CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 10 dicembre 2019
292.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 45

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 10 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI.

  La seduta comincia alle 14.10.

Indagine conoscitiva sulle politiche dell'Unione europea per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
(Deliberazione).

  Sergio BATTELLI, presidente, ricorda che l'odierna seduta fa seguito alla determinazione unanime, assunta nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltosi il 14 novembre scorso, sull'opportunità che la Commissione svolga un'indagine conoscitiva sulle politiche dell'Unione europea per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
  Fa presente che essendo pervenuta l'intesa in tal senso da parte della Presidenza della Camera, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, la Commissione può dunque procedere alla deliberazione della suddetta indagine, secondo il programma, posto in distribuzione, recante le finalità e l'elenco delle tipologie di soggetti da audire.
  Rammenta che la proposta di svolgimento dell'indagine trae origine dalla stringente attualità assunta dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite nell'ambito delle politiche europee, testimoniata, da ultimo, dagli Orientamenti politici per l'attività della Commissione europea negli anni 2019-2024 e dalle linee d'indirizzo programmatiche espresse nel discorso di apertura della seduta plenaria del Parlamento europeo della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che hanno posto il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile al centro delle politiche dell'Unione.
  A tale ultimo proposito, rileva che proprio nella giornata odierna, il Consiglio dell'Unione europea riunitosi a Bruxelles ha adottato delle conclusioni su «un'Europa sostenibile entro il 2030», ossia proprio sull'attuazione, da parte dell'Unione europea, dell'Agenda 2030 e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), nelle quali si sottolinea la necessità di accelerare l'azione sia all'interno dell'Unione europea che in altre parti del Pag. 46mondo al fine di realizzare la visione e gli obiettivi dell'Agenda, e si incoraggiano nel contempo gli Stati membri a innalzare il livello di ambizione delle loro risposte nazionali e a integrare in maniera proattiva l'Agenda negli strumenti di programmazione, nelle politiche, nelle strategie e nei quadri finanziari nazionali. Ricorda altresì che il Consiglio ha esortato la Commissione europea ad elaborare una strategia globale di attuazione che delinei tempistiche, obiettivi e misure concrete per tener conto dell'Agenda 2030 e integrare gli SDG in tutte le pertinenti politiche interne ed esterne dell'Unione europea.
  Ricorda, infine, che il termine per lo svolgimento dell'indagine è fissato al 31 dicembre 2020.

  Marina BERLINGHIERI (PD) ritiene che l'indagine in oggetto possa e debba essere un'occasione per qualificare ulteriormente il lavoro della Commissione che potrà svolgere le relative attività conoscitive in un'ottica di alto profilo. In tal senso è dell'avviso che sia opportuno iniziare il ciclo di audizioni coinvolgendo subito soggetti dall'elevato profilo istituzionale ed accademico, quali, ad esempio, il Commissario europeo per l'economia, Paolo Gentiloni, il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea competente per il «Green Deal europeo», Frans Timmermans, nonché il professor Enrico Giovannini, portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

  Guido Germano PETTARIN (FI), nell'esprimere apprezzamento per l'iniziativa, osserva come la rilevanza della materia oggetto dell'indagine conoscitiva suggerisca anche l'adozione di ogni possibile sforzo per amplificarne al massimo la pubblicità, evitando che gli esiti del lavoro che sarà svolto restino confinati nell'ambito della sola XIV Commissione.

  Emanuela ROSSINI (MISTO-MIN.LING.) chiede chiarimenti in merito all'ambito delle attività conoscitive che si intendono svolgere e se siano previste anche, in ragione della competenza per le singole materie, forme di collaborazione con altre Commissioni permanenti.

