XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Martedì 29 gennaio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 9 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza ... 9 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 9 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore, accompagnato dal colonnello Massimiliano Di Lucia e dal tenente colonnello Walter Mela, che ringrazio per la presenza.
  La Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, su loro motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta. Nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento. Si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Invito i nostri ospiti a svolgere una relazione sull'attività della Guardia di finanza nelle materie oggetto dell'inchiesta, al termine della quale seguiranno eventuali domande da parte mia o dei commissari. Decidete voi come gestirvi la parola e poi faremo gli approfondimenti del caso.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza. Grazie, presidente, buongiorno a tutti. Consentitemi di rivolgere il saluto e il ringraziamento del Comandante generale del Corpo e quindi sicuramente il mio personale per darci l'opportunità di fornire un contributo ai lavori di questa Commissione, un contributo che non può che derivare dalla nostra esperienza operativa.
  Salvo diverso vostro avviso, organizzerei l'incontro in questo modo: svolgerei una relazione in cui parlerò del nostro approccio come polizia economico-finanziaria al tema dei rifiuti, il nostro approccio ordinativo e nello specifico al tema dei rifiuti, evidenzierò, credendo di farvi cosa utile, le dinamiche criminali in cui ci siamo imbattuti più frequentemente nella nostra attività investigativa. Da ultimo, farò riferimento a determinate operazioni di servizio, da cui sono stati tratti i profili di analisi che consegneremo alle vostre riflessioni.
  Abbiamo preparato un testo scritto che lasceremo agli atti, quindi cercherò di essere il più sintetico possibile, rimandando ulteriori approfondimenti al testo scritto e ad eventuali domande che seguiranno al termine della mia relazione.
  Per le vostre domande, ove mi sarà consentito rispondere con immediatezza lo farò, laddove non mi fosse possibile per assenza di dati o informazioni specifiche, mi riservo di fornirvi un contributo scritto nel più breve tempo possibile. Pag. 4
  Intanto, come siamo organizzati come dispositivo di contrasto? Come sapete, la Guardia di finanza è una forza di polizia economico-finanziaria, dipende direttamente dal Ministero dell'economia e delle finanze. Non nasce così, la Guardia di finanza nasce come polizia doganale, come tutela dei confini di tipo doganale, quindi la nostra vocazione è il contrasto ai traffici illeciti in senso ampio, una vocazione che trova pieno riscontro nelle esigenze di contrasto specifico al fenomeno del traffico dei rifiuti.
  Tale ontologia operativa ha subìto una prima metamorfosi negli anni Settanta, quando si è diventati polizia tributaria pura in termini di contrasto a illeciti con l'utilizzo di specifici poteri previsti dalle leggi d'imposta, per ottenere un'ulteriore, definitiva metamorfosi nel 2001, quando il legislatore ha inteso riconoscere al Corpo della Guardia di finanza la competenza di polizia economico-finanziaria, il che vuol dire utilizzare sinergicamente due ventagli di poteri: poteri di polizia amministrativa in tutti i settori di polizia economico-finanziaria, quindi nell'ambito del contrasto agli illeciti in materia di tutela del bilancio dello Stato, degli enti locali e dell'Unione europea, ma anche tutela del mercato da possibili infiltrazioni della criminalità organizzata e da possibili infiltrazioni di pratiche scorrette.
  In buona sostanza, tutela del bilancio e tutela dei mercati, con poteri di polizia amministrativa a cui però si affiancano i poteri di polizia giudiziaria, in quanto forza di polizia dotata anche di questi poteri. È quindi la sinergia di questi poteri, se mi consentite, a rappresentare il valore aggiunto del nostro tipo di approccio a determinate investigazioni.
  Da ultimo, con la legge Madia prima e con il decreto del Ministero dell'interno è stata attribuita al Corpo una nuova specialità, quella di polizia del mare. Al Corpo è riconosciuta quindi la funzione esclusiva di polizia del mare. Lo stesso Decreto di specialità in materia di tutela ambientale ha attribuito all'Arma dei Carabinieri una funzione esclusiva in materia di polizia ambientale di carattere forestale e una funzione preminente di tutela dell'ambiente.
  Dico preminente perché poi è prevista un'attività concorsuale da parte della Guardia di finanza, attività concorsuale che deriva sia dall'essere polizia economico-finanziaria, perché il rifiuto ha un suo valore economico e un suo mercato, sia da specifiche previsioni di legge che prevedono la possibilità per il Ministro dell'ambiente di avvalersi anche delle attività di vigilanza della Guardia di finanza e una serie di altre disposizioni che comunque prevedono un coinvolgimento del Corpo dalla Guardia di finanza.
