XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 44 di Giovedì 3 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del Comandante del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Fabio Dattilo:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Dattilo Fabio , Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Dattilo Fabio , Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Dattilo Fabio , Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Dattilo Fabio , Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Dattilo Fabio , Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Licatini Caterina (M5S)  ... 9 
Dattilo Fabio , Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Dattilo Fabio , Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 

(La seduta, sospesa alle 14.45, è ripresa alle 14.50) ... 9 

Comunicazioni del Presidente:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito)

Audizione del Comandante del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Fabio Dattilo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Comandante del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo, accompagnato dall'ingegner Francesco Notaro, dall'ingegner Michele Mazzaro e dall'ingegner Paola De Nictolis, che ringrazio per la presenza. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla gestione dei rifiuti radioattivi. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa gli auditi che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Abbiamo visto insomma, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti radioattivi, che per il decreto legislativo n. 230 del 1995 e per diversi altri atti normativi, è importante anche il ruolo rivestito dai Vigili del fuoco sul piano dell'emergenza, sul rilascio dei nulla osta e in caso di presenza di materiale radioattivo. Quindi, volevamo affrontare da questo punto di vista la tematica; in seguito, eventualmente, i miei colleghi o il sottoscritto le rivolgeremo alcune domande di approfondimento.

  FABIO DATTILO, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. Signor Presidente, signori commissari, intanto desidero rivolgerle il mio ringraziamento per questa convocazione. Si tratta di un'occasione importante che consente al Corpo nazionale che mi onoro di rappresentare di fornire il proprio contributo su un tema così rilevante. Innanzitutto, ritengo utile aggiornare la Commissione su alcune iniziative preannunciate già nel corso dell'audizione del 12 febbraio scorso. In particolare, come ricorderete, è stato istituito uno specifico gruppo di lavoro al quale hanno partecipato anche rappresentanti del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare per l'elaborazione di una regola tecnica di prevenzione incendi per i depositi di stoccaggio dei rifiuti. Mi fa piacere informarvi che i lavori sono terminati con la predisposizione di una specifica regola tecnica che verrà portata all'esame del prossimo comitato centrale tecnico-scientifico di prevenzione incendi, che si riunirà il 16 ottobre prossimo venturo. L'obiettivo è quello di mettere a punto le disposizioni tecniche di prevenzione incendi finalizzate a modulare le diverse misure di prevenzione e protezione in ragione della tipologia Pag. 4 dell'impianto di stoccaggio, nonché della natura e della quantità dei rifiuti che vi sono stoccati, in armonia con il decreto legislativo n. 152 del 2006. Inoltre, per quanto concerne l'attuazione dell'articolo 26-bis, comma 5, relativo ai piani di emergenza esterna in caso di incendio di rifiuti, in alcune prefetture (Benevento, Chieti, Firenze e Palermo), si sono tenuti degli incontri con i rappresentanti degli enti e delle amministrazioni interessate, finalizzati alla definizione dei criteri preliminari alla stesura del piano esterno prescritto per gli impianti di stoccaggio e lavorazione rifiuti. Tutto ciò, nelle more della definizione delle linee guida che devono essere stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Sono stati costituiti al riguardo anche appositi comitati ad hoc o gruppi tecnici di lavoro; in particolare, la prefettura di Cremona intende istituire il Nucleo Operativo Ambiente, che presieduto dal prefetto o da un suo delegato coordinerà l'attività di verifica delle possibili situazioni di rischio esistenti, nonché procederà allo studio delle misure più idonee a prevenire o a contrastare queste situazioni. Occorre segnalare tuttavia che sono state rilevate alcune perplessità applicative della norma in questione, quali ad esempio le rilevanti difficoltà nell'individuazione della tipologia di impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti soggetti alla norma, che parrebbe non ben definire la qualità e la quantità dei rifiuti stoccati e lavorati e la necessità di dover