CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 luglio 2020
414.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per le questioni regionali
COMUNICATO
Pag. 260

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 22 luglio 2020. — Presidenza del vicepresidente Davide GARIGLIO.

  La seduta comincia alle 8.30.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019.
C. 2572 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020.
C. 2573 Governo.
(Parere alla V Commissione della Camera).
(Esame congiunto e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  La senatrice Rosa Silvana ABATE (M5S), relatrice, rileva anzitutto come il rendiconto generale dello Stato, articolato per missioni e programmi, sia costituito da due parti, il conto del bilancio, che espone l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni apportate dal Parlamento, e il conto del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.Pag. 261
  In particolare, segnala tra gli altri, gli articoli 1, 2 e 3, i quali espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l'esercizio finanziario 2019 e sono riferiti rispettivamente alle entrate (con accertamenti per 865.992,9 milioni di euro), alle spese (con impegni per 823.177,8 milioni di euro) e alla gestione finanziaria di competenza, intesa come differenza tra il totale di tutte le entrate accertate e il totale di tutte le spese impegnate, che evidenzia un avanzo di 42.815,1 milioni di euro. L'articolo 6 espone poi la situazione patrimoniale dello Stato al 31 dicembre 2019 (di cui al conto generale del patrimonio), da cui risultano attività per un totale di circa 982,1 miliardi di euro e passività per un totale di circa 2.898 miliardi, con una eccedenza passiva al 31 dicembre 2019 di 1.915,9 miliardi.
  L'assestamento consente invece un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio. In particolare, il provvedimento, oltre alle variazioni di bilancio proposte direttamente, incorpora anche quelle apportate nel periodo compreso tra il 1o gennaio e 31 maggio con atti amministrativi unitamente agli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, ivi inclusi il decreto-legge n. 18 del 20201 (cosiddetto DL Cura Italia), il decreto-legge n. 23 del 20202 (liquidità) e il decreto-legge n. 34 del 2020 (rilancio). In questo modo il disegno di legge definisce le previsioni assestate per il 2020 per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento, per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. La relazione al disegno di legge di assestamento per il 2020 evidenzia come, in termini di competenza, le variazioni proposte determinino un peggioramento del saldo netto da finanziare (corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali) rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, che si attesta a un valore di 302,7 miliardi di euro rispetto a una previsione iniziale di 78,6 miliardi di euro. Nel complesso, dunque, al peggioramento del dato assestato del saldo netto concorrono la diminuzione delle entrate di complessivi 43 miliardi di euro, dovuta per 50,8 miliardi alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, compensata dall'aumento di 8,1 miliardi dovuto alle variazioni per atto amministrativo. La riduzione deriva essenzialmente dalla contrazione delle entrate tributarie (per complessivi 41,6 miliardi); negativo anche l'andamento delle entrate extra-tributarie (-2,6 miliardi), spiegati secondo la relazione illustrativa dai minori utili di gestione della Banca d'Italia e dalla riduzione dei proventi dei giochi e di quelli derivanti dall'attività di contrasto agli illeciti di natura tributaria e non tributaria. Altro fattore è dato dal forte aumento delle spese finali rispetto alle previsioni di bilancio, di 181,3 miliardi, quasi interamente determinato dalle variazioni per atto amministrativo (+179,6 miliardi), cui si aggiunge la proposta di assestamento di incremento delle spese finali, per oltre 1,6 miliardi di euro. Sulla proposta di assestamento incide la riduzione della spesa per interessi per quasi 1 miliardo.
  Tra le variazioni operate con atto amministrativo che il provvedimento registra segnala, per l'ambito di competenza della Commissione, come spese correnti, l'aumento di 9,6 miliardi dei trasferimenti a regioni destinati alle compensazioni del minor gettito IRAP dovuto al mancato versamento del saldo 2019 e della prima rata dell'acconto 2020 per circa 4 miliardi (in attuazione dell'articolo 24 del decreto-legge n. 34 del 2020), al fondo sanitario nazionale per complessivi 1,9 miliardi e al Fondo per l'esercizio delle funzioni delle regioni e delle province autonome per 1,5 miliardi (in base all'articolo 111, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020). Aumentano anche i trasferimenti agli enti locali di oltre 4,5 miliardi, per l'assegnazione di risorse al Fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali per 3,5 miliardi (di cui 3 per i comuni e 500 milioni per le province e le città metropolitane) e per il reintegro del Fondo di solidarietà comunale a seguito dell'emergenza Pag. 262alimentare, per 400 milioni (articoli 106 e 107, del medesimo decreto-legge n. 34 del 2020).
  Tra le spese in conto capitale segnala l'istituzione del Fondo destinato a concedere anticipazioni a Enti locali, Regioni e Province autonome che si trovano in carenza di liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili, compresi quelli degli enti del Servizio sanitario nazionale, (articolo 115, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020).
  Tra le variazioni invece direttamente proposte dal provvedimento, richiama la proposta di aumento per 777 milioni dei trasferimenti alle amministrazioni pubbliche, sui quali incidono, in particolare, l'incremento delle somme occorrenti per la regolazione delle entrate erariali attribuite alle regioni a statuto speciale, per complessivi 667 milioni. Segnalo infine l'aumento di 668 milioni degli stanziamenti della missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», per lo stanziamento delle somme occorrenti per la regolazione delle entrate erariali con le Regioni a statuto speciale.
  Formula quindi una proposta di nulla osta sul rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019 (C. 2572).

