CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 febbraio 2020
332.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
COMUNICATO
Pag. 93

  Martedì 25 febbraio 2020. — Presidenza del presidente Sergio PUGLIA. — Interviene per l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) il Presidente, dott. Pasquale Tridico, accompagnato dal Direttore centrale presidente e organi collegiali, dott. Vito La Monica.

  La seduta comincia alle 11.48.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE avverte che della seduta odierna verrà redatto il resoconto sommario ed il resoconto stenografico e che, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo, con contestuale registrazione audio, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
  I lavori della Commissione, che saranno oggetto di registrazione, potranno essere quindi seguiti – dall'esterno – sulla web TV della Camera.
  Non essendovi osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

PROCEDURE INFORMATIVE

  Martedì 25 febbraio 2020.

Seguito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale obbligatorio e complementare, nonché del settore assistenziale, con particolare riferimento all'efficienza del servizio, alle prestazioni fornite e all'equilibrio delle gestioni.
Seguito dell'audizione del Presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).

  Prosegue l'indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 14 gennaio.

  Il PRESIDENTE ringrazia il presidente Tridico e il dottor La Monica per la loro Pag. 94disponibilità a partecipare ai lavori della Commissione.
  Ricorda che la seduta odierna costituisce la logica prosecuzione dell'audizione svolta il 14 gennaio scorso.
  Nel corso di tale seduta non era stato possibile affrontare tutti i temi sollevati. È stata quindi trasmessa al presidente Tridico, nei giorni scorsi, una ricognizione delle domande che, per motivi di tempo, erano rimaste inevase, integrata da ulteriori quesiti che i membri della Commissione hanno voluto porre e che verranno pubblicati sulla pagina web della Commissione.
  Dà quindi la parola al presidente Tridico per il suo intervento.

