XVIII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Mercoledì 11 dicembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gallo Luigi , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, sul nuovo regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e degli uffici di diretta collaborazione del Ministro (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Gallo Luigi , Presidente ... 3 
Franceschini Dario (PD) , Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo ... 3 
Gallo Luigi , Presidente ... 6 
Fusacchia Alessandro (Misto-CD-RI-+E)  ... 6 
Mollicone Federico (FDI)  ... 7 
Gallo Luigi , Presidente ... 7 
Mollicone Federico (FDI)  ... 7 
Toccafondi Gabriele (IV)  ... 8 
Casciello Luigi (FI)  ... 8 
Piccoli Nardelli Flavia (PD)  ... 9 
Furgiuele Domenico (LEGA)  ... 10 
Patelli Cristina (LEGA)  ... 10 
Vacca Gianluca (M5S)  ... 10 
Carbonaro Alessandra (M5S)  ... 11 
Gallo Luigi , Presidente ... 12 
Franceschini Dario (PD) , Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo ... 12 
Casciello Luigi (FI)  ... 14 
Franceschini Dario (PD) , Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo ... 14 
Gallo Luigi , Presidente ... 14

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI GALLO

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso il resoconto stenografico, anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, sul nuovo regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e degli uffici di diretta collaborazione del Ministro.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo sul nuovo regolamento di organizzazione del Ministero e degli uffici di diretta collaborazione del Ministro. Saluto e ringrazio il ministro Franceschini. Ricordo che abbiamo tempo fino alle 9.30, quando inizieranno i lavori di Aula, con le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del prossimo Consiglio europeo.
  Dopo la relazione del ministro Franceschini seguirà, come sempre, uno spazio per le domande e gli interventi. A conclusione del dibattito, compatibilmente con il tempo disponibile, ascolteremo la replica del Ministro. Do a questo punto la parola al ministro Franceschini.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Buongiorno. Grazie, presidente. Ho chiesto di fare questa informativa, anche se – come sapete – sui DPCM di riorganizzazione non c'è una previsione di parere o informativa delle Commissioni. Ma siccome alcuni aspetti sono semplicemente organizzativi, altri riflettono scelte di fondo che comportano alcune conseguenze rispetto all'indirizzo del Ministero nei prossimi anni, mi è parso giusto riferire le variazioni.
  Il DPCM, come sapete, trae origine dal decreto cosiddetto «Ministeri» che ha riportato il turismo al Ministero della cultura; in quel decreto è stata prevista la possibilità di riorganizzare il Ministero con un DPCM, che abbiamo già approvato in Consiglio dei ministri e che adesso sta seguendo l’iter normale: Corte dei conti, registrazione e pubblicazione sulla Gazzetta. Quindi, tendenzialmente, pensiamo che per metà gennaio tutto il percorso sarà completato e il DPCM sarà in Gazzetta Ufficiale.
  La seconda cosa è che, in sede di conversione, è passato un emendamento – e ringrazio il Parlamento – che ha previsto la possibilità di aggiungere venticinque dirigenti di seconda fascia alla scarna rotazione di dirigenti del Ministero per i beni, le attività culturali e per il turismo. I dirigenti in questo caso sono anche i soprintendenti, i direttori di musei e le strutture periferiche, oltre che i servizi centrali. Quindi, con questo quadro, cioè il ritorno del turismo, la possibilità del DPCM e il numero di dirigenti, abbiamo un po’ riorganizzato l'impianto del Ministero, come aveva annunciato il mio predecessore. Era stata indicata come una controriforma e io, già allora, ho detto che non si trattava di una controriforma, ma di alcuni correttivi. Pag. 4A maggior ragione, questa non è una controriforma della controriforma, ma semplicemente un percorso di correzione, con alcune cose modificate, altre conservate, altre introdotte, rispetto alle quali, anzi, ringrazio il ministro Bonisoli per il lavoro che ha fatto.
  Il primo punto è quindi che rinasce una Direzione generale turismo, questa volta con un servizio in più; quindi, i servizi della Direzione turismo si concentreranno sull'organizzazione e i rapporti con le Regioni. Peraltro, vi dico alcune cose che sono contenute nel DPCM e altre che saranno contenute nei decreti attuativi. Siccome i due aspetti stanno insieme, ve li anticipo e li descrivo in modo indistinto, anche se dovete sapere che una parte di norme saranno contenute nei decreti attuativi, compresi i servizi delle Direzioni generali (nel DPCM è indicato solo il numero).
  Il turismo avrà i rapporti con le Regioni. Un secondo servizio è l'attuazione del Piano strategico: ho voluto che ci fosse un servizio così chiamato perché c'è il Piano strategico del turismo, in vigore per altri tre anni, valevole cinque anni. Mi pare importante che se si fa il Piano, prevedendone le azioni, poi non venga dimenticato, ma ci sia un monitoraggio continuo sull'attuazione e la promozione turistica.
  Oltre alla Direzione generale turismo, nascono, con dirigenti di prima fascia – quindi direzioni generali – alcune cose che, a mio avviso, sono importanti. Sapete che avevo manifestato, anche in sede di audizione, l'intenzione programmatica di affiancare alla parte che il Ministero dei beni culturali svolge già da decenni – cioè la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della nazione secondo l'articolo 9, quindi una parte già strutturata, che si è trattato nel tempo di migliorare e di riorganizzare – una direzione generale che si occupasse prevalentemente di contemporaneo, di presente, di creatività. Quindi, riprendendo la definizione del mio predecessore di creatività contemporanea, nasce una Direzione creatività contemporanea, con servizi che si occuperanno di tutte le cose contemporanee: arte contemporanea, architettura contemporanea, periferie e rigenerazione urbana, industrie culturali e creative, fotografia. Tutti settori che erano minori e trascurati, o non esistevano proprio. Pensiamo a tutto il comparto delle industrie culturali e creative, che è un settore di sviluppo enorme. Due giorni fa sono stato alla presentazione di un'indagine sulla Lombardia fatta da Symbola. Ci sono numeri impressionanti. Non c'era e quindi ci sarà chi si occuperà di industrie culturali e creative.
  Quindi si affianca a una direzione importante come belle arti, paesaggio, architettura e archeologia, una direzione che si occupa del contemporaneo, del presente e del futuro.
  La seconda Direzione nuova è la sicurezza del patrimonio culturale. Non sto a dirvi l'importanza. C'era un'unità di missione che si occupava di questo. Qui invece facciamo una direzione generale che avrà due missioni e quindi due servizi: una sarà emergenze e ricostruzioni; ogni volta che c'è una calamità naturale nel nostro Paese, colpisce il patrimonio culturale. Molte cose sono state fatte, ma c'è bisogno di strutturare un servizio che si occupi permanentemente di questo, legandosi a quello che c'è già in questo settore. La seconda si occuperà di sicurezza dei luoghi della cultura da tutti i punti di vista (sismico, impianti, norme di sicurezza, furti).
  Una variazione consisterà nel portare gli istituti culturali, che erano all'interno di una direzione già molto carica (biblioteche e diritto d'autore), alla direzione, creata qualche anno fa, educazione e ricerca, molto affine per materia – perché gli istituti fanno educazione e ricerca, pur avendo anche biblioteche evidentemente – rafforzando questa nuova direzione, che esiste da tre anni, e che si potrà dedicare pienamente agli istituti culturali, un patrimonio enorme che, come sapete, vive faticosamente. Abbiamo presentato emendamenti al disegno di legge di bilancio, in corso di discussione al Senato, che aumentano le risorse per gli istituti culturali.
