XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 43 di Martedì 1 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali, Eugenio Onori.
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 3 
Onori Eugenio , Presidente dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali ... 3 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 8 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 8 
Gava Vannia (LEGA)  ... 8 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 9 
Onori Eugenio , Presidente dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali ... 9 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ANDREA FERRAZZI

  La seduta comincia alle 12.10

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Presidente dell'Albo nazionale gestori ambientali, Eugenio Onori.

  PRESIDENTE. L'Ordine del giorno reca l'audizione del presidente dell'Albo nazionale gestori ambientali Eugenio Onori, accompagnato dall'avvocato Enrico Morigi, dal dottor Marco Casadei e dall'Ingegner Pierluigi Altomare, che ovviamente ringraziamo per la presenza, siete i benvenuti. L'audizione è stata richiesta dall'interessato. Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che lo informa che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  La prego di presentare la sua relazione. Comunico anche che è stata depositato presso la Presidenza un documento che verrà distribuito. Naturalmente dopo la presentazione verranno poste delle domande da parte dei commissari. Grazie.

  EUGENIO ONORI, Presidente dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali. Grazie Presidente, grazie ai Commissari della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite dei rifiuti, per averci consentito questo incontro. Noi tenevamo ad essere ascoltati proprio per rappresentare la nostra realtà, che, a mio modo di vedere, ha delle grosse potenzialità che possono essere messe anche a disposizione della Commissione. L'Albo previsto dall'articolo 212 del decreto legislativo n. 152 si inquadra all'interno dell'architettura del sistema delle autorizzazioni previsti dalla norma comunitaria, la quale all'articolo 26 – parlo della direttiva del 2008 – prevede l'obbligo di registrazione per le imprese che trasportano rifiuti a titolo professionale e per i commercianti e gli intermediari di rifiuti. In attuazione di questa previsione comunitaria, l'articolo 212 prevede l'obbligo di iscrizione, appunto, per la raccolta e il trasporto, il commercio e l'intermediazione dei rifiuti. Inoltre, in questi casi l'iscrizione ha carattere abilitativo; la norma nazionale prevede l'iscrizione per le imprese che effettuano la bonifica dei siti e la bonifica dei beni contenenti amianto. Inoltre, l'articolo 212 prevede anche l'iscrizione delle imprese che trasportano i rifiuti prodotti dalla propria attività, pensiamo all'impresa edile per esempio, non pericolosi o pericolosi, in quantità non eccedenti 30 chili/litri. La direttiva comunitaria prevede l'iscrizione per il trasporto a titolo professionale.
  La Corte di giustizia ha condannato l'Italia per non prevedere l'iscrizione dei trasportatori dei propri rifiuti, quindi con Pag. 4il decreto legislativo n. 152 è stata prevista l'iscrizione anche di questi soggetti. Una iscrizione semplificata è prevista anche per i distributori delle apparecchiature elettriche ed elettroniche per la gestione del RAEE, del rifiuto da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che va dal momento della creazione del rifiuto, che può avvenire a casa dell'utente o presso il negozio, e da lì all'impianto autorizzato e al centro di raccolta; è prevista per la gestione di questa frase una iscrizione semplificata all'Albo. Siamo nella fase di raccolta e trasporto, è stata inquadrata in questi termini. Il decreto legislativo n. 205 del 2010, ha previsto altresì, l'iscrizione per le imprese che effettuano esclusivamente il trasporto transfrontaliero dei rifiuti, novità all'interno del panorama normativo nazionale ma non una novità a livello europeo. Da sempre la Germania vuole che il trasportatore che destini rifiuti nel territorio tedesco o li faccia transitare, debba ottenere l'autorizzazione da parte dello Stato germanico. Il legislatore ha voluto in sostanza sottoporre agli stessi requisiti tutti coloro che trasportano rifiuti, siano essi trasportatori interni o trasportatori transfrontalieri. In attuazione dell'articolo 212, comma 15, è stato emanato il regolamento dell'Albo, il 120 del 2014: «Regolamento di organizzazione e funzionamento dell'Albo». L'Albo ad essere sintetico è articolato in un Comitato nazionale con sede presso il Ministero e in sezioni regionali che hanno sede presso le Camere di commercio dei capoluoghi di regione. Sia il Comitato nazionale che le Sezioni regionali sono nominate con decreto del Ministro dell'ambiente.
