XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 48 di Mercoledì 16 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 

Audizione del Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Maurizio Montemagno:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 2 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 3 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 4 
Braga Chiara (PD)  ... 4 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 5 
Braga Chiara (PD)  ... 5 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 6 
Braga Chiara (PD)  ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 6 
Potenti Manfredi (LEGA)  ... 6 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 6 
Potenti Manfredi (LEGA)  ... 6 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Lorefice Pietro  ... 6 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 7 
Lorefice Pietro  ... 7 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 7 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 7 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 7 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 8 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 8 
Potenti Manfredi (LEGA)  ... 8 
Montemagno Maurizio , Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito)

Audizione del Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Maurizio Montemagno.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Direttore Centrale Antifrode dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Maurizio Montemagno, accompagnato dal Dottor Michele Silvio che ringrazio per la presenza. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla gestione dei rifiuti radioattivi. Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa gli auditi che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Invito il nostro ospite a svolgere una relazione. Noi avevamo chiesto l'approfondimento di una questione specifica che riguarda in particolare l'articolo 157 del decreto legislativo 230 del 1995, relativo alla sorveglianza radiometrica dei rottami e semilavorati metallici. Vorremmo approfondire anche tutte le problematiche relative ad eventuali sorgenti orfane o altre tipologie di spedizione, insomma tutte le problematiche e le accortezze che avete messo in campo all'Agenzia delle dogane per far fronte ad eventuali ritrovamenti, diciamo così, o anomalie. Grazie.

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Grazie signor presidente, buonasera a tutti i componenti della Commissione e anche a tutti quanti voi. Dunque, volevo svolgere una breve premessa, nel senso che sempre più l'Agenzia delle dogane e dei monopoli negli ultimi tempi è stata, diciamo, destinataria di competenze nel settore estero-tributario e la tutela dell'ambiente rientra proprio in questo contesto. Rispetto alla normativa dettata dall'articolo 157 del decreto legislativo n. 230 del 1995, che poi ha subito un paio di modifiche nel corso degli anni con altrettanti decreti legislativi, uno nel 2009 e l'altro nel 2011, è stata stabilita la sorveglianza radiometrica per quanto riguarda inizialmente soltanto i rottami metallici e poi è stata estesa anche ai semilavorati metallici. Ciò significa che ancor prima che venga presentata la dichiarazione doganale – sottolineo che questo è un importante dato – l'importatore si deve dotare dell'attestazione della sorveglianza radiometrica rilasciata da un soggetto esperto qualificato. L'operazione doganale non può aver Pag. 3luogo se non c'è questa attestazione propedeutica all'operazione doganale. Dal momento che ci troviamo già negli spazi doganali, abbiamo avuto una casistica rispetto alla quale sono intervenute le autorità competenti, perché in questo settore, lo sapete meglio di me, sono competenti il Ministero dello sviluppo economico, l'ISPRA, i Vigili del fuoco e addirittura i prefetti per quanto riguarda l'aspetto sanzionatorio o comunque del respingimento. Nel documento che ho messo a vostra disposizione è compresa una casistica dei provvedimenti di respingimento; infatti, essendo la spedizione non ancora dichiarata, ma trovandosi negli spazi doganali, si notifica il respingimento diretto allo Stato estero che ha effettuato la spedizione, e i soggetti incaricati siamo noi. Quindi la competenza dell'Agenzia delle dogane, degli uffici doganali, nasce proprio in questo contesto. I dati riguardano determinati uffici doganali, in particolare Ponte Chiasso al confine con la Svizzera, e alcuni dei principali porti che sono quelli di Genova 1, Genova 2, Voltri, Passo Nuovo e l'ufficio doganale di La Spezia. Per quanto concerne le spedizioni, si tratta nella maggior parte dei casi di rottami di alluminio, barre di rame o piastrelle e, in alcuni casi, anche cascami. Nel corso degli anni abbiamo avuto problematiche relative al mutuo riconoscimento poiché per norma l'esperto qualificato è tenuto a rilasciare l'attestato per una determinata spedizione; in questo caso, parliamo delle spedizioni che riguardano la Svizzera. Come Agenzia delle dogane ad un certo punto non abbiamo più riconosciuto validità ai certificati rilasciati da questo organismo, la SUVA, perché non vi erano caratteristiche idonee concordanti con la nostra normativa. Infatti, da noi in Italia l'esperto qualificato deve avere una determinata preparazione professionale che non veniva garantita da questo ente svizzero, tant'è che uno dei problemi principali era dato dal cosiddetto mutuo riconoscimento, così come evidenziato da una nostra nota risalente al 2017. Il problema, abbastanza delicato, ad avviso dell'Agenzia, andrebbe risolto dal Ministero degli affari esteri così da ottenere un livello omogeneo e di garanzia. Avendo la possibilità di scansionare delle spedizioni attraverso apparecchiature tecnologicamente sempre più avanzate, abbiamo scoperto una spedizione di calzature dalla Cina che ha fatto registrare livelli radioattivi superiori alla norma, e questo può accadere perché questo Paese produce in condizioni non sane da un punto di vista ambientale; ad ogni modo, soltanto una piccolissima percentuale di container viene sottoposta a scansione in base all'analisi dei rischi. Nel documento ho fatto poi riferimento ai portali, all'incirca venti, installati nei principali porti italiani per rilevare container o comunque spedizioni con un alto livello di radioattività; la competenza al riguardo era in capo al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero Infrastrutture e Trasporti.

