XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV Camera e 4a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Martedì 5 febbraio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra della difesa, Elisabetta Trenta, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge recanti «Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale del personale militare» C. 875 Corda e C. 1060 Maria Tripodi (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Trenta Elisabetta , Ministra della difesa ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 5 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 5 
Corda Emanuela (M5S)  ... 5 
Tondo Renzo (Misto-NcI-USEI)  ... 6 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 6 
Tondo Renzo (Misto-NcI-USEI)  ... 6 
De Menech Roger (PD)  ... 6 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
De Menech Roger (PD)  ... 7 
Tripodi Maria (FI)  ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Trenta Elisabetta , Ministra della difesa ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 
Mininno Cataldo  ... 8 
Causin Andrea  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Causin Andrea  ... 10 
Rauti Isabella  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Trenta Elisabetta , Ministra della difesa ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero-Sogno Italia: Misto-MAIE-SI;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 13.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra della difesa, Elisabetta Trenta, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge recanti «Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale del personale militare» C. 875 Corda e C. 1060 Maria Tripodi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della signora Ministro della difesa, Elisabetta Trenta, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge recanti «Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale del personale militare» C. 875 Corda e C. 1060 Maria Tripodi.
  Saluto la presidente della Commissione difesa del Senato, senatrice Tesei, e tutti i colleghi presenti. Do quindi il benvenuto, anche a nome della presidente Tesei, alla signora Ministro della difesa, Elisabetta Trenta, che ringrazio per essere qui presente, e avverto che i nostri lavori si dovranno concludere entro le ore 14 a causa dei suoi impegni istituzionali.
  Prima di dare la parola alla signora Ministro per lo svolgimento del suo intervento, avverto che, come da intese con la presidente Tesei, sarà data la parola a un parlamentare per Gruppo per un primo giro d'interventi. Dopo la replica della signora Ministro potrà avere luogo, ove il tempo a disposizione lo consenta, un secondo giro di domande da parte di altri colleghi che ne facciano richiesta. A tal proposito chiedo ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della Presidenza la propria iscrizione a parlare.
  Do adesso la parola alla signora Ministro Trenta.

