CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 marzo 2020
337.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 4 marzo 2020. — Presidenza del vicepresidente Roger DE MENECH. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giulio Calvisi.

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Roger DE MENECH, presidente, avverte che della seduta sarà data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Sull'ordine dei lavori.

  Salvatore DEIDDA (FDI) segnala che, nonostante abbia già sollecitato la risposta, la sua interrogazione n. 5-03050, del 4 novembre 2019, sulla condanna di un ufficiale italiano a risarcire le famiglie Pag. 76delle vittime dell'attentato terroristico di Nassiriya, l'esame di tale interrogazione non è ancora stato inserito nel calendario dei lavori della Commissione. Auspica, quindi, che possa essere presto discussa insieme ad altri atti di sindacato ispettivo del proprio gruppo non ancora esaminati.

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) invita la presidenza a sollecitare il dicastero della Difesa affinché riferisca alla Commissione sulla situazione relativa al personale delle Forze armate impiegato per il presidio delle zone sottoposte a sorveglianza sanitaria. Ritiene, inoltre, che sarebbe importante che il Ministro della difesa venga a riferire in merito all'orientamento del Governo circa la situazione migratoria ai confini orientali dell'Unione europea.

  Il sottosegretario Giulio CALVISI conferma l'impegno del dicastero a fornire i ragguagli necessari sulle misure di prevenzione per il personale militare impiegato nell'emergenza sanitaria legata al virus COVID-19. Precisa, quindi, che al momento la Difesa, da un alto, prevede un periodo di assistenza vigilata per il personale militare che presenti sintomi influenzali e che abbia prestato attività legate all'emergenza e, dall'altro, ha messo a disposizione strutture a supporto del personale non appartenente alle Forze armate.

  Giovanni RUSSO (M5S) ricorda che oggi ricorre il quindicesimo anniversario della morte di Nicola Calipari. Esprime, quindi, i sentimenti di solidarietà del proprio gruppo.

  Roger DE MENECH, presidente, si associa, a nome della Commissione, alla memoria dell'eroico sacrificio dell'agente italiano e invita i componenti della Commissione ad osservare un minuto di silenzio.

Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo.
C. 875-1060-1702-2330/A.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 febbraio 2020.

  Roger DE MENECH, presidente, ricorda che nell'ultima seduta sono state esaminate le proposte emendative riferite agli articoli 1, 2 e 4 e che sono state invece accantonate le proposte emendative riferite all'articolo 3. Avverte che la relatrice ha presentato gli emendamenti 3.100, 9.100, 13.100 e 17.100 nonché una nuova formulazione del suo emendamento 6.1 che sono in distribuzione (vedi allegato). Propone, quindi, che il termine per la presentazione di subemendamenti sia fissato alle ore 14 di domani 5 marzo 2020.

  Maria TRIPODI (FI) e Roberto Paolo FERRARI (LEGA) ritengono che il termine fissato per la presentazione di subemendamenti sia troppo stringente.

  Giovanni RUSSO (M5S) propone di posticipare il termine per la presentazione di subemendamenti alle 19 della medesima giornata di domani.

  Alberto PAGANI (PD) osserva come gli emendamenti della relatrice siano frutto di una seria riflessione fatta dalla maggioranza, tenendo conto anche dei temi segnalati dall'opposizione. Ritiene che le proposte emendative costituiscano un importante passo in avanti mosso dallo spirito di condivisione del testo che ha caratterizzato i lavori della Commissione.

  Il sottosegretario Giulio CALVISI si rimette alla Commissione.

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  Giovanni Luca ARESTA (M5S) condivide la proposta del proprio capogruppo.

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) precisa che la propria richiesta era finalizzata a ottenere effettivamente un tempo più congruo.

  Roger DE MENECH, presidente, preso atto dell'orientamento della Commissione, avverte che il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 19 di giovedì 5 marzo 2020. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 4 marzo 2020. — Presidenza del vicepresidente Roger DE MENECH. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Angelo Tofalo.

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Roger DE MENECH, presidente, avverte che la pubblicità della seduta sarà garantita anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117.
Atto n. 157.

