CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 luglio 2020
414.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 22 luglio 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.10 alle 13.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 22 luglio 2020. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 13.30.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che entra a far parte della Commissione il deputato Alessandro Colucci, per il gruppo Misto.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019.
C. 2572 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020.
C. 2573 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (limitatamente alle parti di competenza).

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Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2020.
(Relazioni alla V Commissione).
(Seguito esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 luglio 2020.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che non sono pervenuti emendamenti sulle parti di competenza della Commissione del disegno di legge C. 2573, recante «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020».

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, formula due proposte di relazione favorevole sui provvedimenti in esame (vedi allegato).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta che sarà convocata per la giornata di domani, nella quale si procederà a porre in votazione le proposte di relazione formulate dal relatore.

Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, rileva come la Commissione sia chiamata a esaminare, in sede consultiva, ai fini del parere alla Commissione Bilancio, il Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020 (Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati).
  Segnala innanzitutto come lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR), che costituisce la sezione III del Documento di economia e finanza (DEF), sia solitamente presentato contestualmente al Programma di stabilità (sezione I del DEF) e al documento recante l'analisi e le tendenze della finanza pubblica (sezione II del DEF).
  Secondo quanto dispone l'articolo 7 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), il DEF deve essere presentato al Parlamento, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, entro il 10 aprile di ciascun anno, al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici di politica economica in tempo utile per l'invio al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, entro il successivo 30 aprile, del Programma di stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (PNR).
  Il Programma di stabilità e il PNR si inquadrano al centro del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'UE – il Semestre europeo.
  Quest'anno, per effetto della crisi sanitaria ed economica conseguente alla pandemia da Covid-19, il PNR viene presentato successivamente all'approvazione delle risoluzioni sulle sezioni I e II del DEF 2020 (Risoluzione n. 6/00108 della Camera dei deputati e Risoluzione n. 6/00108 del Senato), trasmesse al Parlamento il 24 aprile scorso.
  Il Governo motiva tale scelta con la necessità di:
   concentrarsi prioritariamente sulle misure di sostegno alle famiglie e alle imprese e sulle conseguenti necessità finanziarie;
   avere una visione più ampia sull'evoluzione dell'epidemia in Italia e sulla successiva «fase due» di graduale riapertura dell'economia;
   attendere l'esito dei lavori dell'UE in merito alla risposta alla pandemia, da cui dipenderanno alcuni dei programmi del Governo;
   rapportare i programmi del Governo e le iniziative di riforma non solo alle Pag. 6Raccomandazioni specifiche approvate nel 2019 ma anche alla proposta della Commissione europea per le Raccomandazioni 2020.

  Il PNR contiene gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida, e in particolare, come dettato dalla legge di contabilità e finanza pubblica (articolo 10, comma 5):
   lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti;
   gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;
   le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità;
   i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione.

  Sulla base di quanto prevedono sia alcune norme della legge di contabilità, sia ulteriori disposizioni, in occasione della presentazione del PNR 2020 sono stati altresì presentati i seguenti allegati al DEF 2020:
   il Rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica, previsto dall'articolo 3 della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato I);
   la Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, previsto dall'articolo 10, comma 7, della legge di contabilità e finanza pubblica e dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 88 del 2011 (Doc. LVII, n. 3 – Allegato II);
   il documento «Italia veloce. L'Italia resiliente progetta il futuro: nuove strategie per trasporti, logistica e infrastrutture» (Doc. LVII, n. 3 – Allegato III);
   la Relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (cosiddetto «allegato Kyoto»), di cui all'articolo 10, comma 9, della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato IV);
   il documento sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome, previsto dall'articolo 10, comma 10, della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato V);
   il documento sugli indicatori di benessere equo e sostenibile, previsto dall'articolo 10, comma 10-bis, della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato VI);
   la Relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip, riguardante l'applicazione delle misure di cui all'articolo 2, commi 569-574, della Legge finanziaria 2008 (legge n. 244 del 2007) e la stima dei risparmi conseguiti, ai sensi del comma 576 del medesimo articolo 2 (Doc. LVII, n. 3 – Allegato VII).

