XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (XIV Camera e 14a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Martedì 30 luglio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battelli Sergio , Presidente ... 3 

Audizione di membri italiani del Parlamento europeo sulle priorità della nuova legislatura europea (ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 1, del Regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 144-quater, comma 1, del Regolamento del Senato della Repubblica):
Battelli Sergio , Presidente ... 3 
Castaldo Fabio Massimo , Vicepresidente del Parlamento europeo ... 4 
Roberti Franco , Parlamentare europeo del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo ... 6 
Dorfmann Herbert , Parlamentare europeo del Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) ... 7 
Fidanza Carlo , Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei ... 8 
Panza Alessandro , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 10 
Battelli Sergio , Presidente ... 11 
Giglio Vigna Alessandro (LEGA)  ... 11 
De Luca Piero (PD)  ... 12 
Galizia Francesca (M5S)  ... 13 
Occhionero Giuseppina (LeU)  ... 14 
Pettarin Guido Germano (FI)  ... 14 
De Giorgi Rosalba (M5S)  ... 15 
Battelli Sergio , Presidente ... 16 
Bonfrisco Anna Cinzia , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 16 
Battelli Sergio , Presidente ... 16 
Rondinelli Daniela , Parlamentare europeo – Non iscritti ... 16 
Giarrusso Dino , Parlamentare europeo – Non iscritti ... 17 
Battelli Sergio , Presidente ... 18 
De Luca Piero (PD)  ... 18 
Battelli Sergio , Presidente ... 18 
Giarrusso Dino , Parlamentare europeo – Non iscritti ... 18 
Battelli Sergio , Presidente ... 18 
De Luca Piero (PD)  ... 18 
Battelli Sergio , Presidente ... 18 
Donato Francesca , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 18 
Rinaldi Antonio Maria , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 19 
Battelli Sergio , Presidente ... 19 
Roberti Franco , Parlamentare europeo del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo ... 20 
Dorfmann Herbert , Parlamentare europeo del Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) ... 20 
Fidanza Carlo , Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei ... 21 
Panza Alessandro , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 22 
Castaldo Fabio Massimo , Vicepresidente del Parlamento europeo ... 22 
Battelli Sergio , Presidente ... 23 
De Luca Piero (PD)  ... 24 
Rossini Emanuela (Misto-Min.Ling.)  ... 24 
Pettarin Guido Germano (FI)  ... 24 
Caroppo Andrea , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 24 
Battelli Sergio , Presidente ... 24 
Rinaldi Antonio Maria , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 25 
De Luca Piero (PD)  ... 25 
Rinaldi Antonio Maria , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 25 
Battelli Sergio , Presidente ... 25 
Rinaldi Antonio Maria , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 25 
Roberti Franco , Parlamentare europeo del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo ... 25 
Castaldo Fabio Massimo , Vicepresidente del Parlamento europeo ... 25 
Panza Alessandro , Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia ... 25 
Battelli Sergio , Presidente ... 26

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
SERGIO BATTELLI

  La seduta comincia alle 11.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-TV e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di membri italiani del Parlamento europeo sulle priorità della nuova legislatura europea.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di membri italiani del Parlamento europeo sulle priorità della nuova legislatura europea, ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 1, del Regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 144-quater, comma 1, del Regolamento del Senato della Repubblica.
  È con particolare piacere che do il benvenuto, anche a nome del presidente della 14ª Commissione del Senato (Politiche dell'Unione europea), senatore Ettore Antonio Licheri, ai nostri ospiti, i deputati europei: Matteo Adinolfi (Gruppo identità e democrazia-Lega), Simona Baldassarre (Gruppo identità e democrazia-Lega), Alessandra Basso (Gruppo identità e democrazia-Lega), Anna Cinzia Bonfrisco (Gruppo identità e democrazia-Lega), Andrea Caroppo (Gruppo identità e democrazia-Lega), Fabio Massimo Castaldo (Vicepresidente del Parlamento europeo, Non iscritti-MoVimento 5 Stelle), Rosanna Conte (Gruppo identità e democrazia-Lega), Francesca Donato (Gruppo identità e democrazia-Lega), Herbert Dorfmann (Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani)-Südtiroler Volkspartei), Carlo Fidanza (Capo delegazione italiana Gruppo dei conservatori e riformisti europei-Fratelli d'Italia), Mario Furore (Non iscritti-MoVimento 5 Stelle), Chiara Gemma (Non iscritti-MoVimento 5 Stelle), Dino Giarrusso (Non iscritti-MoVimento 5 Stelle), Alessandro Panza (Gruppo identità e democrazia-Lega), Sabrina Pignedoli (Non iscritti-MoVimento 5 Stelle), Antonio Maria Rinaldi (Gruppo identità e democrazia-Lega), Franco Roberti (Gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici al Parlamento europeo-Partito democratico), Daniela Rondinelli (Non iscritti-MoVimento 5 Stelle), Lucia Vuolo (Gruppo identità e democrazia-Lega).
  L'audizione di oggi è il primo momento di confronto sulle priorità della nuova legislatura europea con i deputati europei eletti lo scorso maggio, che ringrazio anche per avere voluto accettare così numerosi questo invito a distanza di poche settimane dal loro insediamento.
  Sono state per loro e per le istituzioni europee settimane molto intense, che hanno visto l'elezione di un italiano, David Sassoli, alla guida del Parlamento europeo e di un altro italiano, Antonio Tajani, già Presidente del Parlamento europeo, a presidente della Conferenza dei presidenti di Commissione, dopo la sua elezione alla guida della Commissione AFCO (Commissione per gli affari costituzionali).
  I colleghi eurodeputati hanno inoltre eletto Ursula von der Leyen Presidente della Commissione europea, avviando l’iter che li porterà, alla ripresa, a svolgere le audizioni dei nuovi Commissari e a votare la nuova Pag. 4Commissione. I colleghi dovranno poi esprimersi anche sulla candidata Presidente della Banca centrale europea, completando il ciclo di rinnovo delle principali cariche istituzionali.
  L'Unione europea è chiamata fin da subito ad affrontare sfide particolarmente importanti per il suo futuro, da un lato la Brexit, anche alla luce del discorso del nuovo Primo ministro, Boris Johnson, che ha confermato l'intenzione del suo Governo di rispettare la data del 31 ottobre 2019 per completare il recesso dall'Unione, e, dall'altro, il negoziato sul nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, dalla cui definizione dipenderà l'idea di Europa che insieme vorremo portare avanti.
  Abbiamo davanti a noi, come ha ricordato anche la Presidente eletta della Commissione europea, sfide importantissime sul versante della lotta ai cambiamenti climatici, in cui l'Europa deve confermare un ruolo di leadership per assicurare ai nostri figli un futuro sostenibile e un mondo pulito. Allo stesso tempo, auspichiamo che la nuova Europa possa finalmente affrontare con decisione ed efficacia la lotta alle disuguaglianze, favorendo l'introduzione di un salario minimo europeo e applicando intelligentemente il Patto di stabilità e crescita, non solo per quanto riguarda la parte relativa alla disciplina di bilancio, ma anche quella sulla crescita. Dobbiamo infine costruire un approccio comune e condiviso sulla migrazione, che sappia coniugare finalmente i princìpi di responsabilità e solidarietà, perché nessuno Stato dell'Unione sia lasciato da solo ad affrontare questo tema globale.
  In tale contesto, sono numerosi i modi in cui possiamo lavorare insieme e fare sistema per tutelare all'interno delle istituzioni europee gli interessi del nostro Paese. È per questo motivo che abbiamo voluto questa occasione di incontro, cui seguiranno incontri tematici con le diverse Commissioni di volta in volta competenti sui diversi dossier che si presenteranno. Il dialogo tra Parlamenti nazionali e Parlamento europeo può giocare un ruolo determinante per rafforzare la nostra posizione in Europa. È nostro fermo intendimento di dare un impulso sull'esame delle proposte legislative europee in fase ascendente, questo è fondamentale per offrire anche a voi un contributo nel momento in cui sarete chiamati a esaminarle. È pertanto necessario uno stretto raccordo e un dialogo costante che auspichiamo di poter avviare con la seduta odierna.
  Non rubo altro tempo all'audizione dei colleghi deputati europei. Come convenuto, darò ora la parola per cinque minuti a un rappresentante ciascuno per i Gruppi politici rappresentati e poi per due minuti agli ulteriori colleghi che chiederanno eventualmente di intervenire.
  Al fine di consentire a tutti di partecipare e di ripartire il tempo a disposizione, prego i colleghi deputati e senatori che intendano intervenire di far pervenire le proprie richieste ai banchi della presidenza fin d'ora. Lasceremo poi circa venti minuti per le repliche dei colleghi del Parlamento europeo.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento europeo, in rappresentanza della delegazione del MoVimento 5 Stelle. Ne ha facoltà per cinque minuti. Cercherò di essere molto preciso sui tempi.