  Da ultimo, la componente aeronavale del Corpo diventa fondamentale in questo assetto. Come dicevo, la Guardia di finanza adesso è polizia economico-finanziaria ed è polizia del mare, è un riconoscimento che il legislatore ha riservato alla Guardia di finanza in ragione delle sue tradizionali competenze marinaresche e della sua flotta aerea e navale.
  Come dicevo, noi nasciamo come polizia di frontiera, doganale, non dimentichiamo che abbiamo 8.000 chilometri di coste che sono anche frontiere dell'Italia e dell'Unione europea, quindi la componente aeronavale è preziosa per la sua attività di vigilanza anche in materia di contrasto ai traffici illeciti lungo tutti gli 8.000 chilometri di coste, compito importante che ovviamente cerchiamo di esercitare con il massimo senso di responsabilità.
  Andiamo ai fenomeni illeciti. Il rifiuto è un bene che ha un suo valore economico, in una economia circolare ha un suo mercato, perché è scarto per qualcuno, ma ha un valore per altri in un'economia.
  Il nostro approccio intanto evidenzia questa circostanza. In ogni traffico illecito di rifiuti vi è un elemento essenziale, l'utilizzo di documentazione falsa, perché in un traffico illecito si è costretti a giustificare una destinazione formale diversa da quella reale, quindi, quando si opera un illecito sversamento, giuridicamente si deve invece dimostrare di aver fatto un lecito trattamento del rifiuto.
  Non solo, se devo giustificare un trattamento specifico del rifiuto e in realtà non Pag. 5lo faccio, lo devo fare contabilmente, quindi l'utilizzo delle fatture per operazioni inesistenti è una pratica in cui ci imbattiamo sempre laddove ci imbattiamo in illeciti traffici di rifiuti o in gestione di discariche non autorizzate.
  La fattura falsa è uno strumento plurioffensivo per sua natura; da un lato quindi consente all'organizzazione di attestare un trattamento non effettuato o attestare una destinazione diversa da quella reale, dall'altro lato ovviamente arreca un danno alle casse dello Stato, perché consente l'indebita deduzione di costi e l'indebita detrazione di IVA.
  Vi fornisco un dato: solo con riguardo agli interventi fatti dalla Guardia di finanza di tipo tributario nei confronti del mondo della gestione del rifiuto, dal 2015 al 2018 abbiamo constatato maggiori basi imponibili per circa mezzo miliardo di euro, un'IVA constatata di 126,5 milioni di euro, abbiamo denunciato 209 soggetti all'autorità giudiziaria per emissione e utilizzazione di fatture false (articoli 8 e 2 del decreto legislativo n. 74 del 2000), abbiamo operato sequestri per equivalente, perché la normativa specifica ce lo consente in ambito tributario, per 32,5 milioni di euro.
  Accanto a questo approccio meramente tributario ai fini di imposte dirette e IVA si affianca un'altra attività della Guardia di finanza sempre di natura tributaria, che è la constatazione del mancato versamento della cosiddetta «ecotassa». Mi riferisco al tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi previsto dall'articolo 3 della legge 549 del 1995.
  Come sapete, il soggetto passivo di questo tributo è colui che gestisce la discarica e ha l'obbligo di rivalsa nei confronti dei soggetti imprenditori che conferiscono il rifiuto nella discarica stessa. Tengo a sottolineare che questa ecotassa è dovuta anche in presenza di discarica non autorizzata, quindi il nostro intervento affronta anche questo ulteriore profilo di tipo fiscale (è un tributo devoluto alle regioni, come sapete). Negli ultimi quattro anni la Guardia di finanza ne ha constatato un'evasione per circa 56 milioni di euro.
  Diverse sono le attività che abbiamo fatto, cito una per tutte, quella del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Taranto che ha constatato quasi 10 milioni di euro di evasione di questa ecotassa. Sul punto ricordo che vi è un articolo, l'articolo 36 del D.P.R. 600 del 1973, che prevede l'obbligo, per ciascun soggetto che svolge attività ispettiva di varia natura, ma anche per la magistratura stessa, di comunicare alla Guardia di finanza competente per territorio tutti quei fatti di cui sono venuti a conoscenza in ragione dei loro uffici, ma che possono avere un risvolto di carattere fiscale.
  Capite bene quindi che tutta l'attività che si fa in ambito ambientale poi viene a convergere sul Corpo della Guardia di finanza per l'approfondimento dei profili di carattere fiscale che, come dicevo, vi sono sempre sia per quanto riguarda le fatture per operazioni inesistenti, sia per quanto riguarda l'evasione della cosiddetta «ecotassa».
