CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 giugno 2022
813.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 14 giugno 2022.

Audizione di una delegazione dell'OCSE-DAC in occasione della mid-term review sul sistema italiano di cooperazione allo sviluppo.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 8.05 alle 9.

AUDIZIONI

  Martedì 14 giugno 2022. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 14.30.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, comunica che a far data dal 10 giugno 2022, per il gruppo M5S è entrato a far parte della Commissione l'onorevole Vittorio Ferraresi. Dà, quindi, il benvenuto al nuovo collega, formulando gli auspici per una proficua collaborazione con la Commissione.

  La Commissione prende atto.

Audizione della Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, sul quadro geopolitico del Mediterraneo.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, e conclusione).

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  Piero FASSINO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Marina SERENI, Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono, quindi, per svolgere proprie considerazioni, Piero FASSINO, presidente, a più riprese, Laura BOLDRINI (PD), Yana Chiara EHM (MISTO-M-PP-RCSE), Graziano DELRIO (PD) e Paolo FORMENTINI (LEGA).

  Marina SERENI, Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, fornisce ulteriori precisazioni.

  Piero FASSINO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.35.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Martedì 14 giugno 2022. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 15.35.

Sugli esiti della visita svolta dalla deputata Laura Boldrini in Israele e nei Territori palestinesi occupati nei giorni dal 2 al 5 giugno 2022.

  Piero FASSINO, presidente, segnala che l'esposizione della collega Boldrini potrà essere di particolare utilità in vista di possibili prossime visite di studio della Commissione nella regione mediorientale.

