XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV Camera e 4a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Martedì 20 novembre 2018

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

Audizione del Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale di Corpo d'Armata Nicolò Falsaperna (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Falsaperna Nicolò , Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Tondo Renzo (Misto-NcI-USEI)  ... 9 
Garavini Laura  ... 10 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 10 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 11 
Russo Giovanni (M5S)  ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Falsaperna Nicolò , Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA IV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 13.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale di Corpo d'Armata Nicolò Falsaperna.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale di Corpo d'Armata Nicolò Falsaperna.
  Saluto la presidente della Commissione difesa del Senato, senatrice Tesei, e tutti i colleghi presenti. Do quindi il benvenuto, anche a nome della presidente Tesei, al Generale di Corpo d'Armata Nicolò Falsaperna, oltre che al Generale di Brigata Pasquale Montegiglio.
  Ricordo che l'audizione che ci accingiamo a svolgere rappresenta la conclusione di un ciclo di approfondimenti istruttori con i vertici delle Forze armate, al fine di fare il punto sulle maggiori questioni di interesse all'avvio dei lavori di questa fase di inizio legislatura.
  Ricordo, altresì, che alle ore 14.45 è previsto l'inizio dell'esame in Commissione del decreto-legge n. 113 del 2018, cosiddetto decreto sicurezza, e alle ore 15.00 avranno luogo votazioni in Assemblea, pertanto i nostri lavori dovranno concludersi entro tale orario.
  Come convenuto con la presidente Tesei, dopo l'intervento del Generale Falsaperna, sarà data la parola ad un parlamentare per Gruppo per un primo giro di interventi, che vi invito a contenere nel limite di tre minuti.
  Dopo la replica del Generale, se il tempo residuo lo consentirà, potrà avere luogo un secondo giro di domande da parte di altri colleghi che ne facciano richiesta. Ove non fosse possibile la replica del Generale, potremmo prevedere un seguito dell'audizione o convenire che le risposte vengano inviate in forma scritta. Chiedo, dunque, ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della Presidenza la propria iscrizione a parlare.
  Do adesso la parola al Generale Falsaperna.

  NICOLÒ FALSAPERNA, Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti. Grazie. Signori presidenti, onorevoli senatori e deputati, rivolgo un cordiale saluto a tutti i componenti delle Commissioni difesa della Camera e del Senato, ringraziando per l'opportunità che mi viene offerta di illustrare le linee di azione mediante le quali, nel corso del mio mandato, intendo perseguire gli obiettivi istituzionali del Segretariato, nel rispetto e in piena armonia con gli indirizzi e le priorità politiche fissati dal Ministro della Difesa e con le direttive tecnico-operative del Capo di stato maggiore della Difesa.
  A premessa del mio intervento, desidero illustrare brevemente i compiti svolti dal Pag. 4Segretariato Generale della Difesa e Direzione nazionale degli armamenti quale massimo organo tecnico-amministrativo della Difesa.
  Essi sono così sintetizzabili: acquisire i sistemi d'arma e gli equipaggiamenti per le Forze armate, secondo i requisiti dettati dal Capo di stato maggiore della Difesa e le risorse di investimento assegnate; valorizzare le capacità delle industrie della difesa nazionali e creare raccordo tra i requisiti operativi delle Forze armate e le capacità industriali, anche attraverso accordi e cooperazioni internazionali; proteggere le capacità tecnologiche e strategiche delle industrie della difesa nazionale; garantire unicità di indirizzo amministrativo attraverso l'emanazione di disposizioni applicative, relative agli affari giuridici, economici, disciplinari e sociali del personale militare e civile, nonché in materia di contenzioso e antinfortunistica.
  In sostanza, nell'ambito del Segretariato Generale della Difesa sono allocate competenze amministrative e competenze tecniche. Le competenze amministrative sono l'ordinamento dell'area tecnico-amministrativa e problematiche di carattere giuridico relative al personale militare e civile, procedure amministrative contrattuali relative al procurement e controllo contabile, contenzioso.
  Le competenze tecniche sono relative al supporto alla politica degli armamenti e al relativo procurement, al supporto alla politica industriale della difesa, alla cooperazione internazionale, alla ricerca tecnologica e all'innovazione.
  Non vorrei dilungarmi oltre in questa sede sulla descrizione dei compiti di istituto e sulla struttura ordinativa del Segretariato, argomenti sui quali consegnerò alle Commissioni, al termine dell'audizione, un'apposita scheda.
  Desidero infatti utilizzare il tempo a mia disposizione per fornire, come ho detto all'inizio, un quadro di sintesi delle linee programmatiche, che, in aderenza agli indirizzi politici e alle direttive tecnico-operative, intendo porre in essere durante il mio mandato, cercando di delinearne nel modo più chiaro possibile la correlazione con l'attuale contesto generale di riferimento.
  Prima di proseguire, tuttavia, desidero sottolineare un aspetto che riguarda la politica industriale. Non a caso poc'anzi, nel declinare i compiti del Segretariato Generale, ho parlato di supporto alla politica industriale della difesa. Il Segretario Generale infatti non fa politica industriale, bensì fornisce un supporto al Ministro della Difesa per l'esercizio delle sue prerogative nel settore, ed è responsabile dell'attuazione della politica industriale delineata dal vertice politico del Dicastero.
  Mi sia inoltre consentito esprimere l'auspicio e, nello stesso tempo, l'impegno da parte mia affinché l'odierna audizione possa avviare un proficuo e costante dialogo con le Commissioni, nei confronti delle quali sin da ora mi rendo pienamente disponibile a fornire chiarimenti e/o approfondimenti sulle attività che mi competono.