  Nasce un istituto – la scelta è stata di un istituto con dirigenti di prima fascia – che avrà sotto di sé i quattro istituti che si occupano oggi di catalogo; l'ICCU, il catalogo Pag. 5 librario, l'Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, sono vari istituti che si occupano separatamente di catalogo. Gli istituti restano, ma vengono accorpati in un unico istituto che si chiamerà Digitalizzazione del patrimonio culturale, poi tutti lo chiameremo Digital Library, perché nel linguaggio universale è così. Quindi questo istituto della Digital Library fa un'operazione che, secondo me, è strategica, che spero che tutti i Governi che verranno dopo vorranno comunque rafforzare, cioè investire nella digitalizzazione e nell'integrazione di quanto già digitalizzato, di tutto l'infinito patrimonio di dati del nostro Paese: 101 archivi, l'Archivio di Stato, le biblioteche, gli archivi delle Sovrintendenze che hanno tutto il censimento del territorio da un secolo, la fotografia dei nostri istituti Luce e Cinecittà. Un patrimonio enorme che consentirà allo Stato italiano di digitalizzare il patrimonio, e quindi di conservarlo, e di sedersi ai tavoli con qualsiasi fondazione, anche la più potente del mondo – come capita già oggi – in una posizione non di debolezza, come se andasse a trattare un singolo istituto, ma con una posizione di forza, perché non esiste Paese al mondo che abbia una quantità di dati legati ai beni culturali come l'abbiamo noi. Quindi è veramente una grande sfida.
  Torna a essere di prima fascia, dopo tanto tempo, l'Archivio centrale dello Stato, lo era fino a vent'anni fa, come riconoscimento a un'istituzione di cui non ho bisogno di sottolineare l'importanza. Nasce un museo di prima fascia autonomo che è il Vittoriano e Palazzo Venezia; anche qui è sulla traccia di un'idea del mio predecessore, che era sul Vittoriano: io l'ho legato a Piazza Venezia. Meritano una riqualificazione dell'intera area, oggi intasata di traffico: Piazza Venezia è quasi un'aiuola spartitraffico, eppure è una delle zone più belle e prestigiose del mondo. Speriamo che creare un museo di queste dimensioni aiuti anche gli altri livelli istituzionali a fare un investimento su quell'area della città.
  Presso il Segretariato generale ci saranno uffici che si occuperanno specificamente: uno di Unesco; uno di contratti (un altro tema che c'era nella riforma avviata precedentemente); uno di eventi, mostre e manifestazioni, perché abbiamo una serie di eventi: penso anche a quelli internazionali, come il G7 della cultura. Spesso ci sono mostre promosse dal Ministero, ma non c'era un servizio che se ne occupasse direttamente. Questa è la parte nazionale.
  La parte prevalente dei venticinque posti, invece, è stata dedicata alla periferia. Quindi in periferia nasce una Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, che non c'era. Pensate che in Francia, che ha molte meno coste nel Mediterraneo di noi – un valore archeologico – c'è un istituto che ha sede a Marsiglia che lavora da anni. A noi sono rimasti, in tutto il Ministero, una decina di archeologi subacquei, anche un po’ avanti negli anni, che suscitano in me qualche dubbio sulle capacità concrete di immersione. Mentre c'è una grande tradizione in Italia. Creiamo questa Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, che avrà sede a Taranto e sedi distaccate a Venezia e Napoli e che avrà anche la competenza territoriale di Taranto. Sapete che ci fu una polemica, a suo tempo, per la divisione della Soprintendenza di Taranto da quella di Brindisi e Lecce. Insomma, entriamo in un settore importante.
  Ritorna il servizio per la demoetnoantropologia presso la Direzione generale delle belle arti: un servizio fondamentale, perché la conservazione del patrimonio demoetnoantropologico non è uno snobismo, vuol dire mantenere tutto il patrimonio immateriale; tant'è vero che correggiamo il nome dell'istituto che diventa Istituto centrale per il patrimonio immateriale. Quindi resta il nome demoetnoantropologia nel servizio della Direzione generale, ma cerchiamo di valorizzare un istituto che ha già fatto tanto e che ha un terreno infinito. Pensate a quello che fa l'Unesco sul patrimonio immateriale e cos'è l'Italia dal punto di vista di tradizioni, folklore, storia, identità locali, dialetti, eccetera.
  Creiamo alcune Soprintendenze in più, dato che le Soprintendenze sono diventate uniche e sono già aumentate di numero, ma alcune erano ancora molto grandi. Cerchiamo di completare l'uniformità territoriale, Pag. 6 perché prima della riforma di qualche anno fa – per darvi una dimensione – per ragioni storiche di Soprintendenze create non come un disegno nazionale, ma in base a pressioni territoriali, locali, politiche, interne al Ministero; la Lombardia, per esempio, aveva due Soprintendenze e la Toscana cinque, pur avendo la Lombardia il doppio di abitanti e di estensione territoriale. Un primo percorso per uniformare era stato fatto nella precedente distribuzione, dopo la creazione di Soprintendenze uniche. Adesso ne nascono di nuove: una Monza-Brianza-Pavia, prima era Como, Lecco, Sondrio, Varese, Monza-Brianza e Pavia, con milioni di abitanti ed estensione infinita. Si divide la Liguria in due Soprintendenze: Ponente e Levante. Si dividono le Marche in due Soprintendenze; viene distribuito diversamente il Lazio, creando una Soprintendenza in più: nasce la Soprintendenza Rieti-Viterbo-Etruria Meridionale (prima invece Viterbo era con Roma Metropolitana); le altre sono: Frosinone-Latina, più Roma e Roma Metropolitana. In Abruzzo – tema discusso anche con un'apprensione preventiva un po’ esagerata – finisce la Soprintendenza speciale (che finiva al 31 dicembre) e si torna a due Soprintendenze: una è Aquila-Teramo e l'altra Pescara-Chieti. Della Puglia ho già detto. In Calabria si divide la Soprintendenza Catanzaro-Crotone-Cosenza, che è infinita (Cosenza è la provincia che ha la più grande estensione territoriale d'Italia); quindi nascono la Soprintendenza di Cosenza e la Soprintendenza di Crotone-Catanzaro.
  I poli museali cambiano definizione e diventano direzioni regionali, perché polo museale aveva spinto a immaginare che fosse un organo di gestione, mentre la funzione deve essere quella di coordinare l'attività dei musei, quindi è un cambio di definizione per chiarire e diventano direzione regionale musei. Viene diviso il Lazio – che aveva quarantasette istituti, una cosa impossibile – in Direzione regionale musei Lazio e Direzione musei statali della città di Roma.
  Come vi ho anticipato ci sono due Soprintendenze archivistiche in più nelle due regioni in cui erano accorpate: quindi nasce quella dell'Umbria, separata dalle Marche, e quella della Basilicata, separata dalla Puglia. Nascono inoltre sei musei autonomi in più, con dirigenti di seconda fascia, in particolare in regioni che non avevano nemmeno un museo autonomo; sono: il Museo Nazionale d'Abruzzo, il Museo Archeologico di Cagliari, il Palazzo Reale di Napoli, il Museo Nazionale di Matera che unisce due musei statali di Matera, la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Una sfida molto coraggiosa è il Parco Archeologico di Sibari, di cui vi siete occupati un po’ tutti: è una grande area archeologica, la più complicata, quella in cui sono successi più guai, quella che ha bisogno di più interventi. La sfida sarà vedere se l'innovazione, da un punto di vista organizzativo e di autonomia, riesce a rilanciare anche un parco archeologico importante, ma con alcuni guai, come quello di Sibari. In più, una biblioteca – anche qui il dato simbolico non si nasconde – ovvero, la biblioteca e il Complesso dei Girolamini di Napoli. Ho finito.