  Laura BOLDRINI (PD) ringrazia il Presidente Fassino per l'opportunità data di riferire sulla visita in oggetto sollecitata dalle attività di organizzazioni non governative israeliane e palestinesi che collaborano tra loro con i medesimi obiettivi, analoghi a quelli delle Nazioni Unite sin dalla risoluzione n. 242 del 1967: il ritiro di Israele dai Territori occupati nel 1967; la fine degli insediamenti dei coloni, che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha dichiarato illegali con la risoluzione n. 2334 del 2016 grazie all'astensione degli Stati Uniti; la cessazione della pratica di requisizioni ed espropri forzati di abitazioni e beni di famiglia palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme est.
  Segnala che le organizzazioni non governative che hanno sostenuto la sua visita sono state: Breaking the silence, organizzazione israeliana formata da ex militari – circa 1.200 – che hanno svolto servizio in Cisgiordania; B'Tselem, centro di informazione israeliano per i diritti umani nei Territori occupati; l'associazione israeliana Ta'ayush, composta sia da palestinesi sia da israeliani; il Palestinian Institute for Public Diplomacy, Ong palestinese indipendente.
  Rilevando come quella mediorientale sia una realtà estremamente complessa, sottolinea che nel corso della visita è emerso nuovamente che il conflitto tra israeliani e palestinesi, quasi fossero entrambe realtà monolitiche, non corrisponde pienamente alla realtà. Infatti, nell'una come nell'altra parte c'è chi lavora per il dialogo per la pace, così come c'è chi aspira unicamente alla distruzione dell'avversario. A titolo di esempio, ricorda che c'è chi ordina alla polizia israeliana di assalire con violenza il corteo funebre della giornalista di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh e ci sono gli attivisti – israeliani anche loro – di B'Tselem, che documentano e testimoniano la violazione dei diritti umani ai danni dei palestinesi.
  Rileva che anche dall'altra parte c'è chi, come Hamas e la Jihad islamica, esulta e festeggia quando il 6 maggio scorso, nella cittadina di Elad, un terrorista palestinese ha ucciso a colpi d'ascia tre cittadini israeliani inermi e ci sono palestinesi che lavoranoPag. 21 fianco a fianco con israeliani nella stessa rete di associazioni per la pace.
  Ricorda che anche la III Commissione ne ha avuto prova quando il 24 maggio scorso ha svolto l'audizione dei rappresentanti della rete pacifista Two State Solution Coalition, formata da esponenti israeliani e palestinesi alcuni dei quali hanno avuto anche ruoli di governo e di impegno nei colloqui di pace di Oslo.
  Segnala di aver avuto un ulteriore incontro con i rappresentanti di tale rete pacifista durante la sua visita, recandosi presso la residenza del Console italiano a Gerusalemme, Giuseppe Fedele, che ringrazia per il prezioso supporto prestato nel corso della missione.
  Ribadendo che sia nel campo israeliano sia nel campo palestinese ci sono forze che si impegnano per il dialogo per la pace e che puntualmente ricevono l'accusa di traditori dagli estremisti della loro stessa parte, sottolinea la necessità che la comunità internazionale, l'Unione europea e anche il nostro stesso Paese valorizzino e sostengano queste forze di pace. A suo avviso, è del tutto evidente che la migliore forma di incoraggiamento per chi si batte per la pace e per la giustizia sarebbe quella di vedere che si stanno ottenendo risultati in quella prospettiva. Al contrario, per quanto ha potuto constatare nel corso della missione, le prospettive sono tutt'altro che favorevoli anche dopo l'insediamento del governo Bennett, che peraltro opera ormai in una condizione di permanente precarietà non avendo più gli esigui numeri di cui disponeva fino a poco tempo fa.
  Rileva che negli ultimi mesi si sta registrando una escalation di tensione, con attentati e scontri che hanno provocato decine di morti, sia israeliani sia palestinesi. Sottolinea che la gente è stanca di guerre, di vivere nella paura, di vedere quotidianamente violati – con particolare riferimento ai palestinesi – i diritti umani e civili fondamentali come il diritto di proprietà, l'accesso all'acqua, all'elettricità e soprattutto la possibilità di autodeterminarsi. Osserva che le attese dei palestinesi sono continuamente frustrate, da ultimo dalla decisione del governo israeliano – che pure aveva suscitato tante aspettative di cambiamento – di autorizzare l'insediamento di 4 mila nuovi coloni sul loro territorio. Tale frustrazione è aggravata, tra l'altro, dalle divisioni interne dagli stessi palestinesi – Hamas a Gaza e ANP in Cisgiordania – e dal fatto che vengono continuamente rinviate le elezioni per l'Autorità nazionale per timori di contraccolpi all'attuale leadership palestinese.
  Precisa che tale preoccupazione per una situazione di tensione, che risulta al momento senza sbocchi positivi e senza una prospettiva negoziale, è condivisa anche dagli italiani presenti in quelle aree: al riguardo, ricorda che sono circa venti le Ong italiane che operano in loco tra enormi e crescenti difficoltà. Tali organizzazioni chiedono di sostenere il loro lavoro attraverso adeguati stanziamenti, facendo in modo che la ripresa dei colloqui di pace sia una priorità della politica estera del nostro Paese. Evidenzia che questa preoccupazione per la crescente violenza è condivisa anche dalla rete di organizzazioni cristiane e cattoliche, che sono molto attive in iniziative di solidarietà. Al riguardo, menziona l'«Operazione Colomba» dell'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e le attività messe in atto da Ecumenical Accompaniament Programme in Palestine ad Israel (EAPPI), nato con il supporto del Consiglio mondiale delle Chiese a protezione di persone e famiglie palestinesi minacciate dalla violenza dei coloni.
  Ricorda che del disagio e della preoccupazione delle comunità cristiane locali si è fatto interprete il Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, il quale, commentando l'attacco della polizia istriana alle esequie della giornalista Shireen Abu Akleh ha affermato, tra l'altro che: «Siamo sconvolti per le modalità giustificabili di quello che è accaduto e lo vogliamo denunciare e condannare in maniera chiara ed inequivocabile. Le ragioni di sicurezza non possono giustificare un evento di questo genere, che colpisce la sensibilità della comunità cristiana e non solo, soprattutto in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo».Pag. 22