individuare i criteri guida per la classificazione del rischio e le modalità operative di intervento da utilizzare per la predisposizione dei piani di emergenza. Infine, si ritiene utile aggiornare la statistica degli interventi delle squadre dei Vigili del fuoco relativa ad incendi che hanno interessato segnatamente i rifiuti: nei primi nove mesi sono stati registrati 55 mila interventi. In allegato troverete la documentazione nella quale sono stati messi a confronto gli eventi degli ultimi due anni che evidenziano fortunatamente una tendenza in diminuzione. In caso di radioattività il Corpo nazionale interviene in presenza di attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali. Riguardo ad eventuali segnalazioni relative a livelli anomali di radioattività si rappresenta quanto segue: gli interventi, anche correlati alla presenza di sostanze radioattive, vedono in prima linea il Corpo nazionale, come indicato all'articolo 24 del decreto legislativo 8 Marzo 2006, n. 139, in cui si stabilisce che il Corpo nazionale assicura, all'interno degli interventi tecnici di soccorso pubblico di competenza, anche l'opera tecnica di contrasto dei rischi derivanti dall'impiego dell'energia nucleare e dall'uso di sostanze batteriologiche, chimiche e radiologiche e che, nell'ambito delle competenze istituzionali in materia di difesa civile, fronteggia, anche in relazione alla situazione internazionale, mediante presidi sul territorio, i rischi non convenzionali derivanti da eventuali atti criminosi compiuti in danno di persone o beni con l'uso di armi nucleari, batteriologiche, chimiche e radiologiche. Si tratta di una competenza che nasce da molto lontano, in considerazione del fatto che già la legge del 13 maggio 1961, n. 469, attribuiva al Corpo nazionale i servizi tecnici per la tutela dell'incolumità delle persone e la preservazione dei beni anche dai pericoli derivanti dall'impiego dell'energia nucleare, ovviamente in tempo di pace. In caso di emergenze nucleari e radiologiche, tutto il personale dei Vigili del fuoco è comunque preparato, a vari livelli di competenza, ad affrontare qualsiasi tipo di intervento, grazie alla formazione di base che viene assicurata fin dal corso di ingresso del nuovo personale che successivamente, durante la propria vita professionale, accresce le proprie competenze attraverso la frequenza di corsi specifici. A tale scopo, si fa presente che le squadre dei Vigili del fuoco sono anche dotate di strumentazione radiometrica a protezione del personale che rileva in termini di intensità e dose assorbita livelli anomali di radioattività dovuti alla presenza di eventuali sorgenti sullo scenario di intervento. Inoltre, per il monitoraggio dei livelli di radioattività sul territorio nazionale, il corpo dei Vigili del fuoco si avvale, insieme alla Direzione centrale della difesa civile, delle politiche di protezione civile, di una rete fissa di allarme e rilevamento Pag. 5 della ricaduta radioattiva, il cosiddetto fall-out, che concorre autonomamente al sistema di reti nazionali e di altri enti e amministrazioni per il rilevamento della ricaduta, contribuendo a fornire un indispensabile supporto in caso di allertamento a seguito di eventuali emergenze nucleari. Si pensi, ad esempio, ad incidenti che possono interessare impianti nucleari stranieri ubicati in prossimità del territorio italiano. Vi ricordo che anche a Chernobyl questa rete funzionò molto bene, nel caso delle ricadute in Italia. La rete di allarme infatti è costituita da 1.236 stazioni di misura a funzionamento automatico e lettura digitale, che funzionano 24 ore su 24, distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, in particolare nella zona di confine e nelle isole. Tale rete, che è anche in grado di allertare automaticamente le sale operative dei Vigili del fuoco a tutti i livelli regionali e nazionali, è attualmente in fase di ammodernamento con la sostituzione di 200 stazioni con altre tecnologicamente più avanzate. Per quanto riguarda gli aspetti di prevenzione in ottemperanza al decreto n. 230 del 1995 e alle direttive più recenti, nn. 89/618, 90/641, 96/29 e 2006/117 di Euratom, in materia di radiazioni ionizzanti, il Corpo nazionale partecipa alla stesura dei piani di emergenza ed intervento per impianti nucleari e per pratiche con materie radioattive soggette a provvedimenti autorizzativi; alla stesura del piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche su tutto il territorio; alla pianificazione di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili; alla pianificazione dell'emergenza nelle aree portuali interessate da navigli a propulsione nucleare. In ambito locale i Vigili del fuoco partecipano poi alla stesura del piano di intervento per la messa in sicurezza