  Proprio per la delicatezza e per la necessità di garantire questa catalizzazione (consentitemi questo termine) di informazioni sulla Guardia di finanza, su iniziativa del Comando generale il Dipartimento di pubblica sicurezza ha emanato una direttiva ai prefetti e ai comandi generali delle Forze armate proprio per sottolineare l'esigenza di questo flusso informativo verso la Guardia di finanza per l'approfondimento sul piano fiscale.
  Cosa emerge ancora dalle nostre investigazioni? Emerge che la criminalità organizzata è sicuramente interessata al fenomeno, del resto è un business e, come ogni business, attira gli appetiti di quanti vogliono inserirsi nel sistema economico, sfruttando le loro disponibilità finanziarie e tutto il loro armamentario, la capacità di intimidazione, la capacità di «dialogare» con funzionari pubblici, un dialogare evidentemente fra virgolette perché la criminalità organizzata non accetta di perdere un investimento, quando investe in un settore deve vincere e quindi usa tutti gli strumenti per farlo.
  Essendo anche questo un mercato, i fenomeni della corruzione, i rapporti con Pag. 6la pubblica amministrazione che deve autorizzare determinate attività, così come la capacità di penetrazione nel mercato e la capacità di ergere barriere insormontabili all'ingresso degli imprenditori onesti sono tutte caratteristiche tipiche dell'organizzazione criminale che entra in un mercato e ovviamente entra anche nel mercato dei rifiuti.
  Una volta che entra nel mercato, fa largo uso di fatture per operazioni inesistenti, come dicevo prima, la parte più remunerativa attiene alla falsa trasformazione o alla falsa lavorazione di rifiuti pericolosi, perché qui il ROI (Return On Investment) è più alto, dato l'elevato costo di lavorazione di questi prodotti. Il traffico di rifiuti è un traffico che diventa sempre più transnazionale sia in ambito comunitario che in ambito extracomunitario.
  È vero, in ambito comunitario abbiamo una normativa rigorosa, controlli rigorosi, armonizzati, ma è anche vero che in ambito comunitario il rifiuto ha un valore intrinseco più alto, dato che molti Paesi hanno investito nella trasformazione dei rifiuti in energia, quindi vi è un interesse al traffico comunitario in quest'ottica.
  In ambito extracomunitario il profilo è diverso. Il traffico di rifiuti verso l'Africa è un traffico remunerativo perché lì non abbiamo controlli o ne abbiamo pochi, non c'è una normazione standardizzata, è un controllo per lo più formale, che si limita alla verifica della regolarità della documentazione ma, come ho detto prima, è facile con una documentazione falsa attestare ciò che non è. Vi è poi una manodopera a basso costo.
  Si tratta quindi di un traffico transnazionale verso il Paese africano che ha come snodi necessari i porti, perché il trasferimento via mare è un trasferimento più economico, dato il peso dei rifiuti stessi. Attualmente tutti i porti diventano sensibili, anche i porti italiani; ecco perché la nostra attenzione, unitamente all'Agenzia delle dogane, è molto alta su questo profilo.
  A parte la polizia tributaria, trattandosi di attività gestite da criminalità organizzata, il nostro approccio investigativo non può che far perno sui nostri reparti di punta, quindi i nuclei di polizia economico-finanziaria, soprattutto i GICO, i Gruppi di investigazione sulla criminalità organizzata, che sono gruppi selezionati di personale altamente preparato che ha sede presso i nuclei in sede di distretto di Corte d'appello.
  Questi gruppi sono coordinati sul piano informativo e supportati sul piano tecnico-operativo dal nostro Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata, che ha sede qui a Roma e svolge la funzione di analisi, che ha cioè quella funzione non solo di supporto, ma anche di analisi dei risultati di tutte le parti, che ci permettono di dire oggi quello che io vi sto raccontando, cioè ciò che emerge dall'analisi di tutte le nostre attività investigative.
  Dall'analisi di questi reparti emerge che le condotte illecite più ripetitive e più sintomatiche in questo settore sono la triangolazione, quindi il cambio di destinazione del rifiuto, la simulazione dell'avvenuto recupero o trattamento di un rifiuto, quindi recupero o trattamento in realtà non avvenuto, e poi condotte corruttive, rilascio di provvedimenti autorizzativi non dovuti, tutto quel mondo del rapporto con la pubblica amministrazione cui ho fatto riferimento prima.
