CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 luglio 2018
31.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 77

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 4 luglio 2018. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 10.10.

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2018.
Atto n. 28.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 3 luglio 2018.

  Luigi GALLO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 4 luglio 2018. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 10.15.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una nuova agenda europea per la cultura COM(2018) 267 final.

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Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Costruire un'Europa più forte: il ruolo delle politiche in materia di gioventù, istruzione e cultura COM(2018)268 final.
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che l'esame degli atti dell'Unione europea – di questi e degli altri che saranno incardinati oggi – avviene ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, in base al quale le Commissioni competenti esaminano gli atti e, al termine dell'esame, «possono esprimere in un documento finale il proprio avviso sull'opportunità di possibili iniziative». Avverte che l'esame non si concluderà oggi, ma proseguirà secondo il calendario che sarà concordato in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi. Il documento eventualmente adottato dalle Commissioni a conclusione dell'esame sarà quindi trasmesso al Governo e alle istituzioni europee nell'ambito del cosiddetto «dialogo politico» tra i Parlamenti nazionali e le istituzioni dell'Unione europea.

  Paolo LATTANZIO (M5S), relatore, premette che le due comunicazioni si inseriscono nel contesto di una serie di misure non legislative nell'ambito delle politiche culturali, per i giovani e della formazione, guardando al ruolo di propulsione esercitato dalla cultura, dalla creatività e dal patrimonio culturale per le comunità nazionali e per l'Unione nel suo complesso.
  Segnala che nelle intenzioni della Commissione europea, la nuova agenda europea per la cultura dà seguito all'auspicio, formulato dai leader dei 27 Stati membri e delle istituzioni europee in occasione del 60o anniversario della firma dei trattati di Roma, per la costruzione di un'Unione più inclusiva e più equa, anche grazie al contributo che risorse come cultura, innovazione e creatività possono dare in ottica sociale, economica e di crescita. La dichiarazione di Roma del marzo 2017 chiedeva all'UE di essere luogo «in cui i cittadini abbiano nuove opportunità di sviluppo culturale e sociale e di crescita economica [...] un'Unione che preservi il nostro patrimonio culturale e promuova la diversità culturale». Il medesimo obiettivo è stato confermato dalla riunione di Göteborg del novembre 2017 e dal Consiglio europeo del dicembre 2017, in cui è stata sottolineata l'opportunità di far divenire il 2018, che è «Anno europeo del patrimonio culturale», un'occasione di comunicazione e sensibilizzazione sulle grandi potenzialità che cultura e patrimonio culturale offrono per la crescita economica e sociale dell'intero territorio dell'UE. Il vertice di Göteborg del novembre 2017 ha inoltre visto la ratifica del «Pilastro europeo dei diritti sociali», all'interno del quale cultura e istruzione sono aspetti centrali di inclusione e crescita. Ricorda che, con la nuova agenda, la Commissione assegna alla risorsa cultura un importante ruolo di crescita e di coesione per un'Europa in fase di profondo cambiamento, sottolineando che «è interesse di tutti gli Stati membri sfruttare a pieno le potenzialità rappresentate da istruzione e cultura quali forze propulsive per occupazione, giustizia sociale e cittadinanza attiva e mezzi per sperimentare l'identità europea in tutta la sua diversità». A tal proposito, l'introduzione della Comunicazione riporta i risultati di un'indagine di Eurobarometro (2017) nella quale si registra che, se il 53 per cento dei cittadini europei ritiene che gli Stati membri condividono un insieme di valori comuni, il 40 per cento ritiene che la popolazione dell'UE sia, al contrario, profondamente divisa. La cultura è, ad avviso della Commissione europea, tra i fattori che meglio possono contribuire a colmare questa distanza creando uno spirito di comunità, ed è quindi da leggere come settore chiave per la crescita del nostro Paese. Tuttavia, la stessa Commissione sottolinea come la «risorsa» cultura necessiti di promozione, valorizzazione e condivisione tra i cittadini, come dimostrano Pag. 79recenti dati Eurostat (novembre 2017), secondo i quali oltre un terzo degli europei non partecipa in alcun modo ad attività culturali. Di qui l'esigenza avvertita dalle istituzioni europee di adottare politiche e strumenti per consentire la più ampia fruizione culturale dei cittadini europei e di introdurre nelle proprie politiche il principio guida di «capacità culturale». Finalità dichiarata della Comunicazione in esame, come di altre iniziative e misure intraprese di recente a livello UE nel settore culturale e dell'istruzione – tra gli altri il significativo aumento del finanziamento di programmi mirati all'apprendimento e alla ricerca come Erasmus e Orizzonte Europa – è quella di promuovere le opportunità per tutti di partecipare e creare cultura, rafforzando i legami tra cultura e istruzione, affari sociali, politiche urbane, ricerca e innovazione, opportunità lavorative.
  Le azioni da intraprendere nell'area della cultura a livello di UE, delineate nell'agenda (COM(2018)267), trovano fondamento giuridico nell'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea e nell'articolo 167 del Trattato sul funzionamento dell'unione europea. Segnala che, in proposito, merita ricordare che, nel settore della politica culturale, gli Stati membri hanno competenza esclusiva, mentre è ruolo dell'UE incoraggiare e integrare le azioni degli Stati membri. Sottolinea che il Consiglio europeo del dicembre 2017 ha invitato l'UE a fare di più in questo ambito, vagliando «eventuali misure riguardanti, tra le altre, le condizioni quadro giuridiche e finanziarie per lo sviluppo delle industrie culturali e creative e la mobilità dei professionisti nel settore culturale».
  Ricorda che entrambe le comunicazioni sono alle prime fasi del loro iter presso le istituzioni europee: l'esame di entrambi gli atti risulta avviato da parte dei Parlamenti di Finlandia, Germania, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia.
  La nuova agenda per la cultura persegue tre obiettivi strategici con dimensione sociale, economica ed esterna. Secondo alcuni dati citati dalla Commissione (Speciale Eurobarometro 2017), il 71 per cento degli europei ritiene che vivere in luoghi legati al patrimonio culturale migliori la qualità della vita. La relazione introduttiva della Commissione cita alcune ricerche scientifiche che collocano l'accesso alla cultura ai primi posti nella classifica dei fattori che incidono in modo benefico sul benessere delle persone. Dati che, d'altra parte, assumono ancora maggiore valore in Italia con riferimento all'infanzia e ai giovani che in misura sempre più ampia vivono situazioni di povertà educativa legata a scarse o nulle possibilità di accesso alla conoscenza, ai prodotti culturali e quindi a prospettive dignitose di crescita e futuro. Quanto alla dimensione sociale, obiettivo generale è quello di fare della cultura e della diversità culturale uno strumento di coesione e benessere sociale.
  Evidenza che, in particolare, l'agenda prevede di: sostenere la capacità culturale di tutti gli europei con un'ampia gamma di attività culturali e mettendo tutti in condizione di parteciparvi in modo attivo; favorire la mobilità dei professionisti della cultura e delle opere d'arte, anche attraverso la richiesta agli Stati membri di rimuovere gli ostacoli amministrativi, come la doppia tassazione degli artisti e dei professionisti dei settori culturali; proteggere e valorizzare il patrimonio culturale europeo, risorsa condivisa anche per rafforzare un senso di identità europea comune.
  La Commissione intende inoltre: sostenere la ricerca e gli scambi (crossover) culturali per valutarne l'impatto su diversi ambiti, compresi salute e benessere; sviluppare azioni per l'inclusione sociale attraverso la cultura, i programmi Europa creativa (con criteri di selezione dei progetti basati sul principio della parità di genere) ed Erasmus+; promuovere, nell'ambito di «Europa creativa», un progetto sulle città e gli spazi culturali urbani (2018); proporre, nell'ambito di «Europa creativa» (2018-2019), un programma di mobilità per i professionisti nei settori creativi e culturali.
  La seconda dimensione è quella economica, indicata come seconda direttrice d'intervento. In tale ambito, la Commissione Pag. 80intende offrire sostegno alla creatività basata su cultura, istruzione e innovazione con la finalità dichiarata di farne strumenti di crescita e di incremento dell'occupazione. Uno studio privato citato dalla Commissione sottolinea che i settori culturali hanno contribuito positivamente negli ultimi anni alla crescita economica e al commercio nei Paesi dell'UE. I posti di lavoro in questi settori hanno registrato una crescita costante fino ad attestarsi a 8,4 milioni nel 2016. Il surplus commerciale per i prodotti culturali è di 8,7 miliardi di euro e il contributo del settore al prodotto interno lordo dell'UE è stimato al 4,2 per cento. Molte esperienze europee ci parlano, ancora, di possibilità di rigenerazione urbana, di crescita sociale, di aumento di opportunità lavorative proprio a partire da investimenti dell'industria culturale e valorizzazione del patrimonio culturale.
  In particolare la Commissione propone di: promuovere le arti, la cultura, il pensiero creativo nell'istruzione e nei percorsi formativi formali e informali; incoraggiare sistemi favorevoli alla nascita di industrie creative e della cultura, promuovendo 1) l'accesso ai finanziamenti, 2) la remunerazione equa di autori e creatori e 3) la cooperazione intersettoriale; promuovere le competenze richieste dai settori creativi e della cultura, comprese quelle digitali, d'impresa e specializzate.
  La Commissione ha sostenuto il lavoro dell'OCSE sui programmi per insegnare, apprendere e valutare il pensiero critico e creativo, che oggi è l'ambito innovativo previsto per il PISA (Programma per la valutazione internazionale degli studenti), così da ribadire l'importanza del legame tra i livelli di istruzione e la partecipazione culturale. Quest'orientamento dovrebbe essere esteso, ad avviso della Commissione europea, a tutti i livelli di istruzione e formazione con il passaggio dall'approccio STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) allo STEAM che include anche le arti.
  L'agenda sottolinea altresì le significative potenzialità, in termini di rilancio delle attività economiche, delle risorse culturali coniugate con il turismo. I cluster di imprese dei settori creativi, secondo i dati della Commissione, hanno mostrato di poter creare un'elevata crescita dell'occupazione e ad oggi circa il 6 per cento delle 1.300 priorità regionali in materia di specializzazione intelligente si riferisce alla cultura. La cooperazione territoriale europea e regionale promuove l'Europa come destinazione turistica, anche in percorsi macro-regionali.
