CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 settembre 2021
652.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 45

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 8 settembre 2021. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Alessandra Sartore.

  La seduta comincia alle 14.05.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020.
C. 3258 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021.
C. 3259 Governo, approvato dal Senato.
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Guido Germano PETTARIN (CI), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente il disegno Pag. 46 di legge C. 3258, recante il rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2020, e il disegno di legge C. 3259, che reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021. Quindi, avvertendo che si soffermerà sul disegno di legge recante il rendiconto 2020, mentre lascerà al correlatore Lovecchio l'illustrazione del disegno di legge di assestamento 2021, fa presente quanto segue, premettendo che il rendiconto 2020 assume un significato particolare, rispetto a quanto avviene solitamente, a causa degli eventi eccezionali che si sono verificati in seguito alla pandemia e, quindi, tutt'altro che rappresentare una fotografia statica delle entrate e delle spese dello Stato, delinea un quadro complesso da cui possono emergere chiavi di lettura utili per orientare l'azione futura nella previsione della cessazione dello stato di emergenza.
  Il disegno di legge C. 3258, recante il rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2020, è il documento contabile attraverso il quale il Governo rende conto al Parlamento dei risultati della gestione del bilancio. Ai sensi degli articoli 35 e 36 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), il rendiconto, articolato per missioni e programmi, è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone le risultanze della gestione, cioè l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento; il conto generale del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato. Al rendiconto è allegata, per ciascuna amministrazione, una nota integrativa. Per le entrate, la nota integrativa espone le risultanze della gestione.
  L'analisi del contenuto del predetto disegno di legge mostra che la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2020 un peggioramento di tutti i saldi, sia rispetto all'esercizio 2019, sia rispetto alle previsioni iniziali. In particolare, il saldo netto da finanziare (dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali) presenta nel 2020 un valore negativo di circa 270,9 miliardi, con un peggioramento di oltre 273,2 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2019, anno in cui, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, si era invece registrato un accreditamento netto del valore di 2,3 miliardi. Tale peggioramento, frutto di una diminuzione delle entrate finali, pari a circa il 6 per cento, e di un significativo aumento delle spese finali di quasi il 40 per cento, è stato determinato dai provvedimenti straordinari e urgenti adottati per far fronte alle conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Tale emergenza ha reso infatti necessario un progressivo aggiornamento dei saldi programmatici attuato nel corso dell'esercizio 2020 tramite successivi scostamenti di bilancio approvati dal Parlamento. Il peggioramento del saldo, se confrontato con le previsioni iniziali che indicavano un valore di -78,6 miliardi, è pari a circa 192,3 miliardi. Anche il risparmio pubblico (saldo delle operazioni correnti, che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale), che si attesta nel 2020 a -105,5 miliardi, denota un peggioramento di 155,4 miliardi rispetto al 2019. Tale situazione si è determinata a causa di un aumento delle spese correnti (+117,4 miliardi), contestuale ad un decremento del complesso delle entrate tributarie ed extra-tributarie (-38 miliardi). Il peggioramento è di oltre 65 miliardi se confrontato con le previsioni iniziali. Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario (differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti) si attesta nel 2020 a -506,9 miliardi, evidenziando un peggioramento di 289,3 miliardi rispetto al 2019 e di 193,4 miliardi rispetto alle previsioni iniziali. I limiti massimi fissati per il saldo netto da finanziare e per il ricorso al mercato dalla legge di bilancio per l'anno finanziario 2020 (legge n. 160 del 2019) – che erano stati indicati inizialmente, rispettivamente, in -79.500 milioni di euro per il saldo netto da finanziare e in -314.340 milioni di euro per il ricorso al mercato – sono stati progressivamente aggiornati nel corso dell'esercizio finanziario dai provvedimenti di urgenza adottati per Pag. 47far fronte alle conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Nel complesso, gli scostamenti di bilancio hanno rideterminato i limiti massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato, rispettivamente, a -341.000 e -599.840 milioni di euro in termini di competenza. Tali valori massimi sono stati comunque rispettati dai risultati della gestione finanziaria 2020, i quali denotano, infatti, per entrambi i saldi, un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni definitive comprensive degli scostamenti autorizzati dal Parlamento. Il peggioramento del saldo netto da finanziare di cui si è detto sopra discende da una gestione di competenza 2020 che evidenzia un aumento considerevole degli impegni delle spese finali (+236,8 miliardi) e una diminuzione degli accertamenti di entrate finali (-36,4 miliardi) rispetto all'anno precedente. Guardando alle entrate complessive (comprensive delle entrate per accensione di prestiti), l'entità degli accertamenti, pari a circa 943 miliardi di euro, è risultata invece in crescita rispetto al 2019 (circa +77,5 miliardi) a causa dell'aumento degli accertamenti delle entrate da accensione prestiti (+113,9 miliardi rispetto al 2019). Dal lato della spesa, la grande crescita degli impegni nel 2020 – sia finali che complessivi, questi ultimi passati da 823,2 miliardi del 2019 a 1.076 miliardi di euro del 2020 – è frutto dell'adozione di misure volte a fronteggiare l'emergenza indotta dalla pandemia da Covid-19, che hanno prodotto una forte espansione della spesa pubblica. Le entrate complessive si attestano a 943,5 miliardi (+77,5 miliardi rispetto al 2019), grazie all'andamento delle entrate per accensione di prestiti, che presentano un incremento del 43,7 per cento rispetto al 2019. Sulla base di una sintetica analisi del confronto 2020-2019 relativo all'andamento delle entrate finali accertate, rileva innanzitutto la significativa riduzione per gli accertamenti delle entrate tributarie (-33,2 miliardi). Nel comparto tributario registrano una considerevole contrazione, rispetto al 2019, le entrate relative alle tasse e imposte sugli affari (circa -20 miliardi, pari a -10,7 per cento), quelle sulle imposte sulla produzione, sui consumi e dogane (-5,2 miliardi, pari a -15 per cento) e quelle sul lotto, lotterie ed altre attività di giuoco (quasi -5 miliardi, pari a -34,1 per cento). Tra le entrate extra-tributarie si evidenzia la riduzione di quelle derivanti da recuperi, rimborsi e contributi (-5,5 miliardi, -12,2 per cento). Gli impegni per spese finali, costituite dal totale delle spese di parte corrente e di quelle in conto capitale, sono passati da 603,3 miliardi di euro del 2019 a 840,1 miliardi di euro del 2020, in crescita del 39,2 per cento rispetto al 2019, per un ammontare di circa 237 miliardi, raggiungendo una incidenza sul PIL del 50,9 per cento. Tale incremento riguarda sia le spese correnti, sia quelle in conto capitale. In particolare, la spesa di parte corrente ha generato impegni per circa 670,9 miliardi di euro, in forte aumento (+117,4 miliardi) rispetto al 2019, così come gli impegni di spesa in conto capitale, che hanno registrato una crescita rispetto al 2019 di 119,4 miliardi, assestandosi a 169,2 miliardi. Considerando il rimborso delle passività finanziarie, in aumento rispetto al 2019 di circa 16,1 miliardi (+7,3 per cento), gli impegni complessivi di spesa si attestano a 1.076,1 miliardi, con un aumento, rispetto a quelli dell'anno precedente, di circa il 30,7 per cento. Il peso della spesa complessiva rispetto al Pil è passato dal 46 per cento del 2019 al 65,2 per cento del 2020.