  Passando a sintetizzare i contenuti del PNR afferenti agli ambiti di competenza della I Commissione, tra gli interventi previsti nell'area prioritaria 4 del Programma nazionale di riforma 2020 vi sono specifiche iniziative in materia di autonomia differenziata e di deflazione del contenzioso costituzionale, che – anche in considerazione della collocazione nel documento – parrebbero diretti a dare attuazione alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative all'incremento di efficienza della pubblica amministrazione.
  In particolare, la Raccomandazione n. 3 del Consiglio europeo del 2 luglio 2019 invitava l'Italia a «migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, in particolare [..] aumentando l'efficienza e Pag. 7la qualità dei servizi pubblici locali». La Raccomandazione n. 4 del Consiglio europeo del 20 maggio scorso invitava, più in generale, a «migliorare [..] il funzionamento della pubblica amministrazione».
  Con riguardo all'autonomia differenziata, il documento del Governo, nel confermare implicitamente l'intendimento di proseguire nel processo di attribuzione di forme e condizioni ulteriori di autonomia alle regioni a statuto ordinario (in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione), afferma che si opererà con la definizione preliminare dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) nelle materie oggetto di autonomia.
  In proposito, la fattiva sinergia fra Stato e autonomie territoriali nella gestione della recente emergenza sanitaria, basata sui princìpi di sussidiarietà, adeguatezza e leale collaborazione ha evidenziato, a giudizio del Governo, proprio l'importanza di definire i LEP che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e in modo uniforme.
  L'attuazione del processo di autonomia differenziata proseguirà, negli intendimenti dell'Esecutivo, in parallelo con la definizione di strumenti perequativi, inclusi quelli di carattere infrastrutturale, con l'obiettivo di ridurre il divario tra il Nord e il Sud del Paese, in attuazione dei princìpi di coesione e di solidarietà nazionale.
  In tema di perequazione strutturale, occorre ricordare l'incompleta attuazione dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, e in particolare dell'ambizioso progetto di operare una ricognizione delle infrastrutture del Paese sulla base della quale impostare un programma di interventi mirati ad assorbire o quanto meno ridurre i divari territoriali.
  I richiamati impegni assunti dal Governo nel documento erano stati peraltro già anticipati dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie in sede di audizione presso la Commissione bicamerale per le questioni regionali e la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. In quelle occasioni il Ministro ha preannunciato l'intenzione di presentare un disegno di legge di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in cui si preveda, fra l'altro la determinazione, nelle materie oggetto di attribuzione, dei LEP o degli obiettivi di servizio uniformi su tutto il territorio nazionale e dei fabbisogni standard nonché la ricognizione – per le sole finalità del provvedimento – della dotazione infrastrutturale riferita alle reti stradali, autostradali, ferroviarie e di comunicazione, nonché alle strutture portuali e aeroportuali da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dello sviluppo economico (con successiva trasmissione della stessa al Presidente del Consiglio dei ministri).
  Nell'ambito di un più generale interesse a potenziare gli investimenti strutturali nel Paese, e in particolare i progetti di interesse nazionale, il Governo segnala altresì l'obiettivo di contrastare «quei vincoli e colli di bottiglia che ne hanno limitato e ritardato l'effettiva realizzazione nel passato», attraverso un rafforzamento della sinergia fra lo Stato e le autonomie territoriali, con particolare riferimento agli ambiti di competenza concorrente.
  Un ulteriore impegno che il Governo si assume nel documento è quello di «proseguire nella definizione di iniziative (normative o concertative)» dirette al fine di ridurre il contenzioso fra lo Stato, le regioni e le province autonome, «anche mediante l'introduzione di strumenti normativi di conciliazione e prevenzione dei conflitti».
