XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 58 di Martedì 28 gennaio 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione dell'amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl, Giancarlo Brancale:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Brancale Giancarlo , Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl ... 3 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 4 
Brancale Giancarlo , Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Brancale Giancarlo , Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Brancale Giancarlo , Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl ... 4 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 5 
Brancale Giancarlo , Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl ... 5 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 5 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 8 
Amenduni Giovanni , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 8 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 8 
Brancale Giancarlo , Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl ... 9 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 9 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 10 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding ... 11 
Amenduni Giovanni , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding ... 12 
Amenduni Giovanni , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 13 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Costabile Ermenegildo , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 15 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 15 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 15 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 15 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 15 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 
Brancale Giancarlo , Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl ... 15 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 15 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 16 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 16 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 16 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 16 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 16 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 16 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 16 
Amenduni Giovanni , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 16 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 16 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 16 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 16 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 17 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 17 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 17 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Rotelli Romano , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 17 
Honert Alessandro , Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Amenduni Giovanni , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 17 
Donini Giacomo , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Amenduni Giovanni , Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito)

Audizione dell'amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl, ing. Giancarlo Brancale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl, ingegner Giancarlo Brancale, accompagnato da: Giovanni Amenduni e Giacomo Donini, consulenti ambientali; Ermenegildo Costabile, Alessandro Honert e Romano Rotelli, consulenti legali, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul fenomeno dell'inquinamento da PFAS sul territorio nazionale. In particolare la Commissione intende verificare l'attuazione da parte della società ICI Italia 3 Holding srl di tutte le misure di prevenzione atte ad impedire ogni possibile e ulteriore contaminazione della falda.
  Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa gli auditi che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Vi invito a svolgere una relazione, ho visto che avete delle slide, al termine della quale faremo delle domande concentrandoci sia sulla barriera idraulica e anche per capire bene chi siete voi, quali diritti e doveri avete, secondo il vostro punto di vista ovviamente, riguardo il sito in questione.

  GIANCARLO BRANCALE, Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl. Grazie, Presidente. Ringrazio per il vostro invito, ci fa piacere confrontarci con questa Commissione, perché noi siamo partiti con un'idea di progetto che ci fa piacere condividere con la pubblica amministrazione in tutti i suoi strati, dalla Provincia alla Regione, che incontriamo in Conferenza di servizi, quindi con il Governo centrale.
  Io sono amministratore unico della società ICI che appartiene al gruppo lussemburghese ICIG, che ha acquisito nel 2009 la proprietà della società Miteni, per poi passarla, nel 2013, alla ICI 3 Italia Holding srl, che è l'attuale socio unico della società Miteni.
  La società Miteni è stata dichiarata fallita, io sono stato nominato amministratore unico della società ICI 3 Holding nel maggio del 2019 perché la proprietà della società (il gruppo) in virtù del fatto che c'erano, e ci sono, delle attività svolte dal curatore fallimentare ha ritenuto di rilevare il sito in questione, stipulando un contratto preliminare di compravendita Pag. 4subordinato a due condizioni sospensive ancora oggi da verificarsi. La prima, la più importante, che riguarda il tema di questa Commissione, è l'approvazione del piano di MISO, che è stato presentato entro il 31 dicembre scorso ed è stato oggetto di valutazione da parte della Conferenza dei servizi, che è stata convocata per il giorno 31 gennaio, quindi tra tre giorni, in via istruttoria dove ci aspettiamo di avere delle osservazioni, delle prescrizioni, e così via. Questa è una condizione sospensiva.

  ALBERTO ZOLEZZI. In che giorno è stato presentato il piano?

  GIANCARLO BRANCALE, Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl. Il 31 dicembre 2019, mentre il 31 gennaio abbiamo la convocazione in Conferenza dei servizi per avere le osservazioni sul piano. Attendiamo quindi l'approvazione del piano per valutare, in base anche a quello che la Conferenza ci dirà, come proseguire l'attività sul sito. Nel frattempo però ci siamo assicurati, in questo cedo la parola alla Icom che è qui con me, di evitare che il sito avesse danni ulteriori rispetto a quelli precedenti il 2009.

  PRESIDENTE. Perché avete comprato la Miteni?

  GIANCARLO BRANCALE, Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl. La Miteni è stata comprata nel 2013, ma da una società del gruppo. Il gruppo già la possedeva dal 2009. Nel 2009 non c'erano elementi di valutazione negativi, il gruppo investe in attività dell'industria chimica e quindi era un'opportunità di business. Poi devo dirle in tutta franchezza, all'epoca io non ero neanche lontanamente vicino alle scelte strategiche del gruppo, per cui non so, forse questa è una domanda che possiamo fare a uno dei nostri consulenti che ha la memoria storica del gruppo.

  PRESIDENTE. Quanto l'avete pagata?

  GIANCARLO BRANCALE, Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl. Questo non me lo ricordo, non l'ho comprata io.

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. L'ingegner Brancale è stato nominato nel maggio del 2019, quindi non conosce i fatti risalenti al 2009, avrebbe difficoltà di risposta.

  PRESIDENTE. Qualcuno di voi può rispondere a queste domande?

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Per quello che possiamo sapere noi, perché non ci siamo occupati neanche noi all'epoca della valutazione dell'azienda, ma dalle ricostruzioni che sono state fatte è stata acquistata a quello che era il valore dell'azienda secondo i parametri che normalmente si usano nell'acquisto di azioni di società operative. Secondo il Dividend Discount Model, modello che si applica per la valutazione delle aziende, sulla base del piano industriale di questa azienda era prevista la possibilità di ripagamento del debito nel corso degli esercizi futuri. Quindi, sulla base di questa prospettazione, è stata fatta una valutazione di prezzo delle quote pari a un euro.

  PRESIDENTE. Per via dei debiti? Quanti erano? Oppure perché già si sapeva che c'era questo disastro ambientale? In altro modo non si spiega.

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Assolutamente no. Tenga presente che, come le rappresenterà anche Icom, il consulente ambientale investito dalla società, i numeri di cui si parla per la sistemazione ambientale del sito sono numeri ben diversi da decimali. Quindi, se ci fosse stata consapevolezza del rischio di dover sopportare questi numeri, nessuno mai sarebbe stato così pazzo da interessarsi ad un sito del genere.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Per carità, magari si è sottovalutata l'entità del danno, però che c'era il danno si sapeva.

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. No, nelle carte messe a disposizione dal venditore non c'erano evidenze su contaminazioni ambientali e non c'erano elementi perché si potesse valutare questo come posta da tenere in considerazione per stabilire il prezzo.