  FABIO MASSIMO CASTALDO, Vicepresidente del Parlamento europeo. Presidente Battelli, presidente Licheri, vi ringrazio enormemente a nome della delegazione del MoVimento 5 Stelle per questo importantissimo momento di scambio, di condivisione e di confronto. Auspico, anche a nome della nostra delegazione, che possa diventare sempre di più un appuntamento regolare, al fine di svolgere quel compito di sintesi e di confronto che sarà fondamentale per giocare come sistema Paese un ruolo decisivo all'interno di questa nuova legislatura.
  Permettetemi di elencare alcune delle priorità che guideranno l'azione politica della nostra delegazione nel corso di questi cinque anni. Saluto parimenti i colleghi europarlamentari presenti, tutti i colleghi delle Commissioni politiche dell'Unione europea, della Camera e del Senato. L'obiettivo da parte nostra non può che essere un deciso miglioramento della qualità Pag. 5 della vita dei cittadini europei. Abbiamo puntato sin da questa campagna elettorale a un superamento del paradigma delle misure di austerity, così come al rafforzamento del ruolo dell'Unione europea nello scenario politico-economico mondiale e anche come attore di promozione dei diritti umani e dei diritti fondamentali all'interno del continente e ovviamente su scala più globale.
  La prima priorità che ci troveremo a discutere è senza ombra di dubbio il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. In questa sede, oltre al focus sull'azione contro i cambiamenti climatici e sul supporto al Fondo sociale europeo, abbiamo chiesto che divenisse prioritario il ripristino dei territori e la prevenzione rispetto alle calamità naturali.
  Abbiamo contrastato con durezza, e continueremo a farlo, i tagli lineari, soprattutto per quanto riguarda la PAC (politica agricola comune). Abbiamo anche chiesto di privilegiare nell'assegnazione i fondi per i piccoli agricoltori ed eliminare, quindi, le inefficienze della politica agricola comune.
  Abbiamo ritenuto prioritaria la necessità di stimolare una rapida transizione verso un'economia europea a zero emissioni nette di carbonio entro il 2050, attribuendo priorità ai progetti che promuovono la decarbonizzazione dei sistemi di trasporto, oltre che la loro digitalizzazione.
  Importantissima è anche la parallela semplificazione dell'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese, con un'attenzione particolare e specifica per il nostro sistema Paese alle microimprese.
  Fondamentale è anche la revisione della clausola di investimento, per permettere che gli investimenti regionali e nazionali, cofinanziati attraverso risorse destinate a coesione economica, sociale e territoriale, siano esclusi dal calcolo dei disavanzi pubblici nazionali nel quadro del semestre europeo.
  Nell'ambito della politica di coesione è cruciale semplificare la burocrazia e migliorare la trasparenza negli appalti pubblici, ridurre i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione e potenziare l'economia circolare.
  Un ultimo dato che vorrei richiamare riguarda il fatto che nel QFP (Quadro finanziario pluriennale) 2021-2027 vi sarà l'introduzione di una rubrica specificamente dedicata alla sicurezza e alla difesa, che prima non era presente.
  Per quanto riguarda altri temi prioritari per noi, mi sento di menzionare ovviamente l'ambiente e l'emergenza climatica, partendo da un'azione incisiva per la tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare. Ogni anno in Europa, infatti, a causa dell'inquinamento e della scarsa qualità dell'aria, si registrano 497.000 morti premature, di queste 90.000 sono nel nostro Paese. Chiediamo, quindi, come MoVimento 5 Stelle di muoverci con ancora maggiore decisione verso un'economia a zero emissioni, slegando progetti, azioni e investimenti in materia di clima ed energia dai vincoli di bilancio imposti attualmente dall'Unione.
  Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, chiediamo parimenti un cambio di passo, perché dal nostro punto di vista significa in primis vietare quegli OGM e quei pesticidi che, secondo il principio di precauzione, possono arrecare danno alla salute umana e ovviamente anche al nostro ambiente. Allo stesso tempo, è fondamentale incrementare trasparenza e armonizzazione dei sistemi di etichettatura alimentare, una trasparenza che avrebbe anche un effetto enormemente importante sulla tutela e la promozione del nostro «made in».
  Tornando alle regole di bilancio, mi preme sottolineare come per noi sia importantissima l'introduzione della regola d'oro, la golden rule, per gli investimenti, che vada a escludere dal calcolo del deficit di bilancio tutti gli investimenti pubblici produttivi e i contributi nazionali ai fondi europei, in particolare gli investimenti per quanto riguarda infrastrutture, sanità, scuole e ricerca e innovazione.
  Per quanto riguarda invece la parte bancaria, chiediamo una riduzione dei rischi sistemici e una tutela dei risparmiatori che sia veramente equilibrata all'interno dell'Unione, Pag. 6 vietando quindi una serie di regole che purtroppo nel corso del tempo hanno penalizzato più il nostro sistema rispetto ad altri sistemi. Faccio un particolare riferimento all'accento eccessivo nei confronti degli NPL (non performing loans) rispetto, invece, al mercato dei derivati e dei titoli liquidi.
  È fondamentale dal nostro punto di vista che ci siano un rafforzamento dell'azione di vigilanza e monitoraggio sulle attività di erogazione dei prestiti, per porre fine alla gestione clientelare del credito, una revisione della normativa sul bail-in e per quanto riguarda la tutela dei contribuenti e dei risparmiatori il completamento del terzo pilastro dell'Unione bancaria e anche pervenire a una separazione strutturale delle banche basata sul ritorno al Glass-Steagall Act, una divisione tra banche di investimento e banche commerciali.
  Sulla giustizia fiscale ribadiremo la nostra volontà di pervenire a una base imponibile consolidata comune per le imposte di tutte le società europee, per contrastare l'elusione fiscale delle multinazionali, così come l'adozione di un country by country reporting pubblico da parte di quest'ultime.
  Ribadiamo la nostra volontà di pervenire a uno schema di direttiva per quanto riguarda il salario minimo europeo – magari ne parleranno meglio i miei colleghi negli interventi successivi – anche per contrastare il dumping sociale e salariale all'interno dell'Unione stessa, e la promozione attiva di politiche che vadano a ridurre il divario retributivo tra uomo e donna, che oggi si attesta ancora a livello europeo al 39 per cento.
  Da ultimo, segnalo l'importanza di seguire con attenzione il nuovo Fondo europeo di difesa di recente istituzione, così come la mobilità militare, per assicurarci che nella conclusione dell’iter dei regolamenti connessi ci siano un buon equilibrio geografico per tutti i Paesi e un valore aggiunto effettivamente europeo, evitando quindi che vengano accentrati eccessivamente l'influenza e il potere delle scelte decisionali in capo a un binomio di Paesi che potete facilmente immaginare.
  Vi ringrazio ancora per questa disponibilità. Sarà un piacere continuare ad avere questi scambi costantemente con voi.

  FRANCO ROBERTI, Parlamentare europeo del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Presidente, io vi ringrazio innanzitutto dell'invito, che ritengo molto tempestivo. Apprezzo moltissimo questo confronto, che ritengo assolutamente indispensabile per il buon funzionamento della rappresentanza italiana al Parlamento europeo, che per quanto riguarda la mia pregressa esperienza di magistrato e di procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo ha sempre funzionato in grande sintonia e grande coesione, ottenendo risultati di grande importanza, grazie proprio al collegamento con il Parlamento europeo, con il Parlamento italiano e in particolare per quanto mi riguarda con la Commissione parlamentare antimafia.
  Il collega che mi ha preceduto ha già indicato i temi che costituiranno la base della nostra azione e altri colleghi parleranno di altri temi: dalla flessibilità degli investimenti alla modifica del Trattato di Dublino, da un piano Marshall per l'Africa alle politiche ambientali e di contrasto ai cambiamenti climatici, dall'attuazione del pilastro sociale fino allo Stato di diritto, che è un tema molto delicato soprattutto per i Paesi dell'Est europeo, e alla lotta alle disuguaglianze sociali. Tutto questo formerà oggetto della nostra azione.
  Per quanto mi riguarda, essendo io componente delle Commissioni giuridica (JURI) e libertà civili (LIBE), voglio dare delle indicazioni che riguardano in particolare l'azione che dovremmo sviluppare, necessariamente in sinergia con il Parlamento italiano, rispetto alle politiche di giustizia e di legalità nel Parlamento europeo.
  Per quanto riguarda la Commissione giuridica, come sapete, i disegni di legge non decadono mai nel Parlamento europeo, quindi si tramandano da una legislatura all'altra. Ci sono alcuni importantissimi regolamenti in via di formulazione. Il Pag. 7primo riguarda una più efficace class action in favore dei consumatori, che è un tema molto importante, considerando che i beni di consumo ci vengono forniti quasi esclusivamente dalle multinazionali, anche on line, e prevede una maggiore trasparenza per le entrate delle grandi aziende.
  C'è poi un tema importantissimo e ancora poco conosciuto, che è quello del Regolamento relativo all'intelligenza artificiale, tema complesso e affascinante dei prossimi anni, con moltissime implicazioni da un punto di vista civilistico, ma non solo.
  Naturalmente c'è poi la materia che riguarda il tema dell'immigrazione, quindi la riforma del Trattato di Dublino innanzitutto, ma poi anche la riforma dell'EASO (European Asylum Support Office), che è l'ufficio europeo di asilo, la revisione delle procedure per la richiesta d'asilo e la revisione dei database delle impronte digitali.
  È appena agli inizi l’iter dei regolamenti riguardanti la conservazione delle prove elettroniche concepite nell'ambito del Strategia sulla cybersicurezza.
  Pendono ancora, fra gli altri, due importanti dossier riguardanti la prevenzione della diffusione di contenuti terroristici on line e il programma per quanto riguarda i fondi di bilancio per la giustizia per il periodo 2021-2027. È fondamentale che vengano fatti adeguati stanziamenti di bilancio per il funzionamento della giustizia in Europa.
  Nei giorni scorsi abbiamo fatto il punto sugli attuali commissari europei King e Yurova in Commissione LIBE. C'è molto da lavorare. Seguiremo l'implementazione del procuratore europeo e l'efficacia della recente normativa antiriciclaggio, che necessita – e già si sa – di ulteriori lavori di implementazione.
  Ho presentato, avendo l'adesione anche di molti altri colleghi, due interrogazioni alla nuova Commissione europea. Una riguarda l'implementazione della normativa anticorruzione ed è recentissima. L'altro giorno è uscito il regolamento della Commissione europea per quanto riguarda l'implementazione dell'azione anticorruzione nel settore privato. L'altra interrogazione riguarda l'ampliamento della responsabilità ambientale. Noi in Italia abbiamo una legislazione ambientale molto importante e molto rigorosa e vorremmo trasferire i princìpi contenuti nella nostra legislazione ambientale anche a livello europeo. Inoltre, abbiamo inoltrato la richiesta di un Commissario per l'infanzia nella prossima Commissione e ci è stata data assicurazione in tal senso.
  Infine, tema a me molto caro, io chiederò il ripristino di una Commissione speciale per il crimine organizzato, che c'era già nella penultima legislatura e che produsse all'epoca innanzitutto una risoluzione votata all'unanimità dal Parlamento europeo contro il crimine organizzato in Europa e in seguito una serie di direttive che sono state poi oggetto di recepimento anche nel nostro ordinamento. Mi riferisco alle direttive quarta e quinta antiriciclaggio e alla direttiva sull'ordine di arresto europeo e sulle squadre investigative comuni, tutti strumenti estremamente importanti per fare fronte comune europeo contro il crimine organizzato transnazionale, che è uno dei freni allo sviluppo nel nostro Paese e anche nell'Unione europea.
  Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.

  HERBERT DORFMANN, Parlamentare europeo del Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani). Buongiorno a tutti. Grazie, presidente, anche per l'opportunità di questa audizione. Io oggi, oltre a essere rappresentante del Südtiroler Volkspartei, sono anche l'unico rappresentante del Partito popolare europeo qui in sala, quindi parlo anche a nome dei miei colleghi del Partito popolare europeo.
  Anche per non ripetere quello che i colleghi hanno già detto, vorrei entrare su un argomento che mi è particolarmente caro e a cui sto lavorando in Commissione agricoltura, dove sono il coordinatore e, quindi, il capogruppo del PPE. Vorrei fare una veloce riflessione sullo stato dell'arte dei lavori in Commissione agricoltura.
  Abbiamo sostanzialmente due o tre dossier importanti. Quello sicuramente più importante Pag. 8 per l'Italia e per l'agricoltura europea è la questione della riforma della Politica agricola comune, riforma iniziata nell'ultima legislatura, che ha avuto un voto in Commissione agricoltura, però poi si è fermata, non è andata in Aula, quindi ci troviamo davanti a un lavoro parzialmente fatto. Io penso che quello che abbiamo deciso nell'ultima legislatura per l'Italia sostanzialmente sia un compromesso accettabile. Abbiamo avuto un lungo dibattito – questo interessa sicuramente i colleghi dei Parlamenti nazionali – sul ruolo dell'Unione europea, sul ruolo degli Stati membri e, quindi, su un riequilibrio del principio di sussidiarietà nella politica agricola, però penso che rispetto ai temi più importanti per l'Italia, ovvero colture mediterranee, ortofrutta e tutela delle denominazioni, l'accordo che abbiamo trovato vada sostanzialmente bene.
  Adesso dobbiamo portare questo accordo di Commissione in Aula, con un Parlamento nuovo, che ha maggioranza nuove, dove sicuramente incontreremo una notevole difficoltà per portare avanti questo compromesso. Stiamo riflettendo su come trattare questo dossier, tenendo conto del fatto che il 60 per cento dei colleghi al Parlamento europeo sono nuovi, hanno comunque una responsabilità anche per questo dossier e, quindi, lo vorranno sicuramente influenzare e questo mi sembra anche giusto, quindi stiamo lavorando su questo argomento.
  Connessa con questa – il vicepresidente Castaldo l'ha già accennata – c'è la questione del finanziamento. Io penso che la proposta portata avanti dal Commissario al bilancio Oettinger per l'Italia non vada bene. Un taglio del 15 per cento del secondo pilastro per l'Italia e per le regioni italiane è disastroso o comunque mette lo Stato nell'obbligo o nella difficoltà probabilmente di dover finanziare questa lacuna che si crea e non è poco. Il Governo italiano ha già chiesto nel dibattito sul bilancio pluriennale che la dotazione per l'agricoltura rimanga uguale. Se non fosse così, almeno a mio avviso, il taglio asimmetrico del secondo pilastro non andrebbe bene, perché l'Italia ha una politica agricola che è molto incentrata sui programmi di sviluppo rurale e, quindi, le regioni italiane hanno una forte necessità che questi piani di sviluppo rurale siano finanziati.
  Il secondo argomento importante che avremo nei prossimi mesi e forse nei prossimi anni sono gli accordi internazionali, soprattutto l'accordo con il Mercosur. Chiaramente le opinioni politiche sulla politica del commercio internazionale sono diverse, però è chiaro che sull'accordo Mercosur ci troviamo davanti a un accordo con Paesi del Sud America che hanno un forte potenziale produttivo nel campo agricolo e un forte interesse a esportare questi prodotti verso l'Unione europea, mentre noi per i nostri prodotti agricoli non abbiamo probabilmente grandissimi mercati nel Sud America. Dunque, questo accordo dal punto di vista agricolo e dell'agroalimentare nel suo insieme, che per l'Italia è sicuramente importante, è diverso da quelli col Canada e col Giappone, dove abbiamo comunque un forte interesse anche noi, quindi sull'accordo Mercosur ci sarà sicuramente un dibattito molto intenso, soprattutto dal punto di vista agricolo.

