrontare i nodi emergenti rispetto al loro status giuridico ed economico, che necessita di essere adeguato alle nuove sfide professionali e sociali cui sopra ho accennato. Renderemo finalmente certi e definiti percorsi di formazione iniziale di accesso alla professione docente attraverso procedure di abilitazione concorsuali stabili nel tempo, a partire da quelle già avviate nei primi giorni del mio mandato. Voglio che la formazione del personale docente ed educativo sia realmente permanente e strutturale così come previsto dalle norme in vigore, oltre che obbligatoria, perché oggi non è più sufficiente il mero insegnamento di contenuti disciplinari, bensì è necessario promuovere negli studenti le competenze trasversali, necessarie per favorire l'inserimento degli studenti nel mondo del lavoro. Solo attraverso il personale adeguatamente formato uno Stato moderno può attualizzare la risposta educativa alla domanda delle nuove generazioni, sempre più caratterizzata dalla ricerca di qualità, unita ad elementi di innovazione.
  Proseguiremo anche nelle azioni di supporto alla professionalità dei dirigenti scolastici riconfigurando l'attuale modello di valutazione e formazione in servizio sulla scorta dell'esperienza condotta negli anni sui territori. Il mio obiettivo è quello di valorizzare al meglio la dirigenza scolastica e di sostenerla e accompagnarla per tutto l'arco della carriera professionale, attraverso Pag. 6 un cambio concreto di paradigma culturale nel rapporto tra le scuole e l'Amministrazione centrale e territoriale: una nuova collaborazione in termini di interscambio alla pari di esperienze e competenze, attorno all'obiettivo comune di realizzare un servizio efficiente e attuale a vantaggio degli studenti e dei cittadini.
  Desidero ribadire la piena volontà di costruire un dialogo proficuo con tutte le forze sociali e con i sindacati della scuola pur nel rispetto delle specifiche prerogative di ciascuno. Sono fortemente convinta, infatti, che debba essere obiettivo comune promuovere il miglioramento della qualità della scuola contemperando il sacrosanto diritto del personale alla valorizzazione professionale ed economica, anche attraverso gli aumenti salariali e il superamento del precariato, su cui il dibattito è già aperto, con la necessità di garantire procedure di reclutamento trasparenti che contemplino la valorizzazione del merito. Ai fini del reclutamento dei docenti e delle nuove assunzioni, abbiamo immediatamente avviato, già dai primi giorni del mio mandato, le procedure per l'emanazione di ben tre concorsi; in tempi record i provvedimenti sono già stati inviati al Consiglio superiore della pubblica istruzione per il prescritto parere, al fine di avere quanto prima personale docente di ruolo stabilmente in cattedra. Lo Stato ha il dovere di selezionare per le generazioni a venire i migliori docenti; a maggior ragione in questo momento storico ha il dovere di farlo con celerità ed efficienza. È mia ferma intenzione aprire quanto prima tavoli politici e tecnici in vista delle necessarie procedure di avvio delle trattative per il nuovo contratto di lavoro per il personale della scuola. Vogliamo disporre di personale formato e competente per poter potenziare il livello complessivo dei servizi integrati offerti sul territorio da parte delle scuole medesime, in accordo e sinergia con gli enti locali, nella declinazione del loro ruolo rispettivamente educativo e sociale. Sarà nostro preciso impegno continuare a garantire l'unitarietà del sistema scolastico e l'autonomia delle istituzioni scolastiche nel quadro del sistema educativo di istruzione e formazione, anche rispetto a eventuali proposte di modifica nel più ampio quadro ordinamentale di competenza nel rapporto tra lo Stato e le regioni.
  Potenzieremo la politica di intervento sulle strutture scolastiche per garantire la sicurezza e la funzionalità del patrimonio edilizio esistente, facendo ricorso a tutte le forme di finanziamento nazionali e comunitarie destinabili, attuando il concetto di «spazi di apprendimento a misura di studenti», anche attraverso l'apertura al territorio del patrimonio edilizio laboratoriale e sportivo, definendo e delimitando ruoli e responsabilità in materia di sicurezza degli edifici. Segnalo che finalmente l'Osservatorio sull'edilizia scolastica è tornato a riunirsi periodicamente per un confronto serrato e diretto, costante, fra tutti gli attori in campo. Questo consentirà di lavorare al meglio sul piano normativo e di velocizzare la spesa.
  Promuoveremo azioni finalizzate al potenziamento delle competenze degli studenti in tema di educazione civica, studio della Costituzione italiana ed educazione motoria e sportiva, unitamente all'attuazione piena e coerente delle nuove norme di recente emanazione, nonché iniziative incentrate sulle tematiche del contrasto alle mafie, al bullismo e al cyberbullismo, all'antisemitismo e alla discriminazione di genere. Privilegeremo e sosterremo attività formative tese all'integrazione sociale, alla cura del territorio e alla tutela del patrimonio culturale, al valore identitario delle comunità che lo animano, all'educazione, all'alimentazione sana e ai corretti stili di vita.
  In tema di rinnovamento, considero la transizione al digitale della scuola italiana come punto cardine per una trasformazione concreta dell'approccio all'educazione, all'istruzione e alla formazione delle giovani generazioni. Abbiamo avviato e intendiamo proseguire un intenso confronto con le scuole e tra queste ultime, università, associazioni e mondo della ricerca, sul tema dell'innovazione didattica, attraverso l'uso delle nuove tecnologie. Questo confronto ha già visto e vedrà ancora la partecipazione di studenti, docenti, dirigenti Pag. 7scolastici, personale esperto, tutti posti in condizione di fornire il proprio prezioso contributo in vista della diffusione di sempre più innovativi metodi d'insegnamento, passando per l'innovazione digitale, avendo particolare cura alla dimensione dell'alfabetizzazione, all'utilizzo consapevole dei nuovi mezzi della comunicazione digitale. Se è vero che l'innovazione digitale costituirà l'elemento cardine della formazione di tutto il personale, è altrettanto urgente che essa sia posta al centro del processo di semplificazione, dematerializzazione, ridefinizione e miglioramento dell'attività amministrativa, non solo delle istituzioni scolastiche autonome, ma anche dell'Amministrazione centrale e territoriale. Non da ultimo, attraverso l'informatizzazione degli atti e delle procedure, una più efficiente restituzione dei dati di cui essa è in possesso, con particolare riferimento a quelli di più immediato impatto e utilità sociale.
  L'impiego delle tecnologie digitali dovrà assumere un ruolo decisivo anche nel rapporto tra l'Amministrazione e i cittadini, favorendo l'effettiva attuazione del principio generale di trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa. Intendo lavorare alacremente per ridurre il carico burocratico di lavoro nelle scuole, attraverso la razionalizzazione delle numerose piattaforme informatiche attualmente in uso, riducendo il numero degli adempimenti formali per moltissimi procedimenti legati ad esempio alla gestione della carriera del personale, alla formazione, all'interazione con i sistemi informativi di altri enti e di altre amministrazioni. Porremo attenzione, inoltre, a limitare il carico burocratico in capo ai docenti, i quali troppo spesso ancora oggi, per la necessità di certificare la loro azione professionale, dedicano più tempo alla documentazione che alla riflessione pedagogica ed educativa sugli alunni. Interventi di riforma succedutisi negli anni in maniera disorganica impongono di avviare un processo di razionalizzazione affinché la normativa in materia di istruzione, a cominciare dagli ordinamenti scolastici, sia chiara e adeguata alle esigenze dell'Amministrazione e dei cittadini.
  Chiederò alla struttura ministeriale di porre la massima attenzione alla programmazione dei fondi comunitari per il settennio 2021-2027, al fine di poter opportunamente finanziarie moltissimi degli interventi appena menzionati. Ritengo, peraltro, fondamentale sostenere il dialogo e la collaborazione con le altre amministrazioni per un migliore utilizzo delle risorse comunitarie disponibili o da programmare. Supporteremo le scuole affinché possano partecipare proficuamente ai bandi. Attiveremo una vera e propria task force.
  Intendo rafforzare l'internazionalizzazione delle istituzioni scolastiche promuovendo la partecipazione a progetti di portata europea e internazionale e l'instaurazione di relazioni di collaborazione con le istituzioni scolastiche di altri Paesi, sostenendo programmi di mobilità individuale o di gruppo, esperienze di studio all'estero rivolte non soltanto agli studenti ma anche al personale docente e tutte quelle iniziative dirette a migliorare la conoscenza delle culture e delle lingue straniere, a partire dalla scuola dell'infanzia e primaria.
  Sono fermamente convinta che la scuola sia la sede privilegiata per l'attuazione di progetti educativi finalizzati alla tutela dell'ambiente e più in generale alla sostenibilità economica e sociale. Intendo sostenere ogni iniziativa delle scuole dirette all'acquisizione di competenze concrete su questi temi, convinta che la promozione dell'ambiente sia un passo importante verso l'accrescimento del benessere umano inteso in ogni positiva accezione.
  Continueremo a supportare il processo di programmazione, monitoraggio e valutazione dell'Amministrazione e del sistema scolastico al fine di favorire nel già richiamato contesto di semplificazione amministrativa la diffusione di buone prassi improntate a criteri di legalità, efficienza e trasparenza, che devono orientare tutta l'azione amministrativa. Avvieremo, nel rispetto e nella valorizzazione di quanto già finora realizzato, una revisione del sistema nazionale di valutazione, che semplifichi e armonizzi le procedure evitando duplicazioni e sprechi e che meglio sottolinei l'obiettivo fondamentale alla base dell'intero Pag. 8procedimento di rilevazione, ossia quello di individuare le misure necessarie ad aiutare le istituzioni scolastiche, a migliorare il proprio servizio al Paese e a colmare i divari territoriali.
  Faccio appello a tutti voi, colleghi deputate e deputati, senatrici e senatori, affinché quelle appena elencate siano le priorità che tutti noi, nel pieno esercizio delle funzioni istituzionali, in maniera condivisa porremo nella nostra agenda di lavoro, mettendo a disposizione dei nostri giovani e del Paese la professionalità e la competenza necessarie per realizzarle.
  Aggiungo solo una cosa relativa allo tsunami che sta travolgendo l'Italia in questo momento in relazione al coronavirus. Molto probabilmente avete sentito che ci sarà una sospensione didattica in tutte le scuole, esclusa la zona rossa, perché nella zona rossa le scuole sono proprio chiuse. Fuori dalla zona rossa c'è una sospensione delle attività didattiche fino al 15 di marzo, resasi necessaria per ritardare i contagi. Dobbiamo salvaguardare il Sistema sanitario nazionale e quindi, in accordo con il Comitato tecnico scientifico e con una decisione che abbiamo preso in Consiglio dei ministri, le scuole sospenderanno l'attività didattica fino al 15 di marzo. Volevo condividere con voi questa decisione. Grazie.

  PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, deputato Mollicone.

  FEDERICO MOLLICONE. Sì, poi si riserverà la collega Frassinetti di intervenire nel merito delle linee di indirizzo, per cui ringraziamo la Ministra. Tuttavia, la politica è anche capacità di essere in sintonia con l'attualità. Un fatto dirimente, nuovo, importante ed emergenziale come quello della sospensione di tutte le attività didattiche – poi, nel merito, vorremmo capire il perché della sospensione e non la chiusura delle scuole – ci lascia comunque assolutamente insoddisfatti, perché forse avrebbe dovuto cominciare con questa comunicazione e non riservarla alla fine del suo intervento e, soprattutto, non soltanto con una frase di comunicazione semplice. Non siamo soddisfatti da questa illustrazione. Avrebbe dovuto parlarci prima delle emergenze legate al coronavirus e del perché è stata fatta la scelta di sospendere le attività didattiche, con tutti gli aspetti relativi, e poi proseguire con gli indirizzi. C'è un mondo fuori. Immagino che tutti voi starete ricevendo centinaia di messaggi nelle chat, da parte di amici, parenti e conoscenti, che vi chiedono che cosa si farà. C'è stata grande confusione; quindi, sull'ordine lavori, chiediamo un'approfondita integrazione. Non basta una frase, anche perché immagino che tutte le domande dei colleghi saranno su questo. Quindi, sull'ordine dei lavori, come Fratelli d'Italia, chiediamo alla Ministra di ampliare questa comunicazione, che è fatto solo in coda come se fossero comunicazioni finali d'Assemblea. Stiamo parlando di un'emergenza nazionale! Ci viene a dire che le scuole sono chiuse; lo abbiamo appreso prima dalla stampa e poi dalla sua voce, in seguito alle comunicazioni sull'indirizzo che qualcuno le aveva predisposto – e di cui la ringraziamo – e che ci ha esposto dopo la terza volta che doveva venire in Commissione. Credo, tuttavia, che sia necessaria una più approfondita esposizione in merito all'emergenza del coronavirus, anche per capire se verrà predisposto un sostegno alle famiglie che devono tenere i bambini a casa e a quelle che hanno problemi con il lavoro. In ultimo, chiedo perché sia stata decisa solo la sospensione, per cui i docenti, i dirigenti e il personale ATA dovranno comunque recarsi a scuola.

  PRESIDENTE. Dal gruppo di Forza Italia, sull'ordine dei lavori, sono arrivate due richieste. Prego, deputato Marin.

  MARCO MARIN. Grazie, Presidente. Il Paese sta vivendo un momento molto difficile e oggi la chiusura delle scuole o la sospensione dell'attività didattica – che significa chiusura per tutte le famiglie del territorio nazionale – impone alla Ministra la richiesta che noi facciamo. Conoscendo la Ministra e apprezzandone la sensibilità umana, non politica, dove siamo avversari, credo che sia opportuno ridarle la parola affinché ci spieghi quello che è avvenuto Pag. 9oggi in merito alla chiusura delle scuole. La comunicazione, anche in questo caso, ha zoppicato: sì, no, forse... sì; e la comunicazione, per come viene gestita questa fase difficile, sta creando danni incommensurabili nel nostro Paese verso l'esterno. Oggi, un'importante televisione americana, alla notizia che si chiudevano le scuole, è uscita con notizie devastanti sul Paese. È la prima volta che avviene. Alla Ministra chiedo non solo la chiarezza, che sono certo vorrà avere, perché glielo impone la coscienza. Siccome credo che debba parlare la scienza rispetto a queste decisioni, la politica deve prendersi la responsabilità di quello che fa e deve comunicarlo bene, non solo agli italiani, soprattutto a loro, ma anche all'esterno. Io, qui, parlo da deputato, ma sono medico; tuttavia, poiché non faccio il virologo, mi rimetto ai virologi di fama internazionale che abbiamo nel nostro Paese. Però leggo qualche dato: vedo che non più tardi del 28 febbraio, quindi qualche giorno fa, in Italia erano stati fatti 15 mila e qualche centinaio di tamponi, di cui 7.500 circa in Veneto, circa il 48 per cento; con una percentuale di positività del 2,4 per cento e che in 15 regioni italiane ne erano stati fatti 1.100. Siamo partiti col chiudere le scuole del Veneto. La Lombardia era la seconda regione per numero di tamponi, con circa 5 mila; la terza era l'Emilia Romagna. Si era deciso di agire su queste tre regioni. Ricordo che un governatore...

  PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori è stata chiara la richiesta.

  MARCO MARIN. Devo fare la domanda alla Ministra. Completo velocemente.

  PRESIDENTE. Lei ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, chiedendo un intervento integrativo della Ministra.

  MARCO MARIN. Le spiego perché. Presidente, lo sto motivando, ma come si permette? Perché un deputato di maggioranza glielo chiede?

  PRESIDENTE. Deputato Marin, se ascolta un attimo, le do delle risposte. Lei ha fatto un intervento sull'ordine dei lavori per chiedere alla Ministra un'integrazione sui temi del coronavirus. Se rivolge domande alla Ministra, andiamo nello specifico, e se andiamo nello specifico dobbiamo seguire l'ordine degli interventi e il relativo rispetto dei tempi. Sull'ordine dei lavori, può fare un'indicazione sull'andamento dei lavori della Commissione, non può porre domande che tutti i deputati e tutti i senatori vogliono rivolgere alla Ministra. Vada a conclusione.

  MARCO MARIN. Concludo, ma rispondo alla sua osservazione. Devo motivare la richiesta di intervento sull'ordine dei lavori. Siccome è un momento particolare, lei capisce che è difficile, non faccia il fiscale o non giochiamo con le parole. È un momento difficile e stavo esponendo alla Ministra alcuni dati. C'è già stata una polemica tra la regione Marche e il Governo, con un continuo cambio di decisioni sulla chiusura della scuola. È importante che il Parlamento lo sappia, perché, come riportava prima l'onorevole Mollicone, ci vengono rivolte tante domande. Immagino quanti professori avranno chiamato l'onorevole Aprea che è un'esperta di scuole. Allora chiedo qual è la motivazione che ha portato a chiudere tutte le scuole. Vorremmo sapere se è stata la scienza a consigliarlo, se ci sono dati diversi rispetto a quelli che conosciamo e che cosa sta avvenendo dal punto di vista sanitario. La Ministra deve dirci una parola chiara. Può dire se gliel'ha detto la scienza, perché c'è qualche ragione di carattere sanitario; oppure può dire se è una decisione presa da lei, dal Governo. Credo che sull'ordine dei lavori, Ministra, per la correttezza che le compete e le riconosco, debba sentire il dovere di darci una risposta anche in questo senso, perché non possiamo sottovalutare il tema e non possiamo risolverlo in venti secondi finali di dichiarazione per dire «sì, no, forse, abbiamo chiuso anche le scuole».

  PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, per il Partito Democratico, la deputata Di Giorgi. Prego.

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  ROSA MARIA DI GIORGI. Io comprendo, presidente, la polemica che c'è dietro a questa domanda sull'ordine dei lavori, che poi non era ordine dei lavori ma era una domanda di tipo diverso. È stata chiesta un'integrazione. Bene, è la Ministra che deciderà se darla oppure meno. Volevo ricordare qui, comunque, ai colleghi che siamo in un'audizione con un Ministro dell'istruzione. Non è che adesso abbiamo qua davanti il Ministro Speranza oppure il Presidente del Consiglio. Lei ci ha dato un'indicazione, che è quella della chiusura. Noi siamo qui a fare un'audizione della Ministra sui temi della scuola. La Ministra ci ha comunicato che le scuole saranno chiuse, a partire da domani, per 15 giorni. Se vorrà, potrà ulteriormente integrare; ma credo che questa informazione da parte della Ministra possa essere sufficiente. Nel dibattito ciascuno potrà dire ciò che vuole, però non parliamo di ordine dei lavori, per favore. Qui c'è bisogno di parlare di scuola e quindi di questo mi piacerebbe parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Valente, sull'ordine dei lavori, per il Movimento 5 stelle. Prego.

  SIMONE VALENTE. Grazie, presidente. Riprendo un attimo le parole del collega Marin che ci ha definiti «avversari». Questa parola, in un momento così difficile del Paese, non la posso accettare e, per la stessa ragione, non posso neanche accettare che vengano fatte strumentalizzazioni in questa sede, durante l'audizione di un Ministro che fa parte di un Governo che sta affrontando una situazione emergenziale, mai verificatasi prima. Dobbiamo capirne tutti le difficoltà e dobbiamo assumerci tutti la responsabilità di non gettare benzina sul fuoco. Per questo, mi associo anche all'intervento precedente; se si vogliono rivolgere domande, lo si può fare durante l'audizione; poi starà alla Ministra, eventualmente, visto che è prevista una replica, rispondere nel merito. Per quanto riguarda i dati scientifici, il Governo ha creato un comitato scientifico che dà pareri al Governo e quindi vanno rispettati quelli. Grazie.

  PRESIDENTE. Per il Gruppo Misto, sull'ordine dei lavori, il deputato Sgarbi. Prego.

  VITTORIO SGARBI. Vorrei dire all'onorevole collega che non vedo nessuna «benzina sul fuoco». La libertà di espressione e di scetticismo rispetto a un'emergenza che ritengo del tutto esorbitante rispetto ai dati reali, compresa la chiusura dei quindici giorni, è legittima. Nessuno «strumentalizza»; sono parole che non si possono usare, se non in una guerra vera, che lei sta stabilendo. Sono curiosità giuste rispetto a misure eccezionali e molto discutibili, con posizioni di virologi estreme e opposte e con la convinzione che quindici giorni di chiusura siano una forte minaccia per la stabilità del Paese. Se i bambini non possono andare a scuola per 15 giorni, saranno felici loro, ma certamente c'è l'aria di una peste che non è peste. Non è dimostrato nessun morto di coronavirus, ma di patologia aggiuntasi ad altre. Il problema semmai è la difficoltà di allestire negli ospedali accessi più ampi e quindi la difficoltà di accoglienza; quello è un problema vero, ma la misura di chiudere le scuole mi pare del tutto sproporzionata e terroristica. Visto che lei parla di «benzina sul fuoco», io farò il terrorismo nel Governo. Il Governo crea forme di terrorismo; voi siete convinti di no, ma ognuno ha le sue opinioni. Sono opinioni libere. Trovo questa un'operazione terroristica basata sulla paura. Perché non c'è in Inghilterra? Non c'è in Francia, in America, in tutta l'Europa, ma solo in Italia? Perché siamo gli appestati d'Italia? Perché abbiamo fatto 28 mila tamponi, quando l'Inghilterra ne ha fatti 700? Io voglio una misura inglese, voglio una Brexit della libertà di non essere chiamati «appestati» davanti al mondo.

  PRESIDENTE. Deputato Fusacchia, il gruppo Misto già è intervenuto, anche se immagino che le dichiarazioni del deputato Sgarbi non la rappresentino. Prego.

  ALESSANDRO FUSACCHIA. Presidente, lei infierisce troppo. Premesso questo, sull'ordine dei lavori volevo chiedere di cominciare con l'ordine dei lavori regolare, Pag. 11perché mi pare che la discussione stia già prendendo una dimensione più ampia, nel rispetto delle posizioni di tutti. Se possiamo iniziare con l'ordine dei lavori ne sarei, almeno io, felice. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Naturalmente, le decisioni che sono state riferite anche nel corso degli interventi sull'ordine lavori sono decisioni collegiali di un Consiglio dei Ministri, di cui tutti voi avete potuto leggere le indicazioni. Questa è un'audizione sulle linee programmatiche della Ministra insediata. Quindi rimaniamo nell'ambito di queste linee programmatiche con la possibilità per tutti di chiedere ulteriori approfondimenti, stante la disponibilità, già assicurata dalla Ministra, di ritornare al più presto per dare le risposte. Iniziamo dal deputato Toccafondi per il gruppo di Italia Viva.

  GABRIELE TOCCAFONDI. Grazie, Presidente. Cercherò di utilizzare anche meno dei sette minuti. Non voglio sottrarmi dai temi che ha toccato la Ministra, ma nemmeno esimermi dall'affrontare anche l'ultimo di essi, per non essere fuori dalla realtà e non arrivare a una discussione che può sembrare altrimenti paradossale. Condivido le prime parole della Ministra, ovvero «rimettere gli studenti al centro». Ebbene, sarò molto schematico su alcuni punti, anche perché, Ministra, lei era con noi in questo Parlamento, quando abbiamo fatto audizioni ai due ministri che l'hanno preceduta in questa legislatura; e quindi conosce il nostro pensiero, che non è cambiato rispetto a due anni fa. Sul tema dell'edilizia scolastica: se si vuole fare veramente, siccome le risorse ci sono, occorre riattivare – e in maniera immediata – l'unità di missione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, perché ha funzionato e finalmente i lavori si sono visti. Molto schematicamente, sul tema della valutazione, del merito, del ruolo del dirigente, sul tema dell'alternanza nel far fare esperienza ai ragazzi, sull'orientamento: non demoliamo quello che è stato fatto negli ultimi anni, ma miglioriamo. Sul contrasto all'abbandono scolastico ho sentito poche cose nella sua relazione, ma comprendo. È un vero dramma nel nostro Paese, in alcune aree del Paese e soprattutto nel percorso dell'istruzione tecnica e professionale. Ogni anno abbandonano la scuola 120 mila ragazzi: 20 mila nelle scuole medie e 100 mila nelle scuole superiori, e soprattutto nel biennio dei percorsi tecnici e professionali. Occorre lavorare lì, rivoluzionando il percorso dei tecnici e dei professionali e soprattutto il biennio di queste scuole. Lei non ha citato un comparto della scuola che è la seconda gamba del sistema di istruzione nazionale: le scuole paritarie. La si può pensare in tanti modi. Io la penso in un certo modo, ma sicuramente si deve far fede e si deve partire dalla legge dello Stato, la legge n. 62 del 2000. Siamo a vent'anni da quella legge, dalla cosiddetta «legge Berlinguer» del sistema di istruzione nazionale. Le scuole paritarie rappresentano una gamba fondamentale del sistema. Sono 12 mila scuole, 100 mila addetti tra insegnanti e non, e quasi 900 mila tra bambini e ragazzi che le frequentano. È importante dare certezze anche a questo settore della scuola pubblica, che è composta da scuola statale e non statale.
  Sul tema del decreto di oggi, lo reputo un passaggio epocale, perché oggi, per due settimane, a quasi 10 milioni tra bambini, ragazzi, adolescenti e ragazzi universitari, diciamo che non si fa più scuola, come si legge su molte agenzie. Lei ha detto bene: ha parlato di «sospensione dell'attività didattica», e spero che in tutti gli atti e in tutti i decreti sia inserito il concetto di «sospensione dell'attività didattica in presenza», perché questa è una dicitura che ci consentirà di permettere la didattica a distanza. È vero che possiamo dire: chiude la scuola. La scuola però non può chiudere; soprattutto non può chiudere per due settimane un'attività che è un percorso educativo. «Rimettere al centro i ragazzi», la sua premessa, è questo, vuol dire questo. L'attività didattica della lezione frontale classica, certo, è sospesa per le ragioni che lei ha accennato; ma occorre proseguire quell'attività educativa, magari a distanza, con gli strumenti che conosciamo, perché non ci possiamo permettere di lasciare 10 milioni di ragazzi – per questo parlo di Pag. 12passaggio epocale – per due settimane a casa, magari da soli. Mi lasci anche dire – e concludo – che non ci sono piaciute alcune notizie di questi giorni su una presunta – sembra sia reale – diffida sindacale a una scuola che voleva applicare già autonomamente le lezioni online. Quello che è accaduto oggi per il decreto e per la notizia della chiusura, con la smentita e poi la conferma, ci fa dire che c'è stata una comunicazione totalmente insoddisfacente; sono stati commessi errori evidenti e non ci possiamo permettere di commettere errori di comunicazione che riguardano 10 milioni di ragazzi e relative famiglie. Grazie.

  PAOLA FRASSINETTI. Grazie, presidente. Grazie, Ministra, per essere venuto qua stasera. Senza voler essere demagogica o particolarmente polemica, non ho la tranquillità, la serenità per fare l'intervento che avrei voluto fare, andando ad argomentare le proposte che lei stasera ha menzionato. Nella situazione di emergenza e di crisi unica che stiamo vivendo, ho diverse domande da farle proprio relativamente a questo. Senza parlare dell'opportunità della sospensione dell'attività didattica che è stata decisa, anche sentendo un Comitato scientifico, mi chiedo come fare a sostenere, ad aiutare tutte quelle famiglie – visto che si tratta di una chiusura nazionale – che hanno figli minori di 14 anni, che non hanno nessuno che possa accudirli. Penso che questo sia un problema comune, trasversale, anche geograficamente, a tutta l'Italia. Penso sia dovere di questa Commissione, ma anche suo, Ministro, di farsi carico di questo problema, individuando misure adeguate e adatte a supporto di queste famiglie. Le idee non mancano. Ci potrebbe essere un congedo parentale, coperto dallo Stato al 70 per cento o, in alternativa, un contributo per una persona che possa accudire il minore. Inoltre, sulla sospensione dell'attività didattica, volevo anche capire se il personale ATA dovrà essere presente con le proprie attività e quali tutele avrà. Poi penso che sia importante anche avere informazioni relativamente al rimborso delle gite scolastiche che non saranno effettuate, quali quote saranno restituite. Da avvocato civilista, ho studiato la questione e temo che possano crearsi problemi legati al numero dei ricorsi, qualora le agenzie non provvedano alla restituzione di quanto percepito. È anche importante capire cosa accadrà agli educatori di sostegno che lavorano nelle scuole per conto delle cooperative. Si tratta di richieste che mi sono state rivolte. Fratelli d'Italia è sicuramente in prima linea per cercare di dare una mano a superare questa situazione. Penso che questo sia un momento davvero eccezionale e quindi mi aspettavo di più questa sera nel suo discorso, che immagino lei si sia preparata e che ho anche apprezzato in certi passaggi; ma il mondo, purtroppo, sta cambiando, e la scuola, che è una delle istituzioni più importanti e comune a tutti, vive un momento unico nella storia. Non ho l'età per aver vissuto la guerra, ma reputo questa una situazione eccezionale. Per quanto riguarda le attività che dovrebbero essere imminenti proprio in questi giorni, la invito a non rinviare la sua risposta ad un'altra seduta, ma a riferirci già qualche linea di indirizzo concreto in questa stessa audizione. L'abbiamo aspettata tanto; il destino ha voluto che capitasse in una giornata veramente eccezionale. Quindi, eccezionalmente, le chiedo di cambiare un po’ il suo programma e di provare a dare alcune risposte su questi problemi legati al sostegno alle famiglie, che noi mettiamo in cima alle nostre priorità. Si potrebbero anche aiutare le famiglie consentendo loro la dilazione dei pagamenti alle scuole; sicuramente occorrono supporti molto puntuali che tengano conto di una situazione di cui non si conosce l'evoluzione, altra variabile da non trascurare. Poiché non si sa quale potrà essere l'evoluzione, penso che dovremmo cominciare quasi immediatamente a dare supporti alle famiglie.
  Mi auguro che il 15 marzo tutto possa essere tranquillo e sereno, ma, nell'eventualità in cui non fosse così, la situazione diventerebbe veramente insostenibile; quindi le rinnovo la richiesta di darci una risposta in ordine ai problemi che ho posto, già in questa audizione. Grazie.

