CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 dicembre 2018
119.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 dicembre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Bitonci.

  La seduta comincia alle 14.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e relativa Nota di variazioni.
C. 1334-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato, e C. 1334/II Governo.

(Relazione alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti.

  Carla RUOCCO, presidente, comunica che l'esame si limiterà alle parti di competenza e a quelle modificate dal Senato. Come convenuto in Ufficio di Presidenza lo scorso 19 dicembre, poiché la seduta dell'Assemblea per l'esame in terza lettura del provvedimento è convocata già da domani mattina, la Commissione si esprimerà sul provvedimento in una sola seduta, anche in considerazione della necessità che la Commissione Bilancio conferisca oggi stesso il mandato al relatore. In questo quadro, ricorda altresì che tutti i gruppi hanno rinunziato al termine per la presentazione di emendamenti, i quali viceversa potevano essere presentati entro le 13 di oggi direttamente alla Commissione Bilancio.

  Raffaele TRANO, relatore, richiamati i contenuti del provvedimento, si sofferma sul disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e relativa nota di variazioni, limitatamente alle parti di competenza. Richiamati i contenuti della relazione favorevole espressa sul testo originario del provvedimento nella seduta del 15 novembre 2018 e rammentato che le modifiche introdotte dal Senato costituiscono l'esito di un negoziato svolto tra le istituzioni dell'Unione europea e il Governo Pag. 55italiano, con conseguente riduzione del valore di indebitamento annuale sul PIL dal 2,4 al 2,04 per cento, evidenzia come sia stata a tal fine prevista la rimodulazione delle cosiddette clausole di salvaguardia per gli anni 2020 e 2021, ma sia stata comunque confermata la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote IVA per l'anno 2019.
  Sottolinea altresì come, sempre su versante delle entrate, si preveda un programma di dismissioni immobiliari volto a conseguire un introito pari a 950 milioni di euro nel 2019 e 150 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e rileva inoltre che, con l'intento di stimolare la crescita, il provvedimento sia stato arricchito, nel corso dell'esame presso il Senato, di numerose disposizioni, tra le quali, all'articolo 1, comma 3, l'estensione dell'applicazione dell'IVA agevolata al 10 per cento su alcuni dispositivi medici e l'aliquota super ridotta al 4 per cento a taluni ingredienti utilizzati per la preparazione del pane.
  Evidenzia che, con le modifiche approvate in Senato al comma 5, si amplia la possibilità di accedere al regime forfetario anche agli esercenti attività d'impresa, arti o professioni che partecipano a società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, escludendo solo coloro che controllano direttamente o indirettamente tali società o associazioni, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d'impresa, arti o professioni.
  Rammenta che al Senato è stata prevista l'estensione del c.d. iper-ammortamento anche ai costi sostenuti a titolo di canone per l'accesso, mediante soluzioni di cloudcomputing, ai beni immateriali cui tale agevolazione già si applica ex lege. Giudica rilevante anche l'introduzione al Senato, ai commi da 73 a 77, di un credito d'imposta nella misura del 36 per cento delle spese sostenute a favore delle imprese che acquistino prodotti realizzati con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nonché per l'acquisto di imballaggi biodegradabili e compostabili o derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell'alluminio. Ricorda che i commi da 156 a 161, introdotti dal Senato, istituiscono un credito d'imposta del 65 per cento delle erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici di bonifica ambientale, compresa la rimozione dell'amianto dagli edifici, la prevenzione e il risanamento del dissesto idrogeologico, la realizzazione o la ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e il recupero di aree dismesse di proprietà pubblica.
  Con i commi da 184 a 199, inseriti nel corso dell'esame al Senato, è consentito definire con modalità agevolate i debiti delle persone fisiche che versino in una grave e comprovata situazione di difficoltà economica, diversi da quelli annullati automaticamente ai sensi del decreto-legge n. 119 del 2018, affidati all'agente della riscossione dal 1o gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, derivanti dall'omesso versamento di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali e dalle attività di accertamento a fini IRPEF e IVA.