  Il Comitato nazionale ha una funzione di indirizzo, controllo e supervisione delle attività delle sezioni regionali, ai sensi di legge emana direttive in conformità alla normativa vigente, naturalmente alle Sezioni regionali, le quali invece hanno il compito di agire sulla singola pratica, quindi scrivono, cancellano e sospendono dall'Albo. Ad oggi risultano iscritti all'Albo circa 165.000 imprese, 136.100 circa sono le imprese iscritte per il trasporto dei propri rifiuti di cui parlavo prima, propri rifiuti non pericolosi o pericolosi in quantità non eccedenti 30 chili/litri e 136.000 imprese che utilizzano 321.380 veicoli. 19.000 sono le imprese di trasporto, diciamo i professionisti, che sommano insieme 273.000 veicoli.
  Per il commercio e l'intermediazione dei rifiuti senza detenzione dei rifiuti stessi, sono iscritte 6.150 imprese; per la gestione semplificata dei RAEE, sono circa 7.400 imprese per 10.700 veicoli, questo è un dato che balza agli occhi. Se noi pensiamo che hanno l'obbligo di iscrizione per l'attività che descrivevo prima, per quella fase di raccolta e trasporto dei rifiuti hanno l'obbligo di iscriversi i distributori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, gli installatori delle apparecchiature; pensare che su tutto il territorio nazionale sono solo 7.400 imprese, lascia pensare: siamo davanti a un vero e proprio flop normativo insomma, perché credo che un quartiere di Roma ha sicuramente più di 7.000 imprese; la norma non fa distinzione tra grandi e piccole imprese. È una situazione delicata, a mio modo di vedere, perché si possono creare delle elusioni alla normativa. Si dà ad esempio la possibilità di effettuare un deposito preliminare alla raccolta, al distributore, presso il negozio o altra sede che deve indicare in sede di iscrizione all'Albo, magari quest'altra sede è condivisa con altri distributori e si va a creare un impianto di stoccaggio che non è autorizzato. Questo ve lo volevo dire perché il dato stesso, 7.400 imprese a livello nazionale, è già indicativo di per sé stesso.
  Le imprese che effettuano la bonifica dei siti sono 1.330 e 2.340 sono le imprese che effettuano la bonifica dei beni contenenti amianto. Poi abbiamo 600 imprese che sono i piccoli commercianti raccoglitori, i cenciaioli, per i quali è stata prevista una iscrizione semplificata per la raccolta e trasporto di piccole quantità di rifiuti; il numero è esiguo, ma vedendo la progressione delle iscrizioni c'è una sensibilità che sta crescendo. A chi è in grado e in possesso dei requisiti morali – perché poi è un mondo strano quello – gli si dà l'opportunità di iscriversi all'Albo Pag. 5e quindi di regolarizzare la posizione. Mi dicono, non so quanto è vero, che il 50 per cento dei metalli ferrosi è gestita da questi soggetti, quindi hanno una rilevanza oltre che sociale, rappresentano una categoria che diciamo ha dei problemi di tipo sociale e che però ha una rilevanza anche di tipo economico.
  Mentre sono 1.100 con 33.700 veicoli le imprese che effettuano esclusivamente il trasporto transfrontaliero, sono quasi tutte grosse imprese estere, vedendo il rapporto imprese e veicoli, che stanno sul mercato; un numero ridotto rispetto a 2 – 3 anni fa dove in mancanza di una normativa definita avevamo addirittura 3.000 imprese inscritte, adesso invece al seguito della selezione effettuata ne abbiamo 1.100.
