XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 29 di Martedì 4 giugno 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi nella regione Campania, Gerlando Iorio:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 13 
Nugnes Paola  ... 14 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Nugnes Paola  ... 18 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 18 
Nugnes Paola  ... 19 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 19 
Nugnes Paola  ... 19 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 19 
Nugnes Paola  ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20 
Braga Chiara (PD)  ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 21 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 21 
Braga Chiara (PD)  ... 21 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 21 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 22 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 22 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 22 
Braga Chiara (PD)  ... 22 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 22 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 23 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 23 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 24 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Iorio Gerlando , Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi nella regione Campania, Gerlando Iorio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul costante ripetersi in alcune zone del Paese del fenomeno degli incendi presso impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, con particolare riferimento alla regione Campania, l'audizione del viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania, Gerlando Iorio, che ringrazio per la presenza.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa l'audito che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Ricordo che la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, nonché dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti.
  Do la parola al dottor Gerlando Iorio per lo svolgimento della sua relazione.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Saluto tutti i parlamentari della Commissione.
  Sono onoratissimo di partecipare, di essere stato convocato a quest'audizione, che crea per me un momento di confronto importante con questa Commissione, tra l'altro in una tradizione già collaudata di incontri con i miei predecessori negli anni passati. Ora c'è la novità che la figura dell'incaricato ha un quadro di riferimento un po’ cambiato, perché oggi la cornice di riferimento è il nuovo piano d'azione governativo firmato a Caserta nel novembre scorso, sul quale poi magari mi soffermerò brevemente.
  Tutti sapete quali sono la funzione e il ruolo dell'incaricato, figura che nasce tra il 2012 e il 2013, in piena emergenza roghi in Campania, quando il Governo interviene nominando un incaricato con compiti di raccordo rispetto alle Istituzioni e agli altri soggetti interessati al fenomeno dei roghi e di affiancamento all'attività delle prefetture sul territorio.
  Subito dopo la nomina fu stilato un patto, il cosiddetto Patto della Terra dei fuochi, nel luglio 2013, primo impegno concreto dei soggetti in campo che si assumono degli oneri, dei compiti e degli impegni per Pag. 4cercare di porre in essere un piano strategico per contrastare il fenomeno dei roghi.
  Questo patto fu firmato dai sindaci della zona – inizialmente, erano 57 i comuni interessati, quelli della fascia tra Napoli e Caserta, dove il fenomeno era più grave allora, e per la verità lo è ancora – oltre che dalla regione Campania, dalle prefetture e dalle associazioni del volontariato. Si tratta di un patto che essenzialmente nasce dal livello locale. Lo dico perché il nuovo piano d'azione ha, invece, una valenza diversa, un respiro forse più ampio.
  Una delle previsioni di questo patto d'azione è quella dell'istituzione di una cabina di regia, che è uno strumento di sostegno all'attività dell'incaricato ed è composta da tutti i soggetti interessati al fenomeno, in particolare le Forze di polizia, i comuni rappresentati attraverso l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), la regione e la componente dell'Esercito. Come sapete, infatti, dal 2015, se non sbaglio, un'aliquota dell'Esercito, del contingente di «Strade sicure», è stata destinata alla vigilanza in materia di abbandono e di roghi di rifiuti. Si tratta di 200 militari: cento operano in provincia di Napoli e cento in provincia di Caserta.
  A questa cabina di regia di recente abbiamo dato una vocazione e uno sprint più squisitamente operativi, addirittura con la predisposizione di dispositivi di controllo del territorio, in particolare un piano di intervento, un piano d'azione, l'ultimo piano che abbiamo attuato nell'ultimo anno o anno e mezzo, che ha come punto di riferimento, come obiettivo, due linee di intervento principali.
  La prima è una linea di intervento che riguarda il fattore di analisi o di regolamentazione: la cabina di regia, questa struttura a cui facevo riferimento, svolge un'analisi strategica del fenomeno e di individuazione delle azioni di prevenzione e contrasto. Non si tratta, però, solo di analisi del dato, come ha fatto tradizionalmente questa struttura, nel senso di analizzare i dati e fornire ai soggetti interessati, agli interlocutori che poi devono tradurre queste indicazioni in azioni, dei riferimenti. Parliamo anche di misure con il coinvolgimento delle autonomie locali, degli enti locali, volte a individuare degli accorgimenti che consentano soprattutto agli enti locali e ai comuni di contrastare al meglio e con maggiori risorse e più organizzate il fenomeno deprecabile dell'abbandono dei rifiuti.
  Di questa strategia vi cito solo alcune delle iniziative, le più importanti delle quali sono gli accordi tra le polizie locali. Questa è stata veramente una novità importante, credo, che merita ancora di essere sviluppata e che è in pieno divenire, in pieno sviluppo.
  Abbiamo studiato il primo accordo tra le polizie provinciali, o meglio tra la polizia provinciale di Caserta e quella della città metropolitana di Napoli, firmato circa un anno fa, a maggio scorso, tra i due presidenti delle due strutture, quello della provincia di Caserta e quello della città metropolitana. L'accordo impegna i due corpi di polizia provinciale nell'attività di controllo, di presidio del territorio congiunto e coordinato. Che cosa consente di fare questo?
  A parte che credo sia una novità assoluta nel panorama degli accordi di questo tipo – non mi risulta che ci siano state esperienze precedenti – ma soprattutto è molto operativo, perché consente innanzitutto di mettere a fattor comune le risorse delle due polizie provinciali. Di un po’ tutte le province abbiamo seguito tutte le vicissitudini anche sotto il profilo della sostenibilità finanziaria delle loro azioni, dei loro interventi, e in questi ultimi anni la provincia di Caserta ha avuto per esempio parecchie difficoltà, che ovviamente si sono riversate anche sull'organizzazione del corpo di polizia provinciale. Si parla di mancanza di mezzi, di macchine, per dirla molto brutalmente.
  Mettere assieme le risorse significa utilizzare le risorse umane di una polizia provinciale che non veniva più impiegata perché le mancavano i mezzi con le risorse di un'altra polizia, quella della città metropolitana, che invece era più strutturata. Questo consente di mettere a fattor comune le risorse e di creare operatività sul territorio. Pag. 5
  Soprattutto, la novità è quella di consentire a queste strutture coordinate di operare oltre confine, nel territorio dell'una o dell'altra provincia, presidiando così al meglio quella delicata linea di confine tra le due province che, come sappiamo e come dicevo già prima, è quella a più alto rischio di abbandono di rifiuti, a più alto rischio di incendio, proprio per la mancanza di un presidio fisso, mirato, che tenesse conto dell'osservazione di questa linea di demarcazione.
  Tra le due strutture è stato creato un coordinamento, che ha dato vita poi a una serie di attività, di azioni, che sono già realizzate, che si realizzano sul territorio, cioè il gruppo è operativo. Questo consente di intervenire nei territori anche armati e con la divisa. Questo, ovviamente, lo consente la norma principale nella misura in cui le amministrazioni si accordano con questa misura pattizia. Queste modalità di operatività sono in essere.
  L'esperimento è andato abbastanza bene, anzi direi molto bene, tant'è che è stato preso a paradigma anche dall'autorità giudiziaria: qualche mese fa, la procura di Benevento e la procura generale presso la Corte d'appello hanno stilato un accordo analogo di cooperazione tra le polizie provinciali di Napoli e Benevento. Benevento è un po’ fuori dalla tradizionale Terra dei fuochi, ma è stato siglato proprio in materia ambientale e con una vocazione, rispetto al nostro piano, più verso l'attività investigativa di polizia giudiziaria. Dietro quest'azione c'erano le procure, ma lo spirito e l'idea erano quelli, e non solo.
  Credo sia notizia di questi giorni che sta per essere firmato un piano analogo che coinvolge tutte le province della regione Campania con la procura generale presso la Corte d'appello, con le singole procure e con le polizie provinciali. Questo dimostra che l'idea era sicuramente valida e che i frutti che ha dato possono essere ulteriormente sviluppati.
  Certo, creare poi collegamenti tra questi due momenti, quello preventivo e amministrativo che svolgiamo tramite la prefettura e tramite l'incaricato e quello successivo giudiziario è sicuramente qualcosa che già c'è, ma va sicuramente ulteriormente affinato. L'attività preventiva di controllo del territorio, infatti, ha ovviamente uno sbocco comunque naturale nell'accertamento di violazioni non solo di carattere amministrativo, ma spesso di carattere penale, quindi con l'inevitabile coinvolgimento della polizia giudiziaria e delle autorità giudiziarie.
  Quest'accordo era aperto all'adesione anche delle polizie locali, degli enti locali, dei comuni. Sono stati portati avanti questi tipi di contatti. Altri due accordi sono stati siglati ultimamente, a novembre scorso e a gennaio di quest'anno, con altri comuni della città metropolitana di Napoli. Quello più importante e più grosso è quello che riguarda Napoli con i comuni limitrofi. C'è un accordo di cooperazione con le stesse modalità che descrivevo prima, anche questo operativo, che sta dando degli ottimi risultati, che coinvolge Napoli e i comuni limitrofi.
  Questo consente, ovviamente, oltre all'operatività che dicevo prima, anche un importante scambio di informazioni, di notizie, tra gli operatori di polizia, che si vedono e programmano assieme l'azione di controllo del territorio, si auto-formano, e soprattutto prevedono e favoriscono il coinvolgimento di quelle polizie locali che non hanno mai svolto accertamenti in materia ambientale. C'è, quindi, quest'opera di trascinamento, che sicuramente è stata sottolineata molto positivamente dagli stessi operatori di polizia locale di alcuni comuni, che normalmente non facevano questo tipo di attività.
  Sempre nella stessa logica degli accordi, è stata favorita una serie di accordi sulla base di un protocollo-tipo tra i consorzi di bonifica e i comuni aderenti all'area di questi bacini, di consorzi.
  Qual era il problema? Quello della pulizia dei canali di bonifica, un altro aspetto drammatico. Fortunatamente, qui spesso i rifiuti sono bagnati, e quindi non sempre si incendiano, ma ovviamente sono altrettanto pericolosi e rischiosi per l'ambiente e per la salute. C'è una disputa su chi sia competente a rimuovere i rifiuti. Ahimè, c'è anche quando si parla alcune volte di luoghi di confine stradale e spesso non è Pag. 6chiaro di chi sia la competenza. Nei canali d'acqua di bonifica il discorso vale ancora di più.