  Evidenzia come molte altre siano state le integrazioni e le modifiche migliorative introdotte dal Senato: per citarne solo alcune, i commi da 210 a 218 e 220 incentivano la destinazione di risorse finanziarie ai Fondi di Venture Capital, piccole e medie imprese e le startup innovative; per favorire la concessione di garanzie alle PMI, al comma 221, si prevede una misura per sostenere le operazioni di aggregazione, i processi di digitalizzazione e i percorsi di efficientamento gestionale dei Consorzi di garanzia collettiva fidi; ai commi da 806 a 809 si introduce un credito d'imposta per le edicole.
  Rammenta inoltre che, sempre con finalità di sostegno all'economia, il Senato ha introdotto la possibilità per i titolari di concessioni demaniali marittime e punti di approdo con finalità turistico-ricreative di mantenere installati i manufatti amovibili fino al 31 dicembre 2020; ciò nelle more del riordino della materia, da attuarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e mediante una consultazione Pag. 56pubblica, al termine della quale saranno assegnate le aree concedibili che attualmente non sono date in concessione, mentre per le concessioni demaniali in essere è prevista una proroga di quindici anni a decorrere dalla data in vigore del provvedimento.
  Con analoghe finalità di sostegno viene poi prevista l'esenzione dalle imposte sui redditi – mediante la qualifica di «non commerciali» – per le attività svolte dalle strutture periferiche di natura privatistica necessarie agli enti pubblici non economici per attuare la funzione di preposto a servizi di pubblico interesse.
  Evidenzia quindi le misure fiscali e finanziarie adottate a favore delle zone colpite da calamità naturali, che nel corso dell'esame presso il Senato sono state estese anche per l'esercizio 2019 alle imprese che abbiano subito una riduzione del fatturato all'interno della ZFU (Zona Franca Urbana) della Città metropolitana di Genova e concesse, per il primo anno di attività, alle imprese che avviano la propria attività all'interno della zona franca.   Sottolinea inoltre che alcune disposizioni sono state introdotte dal Senato quali misure di favore per i comuni virtuosi, consentendo a quelli che hanno approvato il bilancio di previsione ed il rendiconto entro i termini di legge, di destinare il maggior gettito accertato e riscosso, relativo all'IMU e alla TARI, al potenziamento delle risorse umane e strumentali degli uffici comunali preposti alla gestione delle entrate.
  Rammenta come ulteriori misure introdotte nel corso dell'esame presso il Senato siano volte alla modifica del prelievo fiscale. Si tratta, tra l'altro, dell'istituzione dell'imposta sui servizi digitali, dell'innalzamento dell'IRES per alcuni enti, della modifica della disciplina dei concorsi pronostici sportivi, dell'incremento delle aliquote del prelievo erariale unico (PREU) applicabili agli apparecchi cosiddetti new slot e videolottery, dell'istituzione di un'imposta sostitutiva sui redditi derivati dalle attività occasionali di raccolta di prodotti selvatici non legnosi e di piante officinali spontanee, dell'innalzamento delle accise che gravano sui tabacchi lavorati e di alcuni acconti di imposta, tra cui quello per la cedolare secca.
  Richiama inoltre le disposizioni introdotte al Senato, che dettano norme in tema di semplificazioni degli adempimenti connessi tra l'altro all'introduzione della fattura elettronica, anche a tal fine disponendo che il contributo, previsto negli anni 2019 e 2020 per l'acquisto o l'adattamento degli strumenti mediante i quali effettuare la memorizzazione e la trasmissione dei corrispettivi, sia concesso sotto forma di credito d'imposta.
  Sottolinea quindi che, in materia di tutela del risparmio, nel corso dell'esame al Senato è stata modificata la disciplina del Fondo per il ristoro dei risparmiatori che hanno subìto un danno ingiusto in relazione all'investimento in azioni di banche poste in liquidazione coatta amministrativa nell'ultimo biennio, estendendo la platea dei destinatari delle misure del Fondo e modificando le misure dell'indennizzo. Sottolinea, infine, che la Commissione europea, apprezzati i contenuti del disegno di legge nel testo modificato dal Senato, non intende allo stato avviare una procedura d'infrazione per disavanzo eccessivo. Ciò premesso, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 1).