  Da parte mia non ci sono e non ci saranno difficoltà di alcun tipo a partecipare, qualora sia ritenuto utile, ad incontri più frequenti, a fornire risposte per iscritto, a garantire in sintesi tutta la collaborazione che sarà richiesta dalle Commissioni o dai singoli commissari. Ciò a partire da oggi, nel senso che sarò lieto, al termine del mio intervento, di rispondere alle domande che mi verranno poste.
  Aggiungo soltanto che, qualora una risposta compiuta ai quesiti presupponga un particolare approfondimento o l'acquisizione di dati al momento non disponibili, mi riserverò di fornire riscontro in tempi successivi, con modalità che potranno essere concordemente definite.
  Fatta questa premessa, passerei a delineare il contesto di riferimento nel quale oggi ci troviamo ad operare. Lo scenario con cui l'Italia, le sue Forze armate e, per quanto più direttamente mi compete, il Segretariato Generale della Difesa si confrontano è quello che è stato illustrato alle Signorie Loro dal Ministro della Difesa nell'audizione del 26 luglio scorso; uno scenario caratterizzato da una minaccia ibrida e poliedrica, dalla progressiva sostituzione dell'elemento umano nei processi decisionali con elementi tecnologici, dall'incremento Pag. 5 dell'instabilità e delle crisi alle conseguenze dei disastri naturali.
  Uno scenario in cui gli estremismi minacciano costantemente gli equilibri internazionali, le emergenze e crisi umanitarie mettono a dura prova gli equilibri sociali e la sicurezza interna dei Paesi, costretti a farsi carico degli effetti delle migrazioni di massa, uno scenario in cui la sicurezza collettiva è sempre più condizionata dalla criminalità e dai cambiamenti climatici.
  Il contesto geopolitico attuale ha pertanto rafforzato l'esigenza di accrescere le capacità di monitorare nel tempo gli spazi non solo nazionali e fisici, ma anche quelli dominati dalla tecnologia, quali per esempio quello cibernetico. L'intero apparato statale è chiamato a fornire una risposta corale, ed uno dei fattori abilitanti decisivi sarà dato dall'interconnessione persistente, attraverso una rete collaborativa tra il settore militare e civile sia pubblico che privato.
  Sono dunque molteplici e complesse le sfide che ci attendono. Esse richiedono sforzi coordinati e sinergici da parte di tutti, in un'ottica interforze, interagenzia ed internazionale.
  In tale contesto, in coerenza con la strategia nazionale sistemica per il potenziamento della sicurezza collettiva e della resilienza nazionale, espressa dal Ministro della Difesa nella richiamata audizione dello scorso luglio, si inseriscono le tre principali linee di azione, sulle quali intende impegnare l'attività del Segretariato Generale.
  La prima linea di azione è volta a garantire la piena soddisfazione del cliente operativo, ovvero le nostre Forze armate, alle quali dobbiamo fornire, sulla base dei requisiti approvati dal Capo di stato maggiore della Difesa, nei tempi prestabiliti e in coerenza con le risorse finanziarie disponibili, le infrastrutture, i materiali, le piattaforme e i sistemi d'arma più moderni e tecnologicamente più avanzati, garantendo la piena capacità operativa e la massima protezione del personale.
  Quest'ultimo aspetto, quello della protezione, mi consente di anticipare alcune considerazioni sull'importanza che nel mio operare quotidiano attribuisco alla componente umana e alla tutela del personale. Il personale è e deve sentirsi al centro dell'organizzazione, protagonista della sua evoluzione e delle risposte alle nuove sfide dettate dalla complessità del contesto di riferimento.
  In tale ottica, la ricerca e il perseguimento di standard di sicurezza sempre crescenti, rafforzando nei nostri militari la consapevolezza di poter fare affidamento su mezzi e sistemi volti a preservarne l'incolumità, costituiscono un moltiplicatore di potenza in termini di motivazione e contribuiscono a far sì che essi affrontino, sempre con la massima determinazione e senza condizionamenti, anche gli ambienti operativi più complessi, in piena condivisione dei compiti e degli obiettivi assegnati.
  Nel settore del procurement, coerentemente con le missioni assegnate alle Forze armate, ovvero la difesa dello Stato e degli spazi euroatlantici e mediterranei, il contributo alla pace e alla sicurezza internazionale e il supporto alle altre amministrazioni dello Stato, l'attività del Segretariato Generale continuerà a concentrarsi sui programmi di armamento, ma anche su quelli tipicamente ad uso duale.
  Mi riferisco a quelli del settore spaziale, finalizzati a garantire l'osservazione della terra e le comunicazioni, capacità che anche in campo civile risultano fondamentali soprattutto nella gestione delle emergenze determinate da calamità naturali. Vi sono assetti già a disposizione, altri sono in via di sviluppo da parte dell'industria sulla base dei requisiti dettati dalle esigenze delle Forze armate. I medesimi sistemi potranno essere impiegati sia per le esigenze tipicamente operative, sia per quelle di protezione civile o di supporto ad altre istituzioni.
  Nel campo delle infrastrutture il percorso intrapreso, oltre a quello delle nuove costruzioni con la massima efficienza energetica, è quello degli accordi di programma con gli enti locali per il miglioramento e la riqualificazione degli immobili della Difesa sul territorio, nell'ottica della valorizzazione e della dismissione degli immobili non più utili ai fini istituzionali. Pag. 6
  Per quanto concerne i fondi destinati all'investimento per ammodernamento, rinnovamento, ricerca e sviluppo, nell'ambito del bilancio ordinario della Difesa per il 2018, come è noto, sono stati stanziati circa 2 miliardi 300 milioni, pari a poco meno del 17 per cento del totale assegnato alla funzione difesa, a cui si aggiungono 2 miliardi e 670 milioni di fondi del Ministero dello sviluppo economico.
