CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 novembre 2020
469.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e XII)
COMUNICATO
Pag. 15

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 11 novembre 2020. — Presidenza della presidente della XII Commissione, Marialucia LOREFICE. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 15.05.

Istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'OMS per evitarne la propagazione nel mondo.
Doc. XXII, n. 42 Formentini.
(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento in titolo.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), relatore per la III Commissione, sottolinea che la proposta in esame, di cui ha l'onore di essere il primo firmatario, cerca di dare risposte agli interrogativi ed alle aspettative di vasti settori dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale che, pur basandosi sul largo consenso scientifico circa il carattere naturale del virus COVID-19, valuta sia necessario indagare sull'eventuale apporto umano alla genesi dell'infezione, ipotizzando un incidente di laboratorio.
  Ricorda che in questa direzione si è espresso pubblicamente, in un primo momento, lo scienziato francese Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina nel 2008, che ha ipotizzato una manipolazione umana per via della presenza di sequenze genetiche del virus dell'HIV-1 nel genoma del SARS-CoV-2.
  Più recentemente, il dibattito sull'origine del nuovo coronavirus si è riacceso a causa delle dichiarazioni della virologa cinese Li-Meng Yan che, nel suo cosiddetto Yan Report di metà settembre, discute di come il virus potrebbe essere stato prodotto in laboratorio partendo da due coronavirus di pipistrello, da lei identificati come i parenti più vicini del SARS-CoV-2.
  Evidenzia la necessità di fare piena luce, altresì, sulla condotta tenuta nelle fasi iniziali della pandemia dalla Repubblica popolare cinese, lo Stato in cui essa è scoppiata e si è manifestata in tutta la sua gravità, poiché esiste il ragionevole dubbio che possa non essere stato adeguato all'esigenza di permettere all'intera Comunità internazionale di adottare rapidamente le misure indispensabili per la prevenzione della sua diffusione. Pag. 16
  Rileva che, allo stato attuale, non sappiamo se le informazioni trasmesse all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) siano state tempestive ed esaustive. Non è noto neanche se i vertici dell'OMS abbiano potuto svolgere il proprio ruolo al riparo da condizionamenti.
  Ad oggi nessuno – nessuno scienziato, esperto, osservatore internazionale, giornalista o funzionario dell'OMS – ha mai avuto accesso ai materiali raccolti nel mercato e alle eventuali analisi, dunque tutto il mondo si è dovuto accontentare della versione ufficiale delle autorità cinesi.
  Osserva che, stando a quanto ha riportato dallo scrittore statunitense e articolista del Washington Post Bob Woodward in Rage, il suo ultimo libro, lo stesso Presidente americano uscente, informato della gravità di quanto stava accadendo in Cina nello scorso gennaio, avrebbe chiesto al Capo dello Stato cinese di aprire le porte del suo Paese agli esperti ed agli aiuti statunitensi, ottenendo un garbato ma fermo diniego.
  Precisa che l'OMS ha più volte affermato che le indagini sono ancora in corso, ma ha fatto poco o niente per chiarire le incertezze e le troppe domande rimaste senza risposta. I funzionari sanitari e diplomatici cinesi non hanno mai risposto alle ripetute richieste di chiarimento e continuano a tacere pubblicamente su quanto accaduto.
  Sottolinea che a febbraio un gruppo di esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità è andato a Pechino per indagare sul COVID-19 e cercare di capire come sia avvenuta la trasmissione del virus dall'animale all'uomo, sempre che sia questa la via. Ma nove mesi, e più di un milione di vittime, dopo, non esiste ancora un'indagine trasparente e indipendente perché la Cina non ha mai concesso all'OMS – e a nessuno – di fare ricerche o anche soltanto di visitare la fonte da cui il virus si è diffuso: il mercato di Wuhan.
  Segnala che a fine ottobre è stato trionfalmente annunciato l'avvio di un'indagine congiunta tra l'OMS e la Repubblica popolare cinese per identificare l'origine del virus. Il team, composto da esperti internazionali e cinesi, ha dato il via ai lavori preliminari ma, a causa della ripresa della pandemia, essi si terranno per ora soltanto per via telematica, mentre non è dato ancora sapere quando – o bisognerebbe chiedersi «se» – sarà mai permessa una ricerca indipendente sul campo a Wuhan.