  ELISABETTA TRENTA, Ministra della difesa. Grazie, presidente. Onorevoli presidenti, onorevoli senatori e deputati, buon pomeriggio.
  Come è noto, la Corte costituzionale con la sentenza n. 120 del 2018 ha decretato di fatto il diritto per il personale militare a costituire e aderire ad associazioni professionali a carattere sindacale. A prima vista, il portato della Corte costituzionale, preceduto peraltro da analogo pronunciamento della Corte europea dei diritti dell'uomo, poteva apparire dirompente. Devo dire invece di aver verificato personalmente che il mondo militare si è dimostrato sin dal primo momento pronto e preparato ad affrontare e gestire un cambiamento, che definire epocale è poco, nelle relazioni tra l'amministrazione e il personale militare.
  Ciò ha comportato anche il palesarsi di numerose istanze da parte delle diverse categorie di personale appartenenti all'Esercito, alla Marina, all'Aeronautica, all'Arma dei carabinieri e al Corpo della Guardia di finanza, volte ad attribuire piena concretezza ai princìpi enunciati dalla Corte.
  Alla luce di questa constatazione ho ritenuto necessario attivare immediatamente i competenti uffici, affinché fosse delineata, sia pur a normativa vigente, una prima disciplina, all'interno della quale le Pag. 4nasciture associazioni potessero trovare legittima collocazione. È nata così una prima circolare già nel mese di settembre 2018.
  Successivamente ho ritenuto opportuno, anche alla luce della mancanza di un quadro normativo definito, acquisire il parere del Consiglio di Stato in merito ad alcuni aspetti qualificanti, quali per esempio la possibilità, per il solo personale in servizio e in ausiliaria, di aderire alle costituende associazioni, e i rapporti tra i sodalizi in parola e gli organismi della rappresentanza militare già esistenti, con particolare riferimento al ruolo negoziale a questi ultimi attribuito per legge.
  Ottenute le indicazioni richieste, la prima circolare è stata emendata con due interventi successivi, uno in ottobre e l'altro in dicembre. Definite le modalità procedurali per la costituzione ed il rilascio del necessario assenso ministeriale delle associazioni, restava quindi da definire il quadro normativo di riferimento. Ritengo questo un compito veramente arduo. Le possibili linee di azione che mi si proponevano erano diverse, però sin da subito ho ritenuto che dovesse essere il Parlamento ad assumere l'iniziativa.
  Le motivazioni di questa mia valutazione discendono da due considerazioni principali. In primo luogo, credo che questo altissimo consesso, massima espressione dei fondamenti democratici che animano il nostro stare insieme e il nostro essere Italia, sia il luogo deputato a fare una sintesi dei diversi interessi e delle varie sensibilità che le nostre donne e i nostri uomini in uniforme quotidianamente ci rappresentano. In secondo luogo, sono fermamente convinta che un provvedimento così importante non possa e non debba essere espressione di una parte, ma debba essere il frutto della condivisione di princìpi fondanti.
  In sintesi, come sono sicura sia chiaro a tutti noi, le Forze armate, i Carabinieri e la Guardia di finanza sono patrimonio di tutti gli italiani e dell'intera nazione. È per questa ragione che ho appreso con enorme soddisfazione della presentazione al momento di due proposte di legge a prima firma, rispettivamente, dell'onorevole Corda e dell'onorevole Tripodi, entrambe ispirate dalla volontà di garantire il pieno diritto di associazione ai nostri militari.
  Dall'analisi dei due testi, cui credo se ne affiancheranno altri, ho potuto trarre alcune considerazioni, che desidero sottoporre alle vostre valutazioni. Entrambi gli articolati sembrano prevedere esclusivamente la possibilità di costituire associazioni per singola Forza armata o Corpo. A mio parere personale (ma dipende dal fatto che mi sono già pervenute delle richieste in tal senso) dovrebbe/potrebbe altresì essere prevista la possibilità di costituire sodalizi a carattere interforze (ho già delle richieste, quindi dobbiamo considerarle).
  Negli ultimi anni, infatti, sono stati sostenuti sforzi enormi nella direzione della equiordinazione, garantendo in tal modo parità di diritti e di dignità alle diverse categorie di personale, al di là del colore dell'uniforme. Credo che si debba poter continuare in questa direzione, come già stiamo peraltro facendo con la definizione dei provvedimenti integrativi e correttivi al riordino dei ruoli e delle carriere delle Forze armate e delle Forze di polizia.
  Con riferimento all'atto di assenso ministeriale che reputo indispensabile, mi sembra opportuno definire compiutamente anche i casi in cui tale autorizzazione possa essere revocata, nonché la relativa procedura.
  Ulteriore questione che rimetto alle vostre valutazioni è quella della rappresentatività dei singoli sindacati. Adottare il criterio del numero di voti mi sembra possa determinare delle distonie, superabili invece qualora si facesse riferimento al numero degli iscritti. Inoltre, in questa sede invito anche il Parlamento a valutare la definizione del ruolo e delle attività degli organi della rappresentanza militare oggi esistenti, verso i quali esprimo il mio personale ringraziamento per il lavoro svolto fino ad oggi.
  Altro aspetto da tenere in considerazione riguarda la tecnica legislativa, ossia la necessità di coordinare tutte le nuove norme all'interno del Codice dell'ordinamento militare e del correlato Testo unico regolamentare. Infine, credo sia necessario Pag. 5includere all'interno del testo finale specifiche disposizioni normative volte a garantire la massima inclusività del genere femminile all'interno delle associazioni a carattere sindacale che andranno a costituirsi, con riferimento anche alle cariche direttive.
  Vi ringrazio dell'occasione che avete voluto concedermi per esprimere il mio pensiero. Non intendo abusare del vostro tempo, permettetemi però, prima di congedarmi, di auspicare che possa iniziare oggi un percorso da compiere uniti, al di là delle appartenenze politiche e degli schieramenti di maggioranza e opposizione, che conduca alla definizione di un provvedimento bipartisan nel senso più profondo e più alto di questa parola, figlio cioè non di un compromesso, ma di una convinta condivisione di intenti.
  Buon lavoro a tutti. Sono a vostra disposizione anche durante i lavori, quando sarà necessario. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, signora Ministro. Do adesso la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SALVATORE DEIDDA. Buongiorno, signora Ministro. Come Fratelli d'Italia stiamo valutando l'opportunità di presentare una nostra proposta di legge: sicuramente è stato meritorio delegare il Parlamento per una materia così difficile e che suscita molti dubbi nelle stesse Forze armate in relazione a quale strada intraprendere.
  Mi permetto una divagazione che non rientra nella materia che stiamo trattando, ma voglio ricordare a tutta la Commissione che qui fuori, in piazza Montecitorio, stanno manifestando dei volontari in congedo delle Forze armate che sono stati esclusi da un concorso per allievi di polizia; si tratta di una doppia bocciatura, una doppia discriminazione, e questa sarà materia del nuovo sindacato.
  Tornando al tema dell'audizione, signora Ministro, è vero che la Corte costituzionale ha sancito il diritto di formare i sindacati dei militari, ma ci sono anche dei paletti sulle materie che possono trattare. La domanda che volevo fare, faccio gli auguri al neonato sindacato dei Carabinieri, riguarda quali materie oggi, prima che il Parlamento si pronunci, questi sindacati possono trattare; come possono agire?
  Esiste già la rappresentanza militare, che è deputata a rappresentare i militari e a rapportarsi con i vertici militari e i ministri, ma i sindacati cosa possono fare? Alla domanda se potessimo convocarli per le audizioni, la maggioranza mi ha risposto di no, perché loro non sono autorizzati a rappresentare i militari. Mi chiedo, quindi, cosa possano fare, perché abbiamo detto che si sono formati e questo è un primo passo storico.
  Temo infatti che qualcuno neanche autorizzato da Lei, signora Ministro, qualcuno che già si fregia del nome del sindacato militare esca con comunicati stampa violando anche l'ordinamento militare o gli ordini dei propri superiori e qualcuno più ingenuo possa seguirne l'esempio e incorrere nello stesso errore. Dico questo per preservare i nostri militari da un'ondata di entusiasmo e di eccessiva enfasi su questa materia, che possa trarli in errore.
  Desidero precisare che Fratelli d'Italia non è contraria all'associazionismo sindacale, però vorremmo capire bene i paletti. Grazie.