  La seconda linea d'azione che intendo perseguire è volta a favorire lo sviluppo e la disponibilità di una sempre più solida, moderna ed efficiente base industriale e tecnologica, a cui concorrono sia i grandi gruppi, sia le piccole e medie imprese. Tale base è imprescindibile per il nostro sistema di difesa e sicurezza, per un adeguato posizionamento dell'Italia nel contesto internazionale.
  Del resto, da sempre il potenziale difensivo di una nazione, oltre a dipendere dalle capacità operative delle proprie Forze armate, è anche in funzione del livello tecnologico delle capacità produttive espresse dal proprio sistema industriale. In altri termini, l'industria della difesa gioca un ruolo fondamentale all'interno di un sistema Paese che comprende in sé le capacità dello strumento militare, la proiezione delle aziende sui mercati internazionali, la tutela dell'occupazione, il costante ammodernamento del patrimonio tecnologico nazionale, consentendo un posizionamento di rilievo dell'Italia a livello internazionale.
  Il ruolo di tale settore è cruciale per stimolare la ricerca, per favorire la crescita economica del Paese e per contribuire al sostegno e al rilancio dell'economia nazionale. A tale proposito desidero ricordare alcuni dati relativi all'impatto che complessivamente la filiera italiana dell'aerospazio, della difesa e della sicurezza genera sulla nostra economia nazionale.
  Un'analisi dei valori coinvolti, riferiti al 2016 ma tuttora validi, sviluppata da un istituto di ricerca accreditato a livello internazionale e ripresa in un recente studio presentato nell'ambito di un forum economico, rileva che, a fronte di quasi 5 miliardi di euro fra fondi del Ministero della Difesa e fondi del Ministero dello Sviluppo economico destinati all'investimento nel comparto Difesa, ha generato un fatturato di quasi 13,5 miliardi di euro, che si traduce in 4,4 miliardi di valore aggiunto nazionale. Il settore inoltre occupa lungo la filiera produttiva circa 160.000 lavoratori.
  Per il 2017 i dati, non ancora completamente elaborati, sembrano evidenziare miglioramenti a carattere generale. Il Segretariato Generale della Difesa ha il compito di confrontarsi con questa realtà vitale e dinamica, contribuendo all'ulteriore potenziamento della compagine industriale, allo scopo di renderla più competitiva nei contesti internazionali.
  Rendere l'attuale complessità del panorama industriale più efficiente costituisce un fattore determinante per garantire maggiore efficacia di gestione dei programmi nei confronti del cliente, acquisire una maggiore competitività nel settore in un contesto internazionale. Una migliore efficienza dell'apparato industriale può comportare la riduzione dei costi di sviluppo, di produzione e di mantenimento, con conseguenti vantaggi economici per il cliente, nonché dei tempi di risposta dal fornitore produttore al cliente finale.
  Tale visione si sta consolidando nei nuovi progetti di collaborazione industriale nelle navi militari, ove Fincantieri sarà chiamata a svolgere il ruolo di unico prime contractor nei confronti del cliente finale.
  Di recente, infatti, sono state individuate le linee guida per l'evoluzione della partnership tra Fincantieri e Leonardo, con l'obiettivo di attribuire a Fincantieri il ruolo di prime contractor, quindi di unica interfaccia responsabile nei confronti del cliente finale, e a Leonardo e Orizzonte Sistemi Navali la responsabilità, rispettivamente, degli apparati del sistema di combattimento e dell'architettura del sistema di combattimento, nonché dell'integrazione fisica e funzionale degli stessi.
  Questo accordo può certamente essere considerato un esempio del processo di adattamento, revisione e ristrutturazione della compagine industriale della difesa, volto ad ottenere strutture organizzative più efficienti, in cui si possano coniugare ricerca, sviluppo e immissione sul mercato Pag. 7di nuove soluzioni tecnologiche in un settore sicuramente strategico per il nostro Paese.
  La stessa metodologia inoltre potrebbe essere adottata in ambito europeo, cercando di far cooperare le esistenti eccellenze sia in ambito piattaforme navali, sia per quanto attiene alla componentistica elettronica, riducendo l'attuale frammentazione, che provoca da un lato aumento dei costi e, dall'altro, minore capacità competitiva internazionale.
  La crescita qualitativa e quantitativa dell'industria della difesa, che, come ricordato, si traduce per le Forze armate nella possibilità di disporre di mezzi e materiali tecnologicamente all'avanguardia, potrà essere conseguita anche attraverso forme di collaborazione in contesti internazionali.
  Su tale direttrice si sviluppa per esempio il progetto Poseidon, nell'ambito del quale il Segretariato Generale opera a supporto di Fincantieri per quanto riguarda la definizione del progetto industriale e della relativa roadmap per la realizzazione dell'alleanza con Naval Group, e a supporto di Leonardo nella negoziazione delle cosiddette «regole di ingaggio» intese a disciplinare i rapporti di collaborazione con Thales e l'alleanza medesima e favorire rapporti di collaborazione tra i due partner strategici, Leonardo e Thales, nell'identificazione di soluzioni comuni che possano essere appetibili in contesti internazionali ed incentivare le politiche di export.
  Le collaborazioni in campo internazionale continueranno a trovare forma anche nel supporto che il Segretariato Generale offre a sostegno dell'industria nazionale, garantendo un supporto specialistico unico e altamente qualificato, derivante da un patrimonio di esperienza maturato nel corso degli anni. A tal proposito torno a sottolineare che le collaborazioni internazionali possono rivelarsi ancor più efficaci se realizzate attraverso una compagine industriale nazionale meno frammentata e più compatta.