in caso di rinvenimento di sospette sorgenti cosiddette orfane nel territorio della provincia di competenza, assicurando l'attuazione dei primi interventi di soccorso tecnico urgente. È stata poi emanata la direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio del 5 dicembre 2013 che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivante dall'esposizione di radiazioni ionizzanti, ed abroga le direttive precedenti. L'articolo 3 di tale direttiva fissava al 6 febbraio 2018 il termine per il recepimento da parte di Stati membri. Poiché l'Italia non ha recepito questa direttiva entro il termine del 6 febbraio, la Commissione europea ovviamente ha avviato una procedura di infrazione. Il Ministro per gli Affari europei, al fine di evitare l'aggravamento della procedura, ha convocato una riunione di coordinamento per l'approvazione di un testo condiviso da sottoporre alla preliminare approvazione del Consiglio dei ministri, non appena fosse entrata in vigore la legge di delegazione europea 2018. A tal fine, è stato ripreso il testo predisposto in attuazione alla legge di delegazione europea 2014. Delega poi, come detto, non esercitata. Con la legge di delegazione europea 2018 il Parlamento ha dato mandato al Governo di redigere un nuovo schema di decreto, non più come novella del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, ma come testo unico di riordino e armonizzazione della normativa in materia di radiazioni ionizzanti. Sono quindi in corso incontri presso il Dipartimento delle politiche europee e delle quattro amministrazioni proponenti, Ministero della Salute, del Lavoro, dell'Ambiente, dello Sviluppo Economico e Dipartimento degli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il coinvolgimento anche delle amministrazioni concertanti, tra cui il Ministero dell'Interno. Nell'ambito di tali lavori è emersa la necessità, anche sulla base degli esiti delle emergenze radiologiche verificatesi a livello territoriale, di una rivisitazione delle disposizioni in tema di pianificazione di emergenza nazionale o locale, che dovrà comportare all'interno della nuova bozza, capo XIII, attualmente capo X, l'inclusione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 52 del 2007, in tema di rinvenimento e messa in sicurezza delle cosiddette sorgenti orfane di radiazioni ionizzanti, nel quale, per altro, sono previste anche specifiche misure in materia di prevenzione delle sorgenti orfane. La tematica delle sorgenti radioattive orfane è assai comune anche negli impianti destinati Pag. 6 allo stoccaggio di rifiuti, ove possono sovente essere presenti sorgenti di tale tipo, e ancora di più nelle discariche abusive. Ovvero l'introduzione non controllata di materie radioattive può diventare estremamente pericolosa per la popolazione, poiché a causa di eventi, quale l'incendio, potrebbe comportare livelli di contaminazione radiologica superiori alla norma all'ambiente e agli alimenti. A tal riguardo, la nuova bozza normativa ha tra l'altro mantenuto in essere la possibilità di dotarsi di squadre speciali di intervento, per incidenti che coinvolgono sostanze radioattive, a cui il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha dato seguito, attraverso una specifica attività formativa già a partire dal 2005, finalizzata alla costituzione dei cosiddetti nuclei avanzati nucleari e radiologici. Tali nuclei sono composti da personale addestrato, equipaggiato con particolari protezioni individuali e dotato di strumenti per il rilevamento e la misurazione della radioattività, effettuata anche mediante l'utilizzo dei mezzi aerei, cioè i nostri elicotteri, in grado di intervenire in forma preventiva per la determinazione e la messa in sicurezza della zona di potenziale pericolo radiologico. Inoltre tali nuclei sono dotati di laboratori mobili per eseguire misure e controlli più sofisticati per l'identificazione degli specifici radionuclidi, ad esempio le apparecchiature per la spettrometria gamma. Si precisa che tali nuclei, attualmente presenti in ventidue comandi provinciali, non sono costituiti da personale dedicato in via esclusiva, ma da unità che normalmente svolgono l'attività di soccorso pubblico e che pertanto potrebbero non essere immediatamente disponibili in caso di emergenze. Si ritiene, pertanto, che detti nuclei dovranno essere opportunamente potenziati con un adeguato incremento del numero di personale addetto, che, com'è stato individuato in precedenza, dovrà essere in grado di specializzazioni molte elevate. In tal modo, si potrà garantire un maggior controllo degli impianti di stoccaggio di rifiuti ordinari e delle discariche abusive, così da prevenire l'introduzione incontrollata di materiale radioattivo, che possano essere sorgenti radioattive, ma anche più