  Ricorda che una recente inchiesta pubblicata il 1° novembre dal New York Times mette nuovamente in discussione la trasparenza di Pechino e dimostrerebbe, attraverso testimonianze ma soprattutto dalla lettura di alcuni documenti riservati acquisiti dall'autorevole quotidiano americano, come l'OMS abbia di fatto già ceduto il controllo dell'indagine alla Cina, rivelando un accordo segreto che limiterebbe drasticamente i poteri dell'Organizzazione internazionale nell'indagine stessa. Una circostanza che trova ulteriore conferma nel fatto che l'OMS ha ammesso di avere sottoposto alla preventiva approvazione della Cina la lista di esperti da inviare a Wuhan e ha concordato con Pechino che le ricerche sui primi pazienti e sul ruolo svolto dal mercato di animali vivi, punti chiave dell'intera indagine, saranno condotte da un team composto esclusivamente da scienziati cinesi.
  Venendo sinteticamente ai contenuti dell'articolato, si sofferma sui compiti, sulla composizione, sui poteri e sui limiti di questa Commissione (articoli da 1 a 3) che è chiamata ad esaminare le responsabilità relative allo scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e ad accertare l'effettiva congruità del comportamento tenuto dalle autorità degli Stati di origine dell'infezione e dall'Organizzazione mondiale della sanità rispetto all'obiettivo di prevenire la diffusione internazionale del contagio e di assicurare la pronta trasmissione delle informazioni rilevanti per il contrasto della propagazione della pandemia.
  Evidenzia che la Commissione riferirà alla Camera circa i risultati della propria attività ogniqualvolta lo ritenga opportuno e, comunque, alla conclusione dei propri lavori. Per quanto attiene alla sua composizione, la proposta dispone che sia formata da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti dei Gruppi parlamentari Pag. 17 e assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun Gruppo parlamentare. La convocazione per la costituzione dell'ufficio di presidenza della Commissione è disposta dal Presidente della Camera, entro dieci giorni dalla nomina dei commissari. La Commissione, nella prima seduta, elegge il presidente, due vicepresidenti e due segretari.
  Rileva che la Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. Ricorda che tale formulazione riproduce il contenuto dell'articolo 82 della Costituzione, ripreso anche dall'articolo 141, comma 2, del Regolamento della Camera.
  Osserva che la possibilità dell'esercizio di poteri coercitivi rende l'inchiesta parlamentare lo strumento più incisivo del quale le Camere possono avvalersi per acquisire conoscenze. Diversamente, l'indagine conoscitiva pur essendo anch'essa finalizzata all'approfondimento di temi di ampia portata non prevede poteri coercitivi di acquisizione delle informazioni. I poteri coercitivi che la Commissione d'inchiesta può esercitare sono naturalmente limitati alla fase «istruttoria», dato che la Commissione è priva di poteri giudicanti e non può quindi accertare reati ed irrogare sanzioni.
  Segnala che la Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale; ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'Autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto e garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia sono coperti dal segreto.
  Per quanto attiene all'opponibilità del segreto di Stato, nonché per i segreti d'ufficio, professionale e bancario, trovano applicazione le disposizioni vigenti ed è sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato.
  La Commissione stabilisce quali atti e documenti non debbano essere divulgati, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari fino al termine delle stesse (art. 3, comma 7).
  Prima di lasciare la parola al collega Massimo Enrico Baroni per l'illustrazione degli altri profili della proposta di legge, ribadisce la ratio di questa inchiesta parlamentare: accertare la verità, per comprendere meglio che cosa sia effettivamente accaduto, se nella genesi e nella propagazione del morbo vi siano stati elementi di dolo o colpa, anche ai fini dell'eventuale promozione di un'azione risarcitoria e come potevamo – se potevamo – evitarne le gravi conseguenze, anche per affrontare con maggiore consapevolezza eventuali future emergenze dello stesso genere.