  Anche tale impegno è in sintonia con quanto affermato dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, nel corso della richiamata audizione presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali, circa l'esigenza di predisporre misure deflattive del contenzioso costituzionale. In quell'occasione, il Ministro ha richiamato l'attenzione del Parlamento sull'ampiezza del contenzioso costituzionale, rilevando che nel periodo 2015-2019 le impugnative statali di leggi delle regioni e delle province autonome hanno interessato il 9,7 per cento del totale delle leggi Pag. 8approvate e che si trattava di ricorsi nella maggior parte dei casi fondati, come testimoniamo le decisioni della Corte costituzionale.
  Occorre peraltro precisare che le impugnative tra Stato e autonomie territoriali rappresentano un fenomeno cresciuto in modo rilevante nell'ultimo anno: nella relazione sull'attività della Corte costituzionale nel 2019, si afferma che «i ricorsi di Stato, Regioni, Province autonome sono notevolmente aumentati, passando dagli 87 del 2018 (92 nel 2017) ai 117 del 2019».
  In tale relazione viene evidenziata peraltro un'ulteriore criticità, legata al ritardo con cui talvolta Stato e regioni danno attuazione al principio di leale collaborazione e viene sollecitata l'opportunità di individuare meccanismi di conciliazione in una fase che preceda (l'entrata in vigore degli atti legislativi, o quanto meno preceda) le impugnative. Molti giudizi di legittimità in via principale, si osserva, si risolvono con la cessazione della materia del contendere o con l'estinzione del giudizio a seguito di modifiche della normativa impugnata in pendenza del giudizio (nel senso indicato dal ricorrente), spesso grazie ad una collaborazione, successiva all'impugnativa, fra lo Stato e le autonomie. La relazione stigmatizza, in proposito, la circostanza che «il giudizio davanti alla Corte finisca per essere utilizzato come uno strumento di pressione in vista di ulteriori valutazioni ed eventuali accordi, con un inutile cospicuo investimento di tempo, energie e risorse da parte della Corte».
  Nel settore della pubblica amministrazione, il Programma nazionale di riforma 2020 individua nell'area 4 le priorità di azione finalizzate a rispondere alle Raccomandazioni del Consiglio europeo, nonché a influenzare positivamente il posizionamento dell'Italia rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030.
  Con riferimento alle semplificazioni e alla capacità amministrativa, la Raccomandazione n. 3 del Consiglio europeo per il 2019 – riprendendo sostanzialmente quanto già previsto nelle omologhe Raccomandazioni per il 2017 e 2018 – invitava l'Italia a migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, in particolare investendo nelle competenze dei dipendenti pubblici, accelerando la digitalizzazione e aumentando l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali.
  Nelle Raccomandazioni specifiche all'Italia il Consiglio europeo, del 20 maggio 2020, dopo aver sottolineato che:
   un'amministrazione pubblica efficace è cruciale per garantire che le misure adottate per affrontare l'emergenza e sostenere la ripresa economica non siano rallentate nella loro attuazione,
   tra le carenze figurano la lunghezza delle procedure, il basso livello di digitalizzazione e la scarsa capacità amministrativa.
   per aumentare la capacità della pubblica amministrazione di rispondere alle esigenze delle imprese occorre migliorare e semplificare le normative settoriali, rimuovendo nel contempo gli ostacoli alla concorrenza.

  Invita l'Italia ad adottare provvedimenti, nel 2020 e nel 2021, volti a «migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione».
  Con riguardo all'individuazione delle aree prioritarie di intervento, il Governo nel PNR 2020 individua la semplificazione amministrativa e normativa «come fulcro del rilancio della macchina amministrativa».
