CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 marzo 2022
766.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
Pag. 3

GIUNTA PLENARIA

  Mercoledì 23 marzo 2022. — Presidenza del presidente Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE.

  La seduta comincia alle 14.

Richiesta di deliberazione pervenuta dal tribunale di Macerata nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Vittorio Sgarbi (procedimento n. 512/2020 RGNR – n. 907/2021 RG GIP) (doc. IV-ter, n. 24).
Richiesta di deliberazione pervenuta dal tribunale di Roma nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Vittorio Sgarbi (atto di citazione in appello di Vittorio Sgarbi) (doc. IV-ter, n. 25).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Giunta riprende l'esame delle richieste in titolo, rinviato da ultimo il 22 settembre 2021.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, comunica che l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame congiunto, trattandosi della medesima vicenda, di due richieste di deliberazione in materia d'insindacabilità nei confronti del deputato Vittorio Sgarbi rispettivamente nel procedimento penale pendente presso il Tribunale di Macerata (procedimento n. 512/2020 RGNR – N. 920/2021 RG GIP) (Doc. IV-ter n. 24) e nel procedimento civile pendente presso la Corte d'appello di Ancona (Doc. IV-ter n. 25). Avverte al riguardo che non si tratta del diverso procedimento pendente presso il tribunale di Perugia (procedimento n. 2089/19 RGNR – n. 311/20 RG GIP) (Doc IV-ter, n. 20), di cui è relatrice la deputata Covolo, su cui si riserva di convocare la Giunta per il seguito dell'esame nella prossima seduta.

  Lino PETTAZZI (LEGA), relatore, riassume i termini della vicenda, compiutamente illustrata nella seduta del 22 settembre 2021.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, invita il deputato Vittorio Sgarbi a entrare in aula.

  (Viene introdotto il deputato Vittorio Sgarbi).

Pag. 4

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, comunica che con riferimento ai Docc. IV-ter, nn. 24 e 25 il deputato Vittorio Sgarbi è invitato ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento della Camera a fornire i chiarimenti che ritenga opportuni.
  Ricorda che al termine dell'intervento dell'audito, i colleghi potranno intervenire per formulare quesiti e osservazioni.

  Vittorio SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC) riferisce di svolgere con impegno attività gratuita presso numerose istituzioni culturali, tra le quali il Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto (MART), del quale è presidente. Fa presente che, in relazione alla sua nomina a tale carica, è stato fatto oggetto di una pesante campagna di stampa da parte del consigliere della provincia di Trento Alex Marini, che lo ha anche querelato; a tal proposito riferisce che due procedimenti penali si sono già conclusi con l'archiviazione. Fa presente che con le dichiarazioni contestate dal Marini egli intendeva rispondere agli attacchi ricevuti e difendere la propria dignità di studioso e di storico dell'arte, infangata dalla irricevibile definizione di «pagliacciata» data dal Marini alla sua nomina a presidente del MART. Essendo stato oggetto di attacchi condotti in modo quanto meno esuberante ha perciò inteso rispondere a tono, senza per questo volere offendere la persona del consigliere provinciale. Riferisce che sua intenzione era quella di rispondere a un politico che era andato oltre i limiti della legittima critica politica, offendendo la sua dignità professionale e contestando la legittimità di una nomina ritenuta, invece, pienamente legittima dall'ANAC. Sottolinea infine i brillanti risultati raggiunti e la proficua attività culturale svolta dal MART sotto la sua presidenza.

  Pietro PITTALIS (FI) ricorda che la carica di presidente del MART, esercitata a titolo gratuito e priva di deleghe gestionali, è stata esaminata dalla Giunta delle elezioni, della quale è componente, e giudicata compatibile con il mandato parlamentare anche sulla base del parere dell'ANAC citato dall'on. Sgarbi.

  Carlo SARRO (FI) chiede se nel corso della propria attività parlamentare l'on. Sgarbi abbia avuto modo di riferire attività svolte nell'esercizio della carica di presidente del MART.