  C'è stata e c'è ancora una serie di contenziosi tra comuni e consorzi di bonifica a colpi di ordinanze di rimozione fatte dagli uni rispetto agli altri e di ricorsi per cercare di resistere alle ingiunzioni piuttosto che intervenire per rimuovere il problema. Sembrava quasi che ognuno si mettesse a posto adottando il provvedimento previsto dalla legge: io ho fatto l'ordinanza, l'altro me la contesta, andiamo davanti al giudice. Intanto, il rifiuto sta lì.
  È stato stimolato un parere dal Ministero dell'ambiente per andare incontro ai comuni, i quali lamentavano di dover sopportare l'onere economico dell'attività di rimozione e di pulizia di questi rifiuti, che, essendo comunque rifiuti abbandonati, finivano nel novero e nel calcolo della percentuale di differenziata, quindi con un danno anche economico per il povero comune.
  Coinvolgendo la regione e il Ministero dell'ambiente, siamo arrivati a un'interpretazione del dettato normativo vigente, il decreto ministeriale che prevede la percentuale di raccolta differenziata, in base a cui si può ritenere – il Ministero dell'ambiente ha certificato con una propria circolare questo punto – che i rifiuti prelevati nei corsi d'acqua, quindi anche nei canali di bonifica, non fanno cumulo, non vengono conteggiati ai fini della raccolta differenziata.
  È un grosso vantaggio, questo, per gli enti locali, che ha dato il «la» all'iniziale sottoscrizione di quest'accordo, non ancora però totalizzante. Ahimè, infatti, comunque i costi delle operazioni sono sempre troppo onerosi per gli enti locali. Questa è la difficoltà alla base della gestione del rifiuto abbandonato, costo in teoria non previsto, non prevedibile, eccezionale, e che incide pesantemente sulle casse dei comuni.
  In questa direzione l'ulteriore passo che si sta cercando di costruire, di dettagliare, è quello di coinvolgere i comuni con la regione in una progettazione che attinga un po’ ai fondi previsti, regionali o comunitari, per creare delle risorse e soccorrere i comuni in quest'attività straordinaria di rimozione.
  Ancora, con gli enti locali ci sono poi sull'altro fronte difficoltà interpretative per quanto riguarda i corsi d'acqua, ma ancora di più per quanto riguarda alcune vie di intersezione, di confine o alcune volte di difficile, di dubbia attribuzione sotto il profilo della competenza tra la provincia, l'ANAS (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade) e il comune, sempre con la conseguenza che il rifiuto rimane lì.
  Anche qui, e l'abbiamo proposto alla commissione che sta predisponendo le modifiche al sistema istituita presso il Ministero dell'ambiente, bisognerebbe cercare di chiarire il quadro della situazione. È impensabile che si debba discutere ancora oggi, prima dell'intervento, che si debba sprecare risorse, tempo, o addirittura spendere soldi per avvocati per capire di chi sia la competenza, chi sia titolare a intervenire per rimuovere un rifiuto in una data area.
  In attesa di questi chiarimenti, pur necessari, promuoviamo – negli ultimi mesi abbiamo coinvolto trenta comuni – accordi con i comuni e gli altri soggetti interessati, i proprietari delle strade, quindi provincia, città metropolitana e ANAS, per cercare di definire una linea concorde di intervento di rimozione. Alcuni di questi interventi sono stati realizzati, soprattutto quelli che hanno fatto capo alla città metropolitana di Napoli e al comune di Napoli.
  Un altro aspetto importante è il piano di cooperazione per i quattro presidi operativi misti. La regione Campania, con il piano di contrasto al fenomeno dei roghi del 2016, ha finanziato tra le altre cose anche questa presenza di presidi di prossimità sul territorio, presidi attrezzati per la raccolta di dati, per il monitoraggio e per la vicinanza di prossimità al fenomeno. Sono stati istituiti quattro presidi, due in provincia di Caserta e due in provincia di Napoli.
  Per dare maggiore verve, forza a queste strutture, che pure sono ben attrezzate e dotate, per le quali sono stati fatti anche dei forti investimenti, abbiamo pensato, sempre in ambito di cabina di regia, a Pag. 7questo piano di cooperazione. Queste strutture diventeranno, stanno diventando e lo sono già – è già avviato il percorso – centri di cooperazione in cui si farà raccolta dati, ma anche un confronto, e ci sarà anche la cooperazione tra i vari soggetti interessati, non solo i comuni con le polizie locali, ma l'Esercito, che mettiamo a disposizione per l'attività di vigilanza, i Vigili del fuoco, che hanno un presidio fisso, soprattutto in estate, presso queste quattro strutture dedicato proprio ed esclusivamente allo spegnimento degli incendi, ma anche le associazioni del volontariato, che già fanno attività di controllo e di osservazione del territorio con le loro app e le loro modalità di segnalare le varie criticità che incontrano sul territorio.
  Si tratta, in un contesto in cui le risorse scarseggiano, di mettere anche questa risorsa a fattor comune per distribuire la loro presenza sul territorio nel modo più ragionato possibile per cercare di presidiarlo al meglio.
  Con lo stesso criterio sono stati predisposti in qualche caso atti di indirizzo esemplificativi che sono stati inviati ai sindaci per individuare le modalità più giuste e che tengono conto degli orientamenti giurisprudenziali in materia di ordinanza di rimozione. Si è notato che le ordinanze di rimozione dei sindaci in base all'articolo 192 hanno spesso un esito non scontato e non positivo rispetto al giudizio che magari il trasgressore instaura davanti all'autorità giudiziaria. Si è visto che spesso queste attività erano carenti, per esempio, della giusta istruttoria che la legge prevede. Con alcuni segretari comunali si è proposto uno schema-tipo di indicazione agli uffici comunali affinché tenessero conto di questi orientamenti giurisprudenziali per rendere più solide le attività provvedimentali svolte dai comuni.
  L'altro aspetto a cui pure teniamo molto – secondo me, lo può essere, ma va assorbito, digerito – è quello di prevedere una norma regolamentare, che pure abbiamo studiato e predisposto, che i comuni potrebbero adottare, che secondo noi consentirebbe ai comuni di adottare il cosiddetto DASPO (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) anche per le violazioni in materia ambientale, cioè il provvedimento di allontanare e di impedire il ritorno in una determinata area prestabilita a coloro che violano la normativa in materia ambientale, cioè sversano, trasportano o incendiano rifiuti abbandonati. Secondo noi, questo avrebbe una grande forza deterrente.
  Quando abbiamo previsto quest'ipotesi normativa, ne abbiamo parlato con le procure del territorio e abbiamo avuto anche il loro assenso. Speriamo di convincere anche le nostre amministrazioni centrali di riferimento. In attesa sempre di quelle modifiche normative che dovrebbero introdurre misure analoghe sotto il profilo delle violazioni sia penali sia amministrative, questa secondo noi sarebbe una misura che avrebbe la sua forza ed efficacia deterrente rilevante sul territorio.
  L'altra linea di intervento, quella principale, quella che dà risultati operativi anche immediatamente percepibili sotto il profilo del controllo è la funzione operativa della cabina di regia, e cioè l'attività di pianificazione e attuazione delle attività di controllo congiunto del territorio, e sottolineo congiunto.
  Per spiegare questa funzione, faccio solo una piccola premessa.
  Vi ricordo quello che dicevo a proposito della presenza dei militari dell'Esercito sul territorio, che in questi anni hanno svolto una funzione importantissima sotto il profilo della deterrenza. Anche grazie alla loro presenza il numero degli sversamenti e dei roghi si è ridotto. È una funzione fondamentale e importante quella che hanno svolto, ma secondo noi non era più sufficiente, occorreva un'evoluzione di quest'attività e creare nuove modalità operative.
  Allora, abbiamo individuato tre livelli di intervento, tre livelli operativi, partendo proprio dalla presenza dei militari sul territorio, sicuramente innovativi rispetto al quadro di riferimento iniziale.
  Il primo livello di controllo del territorio è quello tradizionale che i militari svolgono, quello del presidio e del pattugliamento del territorio che fanno singolarmente. Pag. 8 Ripeto che i risultati – ve lo dirò anche dopo – si vedono, sono tangibili.
  Questo livello, però, era un po’ sterile. Era efficace sotto il profilo della presenza, della deterrenza, ma un po’ sterile sotto il profilo della contestazione delle violazioni. Mentre il contingente di «Strade sicure», come sapete, quello sulla sicurezza dei militari, è spesso destinato alle città, agli obiettivi sensibili nelle città, ovviamente la parte di strade sicure dedicata al contrasto dei roghi si svolge con un'azione su un territorio più ampio, spesso il territorio di periferia, o addirittura di campagna, dove ci sono i maggiori sversamenti, da tangenziale per intenderci e per dare subito l'immagine frequente di dove vengono abbandonati i rifiuti.
  Immaginate il controllo dell'Esercito in queste aree un po’ più isolate da solo quando qualche volta si trovavano di fronte a situazioni che giudicavano di violazione della normativa e la possibilità che hanno i militari di fare ispezioni, di fermare delle persone, ma non di sanzionare: dovevano chiamare un operatore di Polizia, che doveva intervenire. Potete immaginare quante volte si riusciva a combinare i due fattori, vista la lontananza e viste le difficoltà e le altre priorità che le altre Forze di polizia hanno sul territorio.
  Si è cercato di superare questa difficoltà pensando ad attività congiunte, cioè pensando di mettere assieme per quanto possibile l'attività di controllo dei militari con quella degli operatori di Polizia.
  Così abbiamo pensato questo secondo livello di controllo del territorio, che prevede il coinvolgimento dell'Esercito con le polizie locali, ovviamente sempre in rapporto con le Forze dell'ordine.
  L'Esercito, durante questi percorsi che fa di controllo del territorio, individua – lo fa programmandolo in cabina di regia prima – delle aree delimitate, che possono corrispondere al territorio di un comune a una parte del territorio di un comune dove ci si ferma in modo più assiduo, per un determinato periodo di tempo. Non si passa solamente e si prosegue nell'attività. Si presidia un'area per 24 ore.
  Durante quella presenza dell'Esercito in quell'area per 24 ore, le polizie locali sono chiamate a intervenire, in giorni prestabiliti previo consenso, e ad affiancarsi all'Esercito per completare quell'attività di vigilanza con l'eventuale erogazione di sanzioni che non possono, per ovvi motivi, essere applicate dei militari dell'Esercito.
  Si è poi previsto un terzo livello, quello più impegnativo, che prevede la stessa modalità, ma questa volta con l'aggiunta delle altre forze dell'ordine, quindi non solo Esercito, non solo polizie locali, metropolitane o provinciali, ma rappresentanti di Carabinieri, questura, Guardia di finanza e ROAN (Reparto Operativo Aeronavale). Sono operazioni congiunte di forte impatto che prevedono in giorni programmati la presenza su determinate aree di 30-40 pattuglie degli operatori della polizia che congiuntamente intervengono con una media di 50-60 uomini, a seconda delle disponibilità del momento, con la capacità quindi di risultati di impatto sotto il profilo accertativo e sanzionatorio veramente notevoli.
  Abbiamo sperimentato quest'attività in due comuni tra la fine del 2017 e gli inizi del 2018, un po’ dopo la mia nomina quale incaricato: Giugliano, in provincia di Napoli, e Castel Volturno, in provincia di Caserta, due comuni tra quelli ovviamente più colpiti dal fenomeno dei roghi, come sicuramente saprete. I risultati di quest'operazione sono state così importanti che abbiamo ritenuto di portare la proposta ai due comitati provinciali ordine e sicurezza pubblica di Napoli e di Caserta.
  Pensate che solo in questi due giorni di attività, dedicati uno a Giugliano e uno a Castel Volturno, solo di sanzioni pecuniarie sono stati contestati 240.000 euro, cifra che con la presenza dell'Esercito veniva raggiunta in tutto il periodo della vicenda.