  VITTORIO SGARBI. Facciamo, allora, come se questa relazione fosse avvenuta in Pag. 13tempo di pace e quindi l'Italia fosse nella sua florida attesa della primavera e nella giornata in cui, nell'allarme sociale di cui stiamo parlando, è stata chiusa l'inaugurazione della mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale. Il Presidente della Repubblica è andato in visita ieri con il Ministro dei beni culturali, distanti – credo – un metro l'uno dall'altro. Io sono andato la sera prima e ne ho scritto la recensione, che uscirà domani sul giornale. C'è evidentemente una potenza nell'impresa di Raffaello, nella sua lettera a Leone X sul richiamo alle antichità da salvare, che indica una priorità del tutto esclusa dall'orientamento scolastico, che all'arte dedica il tempo più limitato che si possa immaginare. Siccome noi veniamo da un anno di celebrazioni leonardesche – con un'attenzione formidabile a quel talento e a quel genio – entriamo nell'anno raffaellesco e ci accingiamo a entrare nell'anno di Dante, chiedo come possa un Ministro dell'istruzione non valutare la totale distrazione di qualunque giovane da Leonardo, Raffaello e, credo, anche Dante. Presentando una mostra di Tiziano in una sede piuttosto patinata vicino Pinerolo, a Miradolo, entrando verso mezzanotte in un ristorante con dei giovani studenti, li ho invitati a vedere la mostra di Tiziano e mi hanno risposto: «chi? Tiziano Ferro?» Questa è l'unica risposta che ho avuto rispetto al nome di «Tiziano». Di fronte a questa ignoranza totale, a questa mancanza di qualunque indicazione sulla grandezza di Raffaello davanti al mondo, che non è inferiore a quella di Leopardi, di Foscolo, a quella di Canova e alle mostre importanti che hanno poi successi travolgenti – ovviamente verso un pubblico di età maggiore che non quella degli studenti – mi chiedo cosa fa la scuola per Raffaello, per Dante e per Leonardo. Cosa fa? Corsi intensivi di conoscenza meriterebbero di essere frequentati pure dai deputati di un Parlamento che è totalmente estraneo a ogni riferimento alla grandezza dell'Italia nell'arte. L'unica volta che ho sentito pronunciare il nome di Brunelleschi è stato guardando una trasmissione di Maria De Filippi in cui era ospite l'onorevole Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Brunelleschi è stato nominato solo lì. Mi chiedo come sia possibile immaginare di parlare di «scuola» mancando di presìdi così fondamentali, di quello che poi celebriamo come «la gloria d'Italia nel mondo»: Leonardo, Raffaello, Dante. Mi chiedo quali letture dantesche, quali lezioni raffaellesche, quali insegnamenti leonardeschi siano previsti in un programma che parla di tecnologia, che parla di Internet, che parla di tutto meno che della sostanza profonda della coscienza del bello. Immaginerei che sarebbe cosa buona e utile, almeno come la Costituzione, pubblicare per tutti i deputati la lettera di Baldassarre Castiglione, scritta per conto di Raffaello, a Leone X, in cui si dice, nel modo più alto e struggente, l'amore per le rovine che vengono evidentemente trascurate all'epoca di Raffaello, mentre oggi sono violate nell'ignoranza totale di scuole in cui si esalta l'energia pulita: da pale eoliche, fotovoltaico, distruzione del paesaggio. Educhiamo i giovani all'orrore, alla distruzione, alla barbarie, ma intanto, però, abbiamo molta tecnologia. Credo che non si possa andare da nessuna parte, a parte la peste in cui viviamo, senza che ci sia un richiamo ai grandi italiani. «A egregie cose il forte animo accendono l'urne de’ forti, o Pindemonte». Qui non vedo né urne, né egregie cose, ma soltanto una banalizzazione dei corsi scolastici, basata sull'ignoranza e sulla sconoscenza della grandezza degli italiani.

  VALENTINA APREA. Grazie, presidente. Ministra Azzolina, io non riesco ad essere come lei. Sinceramente, apprezzo la sua calma, la sua freddezza, ma non mi interessano stasera le sue linee programmatiche, mi deve credere. Lo sa che io per la scuola vivo, ma non riesco a concentrarmi; non l'ho neanche seguita. Le rileggerò, ma più avanti. Stasera abbiamo un'altra emergenza. Questa audizione avviene mentre l'Italia sta affrontando l'emergenza del coronavirus e già fino ad oggi, prima delle nuove disposizioni che prevedono un nuovo prolungamento per le regioni del Nord – zona rossa, zona gialla, zona arancione – ed un'estensione a tutta Italia dei provvedimenti di sospensione e chiusura – ci Pag. 14ritornerò su questo – sono state perse, secondo il contatore di Tuttoscuola, già 8 milioni di ore di lezione da parte del 44 per cento della popolazione scolastica del nostro Paese, prevalentemente al Nord. Certo, Ministra, ci troviamo di fronte a una situazione assolutamente inedita sia per la gravità che per la sua caratteristica; ci troviamo di fronte a un'emergenza sanitaria che, minacciando la salute pubblica, impone misure drastiche per evitare che nella comunità il contagio si diffonda più facilmente. Non mettiamo in discussione le scelte, ci mancherebbe; contribuiremo a farle rispettare come già abbiamo fatto al Nord in questi giorni, in queste settimane. Detto questo, però, non possiamo pensare di risolvere i problemi della mancata frequenza con una sanatoria del tempo-scuola perso rispetto ai duecento giorni di frequenza obbligatoria previsti dal nostro Paese. Forse ha preso quella decisione troppo in fretta. Non può essere questa l'unica disposizione vincolante per tutte le scuole, per due ordini di ragioni: il primo, perché navighiamo a vista, e non sappiamo per quanto tempo saremo costretti ancora a convivere con lo stato di emergenza. Lo sappiamo; almeno in Parlamento dobbiamo dircelo. Il secondo, perché siamo nel 2020, in piena era digitale, e ci sono modi facilmente accessibili alle scuole per garantire in modo virtuale, attraverso la didattica digitale, la continuità didattica, che è una cosa diversa dal suo impegno che pure ho apprezzato; quello l'ho colto. Non mi sfuggono, Ministra Azzolina, tutte le azioni che pure il Ministero sta mettendo in campo per favorire la scuola digitale attraverso piattaforme di cui alle due call, lanciate qualche giorno fa per sostenere la didattica a distanza, e neppure la messa a disposizione sul sito del Ministero delle best practice in materia di innovazione digitale, dalla scuola delle avanguardie educative di INDIRE alle tante scuole del Nord e del Sud che hanno in questi anni già intrapreso la strada della didattica digitale. Questo certamente con sfumature diverse, Ministra, e non poco rilevanti, che vanno dalle video-lezioni scaricate sulle piattaforme, come YouTube, a disposizione degli studenti, a vere e proprie esperienze di classi virtuali che utilizzano video call per ricreare sul web le dinamiche relazionali e di apprendimento dello studio in presenza; ma alla fine questi docenti e questi studenti hanno continuato a studiare, proprio come sta avvenendo in Cina, dove 50 milioni di studenti su 200 milioni stanno ricevendo regolarmente, sia pure in isolamento, formazione a distanza. Quando l'emergenza in Cina finirà, quei ragazzi saranno più preparati di sempre.
  Allora, Ministra Azzolina, una prima fondamentale richiesta: lei, che ha mostrato in questi giorni di apprezzare lo spirito di iniziativa, ma anche la serietà e la coerenza di queste scuole – si è collegata con tante scuole che facevano lezioni a distanza e avevano ricreato ambienti virtuali, utilizzando le loro esperienze nella didattica digitale per garantire la continuità didattica agli studenti – adesso, in questo momento, da domani mattina, lei deve pensare alla didattica per tutte le scuole d'Italia. Didattica a distanza per tutte le scuole di Italia, da domani mattina, non significa: «Faremo, faremo». Non mi interessa neanche che oggi al webinar che ha fatto l'Indire si siano collegati 2.000 docenti. Qui ormai è un'emergenza nazionale. Per questo io mi sarei aspettata il suo discorso sull'emergenza nazionale. Avrebbe dovuto dire «cosa faccio domani mattina per garantire la continuità didattica?». Allora la voglio aiutare: i ragazzi non devono perdere terreno. È stato detto: «Devono andare avanti.». Vanno subito attivate dappertutto le lezioni a distanza con l'impiego di task force regionali che supportino le scuole in rete per svolgere il loro lavoro didattico. Ministra, la Lombardia non ha ancora il dirigente dell'ufficio scolastico regionale. Come è possibile? Come è possibile questo? Una regione in stato di emergenza priva della figura del dirigente... Già in questi giorni attraverso le classi virtuali migliaia di studenti di ogni ordine e grado in Lombardia stanno recuperando la normalità e la regolarità delle lezioni perdute in presenza. Io qui non le cito le scuole, che peraltro ho pubblicato in un'agenzia, nella città di Bergamo, in particolare, visto che Pag. 15oggi si è parlato molto del problema anche della provincia di Bergamo, dove sono state tentate queste esperienze. Come queste scuole lombarde, tante altre scuole in Italia sono in grado di utilizzare le tecnologie per svolgere lezioni tracciate nel registro elettronico, registrate dal punto di vista formale, anche con riferimento alle attività didattiche. Quindi non è vero che i docenti non lo possono fare. Usano il registro elettronico e possono fare le video call con i loro studenti. Allora, Ministra Azzolina, bisogna avere coraggio e spingersi a prevedere che tutti i docenti e gli studenti siano impegnati in attività di studio via web. Chi è già avanti, perché si è formato negli anni e ha già acquisito familiarità con le classi virtuali a disposizione delle scuole, attraverso il registro elettronico, con l'uso di piattaforme messe a disposizione dal mercato gratuitamente o, ancora, quelli che utilizzeranno le piattaforme messe a disposizione dal Ministero, deve poter coinvolgere le altre scuole e creare vere e proprie reti orizzontali e filiere verticali per raggiungere via web gli studenti. Ministra Azzolina, lei doveva venire qui già questa sera a dircelo. Dobbiamo fare, se vuole li facciamo insieme, piani strategici. A noi di questo deve parlare. Non mi interessano le linee programmatiche e sentire «faremo, eccetera». Le task force regionali non ci sono. Lo state facendo a livello regionale, però non sono state comunicate. A questo proposito occorre prevedere con urgenza – queste sono le proposte e concludo – una dotazione gratuita di giga per sopperire all'assenza del Wi-Fi e per non gravare sulle famiglie rispetto a questi costi aggiuntivi. Questa è la prima cosa: se vogliamo realizzare le lezioni a distanza, i ragazzi hanno bisogno di giga per poter fare tutto questo. Intanto, per gli studenti delle scuole superiori destinatari della carta dello studente, si potrebbe prevedere questo tipo di acquisto, insieme a tutto il resto. Ancora: in queste scuole dove sono attive le classi virtuali e la didattica digitale, Ministra, si può fare a meno di chiedere la presenza dei dirigenti e dei docenti nelle scuole. È tutto certificato. Quando fanno il lavoro con la lezione a distanza, è tutto certificato. Si fanno i collegi dei docenti anche con le videoconferenze. Si fanno i consigli di classe con le videoconferenze. Si fanno le lezioni, ma lei lo deve dire, perché, altrimenti, la differenza tra sospensione e chiusura porta ugualmente anche i docenti che lavorano attraverso il web ad andare a scuola e utilizzare il web che potrebbero utilizzare a casa. Va detto domani mattina, anzi stasera: speravo che lei lo dicesse. Dove c'è l'uso del digitale certificato, possiamo fare a meno di chiedere la presenza di docenti. Ancora: come lei ben sa tutte le operazioni amministrative, didattiche, possono essere organizzate con videoconferenza, tracciate per la certificazione degli obblighi di servizio. Così andiamo incontro alla volontà della Protezione civile che invita i cittadini a non circolare se non in casi di necessità. Rispetto al personale ATA: una volta compiuta la sanificazione degli ambienti scolastici, potrebbe rimanere a disposizione, evitando ancora una volta di tenere le scuole aperte con i costi che ne derivano a partire dal riscaldamento. Che cosa teniamo a fare le scuole aperte? Ancora: si deve riconoscere il valore legale delle lezioni a distanza certificate. Occorre chiarire che varranno come tempo scuola regolare e quindi concorreranno al raggiungimento dei 200 giorni di lezione. La scuola più innovativa merita questo riconoscimento. Loro stanno lavorando, quindi è inutile dire di prendere il proprio computer e andare a scuola per fare la lezione a distanza. È tutto certificato. Eventualmente, solo ed esclusivamente quelle scuole che non fossero riuscite durante lo stato d'emergenza a garantire le lezioni a distanza, dovranno recuperare in tutto o in parte le lezioni perdute, anche prolungando la frequenza scolastica del calendario, ma lo vedremo dopo. Intanto cancelli quella storia secondo la quale l'anno scolastico vale, perché c'è una causa di forza maggiore. Non va bene pretendere la presenza fisica.
  Resta ancora una criticità, Ministra, che è la madre di tutti i problemi: la formazione dei docenti. Ora, domani, deve organizzarla, prevedendo formazione a distanza (FAD), magari attivando lo smart working, perché ora serve. Va superato il Pag. 16digital divide. Non possiamo più aspettare. Ministra e colleghi, con un'ipocrisia pazzesca, in questi giorni tutti parlano delle scuole innovative: pagine e pagine sulle scuole innovative. Tutti si collegano con le scuole innovative. Ipocriti! Dove eravate quando non abbiamo formato le scuole? Ipocriti i sindacati che non lo vogliono fare! Faccia vedere, invece, che una scuola diversa è possibile, come è possibile un altro modo di insegnare.
  L'ultima cosa davvero: oggi sappiamo che quelle certezze che ci hanno fatto sottovalutare l'importanza dell'innovazione possono venire meno in qualsiasi momento. Oggi si chiama «coronavirus». Domani chissà. Non lo sappiamo, ma nel 2020, nell'era digitale, non abbiamo più scuse. Il re è nudo. Se anche il mondo dovesse essere perfetto e senza rischi, a maggior ragione dobbiamo farlo andare avanti e non indietro, ma da stasera e da domani mattina il mondo scolastico deve cambiare e lei ne avrà la responsabilità. Io mi auguro che lei possa legare il suo nome non alla chiusura, ma alla ripartenza, in un modo diverso, della scuola italiana. Grazie.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, presidente. Ministra, ho molto apprezzato la sua relazione. Lei ha parlato di edifici sicuri. Ha parlato di bisogni educativi, di nuove norme sull'inclusione, di comunità educante, di alleanze educative, di supportare il ruolo dei docenti, di valorizzare la dirigenza scolastica: tutte cose che ci premono, che fanno parte di un'idea di scuola che noi abbiamo. Lei parlava anche di unitarietà e autonomia del sistema insieme: due cose che ci premono moltissimo. Credo però che purtroppo la situazione di oggi ci costringe a rivedere queste indicazioni con una valenza ulteriore e quindi tutto quello che ha detto è giusto, lo condividiamo. Le chiediamo tutti di dare un ulteriore valenza a questo, perché in questo momento non dobbiamo più pensare soltanto a che cosa faranno le famiglie con i bambini a casa, che è il tema in queste ore di dubbio in cui non si sapeva bene che cosa sarebbe successo, che affollava le chat dei nostri telefoni. Credo che dobbiamo porci il problema di che cosa faranno i ragazzi in queste giornate, di come riusciranno a riempire questo tempo e a dargli un senso. Credo che questo implichi una cosa molto importante di cui noi siamo tutti consapevoli, ma che a questo punto diventa essenziale: abbiamo bisogno di un reclutamento degli insegnanti che tenga conto di contenuti e competenze. Sono due temi che ci sono cari, ambedue importanti. Lei sa benissimo quali difficoltà comporta riuscire ad avere l'uno e l'altro. Ci ha detto – dandoci una notizia importante – che i bandi di concorso sono già pronti e sono all'attenzione del consiglio superiore della pubblica istruzione; quindi questo significa che avremo i concorsi così come sono stati previsti. Tuttavia dovremo veramente investire moltissimo, lei lo sa, sulla formazione in ingresso e sulla formazione durante tutti gli anni di lavoro, perché altrimenti non ce la faremo. Non basta evidentemente fare concorsi rigorosi, fare dei concorsi seri. Dobbiamo assicurare davvero qualche cosa in più ai nostri insegnanti.
  Sono convinta anche che in questi giorni si ponga un altro tema, ovvero la condivisione con altre amministrazioni dello Stato, con altri ministeri, di una serie di progetti o di parti del progetto educativo. Ieri abbiamo avuto il Ministro Provenzano in Commissione cultura: una parte di progetto sul Sud, sui problemi dell'abbandono scolastico deve essere affrontato, insieme probabilmente. Naturalmente c'è la difficoltà di integrare le visioni che noi portiamo avanti e non è un compito semplicissimo. Non è qualcosa che diventi scontata. Così come il lavoro che fa il Ministero della famiglia: anche lì lo 0-6 diventa un altro tema su cui bisogna confrontarsi, su cui dobbiamo lavorare, cercando di tirar fuori il meglio.
  Infine, c'è il rapporto col Ministro dell'università e della ricerca. Nel momento in cui facciamo due ministeri ci rendiamo conto che in parte è fallito il progetto di un unico ministero che riesca a tener conto di tutte le esigenze della filiera della pubblica istruzione. Tuttavia, nel momento in cui facciamo due Ministeri dobbiamo anche cercare di valorizzare al meglio le opportunità che questo ci consente, senza perdere Pag. 17 quel collegamento fondamentale che sappiamo di dover mantenere.
  Dopodiché, Ministra, c'è tutta una serie di elementi di chiarezza e di trasparenza che credo nelle prossime ore dovrà assicurare al mondo della scuola, anche per evitare fake, per evitare fraintendimenti. In questi momenti ci arrivano notizie di segreterie che chiedono ai docenti di fare istanza di malattia per la quarantena obbligatoria: follie che non sono ammissibili. Credo diventi un obbligo per tutti noi quello di assicurare assoluta certezza e assoluta trasparenza su questo. Credo sia un grosso impegno, Ministra, ma noi siamo con lei. Cercheremo di aiutarla.