  Passando all'analisi per categoria economica dei dati della gestione, nell'ambito delle uscite correnti la voce più consistente è quella relativa ai trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, con impegni per oltre 338 miliardi di euro, pari a circa il 50,5 per cento della spesa corrente. Si tratta, in prevalenza, di trasferimenti ad amministrazioni locali (159,2 miliardi) e a enti previdenziali (166,3 miliardi). Con riferimento specifico alla dinamica delle spese correnti, le categorie che registrano i maggiori incrementi sono quelle relative ai trasferimenti correnti alle pubbliche amministrazioni (+80,4 miliardi, +31,2 per cento), i trasferimenti correnti alle imprese (+19,5 miliardi, +226 per cento) e i trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private (+7,2 miliardi, +47,2 per cento). Sono Pag. 48in calo gli oneri per interessi passivi, che scendono dai 68,4 miliardi nel 2019 ai 66,6 miliardi del 2020 (-2,5 per cento), prolungando il trend che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Per quel che concerne la spesa in conto capitale, i dati registrano un considerevole aumento degli impegni, da 49,8 a 169,2 miliardi (+120 miliardi), riferibile per 92,6 miliardi alle «Acquisizioni di attività finanziarie» e per 16,4 miliardi ai contributi per investimenti ad imprese.
  Nel corso dell'esercizio, alla gestione di competenza si affianca la gestione dei residui. Si definiscono residui attivi le entrate accertate, ma rimaste da versare e da riscuotere e residui passivi le spese impegnate, ma rimaste da pagare. Nell'ambito dei residui occorre distinguere quelli provenienti dagli esercizi precedenti e quelli formatisi nel corso dell'esercizio considerato (residui di nuova formazione). I residui passivi cosiddetti «propri» si distinguono da quelli «impropri», detti anche residui passivi «di stanziamento», relativi a somme stanziate ma non impegnate nell'esercizio di competenza. La Relazione al Rendiconto evidenzia come nel 2020 il fenomeno dei residui continua a rimanere su livelli considerevoli sia dal lato delle entrate, sia dal lato delle uscite. In base ai dati forniti nella Relazione, il conto dei residui provenienti dagli esercizi 2019 e precedenti indicava al 1° gennaio 2020 residui attivi presunti per un valore di 216.161 milioni di euro e residui passivi delle spese complessive per 114.014 milioni di euro, al lordo dei residui relativi al rimborso di prestiti (752,5 milioni), con una eccedenza attiva pari a 102.147 milioni di euro (l'eccedenza attiva era negli anni precedenti di valore assai inferiore: 63.576 milioni di euro nel 2019, 66.171 milioni di euro nel 2018, 77.815 milioni nel 2017). Nel corso dell'esercizio 2020, l'entità dei residui pregressi si è andata modificando – a seguito dell'attività di riaccertamento e di gestione in conto residui, nonché della perenzione – facendo registrare variazioni in diminuzione sia dal lato delle entrate (-55.364 milioni), sia dal lato delle uscite (-12.599 milioni).
  Pertanto, per quanto concerne i residui attivi, rispetto allo stock iniziale proveniente dagli esercizi precedenti di 216.161 milioni, al 31 dicembre 2020 ne risultano accertati 160.797 milioni, di cui 31.582 milioni incassati e 128.092 milioni ancora da versare o riscuotere. A tali residui pregressi si sono aggiunti, a seguito della gestione di competenza dell'esercizio 2020, circa 83.090 milioni di residui di nuova formazione, per un totale di residui attivi al 31 dicembre 2020 pari a 211.182 milioni, con una diminuzione di 4.979 milioni rispetto all'esercizio precedente.
  Per quanto riguarda i residui passivi complessivi, dei 114.014 milioni di residui presunti al 1° gennaio 2020 provenienti dagli esercizi precedenti, ne risultano accertati 101.416 milioni. Di questi, 31.582 milioni risultano pagati e 69.834 milioni ancora da pagare. A tali residui pregressi si sono aggiunti, a seguito della gestione di competenza, 127.083 milioni di residui di nuova formazione, per un totale di residui passivi al 31 dicembre 2020 di 196.917 milioni.
  I residui di nuova formazione sono complessivamente pari a 83.900 milioni, inferiori rispetto a quelli registrati nel precedente esercizio in cui sono risultati pari a 91.066 milioni, con un decremento del 7,9 per cento.