  Il presidente TRIDICO sottolinea che l'audizione odierna verte su una pluralità di temi che riflettono l'importanza e l'eterogeneità dei compiti che l'ordinamento attribuisce all'INPS. Fa presente che vi sono diversi quesiti che riguardano aspetti amministrativi dell'Istituto che presiede, per i quali si dichiara disponibile a dare riscontro con un rapporto sulla situazione amministrativa dell'INPS, pur sottolineando che l'Istituto ha autonomia amministrativa ed è soggetta a un sistema di vigilanza che coinvolge organi esterni e interni.
  Con riferimento alla richiesta di valutazione sulle proposte che prevedono una maggiore flessibilità sull'età di pensionamento con conseguente riduzione dell'importo della prestazione, su cui sono in atto iniziative istituzionali, ritiene che una riforma che garantisca maggiore flessibilità nell'uscita per pensionamento dal mercato del lavoro sia improcrastinabile. Sottolinea la necessità di superare le età di pensionamento uguali per tutti i lavoratori, tenendo conto della gravosità del lavoro, ferma restando un'età minima di uscita. La riduzione dell'importo pensionistico sarà un effetto naturale, fermo restando il calcolo contributivo e i parametri relativi a quest'ultimo, giacché il lavoratore che usufruisce della flessibilità avrà un montante contributivo minore rispetto a quello che avrebbe avuto uscendo all'età prevista a legislazione vigente. Modifiche atte a cambiare questo stato di cose richiederebbero risorse finanziarie aggiuntive, il cui stanziamento è prerogativa di altre istituzioni. Aggiunge che offrire ai lavoratori che svolgono mansioni più gravose la possibilità di andare in pensione in maniera flessibile sarebbe già un ottimo risultato.
  Con riferimento alla richiesta di esprimere una posizione relativamente al diritto alla ricongiunzione, anche alla luce di quanto stabilito dalla sentenza n. 26039 del 2019, fa presente che l'Istituto ha preparato una relazione sul diritto alla ricongiunzione in cui è stata articolata la risposta a tale quesito, anticipando che la conclusione, anche sulla base di un parere dell'avvocatura, è quella di non mutare l'orientamento sino a oggi seguito dall'INPS, per cui la possibilità di ricongiunzione fra le casse e la gestione separata non è consentita per via della differente modalità di calcolo della prestazione pensionistica.
  Rispetto alla richiesta di chiarire e circostanziare le disfunzionalità che hanno portato alla riorganizzazione e il relativo sistema di valutazione dei risultati, fa nuovamente riferimento al fatto che agli atti della Commissione sarà depositato uno specifico rapporto sulla situazione amministrativa dell'INPS. Evidenzia, in sintesi, che, nei mesi precedenti la riorganizzazione, ha analizzato a fondo le modalità di funzionamento dell'Istituto attraverso un costante confronto con tutti i soggetti interessati, lavoratori e soggetti istituzionali in primis. Si è dunque deciso di adottare un approccio cosiddetto «bottom-up», di riforma «dal basso», in modo tale da poter tenere in considerazione punti di vista che precedentemente non erano stati esaminati. Rappresenta che, in primo luogo, si è reso conto che il moltiplicarsi delle prestazioni che il legislatore ha posto in capo all'INPS ha fatto emergere l'esigenza di garantire risposte il più possibile concrete e tempestive su tutto il territorio, tenendo ben presente due obiettivi fondamentali: inclusione sociale e lotta alla povertà, che richiedevano un riequilibrio fra il centro e la periferia, nonché la Pag. 95previsione di una funzione ad hoc per salvaguardare i principi di solidarietà. Ritiene che il modo in cui era conformata la struttura amministrativa rischiava di non rispondere più adeguatamente alle aspettative e ai bisogni della collettività in termini di disagio socio-economico, digital divide e innovazione. Accanto a indubbi punti di forza, erano presenti elementi di debolezza che hanno suggerito di gestire la complessità anche attraverso l'adeguamento dell'ordinamento delle funzioni istituzionali. Fa presente di aver dato luogo, quindi, a decine di incontri su temi specifici con dei gruppi di lavoro dedicati, denominati «cellule del cambiamento». All'esito di tali incontri evidenzia di aver avviato, insieme con il direttore generale, un confronto diretto con i dirigenti dell'Istituto, divisi a loro volta in tre gruppi di lavoro, in modo tale da poter comparare le soluzioni proposte, selezionando quei punti di vista che apparivano maggiormente condivisi. I risultati sono poi stati sottoposti all'intero gruppo dirigente in una convention che si è svolta il 10 settembre 2019. Successivamente, rappresenta di essersi confrontato con il Consiglio di indirizzo e vigilanza e con il Collegio dei sindaci per avere un confronto rispettivamente sui temi di maggiore rilevanza strategica e sugli aspetti riguardanti i profili di legittimità amministrativa delle soluzioni proposte. Ritiene che il lavoro svolto permetterà di mettere a disposizione dell'INPS un prodotto maturo, in grado di assicurare la gestione efficace delle richieste, vecchie e nuove, che ci vengono poste dalla società. Rappresenta che l'Istituto si è difeso e ha vinto nelle sedi opportune nei confronti dei soggetti che hanno fatto ricorso rispetto alle scelte effettuate.