  Massimo Enrico BARONI (M5S), relatore per la XII Commissione, proseguendo nell'illustrazione del contenuto del provvedimento in esame, fa presente che l'articolo 4, come di consueto, prevede l'obbligo del segreto per i componenti la Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione e chi compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio, per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all'articolo 3, commi 4 e 7 (comma 1). La violazione dell'obbligo del segreto, nonché la diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali è stata vietata la divulgazione sono punite ai sensi della legislazione vigente (articolo 4, comma 2).
  Al riguardo, ricorda che l'articolo 326 del codice penale punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando Pag. 18 della sua qualità, rivela notizie di ufficio che debbano rimanere segrete o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza. Se l'agevolazione è soltanto colposa, si applica la reclusione fino a un anno. La pena è maggiore (reclusione da due a cinque anni) nei confronti del pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio che, per procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, si avvale illegittimamente di notizie di ufficio che debbano rimanere segrete.
  L'articolo 5, al comma 1, prevede che l'attività e il funzionamento della Commissione siano disciplinati da un regolamento interno approvato dalla medesima Commissione. Il medesimo comma dispone che le sedute siano pubbliche, anche se la Commissione può deliberare di riunirsi in seduta segreta. Il comma 2 prevede che, per lo svolgimento delle proprie funzioni, la Commissione possa fruire di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati. Per il funzionamento della Commissione è prevista una spesa massima di 100.000 euro, posta a carico del bilancio interno della Camera dei deputati (articolo 5, comma 3).
  La Commissione può inoltre avvalersi dell'opera di agenti e funzionari di polizia giudiziaria, nonché di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie, di soggetti interni o esterni all'amministrazione dello Stato autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai Ministeri competenti; il numero massimo di collaborazioni di cui può avvalersi la Commissione è stabilito dal regolamento interno della Commissione (articolo 6).
  Ai sensi dell'articolo 7, i lavori della Commissione si concludono entro diciotto mesi dalla sua costituzione ed entro i successivi due mesi essa presenta alla Camera dei deputati una relazione finale sull'attività svolta.
  Si riserva di intervenire successivamente, alla luce della discussione che si svolgerà presso le Commissioni riunite.

  Celeste D'ARRANDO (M5S) rileva che, anche al fine di accertare eventuali criticità nella comunicazione a livello internazionale dei dati relativi alla diffusione del virus SARS-CoV-2, sarebbe opportuno acquisire elementi in relazione alle norme che regolano tali comunicazioni. Osserva, infatti, che tale approfondimento appare necessario anche al fine di valutare la reale possibilità di ottenere elementi utili attraverso l'istituzione di una Commissione d'inchiesta.
  In relazione alle affermazioni del relatore per la III Commissione, deputato Formentini, per quanto concerne l'origine del virus, segnala che non esistono studi scientifici validati che dimostrino la creazione dello stesso in laboratorio. Nel condividere l'esigenza di fare chiarezza sulle fasi iniziali dell'attuale pandemia, ribadisce la necessità di comprendere se vi siano effettivamente le condizioni e gli strumenti per attuare quanto proposto con il provvedimento in esame.

  Maria Teresa BELLUCCI (FDI), intervenendo da remoto, auspica un esito favorevole dell'esame del provvedimento, avviato nella seduta odierna, ritenendo, anche a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, opportuno e fondamentale svolgere un approfondimento sul tema. Osserva come per affrontare adeguatamente la pandemia sia necessaria la massima trasparenza; l'istituzione di una Commissione d'inchiesta rappresenta, a suo avviso, non l'unico ma sicuramente uno strumento importante in tal senso. Sottolinea che l'esigenza di fare chiarezza è determinata anche da quanto può accadere in un prossimo futuro.
  Ritiene, infatti, che costituisca un approccio realistico, e non pessimistico, quello che porta a compiere ogni azione possibile per essere preparati in situazioni analoghe a quella attuale nei prossimi anni. Ribadisce, quindi, il sostegno all'iniziativa oggetto del provvedimento in discussione, al fine di individuare le responsabilità che hanno portato all'attuale, enorme diffusione del virus.