  PRESIDENTE. La cifra di 240.000 euro in quanto tempo?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. In due giorni di attività. Pag. 9Una giornata è stata dedicata a Giugliano e una a Castel Volturno.

  PRESIDENTE. Sanzioni per persone colte sul fatto? Per buste? Si controllavano indizi?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Essenzialmente, sono stati controlli che hanno portato a individuare realtà imprenditoriali sul territorio che lavoravano in nero o che avevano tutte le autorizzazioni, ma producevano una parte della produzione appunto in nero.
  Qual è stato l'obiettivo? Quello di cercare di andare un po’ alla fonte della produzione.

  PRESIDENTE. Non si trattava, quindi, di abbandono in strada, ma di singole attività commerciali. I controlli erano, però, sempre riferiti alla produzione di rifiuti.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Certo. Si è cercato di colpire quelle aziende (di plastica, gomme, gommisti) che normalmente producono e sversano materiale andando alla fonte. Avevamo delle forze in campo attrezzate, come Guardia di finanza e ROAN, che possono svolgere questo tipo di attività.

  PRESIDENTE. Queste sanzioni sono state pagate, sono andate a buon fine? A volte, si inizia il procedimento e poi ci si perde. A chi vanno questi soldi?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Molti sono stati sequestri, quindi ci sono state molte sanzioni di carattere penale, poi c'è stato un procedimento penale. In quel caso, a incassare è l'erario. Alcune sanzioni di tipo amministrativo, quelle di carattere locale, finiscono agli enti locali, quindi provincia o comuni.
  Qual è la percentuale di incasso di queste sanzioni? Penso la media di tutto il sistema sanzionatorio italiano. Le attività forti, quelle coercitive, quelle più efficaci sono sicuramente quelle sulle attività imprenditoriali, cioè il sequestro dell'azienda – poi vi fornirò anche il dato delle aziende sequestrate – cioè io ti impongo la chiusura, il danno economico. Questo sicuramente è un vantaggio.
  I tempi della riscossione sono legati ai procedimenti penali e amministrativi di conclusione, ma le misure di sequestro dei veicoli, dei mezzi che servono per la produzione, e delle attività aziendali sicuramente hanno forse la più immediata efficacia deterrente sotto il profilo dell'accertamento.
  Queste modalità sono state proposte ai due prefetti di Napoli e Caserta e sono state condivise. Abbiamo ottenuto così anche in qualche modo la legittimazione o l'investitura a proseguire questo tipo di attività. Noi avevamo proposto una modalità operativa un po’ nuova che prima non esisteva. In sostanza, a fare l'attività di accertamento, il dispositivo di controllo del territorio, sono le forze di polizia dopo aver avuto l’input dal comitato, quello che avveniva prima. La cabina di regia faceva analisi e il dato di dove fossero i rifiuti, dove aumentassero dove diminuissero, passava a un'altra struttura, che la passava al Comitato ordine e sicurezza pubblica, che valutava le situazioni di maggiore criticità e disponeva attraverso le ordinanze della questura attività di controllo del territorio.
  Ovviamente, vedete un po’ quest'andamento allungato della procedura, che è normalissima, ma di fronte a un'emergenza o a quella che è stata un'emergenza fino a qualche anno fa – speriamo adesso di poterla non chiamare più così – forse occorreva un sistema più concentrato di valutazione del dato, di analisi del dato, di riscontro della situazione di criticità sul territorio e di immediata operatività.
  Questo è quello che abbiamo ottenuto dai due comitati, l'investitura a disporre dispositivi di controllo del territorio, che credo sia una novità sicuramente importante Pag. 10 nell'ambito del panorama dell'ordinamento del controllo del territorio.
  Soprattutto, questo tipo di attività, oltre la novità di utilizzare l'Esercito in maniera più dinamica – è da sottolineare che l'Esercito non svolge più l'azione da solo, ma in raccordo con le forze di polizia – significa risparmiare risorse sotto il profilo degli operatori di polizia. Se lascio l'attività di vigilanza, l'attività di controllo a pattuglie dell'Esercito, ovviamente mi serviranno meno risorse delle polizie di Stato per controllare il territorio. Mi basterà una risorsa, che conclude l'accertamento con la sanzione. È una massimizzazione delle risorse disponibile.
  Soprattutto, questo sistema consente di rispondere forse alla maggiore criticità del sistema: l'attività di coordinamento delle operazioni di contrasto del territorio, quelle di polizia, esigenza che è stata avvertita anche da questa Commissione. La relazione che ha concluso l'attività della Commissione nella scorsa legislatura, soprattutto dal punto di vista dell'attività giudiziaria – quello è il riflesso più importante – faceva emergere proprio quest'aspetto della necessità di un coordinamento tra le polizie giudiziarie.
  Quest'attività è stata fatta, cercando di fare un coordinamento di queste operazioni. Ovviamente, è stato fatto in una maniera sperimentale, con le risorse che avevamo e a quadro ordinamentale di riferimento vigente, ma questa è l'attività, questo è l’input che è stato dato.
  In questi giorni avete sentito il procuratore Cafiero De Raho, che ricordava il modello Caserta, modello che fu instaurato nel 2008-2009 per arrestare il clan dei Casalesi, i Setola e così via. Ebbene, quest'esperienza si rifà, ovviamente con un livello molto più basso – quello era un livello governativo, delle massime procure – a quel tipo di esperienza. Io l'ho vissuta perché in quegli anni ero capo di gabinetto a Caserta quando è stato creato questo modello. In quell'occasione il contingente di «Strade sicure» fu chiamato per la prima volta per affiancarsi alle forze di polizia. In quella circostanza c'era, appunto, questo collegamento più stretto tra forze di polizia ed Esercito per cercare di contrastare quel fenomeno. È quella la modalità che abbiamo cercato di riprendere.
  Allo stesso modo, è importante il raccordo, lo scambio delle informazioni tra i soggetti che operano sul settore.
  Quali sono, in sostanza, le caratteristiche di questo modello? Favorisce la massima cooperazione tra tutti gli operatori della sicurezza, anche per esempio delle polizie a competenza più generale. Le questure, le polizie di Stato non hanno la vocazione all'accertamento in materia ambientale. Partecipare congiuntamente a queste attività da parte, ad esempio, delle polizie locali, che non hanno avuto quest'esperienza, questa formazione iniziale, consente il coinvolgimento di tutti gli operatori della sicurezza sul territorio.
  Si consente un'ottimizzazione delle risorse. Pensate che l'apporto aggiuntivo di questa modalità operativa di intervento congiunto sul territorio si traduce in un 40 per cento dell'attività sanzionatoria svolta, quindi aggiunge all'attività sanzionatoria svolta in materia ambientale generalmente da tutte le forze di polizia un valore del 40 per cento.
  Ottimizzazione delle risorse significa, poi, evitare quel presidio solitario che fino adesso ha fatto l'Esercito, metterlo in relazione dinamica con le altre forze dell'ordine. La condivisione delle informazioni è molto cara anche all'autorità giudiziaria, perché poi gli operatori di polizia che fanno parte di questa struttura sono sempre anche in raccordo con l'autorità giudiziaria, proprio perché possono portare un bagaglio di conoscenze sicuramente fondamentale, al di là di tutte quelle banche dati anche sofisticate che comunque servono per cercare di costituire banche comuni. La presenza fisica, però, lo scambio fisico sul territorio sicuramente offre un flusso di notizie indispensabile per il buon esito dell'attività di presidio del territorio. Parliamo, quindi, di un forte coordinamento e di sinergie, che ci hanno consentito per la prima volta di individuare una struttura che in modo continuativo si occupa del perseguimento di violazioni in materia ambientale. Pag. 11
  È, poi, un sistema che abbiamo visto che dà una maggiore visibilità alle forze di polizia sul territorio, che non guasta. La presenza congiunta organizzata ha sicuramente un impatto sotto il profilo della percezione che merita di essere sottolineato.
  In sostanza, qual è stata la formula? Quella di ridurre quella forbice che esisteva tra l'attività di analisi e di previsione e un'indicazione delle misure da porre in essere e l'attività concreta di attuazione dei dispositivi operativi di controllo del territorio. Questa forbice, questo divario che prima esisteva tra queste due fasi prima separate adesso si è completamente accorciato ed è racchiuso in un'unica struttura, che è appunto la sezione operativa della cabina di regia. Ovviamente, ciò consente di dare incisività e continuità all'azione di contrasto.
  Quali sono stati i risultati nello scorso anno, per rispondere anche alla domanda del presidente? Attività controllate, essenzialmente mirate verso attività che, per la qualità del prodotto che trattano, sono quelle che più possono incidere sullo sversamento abusivo, a causa del lavoro in nero o per motivi fiscali, perché hanno una prova della produzione in nero, e giocoforza devono smaltire in nero.
  Le attività controllate, nel 2018 rispetto al 2017, sono aumentate del 34 per cento, più di 1.800. Quelle sequestrate sono state 360, quindi il 35 per cento in più di attività sequestrate. I veicoli controllati sono stati il 55 per cento in più, oltre i 2.000. I veicoli sequestrati sono stati il 63 per cento in più, 290 nel 2018. Le persone identificate sono state oltre 5.000, il 40 per cento in più rispetto all'anno precedente. Sono aumentate anche, del 34 per cento, le persone denunciate, e del 70 per cento le persone sanzionate.
  L'unico limite è negli arresti, che l'anno scorso sono stati al di sotto dell'anno precedente, ma perché lì c'era una serie di provvedimenti dell'autorità giudiziaria che sono stati andati in scadenza tutti più o meno assieme, e quindi c'è stato un numero di arresti in più l'anno precedente. Mediamente, l'attività sanzionatoria equivale, come dicevo, fatta in maniera congiunta, a oltre il 40 per cento di tutto il conteggio dell'attività di controllo sanzionatoria fatta sul territorio delle due province.
  Quest'attività ha avuto la fortuna di avere un riscontro anche sotto il profilo dei roghi. Parliamo in questa prima fase dei roghi tradizionali della Terra dei fuochi, i roghi a bordo strada, poi faremo una postilla per i roghi dei siti di stoccaggio. Ovviamente, nella casistica sono compresi tutti, roghi di depositi e roghi di bordo strada.
  Il 2018 è stato un anno sicuramente positivo da questo punto di vista, ma faccio una premessa.
  È dal 2012 che c'è una linea discendente del numero dei roghi sul territorio. I dati che vi sto fornendo sono quelli ufficiali, quelli degli interventi dei Vigili del fuoco, cioè tutte le volte che sono intervenuti i Vigili del fuoco. Ci può essere anche qualche rogo, e anticipo la domanda, non censito, perché magari i Vigili del fuoco non sono intervenuti, ma perché evidentemente era un rogo di modesta entità, che o si è spento da solo o che hanno spento i cittadini. È sempre pericoloso e sempre deprecabile, ma può essere che qualcosa del genere, se non c'è stato l'intervento, non sia stata censita. Tutti quelli importanti sono, però, di competenza dei Vigili del fuoco, non è consentito ad altre persone intervenire sui roghi dei rifiuti per la pericolosità del materiale, quindi sono tutti censiti dai Vigili del fuoco.

