CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 luglio 2021
624.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 107

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 14 luglio 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.

  La seduta comincia alle 14.10.

DL 77/2021: Governance del P.N.R.R. e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure.
C. 3146 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e VIII).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 7 luglio 2021.

  Vittoria CASA, presidente, ricorda che nella precedente seduta è stata svolta la relazione introduttiva, cui è seguita la discussione, e che, secondo quanto convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il parere sarà espresso nella seduta corrente, in quanto al momento la discussione del provvedimento in Assemblea è programmata da venerdì 16 luglio.

  Filippo MATURI (LEGA), relatore, propone di esprimere parere favorevole.

  Alessandra CARBONARO (M5S), ricordata l'importanza di valorizzare la tutela del paesaggio e dei beni culturali, anche attraverso l'istituzione della Soprintendenza speciale presso il Ministero della cultura, propone che nel parere siano inserite due osservazioni volte a garantire la partecipazione dei cittadini e degli enti locali alle attività di progettazione e monitoraggio degli interventi di attuazione del Piano, nonché alla valutazione ex ante dell'impatto degli stessi interventi, e a garantire il necessario controllo, da parte degli organismi di tutela, rispetto agli interventi che hanno impatto notevole sui territori.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), concordando con la deputata Carbonaro, sottolinea la necessità di garantire l'effettivo funzionamento della Soprintendenza speciale per il PNRR, dotandola delle necessarie strutture e di un numero adeguato di unità di personale.

  Filippo MATURI (LEGA) relatore, accogliendo la proposta della deputata Carbonaro, riformula la sua proposta di parere favorevole, aggiungendovi un'osservazione articolata in due punti (vedi allegato 1).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia.
C. 2561 Governo.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Vittoria CASA, presidente, avverte che, secondo quanto convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il parere sarà espresso nella seduta corrente, in quanto al momento la discussione del provvedimento in Assemblea è programmata da venerdì 16 luglio.

  Rosalba CIMINO (M5S), relatrice, riferisce che il disegno di legge sul quale la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla XII Commissione è un provvedimento d'iniziativa del Governo, collegato alla legge di bilancio 2020. Reca una serie di deleghe legislative al Governo stesso per l'adozione di decreti in materia di sostegno e valorizzazione della famiglia in ambiti diversi; il calendario delle deleghe contempla scadenze temporali differenti, a seconda dell'oggetto della delega. Il testo su cui la Commissione si esprime è quello risultante dagli emendamenti approvati dalla Pag. 108XII Commissione nell'esame in sede referente.
  L'articolo 1 enuncia la finalità dell'intervento normativo, che è il riordino e il potenziamento delle misure per sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, per contrastare la denatalità, per valorizzare la crescita armoniosa e inclusiva dei bambini e dei giovani, per sostenere la loro indipendenza e autonomia e per favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro di entrambi i genitori e, in particolare, delle madri.
  L'articolo reca anche i princìpi e i criteri direttivi generali, ai quali il Governo deve attenersi nell'esercizio di tutte le deleghe, poi precisati da ulteriori princìpi e criteri direttivi specifici stabiliti dai successivi articoli 3, 4, 5, 6 e 8 per le singole deleghe. Per quanto di interesse di questa Commissione, è previsto che nell'esercizio delle deleghe il Governo dovrà affermare il valore sociale delle attività educative e di apprendimento, anche non formale, dei figli, attraverso agevolazioni fiscali di varia natura o attraverso l'erogazione di un credito o di una somma vincolati allo scopo (comma 2, lett. c)).
  L'articolo 2 del testo originario del disegno di legge, che disciplinava la delega al Governo per l'istituzione dell'assegno universale e il riordino e la semplificazione delle misure di sostegno economico per i figli a carico, è stato soppresso dalla XII Commissione in conseguenza dell'approvazione della legge n. 46 del 2021, che prevede appunto una delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale.
  L'articolo 3 delega il Governo al riordino delle misure di sostegno dell'educazione dei figli, anche in questo caso tramite agevolazioni fiscali di varia natura o l'erogazione di un credito o di una somma vincolati allo scopo. Si intende razionalizzare il sistema dei benefìci fiscali relativi ai figli a carico, introducendo nuove agevolazioni inerenti alle spese – tra l'altro – per l'educazione dei figli sia formale sia non formale: parliamo di spese per l'acquisto dei libri scolastici e di beni e servizi informatici; per l'iscrizione o l'abbonamento ad associazioni sportive, palestre, piscine; per corsi di lingua straniera, di arte, di teatro e di musica; per viaggi d'istruzione; per l'acquisito di libri e di biglietti di ingresso a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie. È previsto poi il potenziamento delle misure a sostegno delle famiglie meno abbienti per l'acquisto dei libri di testo per la scuola secondaria di primo e di secondo grado; e la creazione di meccanismi idonei a consentire alle famiglie meno abbienti l'accesso alle misure statali e regionali per il diritto allo studio, sulla base di appositi atti convenzionali con gli enti territoriali interessati.
  Inoltre, s'intende garantire in tutto il territorio, in forma progressiva, la diffusione dei servizi socio-educativi e dei servizi educativi per l'infanzia e per l'adolescenza, oltre che il rafforzamento dei servizi educativi per l'infanzia e delle scuole dell'infanzia: obiettivo, quest'ultimo, esplicitamente aggiunto dalla XII Commissione.
  Per assicurare alle famiglie parità nelle condizioni di accesso e pari opportunità per la crescita dei figli, si prevedono contributi destinati a coprire, anche per l'intero ammontare, il costo delle rette di frequenza dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia, secondo requisiti di accreditamento previsti dalla normativa vigente stabiliti a livello regionale.
  Gli articoli 4 e 5 recano deleghe al Governo per la disciplina dei congedi parentali, di paternità e di maternità (articolo 4) e per incentivare il lavoro femminile, la condivisione della cura e l'armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro (articolo 5).
  L'articolo 6 delega il Governo all'adozione di misure per sostenere l'autonomia finanziaria dei giovani: sono previste agevolazioni per spese di locazione di abitazioni per figli maggiorenni iscritti a corsi universitari, in particolare per quelli fuori sede. E sono previste detrazioni fiscali e altre misure di sostegno per le spese di frequenza dei corsi di studio universitari, dei corsi di specializzazione o di altri percorsi Pag. 109 formativi, anche volti all'inclusione lavorativa, dei figli con disabilità.
  L'articolo 6-bis, reca una delega al Governo per promuovere la conoscenza dei diritti e doveri dei genitori e di quelli inerenti la vita familiare e la diffusione capillare di centri e servizi di supporto riferiti alle diverse fasi della vita familiare.
  L'articolo 7 disciplina il procedimento per l'adozione dei decreti legislativi delegati. Sugli schemi di tutti i decreti è prevista l'acquisizione del parere delle Commissioni parlamentari competenti.
  L'articolo 8 individua le risorse finanziarie necessarie alla copertura del provvedimento, qualificandole come limite massimo di spesa.
  L'articolo 8-bis contiene una clausola di salvaguardia, prevedendo che le disposizioni della legge e dei decreti legislativi siano applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale n. 3 del 2001.
  Conclude formulando una proposta di parere favorevole con un'osservazione (vedi allegato 2).