  Il deputato Roberto PELLA (FI) rileva forti criticità sul rendiconto generale dello Stato, alcune delle quali in continuità con gli anni passati, altre connesse al periodo storico attuale. Sottolinea come tali criticità siano state rilevate anche dalla Corte dei conti e stigmatizza che in un periodo che richiederebbe una riduzione delle tasse e una semplificazione delle procedure non vi sia alcuna iniziativa in tale direzione. Dichiara il voto contrario del gruppo di Forza Italia.

  La senatrice Erica RIVOLTA (L-SP-PSd'Az) esprime forti criticità circa il rendiconto generale dello stato e dichiara il voto contrario del gruppo della Lega.

  La Commissione approva la proposta di parere (vedi allegato 1).

  La senatrice Rosa Silvana ABATE (M5S) relatrice formula una proposta di parere favorevole sul disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020 (C. 2573).

  Il deputato Roberto PELLA (FI) osserva come il debito pubblico italiano sia molto alto e sarebbe necessario agire con un piano ambizioso e strutturale e non con la proroga di misure assistenzialiste. Dichiara quindi il voto contrario del gruppo di Forza Italia.

  La senatrice Erica RIVOLTA (L-SP-PSd'Az) nel rilevare la totale mancanza di lungimiranza del Governo e l'assenza di un piano di importante ristrutturazione che il Paese attende da tempo, dichiara il voto contrario del gruppo della Lega.

  La Commissione approva la proposta di parere (vedi allegato 2).

Alla V Commissione della Camera e alla 5a Commissione del Senato: Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati.