  Vittorio SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC) risponde che è la prima volta in cui può riferire in una sede parlamentare dell'attività svolta come presidente del MART.

  Carla GIULIANO (M5S) chiede conferma sul fatto che la querela in sede penale da parte del Marini preceda l'azione civile promossa dal deputato e sull'assenza di atti tipici dell'attività parlamentare dell'on. Sgarbi specificamente riferiti alla vicenda in esame.

  Vittorio SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC) ritiene che la querela sia precedente, sebbene dichiari di non ricordare precisamente la sequenza temporale di tutti gli atti della vicenda in esame, che reputa sgradevole e della quale si occupa principalmente il suo legale. Ricorda peraltro di avere annunciato la presentazione di un'interrogazione sulle infondate critiche di Marini ma di non avere poi presentato l'atto. Ritiene ad ogni modo che le sue affermazioni siano coperte da insindacabilità anche sulla base della giurisprudenza della Corte costituzionale riferita alle attività extra moenia dei parlamentari.

  Gianluca VINCI (FdI) chiede conferma del fatto che fu data notizia alla stampa dell'interrogazione progettata e poi non effettivamente presentata a causa di un disguido.

  Vittorio SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC) conferma di avere dato annuncio alla stampa dell'atto, con il quale intendeva anche difendere la figura del dott. Cantone, allora presidente dell'ANAC, dall'eccesso di critica, offensiva, del Marini. Avrebbe inoltre ribadito che la sua nomina a presidente, e non direttore del MART, rappresentava una scelta di politica culturale della Giunta provinciale trentina.

Pag. 5

  Eugenio SAITTA (M5S) fa presente che il consigliere Marini ha presentato un'interrogazione in Consiglio provinciale sulla nomina del deputato Sgarbi e pertanto, giuste o sbagliate che fossero, le sue critiche sul piano giuridico e dell'opportunità politica sono state avanzate in un contesto istituzionale. A tal proposito, chiede quale nesso funzionale con l'attività parlamentare possa essere ravvisato nelle parole rivolte dall'on. Sgarbi al consigliere Marini.

  Vittorio SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC) ribadisce che, nel merito, l'interrogazione del consigliere Marini era infondata. Ritiene che il nesso funzionale non vada cercato solo sul piano formale ma anche sostanziale. In tal senso, ritiene che le dichiarazioni, espressione della sua volontà politica, sono state effettuate in difesa della legittimità di una nomina ingiustamente attaccata, come sancito sia dall'ANAC sia dalla Giunta delle elezioni della Camera, e che era stata frutto di una scelta di politica culturale della Giunta provinciale. Reputa inoltre le espressioni utilizzate non offensive, come quelle del Marini che hanno offeso la sua dignità professionale e la competenza dell'ANAC, ma piuttosto esuberanti e al più colorite.

  Roberto CASSINELLI (FI) esprime apprezzamento per le argomentazioni svolte dall'audito con pacatezza e ragionevolezza, anche sul piano giuridico.

  Vittorio SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC) ricorda che vi sono precedenti di sentenze della Corte costituzionale che hanno risolto in senso favorevole alla Camera conflitti di attribuzione sollevati in relazione a casi di insindacabilità che lo hanno riguardato.

  (Il deputato Vittorio Sgarbi si allontana dall'aula).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, non essendovi altri interventi, rinvia il seguito dell'esame delle domande in titolo ad altra seduta.

Richiesta avanzata dal deputato Giovanni Donzelli nell'ambito del procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Prato (n. 1604/19 RGNR – n. 2130/19 RG GIP).
(Esame e rinvio).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, comunica che l'ordine del giorno reca quindi l'esame di una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità che scaturisce da un procedimento penale nei confronti del deputato Giovanni Donzelli pendente presso il tribunale di Prato (n. 1604/19 RGNR – n. 2130/19 RG GIP). Si tratta di una richiesta pervenuta dall'interessato il 9 novembre 2021.