  Con riferimento alla richiesta di fornire il testo della diffida legale all'Istituto conseguente alla determinazione n. 119 del 2019, unitamente a ogni elemento informativo e istruttorio all'uopo rilevante nel quadro dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale, sottolinea che dalle informazioni in suo possesso risulta che tale documento sia stato già inviato alla Commissione. Anche rispetto a tale quesito, fa presente di aver predisposto una nota per la Commissione in relazione alla diffida, rispetto alla quale evidenzia che il fabbisogno dell'Istituto in termini di dirigenti di prima fascia si attesta, per determina numero 16 del 17 aprile 2019, avallata dai ministeri vigilanti, in 43 posizioni di prima fascia. Con la nuova organizzazione (determina numero 119 del 25 ottobre) esistono 40 direzioni e due progetti di studio di prima fascia ereditati dalla precedente riorganizzazione che scadranno uno a febbraio 2020 e uno a giugno 2020. Nella precedente riorganizzazione del 2017 esistevano 36 direzioni e 6 progetti di studio di prima fascia più un posto funzione lasciato libero per prassi per il DG, per un totale di 43 posti di prima fascia. Le scelte fatte riguardano la necessità di adeguare la struttura organizzativa ai bisogni che sorgono dall'erogazione delle prestazioni in un contesto che cambia. Ulteriori elementi sono forniti nel già citato rapporto sulla situazione amministrativa dell'INPS con il quale intende fornire riscontro a tutti i quesiti legati all'amministrazione dell'Istituto. Rivendica di non aver applicato alla valutazione del personale alcun criterio riconducibile ad una diversa considerazione dei lavoratori in base all'aderenza a specifiche formazioni politiche.
  Con riferimento alla richiesta di informazioni sull'implementazione del Progetto nazionale estratto conto dipendenti pubblici (Progetto ECO), come pure sullo stato dell'arte dei cosiddetti accordi di collaborazione con le amministrazioni pubbliche sui tempi per la definizione delle domande, che portano entrata contributiva all'INPS, ancora giacenti prima del subentro dell'INPS, sottolinea che, per quel che riguarda il Progetto ECO, quest'ultimo ha raggiunto risultati soddisfacenti riguardo a tutti gli obiettivi che persegue. Quanto all'obiettivo denominato di «completamento posizioni assicurative», risultano 5.928 posizioni assicurative «completate» in termini di memorizzazione e sistemazione. Tra comunicazioni di posta elettronica certificata inviate e risposte al fine Pag. 96della sistemazione delle pubbliche amministrazioni, rappresenta che a oggi ne risultano 8.262. In generale, sottolinea che l'obiettivo in questione è stato raggiunto e superato. Quanto all'obiettivo consistente nella correzione di segnalazioni e anomalie presenti sulle varie posizioni assicurative, evidenzia che ne risultano completate a 49.000: 25.500 relative a dipendenti del Ministero della giustizia (MIG), 13.000 relative a dipendenti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR), circa 10.000 relative a posizioni dei dipendenti INPS ex INPDAP. Rappresenta che in merito all'obiettivo riguardante l'acquisizione di decreti ante subentro, risultano 3.600 decreti emanati da MIUR (relativamente a Roma, Milano e Napoli) e MIG e acquisiti per aggiornare le posizioni assicurative. Infine, quanto alla definizione di pratiche ante subentro, sono state definite circa 6.200 pratiche (1.300 relative a ricongiunzioni, 1.350 a riscatti, 3.500 a computi e 320 ad accrediti figurativi). Riguardo al 2020, cita i dati relativi al periodo compreso tra l'inizio dell'anno e metà febbraio: con esclusivo riferimento all'ambito principale dello smaltimento delle domande ante subentro, sono stati completati poco meno di 2.000 provvedimenti, con circa 650 posizioni assicurative MIUR e MIG interessate e sistemate. Per quel che riguarda, infine, gli importi finora accertati nell'ambito del progetto tra computi con parziale riscatto, ricongiunzioni onerose e riscatti sottolinea che è stata raggiunta una cifra poco inferiore ai 10 milioni di euro. Nell'ambito del progetto ECO, inoltre, rappresenta che si svolgono altre iniziative di carattere formativo e informativo, quali i corsi di formazione sugli applicativi necessari per la sistemazione delle posizioni assicurative per gli operatori di 100 scuole di Roma (4 edizioni) e per 40 funzionari del MIG; sono previste ulteriori 2 edizioni per altre 50 scuole di Roma e 2 edizioni per 50 scuole di Napoli. Evidenzia che anche con riferimento a tale quesito ulteriori elementi verranno messi a disposizione della Commissione.
  Rispetto alla richiesta di chiarimenti in merito all'annunciata intenzione di creare un fondo di previdenza complementare gestito dall'INPS, in merito alla quale dichiara di depositare agli atti della Commissione una articolata proposta, fa presente che l'istituzione di un Fondo integrativo pensionistico pubblico potrebbe costituire un ottimo strumento per colmare il differenziale fra reddito e pensione. Evidenzia che l'INPS potrebbe gestire direttamente un fondo complementare a contribuzione volontaria abbattendo le spese di amministrazione, con vantaggi per la fascia debole della popolazione. Ritiene che la contribuzione a tale fondo potrebbe essere agganciata al raggiungimento dei requisiti della pensione. Fa presente inoltre che tale innovazione permetterebbe di integrare la pensione pubblica in modo facoltativo, consentendo su base volontaria di trasferire fondi fra generazioni e di andare oltre il nesso fra salario e contribuzione finalizzata alla costruzione della prestazione pensionistica.
  Con riferimento alla richiesta di chiarimenti sullo stato di applicazione della circolare n. 6 del 2020 in materia di riscatto agevolato della laurea e ai dati richiesti circa le domande di riscatto dei periodi non coperti da contribuzione, la cosiddetta «pace contributiva» di cui al decreto-legge n. 4 del 2019, fa presente che lascerà agli atti della Commissione una specifica nota sul riscatto della laurea e sulla pace contributiva.