  EMANUELA CORDA. Ringrazio la signora Ministro Elisabetta Trenta soprattutto per la grande sensibilità che ha mostrato fin dall'inizio del suo mandato rispetto ai diritti dei militari, tema che ci sta a cuore e che abbiamo trattato tantissimo anche nella scorsa legislatura come opposizione.
  Nella scorsa legislatura avevamo presentato una proposta di legge che andava nella direzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, che incidevano in quel caso sull'ordinamento francese, però avevano riflessi anche in Italia. Avevamo quindi avvertito l'esigenza di presentare questa proposta di legge e, in questa legislatura, essendo anche forza di maggioranza, ci siamo sentiti ancora più responsabili nel dare risposte al comparto.
  Il collega Deidda ha citato la circolare della difesa e il rischio che si possa creare Pag. 6una sorta di conflitto di competenze tra la rappresentanza militare e i sindacati riconosciuti dal ministro a seguito della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l'incostituzionalità della norma dell'ordinamento militare che ne vietava la costituzione.
  Voglio ricordare che la sentenza ha disciplinato il tutto, evidenziando l'esigenza di una legge che disciplini la parte negoziale, demandando al Parlamento questo tipo di attività.
  Credo che il problema non sussista, perché i COCER continueranno a svolgere la loro attività finché non sarà entrata in vigore la nuova legge, con le modifiche di tutta la materia che riguarda i sindacati dei militari. Peraltro, i sindacati, non avendo potere negoziale, non creeranno alcun contrasto con l'attività dell'attuale rappresentanza militare, che rimane giustamente operativa fino a quando non approveremo questa legge.
  Mi auguro che l’iter di questa legge sia più rapido possibile, perché abbiamo atteso veramente tanto e che ci sia, come ha giustamente auspicato anche la Ministra Trenta, la massima condivisione. Faccio solo una piccola domanda al Ministro, chiedendole quali ritiene che saranno i rapporti tra i sindacati dei militari e quelli civili. Grazie.