  PRESIDENTE. Sono iscritti a parlare due componenti per gruppo. Iniziamo con il deputato Fusacchia, prego.

  ALESSANDRO FUSACCHIA. Grazie, presidente. Buongiorno ministro e grazie per la relazione. Mi sembra tutto molto esaustivo, molto ambizioso e sfidante; quindi, coraggio a lei e coraggio a tutti noi, mi verrebbe da dire, per i mesi e gli anni a venire. Ci sono una serie di novità che mi sembrano interessanti. Mi vorrei soffermare su due punti e farle due domande. Uno riguarda tutta la parte non strettamente nazionale: lei ha citato prima un passaggio relativo all'Unesco, un passaggio relativo a eventi internazionali collegati con la cultura. Quindi vorrei capire meglio com'è strutturata l'azione del Ministero su questo, cioè quanto è concentrata in uno o più uffici, quanto è trasversale a più uffici e poi com'è organizzato il coordinamento interno, perché chiaramente è una dimensione centrale. Chiederei, inoltre, se c'è qualcosa che possiamo sapere di più specifico Pag. 7 su due passaggi. Uno è Bruxelles, nel senso che è inutile nascondersi dietro un dito, ma i Governi italiani, in generale, e la nostra capacità di mandare input forti su Bruxelles attraverso i nostri attaché, attraverso la nostra rappresentanza, storicamente non sono proprio fortissimi. Spesso la nostra rappresentanza e gli uffici lì sono un po’ lasciati alle capacità personali e professionali delle unità che distacchiamo; ma rispetto alla filiera di raccordo e di proiezione di quello che facciamo in Italia, quindi di orientamento degli indirizzi per portare avanti le politiche a Bruxelles e di ritorno rispetto a quello che succede, secondo me c'è un margine di miglioramento serio che riguarda trasversalmente tutti i Ministeri. Volevo capire se su questo erano state fatte delle riflessioni. Collegato a questo, c'è la questione che, secondo me, non stiamo affrontando a sufficienza come Paese, per quanto ci sia un commissario alla Farnesina, che è Dubai 2020. Visto che Dubai 2020 è connecting minds (unire le menti), è ovvio che prima di tutto parliamo dei Ministeri che afferiscono a questa Commissione, quindi scuola, università, ricerca e cultura. Volevo capire l'impostazione e il lavoro che lei come Ministro, ovviamente in termini di riflessi su un pezzo dell'organizzazione, sta portando avanti: cioè, se si stava pensando a una struttura di missione, qualcosa di non strutturale, visto che Dubai è a termine. Tuttavia, poiché avremo sempre un'esposizione universale da affrontare o comunque questioni che attengono a quello, vorrei sapere come potremmo organizzarci in merito.
  L'ultimo è un punto che lei non ha toccato. Probabilmente – ne parlavamo con alcuni colleghi nei giorni scorsi – esiste un enorme patrimonio culturale in mano ai privati in questo Paese e vorrei capire qual è il ragionamento, ancora una volta in termini di riflesso di struttura ministeriale, sull'idea di costruire percorsi di valorizzazione di quelli che si potrebbero chiamare partenariati pubblico/privati nel mondo della cultura, o comunque l'idea di un'azione strutturale che metta a sistema anche il patrimonio dei privati, perché – ovviamente nel rispetto della proprietà privata – fa parte di quello che possiamo valorizzare appieno come Paese. Grazie.