  Sergio BATTELLI, presidente, per quanto riguarda il grado conoscibilità delle attività dei lavori della Commissione e della loro risonanza esterna, ritiene che la rilevanza dei temi trattati e dei soggetti che potranno essere auditi susciteranno senz'altro un diffuso interesse. Ricorda, inoltre, che le risultanze dell'attività conoscitiva saranno oggetto di un apposito documento conclusivo e che le audizioni avranno il regime di pubblicità proprio delle audizioni formali.
  Replicando alla deputata Rossini in merito alla sua richiesta circa l'ambito delle attività conoscitive, fa presente che, come specificato nel programma, l'indagine è diretta ad approfondire i profili connessi sia alla formazione sia all'attuazione delle politiche e degli atti dell'Unione europea adottati ai fini della realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, propone alla Commissione di deliberare lo svolgimento dell'indagine conoscitiva sulle politiche dell'Unione europea per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

  La Commissione approva la proposta di svolgimento dell'indagine conoscitiva in titolo, secondo il programma allegato (vedi allegato).

  La seduta termina alle 14.20.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Martedì 10 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI.

  La seduta comincia alle 14.20.

Pag. 47

Sulla riunione della LXII COSAC, svoltasi a Helsinki dal 1o al 3 dicembre 2019.

  Sergio BATTELLI, presidente, ricorda che, dal 1o al 3 dicembre 2019, si è svolta a Helsinki la LXII riunione della COSAC, cui hanno partecipato la vicepresidente Marina Berlinghieri e il deputato Alessandro Giglio Vigna, in rappresentanza dei gruppi di maggioranza e opposizione. Fa presente quindi che nel corso della Conferenza sono stati discussi temi molto rilevanti – tra i quali la Conferenza sul futuro dell'Europa, il prossimo Quadro finanziario pluriennale, le politiche per il contrasto ai cambiamenti climatici e le questioni connesse alla Brexit – rilevando altresì come nel contributo finale della COSAC siano stati accolti diversi emendamenti proposti dalla delegazione italiana.
  Invita dunque la vicepresidente Berlinghieri ad illustrare alla Commissione gli esiti della riunione, cui è intervenuta in veste di capo delegazione.