  CARLO FIDANZA, Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei. Grazie, presidente, per l'invito e per questa opportunità. Reputo opportuno ripetere che nel prossimo futuro saranno occasioni importanti di confronto, anche per il ruolo che i Parlamenti nazionali col Trattato di Lisbona hanno assunto e che non sempre l'Italia ha utilizzato al meglio. C'è un processo di formazione dal basso verso l'alto della normativa europea che noi dobbiamo utilizzare meglio e di più, ai fini del rispetto dei princìpi di proporzionalità e di sussidiarietà che, a nostro avviso, nel corso degli ultimi anni sono stati ripetutamente forzati e qualche volta violati da parte di un'Unione europea che ha teso a occupare ambiti che dovevano rimanere nel campo delle competenze degli Stati nazionali e che, invece, sono stati oggetto di un'ipernormazione, che ha portato a un eccesso di burocrazia che purtroppo tutti abbiamo conosciuto.
  Non voglio, però, sfuggire da un dato politico che credo che in questa sede debba Pag. 9essere comunque riportato da parte di chi rappresenta milioni di cittadini italiani in sede europea, ovvero che, a nostro avviso, questa legislatura europea è partita sul piano squisitamente politico col piede sbagliato, a partire dall'indicazione e dall'elezione delle cariche apicali del Parlamento e della Commissione. Infatti, noi abbiamo assistito a un pericolosissimo fenomeno, soprattutto in un'istituzione come il Parlamento europeo, che si ammanta di essere la casa della democrazia europea, che ha portato di fatto nella ripartizione degli incarichi all'esclusione sistematica di Gruppi politici che rappresentano decine di milioni di elettori europei. Questo non è un buon auspicio per una legislatura che si dovrebbe pensare essere costituente e ricostituente.
  Addirittura la Presidente Von der Leyen nel suo discorso di insediamento ha aperto alla possibilità di un'assemblea costituente, di un momento rifondativo che punti a rimettere in discussione e a migliorare i trattati. Se si vuole migliorare i trattati fondativi dell'Unione a colpi di maggioranza, peraltro con una maggioranza che tiene insieme tutto e il contrario di tutto, perché ovviamente è una maggioranza che supera il vecchio duopolio popolari-socialisti e oggi ingloba anche gli ex liberali e in parte i verdi, è chiaro che è un contesto politico in cui sembra più un'ammucchiata contro che un'alleanza che possa governare positivamente le istituzioni europee.
  Lo dico al di là della polemica politica nazionale, perché deve essere chiaro qual è il contesto in cui andiamo a operare. Non ci troviamo di fronte a istituzioni europee e a una Commissione forte, abbiamo una Presidente della Commissione eletta con soltanto nove voti di maggioranza, a fronte di più di 100 voti che sono mancati della somma algebrica dei Gruppi che avrebbero dovuto sostenerla, quindi partiamo con un quadro precario, a cui si somma un'esclusione intollerabile di forze politiche che pure rappresentano milioni di cittadini europei.
  Dal punto di vista dei dossier in questione, è chiaro che il negoziato sul QFP riveste il ruolo più importante per l'Italia e certamente anche noi condividiamo la preoccupazione, peraltro più volte emersa anche nelle aule di questo Parlamento, sui tagli per i Fondi di coesione e per la PAC, che chiaramente rappresenterebbero per l'Italia un danno molto forte, quindi c'è un impegno del Parlamento e un impegno credo corale della delegazione italiana per cercare di rimediare e tamponare una proposta iniziale della Commissione molto negativa.
  C'è naturalmente il tema migranti, su cui anche in questo caso io ho ritrovato nei primi passi della nuova Presidente della Commissione – il collegio ovviamente non c'è ancora, come sappiamo – una sostanziale continuità con l'approccio del passato. L'approccio del passato non ha funzionato, da qualunque lato lo si guardi, l'Unione europea ha fallito sul piano dell'immigrazione e pensare di continuare con lo stesso approccio onestamente ci preoccupa.
  Infine, si è parlato di golden rule, su cui siamo d'accordo, e delle preoccupazioni per l'accordo Mercosur, su cui siamo d'accordo. Voglio citare due ulteriori spunti che sono altrettanto importanti per l'Italia. Il primo riguarda il dossier del cosiddetto «made in», che – qui lancio un allarme – rischia un affossamento definitivo, perché sappiamo che si è costituita una maggioranza di blocco in Consiglio che ha impedito di fare passi avanti su una regolamentazione su cui faticosamente si era creata una maggioranza in Parlamento. Lancio un appello a tutte le delegazioni per difendere insieme la possibilità di riprendere in mano questa normativa, che chiaramente per noi è molto importante.
  L'ultima questione riguarda il campo dei trasporti, dove noi andremo incontro a una revisione e a un'integrazione dei programmi delle TEN-T (trans-european networks-transport), che naturalmente vuol dire finire quelle che abbiamo, a partire dalla TAV, e integrarle con quelle importanti che servono per i territori, e il tema rimasto in sospeso dalla scorsa legislatura del pacchetto mobilità, che è altrettanto sensibile Pag. 10per le nostre imprese e su cui rischiamo un compromesso dannoso per l'Italia.

  ALESSANDRO PANZA, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Grazie, presidente, innanzitutto dell'invito per questo momento di condivisione che, a detta di chi mi ha preceduto – e mi sento di sottoscriverlo a nome di tutti i colleghi della Lega presenti e non – dovrà ripetersi nei mesi e nelle settimane successive, proprio per l'importanza che si sta vivendo in questo particolare frangente, dove, come ha giustamente sottolineato il collega Fidanza intervenuto poc'anzi, c'è per la prima volta un Parlamento europeo e una rappresentanza delle istituzioni europee che dimostra una certa debolezza, una certa fragilità. L'abbiamo visto con le elezioni della Presidente Von der Leyen, eletta per appena nove voti, mentre si auspicava una maggioranza decisamente più consolidata e più ampia. Parte quindi con un mandato decisamente più debole quella che sarà la nuova Commissione.
  Il discorso di insediamento della Von der Leyen è stato un discorso molto teorico, ma che difficilmente vedrà poi delle applicazioni concrete. Lo abbiamo visto sulla decisione molto ambiziosa di ridurre del 50, se non del 55 per cento, le emissioni di gas serra entro il 2030. Mi viene da dire che questa è un'ambizione molto forte. Visto che già il programma 2020 era stato archiviato, il programma 2030 è stato superato dai fatti e oggi si parla di 2050, diventa complicato mettersi a disposizione di un programma così ambizioso.
  L'auspicio come Italia e come Governo immagino sia quello che, pur perseguendo il fine della tutela dell'ambiente, che è auspicio di tutti, questo non provochi un dumping cosiddetto «ecologico» nei confronti di altre situazioni e di altri Paesi che non mettono la sostenibilità ambientale al loro primo posto, andando a penalizzare ulteriormente le imprese italiane sotto tutti i punti di vista. Ripeto: è necessario adottare dei programmi di virtuosità e di sostenibilità per quanto riguarda la produzione e l'attività industriale, però questo non può pregiudicare le aziende e il costo sociale di queste iniziative non può ricadere su di esse.
  Sul discorso della Brexit, per esempio, che è stato poco citato – per non diventare ripetitivi nei vari discorsi, visto che ne sono già stati citati molti –, la Presidente Von der Leyen aveva esordito dicendo che avrebbe aperto un nuovo dialogo, qualora ci fossero state delle novità sul campo dei negoziati con la Brexit. La novità c'è stata, ovvero l'elezione di Boris Johnson come Premier britannico, però anche in questo caso la Von der Leyen è stata miseramente smentita nel momento in cui il negoziatore Michel Barnier ha sostanzialmente chiuso ogni tipo di negoziato, dicendo che oltre il 31 ottobre, come già stabilito, non c'era possibilità di negoziato alcuno.
  Per quanto riguarda il sistema Paese, per quanto riguarda l'Italia, oltre ovviamente all'auspicio che ci sia la tutela di tutti coloro che sono presenti sul territorio britannico – ma questo è già stato dichiarato dal presidente Boris Johnson – l'auspicio è che il Governo, una volta esaurito il processo di uscita del Regno Unito, si applichi per un negoziato diretto, concreto, per una partnership economica, per un free trade agreement con il Regno Unito. Infatti, ricordiamo che il Regno Unito per noi è un mercato troppo importante, che vale 35 miliardi di euro, soprattutto in produzioni agroalimentari, a dispetto di 13 miliardi di euro di importazioni. Noi esportiamo tre volte di più di quello che importiamo dal Regno Unito. Non possiamo permetterci che i partner privilegiati, soprattutto Stati Uniti e Canada, si accaparrino questo mercato che per noi – ripeto – è troppo importante. Non dobbiamo rischiare di ripercorrere la situazione vissuta con la Russia, dove per situazioni politiche e geopolitiche sono state introdotte le sanzioni, che hanno pesato sul made in Italy e sulla produzione industriale, economica e agricola italiana per svariati miliardi di euro. Questo è un costo che non ci possiamo in questo momento permettere.
  Concludo velocemente con il discorso delle migrazioni. Il QFP deve tenere conto dei Fondi di coesione, deve tenere conto della diminuzione della PAC, ma deve tenere Pag. 11 conto anche dei fondi che vanno destinati alla protezione delle frontiere europee, perché l'Italia non è solo frontiera d'Italia, ma è frontiera d'Europa, come lo è la Grecia, come lo è Malta, come lo è la Spagna, come lo è il Portogallo. È, quindi, necessario implementare e difendere i confini dell'Unione europea, consolidando i corridoi umanitari per coloro che realmente hanno bisogno di essere tutelati. Però non possiamo permetterci il traffico di esseri umani e una gestione non accorta di questo fenomeno, che per noi è troppo importante da un punto di vista sociale, economico e dal punto di vista della sicurezza.

  PRESIDENTE. Grazie. Abbiamo esaurito gli interventi di cinque minuti dei rappresentanti dei Gruppi. Ora io ho una proposta da farvi. Ho sei iscritti per quanto riguarda deputati e senatori e ho anche quattro iscritti a titolo personale tra gli eurodeputati. Io vi proporrei di far parlare i colleghi della Camera e del Senato, così in replica magari sentite anche quello che esce dai Gruppi a livello nazionale, e poi io faccio parlare chi si è iscritto per due minuti, se siete d'accordo.