  La terza linea d'azione, che è strettamente correlata con la seconda, tende a sostenere la ricerca tecnologica del nostro Paese anche attraverso una rete collaborativa integrata che consolidi la partnership tra il settore pubblico e quello privato, mediante il raggiungimento di intese tra Difesa, industria, centri di ricerca e mondo accademico.
  In particolare, per quanto concerne i rapporti con università e centri di ricerca, sono già stati sottoscritti accordi quadro nell'ambito dell'ingegneria e dell'architettura con cinque atenei italiani, per lo sviluppo di progetti di ricerca e formazione in ambito ICT, Information and communication technology, per la promozione di studi e progetti di ricerca finalizzati a favorire l'ingresso di start-up ad alto contenuto innovativo tecnologico nel mercato della difesa, tre progetti di ricerca e innovazione tecnologica su aspetti medicali, orientati alla cura e alla riabilitazione del personale delle Forze armate che ha subìto menomazioni in servizio, in materia di ingegneristica navale.
  Sono stati altresì di recente sottoscritti accordi quadro con la regione Puglia e la regione Umbria finalizzati ad incrementare, a livello locale, le attività di reciproco interesse inerenti la ricerca tecnologica e la valorizzazione delle potenzialità nell'ambito strategico dell'aerospazio e delle tecnologie abilitanti per il settore della difesa e della sicurezza.
  Nel concreto, i programmi di ricerca congiunti e le iniziative che intendo continuare a sviluppare in futuro riguarderanno principalmente la promozione e il coordinamento di progetti di ricerca, la valorizzazione, sperimentazione e divulgazione dei risultati delle ricerche e delle correlate conoscenze tecnico-scientifiche, lo sviluppo di interventi di informazione, formazione professionale e alta formazione nel settore dell'innovazione tecnologica, il supporto allo sviluppo e all'internazionalizzazione delle aziende, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, ad enti di ricerca del territorio regionale, favorendone la cooperazione con omologhe realtà a livello internazionale.
  Questa linea di azione è volta fondamentalmente a stimolare l'innovazione e ad inserirsi in un nuovo modello concettuale, in cui si rafforzi il principio della trasversalità Pag. 8 delle tecnologie, che vengono generate in un contesto di duplice uso, sistemico e strutturale.
  Il risultato finale sarà quello di riuscire a dotarsi di un meccanismo virtuoso che, oltre a favorire la crescita interna del comparto industriale, ivi incluse le piccole e medie imprese, sia in grado di influire anche sull'attività di supporto all'esportazione di prodotti innovativi verso Paesi terzi, anche al fine di rispondere alle nuove e sempre più pressanti sfide del mercato globale.
  Le dotazioni capacitive, concepite come duali nella fase di ricerca e di sviluppo (ad esempio la telemedicina oppure il COSMO-SkyMed nel campo dello spazio) consentono di disporre di un numero maggiore e tecnologicamente avanzato di materiali e di equipaggiamenti per supportare le missioni operative di soccorso alle popolazioni in caso di calamità naturali, e di capacity building, ovvero di supporto ai propri sistemi di sicurezza e di difesa.
  A tal fine, intendo continuare ad indirizzare l'attività della ricerca tecnologica militare sulle seguenti sei aree principali, già definite cluster, che ritengo possano servire da traino per l'innovazione delle Forze armate e più in generale per il sistema Paese, in particolare la protezione e il potenziamento del soldato nello svolgimento del servizio, nonché l'attività di sostegno ai veterani vittime di menomazioni o traumi fisici o psichici nell'adempimento del servizio in Italia o all'estero, con attività di ricerca e di acquisizione di nuove tecnologie e materiali volti a ridurre gli effetti negativi delle infermità e delle sofferenze patite; i sistemi autonomi (intelligenza artificiale, sistemi di navigazione sicuri) con tutta la relativa sensoristica di avanguardia.
  Un altro punto importante sono le comunicazioni satellitari per il potenziamento delle reti e dei sistemi. Il potenziamento del settore cibernetico costituisce un altro punto essenziale, congiuntamente a quello del data analysis, al fine di consentire la difesa dello spazio cyber dalle minacce informatiche e la protezione delle infrastrutture critiche del Paese. Le tecnologie sulla sicurezza da svilupparsi con capacità di impiego per il pubblico soccorso, come in caso di calamità naturali o di intervento in zone ad elevato rischio; le tecnologie per la sostenibilità e la resilienza energetica, mediante materiali e tecnologie innovative per la costruzione e il supporto di strutture e piattaforme per la produzione e l'accumulo di energia.
  Detto approccio consente anche di essere al passo con il progressivo cambiamento di modello che l'Unione europea ha assunto per favorire la difesa comune, laddove, oltre alla cooperazione delle Forze militari, come già accade nelle missioni e operazioni a guida europea, si è aggiunta la cooperazione degli Stati membri a livello industriale, facendo leva sulla ricerca e sull'innovazione tecnologica, al fine di sviluppare mezzi e materiali all'avanguardia per ottenere una maggiore autonomia della base industriale del vecchio continente, ancora eccessivamente frammentata.
  In tal senso la strategia europea per la difesa e in particolare il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio per l'istituzione di un Fondo europeo per la difesa rappresentano la concreta declinazione di questa ambizione.