  I residui passivi evidenziano, invece, un notevole aumento, rispetto al 2019, di 82.903 milioni (-18,8 per cento). Tale incremento è legato ai residui di nuova formazione, pari a 127.083 milioni contro i 37.624 milioni del 2019 (+89.459 milioni). L'aumento nella consistenza dei residui passivi rispetto allo scorso esercizio è conseguenza dell'incremento di 13.424 milioni dei residui di parte corrente (+29,5 per cento rispetto al valore complessivo dei residui di parte corrente registrati nell'esercizio precedente) e dall'aumento di 69.516 milioni di quelli in conto capitale (+102,6 per cento). Complessivamente, i residui di stanziamento alla fine del 2020 ammontano a 126.828 milioni e costituiscono il 64,4 per cento dei residui totali. I residui di stanziamento di parte corrente ammontano a 21.033 milioni (10,7 per cento del totale dei residui di stanziamento). Pag. 49 I residui in conto capitale ammontano a 105.105 milioni (53,4 per cento del totale dei residui di stanziamento).
  La gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa, che è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti. Anche in termini di cassa, i saldi registrano un peggioramento rispetto ai risultati dell'esercizio 2019. Passando in rassegna i saldi della gestione di cassa al lordo delle regolazioni contabili, si rileva che nel 2020 il saldo netto da finanziare è risultato pari a 225,5 miliardi, con un peggioramento di circa 160 miliardi rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente (-66,5 miliardi).
  Il risparmio pubblico risulta pari a -131,5 miliardi, con un peggioramento di poco più di 100 miliardi rispetto al dato del 2019. Il risparmio pubblico, essendo negativo, indica la quota di spese correnti non coperta con entrate tributarie ed extra-tributarie.
  Il ricorso al mercato si attesta nel 2020 su un valore di oltre -461,8 miliardi di euro, anch'esso in peggioramento (di oltre 175 miliardi) rispetto al 2019. La gestione di cassa ha dato luogo complessivamente a incassi per 893,1 miliardi e a pagamenti per 980,6 miliardi. Rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2019 (804,5 miliardi di incassi e 830,3 miliardi di pagamenti), si registra sia un aumento degli incassi (+11 per cento) che dei pagamenti (+18,1 per cento).
  Il conto generale del patrimonio comprende, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, della legge n. 196 del 2009): a) le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l'esercizio di riferimento; b) la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.
  Dai risultati generali della gestione patrimoniale 2020, emerge un'eccedenza passiva di circa 2.215 miliardi, con un peggioramento di circa 299 miliardi rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2019. Si tratta di un risultato particolarmente elevato che non rispecchia il trend degli ultimi anni, considerato che nel 2019 sul 2018 il peggioramento è stato pari a 13 miliardi e nel 2018 sul 2017 il peggioramento è stato pari a 27,5 miliardi. In termini percentuali, nel 2020 il peggioramento patrimoniale è stato pari a 15,6 per cento, il valore nettamente più alto dell'ultimo decennio. Lo squilibrio patrimoniale passivo è dovuto a un incremento delle passività (+321,3 miliardi) solo minimamente compensato dall'aumento delle attività (+22,0 miliardi). Il risultato denota una situazione patrimoniale in peggioramento rispetto all'anno 2019 e riconferma gli andamenti negativi registrati negli anni dal 2004 in poi (con l'eccezione del 2009). Il totale delle attività ammonta a circa 1.004 miliardi, con un aumento di 22 miliardi, incremento in miglioramento rispetto all'esercizio precedente, in cui invece si era registrato un incremento di 6 miliardi. Rispetto alla chiusura dell'esercizio 2019, l'entità delle passività finanziarie ha registrato un incremento di 321,3 miliardi di euro, in notevole crescita rispetto all'incremento registrato nell'esercizio precedente, pari a 19 miliardi. L'incremento delle passività è connesso ad un peggioramento della situazione debitoria a medio-lungo termine dello Stato per 138,3 miliardi di euro (con una notevole crescita dei buoni del tesoro poliennali per 124,9 miliardi) e della situazione debitoria a breve termine, nell'ambito della quale aumentano sia i debiti di tesoreria (+100,4 miliardi) sia i residui passivi (+82,9 miliardi di euro).
  Evidenzia infine che la Corte dei conti ha dichiarato regolare il rendiconto generale dello Stato per il 2020 (con esclusione di alcuni capitoli: per approfondimenti al riguardo rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici).