  PRESIDENTE. Se va a fuoco un cassonetto, comunque intervengono i Vigili del fuoco, quindi è compreso anche il semplice cassonetto.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì.

  PRESIDENTE. Anche roghi piccoli.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto Pag. 12 del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì, anche roghi piccoli, tutti, dal piccolo al grande.

  PRESIDENTE. Immagino che possano verificarsi anche falsi allarmi, false chiamate.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Quelle no.
  Volevo premettere, quindi, che c'è questa linea discendente del numero dei roghi dal 2012, dal picco dell'emergenza a oggi. Soprattutto nei primi anni di applicazione, nel 2012-2013, c'è stata veramente una presa di coscienza notevole, c'è stato un calo molto importante.
  Negli anni successivi, è come se si fosse creato uno zoccolo duro invalicabile. Rispetto ai 4.000 roghi circa del 2012, ci siamo attestati intorno ai 1.800-1.900, quasi intorno ai 2.000 negli anni 2016-2017. Questo sembrava un po’ uno zoccolo duro, quasi non più scardinabile. Il risultato del 2018, invece, ha consentito anche di allontanarci un po’ da questa soglia dei 2.000 roghi, e quindi si è raggiunto il risultato positivo dei 1.500 roghi. Abbiamo avuto 467 roghi in meno, il 24 per cento.
  Lo stesso fenomeno si è registrato presso i campi rom, altra situazione molto a rischio sotto il profilo degli incendi per tutti i motivi che conosciamo. Anche nel 2018 abbiamo avuto un calo dei roghi presso e nelle vicinanze di queste strutture del 34 per cento, questo grazie a una presenza, a un presidio dei militari, che hanno cercato di presidiare quanto più possibile queste aree.
  Un altro dato importante che vi vorrei fornire è quello della raccolta degli pneumatici fuori uso.
  C'è una convenzione da tre o quattro anni stipulata dal Ministero dell'ambiente con il consorzio Ecopneus che consente ai comuni della cosiddetta Terra dei fuochi che aderiscono di ottenere una raccolta da parte del consorzio Ecopneus degli pneumatici abbandonati senza ulteriori costi aggiuntivi. È sicuramente un aiuto rilevante per gli enti locali, che in questa materia abbiamo visto devono sempre fare i conti con la scarsezza di risorse e di bilancio.
  Quest'attività è rimasta bloccata nel 2017 per un'applicazione della norma dell'ordinanza che adottavano i sindaci per consentire la raccolta di questi rifiuti in un determinato posto dove poi Ecopneus li andava a prelevare. È un'interpretazione che personalmente ho contestato. Si prevedeva un'ordinanza ai sensi dell'articolo 191 del codice dell'ambiente, ovviamente ordinanza che può essere fatta solo in caso di urgenza e di necessità, che quindi aveva bloccato, non essendoci quest'urgenza e questa necessità, l'attività dei comuni.
  Con il consorzio Ecopneus abbiamo ha favorito un'ulteriore interpretazione, consentendo ai comuni di adottare invece l'ordinanza ai sensi dell'articolo 192, l'ordinanza tradizionale per la raccolta di questi pneumatici. Quest'interpretazione ha consentito di sbloccare la situazione e nel 2018 sono state così prelevate 5.000 tonnellate di rifiuti rispetto ad esempio alle 640 dell'anno precedente. A ogni azione corrisponde poi sempre un dato positivo o negativo sotto il profilo dei roghi o degli incendi. L'anno scorso, togliendo tutti quegli pneumatici dalla strada, i roghi registrati dai Vigili del fuoco degli incendi di pneumatici si sono ridotti di più del 40 per cento. Si vede che la rimozione è fondamentale. Sembra banale dirlo ma è fondamentale rimuovere i rifiuti, oltre alla previsione di un ciclo ideale e perfetto dei rifiuti, per evitare situazioni di innesco.
  Anche quest'anno, l'attività di raccolta di pneumatici prosegue con un trend positivo. Nei primi quattro mesi dell'anno, sono state 150 le tonnellate prelevate rispetto alle 118 dell'anno scorso. Il trend si preannuncia positivo anche quest'anno, fin quando durerà, perché ahimè entro l'anno quest'accordo con Ecopneus dovrebbe esaurirsi per mancanza di disponibilità a favore del consorzio, quindi dovrebbe concludersi quest'esperienza, che secondo me sarebbe utile riproporre, magari coinvolgendo tutti i consorzi disponibili in modo da renderla quanto più capillare possibile per evitare che i Pag. 13comuni subiscano il contraccolpo anche di questa mancanza di aiutino che c'è stato negli anni passati.
  Questa era la situazione al 2018. Come vi anticipavo, stavamo parlando essenzialmente di roghi tout court, di roghi di rifiuti a bordo strada, ma l'anno scorso, nel periodo estivo e fino a ottobre, la Campania è stata interessata anche da un altro particolare tipo di incendio molto pericoloso e dannoso sotto vari punti di vista, l'incendio dei siti di stoccaggio, o addirittura degli STIR (Stabilimento di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti).
  Per la verità, questo non è un fenomeno solo squisitamente campano, e anzi ha interessato prima e in modo molto più grave altre parti del territorio nazionale, e l'anno scorso anche la Campania. Ovviamente, in Campania questo si inseriva in un contesto già di forte criticità di questa presenza di abbandoni indifferenziati di rifiuti, e quindi di roghi, che rendeva la cosa altamente preoccupante.
  In che modo si è corso ai ripari? Innanzitutto, dopo i primi roghi, quelli dell'inizio dell'estate, il Ministro dell'interno ha adottato una direttiva con cui invitava i prefetti a considerare siti sensibili i siti di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti, di modo che potessero essere inseriti nei piani ordinari di controllo del territorio.
  Questo è stato fatto, ma ahimè gli incendi sono proseguiti anche verso fine estate, per cui i prefetti di Napoli e Caserta, con i due Comitati ordine e sicurezza pubblica, hanno risposto con più incisive misure di controllo, quindi non solo nel piano generale di controllo del territorio ordinario che fanno già le Forze di polizia, ma che sono andate fino alla vigilanza fissa presso alcune di queste strutture. La preoccupazione era: se si incendiano alcune di queste strutture fondamentali, o addirittura gli STIR, non solo c'è il danno alla salute, non solo c'è il danno ambientale, e basterebbe già questo, ma ci si aggiunge anche ovviamente criticità sotto il profilo della continuità del ciclo dei rifiuti. C'era, quindi, il rischio di bloccare il ciclo dei rifiuti e di andare in emergenza.

  PRESIDENTE. Che tipo di vigilanza fissa?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. La vigilanza fissa disposta, in questi casi, dalla prefettura è una vigilanza limitata a quesiti siti più importanti, a quelli decisivi per il ciclo dei rifiuti, quindi essenzialmente gli STIR. È stata disposta dirottando una parte dell'Esercito che si occupava del controllo dei roghi, i 200 uomini cui facevo riferimento, su Napoli e Caserta. Una parte di questi, in particolare 155, quasi la totalità, sono stati dirottati al presidio fisso presso queste strutture.

  PRESIDENTE. Non è che per l'innesco arriva il malvivente con il passamontagna e davanti all'ingresso c'è il militare che lo ferma. Come fa?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Assolutamente, arriva dall'interno.
  Non è l'unica misura. Era quella immediata che immediatamente le forze di polizia e i comitati hanno intravisto come misura di impatto, ma non è la sola.
  L'altro passaggio, dopo questi roghi e dopo che si è incendiato lo STIR di Santa Maria Capua Vetere, che fortunatamente ha avuto danni limitati, ma poteva essere veramente decisivo per la raccolta dei rifiuti in provincia di Caserta, c'è stata un'ulteriore misura: il piano d'azione governativo per il contrasto dei roghi firmato da quasi tutto il Governo (il Presidente del Consiglio, sei ministri, quelli più interessati, e la regione Campania) a Caserta il 18 novembre 2018.
  Ovviamente, questo piano individua anche le altre misure che devono essere approntate a regime per consentire a queste strutture di operare nella massima sicurezza possibile. È un piano diverso dagli altri piani, dal patto della Terra dei fuochi, al quale facevo riferimento, perché ha una Pag. 14valenza nazionale. Rispetto a quello regionale iniziale, questo ha una valenza nazionale, impegna le amministrazioni centrali e la regione su tre obiettivi fondamentali: la tutela della salute, la tutela dell'ambiente e, ovviamente, le misure di contrasto, quelle che più attengono all'attività delle prefetture, alla mia attività, alle attività dell'incaricato.
  Il piano prevede una serie di azioni: 23 azioni e 60 misure attuative. Ognuna di queste azioni fa capo a una singola amministrazione competente, con la previsione anche di tempi di realizzazione di queste...

  PAOLA NUGNES. Ci può elencare, per favore, le misure più operative?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Mi soffermerei un attimo su quelle che mi riguardano da vicino come attività di contrasto. Se mi consente, lascerei le altre all'ingegner Curcio, che dovrà essere audito e che è il responsabile proprio di questa struttura. Ci siamo un po’ divisi i compiti. Le posso fare un accenno, ma il dettaglio è contenuto nella relazione che illustrerà l'ingegner Curcio.
  Gli obiettivi sono quelli: la salute, con tutte le misure che fanno essenzialmente capo alla regione e al Ministero della salute; la materia ambientale, con il contrasto ai reati per violazioni di natura ambientale e di inquinamento. Quelle che più mi toccano da vicino, quelle che investono le prefetture e la mia attività, sono le misure di contrasto, quelle di controllo fisico del territorio.