  ALESSANDRO GIGLIO VIGNA. Mi unisco anch'io ovviamente ai ringraziamenti per gli eurodeputati venuti qui a Roma. Anche da parte del Gruppo Lega delle Commissioni Politiche dell'Unione europea di Camera e Senato l'auspicio è quello di collaborare il più possibile e di replicare il più possibile queste iniziative.
  Di sicuro la Commissione Von der Leyen è una Commissione più debole rispetto a quelle che vi sono state in passato, di sicuro sarà più difficile governare e, come abbiamo detto, è un'alleanza più debole, quasi un'alleanza contro più che un'alleanza a favore.
  In Europa tutto quello che non doveva succedere è successo, per esempio l'elezione dell'italiano Sassoli del PD. Noi qui da Roma abbiamo letto l'elezione di Sassoli come una sorta di soccorso rosso a livello continentale, nel senso che fra tutti i partiti presenti nell'Europarlamento è stato eletto nell'Ufficio di presidenza proprio un rappresentante del partito della sinistra più debole e più in difficoltà d'Europa. Questa è una lettura romana, per incardinarla nella sfera del dibattito.
  È stato citato Dublino nell'intervento degli europarlamentari. Noi speriamo e pensiamo che proprio grazie a questa difficoltà, a questa debolezza della Commissione Von der Leyen sarà possibile per tutti quei Gruppi, tutti quei partiti e tutti quei Paesi che auspicano una seria riforma di Dublino influire il più possibile. Abbiamo detto che questi nove voti nella votazione per la presidenza sono veramente pochi, calcolando anche quello che è l'Europarlamento. Pertanto, l'auspicio e l'invito alle delegazioni, soprattutto alle delegazioni che rappresentano la maggioranza governativa italiana, è quello di cercare di spingere il più possibile per una seria riforma di Dublino, anche perché, come è stato detto, chi tocca, chi sbarca, chi arriva sul suolo di uno dei Paesi europei arriva in Unione europea, chi varca un confine europeo non solo varca il confine nazionale, ma varca il confine di tutta Europa. Questo è un qualcosa di importantissimo. Finché non passerà questo concetto è chiaro che sulle politiche di immigrazione l'Europa avrà sbagliato tutto.
  Ho due domande fra i fatti più correnti del dibattito europeo. Quale futuro per il Comitato delle regioni? Abbiamo avuto qui in audizione i rappresentanti del Comitato delle regioni e abbiamo notato una certa ambizione a far pesare il più possibile questo organo all'interno dell'Unione europea. Questo ovviamente agli occhi di chi parla dal punto di vista della Lega è positivo, specie in un'ottica di decentramento politico e amministrativo, con tutto l’iter di autonomia che sta attraversando le regioni del Nord e del Centro Italia. In ambito europeo ci sarà, secondo voi, la possibilità di implementare il ruolo delle regioni?
  Ho, invece, una domanda più di politica corrente. Abbiamo visto succedere qualcosa di strano in Polonia: l'avvio di una procedura di infrazione alla Polonia per una scelta politica ben precisa, ovvero per Pag. 12aver chiesto a parte della magistratura di andare in pensione, quindi sostanzialmente di ritirarsi dall'attività, perché evidentemente da parte del Governo che rappresenta il popolo polacco non vi è più una sinergia, un rapporto, un feeling, con quella specifica parte della magistratura. Il Governo polacco e il popolo polacco non sentono più quella parte di magistrati come un qualcosa interno al sistema polacco. Da parte dell'Unione europea è stata avviata una procedura di infrazione verso una scelta politica di un singolo Paese. Si tratta di una scelta politica, non della mancata applicazione di un regolamento. In che direzione si sta andando? Temiamo ovviamente la replica di questo atteggiamento anche su altre situazioni politiche di tutto il continente e di tutti i Paesi europei. Grazie, presidente, e buon lavoro ai colleghi europarlamentari neoeletti.

  PIERO DE LUCA. Ringrazio anch'io ovviamente per la disponibilità i colleghi europarlamentari, per essere venuti qui a rappresentarci un po’ delle loro indicazioni sull'inizio dei lavori. Tuttavia, considerando anche il tono di alcuni interventi, non possiamo non fare alcune considerazioni di carattere politico, in replica anche ad alcune rappresentazioni che sono state fornite stamattina.
  Partirei dall'ultima vicenda, quella del voto sul Presidente della Commissione europea. Questa è una vicenda che ha screditato profondamente il nostro Paese in Europa. Noi abbiamo avuto un Presidente del Consiglio che nel Consiglio europeo sostiene la nomina di Ursula von der Leyen, nomina che però viene smentita dalla maggioranza di Governo nel voto al Parlamento europeo, nomina sulla quale si produce una frattura all'interno della stessa maggioranza del Governo che aveva proposto quel nome, nomina ovviamente che anche da un punto di vista politico rappresenta, per come si era arrivati ai negoziati in Consiglio, una figuraccia da parte della maggioranza di Governo. Abbiamo qui alcuni europarlamentari che hanno fatto tante dichiarazioni del tipo «no a un direttorio franco-tedesco» e poi ci siamo trovati con una proposta, confermata dal Governo italiano, di Christine Lagarde a Presidente della Banca centrale europea e di Ursula von der Leyen a Presidente della Commissione europea.
  Le vicende hanno portato, a seguito dei negoziati successivi e dei contatti che la Presidente nominata dal Consiglio ha avuto con i vari Gruppi parlamentari, in particolare con il Gruppo socialista e democratico, a una proposta di un'agenda di Governo per i prossimi anni in Europa fortemente incentrata su tematiche di carattere sociale, su una volontà di rilanciare il tema del salario minimo europeo, sui temi di carattere ambientale, sull'economia circolare, sulla soluzione di problematiche legate alla vicenda annosa della riforma del Regolamento di Dublino.
  Questo ha portato il Gruppo socialista e democratico, con grande responsabilità, a dare il voto favorevole nel Parlamento europeo a Ursula von der Leyen. Lo stesso non è accaduto tra le forze che rappresentano e costituiscono la maggioranza di Governo qui in Italia, ed è stata una grande occasione persa per il Paese, che relega l'Italia in una posizione di assoluta marginalità e isolamento sui tavoli europei, cosa confermata dagli ultimi scenari che vedono la Presidente eletta della Commissione europea considerare l'Italia ultima nei vari giri di confronti che sta facendo in Europa con i vari Presidenti del Consiglio per decidere sull'assetto dei portafogli della propria Commissione europea. L'Italia rischia di perdere un'occasione importante per avere un portafoglio di peso nell'ambito di questa Commissione europea e questo è un tema politico che non possiamo non mettere in evidenza.
  Davide Sassoli è una personalità di assoluto spessore, al quale noi rivolgiamo da questa Camera i nostri migliori auguri di buon lavoro, e rappresenta un risultato straordinario per il nostro Paese, che dovremmo rivendicare tutti con orgoglio. È stato un risultato ottenuto grazie alla capacità diplomatica e politica del Gruppo socialista e democratico, ma è un risultato che dovremmo rivendicare tutti in quanto italiani. Avere un presidente italiano nel Parlamento europeo è un successo di tutto Pag. 13il Paese, che noi dovremmo insieme rivendicare con orgoglio.
  La frattura che abbiamo verificato nel Parlamento europeo speriamo possa essere superata, però, nei prossimi anni. Lo dico davvero con spirito costruttivo, perché ci sono dei temi assolutamente delicati che ovviamente saranno oggetto di attenzione da parte vostra nella più importante Assemblea democratica che c'è in Europa. Mi riferisco al tema delle riforme istituzionali in primo luogo. Non ne ho sentito parlare tanto. Guardate, c'è un tema serio e lo dico per voi. Attribuire il potere di iniziativa parlamentare al Parlamento europeo è una grande battaglia, iniziata già nella precedente legislatura europea, che io mi auguro voi portiate avanti in nome della democrazia europea e soprattutto a nome del nostro Paese.
  C'è il tema del rafforzamento dello Stato di diritto. Guardate, non è una barzelletta difendere l'autonomia della magistratura, l'autonomia e l'indipendenza dell'insegnamento scolastico e universitario, la parità di trattamento uomo-donna nel mondo del lavoro. Sono tutti temi che noi dovremmo difendere, difendendo lo Stato di diritto. Auspichiamo che il Parlamento europeo possa prendere una posizione forte a tutela di questi temi in Europa.
  C'è poi il problema di rafforzare gli investimenti in infrastrutture e di rafforzare la flessibilità, soprattutto per Paesi come l'Italia, per poter implementare la propria rete infrastrutturale. Anche in quest'ambito auspichiamo che le fratture interne non possano bloccare infrastrutture essenziali quali la TAV, che sono peraltro cofinanziate ormai al 50 per cento dall'Unione europea.
  Arrivo agli ultimi due temi. A proposito della riforma di Dublino dobbiamo uscire dalla propaganda, cari colleghi, e auspico che prima o poi riusciremo ad arrivare a un atteggiamento sereno, perché non possiamo continuare a dire in Italia e nel dibattito pubblico che vogliamo modificare le norme di Dublino e arrivare in Parlamento europeo e votare contro le proposte di modifica del Regolamento di Dublino. Nel novembre del 2017 la proposta di modifica del Regolamento non è stata accolta favorevolmente dalla Lega e dai 5 Stelle. Allo stesso modo nell'aprile di quest'anno i Gruppi Lega e 5 Stelle hanno votato contro la creazione di una nuova forza di guardia di frontiera e costiera di 10.000 nuovi agenti per il controllo delle frontiere europee e per il rafforzamento della lotta contro le reti di trafficanti di uomini.
  Ci aspettiamo che nella prossima legislatura da domani mattina possiate votare a favore di provvedimenti che aiutino davvero il nostro Paese, perché altrimenti a qualcuno può sorgere il dubbio che a qualche partito politico possa interessare più la propaganda che la soluzione concreta, perché i voti sono determinanti.
  Chiudo sulla Brexit. Ho ascoltato parole di favore nei confronti di questa grande rivoluzione di autonomia di un popolo, che noi ovviamente rispettiamo. Non possiamo, però, accettare allo stesso tempo la preoccupazione per l’export italiano. È evidente che questo penalizzerà le nostre esportazioni, ma è evidente che senza un'Europa forte – ed è questo il tema più importante – noi non potremmo difendere il nostro made in Italy dai dazi che mettono gli Stati Uniti o la Cina e non possiamo rafforzare le nostre esportazioni in un mercato comune che rappresenta più della metà dell’export estero del nostro Paese. Rafforzare il mercato europeo e rafforzare l'Unione europea vuol dire rafforzare anche le nostre produzioni. Speriamo che anche voi possiate difendere il nostro Paese e le nostre produzioni nella prossima legislatura.

  FRANCESCA GALIZIA. Ringrazio anch'io i colleghi eurodeputati che sono venuti qui oggi e spero che questo sia l'inizio di un proficuo confronto che avverrà nel corso di tutta la legislatura, anche perché noi come Commissione delle politiche dell'Unione europea lavoriamo tantissimo in sinergia con voi e così dovremmo continuare a fare.
  Durante i vostri interventi si è parlato di quelle che saranno le sfide nel prossimo futuro dell'Unione europea, tra le quali c'è la lotta alle disuguaglianze. Si è solo accennato al tema, ma un tema che a me interessa moltissimo è la questione legata Pag. 14al dumping fiscale. Secondo gli ultimi dati che sono stati diffusi, il dumping fiscale ci costerebbe davvero tanto all'interno dell'Unione europea, circa 70 miliardi l'anno. Per darvi qualche altro dato, vorrei dirvi che l'Italia attrae investimenti esteri diretti pari soltanto al 19 per cento del prodotto interno lordo, mentre ci sono otto Stati in Europa che hanno un sistema fiscale che agevola molto. Tra questi c'è il Lussemburgo, che invece attrae il 5.766 per cento di investimenti esteri rispetto al proprio PIL. Stiamo parlando davvero di un divario molto forte. Per non parlare poi del fatto che ci sono ben 15.000 società solo «bucalettere» in Olanda, che spostano ben 4.500 miliardi di euro l'anno.
  Stiamo parlando di cifre davvero importanti, che ovviamente in Italia vanno a pesare sulle piccole e medie imprese, che rappresentano il nostro tessuto imprenditoriale ed economico più importante. Questo mette in crisi il nostro sistema economico, perché la perdita di queste risorse rappresenta una questione di disaggregazione sociale, una distorsione della competitività. Siamo davanti anche a una distrazione sleale delle risorse che dagli obiettivi di ogni singola nazione vengono portate via.
  Questi sono gli elementi importanti sui quali occorrerebbe, invece, lavorare in un'Europa piuttosto che delle sterili polemiche, secondo me. Visto che anche la Presidente della Commissione Von der Leyen ha posto le piccole e medie imprese come un elemento importante per lo sviluppo dell'Unione europea, vi chiedo quali sono le linee guida di indirizzo programmatiche che il Parlamento europeo intende portare avanti e perseguire anche in termini di una versione normativa, proprio per contrastare in maniera efficace il dumping fiscale.

