CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 novembre 2019
272.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 186

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Martedì 12 novembre 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. – Interviene il sottosegretario per le infrastrutture ed i trasporti, Roberto Traversi.

  La seduta comincia alle 13.45.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la pubblicità della seduta sarà assicurata – ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento e la prassi applicativa dei pareri della Giunta del Regolamento del 14 luglio 2004 e 26 giugno 2013 – anche attraverso la web-tv della Camera dei Deputati. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 135-ter del Regolamento, aventi ad oggetto questioni di competenza del Ministero delle Infrastrutture.
  Ricorda che, per ciascuna interrogazione, il presentatore ha facoltà di illustrarla per non più di un minuto, mentre il rappresentante del Governo ha non più Pag. 187di tre minuti per la risposta. Successivamente, l'interrogante ha facoltà di replica, per non più di due minuti.

5-03111 Braga: Obbligatorietà dell'autorizzazione sismica per gli interventi nei comuni ubicati in zona sismica 3.

  Chiara BRAGA (PD), illustra l'interrogazione in titolo, che chiede al Ministero di affrontare la situazione di criticità che si è determinata a seguito di una modifica introdotta con il decreto-legge cosiddetto «sblocca cantieri» in ordine alla classificazione sismica dei comuni, che ha generato l'obbligo per i comuni di passare dal deposito della relazione sismica alla certificazione sismica, con conseguenze ed oneri a carico degli stessi.

  Il sottosegretario Roberto TRAVERSI, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Chiara BRAGA (PD), replicando, ringrazia il sottosegretario per aver dato conto delle perplessità segnalate anche agli uffici del Ministero circa l'applicazione della nuova disciplina. Ritiene opportuni pertanto gli approfondimenti tecnici preannunciati nella risposta. Ritiene questa una occasione per valutare insieme agli uffici del Ministero le modalità più opportune per introdurre alcune modifiche normative, fatta salva sempre prioritariamente la sicurezza degli edifici, che a suo giudizio va però contemperata con le esigenze amministrative dei comuni e con la possibilità, per questi ultimi, di adempiere alle prescrizioni normative in modo sostenibile.

5-03112 Mazzetti: Realizzazione da parte di Anas di un sottopasso lungo viale Leonardo da Vinci, a Prato.

  Piergiorgio CORTELAZZO (FI-BP), in qualità di cofirmatario, rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Roberto TRAVERSI, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Piergiorgio CORTELAZZO (FI-BP), replicando, osserva che la data di ultimazione del progetto, fissata marzo del 2020, non dà alcuna garanzia rispetto alla possibilità per Anas di cantierare l'intervento in tempi brevi. La criticità e la problematica di quel nodo infrastrutturale è infatti nota e da tempo attende risposte, che sarebbero compiute solo laddove si pervenisse all'effettiva realizzazione dell'opera di cui all'interrogazione.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.55.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 12 novembre 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. – Interviene il sottosegretario per le infrastrutture ed i trasporti, Roberto Traversi.

  La seduta comincia alle 13.55.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2019, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 29.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in titolo.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la Commissione dovrà esprimere il parere di competenza entro il prossimo 20 novembre.