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che l'onorevole Fregolent ha presentato, a nome del suo gruppo, una propria proposta di relazione che è in distribuzione (vedi allegato 2). Rammenta che tale proposta sarà messa in votazione solo ove fosse respinta la proposta del relatore.

  Silvia FREGOLENT (PD) ricorda come la manovra in esame sia stata completamente riscritta nelle notti precedenti il Natale, senza dare alla Commissione bilancio del Senato la possibilità di esaminare gli emendamenti, portando il provvedimento direttamente in Aula, per votare sulla questione di fiducia. Si tratta di una anomalia procedurale che non ha precedenti in questo Paese. Si chiede per Pag. 57quale ragione l'attuale maggioranza abbia espresso un voto contrario al referendum costituzionale del 4 dicembre, visto che una sola Camera avrebbe esaminato più compiutamente l'intero provvedimento.   Sottolinea come il risultato sia stato un vero e proprio pasticcio, anche dal punto di vista dei contenuti, nei confronti del quale il voto del Partito democratico non può che essere contrario.
  Pur dicendo la maggioranza che sarebbe andata in Europa a battere i pugni, il 2,4 è diventato 2,04 per cento e il conto della manovra lo pagheranno soggetti ben determinati. Ricorda il blocco dell'indicizzazione delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo, che non sono le cosiddette «pensioni d'oro», ma sono quelle percepite da operai specializzati, infermieri, insegnanti, commessi dei supermercati, e sottolinea che a pagare la manovra saranno loro, insieme alle associazioni non profit, che si vedranno aumentare la tassazione dal 12 al 24 per cento. Forse eliminando le associazioni che si occupano dei poveri il Governo pensa di cancellare la povertà. Osserva, inoltre, che gran parte di queste associazioni sono cattoliche e che un Vicepresidente del Consiglio, durante la campagna elettorale, giurava sulla Bibbia e sul rosario; si chiede se questo esponente politico abbia mai letto la Bibbia e abbia chiaro il significato del rosario, perché queste misure vanno esattamente nella direzione opposta. Evidenzia come questa manovra penalizzi i giovani e ricorda a questo proposito le parole del ministro Bonafede che, dopo l'approvazione della legge anticorruzione, disse che le misure assunte erano in favore dei giovani, quando invece il Governo e la maggioranza hanno respinto tutti gli emendamenti presentati dal Partito democratico sul «rientro dei cervelli» dall'estero, come anche quelli presentati da Fratelli d'Italia sulla possibilità di riscattare a fini pensionistici gli anni della laurea, disinvestito su scuola, cultura, università e ricerca, e bloccato le assunzioni del pubblico impiego per il 2019.
  Preannuncia quindi il voto contrario del Partito democratico sulla proposta di relazione illustrata dal deputato Trano e invita ad approvare quella da lei presentata insieme agli altri deputati del suo gruppo.

  Sestino GIACOMONI (FI) non si soffermerà certo sulla «Quota 100» o sul reddito di cittadinanza, dal momento che si tratta di misure svuotate di qualsiasi contenuto. Gli pare convenga piuttosto soffermarsi sull'irrisolta questione delle clausole di salvaguardia, la quale è soltanto rinviata ma a un prezzo molto alto, giacché disinnescarle in prossimi esercizi finanziari costerà ben di più. Nel complesso la manovra finanziaria, così come uscita dall'esame del Senato, consiste in un generalizzato aumento della pressione fiscale e nella diminuzione degli investimenti pubblici. Sotto il primo profilo, cita per tutti il raddoppio dell'aliquota IRES sugli enti di volontariato; sotto il secondo, precisa che gli investimenti inizialmente previsti per 9 miliardi di euro scendono a 3,6. Crede che gli effetti recessivi di questa manovra debbano essere oggetto di attenta valutazione da parte della Commissione e, anzi, propone che la Commissione deliberi immediatamente di ascoltare il direttore dell'Agenzia dell'Entrate, generale Maggiore, e il direttore generale del Tesoro, dottor Rivera. Altro aspetto grave e recessivo è quello che si riverbera sul mondo bancario e finanziario, poiché la manovra, in definitiva, non presta alcuna attenzione alla tutela del risparmio.