  MARIA SAPONARA. Ministra, grazie per questa audizione. Un po’ controcorrente, la sollevo un attimo dai quesiti legati al coronavirus. La sollevo, però, nell'auspicio che lei possa fare una conferenza in cui risponderà a tutti i dubbi, a tutti i quesiti più che leciti dei colleghi che mi hanno preceduto e che seguiranno, perché comunque è un momento di emergenza e bisognerà rispondere molto puntualmente a tutte le domande legate a quelle decisioni che probabilmente non potevano essere diverse da quelle che sono state prese e che forse avrebbero dovuto essere prese ancora prima. Quindi la sollevo da ulteriori quesiti per porgliene però altri due legati proprio al mondo della scuola e dell'istruzione.
  Il primo riguarda il concorso per personale docente precario, che prevede una batteria di 80 domande in 80 minuti che lei, Ministra, ha dichiarato che devono servire per individuare la qualità dei docenti, mentre non verrà fornita la batteria di test ai partecipanti che sono docenti precari con un servizio di almeno tre anni e che quindi, secondo la normativa europea, hanno diritto alla stabilizzazione. La domanda che le pongo è questa: non pensa che tutto ciò possa creare una mole notevole di contenzioso? Contenzioso verso lo Stato e ai danni della scuola, contenzioso che peraltro sarà poi gestito molto probabilmente dai sindacati, che forse saranno proprio quelli che ne trarranno vantaggio. La seconda domanda riguarda invece la proposta di legge sulla videosorveglianza. Le chiedo, Ministra, se nelle sue linee programmatiche, abbia previsto la conclusione dell'esame di questo disegno di legge che è fermo in 1ª Commissione al Senato già da questa estate, perché manca il parere della Commissione bilancio. In una delle ultime sedute della V Commissione era presente il sottosegretario Maria Cecilia Guerra che ha spiegato che questo parere necessita di alcuni elementi che devono arrivare dal Ministero della salute, dal Ministero del lavoro, dal Ministero dell'economia e delle finanze e da quello dell'istruzione. Quindi, Ministra, le chiedo, così come lo chiederò anche ai ministri delle altre amministrazioni competenti, se ci sono impedimenti per far proseguire questa proposta di legge e portarla a conclusione. Le anticipo che ho fatto preparare un'interrogazione e nella nostra Commissione, in Senato, l'aspetto proprio per una risposta relativa alla conclusione di questa proposta, perché i Ministeri hanno l'obbligo di pronunciarsi in merito a questi chiarimenti, necessari per il parere mancante della Commissione bilancio. Grazie, Ministra.

  BIANCA LAURA GRANATO. Grazie. Ringrazio la Ministra Azzolina per non aver focalizzato l'attenzione esclusivamente sull'emergenza in atto, perché comunque noi attendevamo questa audizione da tanto tempo e quindi, a parte tutto quello che si sta facendo in queste ore, su cui siamo sempre in aggiornamento, avevamo comunque necessità di capire come intendeva procedere nell'affrontare tutte le problematiche complesse, ordinamentali e sistemiche del nostro sistema di istruzione e di formazione. Tanti sono i problemi che affrontiamo quotidianamente. Quello del coronavirus, adesso, ci pone nella necessità di trovare una soluzione anche in merito alla sicurezza della rete di telecomunicazione su cui circolano tutte le informazioni legate alla didattica, perché, se si ricorre a server disponibili gratuitamente in rete, e a cloud messi a disposizione dalla rete, si rischia che tutte queste informazioni vengano carpite e che qualcuno se ne possa servire anche per indagini di mercato, o per altro. Per cui è importante lavorare su cloud e sandbox per le scuole, dare un'identità digitale Pag. 18 alle scuole, quindi agli studenti e ai docenti e poi avviare un rinnovamento della didattica, per esempio della matematica, soprattutto nella scuola primaria; mentre, nella secondaria di primo grado, è necessaria un'opportuna formazione degli insegnanti.
  Sappiamo che all'interno del nostro sistema di formazione e di istruzione le criticità più rilevanti riguardano la possibilità di orientamento degli studenti. Si pongono quindi altre domande correlate: la presenza, per esempio, di docenti tecnico-pratici nella scuola primaria è necessaria, a seguito dell'innovazione tecnologica che diventa ormai parte integrante della didattica.
  Mi è stato anche fatto notare che spesso manca personale ATA formato per il lavoro di segreteria. Molto spesso si attinge a collaboratori scolastici, quindi ci vorrebbe una maggiore cura nella formazione del personale ATA, specie adesso in vista del reclutamento che verrà effettuato grazie all'internalizzazione dei servizi di pulizia che abbiamo messo in atto.
  Per quanto riguarda, invece, la questione del sistema scolastico e dei docenti, ci sono alcuni aspetti della legge n. 107 del 2015 che presentano criticità abbastanza importanti. Va bene premiare il merito, però, non il lavoro sommerso. Va bene che il personale docente debba essere formato e preparato, però questo deve essere reso evidente attraverso criteri trasparenti e oggettivi. Quindi anche un concorso ordinario come sistema di reclutamento richiede un criterio oggettivo, anche quando nelle graduatorie risultano i punteggi che da questo derivano, oltre a quelli derivanti dai titoli culturali e dal servizio.
  Un'altra domanda che le volevo fare riguarda i docenti non abilitati che hanno partecipato alle prove suppletive del 2016, che sono stati assunti con riserva a causa di alcuni ricorsi: si intende provvedere, quindi a consentire, che vengano ammessi ai concorsi ordinario o straordinario? Infine: quando si prevede di varare i concorsi anche per dirigente tecnico, oltre ai concorsi di cui noi sappiamo, ordinario e straordinario, che sono previsti entro il 30 aprile? Grazie.

  FEDERICO MOLLICONE. Grazie, presidente. Noi entriamo nel merito di quella che secondo noi è l'emergenza. Avremmo voluto parlare dell'edilizia scolastica. Lo abbiamo fatto per decine di minuti in aula, nell'ambito di questa separazione dei Ministeri, dell'AFAM, dei precari: sono tutti temi che abbiamo ben presenti e su cui sollecitiamo tutti i giorni in Aula e nelle Commissioni la Ministra Azzolina, la quale è venuta in audizione dopo due rinvii.
  Purtroppo l'emergenza è un'altra e all'emergenza si aggiunge una notizia ulteriore: avremmo auspicato che la Ministra facesse un'esposizione più estesa dell'emergenza che l'ha portata a valutare di sospendere l'attività didattica, ma c'è una nuova notizia che secondo me è molto inquietante. È quella – peraltro la fonte è Repubblica, quindi non è tacciabile di partigianeria perché viene dall'opposizione, ma da un organo del partito di maggioranza più o meno. Al Comitato Tecnico Scientifico nominato dalla Protezione civile con esperti del Ministero della salute, Istituto Superiore Sanità e Consiglio Superiore di Sanità non piaceva l'idea della chiusura delle scuole. Gli esperti sanitari interpellati oggi dal Governo riguardo allo stop di 10 giorni delle lezioni, dall'asilo all'università, hanno infatti fatto notare che c'è una limitata evidenza scientifica sull'efficacia di una misura del genere. Non esistono al momento dati che indirizzano verso una capacità della chiusura di ridurre la circolazione del virus. Solo alcuni modelli predittivi indicano una moderata efficacia, ma è stato fatto notare dallo stringato parere del comitato che la si otterrebbe esclusivamente con una chiusura assai più prolungata, addirittura due mesi. Quindi non è stata formalmente una bocciatura, ma di fatto, sostanzialmente, lo è. A questo punto siamo molto preoccupati, Ministra Azzolina, perché Fratelli d'Italia, come penso tutte le altre forze politiche, ha offerto e offre il sostegno – lo abbiamo dimostrato, votando a favore del decreto e degli atti relativi del Governo – quando si tratta della sicurezza nazionale e della salute Pag. 19pubblica nazionale. Tuttavia, di fronte a prese di posizione così evidenti da parte della comunità scientifica, che in teoria doveva essere, come si diceva, ispiratrice dell'ultimo decreto che ha portato alla chiusura delle scuole e invece si scopre, da autorevoli fonti di stampa, che è addirittura contraria o comunque ritiene inefficaci tali misure, siamo molto preoccupati. Fermo restando che non si parla di chiusura, tecnicamente la domanda è questa: perché avete deciso per la sospensione didattica, obbligando il personale ad andare a scuola? Perché non sono stati previsti insieme, contestualmente?
  Non si fa un'azione che interviene in maniera così drastica sulla quotidianità delle nostre vite, quelle di tutti, e poi senza contestualmente prevedere misure straordinarie a sostegno delle famiglie, come quelle proposte – già ricordate dalla collega Frassinetti – da Giorgia Meloni, da poco in diretta Facebook. Le riassumo: il 70 per cento del congedo parentale o 500 euro al mese per avere del babysitting e la sospensione del pagamento delle rette scolastiche delle scuole sia pubbliche che private per il tempo non usufruito; il sostegno alle aziende con l'abolizione temporanea del «Decreto Dignità» per rendere facili le assunzioni e, in sostituzione, liberalizzazione di strumenti come i voucher che consentono di assumere personale per periodi brevi, visto il periodo che ha scardinato tutti i palinsesti, compresi quelli turistici.
  Siamo molto preoccupati, Ministra Azzolina. Ci deve rispondere su questo: chi ha deciso la sospensione e quali sono le evidenze scientifiche utili a tal fine, se il Comitato scientifico che è quello che ha ispirato il decreto dice e scrive nel parere – rivelato da un'autorevole fonte di stampa – che questa sospensione non è assolutamente efficace?