  GIANCARLO BRANCALE, Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl. Comunque nella presentazione abbiamo un po' ricostruito, quindi magari, guardando le slide, possono essere fatti degli approfondimenti.
  Un'ultima considerazione, prima di passare la parola ai nostri validissimi consulenti, è questa. La ICI 3 è una società che fino a pochi mesi fa non era operativa, quindi abbiamo pensato di scegliere in questa fase transitoria dei consulenti, delle eccellenze, abbiamo individuato in Icom il partner giusto per lunghissima e comprovata esperienza nel settore e quindi, a maggior ragione, cedo volentieri la parola a loro, che hanno sintetizzato molto bene quello che è stato fatto fino ad oggi.

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Io sono attualmente il direttore tecnico della società Icom Italia, società di ingegneria multinazionale che in Italia, in particolare, si rivolge soprattutto al settore ambientale; dagli anni Novanta ci occupiamo di definizione delle attività di bonifica dei siti di interesse nazionale, e non solo.
  Come diceva l'amministratore, siamo stati chiamati a giugno dell'anno scorso con un primo incarico per cominciare a supervisionare delle attività, a raccogliere dati – ovviamente quando si entra in un sito nuovo, si raccolgono i dati esistenti – per indirizzare ulteriormente il pregresso e le attività in corso.
  Abbiamo preparato qualche slide. Questa è l'agenda di questa breve presentazione, in cui c'è un inquadramento alla problematica sui PFAS che secondo noi va, in parole molto semplici, esposta in modo che sia patrimonio comune. Inquadramento sulla presenza di composti PFAS nella regione Veneto, che è sicuramente una tematica emergente e importante, l'inquadramento storico della problematica del sito di Miteni a Trissino e poi ovviamente descriviamo quello che abbiamo fatto, che abbiamo seguito, quello che ha fatto ICI Italia 3 e che abbiamo seguito anche noi da giugno dell'anno scorso, fino alla redazione di questo progetto nei tempi dettati dalle autorità nell'ultima Conferenza di servizi.
  I PFAS sono dei composti chimici detti di sintesi, perché sono creati, è stato trovato il modo per collegare il carbonio al fluoro, e grazie a questo legame molto forte, che ha una miriade di possibilità di combinazione in forme lineari, in forme ramificate con altri composti, si ottengono delle sostanze con delle caratteristiche molto particolari, molto innovative di idrorepellenza e di oleorepellenza. Sono stati utilizzati quindi in scala mondiale a partire dagli anni Cinquanta. Li troviamo utilizzati un po' dappertutto, anche nella nostra vita quotidiana: le padelle antiaderenti, i famosi tessuti antimacchia che la Marzotto già pubblicizzava quando io ero ragazzo; questi tessuti sono impregnati di sostanze che permettono di non permeare l'acqua piuttosto che gli oli.
  Come vediamo dalla slide, i campi di applicazione industriali sono molteplici: il Teflon lo conosciamo tutti, il Gore-Tex, le meccaniche di precisione grazie alla capacità di ridurre moltissimo l'attrito tra le parti rotanti e i PFOS che sono degli intermedi di preparazione dei polimeri fluorurati molto impiegati nelle schiume ignifughe antincendio che utilizzano i Vigili del fuoco.
  A sinistra vediamo un elenco abbastanza esteso di tutte le industrie che utilizzano, in alcuni momenti della loro produzione, queste sostanze.
  La problematica è decisamente emergente. Personalmente lavoro nel settore ambientale dagli anni Novanta, gli idrocarburi sono quelli più attenzionati, poi sono nati i fluorurati, poi i metalli, dei PFAS si è Pag. 6cominciato a parlarne qualche anno fa, ma sicuramente non si può dire che, dal punto di vista ambientale, siano stati attenzionati da moltissimo tempo.
  Parliamo degli aspetti legislativi: nel decreto legislativo n. 152 del 2006 non sono presenti parametri a cui riferirsi. L'ISS ha definito dei limiti attraverso un parere di performance di trattamento per le acque destinate. Quindi, se ho un acquedotto, se ho un'acqua industriale che ha dei PFAS vi sono dei limiti nell'utilizzarla per il consumo umano. C'è un parere dell'ISS del 2015, l'introduzione di un valore soglia per i PFOA nelle acque di falda. Sempre nel 2015 vi è stato il recepimento di una direttiva europea del 2013 sull'adempimento dell'elenco delle sostanze prioritarie e l'introduzione di standard di qualità ambientali per alcuni PFAS; infatti, sono veramente tante le sostanze di cui stiamo parlando. Come accennavo in precedenza c'è stato un parere dell'ISS sull'introduzione di valori soglia per i PFOS nelle acque di falda e nei terreni; riguardo alle acque sotterranee i limiti attuali indicati da ISS riguardano solo alcuni composti. La normativa è ancora in fase di evoluzione, mancano i limiti fissati a livello nazionale nelle acque di falda per uno spettro ampio di composti. Faccio notare che già solo gli standard utilizzati dal laboratorio di analisi non sono sempre definiti.
  Il Veneto è una regione che, per fortuna, ha molte attività industriali un po' su tutti i piani e – dati dell'ARPA – analizzando le acque di falda, le acque superficiali, si è riscontrata una diffusione di questi composti. Essendoci una forte vocazione produttiva, si nota un impegno dei cicli produttivi in molteplici lavorazioni: cartiere, industria tessile, conciaria, galvanica e siti di produzione. Ovviamente poi ogni ciclo industriale vede un utilizzo di acque che vengono trattate; sono stati autorizzati i trattamenti, è stato autorizzato lo scarico, vengono rispettati i limiti allo scarico, ma se queste sostanze non vengono neanche determinate chimicamente o non vengono definite come linea di soglia di attenzione, è ovvio che negli anni passati la gestione non poteva concentrarsi sulla questione.
  Osservando le slide notiamo sulla sinistra la mappa degli impianti con almeno un superamento allo scarico della classe massima di concentrazione. Sulla destra abbiamo la mappa delle discariche, perché ovviamente, dato che i residui industriali vengono raccolti e messi in discariche, ecco che poi ne deriva una diffusione. I composti sono molto solubili e scarsamente biodegradabili. La caratteristica della scarsa biodegradabilità è data dal fatto che si tratta di prodotti di sintesi umana di qualche decennio fa. L'avevamo riscontrato analogamente con i clorurati, che sono meno biodegradabili degli idrocarburi, perché questi ultimi sono in natura da milioni di anni, per i clorurati abbiamo cominciato a creare dei composti con il cloro, che è un agente chimico speciale, quindi anche i batteri si sono meno adattati a digerirli. Per i PFAS ancora di più.
  In provincia di Vicenza abbiamo la presenza di scarichi industriali contenenti composti PFAS nella valle del Chiampo e tra i comuni di Trissino, Arzignano, Montecchio Maggiore, Montebello Vicentino e Lonigo. Questi sono i dati ufficiali delle autorità della zona, Arpa in particolare.
