CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 dicembre 2019
293.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza
COMUNICATO
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  Mercoledì 11 dicembre 2019. — Presidenza del vicepresidente Simone PILLON. – Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, la dottoressa Monica Micheli, vice presidente e la dottoressa Marianna Giordano, referente per la regione Campania del Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia (Cismai).

  La seduta comincia alle 8.40.

Sui lavori della Commissione.

  Il PRESIDENTE avverte che della seduta odierna verrà redatto il resoconto sommario e che, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo, con contestuale registrazione audio, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
  I lavori della Commissione, che saranno oggetto di registrazione, potranno essere quindi seguiti – dall'esterno – sia sulla web TV Camera che su quella del Senato.
  Non essendovi osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

PROCEDURE INFORMATIVE

  Mercoledì 11 dicembre 2019.

Seguito dell'indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti.
Audizione di rappresentanti del Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia (CISMAI).

  Prosegue la procedura informativa, sospesa nella seduta del 27 novembre.

  Il PRESIDENTE ringrazia le audite per la disponibilità a partecipare ai lavori della Commissione e a fornire il loro contributo sulle questioni afferenti alla violenza tra i minori e ai danni di bambini e adolescenti. Dà quindi la parola alla dottoressa Monica Micheli.

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  La dottoressa MICHELI, dopo aver ringraziato la Commissione per la possibilità offerta alla propria associazione di intervenire nell'ambito dei lavori della indagine conoscitiva sui temi della violenza, sottolinea come gli abusi nei confronti dei minori siano, come ha riconosciuto l'Organizzazione mondiale della sanità, un problema di salute pubblica e come le conseguenze a breve e a lungo termine sulle vittime siano conosciute in misura sempre più approfondita ed investano non solo la sfera emotiva e relazionale, ma anche quella somatica e organica. Purtroppo, a fronte di conoscenze sempre più estese in ordine alla necessità di contrastare la violenza e di prevenirla, si osservano alcuni casi di mancato funzionamento del sistema di protezione. Si registrano in particolare tutta una serie di occasioni mancate: la prevenzione non organica, l'assenza di un Piano nazionale infanzia, la disomogeneità nell'organizzazione dei servizi per l'infanzia e le diseguaglianze di protezione e cura tra Nord e Sud del Paese. L'audita sottolinea quindi come il Cismai ritenga assolutamente necessari alcuni interventi correttivi finalizzati ad assicurare una più piena prevenzione dei fenomeni di violenza ai danni dei minori.
  In questo contesto un ruolo di indubbio rilievo è rivestito dalla esigenza di intervenire contemporaneamente sulla protezione dei bambini e sul recupero della genitorialità. La famiglia, intesa come luogo di cura e accudimento primario dei figli, va sostenuta e aiutata, con adeguati interventi economici, sociali, psicologici ed educativi, per garantire loro una crescita sana e armonica. Le situazioni di inadeguatezza genitoriale, che possono provocare violenza e sofferenza nei figli, sono spesso legate a condizioni di fragilità personale e relazionale, che vanno supportate in un processo di aiuto ai genitori, finalizzato al recupero delle loro competenze. Solo laddove si sia in presenza di situazioni gravi e irrecuperabili, che mettono a rischio il benessere del minore, e/o creano danni al percorso evolutivo è necessario agire attivando specifici progetti di genitorialità alternativa temporanei o definitivi quali l'affidamento del minore ad una casa famiglia o il suo collocamento presso una famiglia affidataria.
  Particolare attenzione merita anche la problematica connessa ai casi di violenza assistita da maltrattamento sulle madri, in relazione ai quali, come rilevato in un apposito recente documento redatto dal Cismai, è necessario attivare interventi specifici di protezione e cura.
  Dopo aver svolto alcune considerazioni sulla importanza di effettuare un monitoraggio attento delle risorse destinate all'accoglienza si sofferma sul tema dell'abuso sessuale. In proposito rileva come le più recenti ricerche nazionali ed internazionali mostrino che l'abuso sessuale nei confronti dei bambini è un fenomeno largamente diffuso e, nello stesso tempo, grandemente sottostimato e scarsamente affrontato. Quando il minorenne, presunta vittima di abuso sessuale, deve affrontare il contesto giudiziario ha diritto ad avere assistenza affettiva e psicologica fin dalla primissima fase del procedimento, attraverso operatori specializzati a fornire assistenza e sostegno psicologico. In tema di abuso il Cismai ha redatto un documento specifico, la «Dichiarazione di consenso in tema di abuso sessuale all'infanzia». Sottolinea quindi come la psicoterapia dei bambini traumatizzati sia una priorità sociale e sanitaria che va perseguita e sostenuta. Curare il trauma consente anche di prevenire i danni a lungo termine che possono produrre nel tempo sintomatologie gravi con effetti psicologici e sociali devastanti. Dopo aver svolto alcuni rilievi sulle problematiche connesse alle separazioni gravemente conflittuali si sofferma sul tema della violenza fra pari, segnalando la recente approvazione da parte dell'Assemblea dei soci del Cismai di un documento dal titolo «Requisiti minimi degli interventi per la presa in carico delle vittime e degli autori di cyberbullismo».