  ALESSANDRO FUSACCHIA. Volevo ringraziare anch'io la Ministra e anch'io volevo concentrarmi su quello che sta succedendo. Ho avuto in passato l'occasione di riflettere con i colleghi della Commissione e con la stessa Ministra di alcune questioni più strutturali, però credo che ci siano una serie di domande aperte alle quali volevo incoraggiare la Ministra nei tempi che riterrà, possibilmente i più brevi possibile, a dare le risposte, perché ovviamente sono domande che non arrivano solo da questa stanza, ma arrivano da tante famiglie che stanno fuori. Faccio solo una premessa veloce. Ho partecipato alla riunione di ieri sera che si è tenuta a Palazzo Chigi con il Presidente Conte. C'erano anche questioni sulla scuola e c'erano informazioni non necessariamente coincidenti con quello che è successo oggi. Capisco che c'è un'evoluzione continua delle cose; però, anche lei, Ministra, qui ha usato un'espressione: «tsunami che sta travolgendo l'Italia». Io incoraggio tutti a essere un po’ più cauti con le parole; credo sia importante mantenere un linguaggio corretto, proprio perché in questo momento c'è una propagazione molto veloce delle parole. Nel merito della questione, lei ha parlato di sospensione e non di chiusura delle attività didattiche. Ho alcune domande molto puntuali. La prima: se c'è una ragione particolare sulla durata di questa sospensione. Cioè, è stata decretata la sospensione fino al 15 marzo: sono undici giorni. Sappiamo tutti che la fase di incubazione è quattordici giorni; come mai è stato deciso per un periodo più breve? Se c'è un ragionamento dietro a questo, sarebbe utile e interessante capirlo. La seconda: mi riallaccio a cose che hanno detto molti colleghi sulla didattica e quindi sulla questione della piattaforma online. Ho molto apprezzato lo sforzo che sta facendo lei personalmente, e tutto il Ministero, rispetto alla costruzione di una didattica a distanza in questa fase così delicata. Volevo sapere se ci può dire qualcosa di più su che cosa esattamente si sta mettendo in piedi, come Ministero, in termini di piattaforma o piattaforme, con quali tempi e se c'è già un ragionamento sul recupero. Posso capire che possa sembrare prematuro parlare di qualcosa che potrebbe capitare fra qualche mese, però volevo capire se c'è un ragionamento collegato con la tipologia di attività a distanza che si immagina di fare e soprattutto, su questo, che tipo di copertura immaginiamo, il Ministero immagina, rispetto al numero di studenti che poi materialmente, realisticamente possono essere Pag. 20raggiunti in un Paese come il nostro che ha una geografia e una topografia molto complesse.
  Sempre sulla sospensione delle attività didattiche: volevo chiedere alla Ministra che cosa concretamente questo significa per i docenti. È evidente che sospensione, come diceva prima il collega Toccafondi, non significa chiusura, come lei ha ben specificato, rispetto alle zone rosse. Volevo capire se i docenti sono formalmente a disposizione delle scuole; se sono previsti programmi di formazione a distanza che vengono attivati anche per i docenti, o se tutti i docenti saranno coinvolti nella formazione a distanza, che loro stessi magari dovranno erogare agli studenti che staranno a casa e se è stato considerato che la geografia dei nostri insegnanti nelle scuole è una geografia molto particolare, perché nel Nord insegnano tanti docenti che provengono dal Sud. Faccio una domanda con grande sobrietà: abbiamo docenti del Sud che stanno insegnando nelle scuole del Nord; chiudendo le scuole per due settimane al Nord, immagino che molti di loro tornino in famiglia al Sud. Tuttavia, abbiamo una situazione al momento, secondo i dati ufficiali, un po’ differenziata rispetto alla gravità della questione coronavirus, tra le varie regioni del Paese. Quindi volevo capire – la domanda è una domanda più generale – quali ragionamenti sta facendo il Governo – nella misura in cui a questo può rispondere il Ministro dell'istruzione – sugli effetti inevitabilmente collaterali della chiusura delle scuole?
  Penso anche a un altro aspetto: la struttura sociale del nostro Paese fa sì che tanti genitori staranno a casa, quelli che se lo possono permettere o comunque quelli che potranno usufruire di misure del Governo che almeno io non conosco, che non sono note. Una parte dei bambini finirà con i nonni che però sono la parte più esposta e più debole in questo momento, rispetto al coronavirus.
  Ultime due cose velocissime: la prima non riguarda solo il mondo della scuola, ma un mondo fatto di tante lavoratrici e lavoratori precari che non sono i docenti, non sono i presidi, sono quel mondo che lavora con la scuola, che lavora attorno alla scuola, proprio perché negli anni abbiamo cercato di rafforzare i rapporti con la società civile, con le associazioni. Si tratta spesso di lavoratori e lavoratrici che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, perché fanno lavori magari di grande passione, ma anche relativamente precari. Non riguarda solo i lavoratori attorno alla scuola, se li posso definire così in questo momento. Riguarda tanti altri lavoratori; però, in questo caso, stiamo parlando di scuola. Volevo sapere se stiamo già ragionando anche su misure di sostegno a queste persone che sono un pezzo della scuola anche se non sono reclutate dal Miur, se non stanno fisicamente dentro la scuola dalla mattina alla sera, come un docente.
  L'ultima domanda riguarda il Ministero: oggi abbiamo votato un decreto di spacchettamento. Non serve necessariamente aver lavorato in un Ministero per sapere che queste misure richiedono poi tempo per l'attuazione. La storia degli ultimi mesi del Miur è una storia travagliata – lo dico ancora una volta con sobrietà – fatta di cambi che hanno poi bloccato processi e procedure. Ora è importante avere tutti al proprio posto di comando in questo momento. Avete previsto delle deroghe? Avete previsto misure che permettano di accelerare la messa a disposizione di tutti nei posti di comando, perché ci siano filiere molto veloci e operative all'interno del Ministero? A questa domanda sulle deroghe collego un'altra questione: quella di task force, al singolare o al plurale. Quando ci fu il terremoto di Amatrice, per dirne una, fu fatta una task force – che era, per certi versi, una cosa molto grave, ma anche molto circoscritta e perimetrata – che occupò completamente il vertice politico e amministrativo del Ministero per settimane e settimane. Non era niente, francamente, in confronto alla necessità di interlocuzione con un intero Paese dove si presuppone la chiusura delle scuole. Quindi, volevo capire come si sta organizzando internamente il Ministero.
  C'è una questione sui concorsi per permettere di reclutare persone di qualità che vanno in classe a settembre. È chiaro che Pag. 21questa emergenza non dipende da nessuno di noi, ma vorrei capire se si sta pensando pure lì ad alcune deroghe, che mi preoccupano perché potremmo rischiare poi di sacrificare troppo il merito.
  Chiudo con una domanda, non retorica: che cosa possiamo fare noi?

  ANDREA CANGINI. Grazie presidente. Questa mattina, prima che Rocco Casalino facesse circolare la notizia della chiusura delle scuole, mi ero preparato le domande per interpellare la Ministra su come ritiene possibile introdurre elementi meritocratici in un mondo del lavoro, quello della scuola, dove il merito individuale non ha alcuna aderenza con le carriere individuali.
  Le volevo chiedere se è a conoscenza delle evidenze dell'indagine conoscitiva che stiamo facendo in Commissione 7a al Senato sul rapporto tra web e giovani nell'ambito della quale tutti gli esperti che abbiamo convocato ci hanno detto che non c'è una sola indagine scientifica a livello mondiale che dimostri che l'introduzione del digitale nelle scuole sia utile per l'apprendimento, mentre ne esistono diverse che dimostrano esattamente il contrario. Le volevo chiedere se, e in che misura, ha intenzione di dare attuazione alla legge sulla parità scolastica dopo vent'anni dalla sua approvazione, essendo la stessa inattuata.
  È evidente che non possiamo parlare di questo. Non sono d'accordo con i colleghi della maggioranza, con il presidente Gallo e con lei per come ha organizzato la sua relazione. Non credo che il Parlamento sia una torre d'avorio. Non credo che quello che accade qua fuori, non debba riguardarci. Oggi la notizia su tutti i siti internazionali è che l'Italia chiude le scuole. Come facciamo noi che ci occupiamo di scuola, e come fa lei che ha preso questa decisione, a parlare d'altro; e come fate, colleghi della maggioranza, a pretendere che si parli d'altro? La notizia è questa. Tutto il resto passa in subordine. Necessariamente ci ritroveremo eventualmente per parlare delle sue linee guida, ma oggi lei non può pensare – mi sorprende che qualcuno tra i colleghi della maggioranza lo ritenga – di avere il diritto di parlare d'altro e di poter eludere un tema che riguarda direttamente tutte le famiglie italiane che hanno figli in età scolare, quindi la mia domanda è: perché oggi per esempio? Perché è stato deciso di chiudere le scuole oggi? Sulla base di quali parametri, di quali evidenze scientifiche? Perché il 15 si ritiene di poterle riaprire? Qual è la previsione? Su quali elementi avete fondato questa previsione? Se è vero come diceva il collega – leggo dal sito del La Stampa – che la decisione non è stata affatto univoca e che questo è stato motivo di forti polemiche all'interno del Comitato Scientifico a cui lei ha, forse con una certa abilità politica, attribuito al cento per cento questa decisione. Sì, è vero, gli scienziati servono, in questa materia a maggior ragione, ma le decisioni sono sempre politiche. Qualsiasi cosa le venga detta dagli esperti, la decisione è sua. È lei la Ministra dell'istruzione. Gli esperti servono ai ministri e ai politici per assumere le decisioni, ma le decisioni non possono che essere politiche. Quindi di questo, a mio avviso, dovremmo parlare, perché è di questo che si parla fuori da qua. Noi non possiamo isolarci dalla società, dal mondo reale e parlare d'altro. Non sappiamo quando riapriranno le scuole. Che parliamo a fare del resto?

  LUCIA CIAMPI. Grazie, presidente. Credo che, invece, le questioni siano conciliabili, cioè quella che lei ha scelto, venendo qui per essere audita da noi e illustrare le sue linee programmatiche, il suo modo di impostare l'organizzazione della scuola e quella di affrontare la situazione esterna a questo luogo che non è e non deve essere una torre d'avorio, ma il luogo della rappresentanza di chi sta fuori. Quella attuale è una situazione emergenziale della quale dobbiamo non solo tenere conto, ma anche essere garanti di una risposta da dare a quanti stanno fuori.
  Nel tempo che mi è concesso, dividerò il mio intervento in due parti: la prima è quella relativa alle questioni generali della scuola – le avrei fatto queste osservazioni anche in altri momenti – che riguardano, in modo particolare, l'edilizia scolastica. Lei l'ha accennato: è uno degli elementi che rappresentano un punto di forza su cui Pag. 22vuole fondare la sua attività di Ministra; l'edilizia scolastica sarà supportata da maggiori fondi. Credo che sia necessario un fondo unico nazionale, più che una distribuzione di differenti fonti di risorse a cui attingere, esclusi naturalmente i fondi europei che non possono che derivare da lì. Tuttavia, secondo me, bisogna cercare in maniera più razionale di uniformare, di convogliare il più possibile i fondi per l'edilizia scolastica e per la sicurezza dell'edilizia scolastica, a supporto sia delle scuole che degli enti, degli enti locali, comuni e province, proprietari delle scuole. Quindi, il mio interesse è quello di potenziare l'edilizia scolastica, perché il luogo in cui si apprende sia assolutamente adeguato alla qualità dell'insegnamento; e, poiché oggi la scuola deve essere all'altezza di una didattica innovativa, una didattica innovativa ha bisogno di spazi nuovi. Ecco perché l'edilizia scolastica è assolutamente necessaria. Il tema dell'edilizia scolastica è legato anche ai dirigenti scolastici, che noi sappiamo essere responsabili anche di ciò di cui non possono essere responsabili. Abbiamo più volte messo in evidenza questa criticità. Dobbiamo aiutare i dirigenti scolastici a fare quello che devono fare con le loro competenze, ma non possono avere su di loro la responsabilità di una struttura che è di proprietà di altri.
  Per quanto riguarda la situazione esterna, sta succedendo qualcosa di estremamente grave, di estremamente difficile e inedito, inatteso, a cui, soprattutto, non siamo preparati. Io non ho da insegnarle niente. Credo che lei, insieme al Governo, abbia preso in considerazione in buona fede tutto quello che era necessario. Penso anche che ci sia stato da parte sua il tempo e la volontà di poter organizzare qualcosa. Quello che le chiedo è che lei tenga conto delle due Commissioni parlamentari, la nostra e quella del Senato, che, secondo me, dovrebbero essere uno strumento a suo ausilio con cui collaborare e condividere, più che essere il luogo in cui venirci a dire che cosa è stato deciso. Chiedo fortemente una maggiore collaborazione da parte dei parlamentari nel suo operato di Ministra e chiudo, se mi permettete, con una domanda. Bisogna prepararsi al peggio. Immagino e mi auguro che questa situazione emergenziale finisca nel più breve tempo possibile, ma può durare. Deve diventare un'opportunità per sperimentare quell'innovazione didattica a distanza di cui abbiamo parlato anche stasera, per incoraggiarla e per iniziarla da parte delle scuole che non lo hanno ancora fatto, per far capire a tutti come questo tipo di didattica possa portare grandi frutti, anche in tempi ordinari non quali sono quelli di oggi. L'insegnamento, la formazione didattica deve essere uno strumento per l'acquisizione anche di quei contenuti di cui l'onorevole Sgarbi ci diceva nel suo intervento. Non sono in contraddizione. La formazione digitale non è in contraddizione con la conoscenza di contenuti che hanno a che fare con l'arte, con la bellezza, con Tiziano, con Dante e con Raffaello. Grazie.