  Federico CONTE (LeU), relatore, riferisce che la domanda in titolo riguarda affermazioni rese dall'on. Giovanni Donzelli durante una diretta Facebook effettuata in occasione di un sopralluogo compiuto dal deputato, in data 1° marzo 2019, per verificare le condizioni di un campo nomadi sito in Prato, nella frazione di San Giorgio a Colonica, a seguito delle quali l'associazione «Sinti Italiani Prato», nella persona del legale rappresentante Ernesto Grandini, ha sporto querela nei confronti del deputato e di un'altra persona che lo accompagnava nel sopralluogo. Il reato contestato è quello di cui agli articoli 595, comma 3, c.p. e 3, comma 1, della legge n. 205 del 1993, cosiddetta «legge Mancino».
  L'on. Donzelli, ad avviso del rappresentante dell'associazione «Sinti Italiani Prato», aveva accompagnato le riprese effettuate fuori e dentro il campo «con una lunga serie di osservazioni denigratorie nei confronti delle persone ivi residenti e dell'etnia dei Sinti in genere». Fa presente che la querela non risulta agli atti della Giunta e che le dichiarazioni più significative, estrapolate dal pubblico ministero da un elenco predisposto dagli stessi querelanti, sono le seguenti:

   «c'è un motore di una barca, a mio fratello hanno rubato un gommone recentemente. Nicolò non so se è tuo, Nicolò lo Pag. 6riconosci? Non so se è quello che hanno rubato a mio fratello. Se qualcuno comunque riconosce il motore del gommone lo venga a prendere»;

   alla domanda di una signora sul motivo di accesso al campo «io sono un parlamentare ... vedo grosse illegalità e le denuncerò. Se lei è sinti mi fa piacere, si dia da fare per far rispettare ai Rom e ai Sinti la legalità anziché tenere questo schifo»;

   «finirà che il reddito di cittadinanza ce lo avranno i rom e i sinti e non gli italiani, ce l'avranno quelli che abitano nei campi rom»;

   «qui ci sono biciclette e un triciclo, se qualcuno le riconosce»;

   «anche qui biciclette: qualcuno le riconosce?»;

   «la mia soluzione è semplice: vi prendete una casa, pagate un affitto e qui si mette un bel giardino per bambini della zona. Lei sta pretendendo una soluzione abitativa e invece gli italiani, i pratesi, si pagano una casa. È tutto un sudiciume in questo modo, tutto sudiciume così. Noi dobbiamo fare la differenziata e questi signori possono bruciare e inquinare. Ruspa, fuori! Se lei trova una casa, paga l'affitto, manda i figli a scuola ... lei è benvenuta, altrimenti: a casa»;

   «pretendono una casa, il lavoro, però nel frattempo stanno nell'irregolarità, con le schifezze, fuori da discariche abusive»;

   «Fratelli d'Italia appoggerà il candidato sindaco che s'impegnerà a radere al suolo questi campi Rom e a pretendere il rispetto delle regole. Che si impegnerà a dire che qui a San Giorgio a Colonica verrà un parco per bambini. Pazienza, peggio per loro, se sono nomadi devono nomadare».

