CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 marzo 2022
761.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 23

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 16 marzo 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 14.40.

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori.
C. 1780 Cirielli, C. 2298 Siani e C. 3129 Bellucci.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 luglio 2021.

  Mario PERANTONI, presidente, ricorda che, in allegato al resoconto sommario della seduta del 15 luglio scorso sono state pubblicate le circa 50 proposte emendative presentate all'Atto Camera 2298, adottato come testo base.

  Vittorio FERRARESI (M5S), sottolineando come siano decorsi più di sette mesi dalla scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti, evidenzia che all'epoca sono state presentante alcune proposte emendative che, alla luce di interlocuzioni attualmente in corso con il relatore, potrebbero essere ora riformulate. Chiede comunque che sia prevista una breve riapertura, anche solo di un giorno, del termine per la presentazione degli emendamenti.

Pag. 24

  Walter VERINI (PD), relatore, ritiene che il provvedimento in discussione debba essere esaminato in maniera spedita. Tuttavia, precisando di essere nelle condizioni di formulare i propri pareri sulle proposte emendative già nella giornata odierna, comprende la richiesta del collega Ferraresi considerato che sono decorsi molti mesi dalla scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti. Si dichiara pertanto disponibile a rinviare l'esame del provvedimento alla settimana prossima e a prevedere una breve riapertura del termine per la presentazione degli emendamenti, non superiore alle quarantotto ore, ai gruppi parlamentari.

  Mario PERANTONI, presidente, constatata la disponibilità di tutti i gruppi, fissa il nuovo termine per la presentazione degli emendamenti alla proposta di legge C. 2298, adottata come testo base, alle ore 18 di venerdì 17 marzo 2022.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 16 marzo 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 14.45.

DL 17/2022: Misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.
C. 3495 Governo.
(Parere alle Commissioni VIII e X).
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 10 marzo 2022.

  Mario PERANTONI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, invita la relatrice, onorevole Giuliano, a formulare la proposta di parere.

  Carla GIULIANO (M5S), relatrice, fa presente di non avere ancora ultimato gli approfondimenti sui delicati articoli del provvedimento di competenza della Commissione Giustizia. Chiede, pertanto, di poter presentare la proposta di parere nella prossima seduta.

  Mario PERANTONI, presidente, sottolineando come la Commissione possa anche non esprimere nella giornata odierna il prescritto parere, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta che sarà individuata nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, già convocata al termine della seduta in sede di relazioni al Parlamento.

  La seduta termina alle 14.50.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 16 marzo 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 14.50.

Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021.
Doc. CCLXIII, n. 1.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 marzo 2022.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che il gruppo Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di risoluzione (vedi allegato 1), che sarà posta in votazione successivamente a quella presentata dalla relatrice.
  Chiede quindi alla relatrice se, alla luce degli approfondimenti effettuati, intenda Pag. 25confermare la proposta di risoluzione come riformulata nella precedente seduta.

  Valentina D'ORSO (M5S), relatrice, a seguito di un ulteriore approfondimento svolto sulla normativa relativa alla questione dell'incompatibilità dell'esercizio della professione forense con l'assunzione a tempo determinato in qualità di addetto presso l'ufficio del processo nonché a seguito di alcune interlocuzioni informali intercorse con esponenti delle associazioni rappresentative dell'avvocatura e delle associazioni di categoria, desidera sottoporre all'attenzione della Commissione due elementi di riflessione. Il primo si riferisce al fatto che l'unica deroga prevista rispetto al regime di incompatibilità tra pubblico impiego ed esercizio della professione forense è relativa all'insegnamento delle materie giuridiche. Evidenzia che tale deroga trova la sua legittimità nel particolare valore dell'insegnamento e nell'assenza di conflitti di interesse tra lo svolgimento contemporaneo delle due funzioni. Rileva, quindi, che il Parlamento potrebbe certamente introdurre una nuova deroga al regime ordinario nel rispetto del principio di ragionevolezza. Ritiene, anche alla luce di alcune sollecitazioni da parte dei colleghi, che tale nuova deroga potrebbe essere giustificata dall'affidamento, determinato dall'introduzione dell'articolo 7-ter del decreto-legge n. 80 del 2021, nell'esclusione della cancellazione dall'albo professionale. A tale proposito fa notare che il citato articolo 7-ter fa riferimento alla cancellazione e non alla sospensione e non riguarda anche la categoria degli avvocati. Rileva, infatti, che mentre gli addetti all'ufficio del processo sono assunti a seguito di una previsione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l'articolo 7-ter del decreto-legge n. 80 del 2021 fa riferimento ad ulteriori profili professionali non inclusi in progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Pertanto ritiene che non si possa invocare tale norma.
  Rileva quindi che la soluzione proposta dall'articolo 33 del decreto-legge n. 17 del 2022 prevede la sospensione dall'albo e non la cancellazione. Ricorda inoltre che l'Organismo congressuale forense, in un suo comunicato, ha precisato che la soluzione prospettata dal citato articolo 33 appare congrua e maggiormente tutelante per l'avvocatura stessa. Aggiunge che la stessa avvocatura ha precisato che la sospensione dall'albo appare preferibile rispetto al regime di incompatibilità su base territoriale prospettata nella precedente proposta di risoluzione come riformulata. Osserva invece che l'articolo 33 del citato decreto-legge n. 17 del 2021 non disciplina la problematica relativa all'aspetto previdenziale. Ritiene che la Commissione si debba far carico di tale questione per fugare le preoccupazioni degli avvocati inseriti nell'ufficio del processo in ordine al proprio status previdenziale. Sottolinea, infatti, che attualmente la sospensione porta automaticamente alla cancellazione dalla Cassa forense. Ciò premesso, propone quindi una ulteriore nuova formulazione della proposta di risoluzione (vedi allegato 2) che tiene conto di tale problematica.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) sottolinea come la soluzione potrebbe essere quella di rendere opzionabile la scelta dell'erogazione dei contributi previdenziali tra l'Istituto nazionale della previdenza sociale o la Cassa forense.