  La dottoressa GIORDANO, ad integrazione di quanto riferito dalla vice presidente, svolge alcune considerazioni sulle dimensioni del fenomeno della violenza Pag. 173nella specifica realtà della Regione Campania.
  Pur non essendoci dati specifici a livello territoriale per le difficoltà nella rilevazione e nel monitoraggio, si rileva una diffusione della violenza all'interno delle famiglie e sul territorio, spesso mascherata sotto la coperta della povertà. A suo parere se è vero che la povertà può amplificare il rischio del maltrattamento perché i genitori sono provati dalle necessità materiali, è altrettanto vero che vi sono numerose famiglie in condizione di indigenza che sono invece attente ai bisogni dei figli. Pertanto gli interventi di protezione non scaturiscono dalla povertà, ma da una concomitanza di condizioni – di cui quello economico è solo uno – che rendono l'ambiente familiare mal sicuro.
  Si sofferma quindi sull'impatto che nello sviluppo dei minori esercita la presenza di contesti segnati dalla criminalità organizzata in cui le logiche della sopraffazione fisica e psicologica segnano non solo gli affari criminali, ma anche le pratiche educative e le relazioni interpersonali familiari ed amicali. Ritiene in proposito che la posizione del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria andrebbe approfondita per capire quanto sia importante esplicitare che vivere in una famiglia francamente mafiosa rappresenti un'esperienza di maltrattamento per i figli. Segnala inoltre come anche il Tribunale per i Minorenni di Napoli sia intervenuto per tutelare i bambini coinvolti in tenera età in azioni criminali ed esposti a relazioni violente e prevaricanti oltre che ad un clima segnato dall'intimidazione.
  Dopo aver svolto alcune considerazioni sulla questione dei bambini migranti, lamenta la presenza di alcune evidenti carenze nel sistema di protezione. Un aspetto centrale è la questione dell'infrastrutturazione dei servizi sociali, segnata da carenze degli organici e precarietà.
  Una particolare attenzione deve essere prestata, poi, agli insegnanti e agli educatori delle comunità e del territorio che sono spesso lasciati soli nell'esercizio del loro lavoro di «prime antenne» dei sintomi dell'abuso. La tristissima storia delle insegnanti di Giuseppe il bambino di Cardito ucciso dal compagno della madre deve portare – secondo l'audita – a delle riflessioni e all'adozione di procedure che sostengano gli adulti ad assumere le proprie responsabilità. La prevenzione del maltrattamento e la cura delle vittime in Campania – come nel Paese – richiede misure di sistema sostenute da finanziamenti stabili e duraturi, associate alla capacità di programmazione e gestione.

  La dottoressa MICHELI prende brevemente la parola per ribadire, in conclusione, l'esigenza che le istituzioni italiane, nazionali e locali, assumano l'obiettivo che la violenza non è solo un problema di salute pubblica di straordinarie dimensioni al quale le politiche della salute devono dare un'assoluta priorità, ma anche un problema sociale, economico, educativo, giuridico, ed ancora di più una fondamentale questione di sensibilità culturale collettiva e, non ultimo, un problema di diritti umani. Accanto ad un sistema nazionale di monitoraggio, il Cismai da anni sostiene la necessità di mettere in campo un programma di prevenzione e protezione dei bambini dalla violenza con un approccio intersettoriale e interdisciplinare che si rivolga a vari livelli istituzionali.