  Sottolinea che la questione viene all'esame della Giunta in quanto, lo scorso 9 novembre, l'on. Donzelli ha adito la Giunta affinché sia valutato in questa sede che le affermazioni oggetto della querela sono connesse all'esercizio delle sue funzioni parlamentari. Peraltro, nell'istanza, l'interessato segnala – come si evince dall'ordinanza del GIP del Tribunale di Prato del 5 novembre 2021, allegata all'istanza stessa – che l'eccezione concernente l'applicabilità dell'articolo 68 della Costituzione è stata da lui sollevata e che lo stesso PM, nella richiesta di archiviazione, conclude, con ampie argomentazioni, nel senso della «applicabilità alla condotta dell'on. Donzelli dell'istituto dell'insindacabilità di cui agli articoli 68, comma 1, Cost. e 3, comma 1, della legge n. 140 del 2003». L'on. Donzelli rileva tuttavia, «con assoluto sconcerto, che il giudice – che non ha ritenuto di accogliere l'eccezione – ha omesso di sottoporre la questione alla Camera dei deputati per la deliberazione che solo ad essa compete, in palese violazione dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 140 del 2003». Della presentazione dell'istanza il Presidente della Camera ha dato, come di consueto, comunicazione al presidente del Tribunale di Prato con lettera in data 11 novembre 2021. Successivamente alla presentazione dell'istanza, il Tribunale di Prato – Ufficio del Giudice per le indagini preliminari ha trasmesso, in data 15 novembre 2021, una nuova ordinanza, emanata in pari data da un diverso GIP, con la quale sono disposte la sospensione del procedimento a carico del deputato Donzelli e la trasmissione di copia delle due ordinanze del GIP (del 5 e del 15 novembre) e della richiesta di archiviazione presentata dal PM in data 25 giugno 2019. Sempre il 15 novembre 2021, a riscontro della comunicazione del Presidente della Camera, il presidente del Tribunale di Prato ha trasmesso «copia dei provvedimenti di interesse emessi nel procedimento NN. 1604/19 RGNR e 2929/2021 RGIP (già n. 2130/19 RG GIP)».
  Comunica che, dai documenti agli atti, risulta che dopo che, il 1° marzo 2019, l'on. Donzelli aveva effettuato il suo sopralluogo, con relativa diretta Facebook, e che l'associazione «Sinti Italiani Prato», in data che non risulta dalle carte agli atti, aveva sporto querela nei suoi confronti, il pubblico ministero – come riportato nella richiesta di archiviazione – ha proceduto a interrogare Pag. 7il deputato il 17 giugno 2019. Nella richiesta di archiviazione, il PM riferisce che, rispondendo alle sue domande, l'on. Donzelli ha fatto varie precisazioni nel merito delle sue dichiarazioni, sostenendo tra l'altro di non avere voluto accusare nessuno di furto. Circa la sua attività parlamentare pregressa, l'on. Donzelli ha riferito al PM di «essere intervenuto in Aula sul tema dei campi nomadi e sul tema del reddito di cittadinanza» e precisato che si era «recato nel campo di San Giorgio a Colonica proprio per fare un'ispezione sul tema del reddito di cittadinanza e sullo stato di degrado del campo nomadi», inquadrando tutto nell'ambito della sua attività parlamentare e nell'esercizio delle sue funzioni. In ordine al sopralluogo, l'on. Donzelli lo ha collegato con la propria azione parlamentare già svolta e con quella in corso di svolgimento, segnalando di avere effettuato uno specifico intervento alla Camera (risulta infatti un intervento il 7 maggio 2019, nel quale si fa anche riferimento al sopralluogo del 1° marzo) oltre che un'interrogazione (interrogazione a risposta in Commissione n. 5/02137 – indirizzata al Ministro dell'interno e presentata il 15 maggio 2019 – nella quale pure si cita il sopralluogo). Il PM ha rilevato che l'on. Donzelli è stato firmatario di due proposte di inchiesta parlamentare: la prima «sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie» (AC 1604, a prima firma dell'on. Rampelli, presentato il 18 febbraio 2019) e la seconda «sulla gestione delle strutture destinate all'accoglienza degli immigrati e dei nomadi nel territorio nazionale» (Doc. XXII, n. 8, sempre a prima firma dell'on. Rampelli, presentato il 28 marzo 2018).