Pag. 188

  Antonio FEDERICO (M5S), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata ad esprimere, come ogni anno, il prescritto parere sulla proposta di riparto in esame, che è formulata ai sensi del comma 40 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 1995, n. 549 (collegato alla legge finanziaria per il 1996), che ha disposto l'iscrizione in un unico capitolo – nello stato di previsione di ciascun Ministero interessato – degli importi dei contributi dello Stato in favore di enti ed istituti vari (individuati in apposita tabella allegata alla legge) ed ha espressamente previsto il parere delle Commissioni parlamentari competenti sullo schema di riparto.
  Lo schema di decreto ministeriale in esame provvede, in particolare, a ripartire le risorse del capitolo 1551, piano gestionale 2, del bilancio di previsione del Ministero dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare, a favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Il capitolo citato è collocato all'interno del programma 13, Tutela e conservazione della fauna e della flora e salvaguardia della biodiversità e dell'ecosistema marino, nell'ambito della missione 18, Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente.
  Lo stanziamento da ripartire per il 2019 è pari a 4,1 milioni di euro (euro 4.102.413) in leggera diminuzione rispetto ai 4,3 milioni di euro ripartiti nel 2018. La quota di riparto per il 2019 alle diverse categorie di destinatari prevede erogazioni pari ad euro 1.888.000 per gli Enti parco nazionali, 921.000 per le Aree marine protette, 46.413 per il Fondo di premialità, 427.000 per le Convenzioni Cites e Bonn, 300.000 per il Parco delle colline metallifere Grossetane, 300.000 per il Parco delle miniere dell'Amiata e 220.000 per il Parco delle miniere dello zolfo delle Marche.
  Secondo quanto risulta dalla relazione illustrativa la procedura di riparto dei fondi disponibili tra i 24 Enti Parco nazionali, riconducibile al criterio della complessità territoriale-amministrativa delle aree protette, è stata elaborata sulla base di tre distinti parametri, che risultano i medesimi rispetto a quelli adottati per lo schema di riparto del 2018: la superficie occupata da ciascun Parco; per i parchi dell'arcipelago di La Maddalena e dell'Arcipelago toscano è stato utilizzato anche il dato relativo alla superficie di perimetrazione a mare; le superfici delle zone naturali di riserva integrale (Zona A ovvero 1): si tiene conto pertanto dell'estensione complessiva delle superfici che presentano un particolare pregio naturalistico e che risultano sottoposte a speciali vincoli per la fruizione; il numero dei comuni insistenti in tutto o in parte sul territorio di ciascun Parco, quale indicatore del grado di difficoltà nella gestione delle relazioni istituzionali che l'Ente Parco deve affrontare.
  Secondo quanto risulta dalla relazione e dalla tabella allegata allo schema di decreto in esame, sono state assegnate quote fisse pari a 65.000 euro, 85.000 euro e 103.000 euro, sulla base dei valori assunti dai parametri suddetti, ai quali sono stati applicati appositi coefficienti di ponderazione, che tengono conto del livello di importanza assegnato a ciascun parametro in rapporto con gli altri. Relativamente al riparto della quota destinata alle 27 aree marine protette, pari a euro 921.000, la procedura individuata è identica all'anno precedente: le aree sono distinte in zone ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea) e zone non ASPIM, prevedendo per le prime una quota fissa di 53.000 euro e per le altre di 23.000 euro.
  Ricorda, al riguardo, che le aree marine protette italiane inserite nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea, istituite ai sensi della Convenzione di Barcellona del 1978, sono 10: Portofino, Miramare, Plemmirio, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Torre Guaceto, Capo Caccia-Isola Piana, Punta Campanella, Porto Cesareo, Capo Carbonara, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre.
   Per le aree marine nazionali, la relazione precisa che tutte le aree sono state dotate, a partire dal 2012, di un modello di programmazione standardizzato che consente di assicurare il monitoraggio delle politiche di settore per le diverse Pag. 189aree di intervento, e la programmazione ai fini della gestione di finanziamenti nazionali e/o comunitari, in considerazione delle sempre più esigue risorse ordinarie statali stanziate.
  La relazione illustrativa, per quanto riguarda il cronoprogramma delle attività finanziate per l'anno 2019, con riferimento alla quota assegnata agli Enti parco e alle Aree marine protette nazionali, stabilisce la seguente tempistica: la trasmissione della proposta progettuale entro 20 giorni dalla comunicazione della direttiva ministeriale in esame, la prima relazione sulle attività in corso entro il 31 maggio 2020 e la trasmissione della rendicontazione e della relazione finale entro il 30 novembre 2020.
  Per l'assolvimento degli obblighi derivanti dall'adesione dello Stato alle Convenzioni internazionali (Convenzione di Bonn sulla tutela delle specie migratorie, e Convenzione sul commercio internazionale di flora e fauna minacciate da estinzione – CITES), lo schema di decreto in esame assegna complessivamente 427.000 euro.
  Per la voce «Fondo di premialità» la relazione sottolinea che la quota ripartita, pari ad euro 46.413, è da destinare agli Enti parco che avranno rispettato termini e modalità previste e raggiunto un buono stato di avanzamento dei progetti, ovvero per la compensazione di eventuali ulteriori accantonamenti operati sul capitolo 1551, piano gestionale 2 ovvero ogni maggior onere o risparmio di spesa dovuto al calcolo in valuta dei trasferimenti obbligatori destinati alle Convenzioni internazionali.
   Al Parco tecnologico ed archeologico delle colline metallifere grossetane, al Parco museo delle miniere dell'Amiata ed al Parco museo delle miniere di zolfo delle Marche sono state destinate risorse pari, rispettivamente, ad euro 300.000,00, 300.000,00 e 220.000,00. Tali Parchi, sorti per effetto di un'apposita disposizione normativa che ne ha previsto l'istituzione con decreto ministeriale, non hanno flussi stabilizzati di risorse finanziarie, ma considerata l'esistenza e gli interventi di tutela realizzati, al fine di garantire la continuità della loro azione, a partire dall'esercizio 2004, compatibilmente con le necessità riferite agli Enti Parco nazionali e alle Aree Marine Protette, sono state individuate le quote finanziabili.
  Nel preannunciare una valutazione complessivamente favorevole, si riserva, in conclusione, di formulare una proposta di parere in esito al dibattito in Commissione.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 12 novembre 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. – Interviene il sottosegretario per le infrastrutture ed i trasporti, Roberto Traversi.