  Il presidente PILLON dichiara aperto il dibattito. Dà quindi la parola alla senatrice Maria Laura MANTOVANI (M5S), la quale chiede alle audite di chiarire se e quali protocolli siano seguiti dagli specialisti aderenti al Cismai nell'ascolto dei minori presunte vittime di abuso. Chiede ancora di precisare se, con riguardo ai metodi e ai protocolli seguiti in concreto dagli operatori, il Coordinamento porti avanti attività formative e convegnistiche.

  L'onorevole SIANI (PD) si sofferma dapprima sulla questione della formazione degli operatori, in particolare degli insegnanti e dei pediatri. In proposito chiede alle audite se ritengano opportuna la istituzione di apposite strutture alle quali docenti e medici possono rivolgersi, laddove Pag. 174sospettino la sussistenza di abusi ai danni di minori. Particolarmente utile è, a suo parere, l'istituzione di un Osservatorio sul fenomeno, finalizzato soprattutto a favorire l'emersione dei numerosi casi di abuso che restano sommersi. Sarebbe auspicabile, prima di procedere al finanziamento di apposite iniziative, acquisire puntuali dati sul fenomeno.
  Si sofferma quindi sulla delicata problematica connessa alla educazione dei minori in contesti di criminalità organizzata, chiede in proposito se non sia opportuno procedere in ogni caso, a prescindere dalla sussistenza di abusi specifici, all'allontanamento dei minori figli di genitori appartenenti ad organizzazioni di stampo mafioso.

  La dottoressa MICHELI risponde ai quesiti posti dalla senatrice Mantovani rilevando come non vi sia un «metodo ufficiale». Il Cismai ha ritenuto – come ricordato – di elaborare, in linea con un'autorevole letteratura scientifica, un apposito documento, la Dichiarazione di consenso in tema di abuso sessuale, il quale fornisce linee guida per gli interventi degli operatori psico-socio-sanitari in relazione ai casi di abuso sessuale ai minori. L'attività formativa svolta dal Cismai è quindi basata su queste linee guida e su queste buone prassi.

  La dottoressa GIORDANO sottolinea come sebbene previsti dalle linee guida del 2005 della Regione Campania appositi servizi in tema di abuso presso i consultori non siano stata mai attivati, tranne che nel caso del Consultorio Toniolo di Napoli. Relativamente al collocamento fuori famiglia dei minori figli di membri di organizzazioni criminali di stampo mafioso ritiene che si debba procedere comunque ad una valutazione caso per caso. Bisogna in generale evitare che questi bambini vengano trattati come «pentiti di camorra» e strappati alle proprie famiglie di origine, anche a fronte di situazioni nelle quali magari uno dei due genitori, in genere la madre, mostra serie preoccupazioni e riserve sulla futura affiliazione criminale dei propri figli.

  Il presidente PILLON (L-SP-PSd'Az) esprime preliminarmente una profonda preoccupazione sull'operato del Cismai, in ragione dei legami, confermati da puntuali notizie di cronaca, fra il Cismai e il dottor Claudio Foti e il Centro studi Hansel e Gretel, implicati nell'inchiesta «Angeli e Demoni», e in relazione ai quali è mancata una presa di distanza netta da parte del Cismai. Profonda preoccupazione desta anche la chiara scelta del Cismai di non aderire alle linee guida previste dalla Carta di Noto e nella decisione di optare per un approccio dichiaratamente colpevolista soprattutto nei confronti dei genitori e delle famiglie di origine.
  Chiede quindi alle audite di chiarire per quanto tempo e con quali modalità si sia sostanziata questa innegabile collaborazione con il dottor Foti e il su citato Centro studi e per quali ragioni e in quale momento tale collaborazione si sia eventualmente interrotta. Domanda poi per quale ragione il Cismai non abbia ritenuto di sconfessare apertamente l'operato e i metodi seguiti dal dottor Foti, optando invece per una evidente minimizzazione e una sostanziale negazione dell'esistenza di un pericoloso «metodo Bibbiano» in materia di affidi di minori. Chiede quindi se su tale scelta non sia in atto un ripensamento da parte del Cismai.
  Ancora, chiede alle audite se abbiano qualcosa da dichiarare in merito ad alcune intercettazioni riportate sulla stampa, nelle quali il dottor Foti afferma la necessità di «avvicinare» il direttivo del Cismai per ottenerne «protezione» nell'ambito della inchiesta che lo vede coinvolto.
  Domanda infine se il Cismai abbia intenzione di rivedere la propria posizione e di aderire alla Carta di Noto.