  Giorgio LOVECCHIO (M5S), relatore, fa presente che il disegno di legge C. 3259 reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021. L'assestamento, disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), ha lo scopo di aggiornare a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. L'aggiornamento Pag. 50 riguarda, per quanto riguarda le entrate, l'eventuale revisione delle stime del gettito e, per quanto riguarda le spese, limitatamente alla componente discrezionale, gli effetti di eventuali esigenze sopravvenute.
  A partire dal 2017, in analogia con quanto stabilito per il disegno di legge di bilancio, anche il disegno di legge di assestamento è corredato da una relazione tecnica in cui si dà conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare con gli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza (DEF).
  Per quanto riguarda il contenuto, il disegno di legge di assestamento si compone di due articoli: l'articolo 1 introduce nello stato di previsione delle entrate e negli stati di previsione della spesa dei Ministeri, approvati con la legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020), le variazioni risultanti dalle tabelle annesse all'articolato; l'articolo 2 apporta una modifica all'articolo 3 della suddetta legge di bilancio, concernente lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. In allegato al disegno di legge è evidenziata, a fini conoscitivi, l'evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo. Per ciascuna unità di voto si indicano, inoltre, le variazioni che si registrano nella consistenza dei residui, in linea con le risultanze definitive esposte nel rendiconto dell'esercizio 2020.
  Venendo all'analisi dei risultati finanziari, le variazioni di bilancio proposte con il provvedimento di assestamento, insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 1° gennaio e 31 maggio con atti amministrativi, unitamente agli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, ivi inclusi il decreto-legge n. 22 del 2021 (cosiddetto decreto Riordino Ministeri) e il decreto-legge n. 41 del 2021 (cosiddetto decreto Sostegni 1), definiscono le previsioni assestate per il 2021.
  In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare (corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali) rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, che si attesta su un valore di -232,8 miliardi rispetto ad una previsione iniziale di -193,5 miliardi. Il peggioramento di circa 39,4 miliardi di euro è dovuto per 40,7 miliardi di euro alle variazioni per atto amministrativo, compensate da un miglioramento di 1,3 miliardi proposto dal disegno di legge di assestamento. In particolare, il peggioramento determinato dalle variazioni apportate per atti amministrativi discende, essenzialmente, dagli effetti dei decreti-legge adottati per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19, per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento attraverso l'approvazione di apposite risoluzioni approvate a maggioranza assoluta. Essi determinano, nel complesso, un incremento delle spese finali per oltre 41,5 miliardi di euro, in parte compensato da un incremento delle entrate finali per circa un miliardo. Il miglioramento del saldo determinato dal provvedimento in esame è dovuto essenzialmente a una proposta di aumento delle entrate finali (+1.525 milioni di competenza), che interessa principalmente le entrate extratributarie, per quasi 2.464 milioni, a fronte di una riduzione di quelle tributarie per 818 milioni. Ad essa si aggiunge una proposta di aumento delle spese finali (+229 milioni). Anche gli altri saldi evidenziano un andamento negativo. Il risparmio pubblico (dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi) registra un peggioramento di 36,5 miliardi rispetto alla previsione iniziale. I dati relativi al ricorso al mercato (pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, queste ultime date dalla somma delle spese finali e del rimborso prestiti) evidenziano un peggioramento per complessivi 28,7 miliardi.
  Secondo quanto stimato nella Relazione tecnica che accompagna il disegno di legge, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento sono neutrali ai fini Pag. 51dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione, in quanto già scontate nei quadri tendenziali del DEF 2021.