  Il ruolo dell'Albo. L'Albo si è affermato nel corso degli anni come un soggetto che è un importante strumento di qualificazione delle imprese, le quali, appunto, per essere iscritte debbono dimostrare il possesso di determinati requisiti morali, di capacità finanziaria e tecnici, e inoltre è cresciuto come elemento di razionalizzazione e snellimento delle attività di trasporto dei rifiuti. Infatti, le imprese che si iscrivono all'Albo per il trasporto, dalla domanda alla ricezione del provvedimento di iscrizione attendono da un mese a quaranta giorni. Precedentemente, quando la partita del trasporto era in mano alle regioni, erano nella situazione in cui si trovano adesso gli impianti. Ogni regione, come al solito, deliberava in una certa maniera richiedendo certi requisiti non richiesti da un'altra, introducendo così una disparità di trattamento; si moltiplicavano inoltre le fideiussioni, perché per arrivare dalla Campania alla Liguria dovevano essere richieste fino a quattro autorizzazioni regionali, senza per questo garantire una reale protezione dell'ambiente. Io mi ricordo che quando abbiamo aperto l'Albo mi sono fatta una cultura sull'autorizzazione regionale e c'era veramente di tutto; adesso è stato portato ad unità. L'intuizione del legislatore di prevedere un organo centrale che governi il sistema e le sue ramificazioni a livello territoriale è stata la carta vincente che ci ha consentito di conseguire determinati risultati. In ordine ai requisiti richiesti per l'iscrizione all'Albo va segnalata l'importanza che ha assunto la figura del responsabile tecnico: un soggetto che deve essere munito di determinati requisiti, la cui mancata nomina comporta l'improcedibilità della domanda di iscrizione. È un soggetto che è sempre esistito da quando esiste l'Albo, solo che adesso per la prima volta è previsto dalla legge, la quale ha affidato al regolamento di determinare e definire i compiti e le responsabilità. È una figura nuova che comincia ad essere posta all'attenzione anche della magistratura inquirente. Fino a poco tempo fa il magistrato chiamava a rispondere il legale rappresentante dell'impresa. Con questo soggetto sicuramente l'attenzione dovrà essere posta alle responsabilità e ai compiti che appunto esso ha.
  Relativamente alla qualificazione dell'impresa voglio segnalare un'attività che è prevista dal regolamento 120 del 2014: l'attività di formazione nei confronti delle imprese iscritte che è svolta dalla sezione regionale sotto la supervisione del comitato nazionale. L'attività di formazione è andata a regime lo scorso anno, sono stati svolti circa 70 eventi formativi con la partecipazione di oltre 2.000 soggetti. Quindi è un altro settore sul quale l'Albo sta lavorando al fine di far crescere le imprese.
  In ordine al possesso dei requisiti morali dobbiamo segnalare le difficoltà che abbiamo incontrato in sede di applicazione della normativa antimafia, della normativa di cui al decreto legislativo n. 159 del 2011. Vi ricordo che l'articolo 10, comma 2, lettera F, del regolamento 120 del 2014, prevede che per gli iscritti non debbano sussistere le cause di divieto di decadenza, di cancellazione, di cui all'articolo 67 del codice. Quindi alla data di entrata in vigore del regolamento questa era la situazione: prevista la comunicazione antimafia che rilascia il Prefetto e l'informativa Antimafia. Si applica all'Albo molto chiaramente, è previsto dalla legge la comunicazione antimafia, mentre Pag. 6l'informativa antimafia, che è il rischio per l'impresa di tentativi di infiltrazione mafiosa, quindi non ci sono cause già passate in giudicato, ma sono tentativi di infiltrazione mafiosa a un altro campo di applicazione che è quello degli appalti, della compravendita di terreni demaniali, eccetera. Quindi erano due istituti alternativi. Nel corso degli anni, soprattutto a seguito delle modifiche apportate nel 2014 al codice antimafia si è creata un po’ di confusione, l'informativa interdittiva che tiene luogo della comunicazione anche in mancanza delle cause di decadenza e di divieto di cui all'articolo 67 è ostativa o non è ostativa all'iscrizione all'Albo? Noi nel corso di questi anni abbiamo fatto più di un quesito al Ministero dell'interno, il quale ci ha risposto che dobbiamo