  Fa presente che nella relazione si sottolinea come in molti Paesi europei le attività culturali costituiscano uno dei principali settori di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani, che restano tuttavia interessati dalle criticità derivanti dalla diffusione di contratti di lavoro a progetto, atipici e part-time. L'agenda illustra, ancora, alcune azioni considerate necessarie per creare condizioni favorevoli alla crescita delle imprese culturali e delle attività dei professionisti della cultura. In particolare: un contesto normativo che ricompensi la creazione. Un'equa remunerazione di autori e creatori, anche per il mercato unico digitale, è uno degli obiettivi perseguiti dalla Commissione, assieme alla copertura e protezione sociale dei lavoratori intermittenti; un migliore accesso ai finanziamenti. La Commissione prospetta il consolidamento dello strumento di garanzia per i settori culturali e creativi, nell'ambito di Europa creativa e indica quali strumenti alternativi il crowdfunding e i finanziamenti privati tramite sponsorizzazioni, fondazioni e partenariati fra settore privato e pubblico; opportunità di crescita e internazionalizzazione e competenze specifiche. L'attività dei professionisti nei settori creativi e della cultura richiede un'ampia varietà di competenze digitali, tradizionali, trasversali, imprenditoriali e specializzate, di cui si prospetta la promozione.
  Sottolinea che, per raggiungere tali traguardi, la Commissione intende: sostenere la fase di convalida del progetto «Teaching, assessing and learning creative and critical thinking skills in education» dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), con l'intenzione Pag. 81di includere un modulo sulla creatività nel PISA 2021, e analizzare le possibilità per progetti analoghi nell'istruzione e nella formazione superiore (2018); promuovere la musica e le arti nell'istruzione e nella formazione, anche come tema prioritario nel programma Erasmus+ (2019) e incentivare lo sviluppo di moduli interdisciplinari orientati alla creatività negli istituti di istruzione superiore (2018); sostenere le regioni nell'attuazione delle strategie in materia di specializzazione intelligente e delle strategie macroregionali concentrate sulla cultura, e promuovere il turismo culturale sostenibile anche nell'ambito dell'Anno europeo; sostenere i partenariati tra le industrie e i professionisti creativi e le reti di incubazione europee per l'innovazione guidata dalla creatività che integrino creatività, arte e design con scienza e tecnologie all'avanguardia; realizzare un progetto pilota che favorisca partenariati più solidi tra i settori creativi e della cultura, gli enti locali, le parti sociali e gli erogatori di istruzione e formazione (2018); vagliare una Comunità della conoscenza e dell'innovazione dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia in materia di patrimonio culturale e industrie creative (2019); organizzare un dialogo costante con i settori creativi e della cultura nel contesto della nuova strategia di politica industriale, per identificare le esigenze politiche e porre le basi di un ampio quadro politico a livello di UE; organizzare un dialogo costante con il settore musicale anche attraverso l'azione preparatoria cd. «Music Moves Europe»; rafforzare il dialogo con l'industria audiovisiva europea, anche tramite gli eventi del forum del cinema europeo (2018); sostenere gli Stati membri nell'assicurare retribuzioni eque agli artisti e ai creatori attraverso dialoghi settoriali e generali, in linea con la strategia per il mercato unico digitale (2019). Ricorda che la Commissione invita gli Stati membri a: impegnarsi a migliorare le condizioni socioeconomiche di artisti e creatori e a promuovere l'istruzione e la formazione artistiche nell'ambito del prossimo piano di lavoro.
  Ultima direttrice di intervento è rappresentata dalle relazioni internazionali, nel cui ambito il fattore culturale merita di essere promosso: per favorire lo sviluppo sociale ed economico sostenibile; per creare, anche attraverso il dialogo interculturale, relazioni pacifiche tra le comunità; per rafforzare la cooperazione in materia di patrimonio culturale.
  La Commissione e l'Alto rappresentante intendono: promuovere i settori creativi e culturali nei Balcani occidentali anche grazie ad «Europa creativa», e utilizzare lo strumento di assistenza preadesione per sostenere la cultura nei Balcani occidentali e nei paesi dell'allargamento; prevedere il lancio di una terza fase del programma culturale del partenariato orientale e rafforzare la società civile mediante la cultura nei paesi mediterranei; lanciare un'azione preparatoria riguardante le Case della cultura europea nei paesi partner; rafforzare il dialogo culturale con la Cina e lanciare un nuovo dialogo con il Giappone; attuare l'undicesimo programma culturale intra-ACP del Fondo europeo di sviluppo per i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, a integrazione delle azioni nell'ambito di tutti gli altri programmi dell'UE pertinenti, per sostenere in tali paesi la creazione di posti di lavoro, la costruzione dell'identità, la formazione professionale, la cooperazione audiovisiva e l'attuazione della convenzione UNESCO del 2005; elaborare strategie per la cooperazione culturale a livello regionale, iniziando da Balcani occidentali, Medio Oriente, Africa settentrionale e America latina; aggiungere la protezione del patrimonio culturale agli incarichi delle missioni di politica di sicurezza e di difesa comune, ove opportuno, sulla base dei progetti e delle missioni in corso; sostenere i corridoi del patrimonio della via della seta in Asia centrale, Afghanistan e Iran.
  Risultano, inoltre, di grande rilevanza quelle che la Commissione individua come «azioni trasversali»: la Protezione e valorizzazione del Patrimonio Culturale e l'attuazione della strategia Digital4culture. La Commissione invita gli Stati membri a Pag. 82cooperare allo sviluppo di attività comuni con la Commissione, l'Alto rappresentante e i loro servizi, compreso il Servizio europeo per l'azione esterna.
  Passando alla seconda comunicazione all'esame, dedicata alle politiche in materia di gioventù, istruzione e cultura, dal titolo «Costruire un'Europa più forte», segnala che la Commissione UE illustra il modo in cui sta dando attuazione all'agenda del vertice tenutosi a Göteborg nel novembre del 2017 e al mandato conferitole dal Consiglio europeo del dicembre 2017 per la realizzazione di uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025, finalizzato a consolidare la dimensione culturale dell'UE e la partecipazione dei giovani. La seconda comunicazione, strategica, afferma con forza la centralità del diritto ad un'istruzione, a una formazione e ad un apprendimento permanente di qualità. Fa presente che un iniziale seguito all'invito del Consiglio europeo è stato dato dalla Commissione UE con la presentazione, nel gennaio del 2018, di un primo pacchetto di misure, riguardanti le competenze chiave, le capacità digitali, i valori comuni e l'istruzione inclusiva (si tratta degli atti COM(2018)22; COM(2018)23; COM(2018)24). Ulteriori iniziative sono state adottate nel marzo 2018 con la presentazione della comunicazione sulla disinformazione (COM(2018)236) e la comunicazione sull'intelligenza artificiale COM(2018)237.
  Riferisce che la comunicazione «Costruire un'Europa più forte» costituisce un secondo pacchetto inserito in una serie di iniziative nei settori della gioventù, della cultura, nonché nella politica dell'istruzione e della formazione per contribuire a garantire un'Europa più competitiva, inclusiva e coesa, comprendenti in particolare: una Strategia per la gioventù per il periodo 2019-2027, come prosecuzione di precedenti azioni di investimento sui giovani; due proposte di raccomandazione del Consiglio sul riconoscimento reciproco dei diplomi e sul potenziamento dell'insegnamento e apprendimento delle lingue; una raccomandazione del Consiglio relativa a sistemi di educazione e cura della prima infanzia di alta qualità. Tali azioni sono volte ad assegnare centralità alle politiche in materia di formazione, istruzione, cultura e a favore dei giovani e danno seguito alla dichiarazione di Roma del marzo 2017 in cui i leader dell'UE si sono impegnati per costruire «un'Unione in cui i giovani ricevano la migliore istruzione e la migliore formazione possibili e possano studiare e trovare lavoro in tutto il continente; un'Unione che preservi il nostro patrimonio culturale e promuova la diversità culturale». Evidenzia che nell'introduzione si sottolinea come assegnare centralità all'istruzione, alla formazione, ai giovani e alla cultura a livello dell'UE consenta di offrire alle nuove generazioni prospettive più incoraggianti e un ruolo più attivo nella società promuovendo innovazione, competitività e resilienza. Le azioni e le iniziative delineate nella comunicazione concorrono alla costruzione di uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025, obiettivo primario delle istituzioni UE. Viene posto l'accento sulla mobilità per l'apprendimento, finalizzata al raggiungimento di tre obiettivi: la cooperazione transfrontaliera nel settore dell'istruzione e dell'informazione; il superamento degli ostacoli all'apprendimento, la formazione o il lavoro in un altro paese, realizzando una «libera circolazione dei discenti»; il sostegno gli Stati membri nel migliorare la natura inclusiva, orientata all'apprendimento permanente e all'innovazione, dei loro sistemi di istruzione e formazione.
  L'attuazione dello spazio europeo dell'istruzione si baserà principalmente su: il programma Erasmus+ e il nuovo programma Erasmus 2021-2027, presentato a maggio 2018, conta su una triplicazione delle risorse assegnate (30 miliardi di euro); la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione, il cui quadro normativo è destinato a concludersi nel 2020 e sarà seguito, negli intendimenti della Commissione, da un nuovo assetto normativo rafforzato che definisca priorità, orienti le politiche e destini in modo più efficiente i finanziamenti dell'UE. Pag. 83
  Le iniziative che la Commissione definisce strategiche ai fini dello spazio europeo dell'istruzione sono: 1) riconoscimento reciproco automatico dei diplomi conseguiti in uno Stato membro, o dei periodi di studio, per rimuovere gli ostacoli al riconoscimento formale di titoli di studio di livello terziario o secondario superiore conseguiti in un altro Stato membro. Il riconoscimento automatico è prospettato anche per i periodi di studio fino ad un anno trascorsi all'estero nel corso dell'educazione terziaria o secondaria. A tal fine, la Commissione propone una raccomandazione del Consiglio che miri a stabilire il riconoscimento automatico delle qualifiche come principio di base entro il 2025; 2) migliore apprendimento delle lingue nella scuola dell'obbligo, con l'obiettivo indicato dalla Commissione di consentire ad un numero sempre più ampio di giovani di padroneggiare due lingue oltre a quella del paese di origine; 3) l'introduzione in modo progressivo ed entro il 2021, di una carta europea dello studente, finalizzata a ridurre gli oneri amministrativi e i costi per gli studenti e gli istituti. La carta europea potrebbe consentire agli studenti di accreditarsi presso qualsiasi istituto di istruzione superiore dell'UE, e accedere a vari servizi (biblioteca, trasporti, alloggio) grazie allo scambio elettronico delle informazioni relative al percorso formativo (crediti, attività e dati accademici) e nel rispetto della protezione dei dati personali; 4) la costituzione di università europee, almeno venti entro il 2024, a partire da reti di università collegate tra loro in progetti di cooperazione. La loro creazione – con progetti pilota già dal 2019 e 2020 nell'ambito del programma Erasmus+ – dovrebbe nel tempo condurre alla nascita di titoli di laurea europei riconosciuti in tutta Europa; 5) il potenziamento della scuola di governance europea e transnazionale istituita per iniziativa dell'Istituto universitario europeo di Firenze, per la formazione di dirigenti delle organizzazioni pubbliche, private e della società civile; 6) la creazione di centri di eccellenza per l'istruzione e la formazione professionale, per promuovere competenze tecnico-professionali di alto livello.
  Conclude sottolineando l'importanza di lavorare su queste comunicazioni valorizzando il contributo che la VII Commissione può fornire alla Commissione Europea, guardando alla cultura come motore sociale ed economico in grado di trasformare le comunità, generare posti di lavoro e crescita, migliorare la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini europei.