  ALBERTO ZOLEZZI. Chi era al controllo?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Infrastrutture. Al controllo era anche il Ministero dell'Interno poiché possono intervenire anche i Vigili del fuoco.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda le sorgenti orfane? Visto che anche l'articolo 14 del decreto legislativo n. 52 del 2007 prevede dei piani, come vi comportate a riguardo? Qual è la procedura?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Negli spazi doganali insistono molte autorità e noi chiaramente ci occupiamo di spedizioni import/export o transito e traffico passeggeri. I nostri collegamenti e collaborazioni riguardano l'autorità portuale e i Vigili del fuoco, tant'è che in un caso verificatosi nel 2010 presso il porto di Genova, si trovò una sorgente all'interno di un container. La zona venne totalmente isolata, venne chiuso il terminal e, chiaramente, i primi ad intervenire furono i Vigili del fuoco. L'Agenzia delle dogane ha partecipato nel corso degli ultimi dieci anni ad un paio di operazioni doganali congiunte che consistono nel rafforzare Pag. 4 i controlli da parte di più Stati contemporaneamente. Noi non abbiamo dei profili di rischio inseriti a sistema ai fini dell'individuazione di sorgenti orfane, ad ogni modo le spedizioni devono presentare l'attestato propedeutico all'operazione doganale ed i controlli li effettuiamo attraverso l'utilizzo di apparecchiature scanner sempre più evolute al fine di rilevare anche la radioattività. Vi è poi il collegamento con le altre amministrazioni, tra cui i Vigili del fuoco, l'Autorità portuale e tutti gli altri organismi, compresa anche la Guardia di finanza. Con le Capitanerie di porto abbiamo un collegamento che in questi ultimi anni si è ulteriormente rafforzato grazie alla cosiddetta procedura di sdoganamento in mare, o pre clearing, che consente di entrare in possesso in anticipo dei dati relativi ai container trasportati da una determinata nave. L'informatica e la tecnologia ci servono per snellire le procedure doganali relative alle spedizioni regolari e per concentrare la nostra attenzione su quelle più rischiose.

  PRESIDENTE. Abbiamo parlato del decreto legislativo n. 230 del 1995. Riguardo ai decreti non ancora entrati in vigore come vi comportate? Inoltre, mi pare di aver capito che non tutti i carichi vengono controllati.

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. No, sarebbe impossibile, noi controlliamo i carichi sulla base dell'analisi dei rischi. A seconda che le spedizioni siano più o meno a rischio, c'è o un controllo documentale, o una verifica merce, o addirittura un controllo scanner; in ogni caso, possiamo controllare soltanto una minima parte di tutto ciò che entra negli spazi doganali. D'altra parte, ci troviamo in una fase in cui il decreto interministeriale facente capo al Ministero dello sviluppo economico non è ancora stato emanato. Uno degli intoppi rilevato dall'associazione degli esperti qualificati è rappresentato proprio dalle problematiche relative al mutuo riconoscimento, cui facevo riferimento in precedenza.

  PRESIDENTE. È mai successo che rispetto ad una situazione anomala vi siate trovati in difficoltà? Vengono predisposti dei piani di emergenza? Stiamo parlando di procedure collaudate o meno?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Sì, se dovessimo trovare qualche intoppo la procedura è più che collaudata. Le operazioni doganali congiunte servono proprio a trovare i giusti meccanismi, i giusti rapporti di collaborazione tra le varie amministrazioni, che debbo ammetterlo non sono poche. Infatti, abbiamo la presenza dell'Agenzia delle dogane, della Guardia di finanza, dell'Autorità portuale, dei Vigili del fuoco e del Ministero dell'interno. La procedura però è più che definita, ognuno in questi casi sa cosa deve fare e quali sono le misure che deve intraprendere. In sostanza, quando succede qualcosa sono innanzitutto i Vigili del fuoco i primi a dover individuare le procedure da adottare.