  PRESIDENTE. Sentiremo l'ingegner Curcio nella prossima audizione. Siccome ci sono varie richieste di intervento, non so quanto ancora potrà andare avanti a concludere.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sorvoliamo, quindi, molto velocemente su questo piano d'azione e sull'unità di coordinamento, che raccoglie i rappresentanti di tutte le amministrazioni centrali, di cui faccio parte anch'io come rappresentante del territorio come incaricato.
  A fronte di questa nuova emergenza, l'incendio dei siti di stoccaggio, anche l'attività della cabina di regia ha rimodulato la sua attività di presenza sul territorio, quindi tenendo presente non solo le aree dove ci sono aziende che producono rifiuti da smaltire, che smaltiscono illegalmente, ma anche il presidio delle aree del territorio dove ci sono situazioni specifiche di siti di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti, e non solo.
  Per cercare di completare quell'attività fondamentale a cui faceva riferimento il presidente, cioè mettiamo l'Esercito all'inizio ma il problema va risolto a monte, c'è nel frattempo anche la previsione normativa dei piani di sicurezza interna ed esterna di queste strutture, il piano prevede una serie di attività, con i piani regionali e le direttive regionali, affinché queste strutture siano dotate di sempre maggiori strumenti di protezione e di sicurezza.
  Per valutare il livello di sicurezza di questi impianti, sono stati istituiti presso le prefetture di Caserta e di Napoli due gruppi operativi ristretti, coordinati dai comandi dei Vigili del fuoco, di cui fanno parte ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Campania), ASL e la Forestale, che hanno avviato e proseguiranno l'attività di controllo presso queste strutture per vedere tre aspetti fondamentali: lo stato di sicurezza dell'antincendio, e quindi anche di attuazione dei piano governativo di acquisizione di misure di sicurezza di queste strutture; il livello delle autorizzazioni, cioè se viene rispettato, se ci sono e quale viene rispettato; noi abbiamo chiesto anche le misure di difesa passiva, perché nel momento in cui cresce la protezione passiva di queste strutture, ovviamente diminuisce anche quella presenza militare di controllo esterno. La procedura dovrebbe completarsi piano piano con questo rafforzamento di misure di queste strutture. Pag. 15
  Per far fronte a queste situazioni, anche per la prossima estate abbiamo individuato un piano estivo, che poi confluirà in un piano nell'ambito dell'unità di coordinamento dell'ingegner Curcio, che prevede la presenza dedicata sul territorio presso questi quattro presidi operativi dell'Esercito, con la presenza, come dicevo, dei Vigili del fuoco in modo dedicato espressamente allo spegnimento, con il varo che abbiamo fatto di una procedura unificata, che consente di avere regole chiare di ingaggio e di rapporto tra la presenza di Esercito, Vigili del fuoco e polizia locale per il controllo del territorio.
  Vorrei concludere evidenziando che il sistema che abbiamo delineato si basa molto sulla presenza, sulla forza e sul coinvolgimento, più che altro, delle polizie locali, che sono quelle che, ovviamente, rappresentano, con le amministrazioni locali e con la responsabilità del sindaco, il primo impatto sul fronte del controllo e dell'intervento che ci deve essere.
  Per fare questo, abbiamo puntato molto sulla presenza dell'esercito. Le operazioni che abbiamo chiamato prima «di secondo livello» hanno avuto questo ruolo fondamentale, quello di garantire il coinvolgimento delle polizie locali, perché sul territorio c'era l'esercito. C'è un presidio dell'esercito e tu, polizia locale, accompagni l'esercito per concludere l'operazione sotto il profilo sanzionatorio.
  Queste modalità, quando abbiamo avuto la possibilità di avere l'esercito a pieno regime, prima che venisse dirottato verso i siti di stoccaggio, ci hanno consentito nel periodo finale dell'anno di svolgere, sui 90 comuni della cosiddetta «Terra dei fuochi», una media di 70-80 operazioni congiunte con le polizie locali di controllo del territorio.
  Nel momento in cui si è dovuto far fronte all'esigenza di controllo presso gli STIR, con una riduzione dei militari dedicati al controllo dinamico, questo tipo di operazione si è ridotto, quindi c'è una media di venti operazioni di coinvolgimento delle polizie locali. Si vede che i comuni hanno bisogno di essere accompagnati in qualche modo per una serie evidente di motivi. Pertanto, l'attività di accompagnamento secondo noi deve continuare a essere svolta, per cercare di potenziare al massimo l'attività di contrasto sul territorio.
  Chiudo con quest'ultimo dato. La nuova esigenza che rappresentavo prima, una nuova dislocazione dei militari sull'esercito, si riscontra anche nei dati dei roghi che abbiamo visto in questi primi cinque mesi dell'anno. Infatti, assistiamo a un leggero aumento dei roghi, però i dati dei Vigili del fuoco evidenziano che sono essenzialmente roghi di rifiuti urbani, cioè immondizia domestica. Praticamente ci sono stati, nei primi cinque mesi di quest'anno, 180 roghi in più di rifiuti domestici, tra cassonetti e rifiuti di immondizia da strada, rispetto all'anno scorso.

  PRESIDENTE. Perché? Gli altri dati relativi ai roghi in strada a che tipo di rifiuti si riferiscono? Non erano sempre rifiuti domestici misti?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì.

  PRESIDENTE. Non è stato specificato.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Lì abbiamo considerato i rifiuti tutti, compresi i cassonetti, complessivamente. Adesso...

  PRESIDENTE. In prevalenza sono rifiuti urbani oppure rifiuti industriali?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Esatto. Per quanto riguarda la prevalenza, c'è un aumento di roghi di rifiuti urbani e una diminuzione di rifiuti industriali. I rifiuti industriali in questi cinque mesi si sono ridotti del 14 per cento, mentre sono aumentati quelli da cassonetto di rifiuti urbani. Pag. 16
  Perché? In primo luogo vedete che il sistema di controllo si sposta. Spostiamo l'esercito e tutta l'attività di controllo presso i siti di stoccaggio e i siti di produzione e ovviamente il fenomeno si riduce. Dall'altra parte, l'altra considerazione da fare è che molto probabilmente questo dato risente anche delle criticità che da qualche mese (ma forse più di qualche mese) stanno colpendo i comuni campani in generale rispetto a una corretta gestione del rifiuto. Ci sono una serie di criticità. Cito alcuni comuni, come Torre del Greco per esempio dove esistono criticità nei rapporti dell'ente con le società di gestione e di raccolta dei rifiuti, quindi criticità proprio obiettive nella raccolta dei rifiuti, che ovviamente, rallentando la raccolta, consentono un maggiore accumulo e, quindi, un maggior incendio di queste strutture.

  PRESIDENTE. Di quei 1.500-1.800, che sono lo zoccolo duro dei roghi degli ultimi anni, c'è una stima di quanto sia industriale e quanto sia domestico?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sicuramente nell'ultimo periodo siamo sull'80 per cento di prevalenza di rifiuti urbani rispetto a quelli industriali. Questo non significa che non c'è nessuno sversamento, significa che l'incendio non c'è, perché il sistema di controlli spesso influisce anche sulla capacità di incendiare. Si riduce sicuramente anche lo sversamento, ma è soprattutto l'incendio di questi rifiuti che è diminuito negli ultimi anni cinque mesi.

  PRESIDENTE. Quindi si può dire che dal 2012 in poi, in questi ultimi anni, la prevalenza sono comunque i rifiuti urbani?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. La prevalenza sì.

  PRESIDENTE. In questi abbandoni e roghi i rifiuti sono mischiati oppure ci sono cumuli di rifiuti industriali e cumuli di rifiuti urbani? Differenziano anche nell'abbandono? Che idea, stando sul territorio, vi siete fatti? Di norma quando si crea un posto dove si abbandonano i rifiuti si trova di tutto...

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Assolutamente, perché è facile. Laddove si crea una micro-discarica c'è lo sversamento industriale e c'è anche quello del padre di famiglia che sversa, però è chiaro che la prevalenza...

  PRESIDENTE. La prevalenza è urbana.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì.

  PRESIDENTE. Tuttavia, dopo l'accordo del Governo del 2018 c'è stato un ulteriore aumento della percentuale di rifiuti domestici, mentre è calata ancora di più quella dei rifiuti industriali?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì. Questo è il dato che emerge, che è il riflesso di come ci si muove sul territorio e di quali sono gli effetti dal punto di vista dell'incendio dei rifiuti.
  Ciò nonostante, malgrado questa difficoltà nell'impiego dell'esercito nelle operazioni di secondo livello, per i motivi che ho detto prima, il dato totale dell'accertamento sanzionatorio complessivamente considerato è ancora positivo, anche nei primi quattro mesi dell'anno, con l'8 per cento in più di attività controllate, il 10 per cento in più di quelle sequestrate e soprattutto, se c'è stato un leggero calo sulle persone denunciate e sanzionate (intorno al 10 per cento), il dato fondamentale molto positivo è l'aumento delle persone arrestate, quello che avevamo lamentato un po’ l'anno precedente. Ci sono stati 30 arresti nei primi Pag. 17mesi di quest'anno, con il 37 per cento in più rispetto all'anno precedente.
  Se prendiamo questo dato e lo confrontiamo, non con il 2018, ma con il quadrimestre del 2017, prima che esistesse questa modalità congiunta di controllo del territorio, vediamo che le sanzioni sono aumentate mediamente del 40 per cento.

  PRESIDENTE. Le persone arrestate sono semplici cittadini che smaltiscono in modo illegale? Sono padroncini che hanno un'attività? Professionisti che sono pagati per bruciare? Sono curioso di capire cosa c'è dietro i numeri, chi sono queste persone.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Di questi 30, di cui mi ricordo, cinque sicuramente sono persone che sono state individuate, manco a farlo apposta, da quelle due questure che, come abbiamo detto, hanno meno vocazione alla repressione in materia ambientale. Cinque persone sicuramente sono state individuate a bruciare rifiuti, che era poi l'attuazione della norma...