consultare il Consiglio di Stato per risolvere la questione. Quindi il Consiglio di Stato ha affermato ormai una giurisprudenza in base alla quale l'informativa interdittiva, a prescindere dal fatto che contenga o meno le cause di decadenza di cui all'articolo 67, è comunque ostativa anche ai fini dell'iscrizione all'Albo. Pertanto in base al parere del Consiglio di Stato, il Comitato nazionale ha emanato le direttive di competenza alle Sezioni regionali affinché si conformassero a questo principio: l'informativa antimafia è ostativa all'iscrizione all'Albo. Uno dei risultati di maggior rilievo conseguiti dall'Albo è la pubblicazione online dell'elenco delle imprese iscritte, che si configura come in primis in uno strumento di trasparenza del settore, un punto di riferimento per i produttori di rifiuti che debbono affidare i propri rifiuti a soggetti qualificati, punto di riferimento per le pubbliche amministrazioni e sicuramente un elemento centrale nel sistema di contabilità dei rifiuti. È un'operazione questa della pubblicazione che non ha eguali presso altri Enti preposti al rilascio di autorizzazioni in materia di gestione dei rifiuti, è una operazione che viene invidiata al livello europeo, all'inizio non ci credevano che in Italia ci fosse un elenco di imprese autorizzate al trasporto dei rifiuti, con tanto di numero di targa di veicoli autorizzati, anagrafica e nominativi dei responsabili tecnici. L'interesse è evidente dai dati, è iniziata la pubblicazione nel 2004, poi è stata implementata e attualmente la richiesta di aperture di pagine web è oltre i 15 milioni, quindi si vede il grosso interesse del comparto ai dati dell'Albo. Un sistema informatico solido e consolidato, che ha consentito la realizzazione della gestione telematica delle domande di iscrizione – oggi all'Albo ci si scrive solo in via telematica – tutte e 21 le sezioni regionali e delle province autonome hanno recepito il sistema telematico con il quale è consentito nella massima trasparenza per l'impresa di consultare lo stato della pratica presentata alla sezione, addirittura di scaricare da casa i provvedimenti di iscrizione. È stato un grosso snellimento che ha consentito anche un notevole risparmio di risorse da parte delle imprese, oltre ai calcoli che avevamo fatto, pure proiezioni sul risparmio di carburante; se pensiamo che dalla Lombardia, da Bergamo, da Varese andavano a Milano avanti indietro! Anzi so per certo che alcuni consulenti hanno diminuito le tariffe dell'iscrizione all'Albo a seguito, appunto, dell'adozione del sistema telematico. Va segnalato che con una delibera del Comitato nazionale del 2014 sono state stabilite le modalità per la fruizione dei contenuti informativi dell'Albo. I dati dell'Albo sono fruibili nella massima trasparenza, soprattutto per le pubbliche amministrazioni e gli organi di controllo, che per le loro finalità istituzionali intendono consultare l'Albo. È possibile ad esempio solo con il codice fiscale e una data, sapere a quella data, quella impresa a che era autorizzata. Immaginiamo un procedimento penale, mi interessa sapere a gennaio scorso l'impresa Tizio e Caio se aveva autorizzato quel codice del rifiuto, se il mezzo era autorizzato, è sufficiente per l'organo di controllo fare il codice fiscale e indicare la data che gli interessa. È stata realizzata altresì un'applicazione per apparati mobili, per tablet e smartphone, che permette di verificare l'autorizzazione su strada. L'organo di controllo su strada può fare una fotografia Pag. 7alla targa e il sistema informa se quel rifiuto, per il quale è stato fermato il mezzo, sia o meno autorizzato. Tutto questo sistema è stato sicuramente uno dei fattori che ha spinto l'Albo a promuovere sia a livello centrale che a livello di sezioni regionali numerosi protocolli di legalità con gli organi di controllo, la magistratura e le prefetture; ne sono stati stipulati ad oggi ben 15, altri sono in corso di predisposizione; i protocolli di legalità non si limitano allo scambio di dati, a insegnare le procedure, alla formazione degli addetti, eccetera, ma hanno visto sul territorio iniziative interessanti che hanno coinvolto le giovani generazioni, che hanno coinvolto le scuole, al fine di promuovere la cultura della legalità.