semplicemente oggetti contaminati, perché entrati in contatto precedentemente con sorgenti radioattive, come sempre più spesso avviene negli ospedali e nelle cliniche. L'utilità di tali nuclei si è resa evidente anche in contesti non emergenziali grazie all'alta professionalità delle squadre nel sapere utilizzare l'adeguata strumentazione di rilevazione e misura ad alta tecnologia, come dimostrato dal loro impiego anche nella ricerca delle sorgenti orfane. Inoltre, il Corpo dispone di una struttura di soccorso, denominata «Laboratorio di difesa atomica», che è l'ufficio centrale di coordinamento che provvede all'emanazione di specifiche disposizioni operative alla programmazione nazionale delle necessità strumentali del settore e alla gestione del servizio dosimetrico nazionale dei Vigili del fuoco. Solo i Vigili del fuoco sono il Corpo civile dello Stato dotato di un proprio servizio dosimetrico. In caso di allarme, di segnalazioni di anomalie radiometriche, presenza di livelli anomali di radioattività di giustificato sospetto, il Corpo, infatti, interviene con detti nuclei che provvedono ad effettuare una puntuale misurazione con la specifica strumentazione. Qualora venisse verificata la presenza di una o più sorgenti radioattive, vengono poi applicate misure di radioprotezione previste sia per la popolazione, che per i componenti della squadra, mettendo in atto i piani di intervento. Le procedure previste per tali interventi, sono riassunte nelle specifiche procedure operative standard. I Vigili del fuoco intervengono anche in caso di attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ed illeciti ambientali, ad esse correlate, o qualora ci sia il sospetto che tali rifiuti possano essere radioattivi. In tal caso, vengono effettuate misure campali, a seguito di campionamento ed effettuazione di spettrometria in laboratorio, nei comandi che sono dotati di apparecchiatura specifica, ovvero, presso il laboratorio centrale di difesa atomica, anche in collaborazione con enti competenti in campo ambientale. Il rilevamento di sorgenti radioattive prevede di solito l'attivazione del piano di emergenza per la messa in sicurezza delle cosiddette sorgenti orfane. Talvolta, nel caso Pag. 7in cui si riveli la presenza di radiofarmaci, caso assolutamente non raro nei rifiuti urbani, tali pianificazioni prevedono l'isolamento delle sorgenti stesse, in attesa del raggiungimento di valori accettabili di attività radiologica, in quanto si tratta in genere di radionuclidi caratterizzati da un decadimento molto veloce: si tratta dei cosiddetti esami con sostanza di contrasto. Molteplici sono anche gli impieghi di sorgenti di radiazioni ionizzanti in ambito industriale con cui si può entrare in contatto in maniera accidentale, o in caso di intervento, o incidente, o peggio, incendio. Di seguito elenco, succintamente, poi lascerò una tabella, alcuni esempi non esaustivi di attività di queste sorgenti. Nei centri di calcolo, negli edifici civili ed industriali, ci possono essere vecchi rivelatori di fumo, oppure i vecchi parafulmini che contengono le sostanze radioattive. Negli ambienti a rischio di esplosione ci sono sostanze che ionizzano l'atmosfera. Nell'industria cartaria, così come anche dei laminati metallici, o dei cementifici, vi sono sorgenti che misurano lo spessore e la granulometria del prodotto. Nella metalmeccanica si fanno le gammagrafie con la calibrazione dei laminati. Nell'industria chimica, misure di livello; nell'industria farmaceutica, alimentare ed ortomercati, una sterilizzazione; nelle industrie meccaniche, il controllo delle saldature. La presenza di sostanze radioattive nei rifiuti è comunque sempre possibile anche per azioni inconsapevoli del cittadino che, non conoscendo la potenziale pericolosità di alcuni prodotti, anche di uso quotidiano, li può smaltire in modo non adeguato. Ne sono un esempio gli orologi che nel passato venivano costruiti con i quadranti in presenza di vernice radioattiva per permettere una migliore luminosità, le sveglie, le strumentazioni quali le bussole, le valvole, i fusibili, o addirittura gli elementi radioattivi presenti nei rilevatori di fumo. Al giorno d'oggi molto frequente è la presenza di materiali contaminati da radiofarmaci, spesso utilizzati per diagnosi o terapie in campo medico, come lo iodio e il tecnezio. Pertanto non sono rari gli interventi dei Vigili del fuoco in caso di allarmi dei portali di accesso ai termovalorizzatori, che sono quella struttura di controllo che evita che la sostanza radioattiva, entrando, possa poi essere bruciata nel termovalorizzatore. Non sono rari i casi di allarme dei portali, di rifiuti urbani, e in tal senso esiste l'emanazione di linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione delle