  RENZO TONDO. Io sono francamente stupito, nel senso che ci troviamo con un Ministro della difesa che dichiara che stiamo andando via dall'Afghanistan, un Ministro degli esteri che dice di non saperne nulla, il Ministro della difesa che replica affermando che non è tenuto a saperlo e poi dice che forse ci ritiriamo o forse no.
  Abbiamo poi una vicenda che riguarda i missili a corto e medio raggio e il rapporto tra l'Occidente e l'Oriente, tra Putin e Trump. Noi non prendiamo una posizione; gli unici che fanno qualcosa ad Aquisgrana sono Macron e la Merkel, che capiscono che stiamo precipitando in un clima da Guerra fredda in cui qualche rischio possiamo metterlo in conto, soprattutto perché non ci sono più due blocchi, ma c'è qualcun altro...

  PRESIDENTE. Onorevole Tondo, la invito a restare sul tema dell'audizione...

  RENZO TONDO. Mi collego al tema, presidente. Abbiamo l'argomento del Venezuela sul quale ci isoliamo, lasciando i nostri connazionali al loro destino. In tutto questo noi parliamo del sindacato dei militari, ma francamente credo che le priorità siano altre. Ho le mie riserve su questo e mi permetterò di esprimerle quando passeremo alla fase della discussione delle proposte di legge. Però credo che la presenza del Ministro, in un momento come questo, avrebbe nobilitato maggiormente queste Commissioni se si fosse parlato dei problemi che sono all'ordine del giorno e che rappresentano la politica del Governo, riguardo ai quali non c'è ancora chiarezza su cosa si intenda fare.

  ROGER DE MENECH. Grazie al Ministro per essere qui con noi. Non possiamo che condividere il metodo di lavoro che ha tracciato: affrontare un tema storicamente delicato come quello dell'approccio sindacale dentro le Forze militari merita una grande condivisione parlamentare, una grande condivisione fra i vari livelli di Governo e, quindi, fra la parte politica del ministero e la parte tecnica che dirige le nostre Forze militari. Merita, quindi, una valutazione ad ampio spettro e soprattutto approfondita, per evitare che ci limitiamo ad assolvere a un compitino derivato da una sentenza (lo dico in maniera molto chiara).
  È chiaro che, però, è un po’ surreale che su un tema strategico e importante come il sindacato siamo qui ad interloquire e a condividere un percorso virtuoso rispetto a una norma ancora in divenire e poi (secondo me fa parte integrante del ragionamento che dobbiamo fare oggi) in alcuni grandi temi come la situazione delle Forze armate che abbiamo dislocate nel panorama internazionale (a esempio in Afghanistan) non mettiamo a frutto lo stesso metodo.
  Lo dico per differenza perché, come apprezziamo il metodo sui sindacati, non apprezziamo invece l'inseguirsi di notizie Pag. 7di cui il Governo è stato protagonista in queste ultime settimane (partirei anche da prima, da qualche visita di qualche vicepresidente del Consiglio in giro per i Paesi).
  Non è assolutamente vero che le dichiarazioni a mezzo stampa non incidano sull'autorevolezza del nostro Paese, e la confusione a mezzo stampa non incida sulla qualità della nostra presenza sullo scacchiere internazionale. Lo abbiamo chiesto in Aula il giorno stesso e lo richiediamo qui: il fatto necessita di un approfondimento.
  Sono partito dalla questione di merito – presidente, non può dirmi nulla rispetto al mio ragionamento – per sottolineare la differenza...