  Da ultimo voglio riferire su ciò che ho chiamato il «Contributo dell'Albo al nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti». Come sapete, il decreto-legge n. 135 del 2018, convertito con la legge numero 12 del 2019, ha finalmente soppresso il SISTRI e ha istituito il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, gestito direttamente dal Ministero dell'ambiente. Quindi con questa norma sono stati conseguiti più di un obiettivo ed era ora insomma. Va dato atto al Ministro, al Parlamento stesso che ha approvato, la legge. Finalmente è stato soppresso il SISTRI, e viene istituito il Registro elettronico nazionale il quale è previsto nella direttiva che è in corso di recepimento. La direttiva lo prevede per i rifiuti pericolosi e prevede che gli Stati membri possano istituire il registro elettronico nazionale anche per i rifiuti non pericolosi con due finalità: quello di dare dei dati omogenei – lamenta la Commissione che gli vengono forniti dati difformi e di difficile elaborazione – e inoltre facilitare e semplificare la vita delle imprese e delle amministrazioni. Quindi sono questi diciamo gli obiettivi del Registro elettronico nazionale, che come vedete sono tutt'altri di quelli del SISTRI; il SISTRI che imponeva un sistema, si è saputo a metà strada chi lo gestiva e chi non lo gestiva, forze esterne, invece il registro è gestito direttamente dal Ministero, quindi viene escluso l'affidamento a terzi, come era avvenuto per il SISTRI. Prevede l'articolo 6 della legge che con un decreto di natura regolamentare si definiscano le modalità di organizzazione e funzionamento del registro, gli adempimenti cui sono soggetti gli operatori obbligati e i criteri di gradualità come prevede la legge, per la progressiva partecipazione al sistema di tutti gli operatori interessati. Quindi al contrario di come era venuto per il SISTRI, il quale aveva previsto tutti insieme appassionatamente, che era già un handicap di per sé stesso insomma, no? Non è possibile dall'oggi al domani 600 persone che vanno dalla grossa industria produttrice di rifiuti, al barbiere che produce qualche tagliente, tutti insieme dentro a questo sistema. È andata come è andata, comunque è passata insomma. È ovvio che noi auspichiamo che l'Albo dovrà avere un ruolo fondamentale all'interno di questo sistema, è una struttura solida consolidata, è un organo del Ministero, quindi sarebbe in linea con la previsione della gestione interna del registro; è titolare di una importante fetta di dati e dell'interconnessione con banche dati importanti come il registro imprese, il MUD, la Motorizzazione, elementi che hanno già consentito all'Albo di svolgere un'importante funzione a supporto delle attività della direzione generale. Ha costituito su richiesta della direzione generale la cosiddetta anagrafe unica, cioè l'anagrafe di tutti i soggetti che gestiscono i rifiuti, quindi i trasportatori – ci sono i dati dell'Albo che sono più che certi –, i produttori, gli smaltitori e recuperatori, dati che dovranno essere elaborati partendo dai dati del MUD. Inoltre l'Albo ha già svolto la funzione di predisposizione dei modelli digitali dei registri di carico e scarico e dei formulari e della consultazione con gli operatori interessati. Si sono tenute una quindicina di riunioni, metodo apprezzatissimo dalle imprese, dai rappresentanti delle imprese, che hanno condiviso e sono stati elaborati insieme i nuovi produttori e quindi noi mettiamo a disposizione la forza dell'Albo per dare un contributo anche a questa partita che è il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti. Io avrei terminato.

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  PRESIDENTE. Grazie Presidente. Cedo ora la parola ai colleghi che intendono fare considerazioni o porre delle domande.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio il Presidente Onori del lavoro che fa e dell'audizione di oggi. Lei avrà saputo che con una sentenza del Consiglio di Stato tre anni fa il comune di Rodigo è stato dichiarato «gestore ambientale» nel senso che si è detto che i comuni in qualche modo sono di per sé stessi, sulla base del Testo unico degli enti locali, gestori ambientali che si occupano dell'igiene urbana e i rifiuti in autonomia da ormai 5 anni. Io vorrei un commento da parte sua su questo fatto.