  ROSSANO SASSO. Cercherò di parlare di scuola, visto che di coronavirus si parla da mesi, da settimane e visto che stasera, purtroppo, in questa Commissione ho sentito poco parlare di chi lavora nella scuola, quindi degli insegnanti, dei dirigenti scolastici, del personale ATA. Cercherò poi, insieme al presidente, collega Pittoni, di rappresentare a noi stessi quella che è la situazione che vorremmo affrontare il più presto possibile. Quindi, con una buona dose di ottimismo, auguriamoci che il coronavirus, l'emergenza, termini il 15 marzo. Il 16 marzo, si rientrerà a scuola tutti quanti e si ritroveranno gli stessi problemi che abbiamo da qualche settimana.
  C'era una volta il Movimento 5 Stelle che considerava la «Buona Scuola», la legge n. 107 del 2015, il male assoluto. Oggi avete deciso di allearvi con il Partito democratico, quindi avete fatto un patto con il diavolo; e, come in ogni buon patto con il diavolo che si rispetti, siete chiamati a pagare dazio. Cominciamo con l'elencare tutte le battaglie, tutte le vostre bandiere, che avete abbandonato a cominciare dalla chiamata diretta: che fine ha fatto? Si è persa traccia dell'abrogazione della chiamata diretta? È stata approvata al Senato, coerentemente con quanto abbiamo sempre fatto, con i voti favorevoli della Lega. Pag. 23Alla Camera non c'è traccia dell'abrogazione della chiamata diretta. Non so come andrà a finire. La Lega, coerentemente con quello che ha sempre fatto e sempre detto, voterà a favore dell'abrogazione della chiamata diretta. Certo il Movimento 5 Stelle avrà poi qualche problema da chiarire con il Partito democratico, perché se sarà abrogata, sarà grazie ai voti della Lega, ma su questo non voglio infierire. Così come non voglio infierire sulle classi pollaio: un tentativo, Ministra, mi perdoni, veramente goffo di accreditarsi un successo che tale non è – perché numeri alla mano e non li dà Rossano Sasso della Lega, ma li dà Tuttoscuola, e sono pubblicati dall'ANSA – con 50 milioni di euro che avete previsto di stanziare a partire dal 2022, sapete quante classi, colleghi, si potranno svuotare? 815 classi su 57.000, ben l'1,4 per cento. Ministra, va bene che parliamo di classi pollaio, ma non siamo polli che cascano in questo che è un successo, sebbene nato da buone intenzioni, per carità. Questo va riconosciuto alla Ministra Azzolina. Dove infierirò, invece, e non me ne vogliano i colleghi, è sul rapporto che questa maggioranza ha con i lavoratori precari della scuola, sulle beffe che la maggioranza PD-Italia Viva-LeU-Movimento Cinque Stelle si è fatta, sia di chi tutela i diritti dei lavoratori sia dei lavoratori stessi. In questo però devo riconoscere che siete stati democratici, nel senso che avete trattato male tutte le categorie: i collaboratori scolastici che sono rimasti fuori dall'internalizzazione e che oggi erano qui fuori a scioperare, i DSGA facenti funzione, i precari di religione cattolica, il personale educativo. Avete trattato male tutti. Con la vostra scure, nel nome di questo fantomatico merito, vi siete abbattuti con una cattiveria ideologica che non si era mai vista prima. Veramente non si era mai vista prima. Poi, però, ci sono le vostre categorie preferite: quelle che proprio ci godete, quelle che proprio vi fanno calare giù la maschera, quando si tratta di colpirli. Sono i precari di terza fascia. Sono gli oltre 50.000 insegnanti che – lo ribadisco ancora una volta – lo Stato ha ritenuto idonei all'insegnamento per 5, 10, anche 15 anni e che, da un momento all'altro, ritenete non più idonei e li buttate in mezzo ad una strada. Eppure la Lega aveva previsto una soluzione a questo problema che era già stata utilizzata in passato: è il PASS; lo ripeteremo fino allo sfinimento. Tra i più agitati dei colleghi parlamentari del Movimento 5 Stelle, che tanto lo hanno criticato, qualcuno aveva anche fatto il PASS. Quindi, invoco un minimo di coerenza anche da questo punto di vista.
  Per concludere, arriviamo alla ciliegina sulla torta. C'è una categoria di professori – sono oltre 2.000 – che sono gli aspiranti dirigenti scolastici del concorso del 2017 che non vogliono sentire parlare di merito, Ministra. Cari colleghi del PD, del Movimento 5 Stelle, della maggioranza, non vogliono sentire parlare di merito, perché uno solo di loro ha più merito, più capacità e più competenze di tutti quanti noi messi insieme; eppure sono stati bocciati, come tutti saprete, al famoso concorso. Ho visionato alcune delle prove scritte alle quali questi aspiranti dirigenti scolastici sono stati bocciati, soltanto dopo che il TAR ha concesso l'accesso agli atti di qualcuno che era stato promosso. È evidente che c'è più di qualcosa che non va. Se ne parlerà quando il 12 marzo il Consiglio di Stato sarà chiamato a esprimersi se confermare o meno quanto stabilito dal TAR. Ministra Azzolina, io non la invidio, perché non vorrei trovarmi nella sua situazione se il 12 marzo il Consiglio di Stato dovesse confermare quanto stabilito dal TAR, perché si troverebbe in una condizione totale di conflitto di interessi. In che modo – questa è una delle domande che le faccio a nome di migliaia di dirigenti scolastici aspiranti – lei riuscirà a garantire terzietà e imparzialità nel momento in cui dovesse essere obbligata a trovare una soluzione politica in un concorso a cui lei stessa ha partecipato? Legittimamente, per carità; però, sinceramente, non l'avrei fatto, se fossi stato in lei.
  Concludo, facendo riferimento al famoso patto con il diavolo con cui ho iniziato il mio intervento. C'è una frase di un poeta che si chiama John Milton, se non ricordo male, che viene ripresa anche nel film L'avvocato del diavolo – forse più Pag. 24conosciuto tra i comuni mortali –, in cui Al Pacino, rivolgendosi al giovane e ambizioso avvocato, gli dice: «Caro mio, meglio regnare all'inferno che servire in paradiso». Ministra Azzolina, colleghi della maggioranza, noi continuiamo a preferire servire in paradiso. Noi preferiamo continuare a essere coerenti, a lottare per la tutela dei lavoratori. Voi governate pure nel vostro regno, perché tanto non sarà eterno. Grazie.

  GIANLUCA VACCA. Grazie, presidente. Noi invece continueremo a lottare – penso come abbiamo sempre fatto – per il bene della scuola, e immagino che questo sia un obiettivo di tutti i membri di queste Commissioni. Volevo innanzitutto ringraziare la Ministra per questa audizione. Non è – lo sappiamo tutti quanti – un momento facile, anzi è un momento particolarmente critico. È probabilmente uno dei momenti più critici della storia repubblicana di questo Paese. Siamo consapevoli delle difficoltà che tutti quanti noi stiamo vivendo in questa fase. Credo che queste Commissioni abbiano sempre dato prova negli anni, almeno da quando ne ho testimonianza diretta, quindi in queste ultime due legislature, di unità di intenti e compattezza, quando ci si trova ad affrontare questioni particolarmente importanti per il sistema Paese, per il nostro Paese. L'ha fatto in passato e lo dico anche dalla prospettiva di una forza che fino a due anni fa era all'opposizione. Nella precedente legislatura, ci siamo scontrati tantissime volte con le forze di maggioranza di allora su alcune questioni, però poi c'era sempre una convergenza. Non è retorica questa, perché abbiamo fatto diverse battaglie nella scorsa legislatura, ma poi, di fronte a determinate tematiche, credo che tutti debbano unirsi e portarle avanti. Quando parliamo di scuola, di istruzione, di maggior attenzione al mondo della cultura, credo che non ci debbano essere divergenze, quindi mi unisco anche a quanto detto prima dalla collega Nardelli. Anche noi siamo con lei, Ministra. Le siamo accanto. Ci dica come possiamo aiutarvi, aiutare lei e il Governo, che lo faremo. Siamo consapevoli che alcune risposte debbano essere ancora date; molte, invece, sono state già date. La situazione è in continuo divenire, ma alcune risposte dovranno essere date, questo lo sappiamo benissimo; sono state in gran parte elencate, ma credo che ci sia necessità di unità di intenti e di compattezza in questa fase.
  Affronto soltanto un paio di questioni e poi i miei colleghi che seguiranno parleranno degli altri temi. Volevo partire da un argomento di cui si parla tanto, se ne è accennato e se ne è parlato anche in precedenza in questi giorni, cioè della didattica digitale. Leggendo i giornali, i quotidiani, sembra che la didattica digitale possa – anche secondo alcuni interventi – essere un po’ la panacea di tutti i problemi che oggi stiamo vivendo. Eppure, Ministra, nei miei anni di docenza nella scuola, molti anni fa, ero un professore che aveva un blog di italiano, storia e geografia, formatosi anche in innovazione didattica digitale, e ho fatto molta formazione, praticandola quando ancora se ne parlava poco. Facevamo innovazione didattica a scuola, educazione all'utilizzo dei linguaggi informatici, dei linguaggi della rete. So di cosa stiamo parlando e posso dire che l'innovazione didattica non si improvvisa, non esce fuori dall'oggi al domani. Non si può chiedere a tutte le scuole di fare all'improvviso innovazione didattica digitale, perché la didattica digitale, l'innovazione didattica richiedono formazione, richiedono tempi adeguati, richiedono risorse a partire dall'infrastruttura, a partire proprio dalle connessioni. Non tutte le famiglie oggi hanno connessioni adeguate. Insomma, richiede tanti ingredienti, tanti elementi. Indubbiamente le scuole sono già pronte; potranno utilizzare anche questi strumenti per compensare la chiusura delle scuole, però l'innovazione didattica è un tema che richiede tanti ingredienti che bisognerà fornire al mondo della scuola. Quindi i temi che volevo porre sono quelli dell'innovazione didattica e della formazione continua, due argomenti che vanno di pari passo come già abbiamo detto. Si è parlato tanto di formazione anche negli anni passati. Si parla sempre di formazione nelle scuole. Credo che sia arrivato il momento di fare Pag. 25un piano di formazione per il nostro corpo docente che è preparatissimo, è già formato, ma la formazione continua nel nostro Paese e nel mondo della scuola, diciamoci la verità, è sempre mancata. Credo che sia arrivato il momento di fare un piano di formazione continua, anche gratificando i docenti, perché attualmente la legge prevede l'obbligo della formazione, che però, oggi, di fatto, è inapplicato, anche perché mancano forme di gratificazione del corpo docente. Bisogna ridare dignità alla professione di docente. Abbiamo iniziato a farlo in questa legislatura anche economicamente – quindi un primo passo è stato già fatto – ma bisogna continuare in quella direzione.
  Gli ultimi due temi, cui accenno solamente, riguardano, in primo luogo, la formazione professionale post-secondaria. Nel decreto che abbiamo approvato oggi è di competenza del suo Ministero. Anche per questo c'è un lavoro parlamentare in corso: il Governo e il Parlamento dovrebbero porre anche questo come tema centrale. L'Italia manca totalmente di formazione professionale avanzata post-secondaria e terziaria. Bisognerà lavorare per potenziare un settore strategico anche per il mondo del lavoro.
  Ultimo argomento. Nel corso della mia esperienza al Ministero per i beni e le attività culturali, avevo iniziato a occuparmi di una questione di cui si parla poco, ma che credo sia invece importante. In questi tempi di emergenze potrà sembrare secondaria, però una riflessione andrà fatta anche su questo. So che qualcosa è stato già fatto. Stavo lavorando per far dialogare, mettere a sistema le strutture del Ministero dei Beni Culturali del Collegio Romano, quelle territoriali, con le strutture degli enti formativi. Credo che oggi le varie strutture che fanno parte della cultura, quelle del Collegio Romano e tutti gli enti culturali, dialoghino poco, come prima accennava anche il collega Sgarbi, con gli enti formativi. Invece, in un'ottica di innovazione anche didattica sul territorio, didattica aperta, sono due mondi che dovrebbero parlarsi in maniera sistemica molto di più. Quindi, ho avviato una prima ricognizione per fare in modo che ci fosse un tavolo di coordinamento continuo tra il mondo formativo e il mondo culturale in generale. Penso soltanto al mondo degli archivi. Gli archivi sono agonizzanti, hanno tantissimi problemi, ma quanto lavoro si potrebbe fare con le scuole, negli archivi, nell'età dell'informazione? Questo è anche un auspicio. So che qualcosa è stato avviato. Un impulso decisivo su questo penso che sia opportuno e che faccia sicuramente bene al mondo della scuola.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, c'è molto poco da aggiungere a tutto quello che hanno già detto i colleghi del mio gruppo. Rimarco anch'io però, come ha fatto il collega Toccafondi, un dato strutturale. C'è anche il virus della dimenticanza delle scuole paritarie che permane, di Ministro in Ministro, in modo indelebile e apparentemente inguaribile. Rimane il fatto che in questa circostanza sarebbe auspicabile che già avessimo la data della replica del Ministro. Non abbiamo ancora una certezza e anche questo – che credo rientri nel quadro di un corretto rapporto tra Parlamento e Governo, soprattutto nel momento in cui il Premier, e quindi il Governo intero, chiede al Parlamento un atto di responsabilità – sarebbe stato auspicabile, compatibilmente con la situazione e con tutte le cose da fare. Devo dire che la collega Aprea, sopraffatta dalla passione, ma con puntualità cartesiana ha dato un elenco di cose da fare da subito che varrebbe la pena di prendere in considerazione.
  Chiusa la parentesi, torno al punto. Questa sera sarebbe auspicabile che noi uscissimo da qui con l'indicazione della data certa della replica del Ministro Azzolina. Questo sarebbe un gesto di grandissimo rispetto e una mano tesa, soprattutto nei confronti dell'opposizione alla quale si chiede responsabilità e noi la diamo.
  Chiudo, così regalo minuti al mio amico Gigi Casciello, sottolineando anch'io con sobrietà un passaggio del collega Fusacchia che ha chiesto se c'era un pensiero dietro la scelta di chiudere le scuole da oggi al 15 marzo, oppure no. Grazie.

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  ROSA MARIA DI GIORGI. Grazie, presidente. Preliminarmente, un appunto di mezzo minuto. Mi piacerebbe vedere un clima diverso, mi piacerebbe che l'opposizione si facesse carico con noi delle difficoltà inedite che il Governo sta affrontando. Però purtroppo non ci è dato avere questo. Mi verrebbe da dire cui prodest? Perché questo atteggiamento di tale negatività nei confronti della Ministra, che sicuramente oggi ha preso una decisione complessa, una decisione che non si prende a cuor leggero e che ha implicato veramente molto coraggio? Servirà? Questa è la domanda che qui aleggia. Io spero proprio di sì e credo che lo debbano sperare tutti coloro che sono presenti qui. Spero proprio di sì, spero che serva. Sicuramente è stata presa perché servisse. Gli esperti c'erano, sono stati sentiti, questo ci è stato detto e io questo accolgo come dichiarazione. Gli esperti, i virologi hanno detto che questa soluzione è utile e devo dire che logicamente mi sembra che possa esserlo. Non è che qui dentro non si volesse parlare di coronavirus. Qui dentro si parla anche di coronavirus, come è stato fatto in molti interventi. Abbiamo polemizzato inizialmente perché non era una questione da porre in tema di ordine dei lavori. Chiudo qui la questione.
  Il tema che mi interessava, Ministra, è quello che lei ha affrontato subito, all'inizio del suo intervento ed è quello che credo sia centrale davvero. Gli studenti al centro del nostro intervento e quindi il diritto allo studio di fondo, mettiamolo in senso generale, il diritto allo studio e l'inclusione scolastica. Noi vinceremo se il nostro Paese avrà una scuola che riesce a includere tutti, una scuola che riesce a dare conoscenza e quindi a trasmettere i saperi ai nostri giovani. Questo è quello che serve; ma la situazione, purtroppo, in Italia, non è così semplice perché abbiamo situazioni diverse nelle varie regioni d'Italia, abbiamo contesti molto difficili e quindi dobbiamo confrontarci anche con l'altro tema forte della dispersione scolastica. Ne hanno parlato anche altri colleghi, ma questa è la grande sfida che secondo me lei, in questo momento, essendo Ministro, e quindi avendo la responsabilità del settore, deve affrontare: questa è la grande sfida che il nostro Paese ancora deve avere. Sono troppo alti i numeri della dispersione scolastica; ma lei risponde a questo già nella sua relazione e questo mi ha fatto molto piacere perché parla di un patto scuola-famiglia, parla di integrazione nel territorio, di un territorio che si fa carico del giovane e quindi interviene come può per far sì che possa usufruire di tutte le opportunità che gli vengono date dalla scuola. Una scuola che deve indubbiamente essere fatta a misura di questo ragazzo, a misura di coloro che devono prendere il massimo negli anni della loro permanenza all'interno della scuola.
  In questo senso vedo molto collegato l'altro aspetto che lei ha posto, quello del sistema «zero-sei». C'entra moltissimo con la dispersione scolastica, con le competenze e con quanto i giovani nella fase successiva riescono ad acquisire.
  Se un bambino riesce ad andare al nido, se è scolarizzato prestissimo, sviluppa maggiori capacità di apprendimento. Questo lo sappiamo, ormai è tema consolidato nella pedagogia. Rispetto a questo credo che bene abbiamo fatto nei Governi precedenti, e questo lo voglio anche rivendicare, nei Governi del centrosinistra, a lavorare su questo fronte, ad approvare la legge relativa e a muoversi in questa prospettiva. Per fare questo c'è bisogno di insegnanti bravi, preparati, sui quali bisogna investire.
  L'altro punto della sua relazione che qui riprendo riguarda la formazione continua per gli insegnanti che devono essere all'altezza dei tempi e che devono essere in grado di confrontarsi con il nuovo mondo che si sta definendo anche nel nostro Paese. Quindi insegnanti pronti a lavorare con culture diverse, a gestire e a fare essi stessi integrazione all'interno delle classi. Giovani che devono abituarsi a crescere con altri giovani che provengono da culture diverse, utilizzando gli strumenti ormai messi a disposizione, quindi tutte le nuove tecnologie di cui tanti colleghi hanno parlato, che io condivido e che è giusto che vengano applicate all'interno della scuola. Naturalmente con uno sviluppo dappertutto. Ancora qui differenze e divari territoriali, Pag. 27 perché se la rete non c'è in certe zone del nostro Paese è evidente che i ragazzi non potranno avere le stesse opportunità.
  La famosa rete e le nuove tecnologie – che anch'io auspico possano essere utilizzate in questo momento difficile che la nostra scuola attraverserà e che crediamo, come bene diceva la mia collega Ciampi, potrebbe essere un'opportunità nuova – richiedono di sperimentare nuove modalità e nuove tecniche didattiche, così come si fa in tanti altri Paesi. L'Italia ha un gap rispetto a questo che certamente non può essere ascritto a lei, Ministra. Però se possiamo recuperare questo ritardo, credo che le azioni avranno un senso.
  Ciò che ho colto dal suo intervento è qualcosa di molto armonico, direi. È così che mi immagino che debba essere la scuola italiana, è così che vorrei che fosse, con tutta una serie di aspetti che sono stati posti.
  Non voglio parlare della questione delle carriere degli insegnanti, della valorizzazione del personale tecnico amministrativo, cioè tutto ciò che serve e tutti i soggetti che devono essere valorizzati e che costituiscono quella che a noi piace ancora chiamare «la buona scuola». Rispetto a questo, c'è anche un'altra necessità: quella di riuscire a muoversi con una dirigenza scolastica (io ero tra coloro che proposero la chiamata diretta) che sia in grado di scegliere in certe fasi i docenti che devono essere messi in campo, dopo un'analisi del territorio di riferimento e delle caratteristiche dei ragazzi di un certo territorio. Questo è un tema che avremo modo di trattare.
  Per quanto mi riguarda le auguro buon lavoro relativamente a tutta la programmazione che lei intende mettere in campo. Naturalmente saremo accanto a lei in questa fase così complicata, difficile, inedita che tutti insieme, maggioranza e opposizione dovremo affrontare con lei. Grazie.