  Lisa NOJA (IV), intervenendo da remoto, osserva che l'intervento del relatore Formentini sembra già prefigurare la conclusione di un'eventuale inchiesta prima ancora che la Commissione venga istituita. Pag. 19Esprime, inoltre, perplessità sull'efficacia dello strumento che si vuole adottare, posto che i fatti che dovrebbero essere indagati esulano dalla giurisdizione italiana. Invita, quindi, a svolgere un approfondimento in tal senso al fine di evitare il rischio di seguire un approccio al tema in oggetto che risulti poi velleitario.

  Pino CABRAS (M5S) sottolinea la necessità di affrontare la materia in esame con un approccio epistemologico, adottando un metodo scientifico scevro da pregiudizi e condizionamenti ideologici. A suo avviso, infatti, alludere alla colpevolezza della Cina nella diffusione del COVID-19 rischia di minare in partenza i propositi dell'istituenda Commissione d'inchiesta. Invita, inoltre, a riflettere attentamente sulla complessità del fenomeno pandemico, che non è riconducibile ad una sola causa, né può essere ricondotto alle responsabilità di un solo Paese per non aver comunicato tempestivamente taluni dati. Lo sviluppo della pandemia, infatti, non è necessariamente determinato dai ritardi di comunicazione nella fase iniziale, ma può essere legato anche a scelte sbagliate nella gestione: a titolo di esempio, ricorda come durante la scorsa estate il Comitato tecnico scientifico avesse allertato per tempo le autorità sui rischi connessi alla riapertura delle discoteche, e ciò nonostante la Giunta regionale della Sardegna, su pressione delle forze economiche, sociali e sindacali, ha deciso altrimenti, contribuendo alla diffusione del contagio.
  Piuttosto che puntare il dito contro la Repubblica popolare cinese o singoli Paesi e arrivare a conclusioni affrettate occorre, dunque, valutare la congruità e l'efficacia delle misure assunte dai Paesi occidentali, soprattutto a fronte dei successi conseguiti nella lotta contro il COVID- 29 da Paesi dell'estremo oriente – non solo la Cina, ma anche Corea del sud, Giappone, Taiwan, Mongolia e Vietnam – che, pur avendo forme di Stato e di Governo assai diverse, sono riusciti a contenere il numero dei contagi e dei decessi.

  Laura BOLDRINI (PD), intervenendo da remoto, esprime perplessità sulla tempistica dell'iniziativa in esame, dal momento che la pandemia è ancora in corso e non è possibile, dunque, avere un quadro completo sulle cause, gli sviluppi e gli esiti di questa vicenda, tanto più che in Europa si teme una seconda ondata ancora più severa della prima. Replicando alle osservazioni contenute nella relazione del collega Formentini, invita ad essere prudenti nelle accuse rivolte all'OMS, un'Agenzia dell'ONU che, al contrario di quanto affermato dal relatore, non ha poteri coercitivi rispetto alle decisioni politiche e alle azioni degli Stati membri, ma può solo formulare raccomandazioni e piani d'azione, oltre a fornire expertise.
  Associandosi alle riflessioni della collega Noja, considera essenziale chiarire i limiti della istituenda Commissione d'inchiesta, valutando attentamente le implicazioni giurisdizionali nel rapporto con Paesi terzi e organismi sovranazionali. Tra l'altro, rileva che i presupposti delineati dal collega Formentini si basano su tesi di stampo complottistico, prive di basi scientifiche, tenuto conto che posizioni come quella di Luc Montagnier risultano minoritarie nel dibattito accademico. Sulla base di queste considerazioni, invita a valutare l'opportunità di rinviare la discussione a quando sarà terminata la pandemia.