  PRESIDENTE. Le prefetture hanno tutte adottato un piano di emergenza?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Non glielo so dire, però noi abbiamo allertato tutti i nostri uffici doganali, per cui penso di sì. C'è anche un piano che riguarda i porti, definito in un documento più recente elaborato dal Ministero degli interni; si tratta del piano Cristoforo Colombo, che risale a qualche anno fa.

  CHIARA BRAGA. Grazie, buongiorno. Ringrazio il Direttore per l'audizione, per il contributo che ha portato alla nostra indagine. Peraltro, nel corso della precedente legislatura, la Commissione si era già occupata dei controlli radiometrici, argomento rientrato poi nella relazione sul tema del traffico dei rifiuti transfrontalieri approvata a fine 2017. L'argomento era stato trattato anche nel corso di un'audizione svolta a Como, territorio in cui il tema è particolarmente sentito a causa dei rapporti ravvicinati con la Svizzera. A tal riguardo, Pag. 5 noi avevamo evidenziato come vi fossero alcuni aspetti, allo stato dell'arte di allora, particolarmente critici. In primo luogo, si rappresentò che la comunicazione secondo cui non era più possibile accettare la documentazione SUVA – rilasciata dagli esperti iscritti all'albo dell'autorità elvetica – proveniva dall'Agenzia delle dogane, della direzione regionale per la Lombardia. Volevo sapere se questo tipo di interpretazione è stata adottata su tutto il territorio nazionale, visto che nella casistica rientrano anche La Spezia e Genova. Inoltre, la presidenza della Commissione aveva segnalato al Ministero dello sviluppo economico la necessità di intervenire celermente per dare una soluzione a questo tema. A fine 2017 era stata trasmessa una lettera della Presidenza della Commissione relativa, in particolare, al tema del rapporto con le autorità elvetiche. A voi risulta che questa iniziativa era stata assunta dal Ministero dello sviluppo economico? Relativamente all'emanazione del decreto interministeriale, domanda già posta in precedenza dal presidente, ritenete si possa in qualche modo sollecitare una sorta di definizione complessiva che consentirebbe di risolvere il tema. In ultimo, sottolineo che nel corso della precedente legislatura sentimmo anche alcuni rappresentanti degli operatori che ci evidenziarono la difficoltà di effettuare i controlli sul materiale ricadente nello spazio doganale italiano. Nel momento in cui si rileva una non conformità, qual è la procedura? Il respingimento del carico, al di là dell'operatività proprio del respingimento, crea un aggravio di tempo e di costo per gli operatori economici. Ritenete si possa individuare una soluzione diversa anche attraverso l'emanazione del regolamento in attuazione del decreto legislativo? In che modo si possono contemperare le esigenze di carattere economico con quelle, ovviamente, primarie, di controllo ambientale, di garanzia che non entri sul territorio italiano materiale che abbia un carico inaccettabile e potenzialmente pericoloso?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Per quanto riguarda la non accettazione da parte dell'Agenzia delle dogane degli attestati rilasciati dal SUVA, questa posizione ha riguardato l'ambito di competenza della Lombardia, l'ufficio credo fosse quello di Varese. La questione poi è stata portata a conoscenza della struttura centrale, quindi è stata presa una posizione a livello nazionale, ancorché la casistica interessasse in particolare l'ufficio di Ponte Chiasso. Ricollegandomi alla sua terza domanda, sottolineo che la difficoltà nasce dalla ristrettezza degli spazi doganali di quella zona di territorio, infatti nel momento in cui debbono essere svolte le operazioni di rilevamento da parte dell'esperto qualificato, la spedizione deve rimanere negli spazi doganali e nel caso in cui dovesse rilevarsi qualche livello anomalo di radioattività, va portata avanti tutta la procedura ai fini del respingimento. Se vi dovessero registrare livelli più elevati da non consentire la movimentazione, allora il respingimento non verrebbe applicato, ma si dovrebbe intervenire con la procedura di cui parlavo poc'anzi. Quindi, la difficoltà maggiore è rappresentata dalla logistica, dagli spazi ristretti che potrebbero causare qualche problema nella gestione della singola spedizione. Per quanto riguarda le iniziative, lei ha fatto giustamente riferimento al decreto interministeriale che ancora non ha visto la luce. Noi chiaramente collaboriamo, partecipiamo ai lavori per la sua stesura, il fatto è che, nonostante tutto, abbiamo trovato i giusti rapporti di collaborazione con tutte le amministrazioni coinvolte. La realtà spesso risulta essere in vantaggio rispetto alla capacità delle amministrazioni di dotarsi dei necessari strumenti operativi. Quindi, in ambito doganale il problema sussiste e va risolto, per di più stiamo parlando di amministrazioni che spesso sono prive di articolazioni territoriali, quindi forse non sentono molto il problema. Noi però ci troviamo di fronte all'operatore che vuole sdoganare la sua spedizione e non si spiega per quale motivo noi non siamo in grado di farlo in tempi certi, per non dire brevi.