  Si preannuncia la predisposizione di un pacchetto di azioni rapide in materia, «senza mettere in piedi un ampio testo di riforma, ma realizzando un'agenda per la semplificazione che raccolga e faccia tesoro delle esperienze positive e delle best practice nazionali e internazionali in collaborazione con gli stakeholder, le Regioni e gli Enti Locali». L'Agenda deve fondarsi su una logica di risultato (attuazione verificata in «tempo reale» sul rispetto dei termini e della riduzione degli oneri e dei tempi effettivamente percepita da cittadini e imprese).Pag. 9
  Con riferimento alle azioni annunciate nel decreto-legge cosiddetto semplificazioni (decreto-legge n. 76 del 2020), il cui disegno di legge di conversione è attualmente all'esame del Senato, si prevede l'adozione di una nuova Agenda per la semplificazione per il periodo 2020-2023 concernente le linee di indirizzo e il programma di interventi di semplificazione per la ripresa a seguito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, condivisi tra Stato, regioni, province autonome e autonomie locali, nonché il cronoprogramma per la loro attuazione (articolo 15).
  L'Agenda deve essere adottata entro il 30 settembre 2020 con le modalità già stabilite dall'articolo 24 del decreto – legge n. 90 del 2014, ossia deve essere approvata dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione e previa intesa in sede di Conferenza unificata. Restano ferme le ulteriori modalità di attuazione e monitoraggio dell'Agenda che non sono oggetto di esplicita modifica.
  Il Governo inoltre dichiara nel PNR che seguiranno interventi per lo snellimento delle procedure autorizzative e di controllo nei settori nei quali è più avvertito dai cittadini e dalle imprese l'eccessivo carico di oneri normativi e burocratici.
  Anche su questo punto interviene il recente decreto semplificazioni che prescrive il completamento della ricognizione dei procedimenti amministrativi da parte dello Stato, le Regioni e le autonomie locali, finalizzata ad individuare i diversi regimi applicabili e ad applicare ulteriori misure di semplificazione (articolo 15). Inoltre, al fine di disincentivare l'introduzione di nuovi oneri regolatori, si dispone che, qualora gli atti normativi statali introducano un nuovo onere che non trova compensazione con una riduzione di oneri di pari valore, tale onere è qualificato come onere fiscalmente detraibile.
  Ancora in tema di semplificazione, ulteriori misure dovranno essere adottate a livello amministrativo per intensificare l'applicazione del principio once only da ultimo richiamato nel decreto-legge n. 34 del 2020, annunciando a tale fine l'eventuale ricorso ai poteri sostitutivi nei confronti delle amministrazioni inadempienti.
  Il Governo riporta altresì l'intenzione di intervenire per una riforma della comunicazione e informazione delle pubbliche amministrazioni, considerate strategiche al pari della trasparenza. Le linee di riforma valorizzeranno la gestione dell'immagine della PA nella relazione con cittadini e stakeholders utilizzando le nuove piattaforme digitali: nel PNR si richiama su questi temi la costituzione di un gruppo di lavoro.
  Tra le ulteriori linee di riforma, in tema di valutazione, l'Esecutivo intende proseguire nel percorso di valorizzazione della performance organizzativa delle pubbliche amministrazioni e, in tale direzione, annuncia una iniziativa normativa per accrescere l'indipendenza degli Organismi indipendenti di valutazione (OIV).
  Con riferimento alla semplificazione normativa, nel PNR si evidenza come l'inflazione normativa rappresenta un intralcio alla competitività del Paese e verrà quindi avviata una fase di riordino e di codificazione per riuscire a semplificare quella normativa che oggi risulta sovrapposta e frammentata. Viene preannunciata l'intenzione di partire dalla normativa sull'anticorruzione e la trasparenza per la quale è stata già istituita una commissione ad hoc di esperti.