  Rossana BOLDI (LEGA), intervenendo da remoto e ringraziando i relatori per il lavoro svolto, auspica l'istituzione della Commissione d'inchiesta sulla base della considerazione che il Parlamento italiano ha il diritto e il dovere di approfondire il tema oggetto della stessa. Non nascondendosi i limiti connessi al coinvolgimento di Governi stranieri in relazione alle possibilità operative della Commissione, ricorda che l'Italia aderisce all'Organizzazione mondiale della sanità fin dalla sua fondazione e ha, pertanto, pieno diritto a richiedere informazioni a tale organismo sui dati forniti e le decisioni adottate nei primi mesi della diffusione del virus. Nel segnalare che l'OMS è portatrice di una visione globale, osserva che un'interlocuzione con la stessa può aiutare ad approfondire i temi oggetto dell'inchiesta, rimanendo nei limiti delle Pag. 20modalità d'indagine che la Commissione è in grado di svolgere.
  Precisando come non vi sia alcuna idea preconcetta rispetto agli esiti del lavoro di inchiesta, dichiara di non condividere le considerazioni svolte da alcuni colleghi circa una presunta intempestività dello stesso in quanto la pandemia è ancora in corso, ricordando che l'attuale legislatura vede la sua naturale conclusione tra poco più di due anni. Segnala che i notevoli sviluppi effettuati in questi mesi nell'organizzazione dei lavori parlamentari da remoto possono contribuire a facilitare i compiti delle Commissioni riunite anche in quest'occasione. In conclusione, ribadisce la volontà della Lega di istituire questo importante strumento di approfondimento.

  Nicola STUMPO (LEU) ritiene inopportuno istituire una Commissione d'inchiesta rispetto ad un fenomeno in pieno sviluppo che impatta in maniera assai severa sulla vita quotidiana della popolazione di tutti i continenti, eccettuata forse l'Africa. Nel ribadire che l'Italia è membro dell'Organizzazione mondiale della sanità sin dal 1947 e auspicando che tale collaborazione prosegua anche nel futuro, ricorda che l'OMS ha già prodotto importanti documenti e sta conducendo ulteriori approfondimenti rispetto alle origini dell'attuale pandemia.
  Nel segnalare che la Commissione che si intende istituire sarebbe di fatto priva di efficacia rispetto alle condotte tenute da Stati esteri, ritiene non auspicabile l'utilizzo di tale strumento con la presunzione di avere già individuato il presunto responsabile della diffusione del virus. Osserva che un approccio di questo tipo sembrerebbe determinato soprattutto da obiettivi politici inerenti alla realtà italiana.

  Vito DE FILIPPO (IV), intervenendo da remoto, reputa legittime le posizioni espresse dal relatore Formentini, segnalando tuttavia che la quasi totalità della documentazione scientifica finora prodotta smentisce gran parte delle affermazioni rese da quest'ultimo.
  Sottolinea come la Commissione d'inchiesta rappresenti uno strumento parlamentare assai rilevante e delicato che, in quanto tale, non dovrebbe essere utilizzato sulla base di una visione condizionata da pregiudizi.
  Si associa alle considerazioni svolte dalla collega Noja circa i limiti di tipo giurisdizionale che incontrerebbe tale Commissione e rileva come, a suo avviso, sarebbe più importante cercare comprendere quanto accaduto in relazione alla diffusione del virus all'interno del Paese, più opportunamente al termine della pandemia purtroppo tuttora in corso.
  Osserva infine che, sia l'Organizzazione mondiale della sanità sia il Centro europeo per la prevenzione il controllo delle malattie (ECDC), hanno mostrato limiti manifesti nella gestione della pandemia, causati probabilmente da un'impostazione orientata più alla ricerca scientifica che alla collaborazione con gli Stati membri, segnalando che in un prossimo futuro sarà opportuno affrontare tale problematica.