  La realizzazione dei depuratori comunali è avvenuta tra gli anni Settanta e Novanta principalmente e, fino all'anno 2000 con la realizzazione del collettore dei depuratori comunali, si scaricavano direttamente i corpi idrici superficiali; questa è stata la ricostruzione dell'autorità che si è chiesta come mai ci fossero così tanti PFAS. Ovviamente, in assenza di norme i PFAS venivano utilizzati, scaricati e gli stessi collettori portavano queste sostanze in giro per la pianura attraverso i vari canali per decine di chilometri.
  Sono stati rilevati composti PFAS allo scarico del depuratore di Trissino, Arzignano, Montecchio Maggiore, Montebello Vicentino e Lonigo e nei fiumi Fratta e Gorzone. Una concentrazione maggiore si è rilevata presso il depuratore di Trissino senza che i composti in oggetto fossero sottoposti ad alcun trattamento specifico. Pag. 7Infine, vi è stata l'indicazione di una possibile contaminazione storica presso il sito di Miteni.
  Quindi cosa succedeva? È vero che l'acqua veniva raccolta e andava al depuratore, ma sappiamo che i depuratori servivano soprattutto per il carico organico di depurazione dei reflui civili. Questi carichi organici venivano biodegradati ampiamente nei processi a fanghi attivi dei depuratori, ma il PFAS, essendo solubile, poco biodegradabile, passava attraverso i depuratori e andava allo scarico per poi diffondersi più a valle.
  Analizziamo ora il sito industriale di Miteni, Mitsubishi ed ENI, di produzione di composti PFAS e di benzofluoruri (BTF) fin dagli anni 1966-1967. Vi è stato un ampliamento degli impianti negli anni Ottanta e Novanta fino agli anni Duemila, la realizzazione di un impianto chimico, fisico di depurazione interno specifico nel 1998, un impianto di trattamento delle acque contenenti perfluorurati nel 2008, la cessazione dell'attività nel novembre 2018 e il conseguente fallimento della società.
  Riguardo alla storicità dell'inquinamento, sono noti gli scarichi diretti del torrente Poscola fino alla fine degli anni Settanta, la realizzazione di un primo trattamento reflui, il collettamento al depuratore di Trissino e il rifacimento della pavimentazione del sito realizzati alla fine degli anni Ottanta. Quindi, gestioni ed attenzioni differenti, sia legislativa sia industriale, hanno portato alla diffusione di qualche contaminante all'interno, all'intorno e al di sotto degli stabilimenti chimici.
  Questi sono dati che noi come Icom abbiamo raccolto dalla documentazione che ci è stata fornita l'anno scorso e che si possono riscontrare senza difficoltà anche utilizzando altre fonti. Dal 1960 al 1988 lo stabilimento fu di proprietà RiMar, elaborazione di ricerche Marzotto. Infatti, fu la Marzotto a portare questa tecnologia, che era specifica penso dei giapponesi, per cominciare ad estenderla e a riprodurla anche da noi. Dal 1988 al 1996 ci fu la joint-venture tra Mitsubishi ed Enichem Synthesis, che vide la nascita della Miteni. Nel 1996 Enichem Synthesis cedette a Mitsubishi Corporation le quote azionarie di Miteni di sua proprietà. Mitsubishi acquisì la totalità esclusiva della gestione del sito di Trissino fino al 2009. Nel 2009 le azioni Mitsubishi – come diceva il nostro amministratore – sono state acquisite dal gruppo International Chemical Investors. Con la comunicazione del 2013 Miteni ha dato inizio all'iter ambientale, ancora in corso di sviluppo.
  Adesso non vogliamo entrare nei dettagli tecnici, ma possiamo farlo su richiesta. Questa è la sezione geologica. Ci siamo occupati veramente di tanti siti, soprattutto in Italia dal nord fino alle isole, però possiamo dire che questo è un sito particolarmente complesso per la sua struttura geologica. Siamo, come si vede anche dalle foto aeree, al fianco di una scarpata di un colle del vicentino su una pianura alluvionale, quindi siamo al passaggio tra zone rocciose, parzialmente fratturate e permeabili alle classiche alluvioni di un torrente, con però dei dislocamenti che hanno portato a trovare più in alto delle rocce piuttosto che più in basso. Questo per dire che la stessa ricostruzione geologica non era affatto facile, anche se noi, appena arrivati sul sito, abbiamo a nostra volta proposto degli approfondimenti. Quindi, c'è questa complessità idrogeologica perché abbiamo due regimi: un'acqua di fondovalle che scorre nel torrente di fianco allo stabilimento; un'acqua di falda principale che scorre nella pianura al di sotto dello stabilimento con delle fluttuazioni anche molto elevate (quattro, cinque, sei metri stagionalmente), e abbiamo un subalveo di questo torrente che raccoglie delle acque, sia del versante della collina sia del subalveo sia di scarichi più a monte, che dà delle fluttuazioni di metri all'interno di poche ore. Abbiamo messo dei diver, degli strumenti che misurano queste variazioni, e abbiamo visto che in poche ore fluttuano di metri. Questo ovviamente rende più complessa sia la comprensione sia l'indirizzamento della problematica. Noi abbiamo lavorato molto a Marghera piuttosto che a Priolo, ci sono situazioni molto più stabili idrogeologicamente, anche molto Pag. 8più semplici. Semplice non è mai niente, perché sotto terra non si vede più di tanto, però sicuramente in questo caso è presidente una certa dose di complessità.
  Parliamo più nello specifico di quello che ha fatto ICI 3 Italia Holding, in particolare da quando siamo intervenuti. Solo due parole, poi magari lascio la parola all'ingegner Amenduni che è il nostro specialista di progetto per quel che riguarda Trissino. Quando siamo arrivati c'erano già una quarantina di pozzi di emungimento, perché ovviamente in un sito contaminato la più logica e legittima azione consiste nel pompare l'acqua, trattarla e scaricarla; è un modo per contenere, per rimuovere il contaminante con azioni di messa in sicurezza della falda. È ovvio dire che abbiamo della falda contaminata a valle, d'altra parte un po' in tutto il Veneto lo è. Queste sostanze sono state prodotte in decine di anni attraverso pratiche che, ovviamente, non erano tese a rispettare una normativa che ancora non esisteva. Anche adesso non è ancora formata completamente, quindi abbiamo delle sostanze disperse nel sottosuolo che possono essere dilavate dalla falda o dalla pioggia. Quindi, c'era già una serie di pozzi che ICI 3 ovviamente ha utilizzato per cominciare a gestire e a mantenere l'emungimento e si sono sviluppati modelli idraulici per capire quanto era efficace questo contenimento, questo emungimento. Sono stati trovati dei punti di emungimento, quindi in estate è stata inserita la cosiddetta «barriera di alleggerimento»; invece che pompare tanta acqua a valle, che in via successiva diventa anche complicato da trattare, cerchiamo di concentrare le azioni nella zona sorgente. Quindi, rispetto ai trentacinque pozzi che c'erano quando siamo intervenuti, distribuiti nelle zone sorgenti e a valle, siamo andati a concentrare le azioni di emungimento anche nella zona al di sotto degli impianti. È ovvio, infatti, che è meglio tirare fuori un litro d'acqua in più nella zona sorgente, magari anche più sporco, che non pomparne dieci un pochino più a valle. Queste due azioni sono sinergiche ovviamente: una aiuta l'altra.