  Carla RUOCCO, presidente, invita il deputato Giacomoni a formulare la sua proposta di audizione delle Autorità citate nell'Ufficio di Presidenza, sede dedicata alla programmazione dei lavori della Commissione.

  Sestino GIACOMONI (FI) replica che avrebbe avanzato le sue proposte di audizione già nella riunione dell'Ufficio di Presidenza del 19 dicembre, sol che avesse conosciuto i contenuti del provvedimento, di cui viceversa ha preso atto solo a seguito del loro stravolgimento da parte del Senato.

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  Marco OSNATO (FdI) sottolinea il paradosso che la Commissione sta vivendo; esso è evidente a tutti: la richiesta del collega è legittima come lo è l'obiezione della Presidente, perché tutto nasce dall'anomalia procedurale che ha caratterizzato l'approvazione di questa legge di bilancio. Osserva che ridursi all'ultimo momento impedisce di compiere gli approfondimenti che una manovra complicata avrebbe meritato. A suo avviso, anche il relatore vive uno stato di imbarazzo e frustrazione di chi per settimane ha sbandierato una manovra innovativa, del «cambiamento», di fronte ai poteri forti e alle istituzioni europee e oggi viene a dire che essa è frutto di trattative con l'Unione europea.
  Rivolge un ringraziamento al sottosegretario Bitonci, il quale svolge un ruolo difficile e ciò nonostante, come al solito, è presente. D'altro canto vorrebbe chiedergli di alcune misure di cui aveva parlato in questa Commissione, come quella del «saldo e stralcio», che in campagna elettorale una parte della maggioranza aveva magnificato quando poi si è notevolmente ridotta. Ritiene non vi sia nulla neanche sulle accise, se non la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per il 2019, come del resto facevano altre manovre. Più preoccupante su questo tema è semmai quello che avverrà nei prossimi anni.
  Si tratta di una manovra più recessiva di quella uscita dalla prima lettura della Camera, che non mette la ripresa, le infrastrutture, lo sviluppo, il lavoro tra le sue priorità.
  Preannuncia il voto contrario del suo gruppo alla proposta avanzata dal relatore.

  Claudio MANCINI (PD) chiede che sia acceso il circuito chiuso.

  Carla RUOCCO, presidente, concordando la Commissione, ne dispone l'attivazione.

  Claudio MANCINI (PD) riprendendo il suo dire, rimprovera alla maggioranza di Governo di aver stravolto i connotati della manovra finanziaria esaminata dalla Camera dei deputati. L'Esecutivo oggi si presenta sconfitto, non dall'Europa, non dalle opposizioni. La censura al Governo e alla sua maggioranza arriva dalle imprese, dai sindacati e dai mercati, con l'aumento dello spread tra titoli del debito italiano e quelli tedeschi. Per questo, il Ministro dell'economia e delle finanze si è presentato per il negoziato a Bruxelles molto indebolito e ha dovuto cedere su tutto il fronte. Venuti a mancare 10 miliardi di euro agli stanziamenti con cui Governo e maggioranza intendevano realizzare le promesse elettorali, sono dovuti correre ai ripari in modo frettoloso e pasticciato, reperendo risorse con tagli e balzelli qui e lì nel bilancio dello Stato. Si associa pertanto alle considerazioni della collega Fregolent, nella certezza che questa sarà la prima e l'ultima legge di bilancio di questo Governo.