  Come è noto, su questa linea si è già mossa la Commissione europea, che ha previsto di impegnare circa 600 milioni di euro nel quadriennio 2017-2020 per la Preparatory action on defence research e per lo European defence industrial development programme (EDIDP). Di questi 600 milioni, 90 milioni sono destinati alla ricerca per il triennio 2017-2019 e 500 milioni sono invece destinati per la parte capacitiva per il biennio 2019-2020, per poi giungere ad uno stanziamento di 13 miliardi di euro nel successivo settennio finanziario 2021-2027.
  Di questi 13 miliardi, ben 4,1 miliardi saranno destinati alla ricerca tecnologica in ambito militare, ed i restanti 8,9 miliardi saranno destinati per i progetti di sviluppo delle capacità industriali nel settore della difesa.
  Mediante tali misure si è voluto quindi porre al centro del meccanismo del funzionamento del Fondo europeo per la difesa la virtuosa integrazione tra la fase di Pag. 9ricerca tecnologica e la fase di sviluppo, laddove la prima costituisce quella base senza la quale il conseguente sviluppo capacitivo necessario per la successiva produzione degraderebbe a mera acquisizione di prodotti, ovvero di know-how, non consentendo di raggiungere l'altro fondamentale obiettivo del Fondo, ossia il raggiungimento di un maggiore grado di autonomia strategica dell'industria europea.
  Giova peraltro evidenziare che, proprio allo scopo di favorire la naturale integrazione tra ricerca tecnologica e sviluppo capacitivo, sono stati inseriti dei criteri premiali aggiuntivi per quei progetti che assicurino anche coerenza in tal senso. Del resto, così come sta accadendo per le citate azioni già in atto tra ricerca e sviluppo capacitivo, in futuro anche il Regolamento del Fondo europeo per la difesa dovrà costituire un nuovo modello per organizzare la filiera produttiva nel settore della difesa europea, dove il contributo dei vari operatori del settore sia pubblici che privati, grandi players e piccole e medie imprese, avvenga mediante un sistema del tutto integrato ed inclusivo nel quale anche gli attori pubblici e privati italiani dovranno farsi trovare pronti.
  Riuscire a partire dunque con il piede giusto, gettando le basi per poter essere tra gli attori principali del domani, dipende in gran parte dalle scelte strategiche che verranno adottate in questo periodo a livello nazionale non solo attraverso la qualificata presenza italiana ai tavoli di concertazione, ma anche con l'avvio di un cambiamento culturale all'interno del comparto, puntando sempre di più sulla capacità di fare sistema anche condividendo le informazioni, sulla capacità di capire e analizzare i reali fabbisogni di difesa e sicurezza a livello globale, anticipando in fase progettuale le esigenze di mercato, sulla capacità di avviare studi e ricerche che consentano di essere all'avanguardia negli ambiti di interesse, sulla capacità di disporre di uno stabile e credibile quadro finanziario nazionale di supporto all'attività di ricerca tecnologica e per i conseguenti approvvigionamenti di sistemi.
  L'ultimo argomento (non certo per importanza) che intendo trattare riguarda il personale. Desidero sottolineare ancora una volta il mio impegno a favore del personale militare e civile, finalizzato alla piena valorizzazione del fondamentale fattore umano, unico ed insostituibile elemento propulsivo di qualsiasi iniziativa e progetto. Ciò deve tradursi in percorsi di crescita professionale, realizzati attraverso un processo di formazione continua, sempre più aderente e mirata alle nuove esigenze, nonché attraverso decisioni che possano incrementare la presenza del personale del Dicastero, con particolare riferimento alla componente civile, anche presso organismi internazionali.
  Peraltro non ho dubbi sulle capacità professionali e sull'impegno, che già ho avuto modo di sperimentare, di tutti coloro i quali operano nell'ambito del Segretariato Generale e dell'area tecnico-amministrativa. Sono altresì convinto che sapranno creare ulteriore valore nel servizio svolto, contribuendo in modo determinante al conseguimento degli obiettivi istituzionali del Segretariato Generale.
  Queste sono dunque le linee programmatiche lungo le quali intendo procedere per assolvere ed onorare al meglio l'incarico che mi è stato affidato. Concludo rinnovando il mio ringraziamento ai presidenti e a tutti i commissari, e sono disponibile a fornire ulteriori informazioni di specifico interesse e a rispondere alle eventuali domande. Vi ringrazio per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, Generale. Do la parola ai colleghi che desiderano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  RENZO TONDO. Credo che l'ampiezza della relazione del Generale e i tempi stretti che abbiamo ci impongano di fare un secondo passaggio, perché le cose che dobbiamo dirci sono molto ampie. Nel brevissimo spazio che rubo ai colleghi mi limito a rilevare alcune questioni.
  Credo, innanzitutto, che sia necessario definire la strategia da parte della politica. Pag. 10Possiamo essere presenti su tutti i fronti di questo nostro pianeta? Credo che il Governo debba fare una scelta, perché diversamente non riusciremo a garantire le risorse per tutto ciò che dobbiamo fare.
  La seconda considerazione nasce proprio dalla comunicazione che ci ha fatto il Generale, quando dice che il suo compito è, da un lato, quello di acquisire gli armamenti; dall'altro, quello di creare le condizioni per lo sviluppo dell'industria militare locale. Credo che qui ci sia però anche una parte di contraddizione; infatti, nel momento in cui dobbiamo fare degli acquisti, potrebbe essere più conveniente rispetto allo sviluppo locale, ampliare le partnership sia a livello europeo che con altri Paesi (penso ad Israele) su alcune realtà che possiamo costruire insieme, evitando la concorrenza e lo spreco di risorse, perché credo che in un settore come questo sia necessario avere il massimo della compattezza.