  L'onorevole SIANI (PD) ritiene inopportuno l'intervento testè svolto dal presidente Pillon, il quale si sta sostanziando in una arringa su una vicenda alimentata da una non del tutto fondata campagna mediatica. I recenti sviluppi processuali della vicenda, legata al sistema degli affidi nei Comuni della Val d'Enza mostrano Pag. 175come non esista un sistema Bibbiano, ma si sia tutt'al più in presenza di alcuni singoli isolati episodi di «cattiva gestione». La Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza non deve diventare l'occasione per alimentare campagne informative sostanzialmente diffamatorie e non basate su evidenze fattuali che devono essere provate nelle dovute sedi giudiziarie.

  Dopo un breve dibattito, nel quale intervengono il presidente PILLON e l'onorevole SIANI (PD), prende la parola la dottoressa MICHELI, la quale sottolinea come il direttivo del Cismai non sia mai stato destinatario di pressioni da parte del dottor Foti o di altri soggetti coinvolti nella inchiesta giudiziaria sugli affidamenti nei comuni della Val d'Enza.
  Per quanto concerne questa specifica vicenda il Cismai ha ritenuto di sospendere cautelativamente alcuni associati coinvolti, rinviando comunque ogni valutazione o presa di posizione al completamento dell'attività della magistratura. Relativamente ai rapporti con il dottor Foti fa presente che da oltre tre anni questi non è più socio del Cismai.
  In merito alla mancata adesione alla Carta di Noto, evidenzia come i principi dettati nella Dichiarazione di consenso non siano in contrasto con essa. Si tratta di due documenti che si rivolgono a distinti destinatari: operatori forensi nel caso della Carta di Noto, operatori psico-socio sanitari nel caso della Dichiarazione di consenso. Una netta divergenza fra i due documenti si rinviene unicamente nella «tempistica» dell'intervento sul minore abusato. Secondo la Carta di Noto ogni intervento deve essere rinviato alla conclusione delle vicende processuali. Diversamente per la Dichiarazione di consenso è importante intervenire anche prima che il processo si sia concluso, al fine di garantire una immediata protezione del minore. L'adesione ai principi e alle linee guida della Dichiarazione di consenso non significa in alcun modo adesione ad un approccio di tipo colpevolista. Tutta l'attività svolta dal Cismai e dai suoi soci è finalizzata non solo alla tutela dei minori abusati, ma anche al recupero e al sostegno dei genitori e delle famiglie di origine.

  Il presidente PILLON (L-SP-PSd'Az) pone ulteriori quesiti sulle linee guida dettate nella Dichiarazione di consenso del Cismai e in particolare sulla sostanziale presunzione di sussistenza dell'abuso e sullo scarso ascolto riservato agli adulti. Rileva inoltre l'inopportunità che il minore abusato venga seguito a livello psicologico dallo stesso esperto che ha ritenuto di diagnosticare l'abuso.

  La dottoressa MICHELI ritiene che non vi sia nessuna ragione ostativa a che il minore sia seguito nel suo percorso psicologico- terapeutico dallo stesso esperto che ne ha fatto la valutazione. Dopo aver sottolineato la innegabile diffusione del fenomeno – in larga parte sommerso – degli abusi in ambito domestico, osserva come le linee guida, differentemente da quanto affermato dal senatore Pillon, prevedano di tenere in considerazione e di ascoltare gli adulti.

  La dottoressa GIORDANO replica quindi ad una ulteriore richiesta di chiarimento sui dati relativi alla violenza domestica ai danni di minori posta dal presidente Pillon, sottolineando fra le altre come le dimensioni di questo fenomeno e della sua scarsa emersione siano dimostrate dalla circostanza per la quale, a distanza di molti anni, tanti adulti, seguiti in percorsi psicologici, denunciano di aver subito abusi.

  La dottoressa MICHELI sottolinea come anche la diffusione di disturbi alimentari, bulimia e anoressia in particolare, in molti casi sia il sintomo di maltrattamenti subiti in ambito familiare.
  In merito alla questione Bibbiano ribadisce che il Cismai prima di esprimersi in modo ufficiale sui fatti ivi verificatisi ritiene necessario attendere un chiaro pronunciamento dell'autorità giudiziaria.