migliori tecniche disponibili in materia di gestione dei rifiuti per le attività che sono indicate nell'allegato 1 del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59. Un discorso a parte merita il caso di incendi coinvolgenti le sorgenti radioattive. In tal caso, infatti, oltre al rischio dovuto alla sostanza stessa, cioè all'irraggiamento, vi è anche quello della contaminazione, che può interessare in maniera diretta la popolazione, che potrebbe inalare o ingerire tali sostanze radioattive. In questo caso il rischio è correlato, oltre che all'attività coinvolta, anche al tipo di radionuclide presente. Per tale motivo, in caso di incendio che interessi i rifiuti, sarebbe necessario che una squadra speciale verifichi con strumentazione radiometrica l'eventuale presenza di sostanze radioattive, e questo a priori, per orientare le operazioni di spegnimento che potranno prevedere modalità di intervento più complesse di quelle ordinarie. Inoltre, lo spegnimento dell'incendio deve essere seguito da un campionamento dell'aria e del terreno interessato, per verificare il livello di contaminazione presente. Molto spesso l'opera dei Vigili del fuoco non si esaurisce con quest'operazione, in quanto potrebbe essere necessario un coinvolgimento anche in fasi successive, fatto in collaborazione con altri enti competenti, come l'ARPA, l'Istituto Superiore di Sanità ad esempio, che provvedono al campionamento di matrici ambientali e alimentari ed alla valutazione conclusiva dei livelli di radioattività raggiunti. In merito al particolare interesse manifestato da codesta Commissione su eventuali interventi a seguito di segnalazioni anormali di radioattività, si deve osservare che non vi sono evidenze accertate della presenza di tali sostanze negli interventi eseguiti negli incendi di rifiuti, anche in relazione al fatto che non vi è stata ad oggi una procedura codificata per la preventiva misurazione. È Pag. 8comunque in fase di predisposizione la specifica direttiva da parte dei Vigili del fuoco che per il futuro vedrà gli stessi vigili effettuare con strumentazione radiometrica campale, già in dotazione a tutte le squadre, una puntuale e sistematica attività di monitoraggio prima di affrontare gli incendi. Si segnala per completezza che negli ultimi anni tali nuclei hanno preso parte a numerosi interventi che coinvolgono sostanze radioattive, alcuni dei quali hanno richiesto notevole impegno di personale e mezzi. È appena il caso di rammentare l'importante e difficile attività di monitoraggio del livello di radioattività presente nei rifiuti destinati al conferimento di termovalorizzatori in Germania, in occasione dell'emergenza rifiuti del 2008, che ha interessato la regione Campania e in pochi mesi furono rinvenuti cento rifiuti con presenza di contaminazione radioattiva. La messa in sicurezza e monitoraggio a seguito di contaminazione ambientale provocata dalla fusione accidentale di una sorgente radioattiva di cesio 137, in una acciaieria di Vicenza nel 2004. Il difficile recupero nel 2010 di una sorgente orfana di cobalto 60, dispersa in un container di materiale metallico al Porto di Genova. I controlli su pellet cosiddetti radioattivi, contaminati da cesio 137, importati dalla Lituania e venduti su tutto il territorio nazionale. Ed infine nel 2009 il monitoraggio radiologico effettuato presso una discarica di fosfogessi nella zona industriale di Tito in provincia di Potenza. Vengo alle proposte, ancora un po’ di pazienza. Come evidenziato in precedenza, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco per fronteggiare questa tipologia di emergenze ha svolto una specifica attività formativa già a partire dal 2005, finalizzata alla costituzione dei nuclei avanzati NR. Tali nuclei, come sopra detto, sono in 22 comandi non formati da personale dedicato in via esclusiva, ma da unità che ordinariamente fanno altro e, pertanto, potrebbero non essere immediatamente disponibili in caso di emergenza. A maggior ragione non è ipotizzabile sottrarre dall'ordinario dispositivo di soccorso tale personale per un impiego stabile strutturato in futuro per queste evenienze. Laddove si volesse provvedere ad un'organizzazione specificatamente dedicata è necessario quindi potenziare, non è un gran numero, le risorse umane e strumentali con apposito strumento normativo che ne individui anche la relativa copertura finanziaria. Nello specifico, riteniamo ottimale istituire almeno 18 nuclei regionali ed un nucleo centrale composti da 28 unità ciascuno, al fine di garantire una operatività h 24 e che questi vigili dovranno essere dotati della necessaria strumentazione, peraltro per la gran parte già in possesso del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Vi ringrazio, sono a disposizione.