  Con riferimento alla prima proposta di inchiesta parlamentare, il PM ha evidenziato che l'istituzione della commissione d'inchiesta si proponeva «l'integrazione delle politiche per la sicurezza con i piani di lotta al degrado» tra le quali rientra inevitabilmente «il contrasto al fenomeno dell'abbandono incontrollato dei rifiuti»; il PM ha quindi osservato che nella diretta Facebook l'on. Donzelli ha proprio evidenziato la situazione di abbandono incontrollato di rifiuti fuori e dentro il campo nomadi, essendo da considerarsi tali anche le biciclette e il motore nautico ivi rinvenuti. Altro tema affrontato dall'on. Donzelli nelle dichiarazioni contestate è stato quello del reddito di cittadinanza, anch'esso – come sottolineato dal PM – oggetto di numerose iniziative parlamentari del deputato. Riferisce infatti che nell'attività parlamentare precedente il 1° marzo 2019 si segnalano diversi atti di sindacato ispettivo aventi l'on. Donzelli tra i firmatari e il reddito di cittadinanza, e le categorie dei suoi percettori, come oggetto e che altri atti parlamentari e interventi in Aula sul tema sono successivi, anche immediatamente, a tale data. Fa presente che il PM ha rilevato che le «espressioni riferite all'attribuzione di tale misura assistenziale anche agli abitanti del campo di San Giorgio a Colonica trovava piena contiguità funzionale con la predetta attività parlamentare».
  Sottolinea che, con riferimento alla seconda proposta di inchiesta parlamentare, il PM ha evidenziato che l'istituzione della commissione d'inchiesta si proponeva di porre un freno alle irregolarità legate alla «emergenza immigrazione», alla «gestione dei campi nomadi» e alla «scandalosa gestione delle risorse destinate a immigrati e rom». Il PM, ritenendo «che la valutazione della condotta posta in essere dall'indagato debba essere analizzata nella sua interezza e, pertanto, avuto riguardo a tutto il filmato acquisito agli atti», ha evidenziato come «nell'incipit della diretta Facebook il Donzelli abbia chiaramente legato il suo ingresso nel campo alla necessità di valutare anche l'operato dell'Amministrazione comunale in merito all'attribuzione dell'area de qua alla destinazione di “campo nomadi”; rientrando, pertanto, in un'attività pienamente sovrapponibile alle finalità oggetto della predetta proposta di istituzione di commissione parlamentare di inchiesta».
  Riferisce che il PM ha quindi rilevato che «le espressioni utilizzate dall'indagato sembrano del tutto sovrapponibili, sotto il profilo del significato, alle suddette opinioni espresse nello svolgimento dell'esercizio delle funzioni intra moenia». Segnala anche – nel merito – che il pubblico ministero ha riscontrato la «totale credibilità di quanto Pag. 8affermato dallo stesso Donzelli in sede di interrogatorio, secondo cui lo stesso non avrebbe in alcun modo attribuito agli abitanti del campo la qualifica di ladri, posto che il riscontro oggettivo è facilmente individuabile nella visione proprio del filmato».
  Per tutte le ragioni sopra esposte, il pubblico ministero, nel valutare se la condotta dell'indagato rientrasse o meno nel campo di applicazione dell'art. 68, primo comma, della Costituzione e dell'art. 3, comma 1, della legge n. 140 del 2003, alla luce della giurisprudenza costituzionale, ha concluso che nel caso in esame «sembra possibile individuare l'esistenza» dei requisiti caratteristici del «nesso funzionale». Infatti l'on. Donzelli «ha svolto attività parlamentare in materia di campi nomadi e di reddito di cittadinanza, oltre che in materia di riqualificazione del degrado delle periferie e degli stessi campi; attività, quest'ultima, che appare essere legata al sopralluogo effettuato in data 01.03.2019 da uno stretto legame di contiguità temporale, tanto da rendere il secondo una mera azione divulgativa come interpretata dalla consolidata giurisprudenza costituzionale».
  In conclusione, in data 25 giugno 2019, il PM ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari di voler disporre l'archiviazione del procedimento penale.
  Il 20 luglio 2021 è stata tenuta udienza in camera di consiglio a seguito della richiesta di archiviazione e di opposizione alla medesima presentata dalla parte offesa.
  Fa presente che il GIP ha deciso sulla richiesta del pubblico ministero con ordinanza del 5 novembre 2021 e che in tale documento si leggono considerazioni sul merito della condotta dell'on. Donzelli divergenti da quelle svolte dal PM. Il GIP ravvisa infatti che la condotta medesima è «astrattamente riconducibile al reato di cui all'art. 595, co. 3, c.p. e 3, co. 1, legge 203 del 1993» (cd. legge Mancino), essendo stata attribuita agli abitanti del campo la responsabilità dei furti del motore nautico e delle biciclette. Inoltre, per il GIP, «il richiamo ai reati contro il patrimonio (...) e l'espresso collegamento alla comunità Sinti lascia intendere la discriminazione etnica e razziale».