(Rilievi alla XII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

  Andrea FRAILIS (PD), relatore, osserva che la Commissione Difesa è chiamata a esaminare, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 5 dicembre 2013, n. 2013/59/Euratom del Consiglio, in materia di protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti. Riferisce, quindi, che lo schema è stato predisposto in base alla delega conferita al Governo dall'articolo 20 della legge 4 ottobre 2019, n. 117 (legge di delegazione europea 2018. Ricorda che la legge n. 114 del 2015 aveva già conferito al Governo la delega a recepire la direttiva n. 2013/59/Euratom; tuttavia, il termine del 6 dicembre 2018 da essa previsto non è stato rispettato per il mancato accordo delle amministrazioni coinvolte su alcuni aspetti centrali del testo allora elaborato. All'esito del mancato recepimento, contro l'Italia è stata avviata la procedura di infrazione 2018/2044. Al momento, dunque, in Italia, il controllo della radioattività ambientale è regolato dal decreto legislativo n. 230 del 1995, che recepisce le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti.
  Rileva, poi, che lo schema si compone di 17 titoli per complessivi 245 articoli. La citata direttiva, infatti, aggiorna e raccoglie in un quadro unitario le disposizioni in materia contenute in cinque precedenti direttive (contestualmente abrogate) e introduce ulteriori temi in precedenza trattati solo nell'ambito di raccomandazioni europee (come l'esposizione al radon nelle abitazioni) o non considerati (come le esposizioni volontarie per motivi non medici). Essa, inoltre, demanda agli Stati membri la predisposizione di un sistema di controllo, finalizzato ad assicurare un regime di protezione informato ai principii di giustificazione, ottimizzazione e limitazione delle dosi.
  Nel dettaglio, il Titolo I (articoli da 1 a 6) è volto a recepire la definizione di un sistema di protezione dalle radiazioni ionizzanti Pag. 78maggiormente restrittivo e cautelativo ai fini della protezione della salute umana, in coerenza con i criteri di delega contenuti nella legge di delegazione europea 2018, tenendo conto di criteri ambientali basati su dati scientifici riconosciuti a livello internazionale. Il Titolo II si compone di una sola disposizione (articolo 7), che circoscrive il campo di applicazione del testo del provvedimento. Il Titolo III (articoli 8 e 9) elenca le autorità istituzionalmente competenti nello svolgimento delle attività previste al fine di garantire la protezione disposta dal decreto, tra cui figura anche il Ministero della difesa, e disciplina le funzioni di vigilanza. L'autorità di regolamentazione viene individuata nell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN). Il Titolo IV comprende gli articoli da 10 a 29 e detta la disciplina relativa alle sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti ai fini della protezione dall'esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni. Vengono, inoltre, definite le pratiche che comportano l'impiego di materiali contenenti radionuclidi di origine naturale e individuate talune attività lavorative che comportano l'esposizione a particolari radiazioni. Il Titolo V (articoli da 30 a 35) reca disposizioni riguardanti le lavorazioni minerarie. Tali disposizioni sono oggetto di una revisione formale per un loro coordinamento con le nuove previsioni, ma non vengono modificate nella sostanza in quanto attengono a una disciplina non interessata dalla direttiva 2013/59/Euratom. Il Titolo VI (articoli da 36 a 45) riguarda il regime giuridico per l'importazione, la produzione, il commercio trasporto e detenzione di materie grezze, materiali o sorgenti radioattivi. Il Titolo VII (articoli da 46 a 61) disciplina il regime autorizzatorio e le attività di controllo in materia di radioprotezione. In particolare, sono previste disposizioni in materia di rifiuti radioattivi che presentano, oltre al rischio da radiazioni, altre caratteristiche di pericolosità, anche con riferimento allo smaltimento nell'ambiente. Il Titolo VIII (articoli da 62 a 75) concerne il controllo delle sorgenti sigillate ad alta attività, che sono contenitori di materiale radioattivo incapsulato la cui attività eccede il limite specificato dalla normativa e tratta, inoltre, delle sorgenti orfane, ovvero sorgenti radioattive che non sono esenti né sottoposte a controllo regolamentare perché non lo sono mai state o perché sono state abbandonate, smarrite, collocate in luogo errato, rubate o comunque trasferite senza apposita autorizzazione. Il Titolo IX (articoli da 76 a 101) riproduce, con alcuni aggiornamenti, il Capo VII del decreto legislativo n. 230 del 1995, che reca il regime di autorizzazione e di controllo della