  Per quanto riguarda il codice CER 99, che in taluni casi può essere utilizzato in maniera non appropriata, vorrei sapere se il Comitato nazionale dell'Albo dei gestori sta studiando una elaborazione univoca per uniformare il criterio di assegnazione, in modo che non ci siano eventuali difformità di trattamento fra le imprese, almeno per capire qual è la provenienza e la descrizione del rifiuto.
  Per quanto riguarda i veicoli, le carrozzerie mobili, vorrei sapere se state pensando di elaborare una deliberazione o una circolare per attribuire criteri e dare indirizzo univoco alle sezioni regionali per identificare le carrozzerie mobili e i cassoni, per garantire la conformità alla normativa ambientale. Lei ha accennato al discorso della interdittiva antimafia e ci ha spiegato la situazione attuale, però volevo capire se c'è qualcosa in più che il Comitato nazionale ha in programma di fare per fare chiarezza su questo tema e quante sono, se vi risulta, il numero delle ditte iscritte all'Albo negli ultimi 5 anni, che hanno continuato a essere iscritte all'Albo nonostante siano state raggiunte da interdittiva.
  L'ultima domanda è relativa al riciclo; secondo lei rendere in qualche modo più facile accedere ai dati delle aziende autorizzate all’end of waste, al riciclo, consentirà di uniformare i vari metodi e i vari rifiuti riciclabili in Italia?

  PAOLA NUGNES. Ho registrato la sua meraviglia che la gestione semplificata dei RAEE interessi solo 7.400 imprese; mi chiedevo se anche nelle altre sezioni registra un più basso numero di aziende e se state valutando una collaborazione con gli enti locali e con le Procure per poter far risaltare i soggetti in nero, perché reputo che se è obbligatorio iscriversi all'Albo, è anche obbligatorio presentare l'iscrizione all'Albo per poter svolgere l'attività, quindi dovrebbe essere facile fare uno screening. Mi chiedevo anche se l'attività di formazione, che ritengo che sia sempre molto importante, può essere implementata e resa in qualche misura obbligatoria, visto che 2.000 partecipanti su 165.000 aziende mi sembra un po’ basso. Vorrei sapere se ci sono dei criteri, per esempio, la partecipazione dopo l'iscrizione di un soggetto per ogni azienda. Vorrei sapere se si può rendere più stringente e attingere a questa attività in maniera più sostanziale.

  PRESIDENTE. Lei ha fatto menzione nella sua relazione a l'attivazione di quattordici protocolli di legalità, è in corso la predisposizione di altri protocolli? Vorrei un approfondimento su questo punto. Potrebbe dettagliarci meglio come sono usati? Sono usati anche a livello predittivo per verificare se ci sono distanze, scostamenti tra quanto realmente dichiarato e quanto invece sono i parametri oggettivi che avrebbero dovuto dichiarare? Con le Forze dell'Ordine come funziona? C'è anche un accordo più generale a livello nazionale? Probabilmente il patrimonio di informazione di cui dispone vostro sistema di conoscenze può essere messo maggiormente a frutto, anche dal punto di vista del controllo del territorio, mi riferisco per esempio all'abbandono dei rifiuti, ma non solo.

  VANNIA GAVA. La prima domanda è di carattere generale ma di grande importanza. Vorrei un suo parere sulla necessità di un maggior raccordo tra le sezioni regionali e la struttura centrale, ci sono state delle polemiche anche trasversali per quanto riguarda la mancanza di risposte e la mancanza di collegamento tre queste due istanze. Vorrei sapere se è vero e se potremmo fare qualcosa di più? Ovvero tralasciando di Pag. 9imputare ovviamente a lei il ritardo nelle nomine spettanti al Ministero, che ha creato grandissimo disagio anche tra i vari operatori economici, lei non ritiene utile anche una partecipazione delle regioni, ovviamente normando questa rappresentanza e quindi se non ritiene anche utile, come lo ritengo io per esempio, una rappresentanza delle regioni al Comitato nazionale?