  Edmondo CIRIELLI (FDI), sottolineando che l'iniziativa non parte dal proprio gruppo, dichiara la piena disponibilità ad appoggiare, con un approccio liberale e rispettoso dei diritti dell'opposizione, la proposta in esame. Evidenziando gli effetti catastrofici della pandemia da COVID-19 a livello globale e, in particolare, per l'Italia – che piange oltre 42 mila morti –, segnala che gli scopi dell'istituenda Commissione d'inchiesta sono chiariti già all'articolo 1, che prevede che essa indaghi «sulle cause dello scoppio della pandemia e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'Organizzazione mondiale della sanità per evitarne la propagazione nel mondo», con particolare riguardo «all'obiettivo di prevenire la diffusione internazionale del contagio e di assicurare la pronta trasmissione delle informazioni rilevanti per il contrasto della propagazione». L'accertamento della verità, a suo avviso, non è solo salutare per la democrazia, ma può contribuire ad evitare che sciagure analoghe possano accadere in futuro.
  Pur non condividendo le tesi complottiste, ritiene doveroso che il Parlamento indaghi per dare risposte certe ai dubbi legittimi dell'opinione pubblica. Sulla scorta Pag. 21della sua lunga esperienza parlamentare, segnala che in passato diverse Commissioni d'inchiesta, proposte dall'opposizione, hanno indagato su vicende ancora in corso di svolgimento, anche a rischio di esercitare una influenza indebita sui collegi giudicanti: infatti, si sono sempre ritenute prioritarie le prerogative del Parlamento di svolgere inchieste su fatti di particolare rilievo. Al riguardo, ricorda che l'istituzione delle commissioni d'inchiesta viene di solito approvata all'unanimità, proprio come segno di apertura e disponibilità delle forze di maggioranza rispetto alle legittime attività di controllo dell'opposizione, che non dispone certo degli strumenti di indagine dell'Esecutivo.
  Riguardo al ruolo dell'OMS, pur sottolineando gli indubbi meriti storici dell'Organizzazione, rileva l'opportunità che la Commissione indaghi anche su come vengono utilizzati i cospicui finanziamenti del nostro Paese, che figura tra i primi contributori dell'OMS, tanto più alla luce degli inconfutabili errori che sono stati commessi nelle attività di prevenzione e di contenimento dell'epidemia da COVID-19.
  In conclusione, senza entrare nel dibattito sulle presunte interferenze della Repubblica popolare cinese sull'OMS, e in particolare sulle pressioni che hanno portato alla nomina dell'attuale Direttore Generale, Tedros Ghebreyesus, ribadisce l'opportunità di accertare i fatti e dissipare i dubbi dell'opinione pubblica nei riguardi della Cina, che rimane un partner importante, con il quale mantenere un dialogo costante e costruttivo.

  Eugenio ZOFFILI (LEGA), ricordando la delicata fase di emergenza che stiamo vivendo e che egli stesso ha sperimentato, essendo da poco guarito dal COVID-19, rivolge un pensiero di solidarietà e una preghiera a quanti soffrono, in questo momento, a causa della pandemia. Con lo stesso spirito di concretezza che lo ha portato, nel marzo 2019, a presentare una proposta di legge per rendere obbligatoria, nei luoghi pubblici, l'installazione di dispenser di gel igienizzante – oggi diventati di uso comune –, invita tutti i colleghi a valutare con attenzione gli obiettivi della istituenda Commissione: la ricerca sulle origini del virus potrebbe, infatti, consentire alla comunità scientifica di conseguire progressi decisivi per la cura dei malati e l'eradicazione dell'epidemia. Precisa, inoltre, che nessuno intende colpevolizzare il popolo cinese, semmai il regime di Pechino, che ha taciuto sull'origine, le modalità ed i tempi di diffusione del contagio, recando un grave danno a tutta la Comunità internazionale.

  Massimiliano PANIZZUT (LEGA) ribadisce l'importanza di istituire una Commissione d'inchiesta per approfondire, senza posizioni precostituite, quanto accaduto nel Paese in cui ha avuto origine la diffusione del virus. Reputa importante individuare eventuali responsabilità, a partire da quelle della Organizzazione mondiale della sanità, soprattutto in una fase che vede una nuova, forte ondata della pandemia.
  Dichiara di non comprendere le considerazioni svolte circa un presunto «intralcio dei lavori» rispetto ad altre priorità del Parlamento, osservando che è sempre possibile aumentare le giornate dedicate alle sedute delle Commissioni.