  Attraverso il bilancio degli oneri inoltre, il Governo intende migliorare la valutazione dell'impatto della regolamentazione, dato che, spesso, persino le procedure di semplificazione si sono tradotte in maggiori oneri. In questo ambito rientra anche il lancio di strumenti come la piattaforma «ParteciPÀ» e del portale unico delle consultazioni (consultazioni.gov.it), necessari non solo per raccogliere informazioni ed elementi conoscitivi, ma anche per valutare gli effetti ex post delle decisioni già adottate.
  Per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni, in considerazione della riduzione (pari al 5,6 per cento) del numero dei dipendenti pubblici causata dal blocco del turnover nel periodo 2008-2017, il Programma Pag. 10dà conto dell'impegno del Governo nella prosecuzione del piano di ringiovanimento del personale pubblico, mediante assunzioni mirate soprattutto a colmare le lacune in ambiti tecnologici e specialistici. A tale proposito, il Governo è impegnato nell'aggiornamento e ammodernamento delle procedure concorsuali e nell'adozione di procedure più snelle e veloci, anche attraverso l'implementazione di un supporto tecnologico dedicato (Portale del reclutamento). In relazione ai suddetti impegni, il Governo manifesta anche l'intenzione di procedere ad un piano di assunzioni da realizzare tramite un sistema di profilazione orientato alle competenze, soprattutto trasversali e digitali.
  Tra gli impegni enunciati dal Governo vi è anche quello volto alla promozione del ricorso allo smart working, che permette di focalizzarsi sulla produttività per obiettivi e di meglio conciliare i tempi di lavoro e quelli della vita privata.
  Con riferimento all'innovazione e alla digitalizzazione della PA, il Piano nazionale di riforma 2020 la include nell'area prioritaria 4, individuando le misure necessarie per rispondere alle Raccomandazioni in materia trasmesse dal Consiglio europeo e attuare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La Commissione Europea, nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020 (cosiddetto Country Report) del febbraio 2020 ha preso atto che si sono verificati alcuni progressi nell'aumentare l'efficienza e la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
  Per quanto riguarda in modo specifico l'attuazione della succitata Raccomandazione n. 3 del 2019, la Commissione registra alcuni progressi nel miglioramento del livello di efficacia e digitalizzazione della pubblica amministrazione (decreto – legge concretezza, disegno di legge sull'occupazione nel settore pubblico, creazione del ministero dell'innovazione e della digitalizzazione, avvio dell'applicazione IO, ecc.).
  Il Report si sofferma in modo particolare sulla digitalizzazione dei servizi pubblici, riconoscendo che l'Italia «sta lentamente migliorando la sua performance nell'offerta di servizi pubblici digitali per i cittadini e le imprese. Nel 2019, tuttavia, il grado di interazione online tra autorità pubbliche e cittadini era ancora limitato: in Italia solo il 32,3 per cento degli utenti di internet ha optato per moduli e procedure online (media UE: 67,3 per cento)». Secondo il Report l'istituzione di un Ministro senza portafoglio per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione «potrebbe sostenere la digitalizzazione, assicurando un migliore coordinamento della trasformazione digitale della pubblica amministrazione, in particolare a livello locale. Inoltre, nel 2020 il governo lancerà la app per smartphone «IO.it», che consentirà di rendere facilmente accessibili alcuni servizi pubblici, sia a livello nazionale che locale, tramite dispositivi mobili, aumentandone così l'utilizzo. Per essere efficace, dovrà essere rapidamente estesa ad altri servizi, in modo da fungere da vero e proprio punto di accesso. Infine, l'adozione nel marzo 2019 del nuovo piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione 2019-2021 rappresenta un altro importante sviluppo».
  Nelle Raccomandazioni specifiche all'Italia il Consiglio europeo del 20 maggio 2020, invita l'Italia ad adottare provvedimenti, nel 2020 e nel 2021, volti a realizzare «un'infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali» (Raccomandazione n. 3) e a «migliorare [...] il funzionamento della pubblica amministrazione» (Raccomandazione n. 4).