(Parere alla V Commissione della Camera).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Il senatore Francesco MOLLAME (M5S), relatore, chiarisce anzitutto che quello all'esame della Commissione è il documento usualmente compreso nel Documento di economia e finanza e che quest'anno invece, a causa della pandemia, è stato presentato successivamente. Nelle intenzioni del Governo il Piano costituisce la premessa per la definizione del piano per la ripresa e la resilienza da presentare all'Unione europea per accedere alle risorse del Recovery Fund sulla costituzione del quale, come è noto, è stato raggiunto un accordo all'ultimo Consiglio europeo. Nel documento il Governo, attesa l'importanza Pag. 263del nuovo strumento per l'economia italiana, dichiara di voler pubblicare il proprio Piano già a settembre, congiuntamente alla Nota di aggiornamento del DEF (NADEF), per poi inoltrarlo alla Commissione europea a metà ottobre insieme al Documento programmatico di bilancio (DPB).
  Nel frattempo, il Piano nazionale di riforma individua cinque aree prioritarie di intervento: 1) politiche fiscali e spesa pubblica; 2) istruzione e politiche del lavoro; 3) politiche sociali ed ammortizzatori sociali; 4) pubblica amministrazione; 5) infrastrutture, reti di comunicazione, ambiente.
  Con riferimento all'ambito di competenza della Commissione, segnala, nell'area prioritaria 4, l'annunciata intenzione di proseguire nel processo di attribuzione di forme e condizioni ulteriori di autonomia alle regioni a statuto ordinario (in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione); al riguardo, il Governo afferma che si opererà con la definizione preliminare dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) nelle materie oggetto di autonomia. In proposito, la fattiva sinergia fra Stato e autonomie territoriali nella gestione della recente emergenza sanitaria, basata sui principi di sussidiarietà, adeguatezza e leale collaborazione, a giudizio del Governo ha evidenziato proprio l'importanza di definire i LEP che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e in modo uniforme.
  L'attuazione del processo di autonomia differenziata proseguirà, negli intendimenti dell'Esecutivo, in parallelo con la definizione di strumenti perequativi, inclusi quelli di carattere infrastrutturale, con l'obiettivo di ridurre il divario tra il Nord e il Sud del Paese, in attuazione dei principi di coesione e di solidarietà nazionale.
  Rileva poi come il Governo si assuma l'ulteriore impegno di «proseguire nella definizione di iniziative (normative o concertative)» dirette al tal fine di ridurre il contenzioso fra Stato, regioni e province autonome, «anche mediante l'introduzione di strumenti normativi di conciliazione e prevenzione dei conflitti». Al riguardo, segnala che l'ultima relazione annuale sull'attività della Corte costituzionale, presentata lo scorso aprile e relativa all'anno 2019, afferma che «i ricorsi di Stato, Regioni, Province autonome sono notevolmente aumentati, passando dagli 87 del 2018 (92 nel 2017) ai 117 del 2019». In tale relazione viene evidenziata peraltro un'ulteriore criticità, legata al ritardo con cui talvolta Stato e regioni danno attuazione al principio di leale collaborazione e viene sollecitata l'opportunità di individuare meccanismi di conciliazione in una fase che preceda (l'entrata in vigore degli atti legislativi, o quanto meno preceda) le impugnative.
  Si tratta di aspetti su cui peraltro il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Boccia si era già soffermato nelle sue audizioni davanti alla Commissione dello scorso autunno.
  Gli enti territoriali saranno inoltre coinvolti nel processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione. In particolare, il Piano annuncia l'intenzione di affidare al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, d'intesa con l'Agenzia per l'Italia digitale e la Conferenza Unificata, il compito di adottare linee guida di condotta tecnologica per le Amministrazioni, al fine di garantire il coordinamento informativo statistico e informatico dei dati e dei servizi digitali dell'Amministrazione Statale, Regionale e Locale.
  Nel trasporto pubblico locale, il Governo sottolinea come l'obiettivo di garantire servizi di trasporto pubblico locale più efficienti e di qualità sarà perseguito anche attraverso il superamento della spesa storica nella ripartizione del Fondo TPL e l'applicazione del costo standard come parametro di riferimento per la remunerazione dei servizi, garantendo più equità nella distribuzione delle risorse e più efficienza nell'erogazione dei servizi, mediante l'applicazione dei benchmark di efficienza determinati dall'Autorità di Regolazione Pag. 264dei Trasporti (Delibera n. 154/2019 relativa ai bandi di gara dei servizi TPL).
  Il Governo sottolinea inoltre l'importanza, sia nella fase della ripresa che a regime, di perseguire una flessibilità degli orari di servizio in entrata e in uscita (che può essere diversa tra città e città in relazione alle esigenze lavorative e produttive), valutando un servizio modulato per fasce orarie o distribuito su sei giorni lavorativi in modo da evitare, soprattutto nelle grandi città, il picco nelle ore di punta.
  Con riferimento alla mobilità sostenibile, per quanto riguarda specificamente lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, il Governo ricorda nel piano, che è stato istituito un apposito Fondo, con una dotazione finanziaria di 150 milioni per il triennio 2022-2024, destinato a finanziare nella misura del 50 per cento la realizzazione di nuove piste ciclabili urbane da parte degli Enti Locali. Si annuncia inoltre che è di prossima emanazione un decreto di ripartizione di circa 140 milioni con l'obiettivo di aumentare la sicurezza della rete ciclabile urbana ed ampliarla. L'obiettivo è quello di ripensare i contesti urbani anche in una logica di economia circolare, dando nuovo slancio a forme di sharing (ad esempio car e bike sharing). In questa ottica si ricorda che il decreto-legge ’rilancio’ contiene numerosi incentivi alla mobilità sostenibile e prevede il finanziamento di progetti per le infrastrutture viarie e le piste ciclabili.
  Infine, il PNR 2020 evidenzia che una efficace politica per la coesione territoriale, volta alla riduzione dei divari tra i cittadini e tra i territori, rappresenta la priorità strategica per il Governo, indispensabile per riavviare uno sviluppo sostenuto e durevole in Italia.
  La crisi sanitaria, economica e sociale, determinata dall'emergenza Covid-19, ha rafforzato tale esigenza, sommandosi alle fragilità strutturali preesistenti e al mancato recupero, in termini di prodotto e occupazione, dei livelli precedenti il periodo di recessione del 2008-2009. Il mancato rilancio delle politiche di sviluppo e coesione potrebbe, dunque, rappresentare un grave ostacolo alla ripartenza non solo dell'area, ma dell'intero Paese.
  Gli strumenti di intervento del Governo annunciati nel Piano sul punto ruotano attorno: 1) al nuovo «Piano Sud 2030 – Sviluppo e coesione per l'Italia’, presentato dal Governo il 14 febbraio 2020, che rappresenta lo strumento per un'azione coordinata di rilancio degli investimenti nel Mezzogiorno, anche mediante la piena attuazione della cd. Clausola del 34 per cento ed il rilancio della Strategia nazionale per le Aree interne; 2) alla riorganizzazione della programmazione delle risorse per la coesione, sia dei Fondi europei che dei Fondi nazionali di sviluppo e coesione, con riguardo al nuovo ciclo 2021-2027; 3) ad un nuovo impulso all'attuazione della programmazione dei Fondi strutturali europei della programmazione 2014-20. Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