  Con riferimento alla valutazione tecnico-attuariale in merito alla quantificazione dell'onere per un eventuale ampliamento della facoltà ex lege da 5 a 10 anni di riscatto, fa presente che gli uffici competenti dell'Istituto non hanno effettuato una quantificazione in quanto non richiesta nell'ambito di un procedimento legislativo. Si rende disponibile a quantificazione degli oneri di un intervento del genere laddove venga richiesta nell'ambito di un iter legislativo.
  Rispetto alla richiesta di valutare la proposta di Fratelli d'Italia di non concedere il reddito di cittadinanza a chi ha Pag. 97avuto una condanna penale grave, evidenzia che la normativa sul reddito di cittadinanza, all'articolo 2, comma 1, lettera c-bis), del decreto-legge n. 4 del 2019, prevede, tra i requisiti per il riconoscimento del beneficio, la mancanza di condanne definitive per alcuni delitti intervenute nei dieci anni precedenti la richiesta. Fa presente che l'INPS è tenuto ad applicare la legge e, di conseguenza, un soggetto, seppur condannato per un grave delitto, ha il diritto al beneficio se la condanna definitiva è intervenuta oltre dieci anni prima della domanda di Reddito di cittadinanza e se sussistono tutti gli altri requisiti. Eventuali modifiche alla normativa sul reddito di cittadinanza sono di competenza del legislatore. Di conseguenza, ritiene che non sarebbe corretto esprimersi su singole proposte. In linea di massima, fa presente che non è da escludere che possano esserci ragioni per escludere coloro che compiono determinati reati dal beneficio e, tuttavia, ribadisce che questo è compito del legislatore, aggiungendo che l'esclusione dal beneficio del reddito di cittadinanza per determinati delitti non era prevista riguardo a precedenti strumenti di lotta alla povertà, quali il Rei (Reddito di Inclusione) e il preesistente SIA (Sostegno per l'Inclusione Attiva).
  Quanto alla richiesta di fornire i dati, divisi per provincia, dell'incrocio atteso tra domande e offerte di lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza, fa presente che la competenza in merito a questa domanda non è dell'INPS, ma dell'Agenzia nazionale politiche attive lavoro (ANPAL). L'Agenzia in questione ha evidenziato che su circa 530.000 beneficiari convocati dai centri per l'impiego, all'incirca 40.000 hanno firmato un contratto di lavoro dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza.
  Con riferimento alle richieste di dati su «quota 100», rappresenta che risponde alla stessa attraverso una nota che viene lasciato agli atti della Commissione.
  Con riferimento agli interventi, anche in termini quantitativi, che si possono mettere in atto per fare diminuire una parte del concorso della fiscalità generale, che ha superato i 100 miliardi, agli interventi di welfare erogati dall'INPS, sottolinea la necessità di precisare che questa domanda non dovrebbe essere posta all'INPS, poiché rientra nelle prerogative del legislatore. Per fornire elementi utili fa presente che lascia agli atti della Commissione una sintesi del bilancio dell'INPS. Ribadisce alcune risultanze del bilancio 2018 dell'INPS per inquadrare più correttamente le cifre alle quali si fa riferimento. Nel 2018, l'Istituto ha speso poco più di 318 miliardi di euro per prestazioni istituzionali. Di questa cifra, la parte prevalente, poco più di 266 miliardi di euro, è stata destinata al pagamento di rate di pensione, per la gran parte (211 miliardi) a carico delle gestioni previdenziali e per 50 miliardi a carico della gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali (GIAS). Evidenzia che circa 38 miliardi sono stati destinati al pagamento di prestazioni temporanee e altre prestazioni non riconducibili a rate di pensione e 14 miliardi per prestazioni diverse a carico di fondi o gestioni pensionistiche (quasi esclusivamente indennità di accompagnamento per invalidi civili). In termini percentuali del PIL, il totale delle spese istituzionali dell'INPS nel 2018 si è attestato al 18 per cento. Nel dettaglio, la spesa per rate di pensione ha di poco superato il 15 per cento del PIL, mentre la somma delle spese per prestazioni diverse a carico di fondi o gestioni pensionistiche e delle spese per prestazioni temporanee e altre prestazioni non ha raggiunto il 3 per cento del PIL. Quanto ai trasferimenti dal bilancio dello Stato quale finanziamento a copertura di oneri relativi alla GIAS, evidenzia che l'ammontare si attesta intorno ai 100 miliardi di euro. 72,7 miliardi sono relativi a oneri pensionistici, 17,8 miliardi a sgravi di oneri sociali e altre agevolazioni, 8 miliardi a mantenimento del salario, 5,8 a interventi a sostegno della famiglia e circa 2 miliardi per interventi diversi.
  Infine, con riferimento al patrimonio immobiliare dell'Istituto, in merito al quale deposita un'apposita documentazione agli atti della Commissione, sottolinea Pag. 98che le problematiche attualmente rilevate sono frutto di scelte normative che sono state effettuate all'inizio degli anni 2000 e che ritiene abbiano determinato rilevanti criticità per la gestione dell'INPS, che è obbligato dalla legge a vendere i propri immobili e, in attesa della loro dismissione, non ha la possibilità di valorizzarli.

  Non essendoci altri interventi, il PRESIDENTE dichiara chiusa l'audizione.

  Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.

Sulla pubblicazione di documenti acquisiti nel corso delle audizioni

  Il PRESIDENTE informa che, nel corso dell'audizione informale di rappresentanti di Federcontribuenti dell'11 febbraio scorso, dell'audizione informale del Commissario straordinario di Enpapi del 18 febbraio scorso e nel corso della seduta odierna, è stata consegnata della documentazione che sarà disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.

  La Commissione prende atto.

  La seduta termina alle 13.04.