  Un'altra caratteristica è che spesso le organizzazioni criminali, per meno rischiare e rendere più difficile la ricostruzione del percorso del rifiuto, costituiscono delle società di intermediazione, che non hanno necessità di specifiche autorizzazioni perché non gestiscono il rifiuto in sé e per sé, ma riescono a realizzare lo scopo dell'organizzazione, cioè mettere in contatto chi produce il rifiuto e chi lo deve trattare e smaltire, ovviamente lucrandoci e creando fittizie triangolazioni che vanno a rendere più difficile la ricostruzione di tutto l’iter.
  Come polizia economico-finanziaria cerchiamo in questo settore di valorizzare l'approccio investigativo in cui siamo più bravi, l'aggressione patrimoniale. Del resto, già Falcone ci insegnava come, per poter aggredire un'organizzazione criminale e colpirla nella sua forza, si debba toglierle i soldi, perché con quelli riescono a corrompere, Pag. 7 con quelli a riescono a comprare, con quelli riescono a inserirsi prepotentemente nel mercato legale.
  L'aggressione patrimoniale diventa quindi fondamentale, un'aggressione patrimoniale che è sia di prevenzione, quindi extraprocessuale, sia processuale. Dall'altro lato sfruttiamo un altro valore aggiunto importante che può offrire il Corpo, il fatto di essere parte integrante del dispositivo di prevenzione nel sistema finanziario del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. Grazie al nostro nucleo speciale di polizia valutaria, siamo al centro di questo sistema che riceve le segnalazioni per operazioni finanziarie e le approfondisce.
  Nel mondo dei rifiuti, soltanto nell'ultimo biennio 55 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette sono state proficuamente approfondite, ma stiamo lavorando (sul punto in questa fase pubblica non posso essere più dettagliato) a un'analisi specifica di gruppi di segnalazioni per operazioni sospette.
  Qualche operazione (non sto ad elencarle tutte perché sarebbero numerose, ma vorrei darvi il senso del livello delle nostre investigazioni). Mi riferisco soltanto all'ultimo biennio, non vado più indietro nel tempo. Nucleo di polizia economica e finanziaria di Lecco nel 2017 operazione Infected hill: abbiamo sequestrato un'azienda agricola che produceva latte, aveva creato un sistema sotterraneo di tubazioni proprio per smaltire rifiuti speciali inquinanti.
  Marzo 2017, il GICO di Napoli, a testimonianza della nostra aggressione patrimoniale, nei confronti di tre fratelli imprenditori di Acerra che avevano smaltito, in concorso con altre imprese, rifiuti tossici liquidi e fangosi contenenti idrocarburi, diossine, amianto, arsenico, cromo, paste di mercurio (li abbandonavano sui campi e addirittura li vendevano come concime, quindi avevano creato veramente un terribile business). A parte le fatture per operazioni sospette per circa 6 milioni, abbiamo sequestrato un patrimonio di 200 milioni di euro a questi signori, questa era la ricchezza che avevano costruito distruggendo l'ambiente, addirittura 3 aeromobili, 49 veicoli, quote societarie.
  Operazione del GICO di Firenze chiamata Golden trash. C'era una ramificata organizzazione criminale composta da soggetti italiani essenzialmente operanti in Toscana, attiva proprio nel traffico illecito di rifiuti. In questo caso erano rifiuti che provenivano dalle concerie del distretto di Santa Croce sull'Arno, questi rifiuti venivano classificati come non pericolosi, quindi sversati o comunque trattati come non pericolosi.
  A latere abbiamo anche individuato la commercializzazione di materiale plastico, che veniva considerato come materia prima secondaria, quindi fuoriusciva indebitamente dal trattamento del rifiuto.
  Giugno 2017, il Nucleo di Bari insieme alla Polizia di Stato operazione In Daunia venenum. Era un'organizzazione criminale che, con la complicità di una ditta di servizi ambientali a San Severo, in provincia di Foggia, mediante l'utilizzo di mezzi di Casalnuovo, si è resa responsabile dello sversamento illecito di rifiuti nel lago di Manfredonia e in altre zone della provincia.
  Anche qui si trattava di rifiuti provenienti dalla Campania che derivano dalla lavorazione agroalimentare; questa è una società che (anche qui l'utilizzo di false fatture era massiccio) acquistava ufficialmente una quantità di questi rifiuti eccedente rispetto alle sue reali capacità di gestione, perché le riversava sui campi di proprietari agricoli compiacenti. Diciannove le misure cautelari eseguite nella specifica indagine.
  Gruppo di Mantova, operazione End of waste: abbiamo trovato una discarica non autorizzata e reati edilizi connessi, abbiamo sequestrato 4 milioni di euro, trovato rifiuti pericolosi e non per circa 130 mila tonnellate.