  Elena CARNEVALI (PD), intervenendo da remoto, ribadisce l'importanza e l'utilità della partecipazione attiva dell'Italia all'interno della Organizzazione mondiale della sanità ed invita a rispettare il ruolo le funzioni della comunità scientifica, ricordando che tutti gli studi sino ad ora condotti hanno escluso un'origine del virus determinata da manipolazioni svolta in laboratori. Si associa alle considerazioni effettuate circa i limiti delle possibilità di azione della Commissione rispetto agli obiettivi indicati nel documento in esame.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), intervenendo da remoto, ribadendo il sostegno di Fratelli d'Italia alla proposta in esame, giudica pretestuose e infondate le accuse, formulate al collega Formentini, di avere un atteggiamento pregiudizialmente ostile nei confronti della Cina e dell'OMS. Rilevando che è compito del Parlamento far luce sugli eventi controversi quando Pag. 22sono ancora in corso, e non certo attendendo i giudizi della storia, sottolinea l'opportunità che l'Italia avvii un'indagine autonoma sulle origini della pandemia: infatti, anche qualora l'OMS avviasse una iniziativa analoga, non sarebbe credibile, visti i ritardi e le omissioni di cui si è macchiata nelle fasi iniziali dell'epidemia. A suo avviso, la stessa nomina di Ghebreyesus, originario dell'Etiopia – Paese affossato nella trappola del debito a seguito del suoi coinvolgimento nel progetto della «nuova via della seta» –, lascia più di qualche dubbio sulla impermeabilità dell'Organizzazione alle pressioni del regime cinese.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), relatore per la III Commissione, si dichiara perplesso, sconcertato e financo spaventato dalle reazioni di taluni colleghi. Respingendo le accuse di portare avanti tesi anti-cinesi precostituite, ricorda di aver citato le posizioni di autorevoli studiosi. Peraltro, i contribuenti italiani hanno il pieno diritto di sapere come vengono spesi i cospicui fondi erogati all'OMS. Replicando alle osservazioni del collega Cabras su un suo presunto errore metodologico, lo invita ad utilizzare il metodo scientifico «trial and error», ovvero a confutare i dati di fatto che ha portato a sostegno delle proprie posizioni. Allo stesso modo, se la collega Boldrini ritiene che l'OMS abbia agito correttamente, dovrebbe confutare le gravi inadempienze che sono state illustrate nella relazione.
  Ribadendo che l'opinione pubblica, in Italia e nel mondo, ha diritto ad accertare la verità dei fatti e le responsabilità nella diffusione del contagio, auspica che la maggioranza, dopo aver rinviato più volte l'esame della proposta in titolo, non voglia ora privare il Parlamento della opportunità di indagare su questioni tanto gravi e rilevanti.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE segnala che l'inizio della discussione sulla proposta in esame fornisce l'occasione per sottolineare come la Comunità internazionale – nonostante la fase acuta della pandemia sia ancora in corso – abbia già da tempo avviato appositi meccanismi di revisione e verifica di quanto accaduto.
  Ricorda che l'Italia ha giocato un ruolo di primo piano nella costruzione di questi meccanismi, così come è stata tra i Paesi più proattivi nella costruzione della risposta sanitaria internazionale alla pandemia. Sia i Paesi partner sia i vertici delle organizzazioni internazionali hanno riconosciuto il contributo dell'Italia nella costruzione del consenso internazionale attorno a tali esercizi, basato su princìpi, sostenuti dal nostro Paese, di multilateralismo, condivisione di responsabilità, cooperazione, trasparenza e solidarietà internazionale.
  Segnala l'esistenza di almeno tre meccanismi di revisione e approfondimento in corso nel contesto dell'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS).
  In primo luogo, su mandato universale ricevuto durante la 73^ Assemblea Mondiale della Salute (Ris. 73.1) lo scorso maggio, l'OMS ha costituito un «panel Indipendente sulla Preparazione e Risposta alla Pandemia», che ha avviato i propri lavori in trasparenza e indipendenza, proprio per verificare in modo imparziale le condotte assunte dagli Stati e l'adeguatezza delle misure internazionali esistenti, al fine di offrire raccomandazioni per il miglioramento del sistema di salute globale e di sicurezza e dei protocolli internazionali vigenti.