  FEDERICO MOLLICONE. Grazie presidente. Mi chiedevo perché non avessimo una copia del decreto. Sarà una questione formale degli uffici.

  PRESIDENTE. Non dipende dagli uffici: il decreto, come le è già stato riferito dal Ministro, non è stato ancora pubblicato, in quanto non ancora bollinato.

  FEDERICO MOLLICONE. Non è bollinato. Va bene. Era per capire.
  Nel merito, notiamo alcune luci che andrò adesso ad elencare: in particolare, lo smantellamento dell'approccio tecnocratico fatto nella precedente proposta di riorganizzazione – scritta nelle segrete stanze di un Segretario generale, che adesso non è più al MiBACT – contestata anche da organizzazioni sindacali, che accentrava tutto nella figura del Segretario generale che diventava una sorta di plenipotenziario al di sopra della politica. Addirittura, decideva dell'agenda del Ministro e dava gli indirizzi sulla presenza del Ministro, o meno, alle varie iniziative. Era una sorta di Ministro tecnico plenipotenziario. Questa è una prima notazione positiva: l'indirizzo politico riprende il controllo del Ministero di Via del Collegio Romano e c'è quindi un approccio che condividiamo.
  Nel merito, ci sono alcuni dubbi. È stata citata la direzione sulla digitalizzazione libraria, chiamandola in inglese. Capisco che serve un lessico comune a livello internazionale, ma comunque si tratta del MiBACT, il Ministero dei beni culturali italiano, quindi cerchiamo di dargli la denominazione in italiano. Anche la doppia definizione magari potrebbe essere impropria. Non è una questione formale, è una questione sostanziale. C'è tutta una battaglia che Fratelli d'Italia sta facendo sull'esterofilia lessicale, contrastata anche dalla Treccani, nella produzione normativa. Questo è solo un richiamo sereno a utilizzare la nostra splendida lingua, visto che ci avviciniamo anche all'anniversario di Dante. È un errore che facciamo tutti: anch'io spesso Pag. 8scivolo sugli eccessivi prestiti inglesi o di altre lingue.
  Nel merito, dicevo, bene l'autonomia dei musei, bene la nascita del polo Risorgimento Palazzo Venezia, perché è un polo poco valorizzato, quasi ostracizzato, perché in alcuni periodi della storia italiana, ricordare il Risorgimento o anche Palazzo Venezia nella sua stratificazione storica era comunque vietato; il pavimento storico è stato addirittura coperto con la moquette.
  Nel merito della riorganizzazione delle direzioni, notiamo che sui beni immateriali avrebbe creato un ufficio per la musica, perché la musica ha tante competenze che sono non solo immateriali ma anche materiali: pensiamo agli spartiti e, quindi, alla conservazione libraria, alle sedi e ai teatri storici, a tutto il patrimonio musicale. Quindi un ufficio specifico sarebbe sicuramente ben accetto da tutto il mondo e da tutto il settore e faciliterebbe il coordinamento di tutti questi aspetti.
  Un ultimo appunto e concludo davvero, pur considerando che tre minuti per l'audizione di un Ministro, sono pochi. Noi auspichiamo – lo dico ai colleghi che forse sono distratti e non sanno che la nostra legge di bilancio la vedremo passare tipo treno Frecciarossa – che nella riorganizzazione ci sia un'attenzione maggiore al finanziamento delle fondazioni lirico-sinfoniche, che sono stra-finanziate, ma non si capisce bene come vengano utilizzati i fondi, rispetto magari ai teatri nazionali, per i quali Fratelli d'Italia farà una battaglia per aumentarne i fondi all'interno del fondo unico per lo spettacolo (FUS), finanziando di più i teatri di rilevante interesse culturale (TRIC).

  GABRIELE TOCCAFONDI. Grazie presidente. Poche parole rispetto anche a quello che abbiamo già avuto modo di dire con il ministro Franceschini, che ringrazio per la disponibilità. Mi sembra che sia evidente che si torni a un decentramento e si punti molto sulla responsabilità dei nostri dirigenti e dei nostri uffici, rispetto a un precedente percorso che accentrava e depotenziava l'autonomia. Su questo, prendendo alla larga quello che lei ci ha appena descritto, voglio ricordare anche il ritorno all'autonomia di tre musei a cui era stata tolta; in particolar modo, venendo da Firenze, mi riferisco alla Galleria dell'Accademia. È questo un aspetto importante che voglio sottolineare: il ritorno alla centralità dell'autonomia e della responsabilità. Così come il tema dei Consigli di amministrazione, se è sfuggito, è stato un passaggio e un ritorno per me importante, per restare sul tema delle responsabilità e del decentramento. Così come spero sia stato risolto il tema dell'articolo 12 della precedente riforma, ovvero la verifica dell'accertamento di interesse culturale, che passava non più da un livello territoriale, quindi decentrato, ma accentrava tutto al Ministero, con problemi oggettivi di blocco anche delle attività di ristrutturazione a livello locale.
  Mi sembra di ribadire la bontà delle novità introdotte, anche alla luce del fatto che solo un decentramento e solo una reale autonomia danno, a livello locale, oneri ed onori. È infatti un onore gestire i nostri beni culturali, ma deve anche cambiare la mentalità: ci deve essere anche una presa di responsabilità della gestione di un bene del Paese più bello del mondo. Grazie.