  Segnala di aver toccato con mano l'emozione e il dolore provocato dall'uccisione di questa brava giornalista: infatti, dopo averle rese omaggio nel cimitero del patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme sul Monte Sion, dove è sepolta, ha avuto modo di incontrarne il fratello Anton, che ha ribadito la necessità di un'inchiesta internazionale indipendente, ad oggi non ancora avviata, per accertare le responsabilità della morte della sorella e anche per riaffermare il diritto dei giornalisti di lavorare in sicurezza in Palestina. Ricorda che su queste esigenze il 23 maggio scorso ha svolto un'interrogazione a risposta immediata in Commissione, alla quale ha risposto la Viceministra Sereni, che ringrazia nuovamente per aver affermato con chiarezza che il Governo italiano condivide la necessità di un'inchiesta internazionale indipendente e si considera impegnato per questo obiettivo.
  Precisa di essere stata poi in Cisgiordania, a Masafer Yatta, nella Firing Zone 918, dove le autorità israeliane hanno deciso di realizzare un poligono di tiro, espellendo forzatamente la popolazione palestinese che abita in quell'area ed espropriando le terre. Precisando che si parla di più di mille persone, sottolinea che in questa zona i residenti palestinesi, a differenza dei coloni israeliani che vi risiedono illegalmente violando le risoluzioni Onu, sono costretti a vivere senza accesso all'acqua e senza elettricità.
  Segnala di aver visitato Hebron, la seconda più importante città della Cisgiordania, che nella parte vecchia è ormai una città fantasma, dal momento che i palestinesi residenti non hanno permesso né di camminare né di girare in auto lungo alcune delle strade principali, né di avere attività commerciali: infatti, negozi e mercati sono stati tutti chiusi. Al loro posto stanno arrivando coloni israeliani, resi forti dalla protezione dell'esercito.
  Osserva che nel villaggio di Susiya le case dei palestinesi sono state più volte demolite e – come raccontato dalle famiglie del luogo – coloro che vogliono rimanere sulla propria terra sono costretti a vivere in baracche o in tende, anche in questo caso senza accesso all'elettricità né all'acqua corrente.
  Passando ad illustrare la situazione nel quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est, segnala di aver parlato a lungo con famiglie palestinesi che vi abitano da decenni e che rischiano di perdere le proprie case a causa di dispute legali non risolte sulla titolarità delle terre. Peraltro, nel quartiere c'è anche un altro pericolo, sempre più diffuso: se l'intera famiglia esce per fare una visita ai parenti o per qualsiasi altro motivo e nessuno rimane in casa, al ritorno rischia di trovarvi dentro un colono che la occupa, e senza che esercito o polizia israeliani intervengano a tutelare il diritto di quella famiglia palestinese.
  Ribadisce che il diritto di Israele e degli israeliani a vivere in sicurezza è uno dei principi ai quali va ispirata l'azione della comunità internazionale, insieme al diritto dei palestinesi ad un proprio Stato. Tuttavia, atti come quelli appena descritti sembrano non garantire la sicurezza della popolazione israeliana: al contrario, alcune modalità violente ad arbitrarie non fanno altro che fomentare ancora rabbia e frustrazione, mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti. E lo stesso risultato produce il perdurare di un doppio standard nella giurisdizione in Cisgiordania: militare per i palestinesi e civile per gli israeliani; oppure l'uso a dir poco discrezionale della cosiddetta «detenzione amministrativa», durante la quale si conserva la segretezza dei capi d'imputazione, ledendo così pesantemente il diritto la difesa. Al riguardo, segnala che si stima che ci siano seicento i palestinesi in questa condizione. Evidenzia che il doppio standard è particolarmente evidente a Gerusalemme est, annessa ad Israele, anche in questo caso illegalmente secondo le risoluzioni sia dell'Assemblea Generale sia del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Peraltro, segnala che a Gerusalemme est i palestinesi hanno lo status di residenti, che sono destinati a perdere nel caso in cui dovessero assentarsi dalla città per un periodo di cinque anni.
  In conclusione, sottolinea che quanto sta accadendo in quest'area geografica merita la massima attenzione del nostro Paese Pag. 23e della comunità internazionale. Infatti, se è vero che la gravità della guerra all'Ucraina ci induce a concentrare la massima attenzione su questa crisi, è altrettanto vero che nel mondo esistono altri focolai di stabilità che non possono essere trascurati e il conflitto israelo-palestinese è sicuramente uno di questi. Ricordando che in queste ore il Presidente del Consiglio Draghi è in visita in Israele e Palestina, auspica che i colloqui non siano dedicati soltanto gli effetti della guerra in Ucraina, alla crisi alimentare e di approvvigionamento energetico che ne deriva, ma dimostrino concretamente il forte, rinnovato impegno della comunità internazionale per la ripresa del processo di pace, secondo le linee tracciate nel corso dei decenni passati dalle Nazioni Unite.
  Considerando che, a causa della sua composizione così variegata e politicamente multiforme, il governo Bennet non ha potuto mettere al centro del suo programma l'impegno per la pace con i palestinesi, sottolinea che ciò richiede uno sforzo aggiuntivo da parte della comunità internazionale, dell'Unione europea e dell'Italia: al riguardo, segnalando che da più di un anno sono in corso di esame alcune proposte di risoluzione in Commissione su questo tema – di cui una sua prima firma –, sottolinea la necessità di proseguire nella discussione sugli atti di indirizzo e di programmare un breve ciclo di audizioni, nel corso del quale potrebbero essere ascoltati rappresentanti delle associazioni sopra citate e due figure istituzionali, ovvero il Console Generale italiano a Gerusalemme e la dottoressa Francesca Albanese, da pochi mesi Relatrice Speciale dell'ONU per Israele e la Palestina. A suo avviso, tale attività di approfondimento potrebbe consentire di aggiornare il contenuto delle proposte di risoluzione, in vista dell'approvazione di un atto di indirizzo unitario che rinnovi l'impegno dell'Italia a favore del dialogo e della pace e che palesi il posizionamento del Parlamento italiano.