  CHIARA BRAGA. L'unico motivo ostativo all'emanazione di questo regolamento è la presa di posizione di cui avete dato Pag. 6conto anche nella nota che ci avete consegnato, cioè il parere critico espresso dall'Associazione nazionale professionale esperti qualificati in radioprotezione?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Sì, quello è uno dei punti evidentemente critici.

  CHIARA BRAGA. Possiamo acquisire il parere dell'associazione, Presidente?

  PRESIDENTE. Sì, certamente.

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Si chiama esattamente Associazione nazionale professionale esperti qualificati in radioprotezione ed hanno espresso un parere indirizzato alla Comunità europea, ai Ministeri dello sviluppo economico, del lavoro, dell'ambiente, della salute, dell'interno, dell'economia e dei trasporti, praticamente tutti i Ministeri che insistono sulla materia.

  MANFREDI POTENTI. Sì, la ringrazio per la presenza in questa Commissione. Volevo domandarle se la diversità in termini quantitativi circa i riscontri effettuati ai fini del respingimento su questi materiali dipende da una diversa quantità di controlli svolti nelle specifiche sedi (Como, La Spezia, Genova 1 e 2), oppure dal preferire una via di ingresso rispetto ad un'altra?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Mi sentirei di optare per la seconda ipotesi da lei formulata. Infatti, dal momento che chi effettua le operazioni deve dotarsi di questa certificazione, di questo attestato, le spedizioni finiscono poi – e questo vale per ogni tipo di merce – per concentrarsi su determinati uffici doganali, i più utilizzati.

  MANFREDI POTENTI. Lei è in grado di dirci, anche in base ad eventuali procedimenti penali in corso, se vi sono dei trasportatori che si mettono a disposizione per questo tipo di trasporti?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Su questo sicuramente negli ultimi anni abbiamo avuto alcune evidenze. Oggi però non ho qui con me i dati che potrebbero comunque costituire l'oggetto di una futura audizione.

  PRESIDENTE. Se ci potesse inviare una casistica al riguardo sarebbe ben accetta.

  PIETRO LOREFICE. Sì, grazie Presidente. Buongiorno, mi scuso per il ritardo, ma ero impegnato in aula, perciò mi sono perso una parte della relazione. Sono arrivato nel momento in cui si stava parlando di scanner evoluti. Vorrei sapere di quanti scanner potete disporre all'interno degli spazi doganali e quanti sono quelli evoluti attraverso i quali si riescono a rilevare le radiazioni. Lei ha poi parlato di portali mai entrati in funzione che dipendono dal MIT e, in parte, dal Ministero degli interni. In che periodo sono stati installati? Quanti sono? Perché non sono mai entrati in funzione? Quanto ci sono costati? Chiaramente in seguito cercheremo di approfondire la questione anche con i Ministeri di riferimento.

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Non si tratta di apparecchiature scanner, i portali sono due pilastri collocati in modo tale da permettere al container di transitare ad una certa velocità, senza fermarsi, e di entrare all'interno degli spazi portuali: non c'è nessun effetto negativo, nessun collo di bottiglia. Nel caso in cui dovesse passare un container con alti livelli di radioattività si attiva un allarme e il container sospetto viene individuato e bloccato. Questi portali credo esistano da circa vent'anni e non so dirle perché non siano mai stati utilizzati. Credo si tratti di una diatriba sulle competenze tra vari Ministeri: interno, infrastrutture e trasporti, sviluppo economico. La nostra idea sarebbe quella di avviare una sperimentazione Pag. 7 cominciando a collocare dei portali in uno o più porti; chiaramente però ciò non ricade nella competenza dell'Agenzie delle dogane, anche tutte le altre amministrazioni interessate dovrebbero concordare su questo.
  Noi per i principali porti ci stiamo dotando di scanner per la scansione di container sempre più evoluti da un punto di vista tecnologico, tant'è che nell'ultima gara di appalto indetta pochi giorni fa si parla di intelligenza artificiale che consente un autoapprendimento delle scansioni che vengono effettuate. Attualmente, se non erro in otto porti, abbiamo questi scanner che, oltre ad effettuare la radiografia del container, sono in grado di rilevare anche l'eventuale livello di radioattività. Noi però non effettuiamo la scansione di tutti i container presenti in porto, non è una cosa fattibile da un punto di vista operativo.