  Marina BERLINGHIERI (PD) rileva, preliminarmente, come in questa edizione della COSAC molti dei temi sollevati dall'Italia e confluiti in appositi emendamenti, siano stati sostanzialmente recepiti nel contributo finale approvato con un'ampia maggioranza.
  Segnala, in particolare, che è stato accolto un intervento correttivo proposto al testo iniziale, predisposto dalla Presidenza finlandese, diretto a specificare come nel nuovo Quadro finanziario pluriennale (QFP 2021 – 2027) – in via di negoziazione al fine di contemperare diverse istanze – la politica agricola e quella per la coesione debbano essere considerate obiettivi strategici comuni e che pertanto debba essere ad essi riservata un'adeguata attenzione per garantire livelli di spesa che salvaguardino la coesione dell'Unione.
  Fa presente poi che con un emendamento presentato congiuntamente con la delegazione ellenica, è stato altresì sottolineato come nel quadro del nuovo bilancio dell'Unione europea, le sfide connesse al cambiamento climatico e ai fenomeni migratori richiedano un'azione collettiva e coordinata, atteso che nessuno Stato membro può affrontarle da solo.
  Evidenzia, di contro, che è stata oggetto di acceso dibattito ancorché non sia riuscita ad ottenere la maggioranza necessaria per l'approvazione, una proposta italiana volta ad evidenziare come per aumentare le risorse proprie dell'Unione europea al fine di finanziare le sue politiche strategiche senza gravare sui bilanci degli Stati membri, sia necessario anche adottare, a livello europeo, misure fiscali, in particolare nei settori finanziario, ambientale e dell'economia digitale e che a tal fine occorrerebbe prevedere la possibilità per l'Unione europea di poter deliberare su alcune questioni fiscali a maggioranza qualificata, superando l'attuale assetto che prevede invece il vincolo dell'unanimità.
  Osserva come tale ultimo tema rappresenti uno snodo centrale, sul quale si sono confrontate posizioni diversificate, dalle quali può trarsi a suo avviso la conclusione che i tempi non siano ancora sufficientemente maturi né per addivenire ad una maggiore armonizzazione dei sistemi fiscali – che sono di fatto ancora percepiti come un'irrinunciabile espressione di sovranità nazionale –, né per conferire all'Unione una maggiore potestà impositiva perlomeno in alcuni ambiti.
  Ritiene che in questo contesto non possa destare sorpresa il fatto che non abbia ancora coagulato intorno a sé un adeguato consenso l'ipotesi, sostenuta dal nostro Paese, di ampliare le capacità di bilancio dell'Unione europea – per far fronte a nuove priorità (quali ad esempio l'ambiente, le migrazioni, la difesa e la sicurezza) e a obiettivi strategici per la competitività (quali la ricerca e innovazione, le infrastrutture, lo spazio e il digitale), senza ridimensionare le politiche tradizionali (PAC e politiche per la coesione) – attraverso l'introduzione di nuove risorse proprie quali, ad esempio, la tassa sulle transazioni finanziarie (FTT) e la web tax.
  Il dibattito intorno alle nuove risorse proprie dell'Ue riflette, a suo avviso, una visione dell'Europa da alcuni concepita Pag. 48ancora come una mera sommatoria, ancorché coordinata, di politiche settoriali degli Stati membri, piuttosto che come un'entità autonoma, dotata di una capacità di bilancio tale da consentire l'adozione di nuove politiche strategiche con impatti sempre più pervasivi sullo scacchiere globale.
  Rileva, tuttavia, che in questa prospettiva alcuni passi in avanti siano stati compiuti, esprimendo, a tal proposito, particolare apprezzamento per l'accoglimento di una proposta emendativa al contributo finale della Conferenza proposta dall'Italia e sottoscritta anche dall'Assemblea nazionale francese e dal Bundestag tedesco, volta a suggerire alla Commissione europea di utilizzare il meccanismo del c.d. «Semestre europeo» come strumento sia per incoraggiare l'effettiva attuazione dei nuovi e ambiziosi obiettivi climatici dell'Unione europea, sia degli altri obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
  Sottolinea quindi come questa indicazione – che trova peraltro riscontro anche nelle dichiarazioni programmatiche rese dalla Presidente della nuova Commissione europea – appaia di particolare rilievo, atteso che essa muove dal presupposto che il meccanismo di coordinamento delle politiche economiche attuato nell'ambito del «Semestre europeo» debba sempre più configurarsi come uno strumento per il perseguimento di obiettivi politici sostanziali e condivisi a livello unionale, piuttosto che, come può invece apparire allo stato, un mero strumento di sorveglianza macroeconomica e di disciplina di bilancio funzionale, nel caso dell'Italia, al consolidamento della finanza pubblica. Sottolinea, inoltre, come l'esigenza di una rivisitazione del Semestre europeo in questa chiave sia particolarmente stringente nello scenario attuale, caratterizzato da sfide inedite e quanto mai complesse, quali la lotta ai cambiamenti climatici e la competizione nell'innovazione tecnologica in ambiti che trasformeranno radicalmente il nostro mondo nel prossimo futuro, quali l'intelligenza artificiale, la robotica e le nanotecnologie.