  Federico MOLLICONE (FDI), premesso di aver trasmesso alla relatrice, prima dell'inizio della seduta, due osservazioni, chiedendole di volerle inserire nella sua proposta di parere, chiede chiarimenti in merito al mancato accoglimento della sua richiesta. Chiarisce che la prima delle osservazioni è un invito alla XII Commissione ad adottare iniziative per la valorizzazione, nelle scuole di ogni ordine e grado, della famiglia naturale, anche attraverso manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti comuni di informazioni e di riflessione, in attuazione dell'articolo 29 della Costituzione. La seconda osservazione da lui proposta è un invito all'introduzione di norme per incentivare la domanda di connettività delle famiglie e per dare piena attuazione al Piano nazionale della scuola digitale. Sottolinea che non si tratta di osservazioni faziose, caratterizzate ideologicamente: la prima osservazione è un appello nel rispetto della Costituzione e la seconda richiama l'attenzione sulla necessità di porre un argine al disastro formativo provocato dal divario digitale: aspetto messo in luce anche dai dati disastrosi del Rapporto Nazionale INVALSI 2021 appena pubblicati. Evidenzia che la Commissione non può non concentrarsi fin da ora su un tema, quello dei danni provocati sull'istruzione dal divario digitale, che sarà certamente rilevante nel caso si renda necessaria la didattica a distanza anche nel prossimo anno scolastico. Rinnova quindi alla relatrice la sua richiesta di tenere conto delle osservazioni da lui proposte per il parere che la Commissione si accinge ad esprimere.

  Valentina APREA (FI), apprezzato l'intervento del deputato Mollicone, sottolinea l'importanza che la Commissione mantenga l'unità di posizioni su temi delicati come quello toccato dalla prima delle due osservazioni proposte. Condivide la seconda osservazione in quanto utile a creare un sentire comune rispetto ai bisogni educativi e formativi dei bambini. Invita infatti a non ignorare il segnale d'allarme lanciato dall'INVALSI e dal CENSIS circa le conseguenze, in termini di apprendimento, provocate dalla difficoltà di utilizzare la tecnologia e l'informatica per seguire le lezioni. Rimarca che i problemi di connettività devono essere affrontati e risolti, se si vuole arrivare preparati agli appuntamenti del terzo millennio.

  Rosalba CIMINO (M5S), relatrice, si dichiara favorevole a inserire nella sua proposta di parere un'osservazione avente a tema la necessità di sostenere la domanda di connettività delle famiglie, ma non un'osservazione sulla valorizzazione della famiglia naturale all'interno delle scuole, che considera un tema divisivo, sul quale non potrebbe esserci comunanza di vedute all'interno della Commissione.

  Paolo LATTANZIO (PD) concorda con la relatrice sull'inopportunità di introdurre nella proposta di parere osservazioni che avrebbero un effetto divisivo sulla Commissione e che per di più propongono iniziative Pag. 110 dannose per i bambini e le bambine, laddove ci si dovrebbe invece preoccupare di individuare misure che favoriscano la creazione di condizioni paritarie tra i bambini. Fa presente, infatti, che alimentare nelle comunità scolastiche il senso della divisione tra gruppi e della diversità non aiuta la crescita personale dei bambini e delle bambine e crea conseguenze dannose sul tessuto sociale: un tema di cui si è a lungo dibattuto nella Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

  Alessandra CARBONARO (M5S) si associa al deputato Lattanzio, non ritenendo opportuna la prima delle osservazioni proposte dal deputato Mollicone, né utile l'iniziativa suggerita, sia perché alimenterebbe le divisioni tra i bambini sia perché il richiamo all'articolo 29 della Costituzione è, a suo avviso, superfluo, atteso che la Costituzione rimane sempre il punto di riferimento e deve essere comunque rispettata.

  Federico MOLLICONE (FDI), apprezzata l'apertura della relatrice sulla sua seconda osservazione, ne sottolinea l'importanza alla luce della pubblicazione del Rapporto Invalsi 2021. Ritiene, tuttavia, che anche la prima osservazione sia importante, soprattutto in un provvedimento, come quello in esame, che si prefigge di aiutare la famiglia. È consapevole della delicatezza del tema, al centro anche del dibattito parlamentare al Senato, dove è in corso l'esame della proposta di legge Zan, ma, appellandosi alla sensibilità dei commissari, in particolare di quelli moderati, insiste per l'accoglimento anche di quest'osservazione, che non ha carattere ideologico né intento ostruzionistico, ma è finalizzata ad un miglioramento del testo del disegno di legge, sul quale il suo gruppo, a parte qualche riserva su punti che avrebbero potuto essere meglio formulati, è sostanzialmente favorevole. Fa presente parlare di famiglia naturale non dovrebbe essere divisivo, atteso che la Costituzione, rispetto alla quale si augura e confida che non ci siano divisioni, definisce la famiglia come «società naturale».

  Valentina APREA (FI) invita il deputato Mollicone a desistere dalla richiesta di inserire nel parere l'osservazione sulla famiglia naturale. Evidenzia che il provvedimento in esame reca nella sostanza un intervento a favore dei bambini e che i bambini devono essere trattati tutti nello stesso modo, senza differenze, laddove la proposta di cui si parla finirebbe con il creare distinzioni tra gruppi di bambini, a seconda delle loro appartenenze familiari. Sottolinea che con il provvedimento in esame si vogliono garantire i diritti dei bambini all'istruzione e invita il collega Mollicone a non inquinarlo con il richiamo a temi che dovranno essere certamente discussi, ma in altri contesti.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV), apprezzato l'approccio moderno e di buon senso della deputata Aprea, avverte che non potrebbe votare a favore di una proposta di parere invocasse il rispetto dell'articolo 29 della Costituzione. Sottolinea, a tale proposito, che un provvedimento come quello all'esame dovrebbe, altrimenti, contenere riferimenti ad almeno altri sette o otto articoli della Costituzione, che c'è invece motivo di richiamare, essendo indiscusso il dovere di rispettarli. Invita tutti a una maggiore attenzione nell'uso di espressioni come «famiglia naturale», che rischiano di creare discriminazioni, laddove tutti i bambini devono poter avere uguale accesso alle misure previste in loro favore.