  Sottolinea che ciò che rileva, ai fini dell'esame della Giunta, è la parte in cui il GIP valuta che «la condotta dell'indagato esorbita dal campo di applicazione della garanzia della insindacabilità di cui all'art. 68 della Costituzione». Il GIP, richiamando anch'egli la giurisprudenza costituzionale a supporto delle proprie argomentazioni, ritiene che «anche a volere ritenere sussistente il nesso funzionale tra le espressioni del Donzelli, estrinsecate extra moenia, e l'attività istituzionale dello stesso», tradottasi nelle due proposte di inchiesta parlamentare citate nella richiesta di archiviazione, «la condotta non è sussumibile nell'alveo della prerogativa serbata ai membri del Parlamento in considerazione della sua intrinseca natura. Ed infatti, l'attribuire alla comunità Sinti, in modo più o meno esplicito, la qualifica di soggetti dediti alla commissione di reati contro il patrimonio non è una manifestazione di pensiero riconducibile all'esercizio della funzione parlamentare, bensì la mera attribuzione di un fatto a carattere altamente diffamatorio». Il GIP quindi ha accolto la richiesta di archiviazione relativa all'altro soggetto raggiunto dalla querela e – senza disporre la sospensione del procedimento e la trasmissione degli atti alla Camera ai sensi dell'art. 3, comma 4, della legge n. 140 del 2003 – ha respinto la richiesta di archiviazione nei confronti dell'on. Donzelli, ordinando al PM «di formulare, entro dieci giorni, l'imputazione nei confronti di Donzelli Giovanni».
  Sottolinea che non è la prima volta che la Giunta si trova di fronte a casi di inosservanza della legge come quello in esame, che rappresentano una grave lesione delle prerogative costituzionali della Camera; fa presente tuttavia che lo stesso Tribunale di Prato – anche alla luce delle sollecitazioni del difensore dell'on. Donzelli, dello stesso PM e della Camera dei deputati a seguito dell'istanza dell'on. Donzelli medesimo ex art. 3 comma 7, della legge n. 140 del 2003 – ha posto rimedio alla grave omissione procedurale di un proprio giudice.Pag. 9
  Infatti, lo stesso pubblico ministero, ricevuto l'ordine da parte del primo GIP di formulare l'imputazione coatta nei confronti dell'on. Donzelli, non vi ha dato corso. In data 8 novembre 2021, il PM ha rilevato l'omessa applicazione delle disposizioni della legge n. 140 del 2003 da parte del GIP e, dopo avere correttamente evidenziato di non potere «esercitare l'azione penale senza prima aver atteso la deliberazione della Camera e comunque non prima del decorso del termine di novanta giorni dalla ricezione atti da parte della Camera predetta», ha disposto la ritrasmissione degli atti al GIP «al fine di poter consentire a codesto Giudice l'esercizio dei poteri di cui all'art. 3 della legge n. 140 del 2003».
  Riferisce che il GIP, nella persona di un altro magistrato rispetto a quello che aveva emesso la prima ordinanza, ha rilevato che tanto il pubblico ministero quanto la difesa dell'on. Donzelli avevano depositato «memorie di parte con contestuali richieste di trasmissione degli atti del procedimento (...) alla Camera dei deputati nel rispetto della previsione di cui all'art. 3 della legge n. 140 del 2003». Il GIP ha inoltre evidenziato che il PM, nella richiesta di archiviazione, aveva indicato l'applicabilità dell'insindacabilità ai sensi dell'art. 68 della Costituzione e che la questione era stata sollevata dalla difesa del deputato già nell'udienza del 20 luglio 2021, oltre a essere reiterata con la memoria difensiva depositata il 15 novembre. Il GIP ha quindi osservato «a tutta evidenza, che avendo emesso ordinanza di imputazione coatta ex art. 409, comma 5, c.p.p., il precedente giudicante non ha accolto l'eccezione di applicabilità dell'istituto dell'insindacabilità ex art. 68 Cost.»; è stato dunque riconosciuto che non è stata rispettata la procedura di cui all'art. 3, commi 4 e 5, della legge n. 140 del 2003.
  Per questi motivi, con ordinanza del 15 novembre 2021, il nuovo GIP ha provveduto alla sospensione del procedimento e disposto la trasmissione degli atti alla Camera.
  Riferisce, infine, che in data 18 marzo l'on. Donzelli ha fatto pervenire copia dell'ordinanza dell'11 marzo con la quale è stato fissato il giudizio direttissimo per il prossimo 15 aprile.
  Rispetto a tale ordinanza dell'11 marzo, rileva che i termini, ordinatori per pacifica giurisprudenza, di 90 giorni, prorogabile a 120, per la deliberazione della Camera dopo la sospensione del giudizio scadevano, rispettivamente, il 13 febbraio e, astrattamente, il 15 marzo.
  Considerata la sollecitudine con cui l'Autorità giudiziaria procede nel caso in esame, fa presente che l'esame della vicenda in questione appare rivestire carattere di urgenza; si riserva infine di formulare alla Giunta una proposta dopo l'audizione dell'interessato ed all'esito del dibattito che ne seguirà.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, invita il deputato Giovanni Donzelli a entrare in aula.