  LUIGI CASCIELLO. Signor ministro, all'esordio del suo intervento ha voluto specificare che non si trattava di una controriforma. A me infatti non sembra una controriforma, ma un azzeramento di tutto ciò che c'era prima, con una restituzione del ruolo della periferia e della dirigenza periferica.
  Qualche domanda mi viene immediata. Il collega Fusacchia, credo, prima ha usato un'aggettivazione condivisibile in parte: sfidante. Mi auguro che questa riorganizzazione sia anche nominante, mi perdoni il neologismo. Infatti, vorremmo sapere se le nuove dirigenze verranno recuperate all'interno dell'organico, all'interno della professionalità che sicuramente oggi c'è già all'interno del Ministero e delle Soprintendenze, se si farà ricorso a bandi pubblici, o se ci saranno nomine esterne ai ruoli apicali, nella riorganizzazione.
  Sicuramente c'è qualcosa che ci piace, anche molto, come la Soprintendenza per il patrimonio subacqueo. Ci interesserebbe Pag. 9capire un po’ di più i rapporti che ci saranno tra la sede centrale e le altre due di Venezia e Napoli e come si immagina di organizzare anche le altre due sedi. Così come importante – l'abbiamo detto più volte – è la digitalizzazione del patrimonio e la direzione sulla creatività contemporanea e la sicurezza del patrimonio culturale.
  Mentre nella precedente organizzazione era evidente la mortificazione dell'amministrazione periferica, questa volta mi chiedo come e se, in questa riorganizzazione, si potranno valutare una serie di criticità che abbiamo espresso più volte, anche all'inizio del suo mandato, sui rapporti tra alcune sedi archeologiche ed altre, organizzate secondo noi in maniera non propria come competenza, in Campania, ma anche in Sicilia: su questo ci attendiamo qualche risposta in più. In particolare, a noi interessa, non per una polemica preventiva, il ruolo che si affiderà a chi avrà il compito di realizzare, ai livelli apicali, questa riorganizzazione; pertanto, sarà importante capire quale sarà il criterio di reclutamento della dirigenza. Grazie.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie presidente. Grazie, ministro. Ho tre osservazioni da farle. Prima di tutto desidero ringraziarla per essere venuto qui in anticipo, a raccontarci che cosa questo DPCM intende fare, comprendendo anche i decreti attuativi di questo progetto di riorganizzazione del Ministero, su cui questa Commissione ha sempre lavorato, sentendo anche l'importanza di questo rapporto fra il Ministero e la Commissione, di cui desideriamo darle atto. Periferia e centralità dell'operazione del Ministero; ma quello che mi pare molto importante è questo tentativo di tener conto di che cosa sta cambiando fuori, quindi di aggiornare il Ministero rispetto a un mondo che cambia e tenendo conto soprattutto di un recupero, quello del turismo, che abbiamo considerato sempre fondamentale, stigmatizzando anche come fosse un errore il fatto di averlo estrapolato dal Ministero. Questo come discorso generale.
  Due temi specifici. Il primo è quello di aver spostato gli istituti culturali dalla Direzione generale biblioteche alla Direzione generale educazione e ricerca; avremmo forse preferito vedere nominare questa direzione come quella degli Istituti culturali dell'educazione della ricerca; forse è nominalismo, Ministro, però dà il senso di cos'è il rapporto fra gli istituti culturali e l'educazione e la ricerca.
  Noi veniamo, in questo settore, da un periodo molto positivo, perché la Direzione generale biblioteche e istituti culturali ha lavorato benissimo. Da alcuni anni noi non abbiamo problemi con gli istituti culturali e questa Commissione ne è testimone. I finanziamenti, anche se non cospicui, sono sempre stati erogati in maniera puntuale, a differenza di quanto è successo rispetto ai finanziamenti del MIUR, per esempio, e hanno consentito agli istituti di portare avanti una politica intelligente sui territori, di cui siamo testimoni tutti. Vediamo ricerche, convegni, una partecipazione attiva alle grandi tematiche del momento, che gli istituti riescono ad assicurare, anche grazie agli straordinari patrimoni archivistici e biblioteconomici che possiedono.
  Le chiediamo, pertanto, di cercare di assicurare la continuità funzionale di questa felice gestione che è stata fatta fino adesso, anche nella nuova Direzione generale.
  Ultimo punto: il libro, quindi la Direzione generale per le biblioteche. Su questo tema, questa Commissione ha una ferita aperta, che è quella di una legge approvata il 16 luglio di quest'anno e che giace al Senato con la volontà di tutti i gruppi che l'hanno approvata alla Camera, di approvarla anche al Senato. Nel frattempo, la situazione è peggiorata, ministro, perché i dati che ci arrivano sono di 2.332 librerie chiuse dal 2012 al 2017, con un incremento di chiusure del 13,47 per cento; librerie storiche che conosciamo tutti: a Roma, ma anche in giro per l'Italia. Non ci sono quasi più librerie storiche. C'è la difficoltà di fare i conti con una realtà come Amazon, che conosciamo tutti e che non vogliamo nasconderci. Quindi, ministro, la richiesta che le faccio, ma che credo molta parte di questa Commissione condivida, è quella di darci una mano per cercare di sbloccare Pag. 10una situazione che è diventata veramente pesante e difficile da accettare. Grazie.