  Rosalba CIMINO (M5S), relatrice, riformula la sua proposta di parere, aggiungendo un'osservazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

DL n. 82/2021: Disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
C. 3161 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e IX).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

Pag. 111

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Andrea ROSSI (PD), relatore, riferisce che il decreto-legge n. 82 del 2021, sul quale la Commissione è chiamata a esprimere il parere alle Commissioni riunite I e IX, reca misure urgenti in materia di cybersicurezza. Il provvedimento mira a introdurre più efficaci istituti di protezione delle infrastrutture strategiche del Paese dagli attacchi cyber, che sono in crescita e rappresentano una minaccia pericolosa.
  Ricorda che la sicurezza cibernetica del Paese è uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) trasmesso dal Governo alla Commissione europea il 30 aprile 2021. Per la precisione, la cybersicurezza è uno dei sette investimenti programmati nell'ambito della Digitalizzazione della pubblica amministrazione, che è il primo asse di intervento della componente 1 («Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA»), a sua volta compresa nella Missione 1 («Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo»). L'investimento è mirato alla creazione e al rafforzamento delle infrastrutture preposte alla protezione cibernetica del Paese. All'obiettivo sono destinati circa 620 milioni di euro, di cui 241 milioni per la creazione di un'infrastruttura nazionale per la cybersicurezza; 231 milioni per il rafforzamento delle principali strutture operative del già esistente perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (cosiddetto PNSC); e 150 milioni di euro per il rafforzamento delle capacità nazionali di difesa informatica presso il Ministero dell'interno, la Difesa, la Guardia di finanza, il settore giustizia e il Consiglio di Stato.
  Passando al contenuto del decreto, gli articoli da 1 a 4 delineano il sistema nazionale di sicurezza cibernetica, che ha al suo vertice il Presidente del Consiglio dei ministri, cui è attribuita l'alta direzione e la responsabilità generale delle «politiche di cybersicurezza» e cui spetta l'adozione della relativa strategia nazionale, oltre che la nomina e la revoca del direttore generale e del vicedirettore generale della costituenda Agenzia per la cybersicurezza nazionale, prevista dall'articolo 5 del decreto in esame. Il Presidente del Consiglio dei ministri può delegare alla Autorità delegata per il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, ove istituita, le funzioni che non sono a lui attribuite in via esclusiva. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è poi istituito il Comitato interministeriale per la cybersicurezza (CIC), organismo con funzioni di consulenza, proposta e vigilanza in materia di politiche di cybersicurezza, anche ai fini della tutela della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico. Il Comitato è composto dal Presidente del Consiglio, che lo presiede, dall'Autorità delegata, ove istituita, e da un gruppo di ministri, tra cui il ministro dell'università e della ricerca.
  L'articolo 5 – come anticipato – istituisce l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale a tutela degli interessi nazionali nel campo della cybersicurezza, nonché della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico. L'istituzione dell'Agenzia è strumentale all'esercizio delle competenze che il decreto-legge assegna al Presidente del Consiglio dei ministri e all'Autorità delegata, ove istituita. L'Agenzia ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria.
  L'articolo 6 disciplina l'organizzazione dell'Agenzia, che ha sede a Roma ma può avere anche sedi secondarie. Organi ne sono il direttore generale, che rappresenta l'organo di gestione, e il collegio dei revisori dei conti, quale organo di controllo interno. Il direttore dell'Agenzia è nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri nell'ambito delle seguenti categorie: magistrati delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrativa, avvocati dello Stato, dirigenti generali dello Stato ed equiparati, professori universitari di ruolo: nel riferimento ai professori universitari sta un primo aspetto di competenza della Commissione. Il direttore può essere scelto anche tra soggetti estranei alla pubblica amministrazione. È richiesto comunque il possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione dei processi di innovazione. Pag. 112
  Le funzioni dell'Agenzia sono disciplinate dall'articolo 7. Tra queste, per quanto di interesse della Commissione, si segnala che l'Agenzia deve sostenere lo sviluppo di competenze e capacità industriali, tecnologiche e scientifiche. A questo scopo è chiamata a farsi promotrice del coinvolgimento del sistema dell'università e della ricerca, nonché del sistema produttivo nazionale.
  La disciplina del personale dell'Agenzia è dettata dall'articolo 12. Per quanto riguarda questa Commissione, rileva che l'Agenzia può avvalersi di un contingente di esperti, non superiore a cinquanta unità, composto da personale proveniente da pubbliche amministrazioni, con esclusione del personale delle istituzioni scolastiche. In caso di assunzione di professori universitari di ruolo o di ricercatori universitari confermati, è previsto si applichino le disposizioni di cui all'articolo 12 del DPR n. 382 del 1980, che disciplina l'autorizzazione ai professori universitari a occuparsi della direzione di istituti e laboratori extrauniversitari di ricerca.
  L'Agenzia può promuovere, sviluppare e finanziare specifici progetti e iniziative, volti anche a favorire il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca nel settore. L'agenzia, inoltre, è incaricata di svolgere attività di comunicazione per accrescere la consapevolezza dei cittadini in materia di cybersicurezza e di promuovere la formazione, la crescita tecnico-professionale e la qualificazione delle risorse umane nel campo della cybersicurezza, anche attraverso l'assegnazione di borse di studio, di dottorato e assegni di ricerca, sulla base di apposite convenzioni con soggetti pubblici e privati.
  L'articolo 8 dispone la costituzione, presso l'Agenzia, di un Nucleo per la cybersicurezza, quale supporto del Presidente del Consiglio riguardo alle tematiche della cybersicurezza, per gli aspetti relativi alla prevenzione e preparazione ad eventuali situazioni di crisi e per l'attivazione delle procedure di allertamento. Il Nucleo è presieduto dal direttore generale dell'Agenzia o dal vice direttore generale da lui designato. Ne fa parte, tra gli altri, per quanto di interesse di questa Commissione, un rappresentante del Ministero dell'università e della ricerca. L'articolo 9 definisce le funzioni del Nucleo per la cyberiscurezza. In base agli argomenti delle riunioni possono anche essere chiamati a partecipare anche rappresentanti di università o di enti e istituti di ricerca.
  L'articolo 10 disciplina le procedure da seguire per la gestione delle crisi che coinvolgono aspetti di cybersicurezza specificando in particolare i compiti posti in capo al Nucleo per la cybersicurezza istituito ai sensi dell'art. 9 del decreto-legge in titolo.
  L'articolo 11 detta le disposizioni relative al sistema di finanziamento dell'Agenzia e all'autonomia contabile e gestionale della stessa.
  Dell'articolo 12 si è detto. L'articolo 13 riguarda i trattamenti di dati personali per finalità di sicurezza nazionale, in applicazione del decreto-legge in esame.
  In base all'articolo 14, deve essere trasmessa al Parlamento ogni anno una relazione sull'attività svolta dall'Agenzia nell'anno precedente. Inoltre il Presidente del Consiglio dei ministri deve trasmettere ogni anno al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR) una relazione sulle attività svolte nell'anno precedente dall'Agenzia in raccordo con il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica nonché in relazione agli ambiti di attività dell'Agenzia sottoposti al controllo del Comitato medesimo ai sensi del decreto-legge in esame.
  L'articolo 15 modifica il decreto legislativo n. 65 del 2018 per adeguarlo alla nuova architettura delineata dal decreto-legge in esame. Si tratta del decreto legislativo che ha dato attuazione alla direttiva (UE) 2016/1148 (cosiddetta direttiva Network and Information Security – NIS) e che definisce in Italia la cornice legislativa delle regole per la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi e per l'individuazione dei soggetti competenti a dare attuazione alle misure di sicurezza.
  Gli articoli successivi (dall'articolo 16 al 19) introducono modifiche puntuali alla legislazione vigente per adeguarla al nuovo assetto dell'architettura nazionale di cybersicurezza disposta dal decreto; dettano disposizioni transitorie e finali per permettere Pag. 113 l'operatività degli enti previsti dal decreto, a cominciare dall'Agenzia; provvedono alla copertura dell'onere finanziario e regolano l'entrata in vigore delle nuove norme. Formula quindi una proposta di parere favorevole con due osservazioni (vedi allegato 4).