  Massimo UNGARO (PD) si associa a quanto espresso dai colleghi Fregolent e Mancini e preannuncia il proprio voto contrario alla proposta di relazione formulata dal collega Trano, in primo luogo per una ragione di metodo. Al Senato si è infatti verificata una palese violazione dell'articolo 72 della Costituzione, secondo il quale ogni disegno di legge presentato ad una Camera deve essere esaminato da una Commissione parlamentare. Condivide quanto detto anche dal collega Giacomoni circa il fatto che coloro che dovranno approvare la manovra il prossimo anno dovranno reperire non 13 ma 23 miliardi di euro per disinnescare le clausole di salvaguardia, a meno che non si voglia piombare in una recessione senza precedenti. Vorrebbe sapere dal Sottosegretario che cosa pensi a questo proposito.
  Questa manovra, inoltre, prevede il decimo condono in sei mesi. Ritiene giusto che questo vada incontro a chi è in comprovata difficoltà economica, ma non vede strumenti di controllo così efficaci da impedire che i soliti «furbetti» se ne approfittino, anche perché tutti sanno che i grandi evasori non dichiarano alcunché. È chiaro che la Lega con questo condono Pag. 59mirava a compensare i distributori di sigarette elettroniche, suoi finanziatori in campagna elettorale, mentre per quanto riguarda il Movimento 5 stelle ne potranno usufruire «Di Maio senior» e «Di Battista senior». I controlli non dovrebbero avvenire solo nel caso in cui vi siano «fondati dubbi» ma dovrebbero essere automatici. Anche su questo vorrebbe sentire qualche l'opinione del Sottosegretario.
  Ritiene ipocrita l'atteggiamento del Governo e della maggioranza che, a Natale, si fanno fotografare alle mense dei poveri e poi aumentano l'IRES al Terzo Settore. Si tratta di una norma crudele, come la tassa sulle rimesse degli immigrati nel decreto fiscale.
  Esprime infine un giudizio fortemente negativo sulla norma che elimina il credito d'imposta sull'IRAP per tutte le aziende che assumono under 35 a tempo indeterminato. Pur di finanziare «Quota 100», si rende difficile la vita di chi vuole assumere giovani e pur di fare cassa si tagliano investimenti.

  Luca PASTORINO (LeU) osserva che, durante questa sessione di bilancio, ne ha viste di molti colori. Crede che la promessa di pace fiscale sia stata largamente disattesa poiché il carico tributario non è stato riequilibrato verso i redditi medio bassi ma si è solo proceduto in favore dei furbi, di condono in condono. Si è ridotta la dotazione destinata alle misure simbolo del cosiddetto Governo del cambiamento (riforma della legge Fornero e reddito di cittadinanza) e sono andate deluse tutte le aspettative della campagna elettorale. Si disvela finalmente la falsità della contrapposizione tra quanti sono lanciati a produrre il cambiamento e coloro che asseritamente vogliono conservare l'esistente. È ben possibile che i componenti dell'attuale maggioranza si rivelino appartenere al secondo novero.