  MARIO PITTONI. Grazie, presidente. Mi rifaccio a cose che ho ricordato in occasione della dichiarazione di voto sul decreto scuola.
  Qualche anno fa la spallata principale al Governo Renzi arrivò dal mondo della scuola. L'allora Segretario del PD aveva promosso la cosiddetta «buona scuola», costruita facendo parlare tutti, ma senza ascoltare nessuno. Esattamente ciò a cui stiamo assistendo con l'attuale gestione del Ministero dell'istruzione. Dopo quell'esperienza disastrosa, ci illudevamo che il centrosinistra avesse preso coscienza dell'effetto moltiplicatore del consenso o del dissenso caratteristico del settore, ma, a giudicare dalle scelte del Governo Movimento 5 Stelle-Partito Democratico-Italia Viva-LeU, per quanto riguarda il decreto scuola, pare proprio di no. Come è nato quel decreto? Le prime cinque forze sindacali si erano compattate su due precise richieste, in aggiunta ovviamente all'adeguamento degli stipendi: concorsi riservati per stabilizzare il precariato storico, che vede alcune categorie in lista d'attesa addirittura da un quarto di secolo – poi ci chiediamo perché le famiglie non mettono al mondo figli – e percorsi abilitanti formativi e selettivi regolari, come chiede l'Europa, altrimenti si rischia il mancato riconoscimento all'estero, e senza i quali è preclusa la carriera nelle scuole paritarie, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di tali strutture.
  Il Governo Conte I trattò con successo la rinuncia allo sciopero generale annunciato alla vigilia delle elezioni europee in cambio del via libera ai concorsi riservati. Impegno peraltro già presente al punto 22 del contratto di Governo Movimento 5 Stelle-Lega, dove si parlava di fase transitoria per il superamento del precariato cronico e di percorsi abilitanti, i cosiddetti «PASS», già collaudati nel 2013. Non solo: in fase di conversione del decreto eravamo già pronti ad aggiungere una serie di interventi risolutivi per altre criticità abbondantemente anticipati sulla stampa specializzata. Inspiegabilmente, però, il Movimento 5 stelle si mise di traverso, imponendo la formula del «salvo intese» e il provvedimento non vide mai la luce. Il nuovo intervento, varato dal Conte II, invece di tendere la mano ai precari esperti sfruttati da una vita, ha cancellato di fatto i percorsi abilitanti e reso i concorsi riservati un terno al lotto Pag. 28che rischia di lasciare a casa – cosa che in Italia, a una certa, età equivale alla morte civile per la difficoltà di trovare un'altra occupazione – decine di migliaia di precari storici, coloro cioè per i quali tali concorsi erano stati pensati, convincendo, come detto, i sindacati ad accettare la rinuncia allo sciopero generale. In risposta alle conseguenti accese proteste delle categorie interessate, oltre che dei sindacati, il Governo aveva ancora la possibilità di limitare i danni di quanto approvato alla Camera. Al Senato, infatti, abbiamo presentato una serie di proposte correttive che almeno in parte avrebbero potuto riportare il decreto sulla linea concordata con le forze sindacali; tuttavia, pare che il rispetto degli impegni con organizzazioni che rappresentano oltre il 90 per cento dei tesserati, in un settore che è il più sindacalizzato in assoluto, con due iscritti su tre, non sia tra le priorità dell'attuale maggioranza Movimento 5 stelle-Partito Democratico-Italia Viva-LeU. Dalla maggioranza, in Commissione, è arrivato il «no» secco a qualsiasi correzione al testo approvato dalla Camera, fatto che dal nostro punto di vista rappresenta il suicidio politico del Movimento 5 stelle nel mondo dei precari della scuola, ai quali in campagna elettorale aveva invece fatto promesse di ogni genere. Ma soprattutto rappresenta la perdita definitiva di credibilità in questo settore del PD, pronto ormai ad appiattirsi su qualsiasi scelta grillina, pur di non ridare la parola ai cittadini per il terrore dei suoi parlamentari di non tornare in Parlamento. Invece che investire sul futuro, ci si incolla cioè alle poltrone, mostrando di non aver imparato nulla dalle esperienze precedenti (l'ultimo governo Prodi, che pretendeva di reggersi sul margine di un solo voto, fu pesantemente punito nell'elezione successiva). Certo, gioirà il mercato dei corsi e delle pubblicazioni preparatorie ai concorsi. Ma dove sono gli interventi da tempo attesi da decine di migliaia di precari e «ingabbiati» della scuola?
  Non si intravvede alcun percorso specifico per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento dedicato a docenti in possesso di adeguata esperienza professionale. Non c'è traccia del corso di specializzazione per l'insegnamento di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado dedicato specificamente a coloro che sono in servizio, a qualunque titolo e legittimamente, su posti di sostegno della scuola primaria, secondaria e dell'infanzia senza essere in possesso del titolo di specializzazione.
  Non c'è traccia della programmazione del percorso accademico ordinario per conseguire l'abilitazione, strumento indispensabile per l'insegnamento previsto dalla normativa comunitaria oltre che da quella nazionale. Non c'è traccia di un vero concorso riservato per gli insegnanti di religione, in attesa di entrare in ruolo anche da più di vent'anni. Non c'è traccia delle nostre proposte per limitare i danni dei ritardi nel concorso transitorio della secondaria. Non c'è traccia dei posti da assegnare al concorso ordinario. Non viene affrontata in modo adeguato l'emergenza delle scuole prive di DSGA e non si corrisponde agli impegni presi in merito ai cosiddetti «DSGA facenti funzione».
  Non c'è, infine, alcuna disposizione che risolva il problema dei docenti di scuola primaria diplomati magistrali ante 2001/ 2002, licenziati a seguito di giudizi definitivi, ma non ricompresi nel novero dei partecipanti al concorso straordinario indetto nel 2018, in forza delle disposizioni contenute nel decreto Dignità.
  Caro Ministro, il rifiuto dell'ascolto, la superficialità, l'arroganza di legiferare senza aver trovato il tempo di approfondire le singole tematiche nella convinzione di sapere già tutto, sono errori che in un settore articolato come l'istruzione si pagano e si pagano cari.
  Che vi presentiate come eredi (falsi) della vecchia tradizione di sinistra a difesa delle classi deboli e in generale dei ceti popolari, o facendovi chiamare «cittadini» per confondere le idee, state perdendo probabilmente l'ultima occasione per mostrare attenzione al grido disperato di chi chiede solo di non finire ai margini della società dopo aver dato alla scuola i propri anni migliori, con ampie dimostrazioni di essere all'altezza del compito. E in tempi di coronavirus, senza un'inversione di marcia, Pag. 29l'incubo è destinato ad amplificarsi oltre misura.

  PRESIDENTE. Deputata Nardelli, sull'ordine dei lavori.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, presidente. Devo dire che è la prima volta, e spero anche l'ultima, in cui mi accade di vedere un presidente di Commissione che sta da quella parte del tavolo e che interviene in questa maniera. Il presidente è terzo e voi lì siete due presidenti di Commissione con un ruolo terzo rispetto al Parlamento; quindi mi meraviglio, senatore Pittoni, perché, se lei voleva intervenire in questa maniera, avrebbe se non altro dovuto avere la cortesia di scendere fra i banchi con noi. Trovo che sia veramente grave quello che è accaduto.
  Presidente, stiamo parlando di un ruolo, non stiamo parlando di un problema di merito o dei temi di cui lei sta parlando. Lei ha un ruolo e quel ruolo deve essere rispettato.

  PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori interveniamo senza fare dibattito interno. Ha chiesto di intervenire il deputato Fusacchia.

  ALESSANDRO FUSACCHIA. Presidente Gallo, perché in questo momento abbiamo un presidente solo. È molto grave quello che è successo. Stiamo discutendo della chiusura delle scuole... Ci stiamo tutti dicendo che qui dobbiamo fare uno sforzo nel rispetto delle posizioni diverse, legittime, fra le varie forze politiche, di unità del Paese, di unità di tutti quanti, e i primi che dovrebbero dare l'esempio non riescono a rispettare il proprio ruolo, che non sarebbe nemmeno una cosa particolarmente complicata. L'invettiva del presidente Pittoni nel merito e anche nei toni, francamente, è da Ministro ombra; benissimo: è una funzione socialmente e politicamente riconosciuta, ma allora diamo il nome corretto ai ruoli, qui dentro, perché personalmente ho trovato estremamente sgradevole, spiacevole e istituzionalmente scorretto – così mettiamo le parole in fila – quello che è appena successo, e ci tenevo a dirlo a tutti i colleghi. Se il presidente Pittoni voleva fare l'intervento perché ritiene che tra i suoi colleghi della Lega non ci sia nessuno in grado di farlo, poteva passare sotto banco il testo che aveva in mano; lo avrebbe letto qualcun altro. Io conosco tantissimi colleghi validi della Lega, alla Camera almeno; non ho il piacere di conoscere gli altri, quelli del Senato. Mi spiace quello che sta succedendo, anche per loro.

  PRESIDENTE. Deputato Vacca, penso sempre sull'ordine dei lavori.

  GIANLUCA VACCA. Sì, presidente, sull'ordine dei lavori. Mi unisco anch'io allo sdegno e francamente sono meravigliato di quanto abbiamo visto. Penso che quantomeno il presidente – non so se è presidente o senatore, in quale veste ha parlato – dovrebbe chiedere scusa, quantomeno qui, alle Commissioni, alla Ministra e alla Presidenza che rappresenta sui banchi dove siede, perché quello a cui abbiamo assistito non ha nessuna spiegazione. Come diceva il collega precedente, qua stiamo parlando in un momento di estrema emergenza per il mondo della scuola, per tutto il Paese e, abusando del suo ruolo di presidente, il senatore Pittoni ha fatto un intervento francamente inconcepibile. Non voglio entrare nel merito dei toni, perché ci sarebbe anche da dire molto nel merito, ma ha fatto un intervento del tutto fuori luogo; quindi mi unisco allo sdegno. Ripeto, credo che il senatore Pittoni possa chiedere scusa ai membri di questa Commissione, perché è stato un comportamento inaccettabile.

  PRESIDENTE. Deputato Sasso, sull'ordine dei lavori.

  ROSSANO SASSO. Io devo esprimere solidarietà al presidente Pittoni, perché, qualora avesse osservato una condotta disdicevole, abbiamo qui il vostro presidente Gallo, che sicuramente avrebbe potuto interromperlo. Siete voi che dovete chiedere scusa, non tanto al presidente Pittoni, che si difende da solo, quanto a tutti i precari Pag. 30che state massacrando. Vi attaccate a questioni di lana caprina, di metodo e di forma! Badate alla sostanza e imparate a fare la maggioranza! In certi momenti dovreste andare avanti; invece attaccate, perché volete nascondere le tensioni che ci sono tra di voi. Che fine ha fatto la chiamata diretta? Che fine hanno fatto tutte le questioni irrisolte? Sono quattro mesi che non facciamo altro che approvare mozioni, se si eccettua il decreto scuola, perché non andate d'accordo su niente; in una cosa siete uniti: nell'odio contro la Lega. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Deputato Acunzo, credo siano intervenuti tutti, uno per gruppo, sul tema. Io la chiuderei qui; quindi non farei fare un altro intervento. Non credo che sia su un altro tema. Chiedo di concludere la discussione e andare avanti con gli interventi. Deputata Casa, prego.