  PRESIDENTE. Durante l'indagine queste cinque persone, che immagino siano state interrogate, che cosa hanno detto? Sono professionisti che fanno questo? Sono sempre gli stessi che lo fanno su commissione oppure «ho bisogno di bruciare e brucio»? Mi piacerebbe capire cosa c'è dietro.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Assolutamente. Tenete presente che dopo l'attività di accertamento c'è un'attività penale e, quindi, poi le risultanze dell'attività di polizia giudiziaria sono in qualche modo ad appannaggio dell'autorità giudiziaria, che le riferisce al momento opportuno. Tuttavia, ci sono tutte queste possibilità. C'erano i cinque che bruciavano e che lo facevano normalmente sul proprio terreno. Bruciavano quotidianamente cose più o meno proprie o comunque non lo facevano in maniera industriale. Per esempio, qualche giorno fa nel comune di Santa Maria Capua Vetere, in un'operazione congiunta – tanto per dire come funziona il sistema – tra la polizia locale di Santa Maria Capua Vetere e l'esercito, la polizia locale ha messo a disposizione dell'esercito le registrazioni di una videocamera, che registrava in questo caso due sversatori abituali, che fanno questo di professione. Ovviamente lo facevano alle 5,00-6,00 del mattino, quando i comandi di polizia locale sono chiusi. Tuttavia, hanno conservato le immagini e durante l'operazione le hanno condivise con l'esercito. Quest'ultimo, utilizzando i droni e il pattugliamento del territorio, durante l'operazione congiunta hanno individuato i due furgoni, li hanno seguiti e li hanno sequestrati.

  PRESIDENTE. Queste persone con i furgoni smaltiscono il proprio rifiuto oppure ci sono delle attività in nero che si rivolgono a dei nodi, la camorra?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Fermo restando che va provato tutto in sede di autorità giudiziaria, la sensazione che si è avuta, il riscontro che ho avuto in questo caso, come in molti casi, è che questa è gente che lo fa per professione, cioè vengono pagati per fare questo tipo di attività.
  Un controllo coordinato e raccordato, massiccio e più incisivo su queste situazioni, secondo me, consentirebbe di stroncare meglio e prima questo tipo di fenomeno.
  In alcuni comuni del casertano c'erano addirittura delle famiglie organizzate che fanno questo, ma sono realtà molto difficili, dove per esempio noi non siamo potuti entrare, perché dopo è entrato l'ordine pubblico, in quanto erano veramente realtà dove... Tuttavia, esistevano queste situazioni di queste famiglie con i loro camioncini che fanno professionalmente questo, assolutamente sì.

  PRESIDENTE. Apriamo alle domande oppure deve ancora finire la relazione?

Pag. 18

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Io mi fermo, poi magari aggiungo qualcosa. Vorrei solo dire che vi lascio comunque agli atti un breve riassunto delle cose che ci siamo detti con i dati.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLA NUGNES. A molte delle cose che le volevo domandare ha già risposto come, per esempio, da novembre a giugno quali sono stati i risultati. Però, ho ancora qualche domanda.
  Innanzitutto, per quanto concerne la famosa valutazione degli spegnimenti da parte dei Vigili del fuoco, il dato che viene raffrontato con il 2012-2013 è lo stesso? Il raffronto viene sempre fatto sugli spegnimento dei Vigili del fuoco oppure prima c'era un'altra formulazione, cioè su segnalazioni della popolazione dal 2012 al 2015, e poi abbiamo, invece, segnalato soltanto gli spegnimenti? È costante la modalità?
  Inoltre, non ho capito cosa sono le misure di difesa passiva. Lei ha detto giustamente che si è passati ai controlli delle autorizzazioni degli impianti antincendio. Questo innanzitutto verrà normato su un'attitudine, cioè su una verifica che le agenzie territoriali faranno con una certa frequenza, oppure sono stati fatti dei controlli una tantum per capire un po’ la situazione generale, ma poi si ritornerà... Poiché questi sono impianti che hanno autorizzazioni semplici, le ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) non sono mandate dalle regioni a fare controlli periodici. Mi chiedevo se, invece, questo rientra nell'idea di avere un controllo più serrato.
  Per quanto riguarda l'ultima cosa che ha detto, sono rimasta abbastanza basita, perché questo è un fatto che seguiamo da molto tempo, soprattutto gli incendi al ciglio strada. Mentre è abbastanza chiaro che presso gli impianti di stoccaggio si tratta di rifiuti solidi urbani (RSU), per esempio le plastiche, a ciglio strada mi sembra che anche le procure abbiano accertato negli anni che questi sono rifiuti di attività in nero o anche attività di C&D (costruzione e demolizione), quindi mi sembra veramente strano sentire questo dato secondo cui l'80 per cento riguarda i rifiuti urbani. Non collima con la letteratura sulla faccenda.
  In questo coordinamento, che apprezzo moltissimo – penso che questo sia il futuro di qualunque modo di affrontare le cose – mi sembra che manchi la Guardia di finanza. Visto che le attività in nero sono la fonte, mi chiedo qual è la funzione della Guardia di finanza e cosa si sta facendo rispetto a queste cose. Sappiamo benissimo che quando si sequestra semplicemente l'azienda poi tutta l'attrezzatura viene spostata in un altro capannone e si ricomincia daccapo. Pertanto, mi chiedo, anche perché ci è stato detto che su questo si sta lavorando, se lei è a conoscenza di come questa problematica verrà affrontata.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Parto dall'ultima domanda. La Guardia di finanza è un elemento fondamentale della struttura, con la diramazione del ROAN della Guardia di finanza. Ovviamente, proprio per la specialità che lei riferiva, hanno un ruolo fondamentale nell'attività di accertamento di questo tipo di violazione e lo stanno facendo sia congiuntamente, nell'ambito della cabina di regia, sia nell'ambito più generale del controllo del territorio, ma sempre nel contesto del programma, dell’input per il contrasto al fenomeno dei roghi.
  L'ultimo dato è proprio di stamattina. Mentre venivo qui mi chiamava il comandante della Guardia di finanza di Caserta che mi annunciava un comunicato stampa per dare conto delle operazioni fatte in questi giorni. Adesso non ricordo il numero, ma le aziende visitate sotto il profilo fiscale e del lavoro nero, con quella mission ambientale, sono state un numero rilevante. Non mi ricordo il dato, che ho letto stamattina, ma c'è un comunicato stampa odierno che conferma questo tipo di possibilità e di vocazione. Pag. 19
  Fanno parte assolutamente del sistema. Secondo me, può essere ancora più sviluppato questo tipo di rapporto, questo tipo di cooperazione, proprio per sfruttare al meglio queste specialità. La finalità delle operazioni congiunte è proprio quella: mettere assieme diverse risorse e fare degli accertamenti che partono ovviamente dall'esigenza ambientale, ma non si concludono lì. Perciò io insisto sempre con dare spazio e dare possibilità a questo tipo di attività, perché non si porta a casa un solo risultato. L'esperienza ci mostra...

  PAOLA NUGNES. Mi perdoni, ma rispetto a questa cosa come si pensa di risolvere all'origine il problema della produzione in nero e, quindi, necessariamente dello sversamento in nero? Su questo si sta mettendo a punto una soluzione? Si sta valutando come fare per eliminare il problema?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì. Noi ovviamente dalla parte del contrasto cerchiamo di utilizzare questa modalità e, come stavo dicendo, l'efficacia di questa modalità, che consente di intervenire su una determinata situazione e di portare a casa risultati sotto diverse fattispecie penali. Si interviene con l'attività congiunta non solo per l'accertamento in materia ambientale. Infatti, ci sono i vigili, che mi consentono di accertare l'abusivismo edilizio e l'abusivismo commerciale. Quante attività vengono chiuse perché non erano... Poi ci sono il lavoro nero o gli aspetti fiscali.
  Questo modello importante, secondo me, va incoraggiato, perché non deve essere visto come qualcosa che si fa – ed è fondamentale – solo per il contrasto dei roghi, ma si tratta di combattere un'illegalità diffusa e volendo, sotto profili di polizia giudiziaria e investigativa molto più complessi, che vanno al di là della mia competenza, anche la criminalità organizzata o meno.
  Detto questo, vengo alla prima domanda sui dati dei Vigili del fuoco. Sono sempre quelli, anzi vengono volutamente tenuti così, anche nelle categorie che loro accertano (rifiuti di plastica, di gomma), proprio per garantire una certa continuità di dati, questo sicuramente sì.
  Per quanto riguarda i controlli presso queste strutture, siti di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti, ovviamente c'è tutto un percorso che viene individuato nell'ambito del piano governativo e anche dei piani regionali, per cui queste strutture devono essere sempre più monitorate e devono dotarsi sempre più di strumenti in grado di garantire la sicurezza degli impianti interni.
  L'attività di monitoraggio è iniziata e dovrà proseguire necessariamente fin quando non si raggiungerà un livello di dotazione di strumentazione e di difesa passiva adeguato, fermo restando che la criticità, come sappiamo, viene creata anche all'improvviso. Basta un conferimento presso queste strutture di quantitativi eccessivi di rifiuti per motivi contingenti e abbiamo creato una bomba esplosiva nel giro di poco tempo.
  Per quanto riguarda gli incendi, noi siamo consapevoli che il problema più rilevante è quello della produzione in nero e della produzione illegale dei rifiuti. Questo è il problema fondamentale ed è anche quello più difficile da combattere, perché, mentre la gestione del rifiuto urbano abbandonato è in qualche modo più gestibile e con un ciclo dei rifiuti che funziona può essere anche...

  PAOLA NUGNES. Quindi non è l'80 per cento di RSU? Sono rifiuti industriali? Su questo mi dovrebbe confortare, perché mi sembra veramente...

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Provo a dare uno sguardo, se riesco a inquadrare i numeri.

  PRESIDENTE. Forse in volume e non in peso, non lo so.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto Pag. 20 del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. No. Ripeto: questo dato, che è l'unico che abbiamo, si riferisce agli interventi dei Vigili del fuoco. Il dato che ho citato io è relativo agli interventi dei Vigili del fuoco. Questo è il dato.
  Gli interventi dei Vigili del fuoco evidenziano, nel periodo gennaio-aprile 2019: incendi di pellami zero (non sono intervenuti per incendi di pellami), pneumatici e gomme sette, plastica 27, stracci e stoffe diciotto (erano 39 nello stesso periodo dell'anno scorso). Qual è quello che aumenta fortemente? Sono gli incendi di cassonetti e gli incendi di rifiuti urbani, che sono 334 ed erano 196.
  Nel periodo gennaio-aprile i numeri che vi ho dato sono i numeri degli incendi rilevati (a Napoli, non anche a Caserta) e spenti dai Vigili del fuoco. Questo è il dato che posso dare io. Che ovviamente il pericolo sia quello dei roghi...

  PAOLA NUGNES. La ringrazio, però questo è un dato da sottolineare e da indagare, perché chiaramente io posso anche essere una persona incivile che getta il rifiuto per strada, ma non ho nessun interesse ad appiccarne il fuoco, così come a incendiare un cassonetto. Se non sono in una fase di movimentazione per oppormi a una discarica, per dire, non ho nessun interesse. Bisogna leggere questo dato, perché è anomalo.

  PRESIDENTE. Lo faremo.