  PRESIDENTE. Onorevole De Menech, lei mi ha chiamato in causa, io ovviamente ho seguito il suo ragionamento e il suo intervento, però la invito a rimanere sempre sul tema dell'audizione. Grazie.

  ROGER DE MENECH. Assolutamente sì, quindi ripeto ancora una volta l'importanza del provvedimento e la condivisione rispetto all'approfondimento. Tuttavia, non posso non sottolineare la diversità, e credo, signora Ministro, che ci siano temi talmente importanti che non possono essere evasi o considerati in maniera così superficiale come in queste settimane.
  Questo è un tema fondamentale per noi, quindi le chiediamo ufficialmente di continuare con la stessa determinazione che mettiamo nei sindacati anche nel dare risposte ai nostri militari, che tengono alto l'onore del nostro Paese nel mondo. Lo deve fare anche in quel campo perché – ripeto – le due cose sono strettamente connesse; perché un metodo deve essere applicato soprattutto sulle cose che hanno una grandissima importanza per il nostro Paese e che rischiano di metterci in posizione subalterna rispetto a tutte le altre potenze sullo scacchiere internazionale. Per noi questa è una preoccupazione vera, quindi la invitiamo veramente a riferire alla Camera e a questa Commissione.

  MARIA TRIPODI. Desidero ringraziare il Ministro della difesa per la sensibilità e la puntualità nell'intervento. Anche il movimento che rappresento, Forza Italia, già nella scorsa legislatura aveva presentato una proposta di legge in merito al sindacato e si era impegnata a portarla avanti per garantire un giusto diritto ai nostri militari, oltre che per colmare il vuoto normativo esistente.
  Sono lieta che il Ministro abbia sottolineato anche in questa sede come l'approvazione di una proposta di legge di questo genere non debba avere una paternità politica, perché le nostre Forze armate sono patrimonio del nostro Paese. L'auspicio del Gruppo che rappresento è che questa proposta di legge, inquadrata con tutte le necessarie modifiche e con il confronto politico tra tutte le forze politiche, sia quanto più possibile condivisa e veda una rapida approvazione. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole. Lascio adesso la parola alla signora Ministro Trenta per la prima replica.