  Federico MOLLICONE (FDI) premesso di aver sottoposto al relatore tre proposte di osservazioni, affinché fossero inserite nel parere, lo ringrazia il relatore per averne accolte due: quella sulla necessità di meccanismi istituzionali di dialogo, sui temi della cybersicurezza, tra i mondi della ricerca, dell'università e dell'industria e quella sull'importanza dell'alfabetizzazione digitale del Paese. Quanto alla terza osservazione da lui proposta, si tratta di un invito alle Commissioni di merito perché adottino iniziative per garantire il controllo del Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica (Copasir) sull'Agenzia istituita dal decreto-legge. Fa presente, per inciso, che tra le funzioni dell'Agenzia ce ne sono anche di vertenti su ambiti di competenza della VII commissione. Alla luce delle ultime agenzie di stampa comprende le ragioni che hanno indotto il relatore a non accogliere quest'osservazione.
  Premesso che l'Italia ha accumulato un grave ritardo nel campo della sicurezza cibernetica, prende atto del ruolo di controllo attribuito al Copasir e quindi al Parlamento rispetto all'Agenzia: controllo che va dalle nomine di direttore e vicedirettore alla pianta organica, al bilancio, sul modello di quanto previsto per le agenzie di intelligence. Non è chiaro, tuttavia, quale sia l'ambito di competenza di chi resterà al DIS e quali saranno le modalità di comunicazione tra la nuova agenzia e gli enti dell'intelligence. Inoltre, non è chiaro se coloro che transitano dal DIS all'Agenzia possano poi decidere di tornare indietro. Il suo gruppo chiede quindi che nel percorso parlamentare di conversione del decreto siano chiariti l'ambito di competenza di chi resterà al DIS e le modalità di comunicazione tra la nuova agenzia e il comparto intelligence. Il suo gruppo chiede, inoltre, di costituire un comitato scientifico interno, di partenariato pubblico-privato, fra soggetti privati e soggetti pubblici e accademici. Chiede inoltre di dedicare una zona economica speciale (ZES), con regime fiscale agevolato, alle aziende della cybersicurezza.
  In conclusione, non è contrario al provvedimento, che anzi riflette contenuti di un ordine del giorno presentato dal suo gruppo a settembre 2020, col quale si chiedeva l'istituzione di un'Agenzia per la cybersicurezza. Sottolinea che sovranità digitale e sicurezza cibernetica sono temi chiave per la Nazione. Il suo gruppo è da sempre a favore della digitalizzazione, ma essa porta con sé rischi legati all'esposizione alle minacce di attacchi informativi, che devono essere affrontati con decisione e chiarezza: raccomanda quindi maggiore chiarezza nella delineazione dei ruoli degli organi di gestione, che, a suo avviso, appaiono confusi nel testo del decreto.

  Alessandra CARBONARO (M5S) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Movimento 5 Stelle.

  Valentina APREA (FI), riconosciuto il lavoro svolto dal collega Mollicone nonché, in passato anche dal suo gruppo che si è occupato del tema della sicurezza informatica e cibernetica in più occasioni, apprezza le osservazioni volte a colmare un vuoto che rischierebbe di danneggiare soprattutto le nuove generazioni.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito democratico.