  CHIARA BRAGA. Anch'io mi scuso con il viceprefetto. Sono arrivata un po’ in ritardo, quindi le chiedo magari di dire una cosa che ha già detto. Quando ha iniziato la sua attività come delegato per questa funzione?
  Inoltre, ho alcune domande sulla sua relazione. Parto dalla fine. Mi sembra che lei abbia messo in luce una criticità legata all'entrata in vigore di alcune disposizioni che hanno spinto a spostare le forze di controllo, in particolare dell'esercito sulla vigilanza e il controllo dei siti di stoccaggio. Questo ha garantito – provo a formulare il ragionamento per capire se l'ho compreso bene – di andare alla fonte del controllo della fuoriuscita di materiale illecito e, quindi, ridurre probabilmente il rischio di abbandono di materiale dai siti di stoccaggio. Tuttavia, questo ha significato anche – i dati che ci ha citato sono impressionanti, 180 episodi di incendi in questi primi cinque mesi – una ripresa del focolaio, nel caso specifico, di incendi di rifiuti abbandonati, ovvero di depositi impropri di rifiuti.
  La prima domanda è: lei ritiene che questa situazione sia legata al fatto che la presenza delle forze di polizia in senso lato, o di controllo, mettendo insieme le forze di polizia, la polizia locale e l'esercito, abbia bisogno di un'implementazione, alla luce anche dell'entrata in vigore di norme che obbligano il presidio presso i siti di stoccaggio e un controllo maggiore?
  Nel caso specifico, nell'arco di questo anno è aumentato il contingente militare di personale dell'esercito impiegato sul controllo nelle due province di cui lei si occupa oppure no?
  L'altra questione è sempre legata al decreto sicurezza, che è entrato in vigore da meno di un anno. È in grado – magari non immediatamente – di darci delle indicazioni precise? Io l'ho chiesto anche al ministro, che ci ha parlato genericamente del raddoppio degli arresti, se ricordo bene. Quanti autori di reato sono stati scoperti a seguito dell'entrata in vigore del decreto sicurezza? Non so se è un dato di cui lei dispone.
  Sulla questione degli incendi, invece, nel suo passaggio lei ha detto «i dati che vi fornisco su questo calo significativo dal 2012-2013 dai 4.000 episodi ai 1.700-1.800 degli anni 2016-2017 sono dati costruiti a partire dagli interventi dei Vigili del fuoco, quindi incendi». Esiste sulle due province interessate dalla sua attività un controllo e un monitoraggio dei depositi, ovvero non solo un monitoraggio dell'episodio dell'incendio, che spesso è legato al deposito, ma anche una sorta di monitoraggio del deposito incontrollato di rifiuti stesso, che non necessariamente in tutti i casi diventa oggetto di un incendio? Voglio solo sapere se Pag. 21c'è questo dato o se è una carenza che potrebbe essere utile colmare.
  Infine, le vorrei chiedere se nel corso della sua attività ha avuto modo di individuare, a partire dall'esperienza specifica sul campo, delle proposte e delle esigenze di modifica normativa che sono state rappresentate al ministero di competenza.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Grazie per le domande. La prima mi pare che riguardasse quando ho iniziato io l'attività. A fine novembre 2017, quindi è un anno e mezzo di attività.
  L'altra era sull'aumento dei rifiuti?

  CHIARA BRAGA. Sui militari impiegati.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. I militari impiegati non sono aumentati, sono sempre i 200 del contingente Strade sicure, ma sono previsti da una norma, quindi occorrerebbe una modifica anche normativa per aumentare i militari.
  Per quanto riguarda le risorse aggiuntive, dal punto di vista che ho come osservatorio privilegiato, quello del contrasto al fenomeno dei roghi, un rafforzamento della presenza sul territorio in generale sicuramente può essere utile, ma può essere, secondo me, ancora più utile, a risorse invariate, rafforzare le capacità di coordinamento della struttura e consacrare a questa attività di coordinamento, che noi facciamo, che abbiamo in qualche modo sperimentato e che abbiamo proseguito nel corso degli anni, punti di riferimento più solidi, anche sotto il profilo della presenza tecnica di personale specializzato, che possa fare attività di raccordo sul territorio.
  Soprattutto nel momento in cui si chiamano in causa strutture come, per esempio, polizie locali, poco preparate o attrezzate a questo tipo di attività, avere una possibilità di coordinamento e di accompagnamento di questa attività sicuramente aiuta. L'attività di coordinamento, secondo me, può far migliorare ancora di più le capacità dell'azione di controllo.
  Il monitoraggio delle micro-discariche e dei depositi incontrollati c'è sicuramente, attraverso il sistema della regione Campania, che si sta trasformando nel progetto I.TER., che è stato finanziato nel 2016 con la delibera della giunta regionale che ha programmato e individuato il piano di intervento regionale per il contrasto ai roghi. Nell'ambito di quella delibera del 2016 è previsto un finanziamento importante per potenziare questa struttura, sulla quale si sta lavorando anche con un gruppo tecnico di informatici, che stanno mettendo a punto tutti i passaggi, nell'ambito dell'unità di coordinamento romana, quella del piano di contrasto governativo.
  Questo è uno strumento che già viene alimentato, già fornisce dei dati, già è consultabile, ma sarà ulteriormente potenziato, perché dovremmo cercare non di costituire una banca dati unica, giacché è difficile sottrarre le banche dati, soprattutto dalle diverse forze dell'ordine che hanno un ruolo in materia, però almeno di mettere a fattor comune i dati di interesse e, quindi, cercare di far convergere in un'unica struttura tutti i dati che possono riguardare il fenomeno.
  Questo dovrebbe essere costituito da questo sistema I.TER., rispetto al quale stiamo cercando con le singole banche dati che tutti avevamo... Anche l'incaricato aveva Prometeo, questo sito che all'inizio è stato molto importante, ma che non può crescere, perché mancano le risorse e le professionalità per farlo crescere. Anche quella parte di Prometeo, che ha svolto all'inizio dell'attività dell'incaricato un ruolo importante, sarà trasferita in questa nuova struttura.
  Per quanto riguarda le proposte di modifica normativa, sicuramente sono stati veicolati attraverso l'unità di coordinamento del piano governativo una serie di suggerimenti, due dei quali sembrano quelli più richiesti dal territorio. Uno è ritornare a non considerare il rifiuto abbandonato Pag. 22nell'ambito della raccolta differenziata, che costituisce un onere troppo forte per i comuni.
  L'altro aspetto sul quale si dovrebbe studiare è risolvere questi profili di competenza territoriale di attribuzione sulle strade e sui corsi d'acqua e cercare di chiarire un po’ gli aspetti di intervento. Questi aspetti furono affrontati dal primo patto del 2013, che in modo pattizio risolveva le questioni sulla base di un accordo, ma ovviamente oggi necessitano di qualche strumento un po’ più approfondito.
  Ovviamente bisogna cercare di far funzionare il ciclo dei rifiuti attraverso le strutture che già ci sono o creare strutture di raccordo sul territorio, perché è fondamentale un sistema dei rifiuti che funzioni per evitare l'abbandono dei rifiuti, ma nel frattempo e nell'immediato – è una cosa che io ho sottolineato in tutte le sedi possibili – occorre separare la gestione della raccolta del rifiuto abbandonato rispetto alla gestione del rifiuto tout court. Bisogna sottrarre ai comuni la gestione del rifiuto abbandonato, perché il rifiuto abbandonato non è una responsabilità che può essere attribuita solamente ai comuni; è un fenomeno sovracomunale e il fatto che ci siano queste strutture (governative, regionali, incaricato) dimostra che non è un fenomeno circoscritto, a cui il singolo comune riesce con difficoltà a far fronte. Pertanto, bisogna creare sovrastrutture, organismi, costituendo un'unica stazione appaltante oppure utilizzando strutture che già ci sono sul territorio, ma che siano strutture sovracomunali che si occupino in modo continuativo della rimozione dei rifiuti.
  Questo sicuramente potrebbe provocare benefici anche sotto il profilo delle economie di scala che si creano come costi di gestione. Pensate all'attività di un comune nella misura in cui deve far fronte a una discarica che gli viene segnalata: deve individuare le risorse economiche, deve fare la gara, deve fare la caratterizzazione, deve trovare i soldi. Pensate a qual è il percorso di questa attività solo in termini di tempi dei procedimenti, oltre che di costi. Avere strutture dedicate a questo e sovracomunali, secondo me, aiuterebbe non poco a risolvere il problema, ferma restando la responsabilità penale che ci deve essere della rimozione dei rifiuti, che spetta al sindaco. Ovviamente nessuno deve mettere in discussione questo.

  PRESIDENTE. Questo sicuramente è vero, però va considerato che le percentuali di raccolta differenziata dichiarate dal comune probabilmente sono totalmente sballate, perché, se il rifiuto abbandonato indifferenziato, che è la stragrande maggioranza, non viene conteggiato, ovviamente si presume che quello che, invece, va nella filiera legale è il PET (polietilentereftalato) e altre cose. Pertanto, la percentuale effettiva della raccolta differenziata dichiarata da quei comuni probabilmente è completamente falsata, quindi risulta più grande di quello che in realtà è.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì.

  PRESIDENTE. Questo va tenuto presente.

  CHIARA BRAGA. Oggi non è possibile gestire in maniera sovracomunale queste situazioni, all'interno del patto o attraverso, ad esempio, l'implementazione di questo protocollo?
  Su questo punto voglio capire se, da quanto lei ha potuto ricostruire, è necessaria una modifica normativa ad hoc.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. No, perché ci sarebbero già degli strumenti. Quando io, per esempio, ho sottolineato in vari tavoli questo tipo di emergenza... È importante, noi dobbiamo trovare il sistema per togliere i rifiuti abbandonati dalla strada, subito, in qualsiasi modo possibile, corretto e legittimo ovviamente, ma li dobbiamo togliere.
  Quando ho suggerito di creare o normare qualcosa, qualcuno mi faceva notare Pag. 23che sì, si può normare, però lo strumento in effetti già ci sarebbe. Basterebbe rendere operativi gli ATO (ambito territoriale ottimale), perché gli ATO, opportunamente sollecitati, potrebbero svolgere questa funzione e trovare strategie dedicate a questo fenomeno.