  DOMENICO FURGIUELE. Ringrazio il ministro che già nella sua disamina puntuale ha dato alcune risposte ai miei quesiti.
  Per quanto riguarda le Soprintendenze, comprendiamo che in Calabria finalmente viene istituita un'altra Soprintendenza. Auspico che la stessa, la seconda, quella che dovrebbe gestire Catanzaro e Crotone, possa trovare sede, per una più equa ridistribuzione degli uffici, magari nel capoluogo regionale: non è una questione campanilistica, ma soltanto di carattere logistico.
  Il Museo di Sibari è un'ottima sfida: il fatto che diventi un istituto dotato di autonomia speciale, come quello di Reggio Calabria, è molto importante. Gli istituti con autonomia speciale hanno delle prerogative, rendono più facile e più agile la pratica amministrativa, ma gli stessi contemplano – e qui chiedo al Ministro cosa ne pensa – un direttore, un'assemblea amministrativa, un organo di revisori dei conti e anche un comitato scientifico. Chiedo al ministro se non creda che questa missione su Sibari possa procedere nel migliore dei modi solo se questi ruoli vengono definiti nel più breve tempo possibile e, soprattutto, sulla scorta delle esperienze pregresse, non proprio positive. Allo stesso modo, se la nomina del direttore non possa essere effettuata tra la miriade di bravissimi archeologi italiani che ci sono nel nostro Paese e che, in quanto tali, potrebbero garantire continuità territoriale, presenza territoriale dal punto di vista fisico, a differenza di direttori stranieri che, di fronte ad un contesto amministrativo contingente, potrebbero trovare difficoltà e utilizzare queste stesse difficoltà come un'utile scusante per lasciare un posto determinante. Grazie.

  CRISTINA PATELLI. Grazie. Io volevo collegarmi al discorso finale della collega Piccoli Nardelli, parlando del problema delle risorse economiche. Vorrei porre all'attenzione del ministro che, nella settimana della prima della Scala a Milano, sarebbe opportuno che il MiBACT lavorasse anche per supportare le grandi eccellenze del teatro e dell'opera italiana. Da nord a sud, le fondazioni che dirigono i grandi teatri italiani sono al collasso ed è di qualche giorno fa la nota del Teatro Lirico di Cagliari che denuncia una decurtazione di 1,2 milioni di euro rispetto all'anno precedente, da parte del Ministero dei beni culturali, nella ripartizione del FUS per l'anno in corso.
  Il Teatro Regio di Torino è messo pure peggio: il 3 dicembre scorso, durante l'incontro fra regione Piemonte, Città di Torino e Teatro Regio è stata esaminata una difficile situazione in cui versa il bilancio della fondazione che fa prospettare una chiusura del bilancio consuntivo del Regio con un risultato negativo sul conto economico pari a 2,7 milioni di euro; la causa centrale è il pesante taglio di 1,2 milioni di euro da parte del Ministero. Proprio per questo, signor ministro, le chiedo che cosa intende fare per tutelare i grandi teatri italiani. Grazie.

  GIANLUCA VACCA. Ringrazio anch'io il ministro per la velocità con cui è venuto a raccontare a questa Commissione il lavoro che stanno facendo e so quanto sia delicata, avendola vissuta anche dall'interno, la fase di modifiche all'interno del Ministero. Sottolineo anche la velocità con la quale avete portato avanti queste modifiche e questo processo, che non è una riforma – come giustamente lei ha detto – ma un insieme di correttivi, non soltanto amministrativi, ma anche politici.
  Sono d'accordo sul fatto che ci sia una continuità di queste modifiche con quelle fatte precedentemente dal ministro Bonisoli. Non li elenco, ma sono tanti gli spunti e gli elementi di continuità, a mio avviso: molti li ha detti anche lei. Ne sottolineo due, che mi sono più a cuore, essendomene occupato direttamente, avendo avuto le deleghe durante la mia esperienza al Ministero: la digitalizzazione e la sicurezza del patrimonio. Come ho avuto modo di dirle anche privatamente, sono particolarmente d'accordo su queste due modifiche, quindi sulla creazione sia di un istituto importante di prima fascia (quindi non di seconda fascia, che avrebbe avuto i problemi poi Pag. 11anche relazionali e di coordinamento). Il fatto di creare un istituto di prima fascia sicuramente rende il tema della digitalizzazione centrale nell'azione del Ministero. Ovviamente, non posso che essere d'accordo con questa modifica.
  Sottolineo e do anche magari uno spunto, perché l'aspetto delle infrastrutture tecnologiche e della Digital Library è importantissimo ed è sicuramente il tema principale quando parliamo di digitalizzazione e cultura; ma c'è anche l'argomento del rapporto tra digitale e cultura. Quindi, la creazione di un istituto può diventare anche l'occasione per creare una sorta di pensatoio, una sorta di laboratorio al cui interno ragionare sul rapporto tra la nuova cultura che nasce nel mondo digitale e il mondo della cultura tradizionale. Penso, per esempio, alla libertà di panorama e a tutto il tema sull'utilizzo delle riproduzioni della cultura nel mondo digitale, un aspetto molto delicato che ci interessa particolarmente.
  Pongo velocemente tre domande. Mi associo a quanto detto dal collega Fusacchia sull'importanza della programmazione dei fondi europei e della presenza in Europa del Ministero; su questo, il Governo italiano in generale, come anche il Ministro dei beni culturali, non sempre è stato un attore diretto e incisivo, quindi le chiedo che intenzioni si hanno sia per quanto riguarda la programmazione dei fondi europei, sia per la presenza del Ministero a Bruxelles.
  Un'altra domanda sulla governance territoriale della ricostruzione. Ben venga la creazione della Direzione generale della sicurezza che si occupi anche di ricostruzione; questo mi lascia intendere che ci sia anche una riorganizzazione che preveda un intervento diretto della Direzione generale sulle Soprintendenze territoriali per lavorare sul tema ricostruzione; quindi, senza altre strutture intermedie, come le Soprintendenze speciali.
  Infine, vorrei sapere se intende affrontare la carenza di personale, dando continuità anche al piano assunzionale avviato dal precedente Governo. Era un piano assunzionale importante, che rispondeva a un'esigenza primaria del Ministero, quale la cronica carenza di personale che si aggraverà nei prossimi anni con i pensionamenti previsti, sia a livello di personale (i funzionari), sia di dirigenti. Anche questa, in previsione dell'aumento dei posti dirigenti, credo sia una priorità per il Ministero. Grazie.