  ELISABETTA TRENTA, Ministra della difesa. La sentenza ha posto dei paletti che saranno rispettati e indica, anche, quelle che saranno le materie che possono essere rispettate dalle associazioni.
  In questa fase, le associazioni che hanno ricevuto l'assenso non hanno il potere negoziale; quindi possono fare tutto quello che fa un'associazione (parlare di temi, affrontarli) e possono anche essere chiamate da voi in audizione. È una fase nella quale possono già esprimere il loro parere, e credo che sia molto importante anche la denominazione delle rappresentanze.
  Entreranno nel pieno possesso delle loro facoltà nel momento in cui il procedimento sarà concluso.
  Sulla questione dei rapporti con i sindacati civili, osservo che i sindacati i militari non possono essere confederati con i sindacati civili; ci deve essere una opportuna separazione. Questo però non significa che non si possa dialogare su alcuni temi di interesse. Quindi, non c'è un limite alla possibilità di confronto. Non credo che si potrebbe neanche apporre per legge, perché ci si può confrontare, però non ci Pag. 8deve essere nessun collegamento tra i sindacati.
  Onorevole Tondo – e rispondo anche all'onorevole De Menech sullo stesso tema – io non ho mai rifiutato nessun confronto su nessuno degli argomenti che mi vengono posti. Credo che sia già arrivata una richiesta di intervenire sulla questione dell'Afghanistan e lo farò molto presto e con piacere, non voglio anticipare nulla. Piacerebbe anche a me avere una situazione molto chiara di quello che sta succedendo sul terreno, ovviamente siamo quotidianamente in contatto con il personale, con i comandanti che abbiamo in Afghanistan, a Herat e a Kabul, e le informazioni che arrivano anche da parte loro non sono informazioni precise, perché neanche gli americani le hanno.
  Questo quindi è il quadro all'interno del quale ci si muove e la mia preoccupazione è prima di tutto una preoccupazione sulla sicurezza del contingente, del personale che abbiamo lì, e nello stesso tempo non vorrei mai dare il messaggio di un Paese che non è all'altezza dei suoi compiti. Quindi, le risposte che io ho sempre dato e l'atteggiamento che abbiamo sempre avuto nei confronti dei nostri alleati è un atteggiamento di responsabilità. Tant'è che anche rispetto ai primi 100 uomini, che non so se siano stati già ritirati tutti... Lo stiamo facendo progressivamente, man mano che gli altri Paesi ci danno personale che comincia a lavorare con gli italiani che sono ad Herat.
  Non stiamo quindi in nessun modo facendo mancare il nostro appoggio in questa fase, soprattutto perché ci sono delle elezioni che si dovevano svolgere adesso in primavera e che si svolgeranno probabilmente più tardi. In questa fase di passaggio è importante che noi siamo presenti. Questo non significa che, se invece domani succedesse qualcosa, non dobbiamo essere pronti, perché non è che possiamo rimanere solo noi; non cambia poco nel rimanere presenti in un'area se ci sono gli americani o se non ci sono, questo ci potrebbe costringere a fare scelte molto più veloci di quelle verso le quali ci stiamo avviando.
  Sono andata alla NATO, ho parlato con Stoltenberg. Poi, quando me lo chiederete faremo un'audizione apposita e vi racconto anche giorno per giorno quello che faccio in qualsiasi momento, ma è chiaro che io faccio il ministro e parlo con Stoltenberg; prima di fare qualsiasi affermazione che potrebbe creare confusione parlo con il Comandante del COI; parlo con il Capo di stato maggiore della Difesa; parlo con tutte le persone con cui devo parlare.
  Le ricostruzioni di stampa le conoscete bene: ci giochiamo tutti, non è carino, perché non sarebbe opportuno farlo su questi temi, infatti è meglio non leggerli.
  Io parlo con tutto il mondo, non parlo da sola. La paternità politica spero proprio che non ci sia su questo tema e vorrei che anche sul tema delle missioni non si facesse speculazione politica. Per me il Parlamento deve prendere queste decisioni e, ogni volta che si parla di militari e di Forze armate, sarebbe auspicabile che ci fosse consenso. Le scelte possono essere discusse, però il consenso e la forza del Paese nei confronti delle Forze armate è importantissimo.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi per un secondo giro di interventi.

  CATALDO MININNO. Signora Ministro della difesa, oggi la situazione è questa: da un lato la Corte costituzionale, con la sentenza n. 120 del 2018, ha di fatto sancito il diritto per il personale militare di costituire e aderire ad associazioni professionali a carattere sindacale, con, da un lato, il conseguente proliferare di istanze da parte delle diverse categorie di personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare, che richiedono giustamente il pieno riconoscimento di questo diritto e, dall'altro, l'assenza di un quadro normativo specifico dalle organizzazioni sindacali militari.
  Lei, quindi, si trova nell'arduo compito di definire una prima disciplina nella quale le associazioni possano collocarsi legittimamente, in assenza di un quadro normativo di riferimento, e per questo non la invidio affatto.
  A mio avviso ci sarebbe quel carattere di necessità e di urgenza perché il Governo Pag. 9adotti un provvedimento con forza di legge. Per questo è ancora più apprezzabile che lei ritenga che l'iniziativa legislativa non debba essere assunta dal Governo ma dal Parlamento, posizione che io condivido per la stessa ragione da lei rappresentata e, cioè, che un provvedimento così importante non possa essere espressione di una parte, ma debba essere il risultato di un confronto fra tutte le componenti parlamentari.
  Vengo alla domanda. La proposta di legge Corda ed altri prevede la cessazione immediata degli attuali organismi di rappresentanza militare, anche di quelli in carica nel momento dell'insediamento dei nuovi organi di rappresentanza sindacale. Lei ritiene che i due tipi di rappresentanza siano alternativi e, quindi, incompatibili o che invece possano in qualche modo coesistere? Grazie.