sicurezza degli impianti. Il Titolo X (articoli da 102 a 105) reca la disciplina relativa alla sicurezza degli impianti nucleari e degli impianti di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi e riprende, aggiornandole, le disposizioni contenute nel Capo VII-bis del citato decreto legislativo n. 230. Il Titolo XI (articoli da 106 a 146) disciplina le garanzie da assicurare ai lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti. Il Titolo XII (articoli da 147 a 155) reca disposizioni inerenti alla protezione della popolazione dai rischi dovuti all'esposizione alle radiazioni ionizzanti, in un'ottica di rafforzamento della tutela della salute pubblica. Il Titolo XIII (articoli da 156 a 171) concerne la radioprotezione rispetto alle esposizioni mediche e le responsabilità e i ruoli dei professionisti sanitari coinvolti. Particolare rilievo per le competenze della Commissione difesa assume il Titolo XIV (articoli da 172 a 197), che reca disposizioni volte alla gestione dell'emergenza. Nello specifico, l'articolo 172 stabilisce che i piani di emergenza prevedano, ove occorra, l'impiego di squadre speciali di intervento in cui è assicurata la presenza delle competenze necessarie, di tipo tecnico, medico e sanitario. I programmi di formazione e le modalità per assicurare ai componenti delle squadre una formazione adeguata alle attività che esse sono chiamate a svolgere sono definiti con decreto dei ministri della salute e del lavoro, di concerto anche con il Ministro della difesa. Segnala, poi, l'articolo 185 che fornisce le indicazioni per la Pag. 79redazione e l'attivazione del piano di emergenza esterna delle aree portuali interessate dalla presenza di naviglio a propulsione nucleare. In particolare è previsto che il prefetto predisponga un apposito piano provinciale di emergenza esterna dell'area portuale, avvalendosi di un comitato a cui partecipano anche esperti designati dal Ministero della difesa e dalla Capitaneria di Porto. Inoltre, ai fini della predisposizione del citato piano di emergenza esterna, nei casi di naviglio militare, deve essere predisposto un apposito rapporto tecnico dal ministero della difesa. È poi previsto che l'autorità di sistema portuale, nei porti ove è istituita, l'autorità marittima, negli altri porti, e l'autorità militare, nei porti e nelle aree portuali finalizzati alla difesa militare, garantiscano ogni azione utile per il rilevamento e la misurazione della radioattività nell'ambiente circostante all'area portuale in presenza di naviglio a propulsione nucleare. Il Titolo XV (articoli da 198 a 204) reca la disciplina di particolari situazioni di esposizione, mentre il Titolo XVI (articoli da 205 a 231) disciplina le sanzioni da irrogare. Infine, il Titolo XVII (articoli da 232 a 245) reca le disposizioni transitorie e finali. In questo è presente anche la disposizione (articolo 242) per cui la Commissione difesa ha richiesto di potere esprimere i rilievi. In particolare, è stabilito che al Ministero della difesa, tenuto conto delle particolari esigenze connesse ai compiti istituzionali delle Forze armate in tempo di pace, si applichino le disposizioni del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (codice dell'ordinamento militare), in materia di norme di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dalle esposizioni alle radiazioni ionizzanti, ovvero gli articoli 184 e 185 del codice: il primo dispone l'applicazione della normativa generale in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro compatibilmente con gli speciali compiti e attività svolti dalle Forze armate, tenuto conto delle insopprimibili esigenze connesse all'utilizzo dello strumento militare, come valutate dai competenti organismi militari sanitari e tecnici; il secondo stabilisce che la materia della sicurezza nucleare e protezione sanitaria si applica all'Amministrazione della difesa, al fine di garantire la protezione della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti. La disciplina applicativa è contenuta nel Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare (decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010) che, agli articoli da 265 a 271, contenuti nel Capo II (Sicurezza nucleare e protezione sanitaria), del Titolo IV (Sanità Militare), disciplina l'organizzazione operativa, le autorizzazioni, la qualificazione del personale e le ispezioni, prevedendo altresì che il Ministro della difesa informi, con apposita relazione annuale, il Presidente del Consiglio dei Ministri in ordine all'installazione di impianti e all'avvio di attività concernenti l'impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti.
  Tutto ciò premesso, si riserva di presentare una proposta di rilievi al termine del dibattito.