  La seduta comincia alle 14.

Decreto-legge 104/2019: Disposizioni urgenti per il trasferimento di funzioni e per la riorganizzazione dei Ministeri per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dello sviluppo economico, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché per la rimodulazione degli stanziamenti per la revisione dei ruoli e delle carriere e per i compensi per lavoro straordinario delle Forze di polizia e delle Forze armate e per la continuità delle funzioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
C. 2242 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che sul provvedimento la Pag. 190Commissione dovrà esprimersi entro la giornata di domani, mercoledì 13 novembre, dovendo la Commissione di merito concluderne l'esame in tempo utile a consentire l'avvio dell'esame in Assemblea, previsto appunto per domani.

  Nicola PELLICANI (PD), relatore, fa presente che per quanto concerne la specifica competenza della Commissione, vengono in rilievo gli articoli 4 e 5 riferiti, rispettivamente, alla riorganizzazione dei Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente.
  L'articolo 4, al fine di potenziare i controlli di regolarità amministrativa e contabile e di controllo di gestione, istituisce, fino al 31 dicembre 2020, la Struttura tecnica per il controllo interno del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con una dotazione di 15 unità di personale, sotto il controllo diretto del Ministro (comma 1).
  Il comma 2 definisce, in primo luogo, i rapporti tra la istituenda struttura e quelle preesistenti. Al riguardo precisa infatti che non sono modificate le competenze dei capi di dipartimento né quelle dell'Organismo indipendente di valutazione della performance (di cui al decreto legislativo n. 150 del 2009), così come le competenze dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA), su cui interviene invece il comma 6-bis.
  Ricorda che l'Organismo indipendente di valutazione esercita, in piena autonomia, determinate attività, tra le quali rientrano: il monitoraggio del funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni; la comunicazione delle criticità riscontrate ai competenti organi interni di governo ed amministrazione, la validazione della relazione sulla performance e la relativa pubblicazione sul sito istituzionale dell'amministrazione; la garanzia della correttezza dei processi di misurazione e valutazione; la proposta di valutazione dei dirigenti di vertice; la verifica dei risultati e delle buone pratiche di promozione delle pari opportunità, nonché indagini sul personale dipendente. In ultimo all'organismo è stata attribuita la verifica della coerenza tra gli obiettivi previsti nel Programma triennale per la trasparenza e l'integrità e quelli indicati nel piano della performance, valutando altresì l'adeguatezza dei relativi indicatori.
  Il comma 2 stabilisce quindi le funzioni della nuova struttura.
  In particolare ad essa è affidata la definizione dei criteri per assicurare la migliore e razionale utilizzazione delle risorse e i relativi controlli sull'organizzazione interna, anche con riguardo alla conformità alle disposizioni e alle direttive ministeriali da parte dei Provveditorati interregionali per le opere pubbliche e degli uffici centrali e periferici del Ministero riguardanti l'organizzazione e il funzionamento delle strutture, la prevenzione della corruzione, la trasparenza e la digitalizzazione.
  Tale ultima attività viene svolta sulla base di parametri definiti in raccordo con il Responsabile della prevenzione e della trasparenza di cui all'articolo 1, della legge n. 190 del 2012 e con l'organismo di valutazione indipendente del medesimo ministero, ed è posta in essere anche ai fini dell'esercizio dei poteri ministeriali di annullamento per ragioni di legittimità e di superamento dell'inerzia o del ritardo nell'adozione di provvedimenti da parte dei dirigenti competenti ovvero di grave inosservanza delle direttive generali da parte del dirigente competente, che determinino pregiudizio per l'interesse pubblico. In tal caso il Ministro previa contestazione della condotta, può nominare un commissario ad acta.
  Ai sensi del comma 3, l'assegnazione delle unità di personale a tale struttura tecnica, composta da 12 funzionari, 2 dirigenti di seconda fascia e un dirigente generale, è effettuata in deroga alla dotazione organica del Ministero. Il personale non dirigenziale può essere individuato sia tra il personale del Ministero sia tra il personale di ruolo di altre amministrazioni pubbliche collocato in posizione di comando o fuori ruolo o altro analogo istituto previsto dalle amministrazioni cui Pag. 191il citato personale afferisce. Quanto al conferimento degli incarichi dirigenziali, viene esclusa l'applicazione dei limiti percentuali previsti dalla normativa vigente (articolo 19, commi 5-bis e 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001).
  Il citato comma 5-bis prevede la possibilità di conferire incarichi a dirigenti non appartenenti ai ruoli purché dipendenti delle pubbliche amministrazioni ovvero di organi costituzionali entro il limite del 15 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla prima fascia e del 10 per cento della dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda fascia (aumentabile a fino ad un massimo del 25 e del 18 per cento con contestuale diminuzione delle percentuali stabilite dal comma 6).