  ALBERTO ZOLEZZI. Scusi, forse non ho capito io, quando avete iniziato voi ad aggiungere pozzi? In che mese è iniziata la vostra azione?

  GIOVANNI AMENDUNI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Questi pozzi della barriera di alleggerimento erano già previsti nel progetto presentato a fine 2018, poi la Miteni è fallita e ICI 3 si è presa in carico la loro realizzazione.
  Questi nuovi sei pozzi, più l'inserimento di due pompe in piezometri esistenti, sono stati realizzati tra maggio e giugno e l'attivazione è stata inizialmente discussa e poi portata a compimento nel luglio del 2019 successivamente all'incontro tecnico tra ARPA, Regione e gli altri enti interessati. Questa barriera alleggerisce il carico di sostanze disciolte in un'area che è quella della storica produzione di perfluorurati. Si tratta di un intervento «source control», perché invece di agire più a valle della piuma di sostanze disciolte, si agisce su quella che può essere considerata come sorgente: cioè l'area degli impianti storici.

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Noi siamo stati chiamati verso maggio/giugno, abbiamo notato che erano già in svolgimento le attività di esecuzione di pozzi, quindi ci siamo inseriti con delle operazioni che adesso racconteremo nel dettaglio.
  C'è stato il completamento, l'intervento integrativo di MISE, l'installazione di nuovi pozzi e l'azione di source control portata avanti attraverso controlli periodici, gestione dell'impianto di trattamento a carboni attivi che vengono sostituiti quando si arriva ad avere concentrazioni troppo elevate di contaminanti.
  Tra le azioni da portare avanti vi sono i campionamenti mensili e semestrali dai pozzi di stabilimento e dai piezometri, le analisi idrochimiche su PFAS, BTF, metalli, fluoruri, composti clorurati, clorobenzeni e il monitoraggio freatimetrico periodico; ciò, in sintonia con quanto ci detta ARPA, con cui abbiamo avuto vari incontri. Pag. 9
  Ulteriore attività di indagine e controllo è stata la realizzazione di dieci piezometri. Di concerto con altri professionisti, tra cui il professor Beretta che assiste le autorità per questo sito, siamo andati ad analizzare quei punti in cui rimaneva ancora qualche incertezza sulla profondità del substrato, la permeabilità del livello, la direzione di falda. Quindi, prima di Natale, abbiamo proposto e poi realizzato questi nuovi dieci piezometri con delle prove idrauliche per una migliore conoscenza delle caratteristiche idrogeologiche e idrochimiche. Ricordiamo che gli impianti sono stati venduti a una società che li smantella e li rimonterà in India.

  GIANCARLO BRANCALE, Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl. Si tratta di una società indiana che se li è aggiudicati all'asta. Si chiama Viva Life Sciences Private Limited.

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Questo smontaggio degli impianti ha permesso di entrare in alcune zone a fare dei carotaggi per renderci anche conto della situazione dei terreni al di sotto degli impianti. È chiaro che con un impianto attivo non posso andare dentro con una sonda a fare una perforazione; con l'impianto dismesso, parzialmente smantellato posso cominciare a verificare cosa c'è al di sotto, per finalizzare il modello concettuale utile a comprendere se il contaminante ha raggiunto le sorgenti più superficiali o più profonde e indirizzare di conseguenza le azioni di bonifica.
  Come tecnici ambientali abbiamo supervisionato e controllato le attività di svuotamento degli impianti, abbiamo effettuato monitoraggi in continuo dei livelli di falda per poter agire a ragion veduta. Infine, siamo stati incaricati di redigere questo progetto di MISO della falda entro dicembre e per farlo siamo stati costretti ad accelerare le attività.
  Riguardo al progetto presentato da ICI 3, abbiamo avuto un incontro con le autorità spiegando ciò che avevamo appreso dallo studio del sito. Come detto poco fa ci è stata avanzata la richiesta di presentare un progetto entro fine dicembre, la qual cosa era un po' al limite della fattibilità perché solo per decidere di fare delle perforazioni si debbono avere degli incarichi, appaltare dei lavori, scegliere delle ditte, formare per il sito specifico, supervisionare, effettuare dei campionamenti d'acqua, aspettare che il laboratorio consegni i campioni ed infine inserire tutti questi dati all'interno di un progetto organico.
  Il progetto è stato presentato il 31 dicembre, quindi entro i termini previsti, e prevede degli interventi di contenimento idraulico, ottimizzazione dei sistemi di emungimento e prove pilota di trattamento con interventi di carattere innovativo. Dato che ci sono già quarantuno pozzi, verrà modellata ulteriormente questa falda al fine di ottimizzare l'emungimento, i flussi verranno bilanciati in modo da ottimizzare il contenimento della falda al di sotto del sito. Il problema è l'ottimizzazione riguardante le varie fluttuazioni stagionali, mensili; la falda non è una tavola d'acqua omogenea, costante, va seguita giorno per giorno. Vi è stata poi una palancolatura fisica sul lato orientale; si tratta di lastre d'acciaio che vengono infisse fino a dieci, dodici, in alcuni punti anche sedici metri di profondità, a seconda di dove si trova il substrato. Tutto questo impedirà all'acqua del subalveo del torrente Poscola di entrare al di sotto del sito, si evita in casi di squilibrio di livelli la fuoriuscita di contaminanti già dissolti al di sotto dello stabilimento e si permette di ottimizzare le azioni di emungimento. La slide mette in evidenza delle righine di colore marrone che simulano la direzione delle particelle d'acqua che finiscono in punti in cui vengono catturate. Quindi, attraverso questa modellistica, le azioni individuate e le prove d'acqua che abbiamo fatto, si avrà il completo ed efficace contenimento nel tempo delle varie condizioni di falda del sito Miteni. A questo ovviamente si devono associare tutti i monitoraggi ambientali, quelli già in essere e quelli che verranno integrati per queste nuove azioni.
  Parlando anche con il professor Beretta si è venuta a creare l'esigenza di comprendere Pag. 10 se era possibile togliere il contaminante da sotto terra in maniera efficace, noi diciamo cost-effective, senza aspettare cioè di doverlo pompare tutto. Ci sono delle tecnologie che sono già state collaudate su molti altri contaminanti; sui PFAS, ovviamente, non c'è una grossissima esperienza, però le analogie chimiche e fisiche ci indirizzano, ci siamo confrontati con i nostri colleghi stranieri. Per fortuna, infatti, abbiamo l'appoggio della nostra rete, siamo in quasi centocinquanta Paesi al mondo come Icom, abbiamo anche un brevetto proprio sul trattamento specifico dei PFAS nelle acque. Si sono proposte due prove pilota; in zone sorgenti specifiche si proverà, sia l'ossidazione chimica sia il desorbimento termico. Si tratta di tecnologie di bonifica diffuse e consolidate per altri contaminanti, quindi ci sono tutte le premesse affinché siano anche molto efficaci su questi contaminanti; ovviamente, il test pilota serve a dimensionare un full case futuro e a definire la cost-effective della mia tecnologia.
  Naturalmente tutto questo è scritto nel progetto presentato alle autorità, tra tre giorni ci sarà la prima Conferenza dei servizi, ci aspettiamo un buon accoglimento. Poi vedremo se si tratterà di un'approvazione con prescrizioni o meno. Anche in questo caso il dialogo con le autorità è sicuramente iniziato e mi sembra indirizzato in modo costruttivo.