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  Il presidente PILLON prende nuovamente la parola per chiedere alle audite se, alla luce di numerosi fatti di cronaca, non solo circoscritti ai comuni della Val d'Enza, che hanno visto coinvolti affiliati del Coordinamento, il Cismai non intenda ripensare il proprio «sistema».

  La dottoressa MICHELI precisa che non vi è un «sistema Cismai». Il Coordinamento non svolge infatti alcuna opera di indottrinamento dei soggetti e dei centri ad esso affiliati. Non esiste neppure un metodo unico e immutabile: esso infatti cambia anche in relazione ai progressi della letteratura scientifica.

  Dopo una richiesta di precisazione da parte del presidente PILLON in merito all'articolo 9 dello Statuto del Cismai, interviene la senatrice Maria SAPONARA (L-SP-PSd'Az), la quale, oltre a ribadire la assoluta pertinenza dei quesiti del collega Pillon, evidenzia come le questioni poste siano suffragate non solo da notizie di cronaca, ma anche da numerose testimonianze dirette di famiglie coinvolte in vicende di ingiustificati allontanamenti di minori. Non si tratta di voler processare in questa sede i vertici del Cismai, ma semplicemente di fare chiarezza su un tema delicato e di grande attualità e interesse. È un dato innegabile l'elevato numero di affidamenti etero familiari che si sono registrati in questi ultimi anni nei comuni della Val d'Enza.

  La dottoressa MICHELI osserva come quest'ultima affermazione non sia stata confermata dal presidente del – competente – Tribunale per i minorenni di Bologna. È indubbio che si possano essere verificati degli episodi di non corretta applicazione della normativa in materia di affidamenti, ma è, a suo parere, rischioso mettere in discussione l'intero sistema.

  Il presidente PILLON (L-SP-PSd'Az) domanda alle audite come sia possibile che il Cismai non si sia reso conto degli abusi che venivano perpetrati da alcuni soggetti affiliati. In proposito osserva come i danni sui minori provocati dai falsi abusi siano altrettanto gravi di quelli provocati dagli abusi reali.

  La dottoressa MICHELI ribadisce come il ruolo del Cismai sia sostanzialmente di formazione e di coordinamento e non certo di carattere ispettivo.

  La dottoressa GIORDANO sottolinea come queste campagne mediatiche abbiano finito per alimentare un clima di diffusa sfiducia nei confronti dei servizi sociali con evidenti gravi ricadute sulla sicurezza e sulla protezione di tanti minori. Evidenzia inoltre come i falsi abusi non siano paragonabili in termini numerici a quelli realmente perpetrati.

  La senatrice Maria Laura MANTOVANI (M5S) chiede alle audite se non ritengano che il sistema meriti un complessivo ripensamento, soprattutto con riguardo alla amministrazione della giustizia minorile e alla presenza di evidenti situazioni di conflitto di interesse dei giudici onorari.

  Le dottoresse MICHELI e GIORDANO replicano alla senatrice Mantovani sottolineando come la presenza di giudici non togati nella composizione dei Tribunali per i minorenni rappresenti un valore aggiunto, proprio finalizzato a supportare l'organo giurisdizionale nell'amministrazione della delicata giustizia minorile. L'attività dei giudici onorari peraltro è svolta nel rispetto di puntuali criteri professionali e deontologici.

  Sulla questione dei possibili profili di conflitto di interessi si svolge un breve dibattito nel quale prendono la parola il Presidente PILLON, la dottoressa GIORDANI, la senatrice Maria SAPONARA (L-SP-PSd'Az) e la senatrice Maria Laura MANTOVANI (M5S).

  Replicando infine ad una ulteriore richiesta di chiarimento del presidente Pillon, la dottoressa MICHELI fa presente che il Cismai ha querelato le testate Pag. 177giornalistiche che hanno riportato le notizie diffamatorie richiamate dal presidente.

  Il PRESIDENTE nel prendere atto che non vi sono ulteriori domande o richieste di intervento, dichiara conclusa l'audizione.

  Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.

Sui lavori della Commissione.

  Il PRESIDENTE avverte che con riguardo alla missione di Londra in programma dal 9 all'11 gennaio sono arrivate oltre alla propria, anche le adesioni delle senatrici Paola Binetti, Maria Grazia D'Angelo, Maria Laura Mantovani e dei deputati Veronica Giannone e Siani.

  La seduta termina alle 9.55.