  PRESIDENTE. Quindi, per come è strutturato, questo portale risolverebbe il problema.

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Esattamente. Tra l'altro, trattandosi di radioattività, sarebbe bene che tutti i container che entrano nei porti fossero scansionati attraverso il sistema dei portali.

  PIETRO LOREFICE. Solo per curiosità. Quali sono i porti dove si trovano gli scanner muniti di intelligenza artificiale?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Gli scanner con intelligenza artificiale li dobbiamo ancora acquistare. Invece, gli scanner in grado di rilevare la radioattività si trovano presso Genova 1, La Spezia, Livorno, Napoli, Venezia, Bari, Ancona e Gioia Tauro.

  PRESIDENTE. Invece i portali che non funzionano dove si trovano?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Erano stati montati nei principali porti italiani.

  TULLIO PATASSINI. Grazie presidente e grazie direttore per essere qui con noi oggi. Il problema dato dai rifiuti radioattivi è uno dei più significativi poiché la contaminazione che viene dall'esterno presuppone poi il blocco di un impianto per lungo tempo. In qualunque processo commerciale c'è un acquirente, c'è un venditore e ci sono teoricamente due Agenzie delle dogane: quella entrante e quella uscente. Voi avete già concluso o avete in corso accordi internazionali tali da semplificare le attività che lei ci ha illustrato poco fa? Chiaramente sto parlando di accordi sia in ambito UE sia extra UE. Secondo la normativa infatti l'obbligo è previsto solo per i rifiuti provenienti dall'esterno della Comunità Europea. Oggi le triangolazioni dalle arance ai rifiuti radioattivi sono all'ordine del giorno, quindi volevo anche sentire il vostro parere sulla necessità di intervenire normativamente sul decreto legislativo n. 230 del 1995. Abbiamo accolto con favore il fatto che siano stati effettuati dei controlli e che vi siano stati dei respingimenti, vorremmo però comprendere quale sia l'entità del fenomeno.

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Bisogna intanto far presente che a livello unionale, all'interno cioè dell'Unione Europea per definizione non ci sono dogane, quindi non ci sono controlli, per cui ipoteticamente potrebbe partire anche un container dalla Francia super contaminato ed arrivare in Italia. Noi abbiamo portato avanti un'azione di contrasto molto incisiva sulla sottofatturazione, dopodiché abbiamo assistito alla deviazione dei traffici. Quindi, la grande mole di traffici dalla Cina non è più transitata nei porti italiani, ma è finita nei porti di altri Paesi dell'Unione per poi tornare sdoganata nel nostro Paese. Gli accordi con gli altri Paesi dell'Unione non ci sono perché facciamo parte di un unico mercato, di conseguenza le statistiche le abbiamo all'importazione, perché all'importazione presuppone che, come Pag. 8diceva lei, la dogana emittente sia la dogana.
  Riguardo alla seconda domanda, ci sono delle dogane che si sono specializzate più di altre in determinati settori, ecco perché i respingimenti risultano maggiori nei porti di Genova, La Spezia e Ponte Chiasso.

  TULLIO PATASSINI. Grazie, essendo chiaro che l'unione doganale presuppone dei fattori, volevo solo che lei mi confermasse l'esistenza di una problematica al riguardo. In Francia ci sono quaranta centrali nucleari, è evidente che potrebbe succedere qualunque cosa. Riguardo alla mia seconda domanda, non si potrebbe ad esempio far scendere un container di materiali ferrosi a Bari, a Brindisi o a Livorno? Ad ogni modo, sarebbe cosa gradita se potesse fornirci dei dati più precisi sul numero dei container.

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Questi dati li dovremmo richiedere, non so neanche se la nostra amministrazione li abbia visto che noi interveniamo nella fase del respingimento.

  MANFREDI POTENTI. I materiali provenienti dalla Svizzera sono prodotti lì o questo Paese è solamente un luogo di collettamento di prodotti extraeuropei?

  MAURIZIO MONTEMAGNO, Direttore centrale antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Su questo non sono in grado di riferire, ma approfondirò e non mancherò di comunicarlo alla commissione.

  PRESIDENTE. Direttore, grazie ancora della partecipazione. Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.