  La senatrice Erika STEFANI (L-SP-PSd'Az) chiede di rinviare l'esame del PNR in quanto l'esame del provvedimento non è ancora iniziato presso le Commissioni di merito.

  Davide GARIGLIO, presidente fa notare che la Commissione Bilancio della Camera dovrebbe concludere entro la giornata di martedì prossimo l'esame del Programma nazionale di riforma per il 2020.

  La deputata Sara FOSCOLO (LEGA) rileva come nemmeno la Commissione bilancio della Camera abbia ancora incardinato l'esame e come, dunque, non sia stato possibile per i commissari mettere insieme delle idee per esprimere un parere con coscienza.

  La senatrice Erica RIVOLTA (L-SP-PSd'Az) esprime il proprio disagio per la conduzione dei lavori con accelerazioni improvvise nonché la difficoltà di lavorare con tali modalità che rendono difficile anche semplicemente seguire i lavori. Rileva la sovrapposizione tra i calendari di Camera e Senato e come l'attività della Pag. 265Commissione venga impoverita da questo modo di procedere.

  La senatrice Rosa Silvana ABATE (M5S) nel ricordare che la Commissione bilancio della Camera, come già ricordato dal Presidente, dovrebbe chiudere i propri lavori nella giornata di martedì, rileva la difficoltà di individuare un altro momento in cui riunirsi prima di tale data.

  Il senatore Francesco MOLLAME (M5S) relatore nel prendere atto delle osservazioni delle colleghe senatrici, in particolare della senatrice Rivolta, ricorda la difficoltà del periodo che stiamo attraversando, segnato dall'emergenza epidemiologica e dalla crisi economica che sta travolgendo molte aziende e anche lo Stato. Comprende tuttavia la necessità di avere un po’ di tempo a disposizione e propone di rinviare la votazione del parere alla giornata di domani.

  Il deputato Roberto PELLA (FI) nel condividere la proposta avanzata dai colleghi della Lega di rinviare l'esame del PNR ricorda che proprio ieri il presidente del Consiglio, Conte, nel sottoscrivere l'accordo raggiunto in seno al Consiglio europeo, si è di fatto assunto degli impegni che dovranno essere messi nero su bianco in un apposito piano, di cui il provvedimento in esame costituisce la premessa, e che questi impegni dovranno essere onorati dal Governo italiano, così come dai Governi degli altri Paesi. Sempre nella giornata di ieri, ricorda, il gruppo di Forza Italia ha avanzato la richiesta, attraverso il presidente Berlusconi, di poter condividere alcune di queste scelte. Rileva pertanto come il piano di riforma, che prevede numerosi adempimenti, necessita ancora di discussioni e confronti. Qualora la maggioranza insistesse per dare il parere già oggi sarebbe un chiaro segnale di mancanza di volontà di condivisione circa le scelte del nostro Paese.