  Per quanto riguarda le variazioni per atto amministrativo, esse determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare di 40,6 miliardi in termini di competenza, derivante da un incremento delle spese finali (+41,5 miliardi) e da maggiori entrate per poco meno di 1 miliardo. Tale risultato è spiegato principalmente dall'attuazione del citato decreto-legge n. 41 del 2021 (cosiddetto decreto Sostegni 1). Con riferimento alle entrate, le variazioni per atto amministrativo determinano un incremento delle previsioni iniziali di bilancio complessivamente pari a 883 milioni in termini di competenza, dovute a maggiori entrate extratributarie per 1.022 milioni a fronte di riduzioni per 141 milioni delle entrate tributarie. Con riferimento alla spesa, le variazioni per atto amministrativo determinano un aumento degli stanziamenti finali di bilancio nella misura di 41,5 miliardi di euro, di cui 39,1 miliardi di incremento delle spese correnti e circa 2,4 miliardi di incremento di quelle in conto capitale. Per la spesa corrente, l'incremento di 41,5 miliardi è determinato principalmente dall'aumento dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche (19,2 miliardi), dei trasferimenti correnti ad imprese (12 miliardi), dei trasferimenti a famiglie e istituzioni sociali private (4,9 miliardi) e della spesa per redditi da lavoro dipendente (3,5 miliardi) quali effetto dei decreti-legge emanati per il contrasto agli effetti dell'emergenza epidemiologica (in particolar modo dal decreto-legge n. 41 del 2021. La spesa in conto capitale aumenta di 2,6 miliardi, di cui 1,9 miliardi relativi al finanziamento del Fondo per le emergenze nazionali.
  In termini di competenza, le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare di 1,3 miliardi rispetto al saldo risultante dalla legge di bilancio, dovuto a maggiori entrate finali per 1,5 miliardi e maggiori spese finali per 229 milioni. Per quanto concerne, in particolare, le proposte di variazioni alle entrate del bilancio dello Stato, nella Relazione si precisa che esse sono volte a recepire sulle previsioni di bilancio la revisione delle stime tendenziali di finanza pubblica, già scontate nel DEF 2021. Per quanto concerne le entrate finali, il disegno di legge di assestamento reca una proposta di aumento per 1.5 miliardi rispetto alle previsioni formulate con la legge di bilancio 2021. Le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2021, con una contrazione di 461 milioni, a cui si aggiunge un'ulteriore riduzione di 356 milioni a seguito del monitoraggio degli andamenti effettivi di gettito. Complessivamente si determina una riduzione di 818 milioni. Nel complesso, rispetto alle previsioni iniziali, si registra una ricomposizione tra imposte dirette e imposte indirette, principalmente per effetto del mutato quadro macroeconomico. Le entrate extratributarie registrano, nel complesso, un incremento di 2,5 miliardi, determinato dalla migliore evoluzione, in particolare rispetto alle stime del DEF, delle entrate di alcuni giochi, soprattutto lotterie, e dei dividendi che saranno versati dalle società partecipate. Sull'incremento complessivo proposto con disegno di legge incide anche l'aumento dei contributi per il rilascio delle autorizzazioni e delle licenze per i servizi di telecomunicazione, a fronte della proroga concessa per i diritti d'uso di talune frequenze di telefonia mobile. Le entrate da alienazione, ammortamento e riscossione di crediti registrano una contrazione di 120 milioni, interamente imputabile ad un allineamento alle previsioni dello scorso aprile elaborate per il DEF 2021.
  Per quanto concerne le spese finali, le variazioni proposte dal provvedimento determinano un aumento di 229 milioni in termini di competenza. Tale aumento è determinato da una maggiore spesa in conto capitale (+315 milioni) a fronte di una diminuzione della spesa corrente (-86 milioni), determinata, principalmente, alla riduzione di 3.279 milioni della spesa per interessi e redditi da capitale, compensata da altre maggiori spese correnti per 3.193 milioni. Con riferimento alle missioni del Pag. 52bilancio dello Stato, le proposte di assestamento determinano una riduzione degli stanziamenti della missione «Debito pubblico», pari a -12,5 miliardi, principalmente in relazione all'adeguamento delle esigenze per il rimborso dei prestiti internazionali a breve termine, di cui non si era potuto tenere conto in sede di bilancio di previsione. Considerando gli importi della missione «Debito pubblico», la spesa complessiva del bilancio dello Stato si assesta a 1.091,7 miliardi di euro, con un aumento di 31 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio. Con riferimento alle missioni, le variazioni in aumento proposte dal disegno di legge di assestamento riguardano: gli stanziamenti della missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica» per 843 milioni, di cui 442 milioni di incremento delle risorse per rimborsi e compensazioni di imposte dirette e indirette e 1.900 milioni degli stanziamenti relativi agli aggi e alle vincite per giochi, scommesse e lotterie, parzialmente compensata con la riduzione degli interessi sui conti di tesoreria per 1.700 milioni; gli stanziamenti della missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali» per 139 milioni, per il riconoscimento delle somme occorrenti per la regolazione delle entrate erariali con le Regioni a statuto speciale (340 milioni) e per i trasferimenti alle Regioni a statuto ordinario a titolo di compensazione della quota di fondo perequativo relativo al minore gettito Irap (101 milioni), parzialmente compensate dalle somme per la devoluzione delle entrate erariali alle Regioni a statuto speciale (- 318 milioni); gli stanziamenti della missione «Competitività e sviluppo delle imprese» (+270 milioni) a seguito in particolare dell'incremento dello stanziamento della «Nuova Sabatini» (300 milioni).