  Il comma 6 prevede la possibilità di conferire incarichi dirigenziali a tempo determinato, entro il limite del 10 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla prima fascia e dell'8 per cento della dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda fascia, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell'Amministrazione, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio, anche presso amministrazioni statali, ivi comprese quelle che conferiscono gli incarichi, in posizioni funzionali previste per l'accesso alla dirigenza, o che provengano dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato.
  La struttura può inoltre avvalersi di 12 consulenti o esperti entro un limite di spesa di 144 mila euro per il 2019 e 480 mila euro per il 2020 (comma 4).
  Il comma 5, a seguito delle modifiche intervenute nel corso dell'esame al Senato, autorizza il Ministero, fino al 31 luglio 2020, a procedere alla riorganizzazione dei propri uffici, compresi quelli di diretta collaborazione, mediante uno o più regolamenti adottati, previo parere del Consiglio di Stato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa delibera del Consiglio dei ministri. I regolamenti, adottati senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, sono soggetti al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti.
  A decorrere dalla data di efficacia dei nuovi decreti cessa per il Ministero interessato, il regolamento di organizzazione vigente.
  Il comma 6, anch'esso modificato nel corso dell'esame al Senato, prevede la copertura degli oneri pari a 400 mila euro per il 2019 e 1,5 milioni di euro per il 2020 nell'ambito dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019 2021, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire».
  Il comma 6-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, modifica l'articolo 12 del decreto-legge n. 109 del 2018 (cd «decreto Genova e altre emergenze»), che istituisce l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa).
  La novella al comma 1 dell'articolo 12 prevede che l'Agenzia promuova e assicuri la vigilanza, nelle forme e modalità ivi previste, sulla sicurezza del sistema ferroviario nazionale e delle infrastrutture stradali e autostradali, «fermi restando i compiti, gli obblighi e le responsabilità degli enti proprietari e dei soggetti gestori».
  Con ulteriore novella al comma 17 del predetto articolo 12 si stabilisce che gli enti proprietari e i soggetti gestori assicurino al personale autorizzato dell'Agenzia l'accesso a infrastrutture, cantieri, sedi Pag. 192legali e operative. Dovrà essere inoltre garantito l'accesso a tutta la documentazione pertinente.
  L'articolo 5, approvato dall'Assemblea in testo identico al testo originario, novella, al comma 1, l'articolo 37 del decreto legislativo numero 300 del 1999, in materia di organizzazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Viene previsto che il Ministero dell'ambiente si articoli in dipartimenti, disciplinati ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto legislativo n. 300 medesimo, in numero non superiore a due, in riferimento alle aree funzionali definite all'articolo 35 dello stesso decreto legislativo n. 300.
  Vale la pena ricordare che l'attuale organizzazione prevede un'articolazione in un numero massimo di sei direzioni generali, alla cui articolazione e organizzazione era previsto si prevedesse sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, e che le direzioni fossero coordinate da un segretario generale. A seguito della riorganizzazione viene quindi soppressa la figura del segretario generale e non vi è più la previsione esplicita che siano sentite le organizzazioni sindacali. Le direzioni generali sono attualmente sette e sono le seguenti: a) Direzione generale per l'economia circolare (EcI); b) Direzione generale per la sicurezza del suolo e dell'acqua (SuA); c) Direzione generale per il patrimonio naturalistico ed il mare (PNM); d) Direzione generale per il clima, l'energia e l'aria (ClEA); e) Direzione generale per il risanamento ambientale (RiA); f) Direzione generale per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo (CreSS); g) Direzione generale delle politiche per l'innovazione, il personale e la partecipazione (IPP).
  La relazione illustrativa precisa che i due dipartimenti saranno dedicati uno alle attività di risanamento ambientale ed economia circolare e l'altro ai processi di miglioramento della qualità dell'aria e di crescita sostenibile
  Il comma 2 della norma prevede che, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame, il regolamento di organizzazione, nonché quelli degli uffici di diretta collaborazione, possano essere adottati con le modalità di cui all'articolo 4-bis del decreto-legge n. 86 del 2018, ossia con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in deroga al procedimento ordinario che prevede invece regolamenti governativi di delegificazione, adottati con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia.
  La norma indica la finalità di semplificare ed accelerare il riordino dell'organizzazione del Ministero con riferimento agli adeguamenti conseguenti alle disposizioni dell'articolo 5 del decreto-legge.
  L'emendamento 5.1000, approvato nel corso dell'esame in sede referente al Senato, con il quale si proponeva la ridenominazione del Ministero in «Ministero dell'ambiente e della transizione ecologica», è stato ritirato durante l'esame in Assemblea.