  Davide GARIGLIO, presidente, concorda che l'attuale modo di procedere del Parlamento sia, di fatto, una sorta di monocameralismo randomico; segnala però che, al riguardo, l'epidemia ha creato non poche difficoltà nell'andamento dei lavori. Ricorda come l'obiettivo primario della Commissione sia il raccordo con le autonomie locali e come questa attività debba essere condotta nel massimo accordo possibile tra i gruppi parlamentari. Quanto alle tempistiche rileva che sarebbe possibile convocare la Commissione domani mattina oppure martedì e propone di monitorare i lavori della Commissione Bilancio al fine di valutare quale possa essere il momento migliore per esprimere il parere.

  Il deputato Diego ZARDINI (PD) rileva come la proposta del Presidente appaia molto ragionevole e auspica che possano essere accolte le richieste delle opposizioni.

  La senatrice Erica RIVOLTA (L-SP-PSd'Az) concorda con l'opportunità di convocare la Commissione nella giornata di domani o anche la prossima settimana per poter esprimere un parere ponderato, altrimenti il ruolo dei deputati ne risulterebbe sempre più svilito e assimilato a quello di meri figuranti.

  Il deputato Roberto PELLA (FI) nel concordare con le osservazioni della collega Rivolta ringrazia il Presidente Gariglio per la proposta di buonsenso.

  La senatrice Rosa Silvana ABATE (M5S) rileva la grande importanza di lavorare con la condivisione di tutti e concorda con la proposta del Presidente.

  La senatrice Bianca Laura GRANATO (M5S) fa presente che domani alle 9 sono convocate le commissioni del Senato e come questo potrebbe creare una qualche interferenza con l'eventuale convocazione della Commissione.

  Elisa TRIPODI (M5S) concorda con il rinvio del parere sul piano nazionale di riforme dichiarando però di voler procedere con l'esame degli altri provvedimenti.

Pag. 266

  Davide GARIGLIO (PD) nessun altro chiedendo di parlare rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.
Testo unificato C. 107 e abb.