  In termini di cassa, il disegno di legge di assestamento per il 2021 determina complessivamente un miglioramento del saldo netto da finanziare di 9 milioni di euro, derivante da un aumento delle entrate finali per 1.525 milioni e da un aumento delle spese finali per 1.516 milioni. In particolare, il saldo netto da finanziare si attesta a -328 miliardi, con un peggioramento di 52,6 miliardi rispetto alla previsione di bilancio, esclusivamente dovuti alle variazioni per atto amministrativo intervenute nel periodo gennaio-maggio 2021, che hanno inciso negativamente sul saldo per oltre 52,582 miliardi. Per quanto concerne gli altri saldi, anch'essi risultano tutti in peggioramento. In particolare, il ricorso al mercato risulta incrementato di 41,7 miliardi rispetto al bilancio di previsione, raggiungendo un valore pari a -604,5 miliardi. Analogamente, il saldo primario, rispetto ai –193,9 miliardi della previsione iniziale raggiunge l'importo di -249,8 miliardi. Il risparmio pubblico peggiora di 49,6 miliardi, attestandosi nelle previsioni assestate a -191,6 miliardi di euro.
  Con il provvedimento di assestamento si è provveduto ad aggiornare i residui attivi sulla base delle risultanze emerse al 31 dicembre 2020, a seguito della gestione conclusasi nell'esercizio di consuntivo. Nel complesso, le previsioni assestate quantificano un ammontare di residui finali attivi al 31 dicembre 2020 pari a 211.182 milioni di euro, a fronte dei 253.976 milioni di residui inizialmente presunti.
  Per le entrate tributarie, i residui sono stati quantificati pari a 104.348 milioni, con una variazione in diminuzione di 27.033 milioni rispetto alle previsioni iniziali (131.381 milioni). Per le entrate extra-tributarie i residui ammontano a 106.131 milioni di euro, con una variazione in diminuzione di 14.709 milioni rispetto alla previsione iniziale (120.840 milioni). L'ammontare dei residui passivi delle spese complessive (comprensivi di quelli relativi al rimborso prestiti, pari a 715 milioni) risultanti alla chiusura dell'esercizio 2020 è pari a 196.917 milioni. Nel complesso, il conto dei residui al 31 dicembre 2020 segna dunque una inversione di tendenza rispetto al 2019, in cui si era invece registrata una decrescita rispetto al 2018 (-19 per cento). Dell'ammontare complessivo dei residui passivi per le spese finali, 126,5 miliardi sono di nuova formazione e 69,8 miliardi provengono dagli esercizi precedenti. Rispetto al 2019, risulta evidente un forte incremento dell'ammontare dei residui di nuova Pag. 53formazione per 89,5 miliardi (erano 37 miliardi nel 2019).
  L'articolo 33, comma 4-septies, della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009) dispone che la Relazione Tecnica (RT) di accompagnamento al disegno di legge di assestamento dia conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare (o da impiegare) con gli obiettivi programmatici definiti in coerenza con l'ordinamento europeo. La prima parte della relazione tecnica illustra le principali variazioni previste dalla proposta di assestamento e i relativi effetti sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche che è per l'appunto il saldo rilevante per l'ordinamento europeo. Complessivamente, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento, tenuto conto di quanto già scontato nei quadri tendenziali di finanza pubblica in sede di DEF, della natura delle voci di bilancio interessate e delle regole e criteri contabili che presiedono alla compilazione del conto economico delle PP.AA., sono sostanzialmente neutrali sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche (per ulteriori approfondimenti al riguardo rinvia al dossier dei Servizi del bilancio e dei Servizi studi del Senato e della Camera dei deputati).
  Infine, segnala che nel corso dell'esame al Senato sono stati approvati due emendamenti al disegno di legge di assestamento 2021, relativi a stati di previsione della spesa. Il primo emendamento ha destinato 744.000 euro al programma 10 del Ministero dell'Interno, relativo all'elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali e 56.000 euro al programma 8 dello stesso Ministero in relazione al contrasto all'immigrazione clandestina e alla sicurezza delle frontiere e delle principali stazioni ferroviarie. Il secondo emendamento ha rifinanziato per 40.000 euro il settore dell'edilizia statale e degli interventi speciali e per pubbliche calamità, di cui al Programma 10 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  In conclusione, anche a nome del correlatore Pettarin, esprime un giudizio favorevole sui provvedimenti in esame, di cui auspica una tempestiva approvazione.