  ALBERTO ZOLEZZI. Può farci l'esempio di altri contaminanti con cui sono stati provati questi metodi?

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Soprattutto i solventi clorurati perché hanno delle caratteristiche analoghe. Tenga conto che, per esperienza sui contaminanti, tanto è maggiore la diffusione del contaminante, maggiori sono le tecnologie. Mentre l'idrocarburo, benzina o gasolio che sia, arrivato in falda galleggia e più di tanto la piuma non va lontano, il clorurato va sotto, affonda anche in falda, non è biodegradabile, si diffonde per piume. Una piuma di idrocarburi è di tre, quattro, cinquecento metri, una piuma di clorurati è di quattro, cinque, sei, sette chilometri.
  Sempre su richiesta delle autorità, abbiamo presentato al 31 dicembre anche l'analisi di rischio, che rappresenta il primo step della procedura dettata dal decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Sul tema abbiamo già fatto dei preliminari, perché l'analisi di rischio è un meccanismo piuttosto complesso, da specialisti – io non sono un risk assessor – in cui ci sono un sacco di parametri da scegliere, da concordare. Va tutto inserito in questo modello matematico che si chiama ADR, e dà degli output che ci dicono se c'è il rischio e di che natura è, superficiale o profondo. Tutto ciò in futuro andrà integrato con delle azioni sulla falda.
  Il progetto verrà valutato tra tre giorni. Stiamo integrando i risultati delle recenti indagini poiché la mole di dati da raccogliere alla fine del progetto era in contrasto con i tempi stretti che ci erano stati concessi. Ci sono eventuali ulteriori attività di indagine sulla completa dismissione degli impianti, c'è una progressiva implementazione degli interventi di MISO, esiti di test pilota, perfezionamenti della barriera di alleggerimento e in futuro un progetto integrato di bonifica mista dei suoli con interazione con gli interventi.

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Vorrei aggiungere due brevissime informazioni. Si è già detto che venerdì 31 gennaio si terrà la seduta della Conferenza di servizi istruttoria a Vicenza che avrà ad oggetto l'esame di un progetto di bonifica della falda acquifera, che è stato presentato sotto forma di MISO (messa in sicurezza operativa), e un'analisi di rischio dei suoli. Quindi, non è stato presentato un progetto di bonifica comprensivo sia della falda che dei suoli, perché si è ritenuto di procedere da parte degli enti in questo modo distinguendo i due momenti.
  L'altra informazione è che il 29 gennaio è previsto un incontro presso la Provincia di Vicenza tra Mitsubishi Corporation e ICI 3 per una valutazione/accordo su chi fa che cosa. Questo non deve sorprendere perché gli enti hanno intrapreso un percorso istruttorio Pag. 11 individuando i soggetti che sono stati azionisti della Miteni dalla sua fondazione. Chiaramente si tratterà di vedere se il progetto verrà approvato con prescrizioni oppure verrà rinviato all'approvazione alla successiva seduta.
  Sulla tematica relativa al progetto di bonifica dei suoli – come prima spiegava anche il dottor Donini di Icom – bisognerà vedere se verrà approvata l'analisi di rischio, perché secondo le norme deve essere necessariamente approvato questo step procedimentale che si pone tra la caratterizzazione del sito e il progetto di bonifica. Quindi l'analisi di rischio dovrà necessariamente essere esaminata dagli enti ed eventualmente approvata, prima che si possa addivenire a un progetto dei suoli.

  PRESIDENTE. Quindi, se ho capito bene, voi adesso vi impegnate a gestire la barriera idraulica della falda, e per quanto riguarda invece Mitsubishi?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. L'ordine del giorno dell'incontro di domani è la definizione di chi fa che cosa in generale, non solo sui terreni. ICI 3 fa quello che la legge prevede si debba fare in questi casi. Io mi sono permesso di ricordare le date, signor Presidente, possiamo dire che c'è il gruppo International Chemical Investors, ci sono altri soggetti che sono stati sul sito per vent'anni, prima li ho citati, quindi va da sé che ci dovrà essere un accordo quantomeno sotto forma di partecipazione agli oneri economici. Questo è guidato dalle autorità che hanno compreso la situazione. Non so se ho risposto in modo esaustivo.
  Sulla falda la legge prevede che, se un soggetto non è responsabile dell'inquinamento non è obbligato ad operare, ma magari opera per un principio di precauzione.

  PRESIDENTE. Ciò, vuol dire voi farete solo questo?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Ci sono alcune variabili in gioco, c'è l'approvazione del progetto di bonifica dei suoli, bisogna vedere che progetto sarà.

  PRESIDENTE. Avete fatto una stima del denaro che serve?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Dipende anche dall'atteggiamento degli altri soggetti che sono parte di questa vicenda. Penso che ICI 3 abbia dimostrato una notevole proattività nel fare le cose e questo è molto apprezzato dagli enti, indipendentemente da cosa succederà alla Conferenza dei servizi di venerdì 31 gennaio prossimo. Per rispondere alla sua domanda, si tratta di capire cosa intenderanno fare anche gli altri soggetti coinvolti, dagli enti, dalle autorità pubbliche e così via.
  Ci sono ancora alcune variabili. A questa domanda forse si potrà rispondere a valle della Conferenza dei servizi di venerdì, delle decisioni degli enti e anche dell'incontro di domani, con l'approvazione del primo progetto: quello della falda.

  PRESIDENTE. Invece, avete un'idea, a prescindere dalla definizione del progetto, di quanto possa costare rimuovere veramente la fonte di inquinamento?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Intanto bisogna vedere se gli enti daranno delle prescrizioni o approveranno il progetto; ad ogni modo, vi sono già dei costi definiti per quanto riguarda la falda acquifera perché l'intervento di barrieramento fisico che prima ha illustrato il dottor Donini viene a costare circa 2 milioni e mezzo, mentre per la parte relativa ai suoli dipenderà dall'analisi di rischio e poi dalla progettazione a valle che verrà svolta.
  Sul primo dato posso dare la parola all'ingegner Amenduni.

