CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 marzo 2022
756.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 119

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 9 marzo 2022. — Presidenza della presidente, Vittoria CASA.

  La seduta comincia alle 14.10.

DL n. 16/2022, recante ulteriori disposizioni urgenti per la crisi in Ucraina.
C. 3492 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Vittoria CASA, presidente, dopo aver ricordato che il Consiglio dei ministri ha adottato due decreti-legge recanti misure urgenti per la crisi in Ucraina – prima il decreto n. 14 del 2022 e pochi giorni dopo il decreto n. 16 – avverte che il Governo intende unificare i due decreti, trasfondendo il contenuto del secondo nel testo del primo e a questo fine ha già depositato presso le Commissioni riunite III e IV un apposito articolo aggiuntivo al disegno di legge C. 3491, che contestualmente abroga il decreto n. 16. Considerato che sul decreto-legge n. 14, in ragione della materia, non è prevista l'espressione del parere della VII Commissione e che d'altra parte non ci sono le condizioni perché la VII Commissione possa pronunciarsi sul testo risultante dagli emendamenti che potrebbero essere approvati dalle Commissioni di merito, stante che il provvedimento sarà discusso dall'Assemblea a partire da lunedì prossimo, l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha concordato sull'opportunità che la Commissione si esprima sul decreto n. 16.

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  Rosa Maria DI GIORGI (PD), relatrice, premette che la Commissione è chiamata ad esaminare, per le parti di propria competenza, il testo del disegno di legge C. 3492 Governo, di conversione del decreto-legge n. 16 del 2022, recante ulteriori disposizioni urgenti per la crisi in Ucraina, ai fini dell'espressione del parere alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa). Il decreto è composto di quattro articoli. Gli articoli da 1 a 3 riguardano la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, l'adozione di misure preventive necessarie alla sicurezza del sistema nazionale del gas naturale e l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina.
  Fa presente che tratta materie di competenza della Commissione l'articolo 4, che prevede l'istituzione, presso il Ministero dell'università e della ricerca, di un fondo per il finanziamento di iniziative delle università, delle istituzioni AFAM e degli enti di ricerca a favore di studenti, ricercatori e professori di nazionalità ucraina che siano sul territorio italiano per ragioni di studio o di ricerca. Il fondo ha una dotazione pari a 500.000 euro per l'anno 2022 e ha il fine di promuovere azioni di sostegno a favore degli studenti di nazionalità ucraina iscritti a università o istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica italiane, oppure aderenti al programma Erasmus +, nonché a favore dei dottorandi, dei ricercatori e dei professori di nazionalità ucraina che partecipano alle attività delle università e istituzioni o degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e delle ricerca. È previsto che con decreto del Ministro dell'università e della ricerca siano definiti il riparto tra le università, le istituzioni e gli enti di cui sopra, nonché le modalità di utilizzazione delle risorse, anche attraverso la previsione di borse di studio ovvero di altri strumenti e servizi volti a garantire l'effettività del diritto allo studio. La relazione illustrativa del disegno di legge spiega che, con il fondo in questione, il Governo intende promuovere una pluralità di azioni accomunate dalla volontà di sostenere la prosecuzione della permanenza dei cittadini ucraini sul territorio nazionale, in ragione delle presumibili difficoltà che essi avranno a fare ritorno nel proprio Paese. Sempre la relazione del Governo informa che dai primi dati raccolti dal Ministero dell'università e della ricerca risulta che gli studenti ucraini iscritti in università e istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica sono 1.120. Le azioni di sostegno – si legge nella relazione governativa – potranno essere di varia natura: dalle misure per il diritto allo studio a possibili proroghe di progetti, assegni e contratti di ricerca: per tale ragione si demanda al citato decreto del Ministro dell'università e della ricerca la concreta individuazione delle stesse
  Conclude formulando una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

  Federico MOLLICONE (FDI), premesso che avrebbe trovato più corretto se la relatrice avesse condotto sulla proposta di parere un'interlocuzione anche con i deputati di opposizione, piuttosto che presentarla direttamente nella stessa seduta in cui ne è prevista la votazione, chiarisce che il suo gruppo è favorevole alle misure urgenti adottate dal Governo in relazione alla crisi ucraina, che scaturisce da un'inaccettabile violazione di confini di uno Stato sovrano e instaura una grave minaccia per l'Europa. Quanto alla proposta di parere, rileva che il concetto di «crisi politiche e militari in atto» – di cui all'osservazione sotto la lettera a) della proposta di parere – è troppo generico e suscettibile di comprendere anche soggetti che fuggano da crisi molto meno gravi di quella Ucraina, laddove sarebbe preferibile che le risorse finanziarie disponibili fossero in questo momento concentrate a favore degli ucraini. A parte questo, rileva che nei decreti-legge non sono previste misure a tutela del patrimonio culturale e della cultura ucraini e informa la Commissione che sta presentando una risoluzione su questo tema, che auspica sia assegnata alla VII Commissione e prontamente discussa.