  Al riguardo il Governo nel PNR 2020 sottolinea in primo luogo che il Piano di Rilancio e, al suo interno, il Recovery Plan, si baseranno su un incremento della spesa, tra cui quella per l'innovazione e la digitalizzazione perché la modernizzazione del Paese passa anzitutto attraverso una pubblica amministrazione efficiente, digitalizzata, ben organizzata e sburocratizzata, veramente al servizio del cittadino e costituisce una delle tre linee strategiche attorno a cui è costruito il Piano di rilancio (assieme a transizione ecologica e Pag. 11Inclusione sociale e territoriale, parità di genere). Le politiche strutturali con le quali Governo si impegna ad agire su innovazione e digitalizzazione della PA sono invece finalizzate a superare la frammentazione degli interventi, le duplicazioni e la scarsa interoperabilità.
  Il Governo rileva, inoltre, come il volano per la creazione di una pubblica amministrazione connessa con cittadini e imprese sia costituito dal Piano Italia 2025. Strategia per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese, presentato nel dicembre 2019 dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
  La strategia di innovazione è articolata in tre «sfide» principali, mutuate dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite che sono la digitalizzazione della società, l'innovazione del Paese e lo sviluppo sostenibile ed etico della società nel suo complesso.
  Il Piano prevede la realizzazione delle tre sfide attraverso 20 azioni chiave per trasformare il Paese, che vanno dalla identità digitale, all’open innovation nella Pubblica Amministrazione, al procurement per l'innovazione, all'intelligenza artificiale al servizio dello Stato anche nella gestione di beni demaniali.
  Il Governo ha già modificato la governance della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni: le competenze del Team per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono state trasferite al Presidente del Consiglio, che ha, a sua volta, delegato il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
  Al fine di rilanciare la semplificazione mediante il rafforzamento dell'utilizzo delle tecnologie digitali per l'accesso ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni, il Governo intende potenziare l'offerta di servizi in rete e il sistema di identità digitale anche attraverso la promozione dell'uso delle stesse ai fini dell'identificazione degli utenti, consentendo l'accesso ai servizi on line previa identificazione attraverso il sistema SPID e la Carta di Identità Elettronica (CIE).
  Per implementare l'interazione tra cittadino e pubblica amministrazione il Governo ha poi lanciato il progetto relativo all'applicazione ’io.italia.it’ (Progetto IO) che consentirà al cittadino di ricevere messaggi, documenti e notifiche delle scadenze, chiedere informazioni e certificati, impostare le proprie preferenze e pagare la Pubblica Amministrazione.
  Parimenti, la piattaforma unica nazionale, incardinata nella Presidenza del Consiglio, servirà a garantire a tutte le Pubbliche Amministrazioni di accedere ai dati detenuti da altre amministrazioni ed evitare quindi di dover chiedere al cittadino la stessa informazione o il medesimo dato già richiesto e detenuto (secondo la logica once only).
  Nel contempo, si intende affidare al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, d'intesa con l'AgID e la Conferenza Unificata, il compito di adottare linee guida di condotta tecnologica per le Amministrazioni, al fine di garantire il coordinamento informativo statistico e informatico dei dati e dei servizi digitali dell'Amministrazione Statale, Regionale e Locale.
  Alcune delle misure indicate dal Governo nel PNR hanno trovato traduzione normativa con il decreto-legge semplificazioni (decreto-legge n. 76 del 2020), recante misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale.