  Daniele BELOTTI (LEGA), preannunciato il voto favorevole sulla proposta di parere, fa presente al deputato Mollicone che però le ZES, nell'uso comune del termine, sono aree territoriali, e non categorie di soggetti.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo Pag. 114della Repubblica italiana e il Governo dello Stato plurinazionale di Bolivia, fatto a La Paz il 3 marzo 2010.
C. 3043 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV), relatore, riferisce che l'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra l'Italia e la Bolivia oggetto dell'autorizzazione alla ratifica oggi in esame è stato sottoscritto il 3 marzo 2010. È composto di 20 articoli e va a sostituire sia un precedente Accordo in materia culturale firmato dai due Paesi il 31 gennaio 1953, sia un accordo in ambito scientifico firmato il 3 giugno 2002, non ancora ratificato. Precisa che, in via generale, l'Accordo si propone di fornire un quadro giuridico e una base finanziaria per lo sviluppo di settori vari, dalla cultura alle scienze applicate, dallo sport alla protezione dei diritti umani e del diritto alla proprietà intellettuale; si prefigge inoltre di semplificare le procedure connesse. Evidenzia che l'Accordo prevede anche la costituzione di una Commissione mista, che potrà dare avvio ai negoziati sul riconoscimento dei titoli di studio, tenendo anche conto della normativa dell'Unione europea vigente in materia.
  Con l'Accordo si intende dare poi avvio ad una maggiore collaborazione in campo scientifico e tecnologico oltre che a forme di collaborazione nel settore culturale, scientifico, tecnologico, in quello dello sport e dei diritti umani. Si intende inoltre dare stimolo alle collaborazioni esistenti, ad esempio nel settore interuniversitario, migliorare la conoscenza e la diffusione delle rispettive lingue e culture e favorire la collaborazione tra le istituzioni accademiche, le amministrazioni archivistiche, le biblioteche e i musei dei due Paesi. L'Accordo impegna inoltre le parti alla collaborazione nei settori editoriale, della musica, della danza, del teatro, del cinema, delle arti visive e nell'ambito radiotelevisivo, oltre che alla cooperazione per reprimere l'importazione, l'esportazione e il traffico illegale di opere d'arte.
  Nel dettaglio, l'articolo 1 esplicita l'impegno delle parti a promuovere e realizzare attività che favoriscano la cooperazione nell'ambito culturale, scientifico e tecnologico, a migliorare la conoscenza e la diffusione delle rispettive lingue, culture e valori tradizionali che formano parte integrante del retaggio culturale dei due Paesi.
  Con l'articolo 2 si favorisce la collaborazione tra le istituzioni accademiche e di formazione e le istituzioni scolastiche anche attraverso lo scambio di docenti e ricercatori e l'avvio di ricerche congiunte e si favorisce lo studio della lingua e cultura dell'altra parte anche mediante l'attivazione di cattedre e lettorati.
  L'articolo 3 promuove la collaborazione tra le rispettive amministrazioni archivistiche, le biblioteche e i musei, anche con lo scambio di materiale, banche dati ed esperti, al fine di meglio tutelare i beni e patrimoni culturali.
  L'articolo 4 favorisce la partecipazione di organismi internazionali al finanziamento o all'attuazione di programmi o di progetti derivanti dall'Accordo e promuove progetti multilaterali che possono essere inseriti nei programmi dell'Unione europea e di altri organismi internazionali che si riferiscono alla cultura, alla scienza ed alla tecnologia.
  Nell'articolo 5 si prevede che le parti favoriscano le attività di istituzioni culturali, scientifiche, artistiche, musicali ed accademiche attraverso accordi specifici e ne facilitino il funzionamento.
  Gli articoli 6 e 7 rafforzano la collaborazione nel campo dell'istruzione, anche mediante lo scambio di esperti, di informazioni e di documentazione sulle rispettive legislazioni e ordinamenti scolastici, per una più equa valutazione comparativa dei rispettivi titoli di studio, al fine di favorire la prosecuzione degli studi nei livelli superiori.
  Nell'articolo 8 si stabilisce che le parti offrono borse di studio a studenti, specialisti e laureati, mediante programmi di esecuzione da stipulare. Pag. 115
  L'articolo 9 incrementa la collaborazione in campo editoriale, incoraggiando le traduzioni, le mostre e le fiere del libro, la pubblicazione di opere di saggistica e narrativa dell'altra parte.
  L'articolo 10 stabilisce che le parti favoriscano la collaborazione nei settori della musica, della danza, del teatro, del cinema e delle arti visive, attraverso lo scambio di artisti, di mostre, la partecipazione a festival, rassegne e manifestazioni, anche attuando le disposizioni della convenzione UNESCO del 2005 sulla protezione e promozione delle diversità delle espressioni culturali.
  L'articolo 11 incoraggia i contatti e la collaborazione tra i rispettivi organismi radiotelevisivi attraverso lo scambio di informazioni, materiali ed esperti.
  L'articolo 12 stabilisce la collaborazione fra le reciproche amministrazioni competenti al fine di impedire, contrastare e reprimere l'importazione, l'esportazione e il traffico illecito di opere d'arte, beni culturali, mezzi audiovisivi, beni soggetti a protezione, documenti ed altri oggetti di valore – secondo le rispettive legislazioni nazionali e nel rispetto degli obblighi derivanti dalla Convenzione internazionale UNESCO del 1970 in materia e della Convenzione internazionale UNIDROIT del 1995 sui beni culturali rubati o illecitamente esportati – e a tale scopo promuove gli scambi di informazione tecnologica attraverso la creazione di appositi meccanismi di collaborazione tra le Forze di polizia boliviana e il Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.
  Secondo l'articolo 13 le parti incoraggiano lo scambio di informazioni ed esperienze nei settori dello sport e della gioventù, mediante viaggi di studio, competizioni o altre iniziative, anche attenendosi alla Convenzione internazionale UNESCO del 2005 contro il doping nello sport.
  L'articolo 14 stabilisce che le parti favoriscono lo scambio di esperienze nel campo dei diritti umani e delle libertà civili e politiche, nonché in quello delle pari opportunità tra i due sessi e della tutela delle minoranze etniche, culturali e linguistiche e incoraggiano iniziative, intraprese anche in ambito europeo e internazionale, volte a sostenere programmi di sviluppo sociale.
  L'articolo 15 concerne la promozione della cooperazione scientifica e tecnologica tra i due Paesi – in particolare nei campi delle tecnologie dell'informazione, delle telecomunicazioni, delle biotecnologie, dell'agricoltura, dell'industria alimentare, della salvaguardia dell'ambiente, della salute, dei trasporti, dell'energia e dei beni culturali – mediante scambi di studiosi, ricercatori, specialisti ed esperti, l'organizzazione di seminari e conferenze, ricerche comuni, scambi di documentazione, partecipazione congiunta a programmi dell'Unione europea per programmi di ricerca scientifica e tecnologica, anche tramite la stipula di specifici accordi tra università, enti di ricerca e associazioni scientifiche dei due Paesi e la partecipazione congiunta a programmi multilaterali.
  In base all'articolo 16 le parti devono favorire la cooperazione nei settori dell'archeologia, dell'antropologia e delle scienze affini e la valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale, facilitando anche l'attività di esperti dell'altra parte nel proprio Paese.
  Secondo l'articolo 17 ciascuna parte facilita, nell'osservanza delle rispettive legislazioni vigenti, la circolazione, la permanenza e l'uscita di persone, materiali e attrezzature dai rispettivi territori nell'ambito delle attività indicate nell'Accordo.
  L'articolo 18 si occupa della protezione dei diritti sulla proprietà intellettuale derivanti dall'attuazione dell'Accordo nel rispetto degli accordi internazionali firmati da entrambe le parti. Viene altresì stabilito l'impegno delle due Parti al trasferimento di tecnologie tra i rispettivi enti interessati, sempre nel rispetto dell'Accordo.
  L'articolo 19 istituisce una Commissione mista culturale, scientifica e tecnologica, presieduta dai rispettivi Ministeri degli Affari esteri e con la partecipazione delle istanze competenti, da convocarsi alternativamente nelle capitali dei due Paesi (ogni anno o quando si ritiene opportuno), a cui sono affidati i compiti di esaminare lo sviluppo della cooperazione culturale, la Pag. 116redazione dei rispettivi programmi esecutivi pluriennali e la valutazione sull'attuazione dell'Accordo.
  L'articolo 20 stabilisce che l'Accordo sostituisce quelli citati del 1953 e del 2002, permettendo comunque il completamento dei programmi ancora in esecuzione, entrerà in vigore alla data della ricezione della seconda delle due notifiche con cui le parti si comunicano il completamento delle procedure previste, avrà durata illimitata salvo denuncia e potrà essere modificato per via diplomatica; sempre per tale via si potranno risolvere eventuali controversie.
  Per quanto riguarda invece il disegno di legge di ratifica, esso si compone di cinque articoli. Gli articoli 1 e 2 recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo. L'articolo 3 provvede alla copertura degli oneri finanziari. L'articolo 4 detta una clausola di invarianza finanziaria, mentre l'articolo 5 regola l'entrata in vigore della legge.
  Conclude formulando una proposta di parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 14 luglio 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.