  GIUSEPPINA OCCHIONERO. Anch'io mi associo ai ringraziamenti per l'occasione preziosa e auguro buon lavoro ai colleghi dell'Europarlamento. Cercherò di essere brevissima. Faccio anch'io una breve riflessione sul Trattato di Dublino. Riprendo un po’ quello che ha detto il collega De Luca. Il Parlamento europeo ha diverse volte tentato di legiferare sulle modifiche del Trattato di Dublino, poi però tutto è naufragato. Io chiedo in maniera più espressa a coloro che hanno votato per l'elezione della neo-Presidente della Commissione europea cosa pensano davvero che succederà questa volta di diverso rispetto alla gestione dei flussi migratori e a chi non ha votato, invece, come pensano di poter superare quelli che il collega Fidanza ha definito forti preoccupazioni per una politica in linea con quella precedente e, quindi, fallimentare.
  Rispetto a quanto ho sentito circa il superamento della politica europea di austerità nel Parlamento europeo, è chiaro che abbiamo tutti stigmatizzato il comportamento di Juncker rispetto a quanto accaduto in Grecia e tutti siamo concordi nel dire che dobbiamo superare una politica di austerità, però in realtà voglio davvero capire. Siete convinti che questa volta siamo di fronte a una svolta, che io francamente non vedo? Quali azioni concrete, al di là delle buone intenzioni, pensate di poter mettere in campo?
  Anch'io rispetto alla questione Brexit non posso non notare una certa difficoltà in cui si trovano gli amici della Lega, perché, se da una parte favoreggiano e caldeggiano la Brexit, dall'altra manifestano forti preoccupazioni per il settore delle esportazioni. È evidente che siamo in una chiara contraddizione, che secondo me è anche difficile da superare.
  Dico un'ultima cosa e poi lascio il dibattito ai colleghi. Rispetto a quanto detto dal collega Roberti, io mi compiaccio per l'intenzione di portare avanti il lavoro della Commissione sulla criminalità transnazionale. Grazie per quello che ha già detto. Le chiedo: lei è convinto, per esempio, che la procura europea possa davvero essere uno strumento per fronteggiare l'espansione della criminalità transnazionale?

  GUIDO GERMANO PETTARIN. Sarò brevissimo e cercherò di essere proprio didascalico. Prima di tutto è doveroso ringraziare i presidenti delle nostre due Commissioni per questa occasione che hanno collaborato a mettere in campo e ringrazio i colleghi parlamentari europei per essere qui e per essere particolarmente numerosi. Pag. 15Permettetemi, per ragioni di affetto, di salutare in maniera particolare il collega Dorfmann, unico rappresentante del Partito popolare europeo, a cui Forza Italia naturalmente aderisce.
  Sarò didascalico e andrò per punti. Sono importantissime le visioni legate all'insufficienza fino a oggi di un diritto criminale europeo, quindi qualunque tipo di iniziativa verso questo obiettivo possa essere portata avanti credo sia assolutamente doverosa ed essenziale per poter fornire degli strumenti che possano contrastare il crimine organizzato e le sue forme particolarmente pervicaci, di cui purtroppo noi abbiamo grande esperienza. Non tutti i Paesi europei, per loro fortuna, allo stato hanno il medesimo tipo di esperienza maturata.
  È importantissimo poter procedere su questi incontri, presidente, perché tutti noi sappiamo – e tu lo hai citato – quanto sia manchevole, almeno fino a oggi, la fase ascendente, quindi poterci confrontare con voi in ogni momento, per poter dare maggior forza, è essenziale per quanto riguarda l'interesse del nostro Paese e l'interesse dei nostri rappresentati.
  C'è un punto in particolare che io tengo a sottolineare: c'è un silenzio assordante per quanto riguarda la procedura di allargamento dell'Unione europea. Nel discorso di apertura della Presidente eletta della Commissione europea non c'è una parola che faccia riferimento ai Balcani occidentali e non c'è ormai traccia di questo tipo di elemento. Io mi sento di riportarvi – l'avrete tutti letto, ma è molto significativo – che cosa ha detto il Presidente della nostra Repubblica, il Presidente Mattarella, in occasione della tredicesima Conferenza degli ambasciatori tenuta alla Farnesina: «Se dovesse manifestarsi una fase di glaciazione nella vita dell'Unione, ne risulterebbe, a mio avviso, indebolita per i popoli europei la possibilità di esprimersi in maniera efficace e protagonista nella vita della comunità internazionale. Soltanto con l'Unione potremo trasformare le prove in altrettante opportunità. Penso, ad esempio, alla inclusione dei Balcani occidentali». Il tema dei Balcani occidentali è importantissimo per la democrazia, per il futuro dell'Unione europea, per gli ordini militari e internazionali e per l'equilibrio globale. Il silenzio a cui assisto mi preoccupa moltissimo ed era il tema che io tenevo a porvi in maniera particolarmente attenta insieme a un altro punto su cui sento anche tanto, tanto, tanto silenzio. Non c'è una parola sulle minoranze. Le minoranze che fine hanno fatto nell'Unione europea?
  La ricchezza che l'Unione europea ha di minoranze, di particolarità, di identità, di differenze la stiamo dimenticando così come dimentichiamo, purtroppo, ed è l'ultimo punto che mi sento di toccare, la assoluta necessità della valorizzazione dei princìpi dello Stato di diritto?
  È il quadro che mi permetto di proporvi. Grazie.

  ROSALBA DE GIORGI. Un saluto ai colleghi dell'Europarlamento ai quali rivolgo un augurio di buon lavoro.
  Vorrei rivolgervi una domanda sulle politiche europee per il clima. Queste dovrebbero puntare a fronteggiare per il presente e a contenere per il futuro tutti quei cambiamenti di cui purtroppo stiamo apprezzando l'intensità.
  Tenuto conto che proprio la neopresidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sostenuto che vuole far diventare l'Europa il primo continente climaticamente neutro e che intende presentare, entro i primi tre mesi del suo mandato, una serie di iniziative tra cui una legge europea sul clima, desidero chiedere se non ritenete che fissare per l'anno 2050, quindi oltre trent'anni, il raggiungimento della cosiddetta «neutralità climatica» così come paventato dalla neopresidente della Commissione sia un po’ troppo in là.
  Credo che proprio sulla scorta dei recenti fenomeni atmosferici che si stanno registrando in tutto il pianeta, non possiamo permetterci assolutamente il lusso di perdere altro tempo. Il mio timore è che non ricorrere in tempi brevi a misure più stringenti – ad esempio, va benissimo introdurre un prezzo per le emissioni di CO2 ed insistere sulla decarbonizzazione – possa Pag. 16contribuire a non raggiungere gli obiettivi prefissati.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi eurodeputati che desiderano replicare.

  ANNA CINZIA BONFRISCO, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Grazie, presidente Battelli, grazie presidente Licheri. I temi sul tavolo posti dai colleghi di Camera e Senato e i nostri rappresentanti dei Gruppi che hanno già dato un quadro molto ampio ci aiuta a focalizzare meglio solo alcuni dettagli in questi brevissimi interventi a noi consentiti.
  Quello che a me colpisce di più è la valutazione fatta dalla collega Galizia sul dumping fiscale, perché in altre occasioni abbiamo avuto modo, proprio da queste aule, di mettere in evidenza come l'effetto di tutto ciò che ha descritto la collega Galizia in Europa abbia prodotto che uno Stato dell'Unione, il Lussemburgo, abbia un reddito pro-capite è di 121.000 euro annui e altri Paesi, invece, che hanno contribuito alla nascita e alla crescita dell'Unione europea soffrono e pagano il prezzo di un dumping fiscale non più sostenibile.
  Ritengo che questo tema come quello ugualmente importante sollevato di un'austerità che ha creato povertà invece che rilanciare la crescita in Europa siano due tra i temi principali di quel quadro finanziario-programmatico che proprio in questa fase andiamo a sostenere in ordine anche a nuove emergenze e non solo alle grandi vecchie questioni economiche. Le nuove emergenze sono quelle della difesa dell'Unione europea, a partire dalla difesa dei confini, come ha ricordato il collega Panza, ma io aggiungo anche un tema della sicurezza che sta nel quadro complessivo delle iniziative internazionali di lotta al terrorismo che l'Unione europea deve porsi come una delle priorità e di lotta alle mafie e alla criminalità transnazionale che noi dobbiamo avere come principale obiettivo.
  Colgo questa occasione, nel concludere il mio intervento, per rappresentare la mia solidarietà alla nostra collega eurodeputata Rosanna Conte che proprio in questi giorni nel suo ruolo di eurodeputata e di amministratore locale riceve pesanti minacce proprio da quelle mafie che ovunque potranno andare in Europa, a partire dal nostro Paese, se noi non ci attrezziamo fortemente, economicamente, finanziariamente a combatterle. Grazie.

  PRESIDENTE. Visto il numero di richieste, portiamo a tre i minuti dell'intervento.

  DANIELA RONDINELLI, Parlamentare europeo – Non iscritti. Grazie, presidente. Vorrei ringraziare anche per le sollecitazioni che sono arrivate dal dibattito da parte dei senatori e deputati rispetto alle questioni europee e quindi l'attenzione che viene posta anche rispetto al nostro impegno futuro in ambito parlamentare.
  Vorrei mettere in evidenza un aspetto. Come MoVimento 5 Stelle auspichiamo che dopo anni di austerità che ha portato tagli alla spesa sociale nel nostro Paese, ma anche in altri Paesi, che hanno accentuato i temi delle diseguaglianze, i temi dell'austerità possano finalmente essere posti da parte nella nuova stagione. Veniva detto che il nostro sostegno è stato dato alla presidente della Commissione europea, ma non è un sostegno fine a se stesso, è un sostegno di fiducia che andrà verificato di volta in volta. Vorrei evidenziare che infatti nel suo discorso lei non ha mai assolutamente parlato di come o se vorrà affrontare le politiche di austerità e definitivamente chiuderle. Ha semplicemente fatto riferimento al fatto che l'economia reale deve essere a disposizione dei cittadini e delle imprese e non viceversa.
  Vengo ai temi della fiscalità. Ora si è parlato di dumping fiscale. Un tema che al MoVimento 5 Stelle è particolarmente caro è la denuncia che stiamo facendo rispetto a un mercato unico europeo che non sta dando benefici ai cittadini e alle persone che lavorano, proprio perché vi è un altro grande problema all'interno del mercato interno, che è appunto il dumping fiscale, come veniva giustamente richiamato, ma anche il dumping salariale.
  Nel mercato interno tra Paesi si sta giocando una competizione sleale, basata Pag. 17sul costo del lavoro e sulle politiche sociali. Rispetto a questo auspichiamo di trovare un consenso ampio all'interno del Parlamento europeo per una direttiva sul salario minimo europeo, che è una prima risposta, un primo strumento non solo di equità e di giustizia sociale, ma anche per porre fine, una volta per tutte, ad una disparità salariale che mette in concorrenza sleale i Paesi, le imprese e il lavoro.
  Abbiamo assistito in questi anni alle delocalizzazioni che hanno fatto perdere in alcuni Paesi posti di lavoro di qualità per avere nuovi posti di lavoro non di qualità in altri Paesi.
  Presidente, un ultimo punto rispetto all'importanza della fase ascendente che lei richiamava. Vorrei porre alla vostra attenzione il fatto che la settimana scorsa il Commissario Hogan ha partecipato alla Commissione Agricoltura, di cui io faccio parte insieme alla Commissione Occupazione e Affari sociali. Quello che rilevava il collega Dorfmann è assolutamente puntuale. Vorrei altresì rimarcare che il Commissario Hogan ha presentato l'accordo Mercosur in Commissione Agricoltura e vi sono state molte critiche e molte preoccupazioni da parte del Parlamento europeo. Questo per richiamarvi al fatto che probabilmente la ratifica da parte del Parlamento europeo su questo accordo la vediamo molto in salita e quindi ci sarà bisogno di un dialogo anche con il Parlamento italiano rispetto al destino di questo accordo che evidentemente beneficia economie come Argentina e Brasile, ma penalizza ovviamente l'agricoltura e le esportazioni europee. Grazie.