  ANDREA CAUSIN. Grazie mille innanzitutto per la presenza del Ministro. Sul tema della rappresentanza sindacale, signora Ministro, auspico che si proceda come è accaduto durante la scorsa legislatura su tutti i temi delicati e importanti. L'unitarietà delle forze politiche di questo Parlamento durante la scorsa legislatura sui temi principali che riguardano la difesa ha fatto la differenza e ha consentito di ottenere dei risultati che nelle scorse legislature non era stato possibile conseguire; uno su tutti, la legge che oggi consente al Parlamento e al Governo italiano di avere un sistema autorizzativo delle missioni internazionali.
  Il fatto che ci siano in questo momento una proposta di maggioranza e una proposta di opposizione, secondo me, è un punto di partenza interessante che poi, completato con il lavoro che faremo con le audizioni, se darà seguito a un lavoro fatto con il giusto spirito, potrà portare sicuramente alla nascita di una legge equilibrata che tenga conto delle esigenze, delle competenze e delle esperienze dello stato maggiore della Difesa.
  In questo caso, infatti, il legislatore interviene in una materia particolarmente delicata, perché l'Esercito, l'Aeronautica e la Marina non sono un'azienda, una struttura organizzativa pubblica o privatistica di carattere professionale, ma sono una catena di comando. Quindi, servono la necessaria prudenza, la capacità e la sensibilità per poter intervenire dal punto di vista legislativo senza creare cortocircuiti nel sistema di comando.
  Voglio anche approfittare della presenza del Ministro per dire che ho tediato la gentilissima e disponibilissima Presidente Tesei chiedendo con urgenza che il Ministro della difesa e il Ministro degli esteri vengano a riferire alle Commissioni congiunte, perché è importante che questo Parlamento sia consapevole in ogni istante della situazione delle missioni internazionali, anche perché in modo unitario il Parlamento ha approvato nella scorsa legislatura la legge quadro. Non possiamo leggere dai giornali le intenzioni del Governo rispetto alla missione Sophia, che rappresenta una missione militare di confine di cui abbiamo il comando, sulla quale abbiamo fatto un percorso, e credo che se c'è un rischio anche non imputabile al nostro Paese che questa missione possa venire meno, il Ministro della difesa e il Ministro degli esteri debbano venire tempestivamente in Parlamento a parlarne, perché questo è l'organo deputato ad avviare una discussione.
  Come anche se decidiamo di essere presenti o no in una missione in Afghanistan o in un altro Paese. In alcuni Paesi siamo senza gli americani e facciamo benissimo; in altri Paesi abbiamo il comando della missione, abbiamo il Comandante Del Col che sta guidando egregiamente la missione in Libano, dove da anni l'Esercito italiano non ha bisogno di altre Forze armate, di altri eserciti per dimostrare la propria capacità sul campo. Abbiamo dimostrato di essere protagonisti non da soli, ma con altri, primus inter pares in alcune situazioni, e di avere il comando e il coordinamento, da Sophia al Libano ad altre situazioni, senza bisogno di altri partner NATO oppure avendo il comando su altri partner NATO, con varie tipologie di missioni. Le missioni sono missioni NATO, sono missioni ONU...

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  PRESIDENTE. Senatore, mi perdoni, io ribadisco sempre che il tema dell'audizione è un altro.

  ANDREA CAUSIN. Formulo la domanda e chiedo che tempestivamente i Ministri vengano a riferire a Commissioni congiunte, come è giusto che sia in una democrazia parlamentare.