  (Viene introdotto il deputato Giovanni Donzelli).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, con riferimento all'istanza da lui presentata il deputato Giovanni Donzelli è invitato ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento della Camera a fornire i chiarimenti che ritenga opportuni.
  Ricorda che al termine dell'intervento dell'audito, i colleghi potranno intervenire per formulare quesiti e osservazioni.

  Giovanni DONZELLI (FdI) riferisce di avere presentato, proprio all'inizio della legislatura, due proposte di inchiesta parlamentare riferite l'una alla sicurezza, al decoro delle città e al degrado delle periferie, fenomeno collegato anche alla presenza di campi nomadi non regolari e baraccopoli, e l'altra ai temi dell'accoglienza dei migranti e dei campi rom, sinti e camminanti, il cui scopo era anche verificare l'utilizzo del denaro pubblico. Ritenendo che le commissioni sarebbero state istituite, cosa che, con suo rammarico, non è poi avvenuta, ha fatto visita a vari campi nomadi della Toscana per raccogliere materiali e informazioni utili. Riferisce inoltre di avere svolto, anche prima del sopralluogoPag. 10 del 1° marzo 2019, numerosi interventi in Aula e in Commissione sulle questioni della sicurezza e del degrado delle periferie, alcuni relativi a specifici episodi che avevano visto coinvolte persone residenti in campi nomadi, e di avere presentato emendamenti su tali temi. Tra i sopracitati sopralluoghi rientra quello al campo nomadi di Prato, nel corso dello svolgimento del quale, oggetto di diretta sul proprio profilo Facebook, riferisce di essere stato avvicinato da persone, non appartenenti al campo nomadi, che si sono dichiarate appartenenti a una associazione di Sinti. Fa presente di essersi qualificato come deputato e di avere precisato che stava effettuando un sopralluogo in tale veste. Ricorda di avere constatato che all'esterno del campo vi era una grande quantità di rifiuti, tra i quali risultavano abbandonati anche il motore di una barca e un camion colmo di rifiuti; verificò inoltre anche la presenza di allacci elettrici pericolosi perché evidentemente non a norma e apparentemente abusivi. Riferisce di avere chiesto alle persone che lo avevano avvicinato se sapessero di chi erano gli oggetti descritti e, avendo ricevuto risposta negativa, di essersi rivolto ironicamente a chi assisteva alla diretta Facebook per sapere se qualcuno li riconosceva, visto che i presenti mostravano di non essere a conoscenza della presenza di tali oggetti nelle immediate vicinanze del campo nomadi. Ricorda che era stato da poco trasmesso dal Senato alla Camera un provvedimento sul tale misura assistenziale e che i parlamentari di Fratelli d'Italia erano impegnati a evitare che tra i percettori vi fossero soggetti che commettevano atti quali l'evasione dell'obbligo scolastico e lo sfruttamento dell'accattonaggio minorile, come purtroppo talvolta avviene tra chi vive nei campi nomadi; a tale riguardo, nel corso del sopralluogo chiese ai residenti del campo se intendessero fare domanda per il reddito di cittadinanza. Riferisce che in seguito al sopralluogo presentò un'interrogazione sul campo nomadi di Prato, come avvenuto a in precedenza e anche in seguito dopo visite svolte presso altri campi nomadi. Riferisce che, da quando non è più componente della I Commissione permanente, la sua attività parlamentare si è successivamente incentrata su temi differenti. Deposita agli atti della Giunta copia degli atti parlamentari citati in audizione e una copia del video della diretta Facebook, tuttora visibile sul suo profilo.