  Bruno TABACCI (Misto-+E-CD) evidenzia come, nel corso dell'esame presso il Senato, la manovra sia stata completamente riscritta, con l'effetto di un sostanziale annullamento dell'esame svolto dalla Camera dei deputati. Aveva rilevato, a suo tempo, la necessità di rivedere le misure proposte, perché in netto contrasto con la disciplina europea, ma l'Esecutivo ha proceduto presentando al Senato un maxiemendamento, che è stato approvato con il voto di fiducia e senza possibilità alcuna di un vero esame. Il risultato è che, in spregio all'articolo 72 della Costituzione, al Parlamento è stata totalmente sottratta la possibilità di esame i più di 1.000 commi di cui è composto l'articolo 1 del disegno di legge di bilancio 2019. Si tratta di un unicum, che non ha precedenti nella storia parlamentare: è infatti del tutto differente la fattispecie richiamata dal presidente del Consiglio Conte relativa al 2016, sia perché l'esame parlamentare si era effettivamente svolto, sia perché si era allora in presenza di una crisi di Governo, che oggi non pare essersi aperta.
  Nel merito, la manovra colpisce i cittadini più deboli ed i pensionati, cui si nega l'adeguamento, e il mondo del volontariato, con il raddoppio dell'IRES sul Terzo settore. Soprattutto si riduce l'incremento atteso del Pil: dopo la propaganda fatta dalla maggioranza sullo scossone che si sarebbe dato all'economia con le misure proposte, che avrebbe fatto uscire il Paese dalla recessione, si riconosce oggi che quelle stime erano troppo ottimistiche e si riduce dall'1,5 all'1 per cento l'incremento del prodotto interno lordo.
  Il Governo imputa alla crisi economica internazionale la riduzione del Pil, senza nemmeno menzionare il contributo decisivo che l'Esecutivo stesso ha dato a questo risultato negli ultimi mesi. Valga come esempio quello sta avvenendo in Banca CARIGE con riguardo all'aumento di capitale, per comprendere il clima nel quale ci si trova, dopo l'intervento del Consorzio interbancario; la maggioranza, dopo aver ironizzato sullo spread e sui ’numerini’, è stata messa dalla realtà dinnanzi a questioni che non è stata in grado di affrontare.
  Rileva quindi come il mancato coinvolgimento del Parlamento sia stato attribuito dal Governo al confronto con l'Europa, ma Pag. 60si tratta di una giustificazione priva di fondamento. In realtà, dopo aver annunciato che Juncker sarebbe stato «spianato» entro Natale, l'Esecutivo si è dovuto di fatto rimangiare la manovra inizialmente proposta.

  Mauro DEL BARBA (PD) condivide le notazioni di chi l'ha preceduto, in ordine allo stravolgimento della manovra tra l'esame della Camera e quello del Senato, tanto che il primo si manifesta oggi come totalmente inutile. Ha ben ragione il relatore a imputare tutte le misure illustrate al lavoro dell'altro ramo del Parlamento: egli omette però di spiegarne le ragioni, che stanno tutte nell'irresponsabile testardaggine di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i quali hanno anche ignorato i moniti delle opposizioni durante la prima lettura. La cosiddetta trattativa con l'Europa è andata esattamente come il suo partito aveva previsto e il Paese è di fatto ridotto alla fame, come rivela la riduzione dell'aliquota IVA sui prodotti associati alla produzione del pane. I leader di questa maggioranza dovrebbero chiedere scusa al Parlamento e al Paese.

  Massimo UNGARO (PD) tornando ad interviene per una precisazione, rimarca la gravità della questione delle clausole di salvaguardia. La situazione finanziaria dell'Italia è di estrema vulnerabilità: gli istituti di credito medio-piccoli sono in difficoltà, come dimostrano le vicende dalla banca CARIGE. Nel contesto internazionale, la Federal Reserve sta alzando i tassi, la Banca Centrale Europea non compra più i titoli italiani, l'economia americana, dopo nove anni di espansione, è in forte rallentamento, tra un anno l'Italia potrebbe ritrovarsi in recessione; e, invece di prepararsi a questa evenienza, il Governo italiano non solo non avrà risorse per mettere in atto politiche anticicliche, ma dovrà trovare 23 miliardi di euro per evitare che l'IVA scatti al 26,5 per cento. Questo non riguarda il Partito democratico o la maggioranza bensì tutto il Paese.

  Carla RUOCCO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, mette ai voti la proposta del deputato Trano, con l'avvertenza che solo in caso di reiezione porrà ai voti la proposta alternativa della collega Fregolent.

  La Commissione approva la relazione del deputato Trano, nominandolo altresì per la partecipazione alla seduta della Commissione Bilancio. Resta pertanto preclusa la proposta Fregolent ed altri che sarà comunque trasmessa alla Commissione Bilancio, unitamente a quella approvata, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

  Claudio MANCINI (PD) chiede che la Commissione svolga attività conoscitiva sulla situazione della banca CARIGE.

  Carla RUOCCO, presidente, ribadisce che tutte le proposte in ordine all'attività della Commissione nelle prossime settimane potranno essere avanzate ed esaminate in ufficio di presidenza.

  La seduta termina alle 15.10.

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