  Franco VAZIO (PD) chiede se la proposta della relatrice preveda l'incompatibilità territoriale.

  Valentina D'ORSO (M5S), relatrice, sottolinea che l'impegno previsto dalla proposta di risoluzione da lei ulteriormente riformulata è conforme alla soluzione individuata dall'articolo 33 del decreto-legge n. 17 del 2022.

  Mario PERANTONI presidente, evidenziando la complessità della questione, fa presente che la Commissione può valutare di riflettere ulteriormente sulla questione prima di approvare una risoluzione.

  Franco VAZIO (PD) rammenta che, quando nel corso dell'esame della delega penale fu introdotto – attraverso un emendamento – l'ufficio del processo, la finalità Pag. 26era quella di accelerare i tempi dei processi. Pertanto il ruolo di addetto all'ufficio del processo appare inconciliabile con una funzione part time. Ritiene che la proposta della relatrice possa essere condivisibile in quanto attenua gli effetti della sospensione; ritiene però che occorra evitare che i versamenti contributivi siano aggiuntivi. Ritiene quindi percorribile la soluzione proposta dal collega Paolini in base alla quale si dovrà decidere a quale previdenza affidarsi. Reputa di conseguenza indispensabile chiarire che nessun versamento a carico della cassa forense dovrà essere erogato in assenza di prestazione.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) rileva come il dibattito in corso disveli l'attività confusionaria posta in essere dal Governo relativamente all'ufficio del processo, che rassegna la fotografia di un Ministero della giustizia che arranca di fronte alle sfide poste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Constata con dispiacere come neanche le considerazioni pur pertinenti svolte dai colleghi della maggioranza vengano prese in considerazione dal Ministero che, se ne tenesse conto, eviterebbe figuracce nei confronti degli utenti a vario titolo del sistema giustizia. Rammenta che il suo gruppo ha presentato una proposta di risoluzione in cui viene evidenziato come l'obiettivo principale del PNRR non sia certamente quello di creare nuovi precari nel mondo della giustizia, ritenendo che, un minuto dopo l'assunzione dei primi addetti all'ufficio del processo, i sindacati abbiano richiesto a gran voce la loro stabilizzazione. Ritiene dunque che la ratio dell'azione del Governo sia sbagliata, dal momento che la riduzione dei tempi dei processi, richiesta in più occasioni dall'Unione europea e incidente in maniera negativa sul prodotto interno lordo, non può essere risolta attraverso l'ufficio del processo. Quanto alla digitalizzazione, che a suo parere il Piano confonde con l'uso della posta elettronica certificata, precisa che si dovrebbe trattare invece di un processo di reingegnerizzazione, finalizzato tra l'altro alla realizzazione del fascicolo telematico anche per il processo penale. Come già evidenziato in altre occasioni, fa presente inoltre che la digitalizzazione richiede l'uso di server e piattaforme sempre efficienti, comportando di conseguenza investimenti di ben altra natura rispetto alla creazione di nuovi precari. Rileva dunque come tali aspetti siano stati evidenziati nella proposta di risoluzione di Fratelli d'Italia, anche prendendo spunto dalle sollecitazioni provenienti dai rappresentanti delle associazioni dell'avvocatura oltre che da diversi magistrati. Precisa inoltre che, dopo aver sottoposto diverse osservazioni alla relatrice, che le ha in parte recepite, il gruppo Fratelli d'Italia ha ritenuto di presentare una propria proposta di risoluzione, rilevando la mancanza di una visione di insieme del settore giustizia, che non passi soltanto attraverso le modifiche dei codici di rito. In conclusione, nell'apprezzare comunque gli sforzi compiuti dalla relatrice, evidenzia la necessità che, in luogo dei precari dell'ufficio del processo, vengano assunti nuovi magistrati.