  VITTORIA CASA. Grazie, presidente. Volevo ringraziare invece la Ministra Azzolina, perché sono certa che la scelta e la decisione presa insieme al Governo di chiudere le scuole e di sospenderne altre sia stata veramente una decisione sofferta, ma che è stata fatta per il bene della Nazione. Sono certa che è stata una scelta fatta sulla linea della massima prudenza, perché credo che il diritto alla salute sia il principio di base della vita umana. Quindi la voglio ringraziare, perché so veramente quanto tenga al mondo della scuola e quanto tenga agli studenti. Oggi, nell'intervista, li ha chiamati «i miei studenti, i miei ragazzi» e questo la dice lunga proprio sul senso di appartenenza, sulla passione e sul senso di responsabilità che ha nei confronti del mondo della scuola. Quindi, intanto, la voglio ringraziare. So benissimo che è un momento difficile per lei, per tutti noi, per la Commissione e per i genitori e le famiglie che stanno vivendo questa emergenza, però sono certa che da qui a poco – già molte azioni sono state messe in campo – si troveranno delle soluzioni per venire incontro alle esigenze delle famiglie. So bene che già la Viceministra Castelli ha annunciato misure a sostegno per i genitori che lavorano e che hanno figli minori. Ci sono anche azioni da un punto di vista economico – anche la Ministra Catalfo ha parlato di questo – quindi l'attenzione del Governo, da questo punto di vista, è assolutamente alta e credo che vada nella direzione di salvaguardare i diritti garantiti dalla Costituzione. Poi la voglio ringraziare per le sue linee programmatiche, perché non dobbiamo dimenticare che noi abbiamo tre anni di Governo e quindi insieme alla gestione dell'emergenza, abbiamo bisogno anche di una visione di normalità. Lei, nelle sue linee programmatiche, Ministra, è stata molto completa ed esauriente, perché ha tracciato intanto la cornice. Ha parlato di una cornice di inclusione in cui inserire lo studente che è al centro della politica del suo Ministero, ma non ha dimenticato assolutamente tutte le componenti della comunità educante. Ha parlato proprio di «comunità educante», quindi ha tenuto in considerazione i docenti con la valorizzazione del percorso di formazione. Ha parlato anche di aumenti stipendiali. Ha parlato di valorizzazione delle competenze. Non ha dimenticato il personale ATA che negli anni è stato sempre bistrattato e non è stato mai valorizzato: penso agli assistenti tecnici. Questa potrebbe essere anche un'occasione per fare diventare questa emergenza un'opportunità. Sono allo studio e sono state presentate alcune risoluzioni per far sì che il personale ATA e gli assistenti tecnici diventino parte integrante del corpo amministrativo e tecnico delle scuole, anche negli istituti comprensivi. Potrebbe essere questa l'occasione per far sì che questa proposta diventi effettivamente legge nel più breve tempo possibile. Ha parlato anche dei dirigenti scolastici e soprattutto della rivisitazione del sistema di valutazione. Credo che un sistema scolastico debba essere assolutamente valutato per far sì che sia sempre migliorabile. Non dobbiamo dimenticare che il sistema d'istruzione porta in sé il concetto stesso di progetto di miglioramento, perché dobbiamo dare la migliore qualità dell'insegnamento ai nostri studenti, per far sì che diventino poi cittadini europei: non a caso lei ha parlato anche di internazionalizzazione. Pag. 31 Mi è piaciuto anche questo ragionamento, perché dobbiamo formare cittadini europei senza frontiere, integrati e pronti all'accoglienza, quindi veramente la ringrazio. La ringrazio, perché dopo tanto tempo stiamo portando avanti le procedure concorsuali. Lei, in tempi brevissimi – da pochissimo si è insediata – ha messo in campo una task force per far sì che partano i concorsi, sia l'ordinario che lo straordinario. Aspettiamo soltanto le linee, le annotazioni del Consiglio superiore della pubblica amministrazione e poi possiamo partire e finalmente possiamo dare una continuità ai nostri studenti senza che continuamente cambino insegnante. Quindi, procedure concorsuali strutturate molto importanti, perché questa è la normalità a cui dobbiamo arrivare per far sì che ogni due anni si facciano concorsi e il precariato o meglio la «supplentite», permettetemi questo termine, diventi sempre minore nell'ambito del sistema scolastico.
  Ancora una cosa, l'edilizia scolastica: importantissima, stiamo investendo molto e dobbiamo investire sempre di più, perché edilizia scolastica significa sicurezza, significa salute, significa benessere dei nostri studenti in ambienti di apprendimento attraenti e gradevoli, dove possiamo far sì che la formazione dei nostri ragazzi sia la migliore possibile.
  Un'ultima cosa, Ministra: è importante la lotta alla dispersione scolastica e soprattutto colmare i divari tra Nord e Sud. Dobbiamo fare in modo che questo gap sia assolutamente azzerato. Rilancio anche a lei la proposta che avevo fatto al Ministro precedente: abbiamo i beni confiscati alla mafia. Facciamo il possibile, affinché questi beni e soprattutto anche il Fondo unico di giustizia (FUG) venga utilizzato proprio per portare avanti la lotta alla dispersione scolastica, all'abbandono e alla povertà educativa. Soltanto se riusciremo a colmare questo divario tra Nord e Sud avremo veramente portato avanti quello che è il principio costituzionale, proprio dell'insegnamento, di dare a tutti uguali opportunità.
  Quindi, grazie veramente per il lavoro che sta portando avanti.

  LUIGI CASCIELLO. Grazie, presidente. Ministra, auguri per il suo lavoro. Qualche domanda, velocemente: torno sull'argomento del Comitato Scientifico, perché mi ha sorpreso che lei abbia fatto riferimento, per smentire o rinviare l'ufficialità della chiusura o sospensione delle attività didattiche, proprio al giudizio e alla valutazione del Comitato Scientifico. Ora, sarà anche vero, come ha detto qualche collega, che non tutto il Comitato Scientifico fosse contrario alla sospensione dell'attività didattica; però è sicuramente vera la notizia che ci sia stata una discrepanza di valutazione all'interno del Comitato, se pochi minuti fa è intervenuto il virologo Burioni e si è sorpreso che nella comunità scientifica e nel comitato scientifico ci fossero stati pareri diversi rispetto all'utilità e all'opportunità della sospensione didattica. Io, come gli altri colleghi, le sarei grato se ci chiarisse come si verificherà e si attuerà questa sospensione didattica: se le scuole sono chiuse, se il personale ATA è da ritenere comunque non in attività lavorativa, se i docenti in sospensione dell'attività didattica devono comunque andare a scuola, insomma come si svilupperà.
  Seguo sempre, oltre che con amicizia, con sorpresa, l'entusiasmo della collega Aprea a proposito della digitalizzazione e dell'insegnamento grazie al web e alle opportunità che internet fornisce, però non dimentico da dove vengo. Io vengo dalla Campania, vengo dal Sud. Anche lei è una donna del Sud e sa bene che spesso non c'è la connessione e che spesso ci sono scuole, anche istituti superiori, che non hanno nemmeno i computer. Però a me piace stare con i piedi per terra e lo dico anche in premessa di questo ragionamento. La prospettiva è entusiasmante, mi fa piacere. Bisogna farlo, lo si farà. Lo farà la Ministra Azzolina o chi verrà dopo, però io do una valutazione pratica, Ministra Azzolina: lei ci ha illustrato le linee programmatiche, relegando nell'ultima parte del suo intervento la comunicazione della sospensione dell'attività didattica. Il problema è che nulla sarà come prima e anche rispetto a queste sue linee Pag. 32programmatiche, con quello che lei stessa ha definito «uno tsunami che si è abbattuto sull'Italia e sul sistema scolastico», probabilmente da qui a poco – io mi auguro di no – sicuramente avrà altre priorità, magari proprio per potenziare ciò che la collega Aprea indicava come prospettiva di metodologia dell'insegnamento. Probabilmente bisognerà intervenire in maniera diversa nella formazione degli insegnanti. Servirà l'utilizzo e l'individuazione delle risorse in maniera diversa. Non sono un virologo, non so quali possano essere gli effetti del coronavirus, però le ricordo che, per la prima volta nella storia della Repubblica, come lei saprà meglio di me, vengono sospese le attività didattiche. Vengono chiuse le scuole, per dirla in maniera più immediata. Nel 1973 ci fu il colera a Napoli, in Sardegna e in Puglia. Io all'epoca andavo a scuola. Nel 1973 l'anno scolastico iniziava il primo ottobre. Solamente in queste regioni andammo a scuola il 25 di ottobre. I morti da coronavirus, con il coronavirus o per il coronavirus – ripeto, non sono un medico – sono 107. Fa bene a definirlo «uno tsunami». Per il colera furono 24. La prospettiva e l'emergenza che viviamo in questo Paese sono tali che probabilmente dovrà rivedere le linee programmatiche. Ecco perché sarebbe fondamentale che lei ci spiegasse nei dettagli come e perché siete arrivati a questa decisione così drastica, quali interventi ritenete di adottare nelle prossime ore per rendere pratica, a parte le battute, la possibilità di ottemperare alla non frequenza con l'insegnamento a distanza, con il web e con altro e per evitare la confusione che in questo Paese regna sovrana in questo momento. Domani in Campania sono chiuse le scuole, però si svolgerà un concorso della regione Campania con, credo, due sessioni di circa 400/500 persone che si ritroveranno a sostenere una seconda prova di concorso. Non ha sospeso nulla. Siamo nella piena confusione. Ecco perché lei oggi si sarebbe dovuta impegnare a spiegare nei dettagli il momento che vive il Paese.
  La invito a tornare per darci le risposte, probabilmente per illustrarci nuovamente le linee programmatiche che non potranno essere quelle che ha illustrato stasera.

  ANGELA COLMELLERE. Grazie, presidente. Onorevole Ministra, buonasera e la ringrazio per la presenza qui questa sera. È difficile intervenire a quest'ora, perché un po’ tutti gli argomenti sono già stati affrontati, però cercherò di essere piuttosto sintetica per arrivare subito al dunque, partendo dall'emergenza di queste ore relativamente al coronavirus, ricordando in particolare che la comunicazione dell'emergenza è delicatissima e, proprio perché è delicatissima, dobbiamo essere pronti a non guardare soltanto se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, ma dobbiamo tenere in considerazione che il bicchiere si possa rompere. Le dico questo, perché questa è la premessa che ci serve per prepararci a scenari davvero più difficili che potrebbero capitare e che si dovranno da gestire.
  Proprio per questo motivo volevo avere alcune chiarificazioni, alcune informazioni tecniche. Ad esempio: noi sappiamo che 200 sono i giorni di scuola annui obbligatori. Per i 200 giorni vi è la possibilità di fare un massimo di assenze del 25 per cento per non perdere l'anno. Il 25 per cento corrisponde a 50 giorni. Le chiediamo per prima cosa: i giorni di riferimento su cui calcolare il 25 per cento delle assenze rimangono sempre fissati a 200? E la seconda: se un alunno, invece, avesse ad oggi già raggiunto questi 50 giorni di assenza, le successive assenze indicate dal decreto comporterebbero la bocciatura o le modalità di calcolo verranno modificate? Questo è un aspetto che mi interessava capire, anche perché abbiamo tantissime richieste in questo senso e, ripeto, la comunicazione è delicatissima, per cui dobbiamo dare anche noi informazioni corrette.
  Piattaforma online: ne abbiamo parlato tanto questa sera e più o meno tutti i gruppi sono stati convergenti sulle stesse problematicità. Volevo capire se avevate monitorato già il numero e la tipologia di esperienze di e-learning che vengono adottate nel Paese. Come intendete muovervi Pag. 33per sostenere queste forme di istruzione a distanza, anche alla luce del fatto – lo abbiamo già detto prima – che non tutte le famiglie sono dotate di abbonamenti telefonici o di strumenti tecnologici per garantire un'adeguata connessione? Inoltre, una cosa che non ho sentito dire, è che abbiamo a che fare con bambini molto piccoli e anche con diversi bambini disabili. Proprio per questo motivo, avete pensato a quali modalità adottare per garantire a tutti questo diritto all'istruzione? Sempre correlato a questo: volevo capire come verrà gestita la valutazione, che sappiamo essere un aspetto determinante per chi fa didattica, dal punto di vista ordinamentale. Sono passaggi fondamentali. Collegato al coronavirus abbiamo il problema delle uscite scolastiche, che non sono le gite scolastiche. Volevamo capire se verranno previsti rimborsi o altro.
  Un argomento che mi sta particolarmente a cuore è l'educazione civica. Il precedente Governo aveva emanato le linee guida per attuare l'educazione civica già dal prossimo anno. Volevo conoscere ora la reale situazione in cui ci troviamo a operare.
  Concludo, ricordando alla Ministra che a noi stanno particolarmente a cuore le scuole paritarie, ma non perché abbiamo una simpatia per quelle e non per le altre, ma perché in tantissimi territori, come ad esempio il mio, queste ultime rivestono un'importantissima funzione educativa e sociale, talvolta anche compensando quello che lo Stato non ha fatto in tutti questi anni. Quindi chiediamo una sensibilità per questa realtà e anche per i tanti insegnanti che svolgono con passione il loro lavoro all'interno delle scuole private.

  SIMONE VALENTE. Grazie, presidente. Ribadisco alla Ministra il sostegno del nostro gruppo a tutte le attività che sta portando avanti il Governo in questo momento estremamente difficile. Sono contento perché lei ha citato l'educazione fisica e sportiva nella scuola che è un tema per me centrale. È un tema comunque molto caro per il mio gruppo e penso che debba essere incrementata sempre di più. Come ben sappiamo la proposta di legge ferma in Senato – parlo dell'atto n. 992 – è sostanzialmente condivisa da tutti i gruppi politici. È una proposta per inserire insegnanti di educazione fisica nella scuola primaria; su questo vorrei fare un appello ai colleghi per impiegare tutte le energie per approvare il prima possibile quel testo e al Governo perché dia il sostegno e trovi le soluzioni migliori per far sì che finalmente, dopo decenni, questa proposta entri nel sistema scolastico per garantire ai nostri ragazzi, ai nostri bambini, una qualità dell'insegnamento elevata e innovativa.
  C'è un secondo punto che vorrei affrontare – e su questo penso che dentro al Ministero dell'istruzione ci sia grande sensibilità – ovvero ripensare, ridisegnare l'educazione fisica e lo sport scolastico. Questo, secondo me, si deve fare, si può fare, attraverso una sinergia con il Ministero dello sport, il Ministro dello sport; ma non solo: una sinergia multisettoriale, perché lo sport scolastico, può toccare tantissimi ambiti, tantissimi settori. Perché parlo di questa sinergia? Perché è importante che il Ministro dell'istruzione e il Ministro dello sport collaborino attraverso protocolli di intesa, con tavoli interministeriali, con una comunità scientifica che può dare idee, proiezioni e linee guida per il futuro, per raggiungere quegli obiettivi che il Governo, lo Stato si dovrebbero porre sull'educazione fisica come agenzia educativa che lavori moltissimo anche sulla prevenzione e quindi sui costi sanitari. Come si può fare praticamente? Il Parlamento ha approvato due leggi che riformano il mondo dello sport. In questo momento c'è una società «Sport e Salute» che può essere il braccio operativo che recepisce queste linee guida dei Ministeri, del Governo, per raggiungere questi obbiettivi, ovviamente tenendo conto del lavoro che fanno anche gli organismi sportivi. Ci sono tantissimi progetti portati avanti dalle federazioni sportive, dagli enti di promozione sportiva e dalle discipline sportive associate che possono essere integrati nella visione di educazione fisica dello Stato.
  So che lei, Ministra, è molto sensibile all'argomento e spero che negli anni che il Governo ha davanti si possa ridisegnare Pag. 34uno sport diverso, più attento alla base, più attento allo sport scolastico, più attento soprattutto ai nostri giovani e al loro stile di vita, alla qualità della vita che vogliamo dare loro per il futuro. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Rinvio il seguito dell'audizione ad una data che verrà definita dagli Uffici di Presidenza il prima possibile.

  La seduta termina alle 23.