  Cristina PATELLI (LEGA) annuncia che anche il suo gruppo sta presentando una risoluzione di tenore analogo.

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  Antonio PALMIERI (FI), riprendendo la questione già posta dal deputato Mollicone riguardo all'osservazione di cui alla lettera a) della proposta di parere della relatrice, rileva che sarebbe preferibile far riferimento alla crisi politica e militare in atto, cioè quella in Ucraina, oggetto del decreto-legge, piuttosto che a non meglio definite «crisi politiche e militari in atto».

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), relatrice, ritiene preferibile la formulazione da lei impiegata nella sua proposta di parere, che comprende più latamente tutte le crisi e dà quindi un indirizzo più generale.

  Daniele BELOTTI (LEGA) esprime soddisfazione per il riferimento, nella seconda parte dell'osservazione di cui alla lettera b), alla possibilità che le mense scolastiche siano utilizzate anche per la distribuzione di pasti alle famiglie di profughi ucraini. Fa presente che si tratta di una proposta che proviene da sindaci, che non hanno nelle casse comunali disponibilità finanziarie per aiutare i profughi, ma vorrebbero poter fare qualcosa: l'idea di fondo è che le mense di enti pubblici e privati – non solo quelle scolastiche, alle quali nel parere ci si limita per rispetto delle competenze della Commissione – potrebbero aiutare fornendo pasti alle famiglie di profughi bisognose, anche nell'ottica più generale del contrasto allo spreco alimentare. Sarebbero quindi auspicabili interventi normativi intesi ad agevolare comportamenti di questo tipo.

  Gabriele TOCCAFONDI (IV) giudica favorevolmente il riferimento alla scuola contenuto nell'osservazione di cui alla lettera b): gli interventi per studenti universitari e studiosi sono importanti, ma non bisogna dimenticare i ragazzi ucraini giovani, che frequentano le scuole e che avranno bisogno di assistenza, anche psicologica. Quanto all'osservazione di cui alla lettera a), non ritiene che il riferimento alle crisi politiche e militari in atto possa essere frainteso, nel senso che, trattandosi di un decreto-legge per la crisi ucraina, è implicito che si faccia riferimento principalmente a quella crisi. Quanto infine alla parte che manca negli interventi disposti dai decreti-legge, ossia la salvaguardia del patrimonio culturale ucraino, accoglie con favore l'idea del deputato Mollicone di presentare una risoluzione sul tema, sulla quale – se assegnata alla VII Commissione – si augura si possa lavorare presto per arrivare a una posizione largamente condivisa.

  Simone VALENTE (M5S) ritiene che l'assistenza psicologica per i bambini e ragazzi delle scuole sia importante, anche perché stanno arrivando e ancor più arriveranno bambini accompagnati dalle sole madri, appartenenti quindi a famiglie non solo spiantate ma anche divise dalla violenza della guerra.

  Federico MOLLICONE (FDI), tornando sull'osservazione di cui alla lettera a), insiste perché, come chiesto anche dal deputato Palmieri, si faccia riferimento alla crisi politica e militare in atto in Ucraina, piuttosto che a generiche «crisi politiche e militari in atto»

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), relatrice, ribadito che personalmente non ritiene che il riferimento alle crisi politiche e militari in atto, al plurale, piuttosto che alla singola crisi ucraina sia capace di sminuire in qualche modo la crisi in atto in Ucraina, chiede una breve sospensione della seduta, per poter valutare con i rappresentanti dei gruppi l'effettiva necessità di una riformulazione.

  La seduta, sospesa alle 14.40, riprende alle 14.45.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), relatrice, riformula la sua proposta di parere nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Vittoria CASA, presidente, constata con soddisfazione che ancora una volta la Commissione ha dimostrato, su un tema molto importante, la capacità di convergere su una posizione unitaria. Sottolinea che la cultura è un deterrente fondamentale controPag. 122 le guerre e un fattore fondamentale di aggregazione, confronto e dialogo anche tra popoli diversi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire la Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice, come riformulata.

Misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista.
Testo Unificato C. 243 Fiano e C. 3357 Perego di Cremnago.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Vittoria CASA, presidente, avverte che, essendo il provvedimento iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 14 marzo, la I Commissione ha rappresentato la necessità di avere il prescritto parere in tempo utile. Dà quindi la parola al relatore, on. Lattanzio per la relazione introduttiva.

  Paolo LATTANZIO (PD), relatore, premette che la Commissione è chiamata a esprimere alla Commissione Affari costituzionali il parere, per i profili di propria competenza, sul testo unificato delle proposte di legge abbinate C. 243 Fiano e C. 3357 Perego di Cremnago, recante misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista. Il testo unificato è quello risultante dagli emendamenti approvati dalla I Commissione nell'esame in sede referente fin qui svolto.
  Prima di passare all'illustrazione del contenuto, sottolinea come negli due anni la crisi pandemica abbia rafforzato un'insana commistione tra tendenze alla radicalizzazione e complottismi di varia natura, creando sacche di estremismo alimentatesi soprattutto attraverso i social media e sfociate talora in episodi violenti di piazza. Alla luce di questi fenomeni, il provvedimento in esame assume, a suo giudizio, un'urgenza ancora maggiore. Il provvedimento prevede infatti misure per prevenire i fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta e per favorire la deradicalizzazione nonché il recupero in termini di integrazione sociale, culturale e lavorativa dei soggetti coinvolti, cittadini italiani o stranieri residenti in Italia.
  A tal fine, l'articolo 2 istituisce presso il Ministero dell'interno il Centro nazionale sulla radicalizzazione (CRAD) in cui è prevista la presenza di rappresentanti delle diverse amministrazioni statali interessate per competenza, tra cui, quelli dei Ministeri dell'istruzione e dell'università e della ricerca e della salute, e di qualificati esponenti di enti operanti nel campo religioso, culturale, educativo e sociale e del Consiglio per le relazioni con l'Islam italiano. Il CRAD predispone annualmente il Piano strategico nazionale di prevenzione dei processi di radicalizzazione e di adesione all'estremismo violento e di recupero dei soggetti coinvolti nei fenomeni di radicalizzazione, con il quale sono definiti i progetti, le azioni e le iniziative da realizzare per le finalità della legge. È inoltre prevista l'istituzione di un numero verde. Il Piano strategico nazionale serve a promuovere la condivisione dei princìpi di laicità dello Stato e di libertà religiosa e di tutti gli altri princìpi fondamentali della Costituzione, il dialogo interreligioso e interculturale, nonché il contrasto di ogni forma di discriminazione razziale, etnica, religiosa, di genere e di orientamento sessuale e di pratiche che colpiscono l'integrità fisica, la dignità e i diritti delle persone.
  L'articolo 3 istituisce presso le prefetture-uffici territoriali del Governo dei capoluoghi di regione i Centri di coordinamento regionali sulla radicalizzazione (CCR), con il compito di dare attuazione al Piano strategico nazionale e di esercitare un monitoraggio del territorio.
  L'articolo 4 istituisce un Comitato parlamentare per il monitoraggio dei fenomeni Pag. 123eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi quelli di matrice jihadista, composto da cinque deputati e da cinque senatori. Gli articoli 5 e 6 disciplinano i compiti del Comitato consistenti nello svolgimento di attività conoscitiva sui fenomeni oggetto della legge. Il Comitato dovrà presentare alle Camere una relazione annuale sull'attività svolta e formulare proposte o segnalazioni su questioni di sua competenza. Ogni anno, poi, il Governo è chiamato a trasmettere alle Camere e al Comitato una relazione sulle politiche attuate e i risultati ottenuti con riferimento all'anno precedente.
  L'articolo 7 dispone in materia di attività di formazione del personale delle pubbliche amministrazioni coinvolte (Forze di polizia, Forze armate, e così via). Sono compresi i docenti e i dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado e delle università. Le attività di formazione possono prevedere programmi e corsi specialistici diretti a fornire a questo personale elementi di conoscenza anche in materia di dialogo interculturale e interreligioso utili a prevenire i fenomeni oggetto della proposta in esame. Sottolinea, quindi, che l'ambizione delle disposizioni contenute in questo articolo è quella di costruire un bacino di personale pubblico capace di affrontare un fenomeno sempre più diffuso nelle civiltà occidentali. Si dice certo che anche i docenti e i dirigenti scolastici accoglieranno con favore l'opportunità di formazione prevista dal Piano, che offrirà loro strumenti di conoscenza utili per accrescere la loro sensibilità e capacità di conoscere gli alunni e di comprenderne per tempo difficoltà e problemi.