  TULLIO PATASSINI. Io mi riferisco a una delle sue ultime affermazioni: non è detto che in caso di minori incendi ci siano minori sversamenti, quindi l'incendio non è strettamente collegato ovviamente alla possibilità che comunque continuino gli sversamenti di rifiuti sul territorio.
  La cosa che non ho capito è se le forze dell'ordine facciano dei controlli su strada verificando i mezzi che circolano su questi territori, perché un conto è il privato che per una non curanza sversa il rifiuto e un conto è un camion di rifiuti che viene abbandonato sulla discarica abusiva o a campo. Scusi il termine poco elegante, ma mi sembra che sia la prassi più consolidata in quel territorio, perché se viene controllato il comune A lo sversamento avviene sul campo B. Vorrei un chiarimento su questo. Vorrei sapere se viene fatta un'attività di controllo su strada.
  Mi ha colpito quando lei diceva che quando vengono fatte le ordinanze di rimozione c'è addirittura qualcuno che fa ricorso. Questo mi sembra quantomeno insolito. Forse fa ricorso per una questione di carattere penale, ma non penso che qualcuno sia dispiaciuto del fatto che gli venga sollevato un problema dal terreno di sua proprietà, salvo che non ci siano attività collusive, ma spetta alla magistratura deciderlo.
  Infatti, una volta che è stata definita la questione di quanti rifiuti vengono da fuori e quanti rifiuti vengono abbandonati, che comunque sono prodotti all'interno del territorio, vorrei chiedere a lei, cosa che ha già accennato velocemente nell'ultima domanda dell'onorevole Braga, se il sistema dei rifiuti campano, per come è strutturato adesso, è in grado di gestire in maniera economica, efficace ed efficiente i rifiuti. Non è che magari qualcuno incautamente fa di necessità virtù?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. I controlli su strada sono assolutamente svolti e hanno sicuramente una parte importante nell'attività di controllo del territorio. Vengono svolti, come dicevo prima, nei tre livelli di controllo che abbiamo adottato, dall'esercito e poi congiuntamente dalle altre forze di polizia.
  Un dato che mi riferiscono dalle forze dell'ordine alla Guardia di finanza, che in questo caso ha una competenza specifica, è che diminuisce il livello dei trasportatori autorizzati che commettono delle violazioni. Il trasportatore autorizzato sa che c'è un'attività di presidio e di controllo del territorio e si sta attrezzando meglio, quindi le violazioni in questo campo sono in diminuzione.
  Il problema grosso è quello del trasportatore illegale e abusivo, che è un'attività che viene contrastata, ma che è di difficile accertamento, come è difficile l'accertamento di chi appicca il rogo. Non è facile accertarlo, tant'è vero che si sta pensando – questa è un'altra modifica normativa importante – di modificare la norma. La norma parla dell'incendio del rifiuto abbandonato. Se io dimostro che non era abbandonato, ma che era mio, non vengo perseguito, quindi ci sono una serie di norme che in questo senso vanno precisate.
  Vengo ora alle ordinanze di rimozione alle quali fanno ricorso. Fanno ricorso perché le ordinanze alle quali facevo riferimento io sono le ordinanze che il sindaco adotta rispetto al privato proprietario del fondo sul quale c'è uno sversamento. A volte ci può essere anche qualche connivenza, ma in qualche caso si subisce un po’ questo tipo di attività, quindi, se non dimostro che c'è la responsabilità anche del proprietario, è chiaro che quest'ultimo fa ricorso e riesce anche ad avere ragione davanti al giudice, così come ovviamente quando il proprietario è un altro ente, per esempio la regione o l'ANAS, anche in questo caso c'è la difesa dell'ente proprietario perché non si sente responsabile.
  Se non c'è il nesso di responsabilità, non è automatica l'applicazione della sanzione. Pag. 24Ecco perché dicevo che sono state date quelle indicazioni ai comuni per fare in modo che l'accertamento sia fatto bene e mirato. Tu devi cercare di individuare una certa responsabilità, non solo di chi ha sversato, che ormai non lo trovi più ed è bello che fuggito, ma anche del proprietario del fondo, che deve avere qualche profilo di responsabilità nel non aver adottato delle misure di sicurezza e nel non aver predisposto quello che doveva predisporre per garantire l'integrità del suolo.

  TULLIO PATASSINI. C'era un'ultima cosa, che è la più importante. Vorrei sapere se il sistema dei rifiuti della Campania per assurdo permetterebbe uno smaltimento celere ed equo oppure se servono veramente nuove strutture, nuovi impianti, nuove realtà. Magari i rifiuti solidi urbani vengono abbandonati perché le discariche sono piene o perché non vengono trattati in maniera adeguata.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sicuramente un sistema efficiente del ciclo dei rifiuti, che funziona bene, che sia concluso, è la premessa fondamentale per risolvere a monte il problema, quindi bisogna lavorare perché ci sia una completezza del ciclo dei rifiuti. Su quale sia la strada da perseguire e quali sono gli obiettivi...
  Il passaggio ulteriore che bisognerebbe fare, anche a livello di accordi e piani nazionali, è quello che in qualche occasione ho sottolineato: completare i piani di intervento con la previsione di strutture e di organismi dedicati, non solo sollecitatori, ma anche capaci di disporre la chiusura e di portare a termine i procedimenti programmati per l'attuazione del sistema del ciclo dei rifiuti, cioè fare in modo che ci siano strutture di raccordo che completino anche quella cosa sul territorio. Questa, secondo me, potrebbe essere l'ulteriore fase, se si pensa che sia utile, dei piani di coordinamento di questo particolare fenomeno.

  PRESIDENTE. Sicuramente, anche se la filiera dei rifiuti fosse completa, il fatto che sussistano l'illegalità e il nero delle imprese probabilmente non consentirebbe di migliorare di tanto la faccenda.
  Sono rifiuti in nero. Quindi, anche se ci fosse una filiera ricettiva, virtuosa e funzionale, probabilmente quelle imprese in nero avrebbero comunque la necessità di nascondere i rifiuti e di avviarli...

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Assolutamente sì. Questo ovviamente, come sapete – i dati lo dimostrano – è un fenomeno molto diffuso, quindi effettivamente non risolviamo il problema, se non si attacca anche da quel punto di vista.
  Anche su questo aspetto il piano governativo prevede misure con il Ministero dello sviluppo economico, iniziative per combattere la contraffazione. Uno degli interventi della Guardia di finanza al quale facevo riferimento prima è proprio in attuazione di questo piano di contrasto della contraffazione.

  PRESIDENTE. Visto che non conteggiare i rifiuti abbandonati vuol dire gonfiare al rialzo la percentuale di raccolta differenziata, vorrei sapere se questo avviene in tutti i territori campani.
  Lei ha parlato di corsi d'acqua. Vorrei sapere se solo quelli abbandonati nei corsi d'acqua non vengono conteggiati oppure anche quelli abbandonati nelle strade e se questa regola vale soltanto in Campania oppure ovunque.
  Prima riflettevo sul problema dell'80 per cento. Provo a ipotizzare questa cosa, ma ci terrei ad approfondirla, poi sceglieremo il modo e, se è possibile, vi invito a farlo.
  Probabilmente i rifiuti domestici vengono abbandonati in maniera più diffusa e, quindi, gli interventi – perché queste sono percentuali di intervento dei Vigili del fuoco – sono più numerosi, invece quando c'è il rogo di un'attività industriale concentrata, visto che c'è anche un'organizzazione, i siti di abbandono sono più concentrati, quindi magari i roghi a livello numerico sono di Pag. 25meno, ma quando avvengono c'è una quantità immensa di materiale industriale. Provo a ipotizzare, non lo so.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Assolutamente sì. Il livello di intervento dei Vigili del fuoco presso uno di questi siti dura mediamente dai 30 minuti alle tre ore, che equivale...

  PRESIDENTE. Un conto sono 50 cassonetti urbani, che fanno 50 interventi dei Vigili del fuoco, e un conto è una montagna di rifiuto industriale che va a fuoco.

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Assolutamente sì e meno male che è così, altrimenti saremmo veramente in una camera a gas.

  PRESIDENTE. Mi domando se su queste mie ipotesi c'è uno studio. Sono tutti belli questi numeri (1.600 roghi), ma vorrei sapere se c'è uno studio che entri nel dettaglio per capire cosa c'è dietro un incendio.
  Ha parlato di incendi nei campi rom. Anche su questo c'è uno studio? Ci sono i presìdi nei campi rom, però nei campi rom ci sono gli incendi, non perché i rom fanno i rifiuti e gli danno fuoco. Ci sono delle imprese in nero (RAEE e altre cose) che vanno lì e glieli portano, è una compartecipazione di un business in nero, loro sono semplicemente il terminale.
  Questo vuol dire che il presidio dell'esercito non ha impedito di portare loro questi rifiuti? Chi è che porta loro i rifiuti? C'è un'indagine specifica su questo problema dei campi rom, che non esiste solo a Napoli, ma anche a Roma e in altri posti?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Anche in questo caso inizio dalla fine, così poi mi aiuta a ricordare.
  Assolutamente sì e ci sono anche... Ovviamente non tutta questa gestione, soprattutto per quanto riguarda attività investigative così complesse, fa capo alla cabina di regia. Noi facciamo attività di controllo del territorio e poi ci sono questi filoni d'indagine molto più articolati e complessi, che sono attività di polizia giudiziaria. Tuttavia, sono sicuro che sono filoni che si studiano, perché ovviamente sono attività che possono portare a risultati investigativi molto importanti. Effettivamente interrompere questa filiera di chi utilizza queste strutture per trasporti di materiale che può essere anche bruciato è sicuramente fondamentale e senz'altro un'attività monitorata dagli investigatori.

  PRESIDENTE. I corsi d'acqua?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Non considerare il rifiuto abbandonato nel novero di quello differenziato, per non far abbassare la percentuale, fu una misura prevista dal patto del 2013 tra i comuni, quindi non è normata. Noi l'abbiamo individuato con quell'interpretazione un po’ estensiva del decreto ministeriale sulla percentuale di differenziata. L'abbiamo ricavata da lì col Ministero dell'ambiente, però è limitata solo ai corsi d'acqua, perché è una norma specifica per i fiumi. Noi l'abbiamo estesa in seguito anche ai canali irrigui, col contributo del Ministero dell'ambiente.
  Non esiste nella Terra dei fuochi né in tutto il territorio una possibilità del genere, invece, per i rifiuti da strada.

  PRESIDENTE. Quindi quelle tonnellate che lei ha citato prima, che sono tante, comunque diventano indifferenziato, rimangono nel conteggio?

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. Sì.

  PRESIDENTE. Quindi questo escamotage è solo per i corsi d'acqua?

Pag. 26

  GERLANDO IORIO, Viceprefetto incaricato dal Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania. È solo per i corsi d'acqua. La normativa sembrerebbe consentire questo alleggerimento della posizione dei comuni; per il resto, ahimè, no. Bisogna trovare o una norma pattizia, come l'altra volta – ma era eccezionale – o, meglio ancora, una modifica dei decreti ministeriali che consenta questa possibilità, se si pensa che questa sia una strada che possa aiutare i comuni nell'attività di rimozione.

  PRESIDENTE. Sì, nella rimozione sicuramente aiuta, però trucca la percentuale di raccolta differenziata. Ringrazio il nostro ospite per la disponibilità e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.10.