  DINO GIARRUSSO, Parlamentare europeo – Non iscritti. Cercherò di toccare quanti più punti possibili in questi minuti. Parto dal senso della scelta del nostro appoggio ad Ursula Von der Leyen. Qualcuno che mi ha preceduto ha detto che è stata persa un'occasione da parte delle forze che sostengono il Governo. Non è così. Le forze che sostengono il Governo sono due e una delle due ha scelto di appoggiare motivatamente la candidatura Von der Leyen dopo aver avuto delle rassicurazioni.
  Se così non fosse stato, se non avessimo seguito quello che ha fatto il Presidente Conte a livello di Consiglio, noi non avremmo la Presidente von der Leyen che è stata scelta proprio per modificare le prime scelte originali da parte di Merkel e Macron, che fondamentalmente puntavano su Weber e Timmermans. È stata una scelta di responsabilità dovuta al fatto che c'è stato un impegno reale sul salario minimo europeo. Come ha detto bene la collega Rondinelli, il salario minimo, se non è europeo, può penalizzare alcune economie fra le quali la nostra. Sul Climate Change – rispondo anche alla nostra collega del MoVimento 5 Stelle – chiaramente sarebbe molto buono che nel 2050 si arrivasse a livello di pareggio e che nel 2030 si arrivasse ad oltre 50 per cento come ha chiesto la Von der Leyen. Speriamo, in maniera molto realista, di avere questi risultati e poi di realizzare la riscrittura totale del Regolamento di Dublino perché è stato questo quello che Ursula von der Leyen ha detto nel suo discorso: non una riformina.
  Rispondo anche a chi ha chiesto perché non è stata votata dai colleghi uscenti quella proposta di riforma: perché non era abbastanza. Incredibilmente, se si fosse votata quella riforma, si sarebbe avallato un nuovo regolamento penalizzante per l'Italia. Sono contento che allora i miei colleghi, io non c'ero, abbiano deciso di votare contro insieme al gruppo della Lega e in questo caso eravamo d'accordo. Non era abbastanza e avrebbe significato per tanti altri anni continuare a condannare l'Italia a occuparsi fondamentalmente da sola di buona parte del fenomeno dell'immigrazione. Sono d'accordo con il collega di Fratelli d'Italia sulla democrazia interna. C'è stata una scelta da parte di molte forze di non concedere vicepresidenze, per esempio, a gruppi della destra. Come MoVimento 5 Stelle, invece, abbiamo lealmente votato e chiaramente non sempre nelle Commissioni questo è stato determinante.
  Sul Mercosur ha detto bene la collega Rondinelli. Nel mio intervento a Hogan ho detto che quando Bolzonaro decide di rendere legali 150 pesticidi che da noi sono Pag. 18vietati, noi non possiamo pensare che questi prodotti entrino in Italia e in Europa senza adeguati controlli. Quindi, su questo accordo va capito qual è l'atteggiamento reale di grandi economie emergenti, soprattutto il Brasile con il suo nuovo presidente.
  Ultime due cose: paradisi fiscali e legislazione antimafia comune. È una nostra battaglia e siamo felici se la condurremo tutti come Italia.
  Il collega De Luca ha parlato dello stato di diritto, difesa dello stato di diritto, difesa dell'indipendenza della magistratura. Mi sorprende, collega De Luca, che lei, visto che nel suo partito in Italia c'è qualcuno che si è messo a parlare di chi mettere nelle procure con l'allora presidente dell'Associazione nazionale magistrati...
  La prego, io non l'ho interrotta.

  PRESIDENTE. Rimaniamo sul tema, collega Giarrusso.

  [fuori microfono interventi dei deputati gruppo PD, Sensi e De Luca]

  PIERO DE LUCA. [fuori microfono] Presidente, mi aspetto una censura delle frasi che ha appena detto il collega Giarrusso perché non hanno nulla a che vedere con il tema in discussione oggi.

  PRESIDENTE. Non siamo in televisione. Qui decido io.
  Collega Giarrusso, la prego di sospendere di parlare, anche il collega De Luca e il collega Sensi. Rimaniamo sul tema.

  DINO GIARRUSSO, Parlamentare europeo – Non iscritti. Quando viene sollevato un tema da un collega io ho il diritto di rispondere, presidente Battelli.

  PRESIDENTE. Non è stato attaccato.

  PIERO DE LUCA. (fuori microfono) ... della magistratura, o forse ho sentito male?

  PRESIDENTE. Chiudiamo qui. Il collega Giarrusso ha superato il tempo a disposizione.

  FRANCESCA DONATO, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Grazie, presidente. Soltanto qualche breve annotazione, qualche rilievo sulle tematiche che sono emerse da queste presentazioni. Partirei dal tema centrale dell'Agenda europea illustrata dalla Presidente della Commissione Von der Leyen, cioè l'aspetto climatico, la lotta al cambiamento climatico e la riduzione del gas serra – che è stata poco fa richiamata –, che è fissata entro il 2030.
  Vorrei ricordare che questo tema era già stato oggetto di profondi dibattiti un po’ di anni fa, segnatamente tra il 2009 e il 2011 quando si parlò di riprendere la costruzione di centrali per l'energia nucleare nel nostro Paese. Allora una delle ragioni era proprio quella della riduzione del gas serra, ma ahimè, siccome forse a qualcuno non faceva molto comodo che anche noi producessimo energia nucleare e smettessimo di importarla dagli altri Paesi si è arrivati, tramite una stringente campagna mediatica, ad un referendum che poi ha abolito la possibilità di produrre energia nucleare nel nostro Paese.
  Noi continuiamo ad essere quasi l'unico Stato europeo avanzato a non avere delle centrali nucleari e questo chiaramente comporta la nostra dipendenza da chi come la Francia, la Germania, il Regno Unito, il Belgio e altri Paesi importanti esportano anche nel nostro Paese. Si è dimenticato il problema dei gas serra per una decina d'anni e oggi siamo di nuovo qui a parlarne senza tener conto del fatto che una persona non proprio di passaggio come il premio Nobel Rubbia abbia evidenziato, in un suo celebre intervento proprio alle Camere riunite, che non esiste uno studio scientifico che certifichi che se domani mattina cessassero totalmente le emissioni di gas serra si arresterebbero i cambiamenti climatici. Come la storia ci insegna, i cambiamenti climatici nella storia del nostro pianeta ci sono sempre stati. Gli ultimi importanti risalgono agli anni Quaranta, ma ne abbiamo traccia anche nei secoli precedenti.
  Non vorrei che tutta questa politica all'insegna della lotta al cambiamento climatico Pag. 19 nascondesse, in realtà, degli interessi diversi. Vorrei che ci fosse un atteggiamento meno fideistico, meno propagandistico su questo tema e si guardasse, come fanno tutti gli altri Stati europei, anche un po’ più all'interesse nazionale, come è stato correttamente richiamato dal collega Panza, e guardare quali sarebbero i costi in termini economici, ma anche di produttività e di esportazione per le nostre imprese adeguandosi a questo tema.
  Brevissimamente, riguardo ai tagli ai fondi di coesione che, in realtà, non penalizzerebbero l'Italia, stiamo attenti perché, essendo noi contribuente netto dell'Unione europea, ogni aumento dei fondi, visto anche il fatto che la criticità maggiore è quella del sistema di assegnazione dei controlli che rende per il nostro Paese veramente difficile l'accesso a questi fondi, significa un esborso in più da parte nostra e una minore entrata.
  Grazie.

  ANTONIO MARIA RINALDI, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Ringrazio i colleghi presenti. Sarò molto veloce. Innanzitutto vorrei rispondere perché ho sentito un collega parlamentare il quale ha espresso dei dubbi sulla posizione della Lega sulla Brexit, nel senso che se da una parte la Lega appoggia la Brexit, dall'altra parte è preoccupata per le esportazioni. La linea della Lega è molto precisa.
  Innanzitutto c'è stata una votazione e quindi è ovvio che l'Italia deve rispettare, e ci mancherebbe, il voto britannico, ma il problema è che purtroppo l'attuale Commissione europea, cioè quella Junker, ancora in carica, non ha fatto assolutamente nulla per poter arrivare a un accordo che tenesse conto delle esigenze sia dell'Inghilterra che dei Paesi dell'Unione europea. Pertanto, la Lega vorrebbe tantissimo che non si arrivasse alla cosiddetta «hard Brexit», cioè a un'uscita unilaterale con ovvi problemi in merito al commercio fra i Paesi dell'Unione europea, ma che si arrivi a degli accordi; accordi che possono passare dal riconoscimento di uno status di Paese associato all'Unione europea per salvaguardare l'interscambio di beni e servizi con il Regno Unito.
  D'altronde, sin da piccoli sappiamo che il cliente ha sempre ragione. In questo caso la Gran Bretagna è il cliente. Sembra che l'Unione europea fino adesso sia andata avanti con un principio di punizione nei confronti dell'attuazione dell'articolo 50. Dirò brevemente che il Vertice Euro del 21 giugno scorso si è concentrato sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria. In particolare, si è concentrato sull'utilizzo dello strumento di bilancio, modifiche al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) e rafforzamento dell'unione bancaria.
  Ebbene, ciò fare passa da una revisione e soprattutto da una moratoria del fiscal compact. Sappiamo che è illegittimo, secondo l'intuizione del professor Giuseppe Guarino, perché è in contrasto con quanto prevedono i trattati su cui si fonda l'Unione europea, cioè sia Maastricht che Lisbona. Sappiamo che il trattato di stabilità, comunemente chiamato fiscal compact, è un accordo intergovernativo non ancora inglobato nel corpus dei trattati.
  Dovevano passare cinque anni affinché questo avvenisse. Non è avvenuto. Anzi, ci sono state varie risoluzioni contrarie. Penso che l'azione della prossima legislatura sia quella di verificare effettivamente la legittimità o meno del fiscal compact, anche perché non lo sta applicando, di fatto, nessuno, a iniziare da Paesi come la Francia. Faccio parte della Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) e sarò portatore di questo.
  Ultima cosa. Andrebbe anche rivisto il mandato e la funzione della Banca centrale europea, innanzitutto istituendo nel suo mandato la possibilità di essere prestatrice di ultima istanza così come avviene in tutte le Banche centrali del mondo e soprattutto di inserire all'interno dei suoi target anche target di occupazione, anche in omaggio al nostro dettame costituzionale, così come previsto da moltissime Banche centrali, a iniziare dalla Federal Reserve.

  PRESIDENTE. Abbiamo esaurito gli interventi a titolo personale. C'è qualcun altro Pag. 20 sul titolo personale che vuole intervenire? No.
  Do la parola, sempre per tre minuti, ai rappresentanti dei gruppi che hanno chiesto una replica.