  Roger DE MENECH, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 4 marzo 2020. — Presidenza del vicepresidente Roger DE MENECH. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Angelo Tofalo.

  La seduta comincia alle 15.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Roger DE MENECH, presidente, avverte che la pubblicità della seduta sarà garantita anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

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Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020.
Doc. LXXXVI, n. 3.

Programma di lavoro della Commissione per il 2020 – Un'Unione più ambiziosa.
COM(2020)37 final e relativi allegati.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Giovanni RUSSO (M5S), relatore, riferisce che la relazione programmatica è esaminata congiuntamente con il programma di lavoro, secondo quanto prevede il parere della Giunta per il regolamento della Camera del 14 luglio 2010. La procedura prevede che tutte le Commissioni permanenti (per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze) esprimono un parere, mentre l'esame generale è svolto dalla Commissione Politiche dell'UE, che presenta una relazione all'Assemblea; la discussione in Assemblea di norma si conclude con l'approvazione di atti di indirizzo al Governo. Fa presente che il Governo ha trasmesso alla Camera il 24 gennaio 2020 la relazione programmatica, mentre il programma di lavoro della Commissione europea per il 2020 è stato presentato il 29 gennaio 2020.
  Osserva, quindi, che l'esame di tali documenti rappresenta un passaggio cruciale per la partecipazione del Parlamento alla definizione delle linee di azione della politica europea dell'Italia e assume una rilevanza strategica in questa fase, tenuto conto del fatto che si tratta del primo programma di lavoro della nuova Commissione europea che si inserisce in un contesto generale complessivamente caratterizzato dalla discussione di temi e questioni che incideranno sul futuro dell'Unione nei prossimi anni. A questo riguardo rileva che nelle intenzioni della Commissione europea il rilancio dell'Unione europea passa anche per un rinnovato impegno sul fronte della politica estera, di difesa e di sicurezza comuni. Questo obiettivo trae origine dalla ovvia considerazione che gli scenari globali presentano talmente tante situazioni di criticità in molti dei Paesi più prossimi alle frontiere dell'Unione europea o, comunque, in aree di interesse economico-strategico per il nostro Continente che non è possibile immaginare di affrontarle singolarmente. L'UE deve, sotto questo profilo, fare un salto di qualità attrezzandosi per fronteggiare in termini coerenti e condivisi i vari problemi che si pongono e che impattano inevitabilmente sui nostri Paesi.
  Segnala, soltanto a titolo di esempio, la recrudescenza delle tensioni nel vicino Oriente e in Libia e il rischio che riprendano intensamente i flussi di migranti dalla Siria, che la Turchia non intende più trattenere. Purtroppo, tuttavia a questo condivisibile auspicio non sembrano corrispondere comportamenti concreti. Il negoziato in corso sul quadro finanziario pluriennale è impantanato per la forte resistenza di diversi Paesi membri a dotare il bilancio dell'UE di risorse adeguate a fronteggiare le diverse emergenze e rafforzare, ferme restando le politiche tradizionali, la capacità di intervento sulle politiche più innovative, tra cui il rafforzamento della politica estera, di sicurezza e difesa che, è bene ricordarlo, ha un evidente risvolto sotto il profilo della dotazione di tecnologie e strumentazioni avanzate e di finanziamento di programmi di ricerca a forte contenuto innovativo. È evidente che un bilancio dell'UE asfittico contrasta palesemente con l'ambizione di rafforzare la capacità di intervento e il ruolo dell'Unione europea negli scenari internazionali oltre che di difendere la competitività delle economie europee. In particolare, per quanto riguarda la difesa europea, la proposta presentata dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, prevede di ridurre nell'ambito del QFP 2021-2027 lo stanziamento per il fondo europeo per la difesa da 13 miliardi di euro a circa 7 miliardi di euro; di ridurre gli stanziamenti per la mobilità militare nell'ambito della proposta di regolamento