  GIOVANNI AMENDUNI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Sulla falda le stime a livello progettuale del POB sono di circa 4 milioni di opere di ottimizzazione, razionalizzazione, implementazione degli impianti, automazione e Pag. 12realizzazione del confinamento; inoltre, c'è una stima, abbastanza accurata, sull'esistente, ma anche sulla base esperienziale di una gestione ambientale di quelle opere, quindi i campionamenti, la gestione dei filtri, la gestione del sito che è all'incirca nell'ordine del milione e trecento mila euro all'anno. Stiamo comunque parlando di un orizzonte temporale che in questo momento è difficile definire. Abbiamo stimato in cinque anni il progetto, tutto dipenderà dall'interazione del progetto stesso con i suoli; probabilmente, ci potranno essere ulteriori costi per la realizzazione degli interventi di bonifica in senso stretto della falda, che però magari nel tempo diminuiranno il numero di anni di emungimento e, quindi, di messa in sicurezza.

  PRESIDENTE. Se non si bonifica il terreno, è come passare lo straccio mentre fuori piove, il grosso della produzione dell'inquinamento è il terreno.

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. In questo momento, dimensionare l'intervento sui terreni è quasi impossibile. Ovvio che abbiamo dei volumi di metri cubi, però dobbiamo vedere anche cosa è fattibile, bisogna minimizzare gli smaltimenti, gli scavi perché non sono neanche tanto ambientalmente compatibili, e devo bilanciare i costi dell'emungimento con i costi del trattamento. Se impermeabilizzo una superficie e impedisco all'acqua piovana di attraversare un contaminante la falda non viene più impattata perché ho impedito all'acqua di ruscellare. Sono tante le possibili soluzioni, bisogna trovare la migliore.

  PRESIDENTE. Quali sono i test di verifica sull'efficacia della barriera idraulica?

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Letteralmente non ci sono dei test di verifica della barriera idraulica che viene verificata giornalmente, settimanalmente, mensilmente tramite gli emungimenti. Sicuramente il nostro progetto va nella direzione di porre in essere tutte le azioni necessarie.

  GIOVANNI AMENDUNI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Ci saranno dei test di trattabilità. Al di là dell'emungimento, del confinamento idraulico, è importante agire su quello che è già disciolto, che è già in falda, attraverso l'ossidazione o la thermal disruption – o destruction –, a seconda di quello che verrà implementato. I test serviranno in una scala di alcuni mesi a capire se si può implementare un intervento sulla sorgente.

  PRESIDENTE. Io ho un'ultima domanda, poi passo la parola all'onorevole Zolezzi.
  Ritornando alla questione del passaggio di proprietà ad un euro, le prime barriere idrauliche sono del 2005, c'è stato anche – se non sbaglio – uno studio commissionato da Mitsubishi nel 2009 prima del passaggio di proprietà. Come faceva ICI a non sapere che qualche problemino c'era? E soprattutto, questi modelli economici che hanno stabilito il valore di un euro li potete fornire alla Commissione?

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Il Presidente ha fatto due domande, una sul patrimonio conoscitivo. Naturalmente, quando si comprano delle quote societarie, si effettuano dei riscontri sulla base della documentazione che ti viene fornita. Nel nostro caso era stata fornita una data room con dei documenti privi delle analisi ambientali a cui lei ha fatto riferimento e che sono state riscontrate successivamente.
  Per quanto riguarda i modelli a cui ha fatto riferimento, noi abbiamo fatto anche un'analisi a posteriori, infatti spesso si confonde l'analisi fatta in un dato momento con quella che è l'analisi fatta successivamente. Quando si acquistano delle quote di una società, si fa riferimento ai flussi di cassa: cioè, questa società, se io la compro, quanto mi ripaga? Quanti utili distribuisce? Quindi, tolti i costi di produzione, pagato il debito, quanti soldi rimangono all'azionista, cioè al proprietario? Sulla base di questa previsione si stabilisce un prezzo. Una società rende 1.000 lire all'anno, io la pago 8.000 lire, negli anni mi ripagherò di Pag. 13questo acquisto e poi inizierò a guadagnare.
  Le analisi fatte a suo tempo erano fondate – io l'ho detto in termini molto semplici – proprio su queste previsioni. I piani industriali elaborati da Mitsubishi, allora proprietaria di Miteni, che rappresentavano aspettative molto rosee, prevedevano che la società nel corso degli anni futuri sarebbe riuscita a ripagare i debiti. Quindi, sulla base di questa previsione di raggiungimento di un risultato di pareggio viene fuori un valore zero, perché la società aveva un debito, aveva un costo, ma aveva anche delle previsioni di ricavo che sarebbero servite a ripagare il debito e il costo. Ecco perché la società vale zero. Naturalmente, quando uno compra una società in questi termini, prevede anche la possibilità che con delle sinergie di gruppo aziendali questo risultato di pareggio di bilancio produca un po' di utile nel corso degli anni. In realtà, era stata fatta una scommessa sbagliata; al netto del discorso ambientale, se si vanno a vedere i bilanci della società, questa nel corso degli anni non ha mai raggiunto il pareggio di bilancio, non ha mai distribuito un utile.

  PRESIDENTE. Nel momento della compravendita avete fatto, anche insieme a loro, delle verifiche dal punto di vista ambientale o proprio nulla? Perché, a prescindere dagli utili, questa è una cosa che sbilancerebbe ogni previsione economica.

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Esattamente.

  PRESIDENTE. Quindi, c'è un accordo dal punto di vista ambientale anche nel contratto?

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Prima dell'acquisto delle azioni è stata fatta una due diligence – come solitamente accade quando si acquista una società o un'azienda – da parte di studi legali competenti in materia e anche una data room, uno spazio virtuale digitale nel quale la parte venditrice ha inserito le informazioni che riteneva essere importanti per comprendere le circostanze afferenti alla società che andava ad acquistare le quote. Come già è stato detto, in questa data room non sono stati trovati documenti che davano indicazioni su problemi ambientali della società. Anzi, questa trattativa che era stata condotta da ICIG e Mitsubishi era partita sulla base di un memorandum elaborato da un consulente incaricato da Mitsubishi, nel quale si dava atto del fatto che il venditore non era a conoscenza di problemi ambientali.

  PRESIDENTE. Scusi, allora la presenza della barriera idraulica nel 2005?

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. La presenza della barriera idraulica è stata letta da chi comprava come un problema ambientale gestito. E, anzi, nel memorandum a cui accennavo si dava atto del fatto di questa presenza che serviva a monitorare e gestire le acque di falda. Non era posta in relazione a un problema ambientale di cui nulla sapeva ICIG.
  Posso chiudere il discorso, e sarò molto breve, nel senso che la questione è sub iudice in questo momento in quanto pende – che lo si sappia – un arbitrato nel rapporto tra ICIG e Mitsubishi. Quindi, è stata fatta una due diligence con la diligenza che richiede il caso, solo che nei documenti forniti da Mitsubishi non si dava atto di un problema ambientale.

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Se posso aggiungere, in realtà c'è stata una due diligence, come sempre si fa in questi casi, dove non vi erano relazioni ambientali, la trattativa che ha portato all'acquisto delle azioni...

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, ma la presenza di una barriera idraulica...

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Adesso ci arrivo, però vorrei che questo punto Pag. 14fosse molto chiaro. Nella data room non erano presenti relazioni ambientali, la trattativa che ha portato all'acquisto delle azioni di Miteni da parte del gruppo ICIG da Mitsubishi si è basata su un documento, un confidential memorandum predisposto da una notissima società di consulenza statunitense, importante a livello globale, su incarico di Mitsubishi. In tale documento si dichiarava che il venditore, quindi Mitsubishi, stava conducendo e aveva condotto una serie di analisi e di verifiche ambientali sul sito, ma al momento non risultava alcuna particolare preoccupazione e si rappresentava come la situazione ambientale del sito fosse di natura rassicurante. Tra soggetti istituzionali di questo livello, quotati a livello delle varie Borse, di Tokyo piuttosto che di Wall Street, quando viene elaborato un documento da una società di consulenza o di revisione tra le più importanti al mondo, questo documento costituisce per gli investitori e per gli acquirenti un riferimento molto importante.
  Tutti i siti, tutte le aziende chimiche hanno dei pozzi di prelievo dell'acqua per verificare che non vi siano perdite, che gli impianti tengano, altra cosa è la barriera idraulica che è stata realizzata nel 2013 ed implementata da Miteni nel 2016: è stato costruito un sistema di barrieramento idraulico di notevoli dimensioni. Quello che è stato dichiarato dal venditore è che si utilizzava qualche pozzo per verificare la qualità dell'acqua di falda. Quindi secondo me bisogna stare molto attenti su cosa vuol dire «c'era una barriera idraulica». I pozzi esistenti erano pochi, non ricordo se erano due, tre o quattro, non hanno niente a che vedere con quella che è la barriera idraulica realizzata successivamente. Non so se è chiaro. Tutti i siti hanno dei presìdi che servono a verificare cosa succede all'interno del sito stesso, ma questo non è indice di un particolare allarme ambientale o di qualche cosa...

  PRESIDENTE. Però da quei pozzi, anche se pochi, anche se non si possono equiparare a una barriera idraulica, sicuramente gli inquinanti risultavano. Quindi voi non siete andati a verificare i valori di quelle analisi immagino, lo do per scontato.
  Detto questo, voi quindi vi sentite truffati?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Non so se siamo andati a verificare, ma chiaramente – l'ho detto prima – tra soggetti di questo livello, anche istituzionale, ci si basa sui report delle società di consulenza e sicuramente l'acquirente, il gruppo ICI, non sapeva cosa c'era nella falda e sicuramente si sente truffata, tant'è vero che – come ha detto prima il dottor Honert – è in corso un arbitrato internazionale proposto da ICIG nei confronti di Mitsubishi.

  PRESIDENTE. Tra ICI e Mitsubishi avete mai avuto rapporti commerciali di compravendita, di cogestioni societarie?

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Non mi risulta. Certamente è stata la prima acquisizione dal gruppo Mitsubishi.

  PRESIDENTE. Riguardo al modello economico che ha portato a determinare questo valore, avete delle prove cartacee?

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Come le dicevo prima, Presidente, proprio perché il tema del prezzo viene sempre tirato fuori anche sui giornali, ci siamo procurati delle consulenze tecniche eseguite da esperti di valutazione di azienda, i quali hanno accertato come è stato calcolato il prezzo e come in questo calcolo non sia entrata in gioco alcuna variabile relativa alle problematiche di natura ambientale.

  PRESIDENTE. Se ho capito bene, la consulenza tecnica però l'avete chiamata dopo. Io mi riferivo a quando all'epoca era stato fissato il prezzo.

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Prima ci sono tutta una serie di scambi di email tra soggetti titolati ad applicare proprio questo tipo di parametri.

Pag. 15

  PRESIDENTE. Immagino non ci sia solo uno scambio di email.

  ERMENEGILDO COSTABILE, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. C'è tutta la documentazione dei piani industriali. Si tratta della documentazione che ha analizzato il consulente tecnico, noto professore universitario di mercati finanziari, per stabilire la metodologia di calcolo del prezzo.

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. All'epoca non è stata fatta una consulenza tecnica al momento dell'acquisto. ICIG non fa altro che acquistare aziende, quote, loro sanno fare i conti, quindi dallo scambio di email si capisce molto bene come è andata la trattativa: hanno esaminato i dati di bilancio, i dati di previsione e su quella base ICIG, con le proprie forze, senza l'intervento di un terzo, ha fatto i conti. Quei conti hanno dato come risultato che le azioni della società non avevano un valore economico.

  ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo scusa perché non ho capito un passaggio dal punto di vista societario. Avete detto che nel 2009 Miteni è passata al gruppo ICIG, nel 2019 fallisce Miteni, ma cosa fallisce?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Risale al novembre 2018 la sentenza di fallimento del tribunale.

  ALBERTO ZOLEZZI. Sì, novembre 2018. Però è fallita Miteni o è fallita Miteni intesa come gestione del gruppo ICIG?

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. La domanda non la comprendo, nel senso che il soggetto Miteni Spa è fallito.

  ALBERTO ZOLEZZI. Quindi, dal 2009 il soggetto Miteni Spa era inserito all'interno del gruppo ICIG. Questo è vero?

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Questo è vero. Miteni Spa aveva un proprio consiglio d'amministrazione che gestiva la società.

  ALBERTO ZOLEZZI. Invece ICI 3 Italia nel 2015 esisteva già e, dottor Brancale, è nel 2015 che lei è entrato in ICI 3?

  GIANCARLO BRANCALE, Amministratore unico della società ICI Italia 3 Holding srl. No, io sono amministratore dal maggio del 2019.

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Forse c'è da ricostruire un po' i passaggi. Nel 2009 acquista una società che si chiama ICI 4, società che cede nel settembre 2009 a un'altra società del gruppo e nel 2016 questa società del gruppo si scinde e nasce ICI 3. Nel 2019 l'ingegner Brancale diventa amministratore unico della ICI 3.