  La seconda è una domanda puntuale, perché giungono da più parti rimostranze riguardanti problemi di compatibilità e conferibilità di incarichi all'interno del Comitato nazionale. Sembrerebbe infatti che siano stati nominati dei liberi professionisti che esercitano attività di dubbia compatibilità all'incarico conferito, mi pare con decreto di febbraio 2018. In particolare, è necessario un approfondimento sul ruolo dell'avvocato Marvasi, che risulta essere difensore del Consorzio Polieco, consorzio obbligatorio e non avente diritto a far parte del Comitato nazionale. La questione assume ancor più rilevanza se si considera il fatto che l'avvocato è stato nominato componente effettivo del Ministero della salute e quindi un organismo di natura pubblica. Un'altra questione riguarda la compatibilità dell'attività svolta dall'avvocato Morigi, titolare dell'omonimo studio legale, nominato con lo stesso decreto dell'avvocato Marvasi. Anche in questo caso andrebbe valutata la compatibilità della professione svolta, appunto, dall'avvocato Morigi come libero professionista e il suo ruolo attribuito all'interno del Comitato nazionale dell'Albo gestori ambientali. Infine andrebbe anche attentamente secondo me valutata la partecipazione dei rappresentanti del Comitato nazionale a eventi formativi di natura privata e a titolo oneroso. Qual è la valutazione in questi temi?

  PRESIDENTE. Bene, non ci sono altri interventi quindi prego Presidente, a lei la parola.

  EUGENIO ONORI, Presidente dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali. La prima domanda dell'onorevole Zolezzi, Lei parlava di una sentenza del Consiglio di Stato, ce né un'altra pure della Corte dei conti della Lombardia, le quali in sostanza affermano che la legge stessa prevede l'attribuzione di questa funzione ai comuni, pertanto non c'è obbligo di iscrizione all'Albo. Noi per quanto riguarda i comuni che svolgono direttamente l'attività di raccolta e trasporto di rifiuti urbani li iscriviamo all'Albo in effetti in base anche a questa sentenza del Consiglio di Stato. Sicuramente sono casi marginali perché oramai con i comuni che gestiscono in autonomia il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, anche se come numero può essere ritenuto considerevole, stiamo parlando di piccoli comuni, i quali vanno man mano associandosi per svolgere questo servizio.
  Per quanto riguarda i mezzi mobili, le carrozzerie mobili, quindi gli scarrabili, i container, il problema nasce dal fatto che sono tipi di mezzo di trasporto che per loro natura sono intercambiabili. L'invenzione del container è stata questa, oltre che di mettere dentro una cassa, è un oggetto che può essere intercambiato, il cassone di mia proprietà lo lascio al produttore, passa poi il raccoglitore, che è un altro soggetto. Ovviamente a fronte di questo va garantito che il cassone, il mezzo scarrabile, sia idoneo al trasporto dei rifiuti che intende trasportare l'impresa. Proprio per il fatto dell'impossibilità di legarli alla singola impresa, il Comitato nazionale sta studiando una direttiva per questo tipo di situazione. Voi sapete che il responsabile tecnico dell'impresa attesta l'idoneità dei mezzi di trasporto in relazione ai rifiuti che l'impresa stessa intende trasportare. Per quanto riguarda le carrozzerie mobili si stava pensando di prevedere che il responsabile tecnico periziasse una per tipo, evidenziandone le caratteristiche, l'altezza delle sponde, la possibilità di fenditure, il tipo di materiale, eccetera; elementi che andranno riportati nei provvedimenti di iscrizione e l'impresa può trasportare i rifiuti se ha le caratteristiche del cassone scarrabile che ha periziato e questa potrebbe essere una situazione che sicuramente fa salva la possibilità di intercambiare il cassone scarrabile, però di identificare l'età dello stesso in relazione ai rifiuti che si intendono trasportare. Pag. 10