  Fabio MELILLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta, avvertendo che nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della seduta odierna sarà stabilito il termine per la presentazione delle proposte emendative.

  La seduta termina alle 14.25.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 8 settembre 2021. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Alessandra Sartore.

  La seduta comincia alle 14.25.

Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.
Nuovo testo C. 2361 e abb.
(Parere alla VI Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 4 agosto 2021.

  Fabio MELILLI, presidente, ricorda che la Commissione è in attesa di chiarimenti da parte del Governo.

  La Sottosegretaria Alessandra SARTORE si riserva di fornire i chiarimenti richiesti in una successiva seduta.

  Fabio MELILLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Pag. 54

Delega al Governo per la riforma della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza.
Nuovo testo C. 1494 Governo.
(Parere alla X Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 4 agosto 2021.

  Fabio MELILLI, presidente, ricorda che la Commissione è in attesa di chiarimenti da parte del Governo.

  La Sottosegretaria Alessandra SARTORE si riserva di fornire i chiarimenti richiesti in una successiva seduta.

  Fabio MELILLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

DL 103/2021: Misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro.
C. 3257 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni IX e XI).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 7 settembre 2021.

  Fabio MELILLI, presidente, ricorda che la Commissione è in attesa della relazione tecnica aggiornata, ai sensi dell'articolo 17, comma 8, della legge n. 196 del 2009.

  La Sottosegretaria Alessandra SARTORE assicura che la relazione tecnica aggiornata sarà trasmessa alla Commissione entro la giornata di domani.

  Fabio MELILLI, presidente, nel segnalare che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea per la settimana prossima, non essendovi obiezioni al riguardo, comunica che la Commissione esprimerà il proprio parere direttamente all'Aula.

  La seduta termina alle 14.30.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 8 settembre 2021. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Alessandra Sartore.

  La seduta comincia alle 14.30.

Programma di lavoro della Commissione per il 2021 – Un'Unione vitale in un mondo fragile.
(COM(2020)690 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021.
(Doc. LXXXVI, n. 4).
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 4 agosto 2021.

  Ubaldo PAGANO (PD), relatore, sulla base del dibattito svoltosi in Commissione, formula la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,

   esaminati il Programma di lavoro della Commissione per il 2021 – Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM(2020) 690 final) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4);

   valutato positivamente l'obiettivo di lavorare a una riforma del bilancio dell'Unione europea anche attraverso l'introduzione di risorse proprie supplementari, al fine di contribuire a finanziare il rimborso dei prestiti contratti all'interno del programma Pag. 55 Next Generation EU e di accrescere la capacità delle istituzioni europee di implementare in modo più efficace le politiche eurounitarie, limitando l'aumento della contribuzione nazionale al bilancio dell'Unione basata su una quota del reddito nazionale lordo;

   valutato altresì positivamente l'ulteriore obiettivo di contribuire, in questo contesto, allo sviluppo dei nuovi standard internazionali in materia di tassazione dell'economia digitale per rispondere alle sfide poste dalla digitalizzazione e globalizzazione dell'economia;

   evidenziato che, in questo quadro, si dovrebbe comunque tener conto dell'esigenza di evitare che dalla predetta riforma del bilancio derivi un aumento della tassazione nazionale con conseguenti effetti distorsivi della concorrenza, soprattutto con riguardo alle famiglie e alle piccole e medie imprese,

  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:

   si valuti l'opportunità di precisare, in relazione all'obiettivo di riforma del bilancio dell'Unione europea, che tale riforma debba comunque tener conto dell'esigenza di evitare che dalla stessa derivi un aumento della tassazione nazionale con conseguenti effetti distorsivi della concorrenza, soprattutto con riguardo alle famiglie e alle piccole e medie imprese».

  La Sottosegretaria Alessandra SARTORE concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.35 alle 14.40.