  PRESIDENTE. Alla luce della sua relazione, come funziona l'uniformità tra comando centrale e comando provinciale anche per quanto riguarda il rilascio del nulla osta?

  FABIO DATTILO, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. Devo dire che le norme sono nazionali, il Corpo è nazionale e l'istruzione è nazionale, per cui le difformità non ci dovrebbero essere. C'è invero una difformità fra l'uso diverso di sostanze radioattive, quelle ad uso industriale, dove è previsto un filone di normativa e quella ad uso sanitario dove sono le regioni che danno le autorizzazioni. Quindi, se vi fossero delle difformità forse non è il caso di trovarle in quelle di natura industriale, ma in qualche regione che autonomamente può prendere interpretazioni o decisioni diverse. Peraltro, noi come Corpo nazionale cerchiamo di garantire l'uniformità di indirizzo attraverso proprio la Direzione centrale della sicurezza.

  PRESIDENTE. Prima ha citato il coordinamento con i vari enti e l'ISPRA, com'è questo coordinamento? Nel senso, è ben strutturato, oppure ritiene che bisognerebbe cambiare qualcosa?

  FABIO DATTILO, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. No, è assolutamente ben strutturato. Certo, bisognerebbe trovare un primus inter pares alle riunioni perché in caso contrario non sappiamo Pag. 9 quelle riunioni chi le deve convocare, noi ci autoconvochiamo in virtù delle necessità. Credo che stabilire almeno un regista, senza avere prevalenza sugli altri, potrebbe aiutare; indicare delle cadenze puntuali nel tempo potrebbe aiutare a far sì che queste riunioni diventino sistematiche piuttosto che episodiche.