  Valentina APREA (FI) dichiara che il suo gruppo valuta favorevolmente i due atti in titolo, aggiungendo di ritenere che alcuni punti siano particolarmente significativi e augurandosi che vengano ben rimarcati nel documento finale che sarà eventualmente approvato. In particolare, evidenzia che il riconoscimento del ruolo della cultura e dell'istruzione per rafforzare il senso dell'identità europea e dei valori comuni che ci appartengono è stata ribadita dalla Commissione Europea al Vertice europeo di Göteborg del novembre dello scorso, anno dedicato al Pilastro Sociale Europeo. Pertanto, di nuovo si ribadisce una delle missioni della dimensione socio-educativa e culturale europea che, pur nel rispetto della competenza esclusiva degli Stati membri in materia, ritaglia uno spazio di discussione sulla necessità di fornire ai nostri giovani gli strumenti per decodificare la realtà che vivono e di ben prepararli, in termini di competenze, ad essere competitivi nell'arena globale del mercato del lavoro.
  Ritiene quindi di poter accogliere con favore le proposte della Commissione europea per il nuovo periodo di programmazione 2021-27, presentate ufficialmente lo scorso 30 maggio: nuovo periodo che vedrà un significativo aumento del budget per Erasmus Plus (quasi il doppio rispetto all'attuale programma per un ammontare di 30 miliardi di euro) e per Europa creativa (circa il 15 per cento in più per un totale di 1,85 miliardi di euro). Sottolinea che questa scelta fa di Erasmus Pag. 84Plus il secondo programma europeo a gestione diretta per ampiezza di dotazione finanziaria, dopo Horizon Europe.
  Sottolinea che il macro-obiettivo che la Commissione europea vuole perseguire, anche attraverso la proposta contenutistica e budgetaria di Erasmus Plus, è proseguire i lavori per costruire uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025: le nuove iniziative mirano ad aumentare la mobilità per l'apprendimento (fino a 12 milioni di persone nel periodo 2021-2027, il triplo rispetto all'attuale periodo di finanziamento) e le possibilità di istruzione nell'UE, includendo tra i beneficiari gli alunni delle scuole, gli studenti dell'istruzione superiore, i tirocinanti, gli insegnanti, gli animatori socioeducativi, gli allenatori sportivi e anche i discenti dell'istruzione e della formazione professionale e il personale coinvolto nell'istruzione degli adulti. In particolare, ritiene utile portare all'attenzione dei colleghi il progetto di una carta europea dello studente intesa a promuovere la mobilità per l'apprendimento, riducendo gli oneri amministrativi e i costi per gli studenti e gli istituti di istruzione e formazione. La Commissione prevede di introdurla entro il 2021 come simbolo visibile dell'identità degli studenti europei. Al riguardo sottolinea la necessità di chiarire quali azioni si vorranno mettere in campo e quali saranno le linee di intervento affinché questo progetto abbia un'effettiva ricaduta sugli studenti italiani. La mobilità deve essere resa effettiva quale strumento idoneo a stimolare uno shock culturale negli studenti, oltre che a permettere l'apprendimento di una seconda lingua al livello della lingua madre. La riduzione dei costi, infatti, consentirebbe una generalizzazione delle possibilità di accesso ai programmi di mobilità.
  Per quanto riguarda la formazione professionale – dopo aver rivendicato il lavoro svolto in questo campo dalla sua parte politica e in particolare dal Governo di cui ha lei stessa fatto parte – sottolinea il ruolo strategico che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, insieme alla Conferenza Stato-Regioni, è chiamato a svolgere nei prossimi mesi per promuovere l'adozione di proposte che abbiano un impatto positivo per il sistema della formazione professionale. Si sofferma sull'importanza della formazione e dell'istruzione professionali, ricordando come il sistema duale a suo tempo introdotto abbia attecchito in poche regioni, ma, dove ha attecchito, offra ai giovani reali opportunità formative in termini di mestieri. È un sistema che va esteso a tutte le regioni e soprattutto al meridione. È essenziale cogliere le occasioni che in questo campo offre l'Unione europea, evitando che siano soli i Paesi del Nord Europa ad avvantaggiarsene. È, questo dell'istruzione e formazione professionali e delle opportunità offerte dall'Europa, un punto che invita il relatore a non trascurare. Si riferisce, in particolare, alla Raccomandazione sul mutuo riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore e secondaria. L'obiettivo della proposta di raccomandazione è una questione intrinsecamente transnazionale. Esso richiede il proseguimento della cooperazione tra Stati membri, poiché non può essere conseguito in misura sufficiente dagli Stati membri da soli ma, in modo più efficace, a livello dell'Unione. A tal fine saranno elaborate altre azioni per sostenere un approccio all'istruzione e alla formazione basato sull'apprendimento permanente e l'innovazione.
  Ricorda che in proposito la Commissione propone di sostenere l'istituzione di centri di istruzione e formazione professionale di eccellenza, al fine di promuovere un ruolo attivo dell'istruzione e della formazione professionale nello sviluppo economico regionale e locale; di promuovere l'apprendimento delle lingue; migliorare l'istruzione, la formazione e l'apprendimento permanente (l'istituzione di centri di istruzione e formazione professionale di eccellenza); di promuovere l'innovazione nell'istruzione nell'era digitale e garantire maggiore sostegno agli insegnanti.
  Sostiene vivamente l'importanza di non perdere le opportunità offerte dall'allocazione di consistenti risorse per garantire l'accesso alla mobilità anche ai giovani che Pag. 85seguono l'istruzione professionale, la quale deve uscire una volta per tutte dal ruolo della «Cenerentola dell'istruzione» cui è stata relegata in Italia.
  Considera un'ottima iniziativa l'introduzione di un'azione di partenariati su scala ridotta, specificamente concepita per i piccoli operatori, con un livello inferiore di criteri e requisiti amministrativi rispetto ad altri progetti di cooperazione tradizionali. Tale azione sosterrà inoltre formati flessibili (generalmente attività transnazionali e, in casi eccezionali, nazionali con una forte dimensione europea) che permettano alle organizzazioni di coinvolgere le persone che beneficiano di minori opportunità.
  Relativamente alla nuova proposta di regolamento del programma Europa Creativa, all'interno del capitolo «Investire nelle Persone» del Quadro pluriennale di finanziamento europeo (2021/27), rileva un focus maggiormente centrato sul supporto al settore delle industrie creative e culturali al fine di porre le condizioni per rendere gli operatori del settore capaci di affrontare le sfide globali soprattutto in termini di digitalizzazione. A tale riguardo, ricorda che le industrie creative in Europa impiegano a tempo pieno oltre 12 milioni di lavoratori, ossia il 7,5 per cento della forza lavoro dell'UE, generando all'incirca 509 miliardi di euro di valore aggiunto per il PIL (5,3 per cento del valore totale) e comprendono la maggioranza delle piccole e microimprese, e che le imprese del settore culturale e creativo (SCC) che hanno meno di 9 dipendenti rappresentano oltre il 90 per cento della forza lavoro. Rappresenta che la Lombardia è la regione dove il numero delle imprese culturali e creative è, in assoluto, maggiore. Con 84.440 aziende del settore presenti sul proprio territorio, rappresenta il 19,1 per cento del totale italiano (443.208 imprese culturali). Seguono Lazio, con 53.786 imprese culturali (pari al 12,1 per cento del totale), Veneto (38.272), Toscana (34.746), Campania (32.982) ed Emilia Romagna (32.595). I settori chiave nell'ambito delle imprese culturali e creative nella regione sono il design di moda e industriale, la moda, l'editoria e lo spettacolo.
  Richiama l'attenzione sul testo dell'atto in esame, dove si dice che, «considerate la digitalizzazione e la concorrenza a livello mondiale, è necessario che i settori culturali e creativi europei ottengano un maggiore sostegno per favorire le produzioni transfrontaliere, per aumentare il numero di opere europee e garantirne una maggiore distribuzione, e per garantire che le tecnologie digitali siano sfruttate appieno, rispettando nel contempo la diversità culturale e linguistica dell'Europa. Inoltre, rafforzando la cultura e la creatività nell'UE, si può sostenere meglio la libertà e il pluralismo dei media, aspetti fondamentali per ottenere società aperte, inclusive e creative. Per questo motivo, la Commissione propone un aumento dei fondi per il programma Europa creativa». Invita la Commissione a porre mente al legame tra istruzione e cultura e in particolare al tema delle nuove competenze per il settore delle industrie creative e culturali, al fine di rafforzare la capacità delle micro-imprese rispetto all'autoimprenditorialità.
  Ritiene inoltre necessario rafforzare, con finanziamenti mirati, i progetti nell'ambito del rapporto tra cultura e istruzione, sia in termini di connubio tra arte e scienza, sia con l'introduzione di moduli sulla creatività, che, insieme al problem solving, è considerata tra le principali soft skill da acquisire, all'interno dei programmi scolastici.
  Conclude ricordando che lo scorso 1o luglio è iniziata la Presidenza di turno austriaca del Consiglio dell'Unione europea, nel cui programma di lavoro figurano il dossier su Erasmus Plus, il regolamento sul mutuo riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore e secondaria e Europa creativa, il che è particolarmente significativo essendosi in chiusura dell'Anno europeo del Patrimonio culturale, iniziato lo scorso 1o gennaio 2018. Ribadisce che occorre intervenire quanto prima per presentare i progetti italiani ed assicurarsi i finanziamenti necessari affinché Pag. 86gli obiettivi illustrati non restino una mera chimera per i giovani italiani, che stanno attraversando tempi difficili. Rileva infine che la Commissione dovrebbe chiedere al Governo di riferire, quando sarà il momento, sui seguiti ottenuti dall'Italia in termini di accesso ai benefìci offerti dall'Unione europea.