  Certo, sono preoccupato perché, da un lato, il Ministro Tria ci dice che le risorse sono importanti da mantenere; dall'altro, ho ascoltato come tutti voi le dichiarazioni del vicepremier Di Maio che, uscendo da uno dei tanti vertici, ha espressamente affermato che saranno eliminate le spese militari inutili.
  Mi aspetto che un vicepresidente del Consiglio ci dica quali siano queste spese inutili, data la sua competenza in materia, perché vorrei capire. Una la registro io, gli interventi sul carro armato Ariete. Quattrocento milioni per ristrutturare carri armati vecchi, ormai inutilizzabili secondo le informazioni in mio possesso (non sono un tecnico ma, vivendo sul territorio del Friuli Venezia Giulia che ha una forte presenza militare, ho modo di acquisire informazioni).
  Credo che alcune cose vadano registrate e soprattutto che si debbano effettuare alcune scelte prioritarie per garantire la sicurezza. Quindi, se ci sono dei momenti in cui l'industria deve soccombere perché possiamo trovare altrove elementi più forti, più importanti, più strutturati, non dobbiamo insistere nel fare concorrenza, ma incrementare la collaborazione con le industrie della difesa di altri Paesi.
  Avrei tante altre cose da dire, ma mi riservo di intervenire in una successiva occasione. La ringrazio, comunque, di quanto ci ha comunicato oggi.

  LAURA GARAVINI. Grazie, Segretario Generale. La Difesa sta assumendo a livello europeo un ruolo importante. È forse il tema su cui, nonostante le diverse difficoltà, l'Unione europea sta trovando un elemento di unità tra i Paesi membri, e credo che sia estremamente importante che anche l'Italia sia parte in causa in questo processo.
  È estremamente positivo che l'Unione europea abbia posto ben diciassette progetti inerenti l'ambito della Difesa e che addirittura tre di questi vedano l'Italia capofila. In particolare, due progetti sono particolarmente rilevanti: quello sulla mobilità militare, peraltro all'ordine del giorno delle nostre Commissioni, e quello relativo al programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa.
  Vorrei una sua valutazione in merito all'opportunità che l'Italia non soltanto sia capofila, ma preveda la sua partecipazione anche in termini di risorse per il positivo sviluppo di questi progetti, e un suo suggerimento sul ruolo che il Parlamento e le stesse Commissioni possono svolgere per il successo e l'implementazione di questi progetti.

  SALVATORE DEIDDA. Grazie per l'esauriente relazione. Vorrei sapere, per prima cosa, se siano previsti ridimensionamenti nei programmi avviati. Noi abbiamo svolto le audizioni dei vari Capi di stato maggiore e ricorderò sempre l'audizione del Capo di stato maggiore della Difesa pro tempore, Generale Claudio Graziano, secondo cui per avere delle Forze armate al passo con i tempi e un progetto compiuto per quanto riguarda gli armamenti e il personale dovremmo cominciare oggi per vedere risultati fra quarant'anni.
  Siamo preoccupati dai tagli e vorremmo sapere come vi stiate organizzando e quale sarebbe il fabbisogno ideale per avere delle Pag. 11Forze armate all'avanguardia e se siano previsti ridimensionamenti oppure stiate andando avanti nel progetto del SIAT a Teulada.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Grazie, Generale. Abbiamo ascoltato con interesse le linee programmatiche che lei ha tracciato per la sua azione. Sappiamo che non si tratta di un compito semplice, in quanto deve tradurre e porre in essere le direttive politiche, nonché dare supporto alla parte politica per individuare gli investimenti per rendere le nostre Forze armate efficienti e sempre al passo con i tempi in un contesto di finanza pubblica assai complicato, che tutti conosciamo. Quindi, da parte nostra le rivolgiamo i migliori auguri per lo svolgimento di questo suo compito.
  Lei ha tracciato delle opportunità che nel corso dei prossimi anni ci saranno per il mondo dalla difesa in termini di investimenti e di integrazione di sistemi d'arma. In particolare, queste Commissioni hanno già esaminato il progetto di istituire il Fondo europeo della difesa e sappiamo che sarà suo compito indirizzare l'industria nazionale affinché possa competere in un quadro europeo al pari degli altri competitor.
  Inoltre, con riguardo al Fondo per la mobilità militare, che pure abbiamo affrontato in questa Commissione, le chiedo se possa essere svolta da parte del suo Segretariato un'azione di coordinamento. Lo dico in un'ottica più ampia, perché, essendo un Fondo che interverrà sulla struttura della viabilità, potrebbe esserci una positiva ricaduta anche attraverso l'azione del suo Segretariato sull'ammodernamento e sulla messa in sicurezza di alcune delle principali arterie su cui si concentrerà questa mobilità.
  Da ultimo, voglio sottolineare che, come da lei evidenziato, gli investimenti nel campo della ricerca, dello sviluppo, dei sistemi della difesa generano PIL e hanno un moltiplicatore positivo per il sistema Paese. Mi associo, infine, alla domanda della senatrice Garavini per capire se, a livello dei nostri lavori, ci possa dare dei suggerimenti per produrre strumenti legislativi che aiutino questa sinergia tra le imprese della difesa e la parte politica che ne traccia le linee guida.

  GIOVANNI RUSSO. Grazie innanzitutto per la relazione. Anche se oggi possono sembrarci ancora fantascienza, tuttavia i sistemi d'arma autonoma, l'intelligenza artificiale e il deep learning in un prossimo futuro potranno essere non soltanto una componente fondamentale delle Forze armate, ma addirittura costituirne il nerbo, perché ovviamente la tecnologia si svilupperà sempre di più. Volevo chiederle quali sono le indicazioni che il suo ufficio dà al Governo.

  PRESIDENTE. Lascio la parola al Generale Falsaperna per la replica.