  In tale prospettiva osserva come in linea generale il dato finanziario e contabile debba essere comunque posposto a quegli obiettivi politici, sociali, ambientali e di crescita inclusiva, da cui non è possibile prescindere se si intende davvero rivitalizzare il progetto della costruzione europea e coinvolgere sempre più nei suoi disegni e nelle sue ambizioni i cittadini dell'Unione.
  Se questo è l'auspicio, pur apprezzando il riferimento all'inserimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 nell'ambito del meccanismo del «Semestre europeo», esprime tuttavia il proprio rammarico per il mancato accoglimento, nel documento finale della Conferenza, di un ulteriore emendamento proposto dall'Italia volto, nella sostanza, a richiedere che gli investimenti nazionali e le riforme necessari all'attuazione del «Green Deal» possano essere effettivamente realizzati sfruttando al meglio tutta la flessibilità consentita dal Patto di stabilità e crescita. Fa presente, in particolare, che la ratio sottesa all'emendamento era quella di evidenziare l'esigenza di ampliare ulteriormente la flessibilità di bilancio, già prevista in base alla Comunicazione della Commissione europea del gennaio 2015, affinché gli investimenti, le agevolazioni alle imprese e le altre riforme strutturali necessari ad innescare un pervasivo processo di riconversione ecologica dell'economia possano essere favoriti attraverso una declinazione equilibrata ed intelligente del Patto di stabilità e crescita che consenta una maggiore flessibilità pur nel rispetto dell'obiettivo di mantenere una politica di bilancio prudente e resiliente rispetto ad eventuali congiunture economiche avverse. Sottolinea, quindi, come questa sia una delle questioni dirimenti che si devono affrontare se si intende davvero implementare gli sforzi nella direzione della neutralità climatica del Continente europeo.
  Infine, concludendo circa le modifiche apportate alla bozza di contributo predisposta dalla Presidenza finlandese, esprime altresì apprezzamento per l'approvazione unanime di un ulteriore emendamento Pag. 49– proposto inizialmente in modo congiunto dalla delegazione italiana, francese e tedesca, cui si sono poi aggiunti altri paesi – volto a richiedere il pieno coinvolgimento nella prossima Conferenza sul futuro dell'Europa sia del Parlamento europeo, sia dei Parlamenti nazionali, che dovranno avere uno specifico ruolo nella definizione degli obiettivi, nell'organizzazione e nell'attuazione della Conferenza. Segnala, in particolare, che la COSAC ha espresso a tale riguardo anche l'auspicio che il Parlamento europeo e tutti i Parlamenti nazionali nell'Unione europea abbiano un numero adeguato di rappresentanti con pieni diritti di partecipazione alla Conferenza, compreso il diritto di presentare proposte.
  Sul punto, osserva che la Commissione avrà modo di discutere in futuro su quali possano essere le modalità per assicurare la partecipazione del Parlamento italiano ai lavori della Conferenza, auspicando, peraltro, che possano essere individuate procedure idonee ad assicurare il pieno coinvolgimento della XIV Commissione.
  Da ultimo, ricorda che il contributo finale approvato dalla COSAC ha affrontato le questioni relative alla Stato di diritto e alla Brexit.
  Quanto alle prime, fa presente che è stata sottolineata la necessità di nuovi meccanismi oggettivi per tutelare gli interessi finanziari dell'Unione quando sono messi a repentaglio dal mancato rispetto dello Stato di diritto o in caso di minaccia sistemica ai valori sanciti dall'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea; tali nuovi meccanismi dovrebbero essere conformi ai Trattati, apportare valore aggiunto e non duplicare gli accordi esistenti; inoltre, è stato sottolineato in tale ambito come le sanzioni debbano essere considerate come un'opzione residuale attivabile solo in caso di fallimento del dialogo e dei meccanismi di prevenzione. Segnala che la COSAC ha altresì evidenziato l'esigenza di un controllo trasparente e imparziale e di una valutazione inter pares delle condizioni dello Stato di diritto nei diversi Stati membri.
  Con riferimento alla Brexit, fa presente come la COSAC abbia preso atto con rammarico dell'imminente uscita del Regno Unito dall'Unione europea e del fatto che non vi sia, allo stato, la certezza di evitare un «no deal», auspicando quindi che il Regno Unito, dopo le elezioni di questo mese, sia finalmente in grado di adottare una posizione nazionale che consenta di concludere l'accordo. Ricorda, infine, che è stata sottolineata la preoccupazione circa la brevità del periodo transitorio successivo alla Brexit necessario a negoziare le future relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito.

  Sergio BATTELLI, presidente, ringrazia la vicepresidente Berlinghieri per l'esaustiva relazione svolta e, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

Pag. 50