  La seduta comincia alle 15.

Schema di decreto ministeriale recante rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2016-2018, con riferimento alla regione Veneto.
Atto n. 263.
Schema di decreto ministeriale recante rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2019 e 2020, con riferimento alla regione Abruzzo.
Atto n. 264.
Schema di decreto ministeriale recante rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2019 e 2020, con riferimento alla regione Sicilia.
Atto n. 265.
Schema di decreto ministeriale recante rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2019 e 2020, con riferimento alla regione Umbria.
Atto n. 266.
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame degli schemi di decreto in titolo.

  Vittoria CASA, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca l'esame congiunto, ai fini dei pareri al Governo, sui quattro schemi di decreto ministeriale recanti rimodulazioni delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, con riferimento a quattro diverse regioni. Comunica di aver provveduto – attraverso gli uffici – a richiedere agli assessori regionali competenti l'invio di eventuali osservazioni sugli schemi dei decreti, come convenuto nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Solo l'assessore per la regione Veneto ha risposto, comunicando che da parte loro non hanno osservazioni.

  Margherita DEL SESTO (M5S), relatrice, premette che la relazione concerne quattro atti del Governo sui quali la Commissione è chiamata ad esprimere il parere. Precisa che tutti i quattro atti recano rimodulazioni di parti del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, con riferimento a quattro Regioni diverse. Specifica che si tratta del fondo istituito dall'articolo 1, commi 9 e 10, della legge n. 190 del 2015 nello stato di previsione dell'allora Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ora Ministero della cultura (MIC). Le risorse del Fondo servono alla realizzazione degli interventi indicati nell'apposito programma triennale definito dal Ministro della cultura, Pag. 117 che lo trasmette al CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica), dopo aver acquisito su di esso il parere delle Commissioni parlamentari competenti. Il programma individua gli interventi prioritari, le risorse da destinare a ciascun intervento e il relativo cronoprogramma; in base alla legge, il programma deve anche stabilire le modalità di definanziamento degli interventi, in caso di loro mancata attuazione. Il programma aggiornato, corredato dell'indicazione dello stato di attuazione degli interventi, deve essere trasmesso al CIPE entro il 31 gennaio di ciascun anno. La dotazione iniziale del Fondo ammontava a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020. Poi, per effetto degli interventi normativi che si sono succeduti, le risorse disponibili sono diminuite e risultano ad ora pari a 63,6 milioni per il 2021, 88,8 milioni per il 2022 e 156 milioni per il 2023.
  Il programma relativo al triennio 2016-2018 – che non ha indicato il cronoprogramma, né le modalità di definanziamento in caso di mancata attuazione degli interventi programmati – è stato adottato, previo parere parlamentare, con decreto ministeriale del 28 gennaio 2016. Il programma in questione è stato poi ripetutamente rimodulato, con numerosi decreti successivi, sui quali, tuttavia, il Governo non ha acquisito il parere parlamentare, come evidenziato anche nel rapporto della Corte dei conti sull'impiego del Fondo: rapporto approvato dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato con la deliberazione n. 15/2020/G dell'11 dicembre 2020, alla quale si rinvia per le osservazioni e le proposte.
  Il programma per gli anni 2019 e 2020 è stato invece adottato, previa acquisizione del parere parlamentare, con decreto ministeriale del 4 giugno 2019. Anche in questo caso, lo schema di decreto non era corredato del cronoprogramma, né indicava le modalità di definanziamento nel caso di mancata realizzazione degli interventi. Anche il programma 2019-2020 è stato oggetto di varie rimodulazioni, tutte intervenute con decreti adottati senza acquisizione del parere parlamentare.
  Passando ai quattro schemi di decreto in esame, sottolinea che è la prima volta che il Governo sottopone al parere parlamentare una rimodulazione del programma per l'utilizzo delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale.
  Lo schema di decreto di cui all'atto n. 263 propone una rimodulazione – senza oneri aggiuntivi – del programma triennale relativo alle annualità 2016-2018, per la parte relativa alla regione Veneto, per un importo complessivo di 457.010,46 euro. In particolare, per effetto della rimodulazione, parte delle risorse inizialmente previste per gli interventi riguardanti le Gallerie dell'Accademia di Venezia, e in particolare per l'adeguamento funzionale e gli interventi di restauro sulla quadriera e le opere del gabinetto dei disegni, sono ora invece destinate all'adeguamento funzionale e a interventi di restauro per il miglioramento della fruizione del museo e la valorizzazione delle collezioni: un intervento non presente tra quelli individuati dal programma iniziale.
  La premessa dello schema e la relazione governativa che lo accompagna evidenziano che la rimodulazione è stata chiesta al Ministero della cultura dalle stesse Gallerie dell'Accademia di Venezia. Il Ministero della cultura – segnatamente la Direzione generale Musei – ha sottoposto la richiesta di rimodulazione al Comitato tecnico scientifico per i Musei e l'Economia della Cultura, che ha espresso parere favorevole.
  Quanto allo schema di decreto di cui all'atto n. 264, esso dispone una rimodulazione del programma per l'annualità 2020, per la parte relativa alla regione Abruzzo. La rimodulazione – che anche in questo caso non determina oneri aggiuntivi – riguarda un importo complessivo di 700.000 euro. In particolare, si propone che le risorse originariamente destinate alla Domus romana di largo Santa Maria delle Grazie in Teramo – per la ridefinizione del sito nei rapporti con la città, il restauro degli ambienti mosaicati e il completamento dei servizi di valorizzazione – siano invece destinate in parte (410.000 euro) al Circolo Canottieri «La Pescara» di Pescara, per il Pag. 118completamento delle opere di valorizzazione e rifunzionalizzazione, e in altra parte (290.000 euro) all'Area archeologica di Cluviae di Casoli (CH), per la ricognizione e la definizione dell'area e il restauro dei reperti monumentali emergenti ai fini della valorizzazione. Anche in questo caso si tratta di interventi entrambi non presenti nel programma iniziale.