  Rileva che il panel è co-presieduto dall'ex Prima Ministra della Nuova Zelanda, Helen Clark, e dall'ex Presidente della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, entrambe dotate di grande esperienza, e composto da altre undici personalità di chiara fama globale nei settori della salute globale, delle politiche pubbliche, della medicina e della scienza. Osserva che il panel ha iniziato i suoi lavori lo scorso settembre e presenterà risultati e raccomandazioni in occasione della 74^ Assemblea Mondiale della Salute, nel maggio 2021. Sono previsti e programmati periodici aggiornamenti e confronti tra il Panel, gli Stati Membri e la comunità scientifica, con un metodo inclusivo e aperto al confronto. Pag. 23
  Evidenzia che i lavori del panel si basano su quattro pilastri di intervento: imparare dal passato, rivedere il presente, comprendere l'impatto, cambiare il futuro. La priorità del panel sarà dunque di «stabilire i fatti, capire cosa è successo e come l'epidemia si sia rapidamente trasformata in pandemia globale». Segnala che il panel sta lavorando ad una ricostruzione di una «cronologia dettagliata ed autorevole», basata su evidenze scientifiche, che includerà valutazioni su «come i Governi hanno risposto agli eventi e alle raccomandazioni dell'OMS», anche in raccordo con le autorità sanitarie nazionali e continentali (per l'Europa, il Centro Europeo per la Prevenzione ed il controllo delle Malattie – ECDC).
  Venendo al secondo meccanismo, sottolinea che la medesima Risoluzione dell'Assemblea Mondiale della Salute ha inoltre dato mandato all'OMS, in collaborazione con le altre Agenzie ONU e Organizzazioni competenti tra cui la FAO e la Organizzazione per la Salute Animale (OIE), di approfondire origini e modalità di trasmissione del virus, in particolare approfondendo il tracciamento dell'origine animale del virus e la sua «zoonosi», la modalità di trasmissione verso l'uomo, in collaborazione con le autorità cinesi.
  Osserva che anche in questo caso i lavori sono stati avviati. Sono stati in particolare diffusi i termini di riferimento alla base del lavoro di ricerca di una «missione internazionale e multi-settoriale» che si recherà in Cina per gli studi del caso. La squadra di esperti è stata selezionata in modo imparziale ed i lavori sono stati avviati, in attesa di una prossima attività direttamente sul terreno, in Cina. Anche in questo caso, tutte le risultanze dei lavori saranno a disposizione della comunità internazionale.
  Precisa che una terza iniziativa è rappresentata dalla convocazione, da parte del Direttore Generale dell'OMS, del Comitato di Revisione dei Regolamenti Sanitari Internazionali (International Health Regulations) – il vigente protocollo sanitario internazionale di carattere vincolante per tutti gli Stati Membri – per verificare l'opportunità di modifiche da proporre agli Stati Membri alla luce dell'esperienza COVID-19.
  Infine, con riferimento alla valutazione sulle condotte dell'OMS, ricorda che quest'ultima è soggetta all'esercizio ordinario di controllo tramite gli appositi Uffici di revisione indipendente tipici del sistema delle Nazioni Unite (Audit). Segnala, inoltre, che è in corso una riflessione sulle prospettive di una riforma dell'Organizzazione che possa rafforzarne il ruolo globale, tema su cui l'Unione Europea sta formulando proposte costruttive e bilanciate.
  Rileva che l'OMS, negli scorsi mesi, ha reso pubblici approfondimenti e ricostruzioni sulla sequenza di informazioni e raccomandazioni rilasciate agli Stati Membri rispetto alla propagazione del virus. In particolare l'OMS ha in più occasioni ricordato che, al momento della certificazione del COVID-19 quale «emergenza sanitaria pubblica di rilievo internazionale», il più alto grado di allerta possibile secondo i vigenti regolamenti sanitari internazionali e dunque secondo il diritto internazionale, lo scorso 30 gennaio, vi fossero meno di cento casi nel mondo fuori dalla Cina e nessun decesso.
  Ritiene, dunque, importante che i meccanismi e le valutazioni in corso a livello internazionale possano svolgere il proprio corso, in maniera complementare, con l'obiettivo ultimo di fornire alla comunità internazionale informazioni e strumenti utili per compiere possibili scelte volte al miglioramento della governance sanitaria internazionale.

  Marialucia LOREFICE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rileva come nella seduta odierna si sia svolto un ampio dibattito, al quale hanno preso parte deputati appartenente alla gran parte dei gruppi parlamentari. Fa presente che le modalità di prosecuzione dei lavori da parte delle Commissioni riunite in relazione al provvedimento in titolo saranno determinate nell'ambito di un prossimo Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni stesse. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.40.