  Catello VITIELLO (IV), sulla scorta delle osservazioni svolte dai colleghi Vazio e Paolini, chiede a tutti, e in particolare alla relatrice, uno sforzo di chiarezza, dichiarando in maniera esplicita che, secondo le forze di maggioranza, la sospensione dall'esercizio della professione forense per gli avvocati assunti a tempo determinato nell'ufficio per il processo, lungi dall'essere una soluzione corretta, rappresenti invece un tentativo di aggirare l'ostacolo. A fronte di una simile soluzione, sollecita i colleghi ad assumersi allora la responsabilità di dichiarare che gli addetti all'ufficio del processo non possono esercitare la professione di avvocato, nel rispetto delle incompatibilità previste dalla legge sul pubblico impiego. Nell'apprezzare gli sforzi compiuti dalla relatrice, ritiene che in assenza dei necessari chiarimenti non sia possibile risolvere la questione. Precisa infatti che, nonostante i tentativi praticati in diverse occasioni, non è stato ancora chiarito esattamente quali siano le mansioni degli addetti all'ufficio del processo e fino a che punto questi ultimi entrino nel processo decisionale del giudice. Sottolinea a tale proposito che, nel caso in cui il ruolo dell'addetto all'ufficio del processo non fosse determinante ai fini dei compiti del magistrato,Pag. 27 non si configurerebbe una incompatibilità totale con l'esercizio della professione forense, analogamente a quanto avviene per la magistratura onoraria. Si dichiara pertanto persuaso che in tal caso, configurandosi un supporto di natura sostanzialmente accademica, la soluzione potrebbe essere analoga a quella prevista per i docenti universitari, cui la legge consente a determinate condizioni l'esercizio della professione forense. Pertanto ritiene che in presenza di una volontà politica comune si possa consentire la scelta tra un impiego a tempo pieno e un impiego a tempo parziale. In caso contrario, a suo parere, la Commissione dovrebbe esprimersi in favore dell'incompatibilità totale, ritenendo ipocrita affrontare solo gli aspetti previdenziali. In conclusione considera inoltre un abominio che l'equiparazione consentita, ai fini della formazione, per la figura del tirocinante non sia prevista anche per il praticante avvocato.

  Alfonso BONAFEDE (M5S), dopo le considerazioni della collega Varchi, ritiene opportuno intervenire per un chiarimento, ricostruendo la ratio dell'ufficio del processo, che certamente non è stato immaginato come una soluzione definitiva ai problemi della giustizia. Precisa quindi che l'istituzione dell'ufficio del processo fa seguito ad un significativo piano assunzionale che prevede l'ingresso di 20 mila unità di personale con contratto a tempo indeterminato. Sottolinea pertanto che il settore della giustizia sta già beneficiando di una iniezione di nuove energie in pianta stabile. Precisa altresì che dopo la pandemia si è reso necessario e possibile ridurre l'arretrato anche grazie all'apporto di personale a tempo determinato addetto all'ufficio del processo. Nel rammentare a tale proposito che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non consente l'utilizzo di risorse finanziarie per assunzioni con contratto a tempo indeterminato, al fine di ristabilire la verità ribadisce che l'ufficio del processo si inserisce in un programma di assunzioni già previsto. Quanto alla digitalizzazione, fa presente che, come la collega Varchi ben sa, il processo civile telematico costituisce un buon modello e che due anni fa è stato avviato anche il processo penale telematico. Precisa altresì che il ricorso alla posta elettronica certificata o ad altre soluzioni di emergenza, lungi dal rientrare nell'ambito del processo telematico, si è reso necessario nel corso della pandemia, al fine di ovviare alla impossibilità di svolgere determinate attività in presenza.