  Andrea DE MARIA (PD) esprime la valutazione positiva del suo gruppo sui contenuti delle comunicazioni illustrate. In particolare, attribuisce un valore fondamentale al programma Europa creativa quale strumento per consentire ai popoli europei di sentirsi parte di un programma comune e per promuovere l'identità europea e il sentimento di comunità, anche per contrastare la crisi dell'unità europea. Quanto alle misure specifiche, reputa necessario individuare strumenti idonei a favorire la mobilità degli operatori della cultura e delle opere d'arte. Si tratta di un punto essenziale, che si augura sia valorizzato nel documento finale. Apprezza l'incremento di risorse per le finalità di promozione della cultura, ricordando che questa è strumento di inclusione sociale. Ritiene, a questo proposito che occorrerebbe ragionare sul ruolo italiano, nel senso che l'Italia, sia per la sua storia, sia per il suo vasto patrimonio artistico, dovrebbe sforzarsi porsi alla guida di questo processo di rinnovamento e di queste iniziative. Ricorda quindi i diversi interventi in materia realizzati dal precedente Governo, quali l’art bonus, la legge sul cinema e lo spettacolo dal vivo, il rilancio della rete museale, il Fondo per il libro e la lettura, la promozione dei luoghi della memoria e della Resistenza. Conclude invitando i colleghi a sostenere un maggiore protagonismo dell'Italia, per fare delle occasioni offerte dall'Unione europea con l'agenda per la cultura uno strumento di reale trasformazione del paese.