  La premessa dello schema di decreto e la relazione del Governo che lo accompagna chiariscono che rimodulazione è stata chiesta al Ministero (Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio) dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell'Aquila e i comuni del Cratere. A sua volta, la Direzione generale l'ha sottoposta al Comitato tecnico scientifico per l'archeologia, che ha espresso parere favorevole.
  Passando allo schema di decreto di cui all'atto n. 265, questo propone una rimodulazione del programma per l'annualità 2020, per la parte relativa alla regione Sicilia. La rimodulazione riguarda un importo complessivo pari a 400.000 euro, senza oneri aggiuntivi per le finanze.
  In dettaglio, si propone in questo caso che le risorse originariamente destinate all'Archivio di Stato di Agrigento, per la movimentazione della documentazione archivistica dalla sede vecchia alla nuova, e per il restauro, la spolveratura e la disinfestazione della documentazione archivistica (euro 100.000), nonché per la scaffalatura compatta (1° lotto) (euro 300.000), siano, invece, destinate, in gran parte, agli Archivi di Stato di altre regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna, Campania), per interventi precedentemente non finanziati.
  In particolare, gli archivi beneficiari sarebbero: l'Archivio di Stato di Agrigento, per lavori urgenti di manutenzione straordinaria dell'impianto antincendio e il ripristino della centrale di spegnimento (euro 9.772,20); l'Archivio di Stato di Cuneo, per scaffalature e arredi della sala studio e conferenze della nuova sede e movimentazione di materiale (euro 95.000); l'Archivio di Stato di Torino, per lavori di somma urgenza sulle coperture della sede sezioni riunite (euro 39.845,44); l'Archivio di Stato di Verbania, per il ripristino del sistema di smaltimento delle acque reflue (euro 1.980); l'Archivio di Stato di Alessandria, per la sostituzione urgente della caldaia non a norma (euro 10.858); l'Archivio di Stato di Brescia, per la manutenzione straordinaria degli impianti (euro 23.354), lo smaltimento di bombole ad argon (euro 13.420), l'adeguamento antincendio e la presentazione della SCIA (euro 1.673); l'Archivio di Stato di Modena, per la sistemazione del giardino di pertinenza (euro 20.000); l'Archivio di Stato di Lucca, per il ripristino dell'impianto di sicurezza della sede ex Macelli (euro 26.536,22); l'Archivio di Stato di Grosseto, per il ripristino del controsoffitto crollato e la messa in sicurezza della sede (euro 10.000); l'Archivio di Stato di Cagliari, per l'adeguamento dei locali ex Genio civile per la creazione di ulteriori uffici e postazioni di lavoro (euro 100.000); l'Archivio di Stato di Sassari, per l'intervento di sostituzione delle bombole dell'impianto di spegnimento water mist (euro 9.882); e la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, per la messa in sicurezza dell'Archivio gentilizio della famiglia D'Avalos (euro 37.679,14).
  La relazione che accompagna lo schema di decreto evidenzia che l'Archivio di Stato di Agrigento ha comunicato alla Direzione generale Archivi del Ministero della cultura di non necessitare delle risorse inizialmente stanziate, e questo a causa della mancata stipula del contratto di locazione per la nuova sede dell'istituto: in sostanza, la nuova sede dell'Archivio dovrà essere individuata con una nuova ricerca di mercato. La Direzione generale ha quindi individuato altri istituti del settore archivi bisognevoli di risorse per la realizzazione di interventi di varia natura. Anche in questo caso, la proposta di rimodulazione è stata sottoposta al Comitato tecnico scientifico per gli Archivi, che ha espresso parere favorevole.
  Infine, lo schema di decreto di cui all'atto n. 264 propone una rimodulazione del programma per l'annualità 2019, per la parte relativa alla regione Umbria. La rimodulazione riguarda qui un importo di Pag. 119146.550 euro, anche in questo caso senza oneri aggiuntivi.
  In dettaglio, si propone che parte delle risorse originariamente destinate al Santuario della Madonna di Mongiovino di Panicale (PG), per il restauro dell'affresco della Madonna col Bambino e il consolidamento strutturale con risanamento del pilastro a sostegno della cupola, siano, invece, indirizzate a incrementare quelle destinate alla Chiesa di San Leonardo in Salci di Città della Pieve (PG), per il consolidamento e il miglioramento sismico.
  La premessa dello schema e la relazione del Governo chiariscono che la proposta è stata avanzata al Ministero dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria, al fine di correggere un errore materiale relativo agli importi assegnati agli interventi sopra richiamati. La Direzione generale competente del Ministero (Archeologia, belle arti e paesaggio) ha sottoposto la proposta di rimodulazione al Comitato tecnico scientifico per l'archeologia, che ha espresso parere favorevole.

  Gianluca VACCA (M5S), preso atto che si tratta della prima volta in cui la Commissione è chiamata ad esprimersi su un decreto ministeriale di rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, esprime l'avviso che le Commissioni parlamentari competenti dovrebbero esprimere il proprio parere soltanto sul decreto principale, vale a dire sul programma triennale degli interventi, e non anche sulle singole rimodulazioni, che hanno carattere di dettaglio e rilevanza più amministrativa che politica. Intervenire sulle singole rimodulazioni, che riguardano importi minimi e interventi molto circoscritti, è un compito che dovrebbe esulare dalle competenze delle Commissioni. Si tratta, a suo avviso, di atti di natura amministrativa che, ad essere discussi in Parlamento, rischiano di condurre a un dibattito sterile e distorto, non disponendo le Commissioni di tutti gli elementi utili a una valutazione delle rimodulazioni. Ritiene che la questione andrebbe sollevata e affrontata, con il Governo, a livello generale.