  FRANCO ROBERTI, Parlamentare europeo del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Ringrazio i colleghi deputati e senatori che hanno, con i loro interventi, stimolato questo dibattito. Risponderò nei tre minuti, soltanto per flash, ad alcuni punti che naturalmente riguardano più da vicino il mio personale impegno di europarlamentare. Che cosa succederà sul tema migratorio? Si arriverà alla riforma di Dublino? Tutti ci auguriamo di sì, nei sensi da noi indicati.
  Ricordo che c'è già all'esame, e purtroppo è fermo al Consiglio europeo, un progetto di riforma di Dublino, approvato dal Parlamento europeo a larghissima maggioranza nel dicembre del 2017 che si fonda su un principio, il principio che è stato enunciato anche oggi qui: chi arriva in Italia, chi arriva in Francia, chi arriva in Spagna, chi arriva in Grecia, arriva in Europa. Con tutte le conseguenze del caso: ripartizione automatica dei migranti pro quota, obbligo di accettare questa ripartizione dei migranti. Chi non accetta questo principio solidaristico è fuori dall'Europa. Questo è il punto. Bisogna arrivare a questa affermazione.
  Parallelamente al nuovo regolamento di Dublino bisogna rafforzare la lotta ai trafficanti di esseri umani. Su questo punto vengo a rispondere anche alla domanda della collega che parlava del procuratore europeo come possibilità di sviluppo della cooperazione giudiziaria europea sul piano penale.
  A mio avviso, bisogna rafforzare la cooperazione europea per il contrasto alle mafie transnazionali per il contrasto al terrorismo e per il contrasto ai trafficanti di esseri umani. Il procuratore europeo può essere un tassello in più in questo apparato di contrasto, ma rispetto alla iniziativa o disegno del procuratore europeo come era previsto dall'articolo 86 del Trattato di Lisbona siamo andati verso una ipotesi di cooperazione rafforzata che entrerà in vigore, dovrebbe entrare in vigore, l'anno prossimo, che è molto deludente rispetto alle aspettative di un procuratore europeo forte che riuscisse a coordinare le indagini non solo per i reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, ma anche, come ben possibile in base al Trattato di Lisbona per quanto riguarda il contrasto alle mafie transnazionali e al terrorismo. Staremo a vedere come si costituirà il procuratore europeo. Naturalmente anche lì è una questione di fondi, quindi una questione di bilancio. Ecco perché dicevo prima che è importante stanziare più fondi per la giustizia in Europa, penale e civile, per il procuratore europeo, per Eurojust e per Europol che si sta modificando e che si sta evolvendo in un apparato di polizia internazionale con più poteri e soprattutto con più mezzi per potere assicurare la efficacia delle azioni di contrasto.
  Credo sia importante costituire la Commissione europea antimafia. Conto molto sull'apporto di questo Parlamento per quanto riguarda la spinta verso la costituzione di questo importantissimo organismo.
  Ultima cosa, presidente. Se vogliamo cambiare le cose, noi dobbiamo cercare le maggioranze, dobbiamo cercare di creare maggioranza fra gli altri Stati europei. Isolarsi rispetto al contesto, secondo me, va esattamente nella direzione opposta a quella di cambiare le cose attraverso le maggioranze.
  Su Dublino possiamo trovare la maggioranza e ci impegneremo per questo.

  HERBERT DORFMANN, Parlamentare europeo del Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani). Sono proveniente da una provincia autonoma che tiene fortemente alla propria autonomia, appartenente a una minoranza linguistica. Vorrei solo rispondere a due domande che sono state poste. La prima è sul regionalismo. Purtroppo in un momento di crescente nazionalismo a livello europeo è chiaro che l'idea di un'Europa delle regioni trova le sue difficoltà come le trova il Comitato delle regioni. Era una domanda specifica. Pag. 21
  È chiaro che il Comitato delle regioni – noi siamo tutti parlamentari, quindi sappiamo quanto è difficile lavorare in una Camera che sostanzialmente non ha nessun potere legislativo, ha un potere consultivo – a mio avviso, così come è oggi, molto difficilmente riesce a portare avanti l'idea di una vera Europa delle regioni, della quale, secondo me, l'Europa avrebbe bisogno. Basta vedere quello che è successo in Scozia o sta succedendo e succederà probabilmente nei prossimi mesi in Scozia dopo l'uscita della Gran Bretagna, del Regno Unito dall'Unione europea, ma soprattutto quello che è successo in Catalogna, che ha fatto vedere quanto è importante la considerazione anche di un'Europa delle regioni. Sono grato al collega di Forza Italia che ha sollevato la questione delle minoranze in Europa. È un argomento importante.
  Questa Europa è ricca, ma ha tante lingue, tante culture. Noi abbiamo portato avanti un'iniziativa dei cittadini, Minority SafePack, che ha raggiunto la soglia. Abbiamo raccolto 1.200.000 voti che porteremo alla Commissione europea appena la nuova Commissione si stabilirà. Chiederemo una politica più forte anche proprio sulla tutela delle minoranze all'interno dell'Unione europea.

  CARLO FIDANZA, Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei. Vado per spot su alcune risposte. Intanto mi ricollego all'ultima parte dell'intervento del collega Dorfmann per dire che, ovviamente, la penso in maniera radicalmente opposta alla sua, ma questa non è una novità su questi temi. In realtà, io sono stato anche membro del Comitato delle regioni e posso testimoniare per presa diretta che così com'è non ha nessun senso. È non dico un «carrozzone», che è piccolino, ma una «carrozzina burocratica» che vorrebbe ambire ad avere un ruolo. Purtroppo è chiaro che bisognerebbe avere un'Europa di Stati nazionali attenta alle ragioni dei territori. Probabilmente questa istituzione, per le modalità con cui opera, non è in grado in questo momento di svolgere questo ruolo. C'è una questione di cultura politica del Parlamento e delle altre istituzioni.
  Io vengo da un'esperienza negli enti locali. Quando ho fatto il parlamentare europeo nella mia prima esperienza e mi arrivava un parere del Comitato delle regioni tendenzialmente lo tenevo in considerazione perché venivo da un'esperienza precedente in cui sapevo che era importante la voce dei comuni, delle regioni. Sta spesso anche alla selezione della classe dirigente e alla cultura politica di chi siede nelle altre istituzioni europee tenere in debito conto la voce di questa istituzione.
  Sul tema dello stato di diritto e dell'avvio della procedura di infrazione alla Polonia, sempre al collega Giglio Vigna rispondo perché il partito di maggioranza di governo in Polonia fa parte del mio gruppo politico e del nostro gruppo politico in Parlamento europeo, ma la sensazione è che l'attivazione delle procedure ex articolo 7 sia una clava di natura politica nei confronti di Governi legittimamente eletti. Lo stato di diritto viene reclamato e diventa una questione di vita o di morte, addirittura diventa strumento di condizionalità nella nuova proposta della Commissione per l'attribuzione dei fondi di coesione laddove c'è un nemico politico da abbattere. Si attiva a comando a seconda se il Governo è amico o no. È una cosa che preoccupa molto, onestamente, perché non c'è una coerenza nella difesa dello stato di diritto che, invece, in molte altre situazioni viene lasciato correre senza che vengano attivate procedure simili.
  Sulla questione del Trattato di Dublino noi riteniamo che, in realtà, in questo momento sia un falso problema, nel senso che la priorità, a nostro avviso, deve essere data alla tutela e alla difesa dei confini esterni attraverso una missione europea di contrasto alle partenze e di intervento in mare per impedire ai barconi di partire e contestualmente con un impegno della comunità internazionale per l'istituzione in territorio africano di centri di identificazione per verificare lo status di profugo rispetto, invece, a quello di immigrante economico. Soltanto così si può davvero porre fine a questo traffico disumano e non certo ragionando Pag. 22 di ricollocamenti più o meno obbligatori.
  L'ultima questione, invece, riguarda il clima. Sposo integralmente l'intervento della collega Donato. Noi riteniamo - chiudo, presidente - che le parole e gli impegni che la Presidente Von der Leyen ha preso sui temi del clima siano una follia. Sono utopia. È un qualcosa di assolutamente irrealizzabile. Qualora fossero realizzati, sarebbe la morte di centinaia di migliaia di imprese europee. Questo è un impegno volto a cercare di avere la benevolenza del Gruppo dei Verdi nella fase successiva di questa legislatura, ma è un qualcosa di assolutamente irrealizzabile che va in una direzione assolutamente insostenibile per la nostra economia.

  ALESSANDRO PANZA, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Grazie, presidente. Volevo giusto fare riferimento a quanto è stato espresso da qualche collega sul fatto della marginalità a volte intesa dell'Italia o della Lega in particolare durante le prime battute dell'insediamento della IX legislatura al Parlamento europeo. È bene spiegare ai colleghi che c'è stata l'istituzione, di cui non si è fatto neanche troppo mistero, del cosiddetto «cordone sanitario». Il Gruppo Lega, la delegazione leghista dell'ID-Group, del Gruppo ID (Identità e Democrazia), di cui fa parte la Lega, di cui fa parte il Rassemblement National di Marine Le Pen e altri gruppi che rappresentano oltre 20 milioni di elettori sono stati sistematicamente e deliberatamente esclusi da ogni rappresentanza.
  Stessa cosa vale per il dialogo fatto con la Commissaria europea, con la presidenza della Commissione europea. La Presidente Von der Leyen ha ritenuto opportuno non dialogare con la delegazione della Lega. Ognuno trae le proprie conseguenze. Per dialogare bisogna essere in due. Per trovare una situazione di confronto e di accordo bisogna essere in due. C'è stata la volontà deliberata da parte delle istituzioni europee, da parte di una parte - scusate il gioco di parole - di una piccola parte, comunque determinante, dell'istituzione Unione europea di non considerare la Lega, che comunque è il primo partito in Italia, ma è anche forza di governo all'interno dell'Italia. Questo è bene rimarcarlo. Non c'è stato un affronto nei confronti del singolo parlamentare o del singolo rappresentante; c'è stato un deliberato attacco nei confronti di una forza di maggioranza e di governo. Giustificata da che cosa? Stiamo ancora cercando di capirlo. Probabilmente dal fatto che non siamo particolarmente simpatici o che il messaggio che lanciamo politicamente non piace all’establishment europeo.
  Visto che abbiamo avuto la fortuna, l'onore e l'onere di essere democraticamente eletti, perché noi, a differenza di qualche burocrate europeo, i voti li abbiamo presi dai cittadini italiani (questo, può piacere o meno, è successo), fintanto che facciamo parte di istituzioni che si proclamano democratiche, avendo preso i voti, cerchiamo di rappresentare coerentemente il messaggio politico che abbiamo offerto ai nostri elettori e che i nostri elettori hanno raccolto e trasformato in voti. Questo giusto per chiarire il fatto che qualcuno sostiene che sia stato giusto quello che è successo. Ritengo fortemente poco opportuno quello che è successo. Vedremo come andranno i nove voti raccattati mettendo d'accordo tutto e il contrario di tutto.
  Lo abbiamo visto anche sulla politica nazionale. Governi che stanno in piedi mettendo insieme maggioranze bislacche difficilmente ottengono risultati utili per i cittadini.