  Cristina PATELLI (Lega) si dichiara convinta che nell'affrontare le politiche in materia di gioventù, istruzione e cultura non si possa prescindere da alcuni dati preoccupanti, che devono indurre ad una riflessione attenta e all'adozione di opportune contromisure. Si riferisce, in particolare, alle stime che attestano che il 20 per cento degli allievi delle scuole è insufficiente nella lettura; il 22 per cento è insufficiente nella matematica; il 20 per cento nelle scienze; l'11 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato prematuramente gli studi. Inoltre, la circostanza che solo l'11 per cento degli adulti partecipa a corsi di apprendimento indica che le lacune della formazione in giovane età difficilmente trovano compensazione in età adulta. Sottolinea che, a dispetto dell'ingresso nel XXI secolo e nell'era di Internet, il 44 per cento della popolazione possiede ancora un livello basso o nullo di competenze digitali, con ricadute pesanti, quindi, sulle possibilità di impiego. È certificato, infatti, che nel futuro il 90 per cento dei posti di lavoro richiederà il possesso di tali competenze. A ciò va aggiunto che il 50 per cento della popolazione dichiara di non saper parlare alcuna lingua straniera, mentre il 72 per cento ritiene fondamentale conoscerne almeno due. Esprime quindi il parere favorevole del suo gruppo sulla nuova agenda europea per la cultura, che persegue tre obiettivi strategici a livello sociale, economico e delle relazioni internazionali, al fine di dare centralità alle politiche di formazione, istruzione, cultura.

  Emanuela ROSSINI (Misto-Min.Ling.) sottolinea il carattere dirompente dei documenti in titolo, rimarcando come occorra un cambio di paradigma che veda la cultura non più come un ambito a sé stante, sconnesso da altri, ma come un ambito intersettoriale, che dovrebbe sviluppare maggiori sinergie con altri settori, quali la sanità, l'ambiente, l'energia. Ritiene inoltre fondamentale verificare a posteriori le modalità di utilizzo dei fondi erogati dall'Unione. Conclude raccomandando un riconoscimento alla specificità operativa delle industrie creative, che vanno ripensate e capite quali nuovi soggetti economici su cui investire, affinché la cultura possa inseminare il tessuto sociale ed economico del Paese.