  Per quanto riguarda le interdittive antimafia hanno coinvolto un centinaio di imprese, adesso non ho il dato esatto, però molte di queste in Sicilia nel corso di quest'anno ne sono state cancellate venti, cinque di queste sono state reiscritte a seguito di sentenza del Consiglio della giustizia amministrativa. Quindi, noi abbiamo avuto situazioni di rimbalzo proprio a seguito della cancellazione oppure respingimento del ricorso, andavano al TAR e al TAR invece li ammetteva. È stata una situazione confusa. Io credo che per risolvere definitivamente il problema dell'interdittiva o della comunicazione sarebbe necessaria una norma di legge. Analoga norma è prevista, per esempio, per l'Albo dei trasportatori di merce conto terzi, dove è esplicitamente previsto che il destinatario di informativa interdittiva non può iscriversi all'Albo. Se ci fosse una norma di legge che prevede per l'Albo gestori ambientali questa condizione, sicuramente avremmo risolto qualsiasi problema, anche se – come dicevo prima – sulla base della giurisprudenza noi riteniamo ostativa l'iscrizione dell'impresa destinataria di un provvedimento di informazione interdittiva. Per quanto riguarda le problematiche poste dalla senatrice Nugnes la normativa non prevede l'obbligatorietà della formazione, prevede che le Sezioni regionali svolgano questa attività sotto la supervisione del Comitato nazionale. Sono pochi ma siamo all'inizio. Inoltre, il responsabile tecnico per diventare tale deve dare un esame presso l'Albo, presso le Sezioni regionali, quindi o se la fa da solo o viene da noi, comunque è un canale anche quello relativo alla formazione. Per quanto riguarda i protocolli di legalità, non si sono limitati al fatto stesso di consegnare all'agente di turno la chiavetta per intervenire sul sistema, ma sono state anche avviate iniziative di sensibilizzazione a vari livelli. Cito qui la Toscana, il Veneto, che hanno appunto interessato anche il settore giovanile. Per quanto riguarda i quesiti posti dall'onorevole Gava, il nostro rapporto con le Sezioni regionali, che ha garantito uniformità di condotta da parte delle Sezioni regionali, anche se ovviamente non sono mancate sbavature. Non è mai mancato un collegamento con il centro, anche dialettico. Il Comitato nazionale non è che si esprime solo con circolari, con gli esiti di ricorsi. Noi abbiamo dei gruppi di lavoro con le segreterie delle Sezioni regionali, quindi c'è un rapporto continuo; una volta al mese come minimo noi convogliamo i segretari per fare il punto della situazione, per vedere le difficoltà. Tutto si può fare meglio, però è una partita che abbiamo sempre guardato con attenzione. Per quanto riguarda le rappresentanze, nelle Sezioni regionali le regioni esprimono il presidente e il vice presidente. Il presidente e il presidente della Camera di commercio un suo delegato; il vicepresidente è un funzionario dirigente del settore della regione, quindi esiste questa forma di collegamento. Anche in Comitato nazionale ci sono tre componenti, espressione della conferenza Stato-regioni.
  Per quanto riguarda i problemi di compatibilità, apprendo adesso dall'onorevole che l'avvocato Marvasi è anche consulente di Polieco. L'avvocato Marvasi è stato segnalato dal Ministro della salute e quindi non potremmo intervenire. Voi sapete che nel Comitato nazionale sono rappresentati sia le associazioni delle imprese che i Ministeri, quindi il Ministero della salute ha designato questo soggetto, non so che cosa potremmo fare insomma...
  Per quanto riguarda l'avvocato Morigi è qui, è questo signore. Io non posso che esprimere tutta la mia approvazione per il lavoro svolto dall'avvocato, sia in questa fase del mandato, ma anche in passato. Non ho mai visto conflitto di interessi nei suoi comportamenti e io ritengo che sia una colonna dell'Albo nazionale dei gestori ambientali. Per quanto riguarda le lezioni che fanno i componenti del Comitato nazionale anche presso privati, è una attività che viene autorizzata dall'amministrazione di appartenenza del funzionario, però nella misura in cui questi soggetti partecipano a vari seminari svolti da diversi soggetti, non mi pare che si possa configurare niente di inopportuno.

  PRESIDENTE. Tutti i Parlamentari hanno gli strumenti del sindacato ispettivo per fare gli approfondimenti che desidereranno. Pag. 11 Presidente la ringrazio, ringrazio anche tutti i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione e ricordo che l'ufficio di presidenza che era stato convocato a seguito dell'audizione viene rinviato a data da destinarsi.

  La seduta termina alle 13.