(Parere alla II Commissione della Camera).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con una condizione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  La deputata Elisa TRIPODI (M5S), relatrice, segnala preliminarmente che il provvedimento appare prevalentemente riconducibile alla materia di esclusiva competenza statale ordinamento penale (articolo 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione; si vedano in particolare gli articoli 1, 2, 3 e 4), mentre per specifiche disposizioni assumono anche rilievo la materia di competenza esclusiva ordinamento civile (articolo 117 secondo comma, lettera l), della Costituzione si veda in particolare l'articolo 5), le materie di competenza concorrente tutela della salute e istruzione (articolo 117 terzo comma, della costituzione, si vedano in particolare gli articoli 5, 6 e 7) e la materia di competenza residuale politiche sociali (si veda in particolare l'articolo 7).
  Alla luce di questo concorso di competenze, ricorda che la giurisprudenza della Corte costituzionale richiede in questi casi il coinvolgimento del sistema delle autonomie territoriali. La giurisprudenza della Corte appare anche orientata a indicare l'adozione di un'intesa nell'ambito del sistema delle Conferenze in caso di prevalenza di materie di competenza concorrente (si veda la sentenza n. 7 del 2016) ovvero in caso di intreccio inestricabile di competenze (si vedano le sentenze n. 72 del 2019), laddove il semplice parere, si può desumere, può essere adottato in presenza di prevalenza di una competenza esclusiva statale.
  In particolare, l'articolo 1 introduce tra le condotte punite ai sensi dell'articolo 604-bis del codice penale per istigazione a commettere atti di discriminazione anche gli atti fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere.
  L'articolo 2 integra l'aggravante di discriminazione prevista dall'articolo 604-ter del codice penale con i motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere.
  L'articolo 3 integra conseguentemente la cosiddetta «legge Mancino» (decreto-legge n. 122 del 1993) con riferimento alle sanzioni accessorie in caso di condanna per discriminazione e ulteriori sanzioni penali.
  L'articolo 4 interviene sul codice di procedura penale per inserire le persone offese da reati commessi con odio fondato sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, tra i soggetti in condizione di particolare vulnerabilità, che giustifica nell'ambito del procedimento penale l'adozione di specifiche cautele soprattutto nell'assunzione delle prove.
  L'articolo 5 istituisce la giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Spetterà alle pubbliche amministrazioni, nel corso della giornata, organizzare iniziative – «in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado» – per realizzare tali finalità.
  L'articolo 6 integra il catalogo delle competenze dell'Ufficio per il contrasto delle discriminazioni della Presidenza del Consiglio, UNAR. In particolare, il testo base demanda all'ufficio – in consultazione con le amministrazioni locali, le organizzazioni di categoria e le associazioni – l'elaborazione triennale di una strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Il documento dovrà definire gli obiettivi e individuare misure relative all'educazione e istruzione, al lavoro, alla sicurezza, anche con riferimento alla situazione carceraria, alla comunicazione e ai media e dovrà individuare specifici Pag. 267interventi volti a prevenire e contrastare l'insorgere di fenomeni di violenza e discriminazione fondati sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere.
  L'articolo 7 incrementa di 4 milioni di euro, a decorrere dal 2020, il Fondo pari opportunità della Presidenza del Consiglio, per finanziare politiche per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere e per il sostegno delle vittime. In particolare, il provvedimento prevede l'emanazione di un regolamento governativo contenente un programma per la realizzazione in tutto il territorio nazionale di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, volti a prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, alloggio e vitto non solo alle vittime dei reati di odio e discriminazione commessi per tali motivi, ma anche per tutti coloro che si trovino in condizione di vulnerabilità legata all'orientamento sessuale o all'identità di genere in ragione del contesto sociale e familiare di riferimento. I centri potranno essere gestiti dagli enti locali o dalle associazioni operanti nel settore e dovranno operare in sinergia con la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali. Spetterà al regolamento individuare i requisiti organizzativi dei centri, le loro tipologie e le categorie professionali che vi potranno operare, le modalità di erogazione dei servizi.
  Al riguardo, segnala l'opportunità che, a fronte dell'intreccio di materie, prevalentemente di competenza concorrente (quali la tutela della salute e l'assistenza sociale), sul quale il regolamento andrà ad incidere, sia prevista, per la sua adozione, la previa intesa in sede di Conferenza unificata.
  L'articolo 8 demanda a ISTAT lo svolgimento di indagini – con cadenza almeno triennale – sulle discriminazioni, sulla violenza e sulle caratteristiche dei soggetti più esposti al rischio, al fine di verificare l'applicazione della riforma e implementare le politiche di contrasto delle discriminazioni motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, oppure fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere.
  L'articolo 9 reca la copertura finanziaria del provvedimento.

  La senatrice Tiziana Carmela Rosaria DRAGO (M5S) dichiara anzitutto che il suo intervento è focalizzato sul tipo di provvedimento su cui si intende esprimere parere. Nello stigmatizzare prioritariamente la mancanza di un confronto all'interno del gruppo movimento 5 stelle su un provvedimento così delicato dichiara che la soluzione al problema dell'omofobia non è certo il varo di una legge, che peraltro interviene in maniera punitiva introducendo sanzioni penali, ma l'educazione emozionale. Pur riconoscendo la realtà drammatica della transfobia e dell'omofobia rasentano spesso gli abusi, riconosce l'esigenza di prestare attenzione anche ad altre realtà drammatiche, quali i maltrattamenti sull'infanzia, la pedofilia, la violenza sulle donne. Rileva come non vi fosse alcuna urgenza di trattare il tema dell'omofobia specie in un periodo di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo. Ribadisce il concetto che l'articolo 3 della Costituzione – cornice nella quale tutti i provvedimenti dovrebbero essere inquadrati – che fa riferimento all'eguaglianza dei cittadini anche con riferimento alle condizioni sociali e personali, sia di per sé sufficiente a garantire senza necessità di un intervento normativo, specie di natura penale.