  Carlo SARRO (FI) sottolinea l'importanza di svolgere un approfondimento sugli aspetti procedurali connessi al mancato rispetto della legge n. 140 del 2003 da parte del primo GIP che si è occupato del procedimento a carico dell'on. Donzelli. Chiede se, successivamente allo svolgimento del sopralluogo del 1° marzo 2019, vi siano stati interventi e siano stati svolti accertamenti sul campo nomadi di Prato da parte delle autorità competenti.

  Giovanni DONZELLI (FdI) rappresenta di avere sempre comunicato alle forze di polizia quanto riscontrato nei suoi sopralluoghi sopra descritti. Con particolare riguardo al campo nomadi di Prato, riferisce di aver appreso con soddisfazione, qualche tempo dopo la sua visita, che le forze di polizia, anche grazie alla sua sollecitazione, avevano svolto efficaci controlli e recuperato veicoli anche rubati.

  Federico CONTE (LeU), relatore, rileva che secondo il primo GIP l'on. Donzelli non si sarebbe limitato a una manifestazione di pensiero ma avrebbe attribuito ai residenti del campo nomadi la commissione di specifici reati contro il patrimonio. In proposito chiede al deputato di precisare se aveva inteso attribuire ai residenti del campo l'attività delittuosa oppure stigmatizzare la presenza di oggetti che rendevano, di fatto, il campo stesso una sorta di discarica.

  Giovanni DONZELLI (FdI) precisa che il suo intervento, come la visione del video agevolmente dimostra, non fu assolutamente rivolto contro i Rom o i Sinti. Ribadisce che, poiché nessuno dei presenti rivendicava la proprietà delle biciclette, del camion, e dei vari oggetti abbandonati fuori dal campo, si era rivolto ironicamente agli spettatori della diretta Facebook per sapere Pag. 11di chi fossero. Fa notare di non avere accusato di furto né etnie né singole persone e di avere invece invitato, magari con una certa durezza, le persone residenti nel campo nomadi a denunciare chi abbandonava i rifiuti in una sorta di discarica non autorizzata, in prossimità del campo medesimo.

  (Il deputato Giovanni Donzelli si allontana dall'aula).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, non essendovi altri interventi, rinvia il seguito dell'esame della domanda in titolo ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.