  ALESSANDRA CARBONARO. Sarò rapidissima, anche perché della riorganizzazione ha già parlato il collega Vacca. Vorrei soffermarmi, invece, sul tema dello spettacolo dal vivo, che desta qualche preoccupazione. Siamo in scadenza della legge Bray; vorremmo capire, non solo dal punto di vista delle fondazioni liriche di cui si parla spesso, ma anche per i TRIC – e su questo sono d'accordo col collega Mollicone – che cosa si intenda fare.
  In tema anche di riorganizzazione del MiBACT, c'è un istituto molto importante che spesso non valorizziamo adeguatamente: l'Osservatorio nazionale dello spettacolo dal vivo, che nacque nel 1985 insieme alla riforma del FUS. Secondo me, è un istituto che andrebbe molto potenziato, perché in tema di finanziamenti dello spettacolo non basta semplicemente aumentare occasionalmente i fondi, ma capire come questi vengono utilizzati. Non a caso, incardineremo a breve la legge di cui sono prima firmataria, su un sistema di osservatori a rete in tutte le regioni italiane. Ricordo che l'Emilia-Romagna, il Piemonte e anche qualche altra regione lo hanno; sarebbe bene se ci fosse in ogni regione un osservatorio per il monitoraggio di quello che accade nel mondo dello spettacolo dal vivo.
  Questa Commissione si è fatta promotrice, insieme alla Commissione lavoro, di un'indagine conoscitiva sul sistema del lavoro e della previdenza nel mondo dello spettacolo. I dati che abbiamo ricevuto dall'INPS, dal Ministero del lavoro e dal MiBACT sono allarmanti: parliamo di personale che si occupa di spettacolo che percepisce meno di 5 mila euro annui in media: una situazione veramente al collasso. Troveremo i teatri che dovranno adeguarsi al nuovo contratto collettivo nazionale e vorrei capire se e con quali modalità riusciremo ad incrementare il FUS in questa Pag. 12 legge di bilancio. Spero di aver toccato rapidamente tutti i punti. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al ministro Franceschini per una breve replica.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Controllo con l'orologio e quindi vado molto sinteticamente, cercando di riprendere tutto. Sulla parte internazionale, viene creato un ufficio Unesco che non c'era; viene confermata l'azione di un servizio fatto due anni fa, che si occupa di relazioni internazionali, che non c'era. Anzi, ho chiesto la possibilità di avere un Consigliere diplomatico che si occupi di cultura e un Consigliere diplomatico che si occupi di turismo, entrambi necessari per tenere funzionalmente il passo con una grande produzione internazionale. Aggiungo, – lo dico perché so anch'io di carenze in generale dell'Italia sui tavoli europei, anche se non mi piace rivendicare – che sia nei quattro anni precedenti, sia all'inizio di questo, ho dedicato un'attenzione totale alla parte europea e internazionale. Ricordatevi soltanto l'Expo di Milano, l'incontro dei Ministri della cultura e del turismo, il G7 della cultura, la presenza a tutti i vertici europei dei Consigli dei ministri. Questo perché so che l'Italia ha un'enorme possibilità di esercitare un ruolo di guida nelle politiche culturali a livello internazionale e anche nelle scelte di Unione europea. Da ultimo, abbiamo ottenuto l'introduzione del termine cultura nel portafoglio della commissaria Gabriel, su proposta italiana nell'ultimo Consiglio europeo: dopo pochi giorni la Commissione ha accettato la proposta ed è finalmente tornato un portafoglio cultura. Anche per questo abbiamo creato un gruppo guidato dalla sottosegretaria Bonaccorsi, che si occuperà specificamente di Dubai e abbiamo già incontrato i responsabili italiani che se ne occupano, anche perché c'è l'intenzione di dedicare una parte prevalente – com'è logico che sia – alla cultura, all'interno del padiglione italiano dell'Expo di Dubai.
  Penso che nel Ministero ci sia bisogno di un Segretario generale forte, perché è un Ministero strutturato con Segretario generale e tante Direzioni generali e non a dipartimenti. Poi, naturalmente, la capacità della politica di guidare, o meno, dipende dalle situazioni contingenti; però non sono mai stato preoccupato da un'eccessiva forza delle strutture, anzi.
  La musica. Nasce questa volta – non l'ho detto prima – all'interno della Direzione spettacolo, un servizio che si chiama «Musica», a cui si affianca una parte di competenze sulla conservazione del patrimonio dentro questo istituto, che si occuperà di patrimonio immateriale.
  Alcuni di voi mi hanno posto il tema fondazioni e FUS. Il FUS quest'anno è confermato, anche se con una certa fatica. Tenete presente che il FUS per anni ha avuto tagli; adesso siamo riusciti a confermare la crescita degli anni precedenti, con il disegno di legge di bilancio in esame. Il tema della suddivisione è successivo alla norma: nel momento in cui si riunisce il Consiglio superiore dello spettacolo, si decide l'entità della quota per le fondazioni lirico-sinfoniche, che prendono più o meno la metà del FUS normalmente, forse qualche cosa di meno. Quanto agli altri settori, ho sempre cercato di riequilibrare, in direzione delle fasce più deboli. Naturalmente, se viene un indirizzo da questo punto di vista, anche dai gruppi parlamentari, lo terrò presente.
  L'autonomia è ripristinata e, se c'è l'autonomia, ci sono i Consigli di amministrazione, è evidente, altrimenti diventano strutture periferiche ad una Direzione centrale.