  Graziano DELRIO (PD), ringraziando la collega Boldrini per l'ampia illustrazione, auspica che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, possa promuovere la ripresa dell'esame delle proposte di risoluzione ed organizzare lo svolgimento del ciclo di audizioni.

  Yana Chiara EHM (MISTO-M-PP-RCSE) chiede di riservare uno spazio adeguato, in occasione di una prossima seduta di Commissione, al dibattito sugli interessanti spunti forniti dalla collega Boldrini.

  Piero FASSINO, presidente, rivolgendosi alla collega Ehm precisa che l'eventuale ciclo di audizioni consentirà di approfondire adeguatamente la materia. Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 15.55.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 404 dell'8 luglio 2020, a pagina 27, sommario, dalla seconda alla sesta riga, e alla prima colonna, dalla terza alla decima riga, sostituire le parole: «Audizione del Direttore Generale del MAECI per la cooperazione allo sviluppo, Amb. Giorgio Marrapodi, nell'ambito dell'esame in sede referente delle proposte di legge recanti Istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all'estero C. 802 Longo, C. 925 Carè ed altri, C. 1129 Fitzgerald Nissoli ed altri, C. 2159 Ungaro, C. 2239 Schirò ed altri e C. 2270 Siragusa» con le seguenti: «Audizione del Direttore Generale del MAECI per la cooperazione allo sviluppo, Amb. Giorgio Marrapodi, nell'ambito dell'esame dello Schema di documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, riferito agli anni 2019-2021, cui sono allegate le relazioni sulle attività di cooperazione allo sviluppo, riferite agli anni 2017 e 2018 (atto n. 184)».

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 798 del 18 maggio 2022, a pagina 82, prima colonna, diciannovesima e ventesima riga, le parole «all'unanimità dei presenti» sono soppresse.