  NICOLÒ FALSAPERNA, Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti. Comincerei dall'ultima domanda su intelligenza artificiale e deep learning. Qui ci troviamo di fronte alla sesta ondata di Kondratieff, dopo le prime ondate e la quinta relativa all'ICT. Siamo appena agli inizi. Chiaramente fare una previsione di come l'intelligenza artificiale o il deep learning possano influire sulle future attività di acquisizione della Difesa oggi è prematuro; possiamo dire però che si sta studiando molto approfonditamente questa possibilità.
  Esistono già delle applicazioni nel settore della robotica che prevedono applicazioni di intelligenza artificiale o deep learning, ma siamo comunque agli inizi. Certamente in questo settore la ricerca dovrà svolgere un ruolo chiave, e la Difesa si propone come facilitatore nei confronti delle piccole e medie imprese, ma anche delle grandi imprese, nello studiare come queste disruptive technologies possano influire non solo sul mondo della difesa, ma su tutto il sistema Paese.
  Per quanto riguarda questo aspetto siamo agli inizi. Qualcuno diceva che le cose che facciamo oggi le vedremo tra quarant'anni; teniamo conto che i programmi devono portare a sistemi stabili, collaudati, perché poi li dovremo mettere nelle mani dei nostri Pag. 12 operatori e hanno bisogno di tempi di sviluppo che richiedono anni.
  Stiamo esaminando con molta attenzione questi settori. Siamo agli inizi, ma non siamo distratti, nel senso che partecipiamo attivamente anche con collaborazioni internazionali allo sviluppo di sistemi che troveranno applicazione nei prossimi anni.
  Passo alla domanda dell'onorevole Tondo. Certo, tradurre i requisiti operativi che vengono manifestati dalla parte operativa della Difesa, cioè dalle Forze armate e dallo stato maggiore della Difesa, che detta i requisiti operativi da tenere come base nell'attività di approvvigionamento, è il compito più difficile che la mia organizzazione deve porre in essere. Come dicevo, il Segretariato Generale non dispone di risorse, ma le risorse vengono assegnate per soddisfare certe esigenze. Il tutto si deve inquadrare in un livello di ambizione che il Paese vuole ottenere nel contesto internazionale, ma anche domestico.
  I due aspetti sono estremamente critici. Soddisfare un'esigenza operativa può essere reso più semplice andando a guardare anche all'esterno, ma noi queste attività le facciamo già. È stato citato un Paese in particolare, e noi abbiamo cooperazioni con vari Paesi, perché il nostro apparato industriale, pur essendo di primaria grandezza ed importanza in Europa, non può produrre tutti i componenti di tutti i sistemi. Quindi, è già in atto una cooperazione tra il mondo industriale nazionale e i Paesi nostri amici o alleati.
  Anche in questo settore siamo molto attenti e dobbiamo trovare il giusto bilanciamento e il giusto trade off fra le risorse che provengono dal bilancio nazionale (non faccio riferimento solamente al bilancio della Difesa ma, come sapete, anche al bilancio del Ministero dello Sviluppo economico) e quelle delle industrie nazionali, compatibilmente con le norme comunitarie.
  Ripeto: il nostro apparato industriale, che è di primaria grandezza (tengo a ribadirlo), ha bisogno di rivolgersi all'estero per certi componenti. Quindi, la nostra industria, che non può produrre tutto, dal sottosistema più complesso all'integrazione dei sistemi, sta già facendo questo, e la Direzione nazionale degli armamenti, che è la parte del Segretariato che si occupa di approvvigionamenti, è molto attenta anche a questo aspetto.
  L'onorevole Tondo citava anche la questione del carro Ariete. Anche qui, come ho cercato di dire nel mio intervento, il Segretariato pone in essere le esigenze operative e i requisiti della parte operativa. Posso dire che il carro armato Ariete oggi è l'unico carro armato in dotazione al nostro Esercito e che in tutta Europa ci sono 17 tipologie di carri armati. Si sta lanciando un progetto franco-tedesco per la realizzazione di un altro carro armato; anche noi (mi riallaccio anche ai progetti in ambito di cooperazione permanente strutturata) siamo interessati al nuovo carro armato, ma, se si inizia oggi con uno studio di fattibilità, passeranno almeno 7-8 anni prima di poterlo vedere.
  La scelta di rinnovare l'attuale parco è quindi una scelta di requisiti, una scelta operativa, e come Segretariato abbiamo il compito di fare in modo che questa esigenza operativa sia soddisfatta nel migliore dei modi. È un carro di generazione oramai superata, c'è un'iniziativa europea; anche noi ci siamo proposti nella cooperazione strutturata in ambito europeo, è un intendimento che esprimiamo insieme ad altri Paesi dell'Unione, ma nel frattempo c'è un'esigenza che deve essere soddisfatta.
  Rispondo adesso alla senatrice Garavini. La Difesa europea, come ho cercato di dire, rappresenta un'opportunità che a mio avviso non si può perdere. Siamo in Europa e dobbiamo partecipare non solamente a livello di intenti, di strategia, ma anche a livello industriale, perché il Fondo europeo per la difesa si rivolge al mondo industriale. Ecco perché sono incentivate anche forme di cooperazione internazionali; nel Regolamento EDF e EDIDP sono previsti vincoli per poter portare avanti un progetto nell'ambito di un work programme.
  È quindi indispensabile per noi mettere nelle migliori condizioni sia il nostro cliente principale, le Forze armate, sia l'industria nazionale, con un elemento di complicazione Pag. 13 in più, cioè la possibilità di far cooperare la nostra industria nazionale con le industrie degli altri Paesi.