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  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) si sofferma sull'inquadramento storico del programma Europa creativa, la cui prima fase si è già svolta. Nel corso di essa gli italiani si sono distinti quali validi partecipanti e, in alcuni casi, quali vincitori. Suggerisce di tesaurizzare i risultati fin qui conseguiti, traendone spunti per una migliore formulazione delle nuove proposte. Sottolinea la necessità di tenere presenti il calendario di lavoro della Commissione cultura del Parlamento europeo nell'esame di questi documenti, per evitare che il contributo di questa Commissione sia tardivo rispetto al dibattito nelle sedi europee. Considera positivo il principio alla base del programma che punta ad una più ampia partecipazione alle iniziative culturali, anche se ritiene che l'apertura ad un numero più alto di possibili beneficiari vanifichi in parte il positivo incremento delle risorse (circa il 27 per cento). Approva la scelta degli strumenti finanziari di garanzia, che avviene mediante il Fondo InvestEU, che è il fondo più sicuro. Conclude ricordando la proposta di legge del suo gruppo sulle imprese culturali e creative.

  Anna ASCANI (PD), intervenendo sull'organizzazione dei lavori, chiede che nel prosieguo del dibattito sia presente anche il rappresentante del Ministero dei beni e delle attività culturali, che, a suo avviso, ha una competenza prevalente nei temi trattati dagli atti in titolo. Ricorda, quindi, che nella giornata di domani l'Assemblea del Parlamento europeo metterà in votazione la contestata direttiva sul diritto d'autore, la quale contiene misure sulle quali alcuni esponenti del Governo si stanno pronunciando in varie sedi, mentre sarebbe opportuno che l'Esecutivo chiarisse la propria posizione in Parlamento.

  Federico MOLLICONE (FdI) si associa alla collega Ascani su entrambe le sollecitazioni da lei formulate.

  Valentina APREA (FI), premesso di convenire con il deputato Mollicone, chiede che il dibattito sui documenti in titolo non si esaurisca con la discussione odierna, preannunciando l'intervento della deputata Marrocco.

  Federico MOLLICONE (FdI) chiede un maggiore approfondimento dei temi di cui ai documenti in esame, preferibilmente anche attraverso un'interlocuzione con la Commissione cultura del Parlamento europeo.

  Paolo LATTANZIO, relatore, apprezza i diversi spunti offerti dal dibattito, tra cui, in particolare, il richiamo all'importanza per i giovani dello shock culturale, cui ha fatto cenno la deputata Aprea, che anche a suo giudizio costituisce un aspetto da valorizzare in ambito formativo. Condivide, inoltre, le raccomandazioni venute da più parti a verificare l'utilizzo effettivo dei fondi da parte dell'Italia. Quanto alle segnalazioni sulle peculiarità di alcune regioni italiane, sottolinea la spinta dei programmi europei ad una maggiore valorizzazione di modelli culturali più ampi. Con riferimento all'intervento del deputato De Maria, invita a tenere in debita considerazione i dati segnalati dalla deputata Patelli che forse non autorizzano la passata maggioranza a parlare con toni trionfalistici delle misure messe in campo dai Governi da essa sostenuti. Ciò che emerge da quei dati è che in Italia sia l'istruzione sia la cultura arrancano ancora un po’ troppo rispetto a quanto avviene negli altri principali Paesi europei.

  Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma Europa creativa (2021-2027) e che abroga il regolamento (UE) n. 1295/2013.
COM(2018)366 final.
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  Flora FRATE (M5S), relatore, illustra l'atto COM(2018)366, recante proposta di Pag. 88regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma Europa creativa (2021-2027) e che abroga il regolamento (UE) n. 1295/2013. Ricorda che la proposta è stata presentata dalla Commissione europea in data 30 maggio 2018.
  Segnala che, secondo dati della Commissione europea, i settori culturale e creativo europei generano circa 509 miliardi di euro in valore aggiunto al prodotto interno lordo (PIL), pari al 5,3 per cento del totale dell'UE, e danno lavoro a oltre 12 milioni di addetti a tempo pieno, equivalenti al 7,5 per cento della forza lavoro europea, risultando il terzo più grande datore di lavoro nell'UE, dopo i settori dell'edilizia e degli alimenti e bevande. Gli ambiti di investimento del programma Europa creativa sono i più vari. A titolo di esempio, è opportuno ricordare le azioni, le iniziative e i premi, fra cui l'iniziativa «Capitali europee della cultura» e il marchio del patrimonio europeo. Inoltre, tra gli altri, vi sono: il Premio biennale dell'UE per l'architettura contemporanea; le Giornate europee del patrimonio; il Premio dell'UE per la musica popolare e contemporanea; il Premio annuale dell'UE per la letteratura; il sostegno ai film europei (2,5 miliardi di euro negli ultimi 27 anni); il forum del cinema europeo, e molto altro.
  Ricorda che è attualmente in corso il programma Europa creativa 2014-2020 (di cui al regolamento (UE) n. 1295/2013), che reca misure a sostegno dei settori culturali e creativi europei e delle opere audiovisive europee, con una dotazione finanziaria di 1,46 miliardi di euro. Il vecchio programma è volto, in particolare, al perseguimento degli obiettivi generali di protezione, sviluppo e promozione della diversità culturale e linguistica europea e del patrimonio culturale dell'Europa, nonché al rafforzamento della competitività dei settori culturali e creativi europei, in particolare del settore audiovisivo. I programmi di finanziamento esistenti, ad eccezione delle attività nel settore dei mezzi di informazione, sono attuati prevalentemente mediante gestione diretta tramite l'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA). La Commissione europea ha proceduto ad una valutazione del programma in corso, da cui è emerso, tra l'altro, che i settori culturali e creativi europei devono ottenere un maggiore sostegno, anche economico, al fine di favorire le produzioni transfrontaliere; aumentare il numero di opere europee e garantirne una maggiore distribuzione; garantire che le tecnologie digitali siano sfruttate appieno, rispettando nel contempo la diversità culturale e linguistica dell'Europa; sostenere meglio la libertà e il pluralismo dei media. Di recente, la Commissione europea ha pubblicato i risultati della valutazione intermedia del programma Europa creativa in corso (COM(2018)248), che è servita anche da base per la predisposizione del nuovo programma 2021-2027. La valutazione ha tenuto conto anche di una consultazione pubblica aperta, che si è tenuta dal 23 gennaio al 24 aprile 2017, e del riscontro di vari portatori di interessi. Essa è stata nel complesso positiva quanto alla soddisfazione di esigenze correnti ed emergenti dei settori culturali e creativi. Tuttavia, è emerso anche che l'entità del bilancio del programma Europa creativa non è sufficiente per produrre un'incidenza significativa su scala europea e/o a livello settoriale.
  Ciò premesso, la proposta di regolamento si basa e dà seguito all'attuale struttura del programma Europa creativa con tre sezioni: Cultura, Media e una sezione transettoriale rafforzata. L'assetto e gli obiettivi del programma Europa creativa sono stati confermati, ma la Commissione europea propone per il nuovo programma alcuni adattamenti, per rispondere a sviluppi economici, tecnologici, sociali e politici.
  Nel dettaglio, la proposta di regolamento si compone di cinque capi e 23 articoli.
  Il capo I (articoli da 1 a 12) reca le disposizioni generali e indica gli obiettivi generali e specifici del programma. Gli obiettivi generali sono: promuovere la cooperazione europea in materia di diversità Pag. 89culturale e linguistica e di patrimonio culturale; e rafforzare la competitività dei settori culturali e creativi, in particolare quello audiovisivo. Gli obiettivi specifici mirano invece a valorizzare la dimensione economica, sociale ed esterna della cooperazione a livello europeo al fine di sviluppare e promuovere la diversità culturale europea e il patrimonio culturale europeo; a irrobustire la competitività dei settori culturali e creativi europei; a rinsaldare le relazioni culturali internazionali; a promuovere la competitività e la scalabilità dell'industria audiovisiva europea; a promuovere la cooperazione programmatica e le azioni innovative a sostegno di tutte le sezioni del programma, compresa la promozione di un ambiente mediatico diversificato e pluralistico, dell'alfabetizzazione mediatica e dell'inclusione sociale.
  Il programma è suddiviso in tre sezioni: cultura, media e transettoriale. Per la sezione Cultura (articolo 4), la proposta reca misure volte, in particolare, a rafforzare la dimensione e la circolazione transfrontaliere di opere e operatori culturali e creativi; ad incrementare la partecipazione culturale in Europa; a promuovere la resilienza e l'inclusione sociali mediante la cultura e il patrimonio culturale; ad incrementare la capacità dei settori culturali e creativi europei di prosperare e di generare occupazione e crescita; a rafforzare l'identità e i valori europei mediante la sensibilizzazione culturale, l'educazione artistica e la creatività basata sulla cultura nel campo dell'istruzione; a promuovere lo sviluppo delle capacità a livello internazionale dei settori culturali e creativi europei al fine di renderli attivi sul piano internazionale; a contribuire alla strategia globale dell'Unione per le relazioni internazionali mediante la diplomazia culturale. Per la sezione MEDIA (articolo 5), le priorità indicate dalla proposta sono le seguenti: coltivare talenti e competenze e stimolare la collaborazione e l'innovazione nella creazione e produzione di opere audiovisive europee; migliorare la distribuzione cinematografica e online e fornire un più ampio accesso transfrontaliero alle opere audiovisive europee, anche mediante modelli commerciali innovativi e l'uso di nuove tecnologie; promuovere le opere audiovisive europee e sostenere l'allargamento e la diversificazione del pubblico all'interno e al di fuori dell'Europa. Tali priorità saranno perseguite, secondo la Commissione europea, sostenendo la creazione, la promozione, l'accesso e la diffusione di opere europee aventi le potenzialità di raggiungere un vasto pubblico all'interno e al di fuori dell'Europa, adattandosi così ai nuovi sviluppi del mercato e accompagnando l'attuazione della direttiva sui servizi di media audiovisivi. Infine, per la sezione transettoriale, le priorità vengono individuate nel sostegno della cooperazione programmatica transettoriale transnazionale, anche per quanto riguarda il ruolo della cultura a fini di inclusione sociale; nella promozione della conoscenza del programma e nel sostegno della trasferibilità dei risultati; nella promozione di approcci innovativi alla creazione, all'accesso, alla distribuzione e alla promozione di contenuti in tutti i settori culturali e creativi; alla promozione di attività trasversali riguardanti diversi settori e tese all'adeguamento ai cambiamenti strutturali cui deve far fronte il settore dei media, compresa la promozione di un ambiente mediatico libero, diversificato e pluralistico, del giornalismo di qualità e dell'alfabetizzazione mediatica; nell'istituzione e nel sostegno di punti di contatto volti a promuovere il programma nei rispettivi paesi e favorire la cooperazione transfrontaliera all'interno dei settori culturali e creativi.
  Ricorda che la dotazione finanziaria del programma per il periodo 2021-2027 – prevista dall'articolo 7 – ammonta a 1,85 miliardi di euro a prezzi correnti (con un incremento pari a 0,39 miliardi rispetto alla dotazione del programma 2014-2020), suddivisi in 1,081 miliardi per la sezione MEDIA (erano 820 milioni nel programma 2014-2020), 609 milioni per la sezione Cultura (erano 450 milioni nel programma 2014-2020) e 160 milioni per la sezione transettoriale (erano 190 milioni nel programma 2014-2020). Inoltre, al fine di Pag. 90promuovere la dimensione internazionale del programma, è previsto che possono essere messi a disposizione contributi finanziari aggiuntivi attraverso gli strumenti di finanziamento esterni (ossia lo strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale e lo strumento di assistenza preadesione).
  Gli articoli 8 e 8-bis disciplinano l'apertura del programma ai Paesi terzi. Il programma può essere aperto ad altri Paesi, conformemente a determinate condizioni stabilite in un accordo unico specifico. Il Capo II (articoli 13 e 14) concerne le sovvenzioni e i soggetti idonei del programma. Le sovvenzioni sono concesse e gestite conformemente al regolamento finanziario. Inoltre, le azioni del programma devono definire criteri di non discriminazione, anche in materia di equilibrio di genere. Per quanto riguarda i soggetti idonei, sono ammessi i soggetti giuridici stabiliti in uno dei seguenti Paesi: uno Stato membro o un Paese o territorio d'oltremare a esso connesso; un Paese terzo associato al programma; un Paese terzo elencato nel programma di lavoro, a determinate condizioni; i soggetti giuridici costituiti a norma del diritto dell'Unione o le organizzazioni internazionali. Il Capo III (articoli 15 e 16) reca norme sulla complementarità del programma e sui finanziamenti cumulativi e combinati. In particolare, l'articolo 15 stabilisce che la Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri, deve garantire la coerenza complessiva e la complementarità del programma con i pertinenti programmi e politiche. Il Capo IV reca disposizioni su monitoraggio, valutazione e controllo del programma (articoli 17-19), prevedendo in particolare gli indicatori da utilizzare per il monitoraggio dei progressi del programma dell'Unione e gli obblighi di rendicontazione nei confronti dei destinatari dei finanziamenti dell'Unione e, se del caso, degli Stati membri. È prevista una valutazione intermedia del programma da parte della Commissione europea entro quattro anni dall'inizio della sua attuazione e una valutazione finale, sempre da parte della Commissione europea, non oltre due anni dal termine dell'attuazione del programma.

  Ketty FOGLIANI (Lega) sottolinea l'importanza dei temi contenuti nella proposta in esame. Ritiene che l'aumento della dotazione finanziaria costituisca un fatto importante, anche se deve rimarcare quanto sia difficile attingere ai fondi stanziati dall'UE, specialmente per le piccole imprese, che spesso vi rinunciano a causa della complessità delle procedure.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) ritiene che anche per questa proposta di regolamento sia essenziale verificare quali sono i tempi di esame nel Parlamento europeo, onde evitare che la Commissione rischi di assumere una posizione tardiva e quindi inutilmente espressa.

  Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce «Erasmus»: il programma dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport e che abroga il regolamento (UE) n. 1288/2013.
COM(2018)367 final.
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  Vittoria CASA (M5S), relatrice, illustra la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio volta a istituire il nuovo programma Erasmus, per gli anni 2021-2027, il quale sostituirà l'attuale Erasmus+ relativo agli anni 2014-2020. Essa abroga pertanto il regolamento (UE) n. 1288/2013 – che aveva istituito il programma previgente – e ne amplia altresì la portata, mediante un significativo aumento delle risorse disponibili, al fine di allargare la platea dei beneficiari delle relative iniziative. Ricorda, al riguardo, che la proposta di regolamento fa seguito alla comunicazione adottata dalla Commissione Pag. 91il 2 maggio 2018, in cui si proponeva «un rafforzamento della componente ’giovani’ nel prossimo quadro finanziario», da perseguire per un verso raddoppiando l'entità del programma Erasmus+ e, per altro verso, incentrandolo «sull'inclusione e su un numero più elevato di giovani provenienti da contesti svantaggiati», anche tramite il ricorso a forme di «mobilità virtuale» e all'uso sistematico delle piattaforme elettroniche. In linea con tale orientamento, il nuovo Erasmus rafforzato avrà una dotazione finanziaria di 30 miliardi di euro, rispetto a quella di 14,7 miliardi di euro del programma precedente. Il raddoppio dei finanziamenti consentirà, negli intendimenti delle istituzioni europee, di coinvolgere una platea molto più ampia di beneficiari, con l'obiettivo di toccare la soglia di 12 milioni di persone, contro i 4 milioni che ne hanno usufruito dal 2014 ad oggi.
  Secondo la Commissione UE, il programma Erasmus sarà un elemento chiave di quello spazio europeo dell'istruzione che essa intende costruire entro il 2025, volto a promuovere un'Europa in cui l'apprendimento non sia limitato da confini e dove sia divenuta la norma trascorrere un periodo in un altro Stato membro per studiare o lavorare, così come parlare due lingue, oltre alla propria lingua madre. In quest'ottica il programma favorisce, pertanto, le esperienze di viaggio finalizzate alla formazione, intese come strumenti di costruzione di un'identità europea, ed è in tale prospettiva che prevede anche la nuova iniziativa DiscoverEU, la quale offrirà ai giovani la possibilità di scoprire il patrimonio culturale dell'Europa e la sua diversità. Il nuovo programma Erasmus conferma la natura integrata di quello previgente a sostegno dell'apprendimento in tutti i contesti (formale, informale, non formale) e in tutte le fasi della vita. Esso mira, inoltre, a promuovere ambiti di studio e ricerca orientati al futuro, quali le energie rinnovabili, l'ingegneria ambientale, l'intelligenza artificiale e la diffusione di competenze, stimolando innovazione, creatività e imprenditorialità in settori emergenti dell'economia digitale.
  Venendo al contenuto proprio della proposta di regolamento, evidenzia che essa si compone di 12 capi e 34 articoli specificando che, in via sintetica, si soffermerà solo su alcuni profili di maggiore interesse ai fini dell'esame in Commissione, rinviando, per il resto, alla documentazione predisposta dagli uffici per maggiori approfondimenti.
  Nel Capo I (disposizioni generali), gli obiettivi del programma sono individuati, in particolare, dall'articolo 3, il quale anzitutto definisce Erasmus uno strumento fondamentale per la costruzione di uno spazio europeo dell'istruzione, quindi indica tra le finalità principali quelle di sostenere lo sviluppo formativo, professionale e personale delle persone nel campo dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, contribuendo in tal modo alla crescita sostenibile, all'occupazione e alla coesione sociale, nonché al rafforzamento dell'identità europea. Sono poi individuati obiettivi specifici per ciascuno dei tre settori di intervento del programma (istruzione e formazione, gioventù e sport), a loro volta strutturati intorno a tre azioni chiave: «mobilità ai fini dell'apprendimento»; «cooperazione tra organizzazioni e istituti»; e «sostegno allo sviluppo delle politiche e alla cooperazione».
  I Capi II – IV individuano le azioni che saranno sostenute dal programma in ciascun settore e nell'ambito di ciascuna azione chiave, rispettivamente nei settori dell'istruzione e della formazione (Capo II), della gioventù (Capo III) e dello sport (Capo IV). In particolare, nell'ambito dell'istruzione, il programma sostiene la mobilità di studenti e personale dell'istruzione superiore e le opportunità di apprendimento linguistico; nonché partenariati per l'eccellenza e l'innovazione, piattaforme online e strumenti di cooperazione virtuale, compresi i servizi di supporto per eTwinning (la piattaforma elettronica per l'apprendimento degli adulti in Europa). In materia di gioventù, il programma sostiene azioni volte a favorire mobilità e attività di partecipazione dei giovani, tra cui DiscoverEU. In materia di Pag. 92sport, il programma sostiene la mobilità degli allenatori e del personale sportivo, nonché eventi sportivi senza scopo di lucro miranti a sviluppare la dimensione europea dello sport. L'articolo 7 è dedicato alle azioni Jean Monnet, introdotte dal regolamento istitutivo di Erasmus+, con la finalità di promuovere l'eccellenza dell'insegnamento e della ricerca nel campo degli studi sull'Unione europea e sul processo di integrazione. Segnala che queste azioni continuano ad essere sostenute nel campo dell'istruzione superiore e in altri ambiti dell'istruzione e della formazione. Lo stesso articolo 7 prevede, inoltre, che il programma Erasmus offra sostegno ad alcune istituzioni precisamente individuate, che perseguono una finalità di interesse europeo. Si tratta, al proposito, dell'Istituto universitario europeo di Firenze, del Collegio d'Europa con sede a Bruges e Natolin, dell'Istituto europeo di pubblica amministrazione di Maastricht, dell'Accademia di diritto europeo di Treviri, dell'Agenzia europea per i bisogni educativi speciali e l'istruzione inclusiva di Odense e del Centro internazionale di formazione europea di Nizza. Il Capo V (Disposizioni finanziarie) stabilisce la dotazione finanziaria del programma nel periodo 2021-2027, che – come anticipato – è fissata in 30 miliardi di euro, così ripartiti: 24,94 miliardi di euro per le azioni in materia di istruzione e formazione; 3,1 miliardi di euro per le azioni in materia di gioventù; 550 milioni di euro per le azioni in materia di sport; 960 milioni di euro come contributo ai costi operativi delle agenzie nazionali. Risorse ulteriori sono previste tramite l'assegnazione di un contributo finanziario aggiuntivo nell'ambito degli strumenti esterni. Il Capo IX (Sistema di gestione e audit) prevede, per ogni Stato membro, un'Autorità nazionale e una o più agenzie nazionali, quali organismi di attuazione del programma.

  Luigi GALLO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 4 luglio 2018.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.55 alle 13.20.