Pag. 81relativo al meccanismo per collegare l'Europa, relativo alle reti di trasporto, energia e infrastrutture digitali, da 6,5 miliardi di euro a 1,5 miliardi euro ed infine di ridurre da 10,5 miliardi a 8 miliardi di euro lo stanziamento (che sarebbe comunque fuori bilancio dell'UE) per lo strumento europeo per la pace, che servirà a finanziare azioni operative nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune che hanno implicazioni militari o di difesa e che non possono pertanto essere finanziate a titolo del bilancio dell'UE. Si tratta complessivamente di un taglio per gli investimenti nel settore della difesa europea da 30 a 16,5 miliardi di euro, pari a circa il 45 per cento dello stanziamento iniziale previsto dalla Commissione europea, taglio che è da ritenersi assolutamente inaccettabile. Bene, dunque, ha fatto il Governo italiano a mantenere una coerente linea critica nei confronti delle proposte avanzate per ridimensionare le risorse a disposizione dell'UE.
  Auspica che la prosecuzione dei negoziati, alla luce di uno scenario internazionale che risulta ulteriormente aggravato dalle pesanti ripercussioni economiche e sociali che possono derivare dalla diffusione del Coronavirus, faccia prevalere la consapevolezza della necessità di dotare l'Unione europea di risorse adeguate. Per quanto riguarda, in particolare, i temi di interesse della nostra Commissione, il Governo nella relazione programmatica indica le seguenti priorità per il 2020: adoprarsi affinché le regole di assegnazione e impiego dei finanziamenti del Fondo europeo della difesa corrispondano alle aspettative italiane di sviluppo di una base industriale europea solida, in cui le capacità dell'industria italiana della difesa trovino adeguato spazio. In sostanza, occorre evitare che in materia si determini, in primo luogo, una contrazione delle risorse e un conseguente ridimensionamento dei programmi e, in secondo luogo, una concentrazione delle risorse stesse con prevalenza di alcuni partner; sostenere l'operazione EUNAVFORMED connotandola maggiormente quale strumento di sicurezza marittima e di contrasto delle attività che costituiscano una minaccia alla stabilità internazionale (traffico di armi, di prodotti petroliferi e di esseri umani). Continuando, inoltre, a lavorare per il consolidamento e la piena operatività della missione EUBAM Libia, come importante tassello verso la stabilizzazione e normalizzazione della situazione nel Paese e proseguendo il supporto alle missioni militari e civili in Sahel (EUTM Mali, EUCAP Sahel Niger ed EUCAP Sahel Mali) e nel Corno d'Africa (EUTM Somalia – a guida italiana – EUNAVFOR Atalanta ed EUCAP Somalia).
  In merito all'operazione EUNAVFORMED, ricorda che il 17 febbraio 2020 il Consiglio dell'UE affari esteri ha raggiunto un accordo politico circa l'avvio di una nuova operazione nel Mediterraneo che dovrebbe sostituire la missione Sophia, con una nuova missione volta ad attuare l'embargo delle armi disposto dal Consiglio di sicurezza dell'ONU ed i cui compiti includeranno altresì il contrasto alle organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di migranti nonché l'attività di formazione della guardia costiera e la marina libiche. La nuova operazione prevedrà l'impiego di assetti aerei, satellitari e marittimi, ed il Consiglio ha convenuto sul fatto che il potenziale impatto sui flussi migratori dovrebbe essere valutato attentamente, e potrebbe in alcuni casi determinare il ritiro degli asset navali dall'area di competenza della missione.
  Conclude evidenziando che l'esame dei documenti all'ordine del giorno può costituire un'utile occasione per approfondire una serie di tematiche che debbono trovare la massima attenzione nel dibattito pubblico a livello nazionale ed europeo e che investono direttamente il ruolo che l'UE può svolgere negli scenari internazionali, oltre che la necessità di garantire ai cittadini europei la massima sicurezza di fronte ai numerosi rischi che si profilano. Per questo motivo è auspicabile che si possa svolgere un confronto ampio che veda la partecipazione di rappresentanti del Governo.

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  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) domanda al relatore se intenda proporre lo svolgimento di audizioni.