  Tommaso FOTI (FDI) ritiene che il provvedimento in esame rappresenti una evidente testimonianza della patologia del procedimento legislativo che purtroppo si verifica in modo sempre più frequente. Si riferisce, in particolare, all'uso distorto della decretazione d'urgenza, che si sostanzia in un testo già eterogeneo nella sua formulazione iniziale che diviene, nel passaggio al Senato, un mero contenitore normativo privo di filo logico, nel quale trovano perfino collocazione disposizioni sul Commissario per le finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino.
  Ciò non è soltanto imputabile alle prassi sull'ammissibilità degli emendamenti che orientano il lavoro del Senato, ma anche ad una confusione del Governo e della maggioranza che nulla hanno fatto per impedire che si arrivasse ad un decreto omnibus, circostanza dalla quale il suo gruppo trarrà le dovute conseguenze laddove saranno esaminati decreti legge in questa Commissione. Pag. 193
  In esso si condensa un'ulteriore censurabile tendenza di «fuga» dalla fonte normativa regolamentare, al fine di privilegiare al decreto del Presidente della Repubblica codificato dalla legge n. 400 del 1988 lo strumento normativo spurio rappresentato dal decreto del Presidente del Consiglio, come correttamente rilevato in termini problematici dal Comitato per la legislazione e dallo stesso Consiglio di Stato. Anche tale aspetto merita attenzione, essendo evidente che se si ritiene intervenire sull'attuale assetto delle fonti normative, dovrebbe essere fatto in modo esplicito e non con surrettizie operazioni ambigue.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

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