  La senatrice Sonia FREGOLENT (L-SP-PSd'Az) nell'associarsi a quanto dichiarato dalla collega Drago ricorda come i temi etici sono sempre divisivi in quanto toccano sensibilità diverse e aprono dibattiti importanti e significativi. Concorda con la senatrice Drago anche sul fatto che l'articolo 3 della Costituzione già inquadra in modo chiaro e definito i valori entro i quali deve muoversi il Parlamento per la tutela dei soggetti in modo che non vi siano distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali e rileva come, invece, il provvedimento in esame Pag. 268incida proprio sulle opinioni personali facendo sì che nessuno possa esprimere un pensiero «diverso». Conseguentemente, a suo avviso, altri argomenti dovrebbero avere la priorità: tra questi, ricorda, una maggiore tutela della famiglia e dei minori. Ravvisa che il nostro non è un Paese razzista dove non si possono esprimere i propri orientamenti sessuali; c’è invece piena libertà di esprimere orientamenti diversi. Ne conclude che la continua tutela dei «diversi» fa dimenticare le posizioni della maggioranza dei cittadini, una maggioranza spesso silenziosa ma comunque meritevole anch'essa di tutela. Constata infine che poiché il provvedimento tocca sensibilità a volte molto differenti tra loro sarebbe necessaria un'ulteriore riflessione.

  Diego ZARDINI (PD) ricorda l'importanza che il Parlamento, anche al di fuori di accordi di maggioranza, adotti norme innovative e all'avanguardia e rileva come il nostro Paese sia perfettamente in grado di farlo. Già nella scorsa legislatura si era tentata l'approvazione di una legge sulla omostransfobia e si dichiara in totale disaccordo con la teoria delle «priorità» perché è possibile lavorare contemporaneamente su più fronti e infatti il Parlamento sta lavorando anche sulla natalità e sulla tutela dei minori, con i provvedimenti approvati dall'Assemblea della Camera ieri. Lungi dall'essere alternative tra loro, tutte queste misure riflettono la necessità di tutelare i più deboli in quanto nel nostro Paese, che pure si è evoluto, ci sono ancora fenomeni di bullismo, ghettizzazione e discriminazione sulle tematiche relative all'identità sessuale e di genere. Ritiene che sia finalmente giunto il momento di discutere anche dell'omotransforbia senza tralasciare l'emergenza Covid, la tutela della famiglia e anche la crisi economica. Il compito del Parlamento è anche introdurre una legislazione all'avanguardia per assicurare serenità di vita a queste persone, ovviamente senza condannare le opinioni finché queste non sono lesive della dignità altrui. Nel ricordare la sua fede cattolica, ritiene non in contrasto con tale fede la ricerca di un punto di equilibrio sulla tutela delle persone che non devono essere perseguite né per le opinioni religiose né per il loro orientamento sessuale.

  Il deputato Roberto PELLA (FI) nel condividere quanto dichiarato dal collega Zardini ricorda la necessità di garantire una società sicura e inclusiva contro ogni forma di discriminazione e che la libertà deve essere garantita. A tal fine ritiene opportuno approfondire con attenzione le tematiche inerenti al provvedimento. Con riferimento ai profili di competenza della Commissione auspica un coinvolgimento delle autonomie locali anche per sostenere le iniziative portate avanti sul territorio.

  La deputata Elisa TRIPODI (M5S), relatrice, formula una proposta di parere favorevole con una condizione.

  La senatrice Tiziana Carmela Rosaria DRAGO (M5S) nel dichiarare il proprio voto contrario contesta chi, come il collega Zardini, invoca la propria fede religiosa, tanto più che il nostro è uno Stato laico. Rileva come il problema di fondo stia nel fatto che nell'intento nobile di tutelare si finisca, in realtà, per differenziare e ribadisce la mancanza dell'educazione emozionale che dovrebbe essere inserita in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Nell'affermare la libertà di ciascuno di fare scelte di vita, sottolinea ancora una volta la differenza tra tutelare e differenziare.

  Il deputato Roberto PELLA (FI) dichiara che il gruppo di Forza Italia si asterrà dal voto.

  La Commissione approva la proposta di parere (vedi allegato 4).

  La seduta termina alle 9.25.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Pag. 269