  Federico MOLLICONE (FDI) si meraviglia per l'intervento del deputato Vacca, soprattutto in quanto esponente di un gruppo parlamentare che ha sempre fatto della trasparenza il proprio cavallo di battaglia. Ritiene, al contrario, che diversi aspetti di questi atti andrebbero approfonditi proprio per comprendere le ragioni di alcune scelte: ad esempio quella di destinare le risorse per il restauro della Domus romana di Teramo al Circolo Canottieri «La Pescara» di Pescara. Ritiene giusto che provvedimenti di questa natura siano sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari, anche per permettere loro di verificare che sul merito delle rimodulazioni sia stato acquisito l'avviso delle Regioni. Dagli atti trasmessi non risulta infatti alcuno coinvolgimento delle regioni nelle proposte di rimodulazione. Sottolinea che il ruolo della Commissione è anche di controllo sull'operato del Governo. Rivendica a merito del suo gruppo aver chiesto alla presidenza, che l'ha fatto, di chiedere le osservazioni degli assessorati regionali. Avrebbe dovuto occuparsene il Ministero. Ritenendo, in conclusione, che sugli atti all'esame non ci sia sufficiente chiarezza, preannuncia l'astensione dal voto del suo gruppo.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV), premesso di non volersi trovare travolto da questioni di natura amministrativa, ricorda che la Costituzione prevede con chiarezza la differenza di ruoli tra Parlamento, Governo e pubblica amministrazione. Rimarca che nel Parlamento si fanno le leggi, ossia norme di carattere generale, e che la trasparenza degli atti amministrativi e il controllo su di essi viene regolato dalle leggi stesse, a monte. Non spetta poi al Parlamento verificare, atto per atto, la rispondenza delle azioni amministrative alle leggi, senza contare che esistono margini di discrezionalità, lasciati dalle leggi, che spettano agli amministratori e non al Parlamento. Dell'azione dell'amministrazione rispondono al Parlamento i ministri. A suo avviso, il parere delle Commissioni è certamente utile sui capitoli di spesa più importanti, sui principi che guidano la ripartizione e sui decreti Pag. 120 di ripartizione; ma per atti amministrativi di rimodulazione di risorse come quelli in esame, non è rilevante il parere della Commissione, che non può avere quella piena contezza degli elementi dell'istruttoria che solo gli organi a ciò preposti possono avere. Rimarca che deve sempre valere il principio della separazione dei poteri: il Parlamento non può sostituirsi all'amministrazione.

  Federico MOLLICONE (FDI), ribadendo l'importanza fondamentale del ruolo di vigilanza e controllo che la Commissione parlamentare esercita, ribadisce che la documentazione fornita a corredo degli atti in esame è scarsa. Aggiunge che alcune rimodulazioni non sono affatto di dettaglio, ma riguardano interventi che dovrebbero far capo alle regioni e ai comuni, mentre sono stati decisi dai dirigenti del Ministero. Fa presente che il controllo parlamentare è tanto più importante in quanto ci sono dirigenti della pubblica amministrazione che prendono decisioni che nella sostanza spetterebbero invece alla politica: ragione per cui è indispensabile un controllo continuo e attento. Insiste poi sulla richiesta di conoscere l'orientamento delle regioni al riguardo degli atti in esame.

  Germano RACCHELLA (LEGA), concordando con il deputato Vacca, sottolinea che la richiesta di documentazione e di carte, come pure la moltiplicazione dei pareri parlamentari e in genere delle fasi procedurali, non contribuisce allo snellimento delle procedure, che è invece essenziale ed è oggetto di un'importante progetto di riforma all'esame del Parlamento. Ritiene che le Commissioni dovrebbero occuparsi di questioni più importanti.

  Margherita DEL SESTO (M5S), relatrice, preso atto del dibattito, che ha messo in luce punti di vista diversi ma ugualmente interessanti, rileva che allo stato il parere parlamentare è stato chiesto e deve essere espresso. Formula quindi una proposta di parere favorevole sui singoli atti.

  Federico MOLLICONE (FDI), rispondendo al deputato Racchella, sottolinea che l'espressione del parere del Parlamento non può essere considerata alla stregua di un appesantimento delle procedure e che la sua richiesta di chiarezza sulle decisioni amministrative è una legittima richiesta ai fini del controllo delle decisioni amministrative da parte degli organi politici preposti.

  Gianluca VACCA (M5S), dopo aver preannunciato il voto favorevole, precisa che con il suo intervento intendeva porre una questione di efficienza e qualità del lavoro parlamentare, senza voler mettere in questione il ruolo di controllo della Commissione sugli atti del Governo. Ribadisce che i decreti in esame hanno natura meramente amministrativa e hanno a oggetto interventi minori, rispetto ai quali le Commissioni non potrebbero fornire al Governo alcun apporto. Chiedere il parere alle Commissioni parlamentari su interventi così di dettaglio è, a suo avviso, disfunzionale. Occorre che il Parlamento si concentri, nelle funzioni di controllo e indirizzo, sulle linee generali dell'azione amministrativa, non sui suoi dettagli.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, approva le proposte di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 15.35.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 14 luglio 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.

  La seduta comincia alle 15.35.

Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l'introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico.
C. 2372 Lupi.
(Seguito dell'esame e rinvio – Nomina di un comitato ristretto).

Pag. 121

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 novembre 2021.

  Vittoria CASA, presidente, ricorda che il relatore, deputato Lattanzio, ha svolto la sua relazione introduttiva il 27 ottobre 2020 e che lo stesso giorno è iniziata la discussione di carattere generale, proseguita poi l'11 novembre 2020. Avverte che il provvedimento è iscritto nel programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di settembre. Dà quindi la parola al relatore.

  Paolo LATTANZIO (PD), relatore, premette di voler fare due considerazioni: una di natura sostanziale e una di carattere formale. Quanto alla prima, evidenzia che è appena stato pubblicato il rapporto Invalsi 2021, che espone dati catastrofici nei risultati scolastici, legati agli effetti della pandemia, che ha aggravato il problema della dispersione scolastica, soprattutto tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali sfavorevoli. Colpisce, in particolare, il dato che mette in luce come i divari territoriali si amplino, passando dalle regioni del Centro-nord a quelle del Mezzogiorno, e rimarca che ai ragazzi, come ha rilevato la presidente dell'Invalsi, Ajello, nel presentare il rapporto, «non è stato insegnato il gusto di imparare». La proposta di legge all'esame mira quindi a rimediare a questa mancanza, rafforzando proprio le motivazioni allo studio. Con riferimento all'aspetto formale, rappresenta che sta già ora lavorando per modificare il testo della proposta di legge alla luce delle osservazioni formulate da tutti i gruppi, oltre che dei dati sull'apprendimento rilevati nel corso della pandemia. In particolare, ritiene che il provvedimento dovrebbe in primo luogo prevedere un investimento organico e nazionale sui docenti. Considerato che il lavoro sul testo è già avanti, propone di considerare conclusa la discussione di carattere generale e di procedere alla nomina di un comitato ristretto che possa definire il nuovo testo della proposta di legge cui si sta già lavorando.

  Alessandra CARBONARO (M5S) concorda sulla proposta di istituzione di un comitato ristretto per discutere del nuovo testo cui il relatore sta già lavorando, ferma restando l'ordinaria fase emendativa successiva.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di nominare un comitato ristretto, cui è affidato il compito di formulare una proposta di testo base per il seguito dell'esame.

  Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 14 luglio 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.50.