  Questo introduce un ulteriore elemento di complessità, ma è una via obbligata per avanzare dal punto di vista dell'efficienza industriale, perché così si potranno raggiungere masse critiche che sono in grado di essere rappresentate anche in ambito internazionale, e realizzare economie di scala fondamentali per diminuire i costi e aumentare il numero di sistemi approvvigionati.
  Questi fattori messi insieme non possono, a mio avviso, essere trascurati e noi dobbiamo giocare un ruolo fondamentale in questa partita. Il Segretariato Generale sta partecipando attivamente con lo stato maggiore della Difesa per quanto riguarda sia i requisiti, sia il mondo industriale, per fare in modo che la nostra industria partecipi a pieno titolo alle future cooperazioni in ambito europeo.
  La mobilità militare è un elemento di fondamentale importanza, tanto che questo argomento è stato avocato in ambito stato maggiore della Difesa. È stato costituito un gruppo di lavoro e, in questo contesto, l'Italia non è sola, ma ci sono tantissimi Paesi. È un progetto che è stato portato nell'ambito della cooperazione permanente strutturata, quindi il nostro Paese è ben inserito in questo contesto.
  Dal punto di vista del Segretariato, avere una mobilità militare attiva, efficiente, efficace e funzionale significa avere anche la sicurezza dei rifornimenti, perché quando abbiamo delle infrastrutture valide, che consentono la mobilità a grandi convogli, questo vuol dire avere una sicurezza negli approvvigionamenti, cosa che – dal punto di vista strategico – rappresenta un vantaggio. Per tornare al discorso della military mobility, stiamo partecipando attivamente nell'ambito della cooperazione permanente strutturata.
  Passerei alle domande dell'onorevole Deidda. Per quanto riguarda l'allocazione delle risorse finanziarie del mondo della difesa, so di non dire niente di nuovo, ma è un problema prettamente politico, quindi come Segretario Generale non mi posso assolutamente esprimere. Io devo impiegare al meglio le risorse di cui dispongo e, per impiegare al meglio le risorse di cui dispongo, la cosa fondamentale è mantenere uno strettissimo collegamento con la parte operativa.
  Se, come ho detto nel mio intervento, un certo sistema deve essere consegnato nei tempi previsti, con i costi previsti e – ad un certo punto – le risorse finanziarie non vengono tagliate, ma viene fatto slittare il programma, la parte operativa lo deve sapere, perché vuol dire che quel sistema non arriverà alla data stabilita all'inizio, ma arriverà sei mesi o un anno dopo.
  Per quanto riguarda i costi, anche qui il discorso è mettere insieme la parte operativa e la parte industriale. La parte industriale ha bisogno di programmare la produzione. Quando si deve intervenire sui fattori della produzione, pur non essendo imprenditore immagino che sia necessaria una pianificazione.
  Anche qui, se il profilo finanziario di acquisizione viene mantenuto secondo le concezioni iniziali, il mondo imprenditoriale e il mondo operativo possono contare sia su una produzione che sull'espressione di una capacità operativa, però – ripeto – l'allocazione delle risorse è un problema politico. Io devo cercare di soddisfare al meglio le esigenze operative, tenuto conto delle risorse e degli indirizzi di politica industriale del Ministro della Difesa.
  Per quanto riguarda il SIAT a Capo Teulada, so che è un problema molto presente. Il responsabile di questa realizzazione è la nostra Direzione armamenti terrestri, che segue giorno per giorno le attività da realizzare. Anche questo è un problema all'attenzione, che penso dovrà trovare una soluzione, perché i sistemi di simulazione consentono di ottenere efficienze dal punto di vista delle spese.
  Con questo non voglio dire che il simulatore debba sottrarre risorse all'addestramento reale, ma la simulazione (qui entriamo ancora una volta nel campo della tecnologia) può aiutare le unità operative e il singolo individuo ad approcciare un problema tattico e, quindi, ad abituarsi ad un certo ambiente, anche se non potremo mai Pag. 14prescindere da esercitazioni reali sul terreno, perché la simulazione va bene, ma non sarà mai come un'esercitazione compiuta sul terreno.
  L'onorevole Ferrari ha ripreso il tema della mobilità militare, penso di aver già dato un'indicazione per quanto riguarda la partecipazione dello stato maggiore della Difesa e del Segretariato in questa iniziativa di cooperazione permanente strutturata.
  Per quanto riguarda invece quello che le Commissioni potrebbero deliberare, il fatto che siate qui ad ascoltarmi secondo me è già una cosa molto positiva. Io cerco di rappresentare il nostro lavoro quotidiano; le Commissioni sono molto impegnate anche nell'esame degli aspetti legati al futuro dell'Unione europea e con il Fondo per la difesa abbiamo potuto constatare che siamo sempre stati supportati da questa componente.
  Partecipiamo anche a numerosi meeting a Bruxelles e ci sentiamo seguiti dalla componente politica del nostro Paese, e, se mi posso permettere, anche questo contribuisce a far sì che fare sistema possa essere per noi un punto di forza quando ci mettiamo seduti (al nostro livello ovviamente, non a quello politico), perché sapere che siamo supportati ci dà una motivazione in più.
  Ritengo che partecipiamo tutti attivamente a questa sfida, che dobbiamo affrontare nel migliore dei modi perché ritengo sia la sfida del futuro, ma i rapporti tra le varie istituzioni a livello tecnico, strategico e politico – dal mio punto di vista – oggi sono molto soddisfacenti.
  Mi sembra di non aver dimenticato nulla, ma, se avessi dimenticato qualcosa, vi prego di farmelo presente. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, Generale. Rinnovo il ringraziamento a tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.45.