  PRESIDENTE. Prima parlava delle proposte, quindi se ho capito bene, a parte l'integrazione di personale, c'è qualche carenza normativa che andrebbe colmata, insomma, qualcosa che andrebbe fatto per garantire maggiore efficienza?

  FABIO DATTILO, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. No, Presidente, ormai le normative sono di derivazione internazionale, in particolare europea. Probabilmente, se si unificasse la normativa sanitaria ed industriale potremmo avere qualche beneficio. In realtà, infatti, non si sa se la sostanza radioattiva è utilizzata per fare una terapia antitumorale o per verificare le saldature. La sostanza è la stessa, i pericoli connaturati sono gli stessi, quindi ne dovrebbe discendere una identica normativa, pur se l'impiego è completamente diverso. Quindi, unificare in un codice, in un testo unico, tutte le norme potrebbe giovare agli operatori anche ai fini autorizzativi.

  PRESIDENTE. Infatti, questa necessità l'avevamo anche sottolineata ai sottosegretari.

  FABIO DATTILO, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. C'è un filone sanitario dedicato alle regioni, poi c'è un filone industriale seguito da noi e dal Ministero dello Sviluppo Economico.

  PRESIDENTE. Prego, Onorevole Licatini.

  CATERINA LICATINI. Salve, intanto grazie. Io vorrei avere maggiori chiarimenti riguardo ai rifiuti sanitari.

  FABIO DATTILO, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. Intanto preciso che i rifiuti sanitari a cui accennavo sono rifiuti che hanno un tempo di decadimento assolutamente molto limitato, parliamo di qualche ora o al massimo di qualche giorno. Normalmente le strutture pubbliche hanno una filiera piuttosto severa, però può capitare che, non essendoci un contrassegno dopo l'utilizzo particolare o dovendosi eliminare i liquidi, qualcosa può sfuggire e questa contaminazione viene letta. Però è anche semplice intervenire, perché una volta rilevata, la contaminazione si mantiene per un certo tempo finché la sua attività non risulta essere più nociva.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda i transiti nei porti, nelle dogane, negli impianti, quali sistemi di rilevamento sono previsti? Come si procede ai controlli?

  FABIO DATTILO, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. I sistemi di rilevamento sono molto efficaci. Si chiamano portali, sono dei grandi rilevatori attraverso i quali ovviamente passa la sostanza. Se la sostanza emette delle radiazioni viene segnalata. Se c'è un illecito, la sostanza viene prima schermata, per cui il portale non può garantire la sua rilevazione, come avvenuto nel caso dell'incidente di Vicenza, anche se vi è comunque la prova del nove costituita dalle polveri contaminate; quindi, i controlli devono essere fatti anche in uscita per quanto concerne questa tipologia di attività industriale. Invece, contro i delinquenti bisogna svolgere un'attività di intelligence un po’ più attiva, perché un conto è perdere una sorgente, un conto è far sì che le sorgenti vadano altrove per essere poi buttate da qualche parte: è un po’ diverso.

  PRESIDENTE. Bene, la ringrazio, dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta, sospesa alle 14.45, è ripresa alle 14.50.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti Pag. 10dei gruppi, nella riunione appena svoltasi ha convenuto che una delegazione della Commissione svolga una missione in Emilia-Romagna dal 5 all'8 novembre prossimi. Nella stessa riunione è stato altresì stabilito che la missione in Sicilia, già prevista dall'8 al 12 ottobre 2019, avrà luogo in altra data.
  È stato infine convenuto che la Commissione si avvalga della collaborazione a tempo parziale e a titolo gratuito della dottoressa Laura Schiozzi, funzionaria in servizio presso l'Arpa Friuli Venezia Giulia. Ricordo che la presidenza avvierà le procedure previste per assicurare l'avvio della collaborazione sopraindicata, previo distacco o autorizzazione dall'ente di appartenenza.

  La seduta termina alle 14.55.