  ISABELLA RAUTI. Ministro, sarò telegrafica perché so che sono rimasti pochi minuti. Per quanto riguarda i sindacati, Lei ha risposto in merito ai rapporti tra rappresentanze civili e rappresentanze militari, ma vorrei chiedere se l'attuale modello del sindacato di polizia, da tempo operativo, sia un modello al quale si guarda per la realizzazione dei neonati sindacati e quali possano essere i rapporti tra il COCER e le future associazioni, come il neonato sindacato Carabinieri.
  È evidente che l’iter è complesso e che siamo in ritardo. Questo non è attribuibile a nessuno, però oggettivamente lo siamo perché siamo in attesa di una legge dopo la sentenza della Corte costituzionale che è un punto di non ritorno. Quindi, al di là di come la si pensi, è necessario operare.
  Non voglio uscire da questo perimetro perché siamo stati già richiamati, però, essendo presenti altri colleghi della Commissione difesa del Senato, ribadisco qui quello che abbiamo già detto nelle nostre riunioni, ovvero la necessità di avere un passaggio parlamentare per quanto riguarda le nostre missioni internazionali. Pur comprendendo il noto principio del together in, together out che Lei in parte ha spiegato nel suo intervento relativamente alle truppe in Afghanistan, considero necessario avere un passaggio parlamentare di riconsiderazione delle nostre missioni internazionali. Grazie.

  PRESIDENTE. Lascio adesso la parola alla signora Ministro per l'ulteriore replica.

  ELISABETTA TRENTA, Ministra della difesa. Rispondo sul rapporto tra le associazioni a carattere sindacale e gli attuali organismi di rappresentanza. Intanto la differenza profonda che c'è tra i due: gli organismi della rappresentanza sono degli organismi interni; gli organismi delle associazioni sindacali sono completamente esterni e quindi avranno la piena rappresentanza in tutti i sensi. Il Parlamento può decidere un'eventuale coesistenza, tutte le valutazioni vanno fatte in merito, è chiaro che qualsiasi cosa si decida, anche se si andasse alla soppressione completa della rappresentanza militare, che credo sia abbastanza naturale, ma questa è solo un'opinione personale, quindi non è una risposta a questa domanda, si potrebbe prevedere un periodo di coesistenza che permetta poi di fare un passaggio totale delle responsabilità nel momento in cui i sindacati abbiano la piena capacità negoziale.
  Torno solo per un momento alla richiesta di venire insieme al Ministro degli esteri a parlare alle Commissioni congiunte. Per me è una cosa importante, sono disponibile a farlo, le missioni internazionali sono una parte fondamentale della nostra politica estera (ho chiarito spessissimo la mia posizione e la posizione del Governo). Da qualsiasi parte noi andiamo riceviamo soltanto complimenti e attestazioni di stima nei confronti dei nostri uomini, nei confronti della capacità con cui gli italiani riescono a fare da ponte laddove ci siano situazioni di conflitto irrisolvibili, quindi credo che con grande serietà noi dobbiamo occuparci di questo tema.
  Quello che può cambiare nel tempo (ed è il motivo per cui ho detto che le missioni iniziano e finiscono) sono gli obiettivi che il Paese ha, pur tenendo fede alle alleanze non siamo un Paese che non ha necessità strategiche e interessi nazionali, e, poiché le nostre risorse anche in termini pecuniari da utilizzare per le missioni internazionali non sono infinite, è chiaro che a un certo punto si senta l'esigenza di ridurre da una parte per poter aumentare dall'altra. Nessun problema a discutere tutto questo con il Parlamento, questi sono temi sui quali credo che dovremmo arrivare non dico a decidere sempre insieme, ma il più possibile vicino all'unitarietà.
  Il problema vero è che questo Paese non ha mai discusso di qual è l'interesse nazionale, Pag. 11 e questo forse è un tema su cui magari non basta riunirsi in Commissione, ma sarebbe il caso di lanciarlo a livello nazionale. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio la signora Ministro Trenta per la sua partecipazione ai lavori delle Commissioni e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.05.