  Un primo gruppo di misure riguarda il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini al fine di semplificare l'accesso ai servizi digitali delle pubbliche amministrazioni:
  Tra i principali interventi ricorda:
   l'estensione della possibilità per i cittadini di fruire dei servizi attraverso la propria identità digitale, ampliandola a quelli erogati dai concessionari di pubblici servizi e dalle società a controllo pubblico, precisando che l'accesso al domicilio digitale avvenga tramite dispositivi mobili anche attraverso l'applicazione AppIO;
   il domicilio digitale per i professionisti, anche non iscritti ad albi; Pag. 12
   la semplificazione e il rafforzamento del domicilio digitale per i cittadini;
   l'obbligo per le p.a; di utilizzare esclusivamente il Sistema pubblico di identità digitale – SPID e la Carta di identità – CIE per l'accesso dei cittadini ai propri servizi on line;
   la previsione che la verifica dell'identità digitale di un livello di sicurezza «almeno significativo» equivale alla esibizione del documento di identità per l'accesso ai servizi o nelle transazioni elettroniche;
   la presentazione di autocertificazioni, istanze e dichiarazioni direttamente da cellulare tramite AppIO;
   la piena operatività della piattaforma pagoPA;
   la semplificazione delle modalità di rilascio della CIE;
   la semplificazione della disciplina della conservazione dei documenti informatici;
   l'adesione dei gestori dell'identità digitale al sistema SCIPAFI (Sistema centralizzato informatico di prevenzione amministrativa del furto di identità);
   una piattaforma unica di notifica digitale di tutti gli atti della PA e via PEC degli atti giudiziari;
   la semplificazione del rilascio della firma elettronica avanzata anche ai fini dell'accesso ai servizi bancari;
   il sostegno per l'accesso delle persone con disabilità agli strumenti informatici;
   la semplificazione della disciplina anagrafica.

  Un secondo gruppo di disposizioni investe le modalità organizzative interne delle pubbliche amministrazioni al fine di implementare il loro grado di innovazione digitale.
  In particolare, si prevede, tra l'altro:
   la diffusione del lavoro agile (cosiddetto smart working) nella pubblica amministrazione;
   il trasferimento della funzione di coordinamento informatico dell'amministrazione statale, regionale e locale dall'AGID alla Presidenza del Consiglio, cui spetta anche il compito di assicurare adeguati livelli di sicurezza informatica;
   la semplificazione di alcune procedure relative alla sicurezza cibernetica;
   l'istituzione presso il Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse finanziarie del Ministero dell'interno di una Direzione centrale per l'innovazione tecnologica con il compito di assicurare l'innovazione tecnologica del medesimo Ministero e delle prefetture;
   l'esclusione di SOGEI spa dell'obbligo di avvalersi di CONSIP per l'acquisizione dei beni e dei servizi funzionali alla realizzazione di progetti ad alto contenuto innovativo.

  Un terzo gruppo di disposizioni reca interventi in materia di patrimonio informativo pubblico, riconducendolo ad una piattaforma unica nazionale, in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, anche per garantire alle pubbliche amministrazioni di consultare e accedere ai dati detenuti da altre amministrazioni ed evitare quindi di dover chiedere al cittadino la stessa informazione o il medesimo dato già richiesto e detenuto (secondo la logica once only).
  Infine, un ultimo gruppo di disposizioni introduce misure per l'innovazione, volte a semplificare e favorire le iniziative innovative e, in particolare misura, le sperimentazioni mediante l'impiego delle tecnologie.
  Si riserva quindi di formulare una proposta di parere che potrà essere posto in votazione nella seduta di domani.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il Pag. 13seguito dell'esame alla seduta già prevista per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 13.40.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di soppressione dei collegi uninominali e di soglie di accesso alla rappresentanza nel sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali plurinominali.
C. 2329 Brescia, C. 2346 Molinari, C. 2562 Meloni, C. 2589 Sisto e petizione n. 428.

Disposizioni in materia di conflitti di interessi.
C. 702 Fiano, C. 1461 Macina e C. 1843 Boccia.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 412 del 20 luglio 2020, a pagina 3, prima colonna, dopo l'ottava riga, aggiungere il seguente periodo: «Avverte altresì che, per il gruppo Lega – Salvini Premier, cessa di far parte della Commissione il deputato Nicola Molteni e, per il medesimo gruppo, entra a farne parte il deputato Edoardo Ziello.»

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