  L'articolo 8 prevede espressamente interventi preventivi in ambito scolastico. In particolare, stabilisce che l'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e per l'intercultura (di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 718 del 2014) è chiamato a proporre al Ministro dell'istruzione linee guida sul dialogo interculturale e interreligioso, finalizzate a promuovere la conoscenza della lingua italiana e della Costituzione, la cultura della tolleranza e del pluralismo e la conoscenza del principio supremo della laicità dello Stato, nonché a prevenire episodi di radicalizzazione in ambito scolastico. Le linee guida sono adottate con decreto del Ministro dell'istruzione e comunicate agli uffici scolastici regionali e alle istituzioni scolastiche.
  L'Osservatorio nazionale, inoltre, deve svolgere un monitoraggio sulle iniziative avviate dalle istituzioni scolastiche in attuazione delle linee guida, evidenziando gli eventuali episodi di criticità e i risultati raggiunti. Le reti tra istituzioni scolastiche possono stipulare convenzioni con università, istituzioni, enti, associazioni o agenzie del territorio per lo sviluppo di iniziative secondo le specifiche linee guida da definirsi con decreto del Ministro dell'istruzione. Inoltre, a decorrere dall'anno scolastico 2022/2023, il Piano nazionale di formazione dei docenti deve prevedere anche formazione e aggiornamento di docenti e dirigenti delle istituzioni scolastiche per aumentare le loro conoscenze e competenze in materia di cittadinanza globale per l'integrazione scolastica e la didattica interculturale. Con accordo in sede di Conferenza Stato e regioni dovranno essere individuate misure per la prevenzione della radicalizzazione anche nel settore dell'istruzione e della formazione professionale.
  L'articolo 9 autorizza la spesa di 2,5 milioni di euro per l'anno 2022 e di 5 milioni di euro per l'anno 2023 a favore del Ministero dell'università e della ricerca per progetti di formazione universitaria e post-universitaria per la formazione di figure professionali specializzate nella prevenzione e nel contrasto della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista, nel dialogo interreligioso, nelle relazioni interculturali ed economiche e nello sviluppo dei Paesi di emigrazione, previsti e organizzati da accordi di cooperazione tra università italiane e quelle di Stati aderenti all'organizzazione della cooperazione islamica, con i quali l'Italia ha stipulato accordi di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica.
  L'articolo 10 stabilisce che il Piano strategico nazionale può prevedere lo sviluppo di campagne informative per l'integrazione Pag. 124e il dialogo interculturale e interreligioso e per contrastare l'estremismo violento di matrice jihadista. La RAI, in qualità di concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, è chiamata a realizzare una specifica piattaforma multimediale per la messa in onda di prodotti informativi e formativi in italiano, arabo e in altre lingue. Il Piano strategico nazionale può promuovere attività di comunicazione per diffondere la cultura del pluralismo e il dialogo interreligioso e interculturale, il principio dell'eguaglianza di genere e il contrasto delle discriminazioni di origine religiosa, compresa l'islamofobia. A proposito di media, rileva, anticipando in parte l'osservazione che ha inserito nella proposta di parere che presenterà, che è ineludibile oggi educare i ragazzi a un uso critico dei media, perché fenomeni gravi come la radicalizzazione nascono anche dall'esposizione senza filtri critici al flusso di informazioni anche distorte che arrivano da alcuni canali mediatici, soprattutto della rete internet.
  L'articolo 11 demanda ad un decreto del Ministro della giustizia l'adozione di un piano nazionale per garantire ai soggetti italiani o stranieri detenuti un trattamento penitenziario che promuova la loro deradicalizzazione e il loro recupero. Il decreto deve anche individuare i criteri per l'ammissione negli istituti penitenziari dei soggetti di cui all'articolo 17, secondo comma, della legge 26 luglio 1975, n. 354: questa norma prevede che sono ammessi a frequentare gli istituti penitenziari, a determinate condizioni, coloro che avendo concreto interesse per l'opera di risocializzazione dei detenuti dimostrino di potere utilmente promuovere lo sviluppo dei contatti tra la comunità carceraria e la società libera. Il testo in esame prevede che tali soggetti debbano essere in possesso di specifiche conoscenze attestate da istituti o enti di formazione riconosciuti dal Ministero dell'istruzione: deve trattarsi di conoscenze delle culture e delle pratiche religiose, nonché dei fenomeni di proselitismo, radicalizzazione e potenziale deriva terroristica.
  L'articolo 11-bis configura come reato il possesso di istruzioni sulla preparazione o sull'uso di congegni bellici micidiali, di armi, di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose, e di ogni tecnica per il compimento di atti di violenza o di sabotaggio di servizi pubblici essenziali. Non è punibile chi detiene il materiale per lavoro, studio o comunque finalità diverse dal compimento di condotte penalmente illecite.