  FABIO MASSIMO CASTALDO, Vicepresidente del Parlamento europeo. Grazie, presidente. Anch'io cercherò di essere molto sintetico e di toccare velocemente alcuni punti.
  Sul tema della cooperazione in materia penale e giudiziaria, senz'altro sosterremo il rafforzamento delle competenze e degli strumenti, specialmente quelli adibiti alla lotta al crimine organizzato. Voglio ricordare anche che da sempre abbiamo sostenuto, come nostro cavallo di battaglia, l'introduzione della fattispecie di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso in tutto il continente europeo, così Pag. 23come l'introduzione di regimi obbligatori di confische, simili a quelli adottati in Italia, che hanno prodotto, ovviamente, nel tempo risultati particolarmente brillanti e che crediamo possano essere un modello importantissimo anche su scala continentale.
  Per quanto riguarda il tema della Brexit, senz'altro condivido il parere dei colleghi che hanno espresso l'importanza di pervenire a un accordo e di difendere un saldo rapporto con la Gran Bretagna, che - ricordo - è il quarto mercato di export per l'Italia. Senz'altro condivido anche la volontà di svolgere noi un ruolo di mediazione, ma non dimentichiamoci che dobbiamo avere come assoluta priorità la tutela dei diritti dei cittadini italiani che risiedono in questo momento all'interno di quel Paese e che superano il mezzo milione di persone, come ci dicono molte statistiche, e anche la tutela degli interessi del nostro Paese a non dover colmare un eventuale buco di bilancio importantissimo che si andrebbe a originare qualora la Gran Bretagna uscisse senza alcun tipo di accordo, quindi eventualmente si dovesse andare a trovare una soluzione per gli impegni sul bilancio pluriennale del 2020, che - ricordo - terminerà il 31 dicembre del 2020. Senza dimenticarci, poi, del Good Friday Agreement, cioè il processo di pace nell'Irlanda del Nord, che verrebbe messo seriamente a repentaglio qualora non si trovasse un'intesa sulla famosa vexata quaestio del backstop.
  Voglio segnalare anche che, purtroppo, alcuni colleghi hanno ribadito il nostro voto contrario dello scorso mandato, andando un po’ a mistificare la realtà. Il nostro voto contrario non era sulla riforma del Regolamento di Dublino, ma sul mandato negoziale votato dal Parlamento alla relatrice di quella proposta per andare a negoziare con il Consiglio e con la Commissione, esattamente per il motivo - da noi più volte spiegato - che lo ritenevamo ancora debole rispetto alla necessità di avere un impegno europeo anche sulla gestione dei migranti economici, onde evitare che questa ricadesse interamente sul nostro Paese, come più volte è accaduto in passato. Sostanzialmente, volevamo un mandato più forte per avere più margini di negoziazione.
  La storia, poi, ci ha raccontato che il Consiglio è stato enormemente ostile a questi passi in avanti, non si è trovato un accordo soddisfacente rispetto alle nostre istanze, più che condivisibili, di avere una solidarietà che fosse effettiva e non soltanto per slogan o per pacche sulle spalle. Questo ha palesemente mostrato il fatto che il problema oggi non è tanto trovare un accordo in Parlamento, nel quale, secondo me, si può trovare una maggioranza su un testo che sia sicuramente estremamente migliorativo rispetto alla soluzione attuale, ma sicuramente all'interno del Consiglio, e su questo sarà fondamentale cercare di trovare delle convergenze con altri Paesi partner.
  Segnalo un ultimo tema di particolare rilevanza. Si è parlato molto, nel discorso della Presidente Von der Leyen, del superamento dell'unanimità per quanto riguarda i voti espressi su alcune materie. Penso, in particolare, alle politiche fiscali, sulle quali siamo senz'altro d'accordo al fine di superare il veto di alcuni paradisi fiscali che di fatto oggi esistono all'interno dell'Unione, ma predico estrema prudenza sul superamento dell'unanimità in materia di politica estera. Una politica, a nostro avviso, poco assennata e avveduta in termini di adozione delle sanzioni nel corso degli scorsi anni ci dovrebbe far riflettere con grande cautela e prudenza a una scelta che potrebbe essere foriera di conseguenze importantissime per il nostro Paese e per altri Paesi dell'Unione. Senz'altro su questo ci sarà la necessità di un focus molto dedicato da parte nostra.

  PRESIDENTE. Abbiamo finito gli interventi. Abbiamo ancora una quindicina di minuti. Chiedo ai colleghi deputati e senatori se c'è qualcuno per un intervento brevissimo di un minuto.
  Il collega De Luca mi ha chiesto un minuto per una precisazione. Non è una replica, ma una precisazione. La replica l'hanno fatta i colleghi del Parlamento europeo.

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  PIERO DE LUCA. Presidente, dal dibattito emerge che alcune forze politiche, non avendo grandi argomenti a sostegno delle proprie tesi, continuano a portare avanti battaglie di violenza, odio o mancata trasparenza o serenità nel dibattito politico, che noi continuiamo a stigmatizzare anche in quest'aula.
  Condividiamo la volontà di rafforzare l'unione bancaria. Mi pare che qualche forza politica abbia fatto un passo indietro rispetto alle offese che ha ricevuto il presidente Mario Draghi troppe volte nel corso degli anni passati. Così come non possiamo accettare quello che è stato detto, che il fiscal compact è illegittimo rispetto ai trattati europei. È una falsità clamorosa. Chi lo ha detto sa bene che è una falsità clamorosa.
  Non possiamo non rimarcare il nostro sostegno al lavoro che Franco Roberti svolgerà nelle prossime settimane e si candida a svolgere in Parlamento europeo per la lotta ai trafficanti, la lotta alla criminalità transfrontaliera e il rafforzamento della riforma del Regolamento di Dublino. Troppa confusione c'è stata nelle forze politiche e la crisi, la frattura enorme che è emersa anche oggi tra le forze del MoVimento 5 Stelle e della Lega è molto evidente e continua a indebolire, purtroppo, il nostro Paese.
  È drammatica la situazione emersa oggi nel dibattito parlamentare.

  EMANUELA ROSSINI. La visione dell'Europa come Europa delle regioni. Il ruolo che ha il Comitato delle regioni, ma anche le politiche sovranazionali che stiamo già portando avanti da diversi anni all'interno della macroregione alpina, l'EUSALP (EU-Strategy for the Alpine Region), di cui la Lombardia ha la presidenza ora. Questi sono due strumenti fondamentali per portare avanti politiche che da solo ogni Stato non è più in grado di condurre. Parlo della mobilità, parlo dell'ambiente, dell'innovazione, dell'energia, della sostenibilità della vita in montagna. Sono due esempi chiari della direzione da prendere, ma anche dei successi finora portati avanti.
  Le politiche, per ora di partenariato, e tutte le attività dell'EUSALP sono alla base di alcuni degli interventi più innovativi che stiamo facendo all'interno delle nostre regioni.

  GUIDO GERMANO PETTARIN. Grazie, presidente. Intervengo solo per una puntualizzazione sull'intervento precedente che ho fatto, per ricordare ai colleghi, che naturalmente sono già informati, che la Cina in questo momento sta investendo moltissimo in Bosnia. Gli Stati Uniti lo stanno facendo in Croazia, in particolar modo per quanto riguarda Veglia. I russi stanno, in modo ricambiato, trattando con grande presenza con Belgrado. È una partita molto complicata, talmente complicata che in Croazia è la Cina che sta costruendo il Ponte di Sabbioncello con i fondi comunitari. Non vorrei che, nonostante il riscaldamento globale, il congelamento dell'Europa, che il Presidente Mattarella ha sottolineato, ci sia già.

  ANDREA CAROPPO, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Sarò telegrafico. La mia è più una mozione d'ordine. Mi rivolgo con il massimo rispetto nei confronti dei presidenti di entrambe le Commissioni, di Camera e Senato. L'incontro di oggi è stato particolarmente partecipato da parte degli europarlamentari. Non vedo parlamentari uscenti, tra i parlamentari in carica, e non vorrei che i prossimi incontri, a livello di presenza di parlamentari e di neoparlamentari che si propongono con grande volontà di fare un lavoro utile per i rispettivi territori per cui sono stati eletti, fossero meno partecipati.
  Va benissimo il dibattito di oggi. Credo, però, sia più utile per tutti provare a finalizzarlo a livello tematico, sennò rischia di diventare un talk show, un grande dibattito in cui ognuno espone le proprie posizioni - per carità, tutte rispettabili - ma che rischiano di essere poco utili, alla fine, nell'interesse dei nostri cittadini.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Caroppo. Ci tengo a dirle che ha ragione. Come ho già detto nel mio intervento di apertura dei lavori, questo era un incontro preliminare conoscitivo. Ovviamente, sui vari dossierPag. 25che si presenteranno davanti a noi, organizzeremo cose più ristrette per entrare nel tema preciso. Questo era un incontro iniziale, conoscitivo.

  ANTONIO MARIA RINALDI, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Grazie, signor presidente. Sarò velocissimo. Siccome è stato affermato che il fiscal compact non è illegittimo, io mi rifaccio a ciò che dice Giuseppe Guarino, principe del diritto italiano. L'articolo 2 del fiscal compact dice che «le parti contraenti applicano, interpretano il presente trattato conformemente ai trattati su cui si fonda l'Unione europea», cioè Maastricht e Lisbona. Siccome il successivo articolo, l'articolo 3, dice...

  PIERO DE LUCA (fuori microfono)

  ANTONIO MARIA RINALDI, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Zitto, per cortesia.

  PRESIDENTE. Collega Rinaldi, lei non può dire «zitto» a un collega. Al massimo glielo dico io. E non glielo dirò. Ha trenta secondi nel merito.
  Collega De Luca, di questo parlate fuori, lasci parlare il collega Rinaldi.

  ANTONIO MARIA RINALDI, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. L'articolo 3 stabilisce che la posizione di bilancio della pubblica amministrazione di una parte contraente in pareggio o in avanzo è in palese contrasto con l'articolo 104C di Maastricht e 126 di Lisbona, che invece fissano al 3 per cento il limite dell'indebitamento. Quindi, è più che illegittimo.

  FRANCO ROBERTI, Parlamentare europeo del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Voglio solo dire che accolgo con grande convinzione l'appello del collega Pettarin, se ho capito bene, sui Balcani occidentali. Anche io considero l'eventuale allargamento dei Balcani occidentali un passaggio importante, di cui non si parla più. I Balcani occidentali sono, dal mio punto di vista, per il contrasto alla criminalità organizzata fondamentali. Abbiamo fatto anche accordi tra le varie procure con la Croazia, con la Serbia, con la Bosnia-Erzegovina proprio per frenare e assicurare lo scambio di informazioni proprio sui trafficanti di esseri umani.
  Naturalmente, il discorso si allarga, come ha fatto il collega, anche all'invasione delle altre potenze mondiali verso l'Europa e verso questa particolare parte dell'Europa.

  FABIO MASSIMO CASTALDO, Vicepresidente del Parlamento europeo. Molto velocemente, presidente. Per ribadire quello che hanno detto anche i colleghi prima sui Balcani occidentali.
  Voglio, da membro della Commissione affari esteri e difesa, ribadire che l'attenzione c'è, almeno da parte nostra. Non vogliamo che venga trascurata una regione geografica strategica per il nostro Paese e che diventi terreno di conquista per altre potenze geopolitiche, che la allontanino da un saldo ancoraggio nei confronti della sua naturale dimensione, che è quella di un futuro nell'Unione europea.
  Auspichiamo che ci sia anche un'apertura delle negoziazioni nei confronti della Macedonia del Nord e dell'Albania, più volte osteggiata da parte di alcuni Paesi che si sono, ahimè, manifestati come eccessivamente attenti a profili più legati, a mio modesto parere, a propaganda che a temi concreti, e hanno contrastato i passi in avanti importanti fatti negli ultimi anni. Sicuramente su questo ci potrà essere - spero - un'ampia convergenza, visti gli interessi nazionali e strategici presenti all'interno della regione.

  ALESSANDRO PANZA, Parlamentare europeo del Gruppo Identità e Democrazia. Un intervento riguardante la questione sollevata dalla collega per quanto riguarda EUSALP e le regioni montane in particolare. Intervengo non in quanto delegato della Lega, ma in quanto membro della Commissione REGI, quindi sviluppo regionale e coesione territoriale, per dire che anche dal nostro punto di vista c'è massima attenzione per andare incontro ai territori cosiddetti «disagiati» o comunque i territori montani. Pag. 26
  Per quanto riguarda l'Italia, vista la presidenza di EUSALP della regione Lombardia e la grande fortuna e l'impegno dell'Italia di avere tutto l'arco alpino, a differenza di tutti gli altri Stati, da parte nostra sicuramente su questo ci sarà grande attenzione per quanto riguarda lo stanziamento dei fondi e tutte le politiche. Penso ai fondi Interreg per quanto riguarda i rapporti con la Svizzera in questo tipo di ambito.

  PRESIDENTE. Abbiamo terminato. Ringrazio i colleghi europarlamentari.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.50.