  Sui direttori e sulla modalità di selezione dei dirigenti le regole sono molto precise: per quello che riguarda i musei c'è la possibilità di fare una selezione internazionale, come abbiamo fatto per gli altri musei, come prevede la legge. Faremo una selezione internazionale e la parola «internazionale» non vuol dire che vengano per forza non italiani. Faccio presente che su trentadue musei che hanno avuto il direttore scelto con selezione internazionale, sono sette i non italiani. Quindi non posso dire che in alcune zone d'Italia sarà italiano, anche perché non scelgo io, sceglie una Commissione totalmente autonoma a cui l’input unico che io darò sarà quello di Pag. 13scegliere in base al curriculum, non in base alla nazionalità. Poi, ci sono molti italiani bravi e molti direttori dei musei sono italiani che erano all'estero, hanno fatto esperienze in musei del mondo e poi sono tornati a dirigere i nostri.
  Adesso che il quadro è più chiaro e meno soggetto a ricorsi, perché li abbiamo vinti tutti, a tutti i livelli giurisdizionali, penso che ci sarà una maggiore propensione a fare domanda; prima avevano tutti fatto un passo indietro, perché temevano di lasciare l'istituzione straniera per venire in Italia dove c'era il rischio di un annullamento del concorso, dopo due mesi. Adesso che è tutto chiarito, che abbiamo vinto a tutti i livelli, sarà più facile.
  Gli istituti culturali vanno alla Direzione educazione e ricerca in totale continuità, anche dei capitoli di bilancio. Anzi, nasce per la prima volta un servizio denominato «Istituti Culturali» che prima non c'era. Quindi dentro la Direzione educazione e ricerca ci saranno due servizi: un ufficio studi e uno dedicato appositamente agli istituti culturali.
  Con riferimento al libro – tema ripreso da più deputati – sono dell'opinione che la legge vada approvata in fretta al Senato. È rimasto aperto il tema dello sconto, sul quale ci sono opinioni diverse all'interno del mondo degli editori, com'è naturale che sia. Trattandosi di una legge di iniziativa parlamentare, sono assolutamente pronto ad assecondare e condividere la volontà del Parlamento; è stata una legge condivisa da una maggioranza molto larga, quasi unanime, quindi mi rimetterò alla volontà del Parlamento, dando un contributo a fare in fretta.
  Quanto alle librerie, riconosco che si tratta di un tema vero. Abbiamo fatto il tax credit e penso che sia necessario fare qualcosa di più, perché il tax credit aiuta chi paga le tasse. Chi non ha reddito e non paga le tasse, oltre a qualche facilitazione sull'IMU, non ha elementi sufficienti per riuscire a tenere aperta la libreria. Quindi penso che vada fatto qualche sforzo in più anche dal punto di vista legislativo.
  Su Sibari e sulle fondazioni ho detto. Faccio presente che le fondazioni prendono circa il 50 per cento del FUS: se cambiano qualche volta i contributi da un anno all'altro per le singole fondazioni, si origina naturalmente una lamentela da parte di chi ha subìto il calo e silenzio da parte di chi ha avuto un aumento. A parità di un volume complessivo, ciò deriva dai criteri stabiliti dalla legge, che prevedono un punteggio premiale sulla qualità. Quindi la qualità, che è oggetto di valutazione da parte di una Commissione, non del Ministro, comporta che di anno in anno qualcuno riesca ad aumentare l'ammontare dei contributi e qualcuno subisca una riduzione. Purtroppo succede in ritardo, perché spesso la decisione viene tardi, quindi capisco le difficoltà per qualcuno che ha redatto il bilancio immaginando di avere una certa somma e poi ne riceve un'altra. Quindi c'è un problema di velocità che sarà oggetto di discussione per l'approvazione dei decreti delegati nel settore dello spettacolo, anche al fine di capire se vogliamo conservare questo meccanismo. Tuttavia, se si conserva un meccanismo premiale legato alla qualità, è inevitabile che si verifichino variazioni annuali. Quindi si può discutere sulla norma, ma finché la norma c'è, va applicata. Aggiungo che le fondazioni lirico-sinfoniche hanno avuto un fondo aggiuntivo extra FUS, rifinanziato anche quest'anno, e hanno avuto la possibilità di utilizzare l’art bonus, che è un grande vantaggio, perché alcune fondazioni hanno un contributo privato molto forte.
  Sui fondi europei ho detto prima. La ricostruzione della Direzione generale avrà una funzione di coordinamento e di indirizzo; resta in vigore una norma che consente di creare una Soprintendenza speciale in caso di calamità naturale, non lo impone. Noi l'abbiamo fatta a L'Aquila e nell'Italia centrale. Penso che di volta in volta, a seconda del tipo di area geografica, di danni, di tipo di calamità, si potrà decidere se affidare alle Soprintendenze ordinarie, o creare una Soprintendenza speciale per cinque anni, come dice la legge.
  Sulle assunzioni il capitolo è troppo grande per affrontarlo in un minuto. Dico soltanto questo: continuità totale sulle politiche di assunzione che ha avviato il mio Pag. 14predecessore. Anzi, non basta: abbiamo introdotto nel decreto fiscale – e speriamo in legge di bilancio – una norma che consente di utilizzare con maggiori risorse Ales, la società in house tutta pubblica del Ministero, per poter coprire le carenze di organico, in attesa che si completino i percorsi pubblici. Se per un concorso fanno domanda 200 mila persone per tremila posti, i tempi sono per forza lunghi, ma, nel frattempo, non possiamo chiudere i musei o le Soprintendenze. Quindi Ales sarà uno strumento di emergenza.
  Ultima cosa: l'Osservatorio nazionale dello spettacolo c'è, resta nel DPCM, è giusto, condivido, lo faremo, va valorizzato e va sostenuto, perché è un organismo di controllo molto importante. Grazie.

  LUIGI CASCIELLO. Scusi, sulle nomine dei direttori generali?

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. C'è la legge che lo prevede. Mentre per i musei c'è la possibilità della selezione internazionale, per i direttori e dirigenti di seconda fascia c'è la procedura dell'interpello e gli esterni all'amministrazione sono in misura massima, secondo la legge, l'8 per cento della seconda fascia e il 10 per cento della prima fascia: tutti gli altri dovranno essere interni.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.