  Federico MOLLICONE (FDI), pur condividendo le finalità del provvedimento, ritiene che le sue disposizioni, per come sono formulate, vadano al di là dell'obiettivo. Infatti, se la presa di coscienza del fenomeno della radicalizzazione violenta è certamente importante ed è importante contrastarlo, è vero però anche che la proliferazione di organismi di vigilanza e controllo – quelli previsti dal provvedimento in esame si aggiungono ad altri esistenti, come l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR) della Presidenza del Consiglio dei ministri – rischia di condurre ad una sistematica censura di ogni espressione e posizione che si allontani da quello che l'articolo 8 della proposta in esame definisce nientemeno che «il principio supremo della laicità dello Stato». In altre parole, c'è il rischio che apparati amministrativi come questo, pur costituiti per un fine condivisibile come può essere il contrasto della radicalizzazione violenta, finiscano per imporre, nel nome della tolleranza ma in effetti di un moralismo iperlaico, un pensiero unico che emargina e anzi condanna manifestazioni di pensiero e comportamenti che sono tipici e identitari della cultura europea e italiana: e si riferisce in particolare a quelli propri della religione cristiana. Ricorda che solo poco tempo fa è stato rintuzzato un tentativo intrapreso a livello europeo per mettere al bando le tradizioni legate al Natale, perché ritenute lesive della sensibilità laica e multiculturale. È dell'avviso che iniziative come questa siano ispirate a un'ideologia generale che – mentre afferma di voler solamente promuovere il dialogo interreligioso, il pluralismo e il multiculturalismo, che sono senz'altro valori da perseguire – in realtà tende a imporre una vera e propria nuova religione: il laicismo, per il quale tutte le idee religiose sono equivalenti e Pag. 125indifferenti, per cui quelle costitutive delle identità culturali di un popolo sono da mettere sullo stesso piano di quelle che non ne sono costitutive. A suo parere, insomma, il provvedimento non si limita a introdurre misure di contrasto dell'estremismo violento di matrice jihadista, ma costruisce, in una sorta di eccesso di zelo, una multiculturalità fondata su una precisa visione ideologica non troppo distante dall'intolleranza religiosa. È giusto infatti affermare che lo studente musulmano deve essere libero di proclamarsi tale, ma non è giusto imporre per questo ai cristiani che sono in Italia di rinunciare alla loro cultura: laddove il rischio è che, per l'attuazione troppo zelante di leggi come questa, si finisca per reprimere la recita del Natale a scuola, per esempio, o l'insegnamento di poesie di contenuto religioso o comunque non in linea con l'ortodossia del «politicamente corretto». Sottolinea, inoltre, che mancano invece nel provvedimento misure per esercitare un controllo sui luoghi della città nei quali prende forma e sostanza la radicalizzazione violenta, ovvero taluni centri di cultura islamica e moschee clandestine che, in spregio di ogni normativa, proliferano dappertutto nelle grandi città.