  ALBERTO ZOLEZZI. Riguardo alla curatela fallimentare, Miteni avrebbe dovuto farsi carico di qualche cosa in più? Vi lamentate un pochino anche con la curatela fallimentare che non si sta facendo carico dei nuovi pozzi o per voi va bene così?
  Credo che voi stiate definendo una sorta di contratto di gestione di quello che, secondo la legge, dovete fare. Se esiste, lo potete fornire alla Commissione anche in forma riservata?
  Avete parlato di 4 milioni, a quanto equivale la dotazione annuale del costo degli interventi? Sapete bene che ci sono eventi giudiziari importanti, sono già stati inviati al Ministero dell'ambiente più di 80 milioni di euro per acquedotti e fognature in Veneto, collegati anche a questa vicenda dei PFAS. Vorrei chiedere se ci sono sovrapposizioni societarie fra ICI 3 e la stessa precedente Miteni. Attualmente – ha fatto l'esempio lei di ICI 4 – quante sono all'interno del gruppo ICIG le singole società? Alcune di queste intrattengono relazioni con la Solvay di Spinetta Marengo? Visto che avete acquisito il sito e avete fatto Pag. 16anche la valutazione di bilancio, a quanto ammontava in percentuale la produzione dei PFAS in relazione al fatturato e alla produzione generale?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Rispetto alla curatela o al suo periodo di gestione non abbiamo ragioni di una doglianza.
  Vorrei precisare che la curatela è un organo nominato per la gestione della procedura fallimentare, quindi gli atti che compie sono autorizzati dal giudice delegato. Gli organi ordinari della Miteni sono stati congelati, come per qualunque società fallita, e in quel periodo ICI 3 ha comunicato la sua disponibilità, vista l'impasse che si era determinata. Indubbiamente, le autorità avevano rivolto alla curatela le richieste di realizzare gli interventi che prima sono stati ricordati: alleggerimento della barriera idraulica, intervento di MISO e così via. Vista la situazione che si era venuta a creare, ICI 3 ha comunicato la sua disponibilità come soggetto non responsabile dell'inquinamento. Prima del 26 aprile 2019 ICI 3 non era presente sul sito, né in qualche modo partecipava alle decisioni relativamente alla gestione del rischio ambientale, alle vicende del procedimento di bonifica. Solo dopo è intervenuta, comunque non credo che la società abbia particolari doglianze nei confronti della curatela.
  La seconda domanda era relativa ai soggetti che si sono succeduti?

  ALBERTO ZOLEZZI. Sì, anche quello e poi mi interessa capire se avete stabilito una sorta di contratto di gestione del sito, se c'è un documento o se lo state definendo.

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. C'è un verbale di consegna datato 10 giugno 2019, che ha ad oggetto la consegna del sito di Miteni dal curatore fallimentare alla stessa Miteni, e lì viene regolato il rapporto tra Miteni e curatore fallimentare rispetto alla gestione della barriera idraulica, rispetto ai rifiuti e quant'altro. Questo è l'unico documento che gestisce l'utilizzo del sito.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ci potete far avere quel documento?

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Direi di sì. Sento il curatore fallimentare, ma non credo sia coperto da alcun segreto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Per quanto riguarda i costi, avete fatto riferimento alla cifra di 4 milioni: cosa vuol dire, è un preventivo di che cosa?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Adesso diamo la parola a Icom, però in realtà sono 4,2 milioni, per questo facciamo quello che si chiama intervento di capex, la spendita di capitale per investire, per realizzare le opere, i presìdi o rafforzare la barriera idraulica. 4,2 milioni più 1,25 milioni per una gestione di cinque anni, per un totale di circa 10 milioni. Grosso modo sono queste le cifre.

  GIOVANNI AMENDUNI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. La cifra dei costi iniziali per tutte le opere previste è 4 milioni, al netto di spese eventualmente tecniche o altro, dopo di che c'è una gestione stimata in maniera riteniamo attendibile di circa 1,25 milioni di euro all'anno di gestione barriera da tutti i punti di vista: monitoraggi ambientali e spese di gestione della MISO.

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Queste sono le cifre che compaiono nel POB presentato, nel progetto di MISO presentato all'autorità con il computo metrico.

  ALBERTO ZOLEZZI. Sulla parte societaria ICI 3 e la vecchia Miteni Spa hanno sovrapposizioni societarie?

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Pag. 17ICI 3 era dal 2016 socio unico di Miteni, però senza intervenire nella gestione della società, che era affidata e curata dal consiglio d'amministrazione di Miteni Spa.

  ALBERTO ZOLEZZI. ICI 3 ha relazioni con la Solvay o comunque con lo stabilimento di Spinetta Marengo?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Che noi sappiamo no.

  ALBERTO ZOLEZZI. Avete qualche idea a livello di caratterizzazioni fatte di quant'era il quantitativo di PFAS rispetto al restante tipo di produzione di Miteni? Qual era il fatturato relativo ai prodotti fluorurati rispetto a tutti gli altri prodotti realizzati da Miteni.

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Non siamo in grado di rispondere a queste domande in questo momento.

  PRESIDENTE. Magari approfondiremo. Eravate a conoscenza dello studio Mitsubishi? Mi riferisco allo studio commissionato.
  Qual è il valore numerico dei PFAS che avete riscontrato nei piezometri di controllo?

  ROMANO ROTELLI, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. La seconda domanda è chiaramente di competenza dei tecnici di Icom. Sulla prima domanda forse abbiamo già risposto in precedenza, dovremmo stare qui a discutere nel dettaglio documenti alla mano, ma non vi era una conoscenza della situazione ambientale, che poi si è scoperta solo nel 2017 con la lettura del rapporto del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Treviso.

  ALESSANDRO HONERT, Consulente legale della società ICI Italia 3 Holding srl. Nell'information memorandum, di cui parlavo prima e che nel 2008 ha dato inizio alla trattativa, si dava in modo generico atto della presenza di verifiche commissionate dal venditore, che però non recavano il nome del soggetto che aveva fatto le verifiche, il nome dell'istituto, e rassicuravano nel senso che davano come informazione che allo stato non risultavano situazioni ambientali critiche o di preoccupazione. Questo era lo stato dei fatti. Quindi, sapevamo che c'erano dei report e sapevamo dal venditore che questi report non davano evidenza di problematiche ambientali.

  PRESIDENTE. I valori dei PFAS?

  GIOVANNI AMENDUNI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Occorrerebbe definire quali punti di valle si intende, perché ce ne sono diversi. Quello che spesso viene attenzionato dalle autorità, che è chiamato MV18, che è circa duecento metri più a valle nella direzione principale di deflusso delle acque sotterranee, da quando abbiamo visto noi, dall'estate agli ultimi monitoraggi, ha avuto un andamento sicuramente in calo. Nel tempo si è notato, anche grazie ai dati storici, che si tratta di un andamento oscillante di valori, con un trend tendenzialmente in calo.
  Quello che abbiamo visto noi negli ultimi mesi è che si passa da alcune centinaia di nanogrammi/litro anche ad alcune migliaia di nanogrammi/litro, come sommatoria dei PFAS, perché poi bisognerebbe riferirsi ai singoli composti, PFOA e PFOS.

  GIACOMO DONINI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding srl. Vorrei ricordare che i limiti di definizione di queste sostanze sono veramente bassi, si tratta di nanogrammi. Un nanogrammo, per avere un'idea, è un miliardesimo di parte in acqua, è come dire un grammo in mille metri cubi d'acqua, un grammo in una piscina di acqua.

  PRESIDENTE. Piccoli, ma si fanno sentire.

  GIOVANNI AMENDUNI, Consulente ambientale della società ICI Italia 3 Holding Pag. 18srl. Se poi servono dei dati più puntuali, ma questo è l'ordine di grandezza.

  PRESIDENTE. Sicuramente. Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.