  A testimonianza dei traffici di rifiuti extracomunitari, il gruppo di Salerno nell'agosto 2018, quindi non molto tempo fa, ha sequestrato 60 tonnellate di rifiuti speciali in sette container, che erano pronti per partire per il Burkina Faso in assenza di alcuna documentazione doganale. Pag. 8
  Questo è un rapido elenco di alcune delle attività che abbiamo svolto, dalle quali si evince l'approccio investigativo, poi c'è l'approccio del controllo del territorio. Il nostro è un controllo economico del territorio, perché si fonda su un dispositivo che abbiamo attuato di controllo permanente del territorio con un'ottica di contrasto ai traffici illeciti.
  Ogni Comando provinciale ha una mappatura di quelli che possono essere i traffici illeciti del suo territorio, una georeferenziazione dei fenomeni che interessano il suo territorio, ovviamente questo dispositivo è realizzato in pieno coordinamento con le altre forze di polizia in ragione della legge n. 121 del 1981.
  Il nostro è un controllo economico, ovviamente questo ci consente di svolgere una serie di attività sul territorio, non solo sul territorio terrestre, ma anche su quello marino, di contrasto a questi traffici. Considerate che il mare, che è territoriale, quindi la sovranità dello Stato è piena, si estende per 12 chilometri dalla linea di base, e ulteriori 12 chilometri in base alle convenzioni internazionali rappresentano l'area contigua su cui vi è una proiezione della sovranità dello Stato, quindi abbiamo 24 chilometri da controllare per 8.000 chilometri di coste. Questo è il nostro impegno e, come vi dicevo, il traffico di rifiuti si svolge a livello internazionale via mare, quindi la cooperazione internazionale diventa fondamentale.
  Noi partecipiamo stabilmente, con le altre agenzie, le forze di polizia estere e le altre forze di polizia italiane, ad operazioni internazionali. La criminalità ambientale è infatti diventata, come si dice da più parti, la quarta attività illecita transnazionale più lucrativa; il traffico di rifiuti è la quarta attività illecita transnazionale più lucrativa dopo il traffico di stupefacenti, di armi e di esseri umani.
  Cito solo alcune operazioni alle quali abbiamo partecipato: l'operazione Thunderstorm del Segretariato generale Interpol di Lione in materia di CITES, l'operazione promossa da Europol con la collaborazione dell'Organizzazione mondiale delle dogane, finalizzata al contrasto del commercio illegale di avorio, l'operazione 30 Days of Action del 2017 e l'operazione 30 Days at Sea del 2018, promosse sempre dal Segretariato generale Interpol, che hanno visto il coinvolgimento contemporaneo di 60 nazioni a contrasto del traffico illegale dei rifiuti e dei crimini di inquinamento in mare.
  È fondamentale il nostro approccio della componente aeronavale anche per l'individuazione di eventuali siti inquinanti o di acque inquinate. Montiamo infatti sui nostri aeromobili determinati rilevatori spettrografici, grazie alla collaborazione che abbiamo con l'università, rilevatori che ci consentono di individuare determinate aree inquinate. Lo stiamo facendo in collaborazione con il Consorzio Benecon sia in Campania per la Terra dei fuochi, sia in Puglia.
  Un'altra operazione è stata Demeter IV, un'operazione doganale congiunta. Su richiesta del Ministero dello sviluppo economico abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa per il Piano d'azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti. Siccome c'è un profilo di contraffazione nel fenomeno, questo coinvolge la nostra competenza e la nostra responsabilità, per cui con questo fine siamo intervenuti in questo accordo.
  Io mi fermerei qui con l'esposizione, spero di aver fornito un contributo ai lavori di codesta Commissione; il nostro come avete visto è un contributo di polizia economico-finanziaria, il nostro è un contributo di controllo economico del territorio, il nostro è un contributo che possiamo fornire con il nostro comparto aeronavale e con le nostre investigazioni, che sono investigazioni patrimoniali e di contrasto ai traffici illeciti.
  Sappiamo benissimo come il settore ambientale sia nevralgico non solo per la tutela dell'ambiente, ma anche per la tutela dei nostri mercati, quindi ne sentiamo la responsabilità e il peso e continueremo sempre più ad investire in questo settore di contrasto.
  Grazie, presidente. Grazie per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

Pag. 9

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio il generale Arbore per l'esposizione e ringrazio tramite lui il suo Corpo per il gran lavoro fatto, molto efficace e puntuale nel settore ambientale dei rifiuti.