  Manfredi POTENTI (LEGA), a supporto delle considerazioni del collega Vitiello, rammenta alla relatrice che, nel corso delle audizioni svolte nella giornata di ieri sulle abbinate proposte di legge C. 428 Gribaudo e C. 2722 D'Orso in materia di monocommittenza, i rappresentanti dell'avvocatura hanno motivato il regime di incompatibilità previsto dagli articoli 18 e 19 della legge n. 247 del 2012 con l'esigenza di garantire l'indipendenza e l'imparzialità della professione forense. Rammenta altresì che in particolare i rappresentanti dell'Organismo congressuale forense e del Consiglio nazionale forense hanno precisato, in replica alle sue considerazioni critiche, che l'eccezione prevista dall'articolo 19 della legge per gli avvocati che esercitano attività legale per conto degli enti pubblici, risiede nel principio di indipendenza che caratterizza l'azione della pubblica amministrazione. Ritiene quindi che tale argomento vada a supporto delle considerazioni del collega Vitiello, sollecitando una riflessione sul tema al fine di evitare di aggirare la situazione con una soluzione non adeguata.

  Cosimo Maria FERRI (IV), nel richiamarsi all'intervento del collega Vitiello, sottolinea come si richieda al Ministero della giustizia una presa di posizione più chiara sulla vicenda, pur consapevole, anche alla luce dell'esperienza maturata con riguardo alla riforma della magistratura onoraria, delle difficoltà per una soluzione equilibrata. Facendo autocritica, evidenzia infatti che, quando si determinano condizioni di precariato, inevitabilmente si finisce con il contribuire alla creazione di aspettative cui è difficile rispondere, dal momento che si tratta di comporre interessi diversi, quali i diritti delle persone e le esigenze di buon funzionamento della Pag. 28giustizia. Rileva quindi il rischio che con l'ufficio del processo si riproponga una situazione analoga a quella della magistratura onoraria, che può essere di difficile risoluzione per qualsiasi Governo. A suo parere sarebbe indispensabile chiarire come verranno utilizzati gli addetti all'ufficio del processo e quanto determinante e significativo sarà il loro ruolo nell'ambito della funzione di supporto al magistrato, pur consapevole che il reale discrimine potrà essere evidenziato soltanto con la pratica. Esprime quindi la convinzione che la soluzione dell'incompatibilità totale tra esercizio della professione forense e lavoro subordinato presso l'ufficio del processo non possa essere adottata in assenza di una maggiore chiarezza sul ruolo svolto dagli addetti e di una prospettiva di stabilizzazione futura. Nel manifestare pertanto il proprio dispiacere per il fatto che si ripetano in questa sede le esperienze già fatte con i magistrati onorari e con i lavoratori socialmente utili, ritiene che il «Governo del cambiamento» avrebbe dovuto assumere un comportamento diverso e che non sia serio rinviare di tre anni la soluzione del problema.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), richiamandosi alle considerazioni del collega Bonafede, precisa che, a differenza della CGIL di Palermo, è perfettamente a conoscenza del fatto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non consente assunzioni di personale a tempo indeterminato. Dichiarando di non appassionarsi al dibattito sul carattere determinato o indeterminato degli eventuali contratti, fa presente come, a parere del gruppo Fratelli d'Italia, l'impiego di oltre 4 miliardi di euro che il PNRR attribuisce al settore giustizia dovrebbe essere finalizzato alla risoluzione di problemi strutturali, quali quelli della magistratura onoraria, invece che all'organizzazione dell'ufficio del processo. Nel ribadire la propria contrarietà ad utilizzare le risorse del PNRR per creare una sacca ulteriore di precariato, ritiene che i chiarimenti vadano rivolti piuttosto alla CGIL, dalle cui posizioni è tradizionalmente distante.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), pur ritenendo condivisibili le considerazioni del collega Ferri, rammenta a tutti l'esistenza del libero arbitrio, richiamando a tale proposito la propria decisione di rinunciare al posto di assistente giudiziario per dedicarsi all'esercizio della professione forense. Fa presente pertanto che anche i vincitori del concorso per addetti all'ufficio del processo, essendo giovani competenti e laureati, potranno comunque, a conclusione dell'esperienza triennale, operare la propria scelta senza rinunciare necessariamente per il futuro a svolgere la professione di avvocato.

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO ritiene che la vivacità del dibattito fin qui svolto, la varietà delle posizioni espresse nonché il rispetto dovuto ai contenuti della proposta di risoluzione del gruppo di Fratelli d'Italia impongano un'ulteriore riflessione da parte del Governo. Chiede quindi che l'espressione del parere del Governo sulle due proposte di risoluzione possa essere rinviata ad altra seduta.

  Mario PERANTONI, presidente, accogliendo la richiesta avanzata dal Governo, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 16 marzo 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 16.10.