  Daniele BELOTTI (LEGA), premesso di condividere nella sostanza generale le riflessioni del deputato Mollicone, esprime perplessità in merito, in particolare, alle linee guida di cui all'articolo 8. A suo avviso, ciò che dovrebbe essere promosso nelle scuole non è il «principio supremo della laicità dello Stato», ma piuttosto la conoscenza della cultura del Paese ospitante, il quale non deve necessariamente sacrificare tutta la sua storia e identità in nome del principio della laicità dello Stato. Osserva che, per favorire l'integrazione degli stranieri, la via giusta non è quella di rinunciare alla propria cultura, per non dispiacere ai non cristiani e non infastidirli, come certi provvedimenti sembrano voler fare, ma piuttosto quella di incentivarne da parte loro il rispetto.
  Con riferimento, poi, all'articolo 10, trova eccessivo che la RAI debba mettere in onda prodotti informativi in lingua araba quando nei canali e nelle piattaforme della concessionaria del servizio pubblico non trovano spazio prodotti che sono espressione di realtà locali italiane. Conclude evidenziando poi che manca, nel provvedimento, che pure vuole contrastare la radicalizzazione violenta, ogni riferimento al fenomeno delle baby-gang formate da ragazzi stranieri prevalentemente di origine islamica che ultimamente spadroneggiano in molte città traducendo in atteggiamenti aggressivi e in bullismo un radicato disprezzo verso gli altri e, soprattutto, verso le donne.

  Paolo LATTANZIO (PD), relatore, esprime l'avviso che non sia questa l'occasione per trattare del fenomeno delle baby-gang, perché il tema del provvedimento è un altro e perché le baby-gang hanno varie composizioni etniche e sono anche italiane. Quanto alla diffusione di trasmissioni televisive in arabo, osserva che è difficile favorire l'integrazione degli stranieri se questi non possono comprendere il linguaggio del Paese ospitante, laddove la possibilità di conoscere la cultura del Paese e di capirla incentiva il dialogo e lo scambio. Rispondendo, invece, al deputato Mollicone, rileva che non c'è alcuna religione della multiculturalità, perché quest'ultima, per fortuna, è semplicemente un fatto: il mondo è multiculturale e nella maggior parte dei casi dimostra di saper fare della multiculturalità un'opportunità di crescita per gli individui, attraverso contaminazioni feconde, anche se in alcune aree le differenze culturali deflagrano e degenerano in conflitti.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD) si rammarica che il poco tempo a disposizione non consenta di approfondire un tema così complesso e raccomanda a tutti di attenersi allo scopo del provvedimento, che è quello della prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta e della diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista. Evidenzia che il provvedimento delinea un sistema di reazione e prevenzione complesso e apprezza l'alto profilo e il carattere istituzionale delle strutture individuate per la promozione delle misure e degli interventi: si tratta di organismi molto specificiPag. 126 che possono puntare a combattere il pericoloso fenomeno della radicalizzazione. Condivide la scelta di iniziare la prevenzione all'interno delle istituzioni scolastiche e invita a non temere il dialogo interreligioso, che, a suo avviso, favorisce l'inclusione. Ricorda quindi che la libertà religiosa e la laicità dello Stato sono sanciti dalla Costituzione. Non ravvisa quindi i rischi paventati da alcuni colleghi in merito ad un possibile attacco alla religione cattolica. Ritiene, poi, che sia utile la divulgazione dei valori fondanti della democrazia anche attraverso la messa in onda, su piattaforme della RAI, di prodotti in lingua diversa da quella italiana. Ciò favorirebbe, a suo avviso, soprattutto le donne straniere, che spesso sono confinate in casa e non hanno modo di imparare la lingua italiana e di accedere ai canali normali per approfondire la conoscenza della cultura del Paese che le ospita. Apprezza, inoltre, che sia stato posto l'accento sulla formazione degli educatori e, quindi, sul loro ruolo nell'ambito della prevenzione. Conclude sottolineando che il provvedimento deve essere considerato tranquillizzante, e non preoccupante come ha sentito dire da alcuni colleghi intervenuti.

  Luigi CASCIELLO (FI), dicendosi non convinto dalla deputata Di Giorgi, esprime invece la propria preoccupazione perché intravede nei sottintesi del provvedimento una sorta di arrendevolezza degli italiani, una loro disponibilità a lasciar cadere la propria identità culturale per non offendere altri. Condivide quanto detto dal deputato Belotti in merito alla questione delle baby-gang, che è un fenomeno estraneo alla storia italiana, e che però si sta diffondendo in modo allarmante. Ritenendo opportuni maggiori approfondimenti, crede che sarebbe utile un rinvio dell'esame del provvedimento.

  Vittoria CASA, presidente, al fine di ricondurre la discussione nell'ambito delle competenze proprie della Commissione, invita a concentrarsi sui contenuti dell'articolo 8 che individua la scuola come luogo preposto a favorire il dialogo. Ricordando quindi che l'Italia è uno Stato laico, sottolinea la mancanza di ogni pericolo insito nelle disposizioni.