  Volevo chiedere se per caso stiate valutando qualcosa in più per quanto riguarda la pubblica amministrazione e il discorso erariale e gestionale. Abbiamo molte gestioni in deroga con anche poca trasparenza sulle tasse che pagano sia i cittadini che le imprese. Vi siete trovati ad affrontare questo filone, che potrebbe sembrare più amministrativo? Grazie.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza. Come reati contro la pubblica amministrazione sentiamo la nostra responsabilità veramente piena, non dico esclusiva, ma ci sentiamo investiti veramente in prima persona.
  Noi abbiamo una serie di protocolli, di scambi informativi, di recente abbiamo anche stipulato un protocollo con il Ministero della funzione pubblica, abbiamo un Nucleo speciale anticorruzione. È chiaro che la nostra attività non deve entrare nella gestione degli enti pubblici e degli enti territoriali, non dobbiamo sostituirci a chi deve fare audit interno, la nostra attività è sul patologico o diventa preventiva nella misura in cui rileviamo degli elementi di rischio e quindi possiamo esercitare i nostri poteri di iniziativa.
  Per fare questo è necessario un dialogo con chi ci può dare le informazioni su cui svolgere questa analisi di rischio. Ecco perché abbiamo diversi protocolli d'intesa che hanno questo obiettivo, acquisire informazioni, analizzarle e intervenire in quelle forme patologiche. Per esempio, abbiamo di recente emanato una circolare in materia di controllo dell'assenteismo, stiamo elaborando insieme all'Ispettorato della funzione pubblica dei dati sintomatici del fenomeno e interverremo in maniera puntuale e decisa.
  Sia con protocolli d'intesa che con attività di polizia giudiziaria, perché va da sé che, quando si entra in analisi di inefficienza della pubblica amministrazione, il confine con il reato contro la pubblica amministrazione è veramente molto labile, quindi molto spesso si aprono procedimenti penali e a quel punto noi continuiamo come attività di polizia giudiziaria delegata. Siamo molto attenti (se avete bisogno di dati, ve li posso fornire, non li ho qui con me), abbiamo un'attività investigativa molto effervescente.

  ANTONIO DEL MONACO. Avete accennato alla questione di Acerra, quindi fratelli Pellini, questione che conosco bene, che sono stati anche giudicati però oggi sono fuori, in attesa che il presidente del tribunale di sorveglianza possa definitivamente dire se rimangono fuori o meno, perché hanno avuto il beneficio di legge dopo aver commesso un grave crimine contro l'ambiente.
  La cosa peggiore è che uno dei tre è di casa nostra, è un maresciallo dei Carabinieri. Si tratta di gente che continua a vantarsi per i soldi, mentre lì ci sono bambini che continuano a morire.
  Ho incontrato il vescovo di Acerra, che partecipa ai funerali di questi bambini che continuano a morire dopo questo disastro aggravato ambientale di cui sono stati condannati. Questa è una constatazione per dire che facciamo una grande operazione, che va fatta, però è compito del legislatore ed ho intenzione di fare un mio lavoro perché persone che commettono un crimine del genere non possano usufruire di vantaggi come l'indulto o l'affidamento in prova per uscire dalle patrie galere.
  Le domande sono due. Tempo fa mi era stato raccontato di traffici via mare che riguardavano alcuni porti, in particolare Salerno, Napoli e Gaeta, verso l'Africa, ma ancora oggi (l'ultima operazione è del 2018) ci sono operazioni del genere verso l'Africa o l'Asia. È possibile che riescano ad eludere i controlli in un porto come Salerno? Non parliamo di un porticciolo, ma di porti grossi, da dove partono navi che portano rifiuti «legali», che devono andare fuori dall'Italia.
  La regione Campania ha fatto appalti anche via mare, oltre che via terra, non so se sappiate che parte un treno dall'interporto di Maddaloni Marcianise che va in Austria e porta rifiuti che si dice siano Pag. 10trattati, ma non so, infatti cercherò di indagare in tal senso che rifiuti portano e soprattutto se questo treno torni vuoto. So che va in una discarica ex centrale nucleare in Austria, a Vienna.
  Come riescono quindi ad eludere questi controlli, visto che c'è ancora questo traffico via mare?
  Volevo sapere anche se tra le vostre attività ci sia la chiusura delle filiere, soprattutto quelle ospedaliere, quindi rifiuti speciali che vengono ritirati dagli ospedali, ma se si va a controllare soprattutto chi alla fine deve chiudere, cioè trasformare e trattare quel rifiuto definitivamente o magari ci si fermi alla bolletta che può essere falsata, come succedeva. Questo riguarda sia i rifiuti ospedalieri che i rifiuti speciali tipo amianto. Grazie.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza. Perché riescono ad eludere i controlli? Mi consenta di dire che li abbiamo presi, quindi non li hanno elusi almeno in quella circostanza.
  Ritengo che si debba stare molto più attenti nei porti più grandi, perché è lì che, data la quantità di movimentazioni merci, un controllo sistematico può diventare evidentemente più difficile. Noi sappiamo che invece cercano proprio attraverso i porti più grandi di fare questa esportazione, ma è lì che noi ci concentriamo come attività di analisi.
  La nostra attività è svolta congiuntamente all'Agenzia delle dogane e dei monopoli, abbiamo diverse banche dati, per cui i nostri interventi sono effettuati a seguito di un'analisi di rischio ben precisa, oltre ovviamente a tutte le eventuali risultanze di intelligence o di attività investigativa-giudiziaria in corso.
  Abbiamo 8.000 chilometri di coste, quindi non escludo neanche che ci possa essere un'uscita non da un porto o comunque non da un porto ufficiale commerciale. Ecco perché in questo senso noi abbiamo una mappatura aeronavale costante di tutte le movimentazioni sul Mediterraneo. Noi partecipiamo ad operazioni internazionali come Frontex in materia di immigrazione clandestina, ma per noi è utile partecipare a quell'operazione anche per avere un occhio su tutte le tipologie di traffici che interessano il Mediterraneo.
  Noi siamo anche collegati ai centri di monitoraggio dei traffici dell'Atlantico e del Mediterraneo, i centri di Lisbona e Tolone che rispettivamente affrontano i due mari e che hanno un'analisi costante del traffico. Noi siamo collegati a quelle informazioni, cerchiamo sempre di prevenire, non posso ovviamente escludere a priori che ci sia un traffico, ma mi dia la soddisfazione di aver detto che almeno ne abbiamo preso uno.
  A parte gli scherzi, ritengo che il nostro dispositivo unitamente a dogane sia un dispositivo molto attento e all'avanguardia, che ci invidiano in tutto il mondo.
  Per quanto riguarda l'altro aspetto, il compito del controllo della gestione del rifiuto non è un compito di cui abbiamo noi la responsabilità, sapete che è l'Arma dei carabinieri ad avere una funzione preminente nel settore. Quando noi interveniamo come polizia economico-finanziaria, allora guardiamo tutto, perché dobbiamo seguire anche le varie fatturazioni e quindi il collegamento fra bene e fatturazione, e allora lì non ci fermiamo sicuramente, cioè quando svolgiamo un'attività di verifica fiscale o di intervento economico-finanziario su un'azienda che gestisce rifiuti o sul bilancio che può essere anche di un ospedale, a quel punto il nostro controllo è totale su tutta la filiera.

  PRESIDENTE. Le dico che ovviamente gli argomenti sono vasti e sarebbe assurdo adesso approfondirli tutti. Come Commissione ci stanno a cuore alcuni temi che sono di competenza della Guardia di finanza, tra questi lei prima ha citato l'ecotassa e il tema in generale delle fideiussioni, noi stiamo cominciando ad analizzare Malagrotta, ma faremo un'analisi in tutto il territorio e anche delle missioni per quanto riguarda alcune regioni; una delle prime potrebbe essere la Calabria, quindi ci farebbe piacere avere un approfondimento territoriale di volta in volta, a seconda del posto dove andremo ad attenzionare la questione per quanto riguarda le fideiussioni, ma anche il tema delle ecotasse. Pag. 11
  Lei ha parlato dei traffici transfrontalieri, quindi mi vengono in mente gli abiti usati in nord Africa o nei Paesi dell'est per capire se abbiate mai avuto a che fare con questo tipo di prodotti, il mercato illegale delle buste di plastica, perché il 50 per cento delle buste è illegale e in mano alle criminalità organizzate, e poi un argomento vasto, visto che lo Stato italiano è più acqua che terra, ossia quale sia la situazione nei mari e la collaborazione con la Guardia costiera.
  Anche grazie ai vostri controlli probabilmente l'inquinamento delle navi è marginale, però il grosso purtroppo viene dalla terra, quindi è difficile controllare l'origine dell'inquinamento. Sarebbe interessante approfondire questo e capire quali sono i meccanismi per risalire alla fonte dell'inquinamento. Grazie.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza. Presidente, i temi che pone sono tanti e anche per certi versi molto interessanti, perché abbiamo operato in ognuno di questi.
  Fideiussioni. Devo dire che è un'indagine che ho condotto anche io personalmente quando ero a Brescia (ero comandante a Brescia fino ad un anno e mezzo fa), l'operazione si chiama Operazione garanzia. Trovammo circa 500 milioni di euro di false fideiussioni, in cui i truffati erano sia i privati che fornivano la fideiussione agli enti pubblici che ovviamente potenzialmente l'ente pubblico, che in presenza di una falsa fideiussione bancaria o assicurativa non poteva in caso di danno ottenere alcunché di risarcimento.
  Sono state fatte due misure cautelari, un soggetto italiano e uno rumeno che abbiamo poi arrestato in Romania, erano false fideiussioni che riproponevano una assicurazione londinese, modificando qualcosa nel nome e nel luogo per trarre in inganno. Veniva anche effettuata la postilla a Londra, per dare maggiore parvenza di veridicità della fideiussione.
  Ovviamente queste fideiussioni servivano per tante cose, c'era un mercato di queste fideiussioni, e per circa 180 milioni riguardavano proprio il settore ambientale, erano a garanzia di azioni di bonifiche successive a discariche o quant'altro, comunque laddove era richiesta una fideiussione bancaria c'era questo mercato delle fideiussioni false.
  Ovviamente non ci siamo fermati a quell'indagine, avendo avuto contezza del fenomeno stiamo continuando, in raccordo con l'IVASS, l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, e con il nostro Nucleo speciale di polizia valutaria, reparto deputato a collaborare con l'IVASS e fare da raccordo tra i reparti operativi. Stiamo lavorando e abbiamo una serie di attività informative su cui non posso soffermarmi.

  PRESIDENTE. Solo su questo, siete venuti a conoscenza, visto il numero delle discariche che ancora necessitano di una bonifica (chiamiamola impropriamente così), di casi in cui lo strumento delle fideiussioni è andato a buon fine, cioè sono stati escussi i soldi che, seppur parzialmente, sono andati a coprire il danno ambientale? Vi è capitato un caso positivo oppure no?

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza. In questi casi erano tutte false, quindi sicuramente non potevano consentire un risarcimento di alcun tipo, i casi in cui c'è stata una escussione regolare non attenevano ovviamente a queste indagini, ma ritengo fossero normali fideiussioni. Su queste siamo riusciti a intervenire per tempo, intercettandole tutte, perché in questo modo è venuto meno il rapporto fra il privato e la pubblica amministrazione e si è potuta fare un'altra fideiussione valida, quindi abbiamo evitato che il danno si arrecasse.
  Questa è stata la nostra più grande soddisfazione, averle intercettate per tempo, però era il sentore di un fenomeno e, quando un reparto operativo ha sentore di un fenomeno che travalica gli ambiti della sua competenza, ha per norme interne nostre l'obbligo di interessare il nostro reparto speciale che governa il settore, perché deve fare un'analisi per valutare l'entità di quel fenomeno a livello nazionale e intervenire, ed è quello che stiamo facendo. Pag. 12
  Per continuare sugli altri aspetti, presidente, sul mercato illegale degli indumenti usati recenti attività investigative ci hanno permesso di accertare che il fenomeno esiste ed è gestito da organizzazioni criminali; se vuole delle indagini specifiche le fornirò i dati, abbiamo degli elementi per cui non viene impiegato per finalità sociale, ma viene stoccato e trasportato, tra l'altro senza i trattamenti di igienizzazione.
  Questo ha permesso di individuare diverse aziende impegnate nella raccolta e nel trattamento di questi capi sempre con falsa documentazione (siamo sempre lì, sono le fatture false che cercano di dimostrare un trattamento o una destinazione lecita). Abbiamo sentore di un crescente interesse della criminalità organizzata nella gestione di questo traffico illecito di indumenti proveniente dalla raccolta operata sul territorio.
  Sversamenti nella terra. Contrastiamo il fenomeno utilizzando il nostro comparto aeronavale, utilizzando i nostri elicotteri ed aeromobili, utilizzando le moderne tecnologie di individuazione monitoriamo, così come la nostra componente navale monitora le aree prospicienti e anche le riserve, utilizzando sempre apparecchiature ad hoc per evidenziare eventuali inquinamenti.
  Una volta che le nostre unità individuano queste tipologie di inquinamento, interessano subito le autorità competenti per le bonifiche e, dove necessario, avviamo noi o facciamo le segnalazioni all'Arma dei carabinieri per avviare le indagini conseguenti per ricostruire la genesi di quello specifico rifiuto.
  Per quanto riguarda il fenomeno delle buste di plastica abbiamo impartito direttive specifiche ai reparti, ma allo stato non abbiamo investigazioni particolari da segnalarvi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Non ci sono altre domande.
  Il Senato ha cominciato a votare, quindi bisogna rispettare i tempi. La ringrazio per la presenza e auspico di poter essere aggiornati su eventuali sviluppi per quanto riguarda cose specifiche.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.55.