  Giovanni RUSSO (M5S) si riserva di fornire indicazioni nel prosieguo del dibattito.

  Salvatore DEIDDA (FDI) evidenzia come i documenti in esame non forniscano alcuna indicazione sulle intenzioni dell'Unione europea con riferimento alla situazione di crisi che si stanno verificando in Libia e presso i suoi confini orientali. Stigmatizza l'assenza di sostegno da parte dell'Unione europea in tali delicate circostanze e ricorda come, già in occasione dell'esame del precedente documento, il gruppo di Fratelli d'Italia avesse evidenziato la necessità di non fa rientrare nel patto di stabilità le spese per la difesa e si riserva di svolgere un'analisi più dettagliata nelle prossime sedute, dichiarando che il documento appare troppo «timido».

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) ricorda la delicata situazione della questione dei confini orientali dell'Unione europea e sottolinea come le dichiarazioni della commissaria europea Johansonn sulla missione Frontex confermino che il precedente Ministro degli interni Salvini aveva giustamente criticato la missione EUNAFORMED Sophia affermando che questa favorisse l'immigrazione clandestina. Chiede pertanto che il tema venga approfondito e che si possa audire il Ministro su tale tema al fine di comprendere quale sia esattamente la posizione del nostro Paese.

  Alberto PAGANI (PD) nel ricordare che l'appartenenza all'Unione europea è senza dubbio una cessione di sovranità, fatta tuttavia non al fine di «contare di meno» ma al fine di «contare di più insieme», rileva, nelle osservazioni del collega Deidda, una contraddizione di fondo nel chiedere più sostegno all'Unione europea volendo, allo stesso tempo, rimanere sovranisti.

  Salvatore DEIDDA (FDI) rispondendo al collega Pagani rileva che non c’è alcuna contraddizione nella sua posizione, ma solo una critica all'attuale organizzazione dell'Unione europea, in quanto la cessione di sovranità che è stata operata non ha portato alcun risultato concreto. Rileva che le istituzioni europee, così come sono organizzate oggi, non hanno potere decisionale e che questo è nelle mani di oscuri euroburocrati che varano norme non flessibili che vengono applicate indistintamente a Paesi che hanno necessità spesso tra loro molto diverse. Pur dichiarandosi evidentemente non nazionalista, sottolinea che l'Unione europea, in quanto confederazione di Stati, dovrebbe consentire ai Paesi che ne fanno parte di prendere decisioni in maniera equilibrata mentre è evidente a tutti che alcuni Paesi la fanno da padrone. Si dichiara pertanto contrario non all'Unione europea in assoluto ma soltanto all'attuale organizzazione della stessa. Auspica che su tale tema si possa avere un dibattito aperto e approfondito.

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) nel dichiararsi cittadino europeo per cultura e per formazione rileva come l'appartenenza all'Unione europea debba essere anzitutto un sentimento e che le norme debbano venire solo dopo questo sentimento: l'imposizione di norme senza senso di appartenenza genererebbe, infatti, soltanto una gabbia. Dichiara, inoltre, che l'azione dell'Unione europea non può discriminare gli Stati tra figli e figliastri né può mutare atteggiamento a seconda dello Stato con cui tratti. Nell'evidenziare che gli argomenti trattati sono molto complessi, spesso affrontati in maniera superficiale, auspica un dibattito sereno e approfondito sul tema.

  Nicola CARÈ (IV) nel ricordare che l'Unione europea nasce proprio per contrastare la potenza economica degli Stati Uniti d'America, dichiara di nutrire profonda fiducia nell'Unione e nella necessità di avere un mercato unico che possa competere con quelli dei grandi Paesi. Evidenzia, infatti, come l'Italia incontrerebbe Pag. 83molte più difficoltà nel promuovere i propri prodotti se non facesse parte dell'Unione europea e ritiene che il confronto tra le diverse visioni, su questi temi, sia molto utile per affrontare le problematiche che sono presenti con tutta evidenza.

  Roger DE MENECH, presidente, ricorda che la Commissione, lo scorso 30 gennaio, ha svolto l'audizione del Presidente del Comitato militare dell'UE, generale Claudio Graziano. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 15.50.

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