  Paolo LATTANZIO (PD), relatore, dopo aver premesso che non si può combattere la radicalizzazione imponendo l'uso della propria lingua, perché per intercettare chi per definizione si esclude occorre andargli incontro, formula una proposta di parere con un'osservazione (vedi allegato 3).

  Manuel TUZI (M5S) chiede alla presidente di considerare la possibilità di una sospensione che consenta a tutti di valutare la proposta di parere del relatore.

  La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.50.

  Paolo LATTANZIO (PD), relatore, ascoltate le sollecitazioni di alcuni altri commissari, illustra una modifica alla sua prima proposta di parere volta a prevedere che all'articolo 8 sia stabilito espressamente che le linee guida ivi previste siano finalizzate anche a promuovere la conoscenza della lingua italiana e della Costituzione, la cultura della tolleranza, la conoscenza della storia e delle tradizioni nazionale e locali, nonché la conoscenza del principio della laicità dello Stato.

  Federico MOLLICONE (FDI), pur apprezzando il confronto e l'attenzione posta nella valutazione e interpretazione del testo, nonché lo sforzo della maggioranza di costruire un parere condiviso, non ritiene che le modifiche introdotte – pur andando in linea di massima nella direzione auspicata dal suo gruppo e da quello dei deputati di Lega e Forza Italia – possano essere sufficienti a giustificare da parte loro il voto favorevole. Chiarisce che non è in discussione la laicità dello Stato italiano, ma la tendenza a fare della laicità una nuova religione, una religione civile che distrugge le differenze religiose e culturali: tendenza di cui il provvedimento in esame è una manifestazione. Teme, inoltre, che le strutture preposte a promuovere misure e interventi possano dettare legge nelle scuole, Pag. 127a dispetto della loro autonomia. Particolarmente inquietanti gli appaiono poi le linee guida previste dall'articolo 8, che, a suo dire, costituiscono il «cavallo di Troia» per introdurre nelle scuole e nelle università il laicismo come «principio supremo». Per tali ragioni la proposta di parere, in questi termini, non può essere da lui condivisa.

  Vittoria CASA, presidente, richiama il deputato Mollicone a concludere il suo intervento per consentire alla Commissione di votare la proposta di parere prima della ripresa della fase delle votazioni in Assemblea.

  Federico MOLLICONE (FDI), riprendendo il suo intervento, sottolinea che un conto è la prevenzione della radicalizzazione dell'estremismo violento di matrice jihadista, un altro è la totale assenza di ogni riferimento al rispetto delle tradizioni religiose prevalenti in Italia e, in particolare, del cattolicesimo. Teme che i vari organismi amministrativi previsti dall'ordinamento – che definisce «orwelliani» – possano finire per pretendere l'abolizione anche dei simboli cattolici nelle scuole, come gli alberi di Natale e le poesie natalizie, perché potenzialmente offensivi per le altrui sensibilità. A suo avviso, potrebbe essere molto breve il passo verso la repressione culturale dei costumi tradizionali che connotano la religione cattolica, che rischiano di essere travolti dall'azione repressiva dei vari comitati regionali e nazionali istituiti in nome della correttezza. In altre parole, il provvedimento a suo avviso rischia di ritorcersi proprio contro la tolleranza e il rispetto per l'orientamento religioso e ideologico di ciascuno e finire con il creare intolleranza verso gli italiani.
  Rileva, peraltro, che nel provvedimento non viene posta la giusta attenzione sugli ambienti universitari, dove il fenomeno della radicalizzazione si sviluppa in modo più pericoloso, proprio perché stimolato dagli ambienti culturali più elevati.
  Conclude sottolineando che se può ritenersi favorevole a dotarsi di una legge sulla prevenzione della radicalizzazione jihadista, non condividere come tale finalità viene declinata nell'articolato del provvedimento in esame. Per tali ragioni, dichiara che si asterrà dal voto.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore, come riformulata (vedi allegato 4).

  La seduta termina alle 16.20.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE CONSULTIVA

Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione contro il doping, fatto a Varsavia il 12 settembre 2002.
C. 3301 Governo.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021.
C. 3440 Governo, approvato dal Senato.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021.
C. 3441 Governo, approvato dal Senato.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI