CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 marzo 2022
751.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 71

ESAME, AI SENSI DELL'ARTICOLO 123-BIS, COMMA 1, DEL REGOLAMENTO

  Mercoledì 2 marzo 2022. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 14.30.

Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288.
C. 3475 Governo.
(Esame per la verifica del contenuto proprio del disegno di legge e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Fabio MELILLI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, il parere che la Commissione bilancio è chiamata ad esprimere al Presidente della Camera ha la finalità di accertare se il provvedimento collegato non rechi disposizioni estranee al suo oggetto, così come definito dalla legislazione vigente in materia di bilancio e di contabilità dello Stato, nonché dalla risoluzione di approvazione del Documento di economia e finanza o della relativa Nota di aggiornamento.
  In particolare, l'articolo 10, comma 6, della legge n. 196 del 2009 dispone che in Pag. 72allegato al Documento di economia e finanza sono indicati i disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, ciascuno dei quali reca disposizioni omogenee per materia, tenendo conto delle competenze delle amministrazioni, e concorre al raggiungimento degli obiettivi programmatici fissati dal medesimo Documento, con esclusione di quelli relativi alla fissazione dei saldi, nonché all'attuazione del Programma nazionale di riforma, anche attraverso interventi di carattere ordinamentale, organizzatorio ovvero di rilancio e sviluppo dell'economia. L'articolo 10-bis, comma 7, della stessa legge dispone inoltre che in allegato alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza sono indicati eventuali disegni di legge collegati, con i requisiti di cui al menzionato articolo 10, comma 6.
  La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4-bis) indica tra i «collegati» alla manovra di bilancio 2022-2024 un disegno di legge recante «delega recante principi e criteri direttivi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288».
  Segnala che il presente disegno di legge, come risulta dalla sua relazione illustrativa, trae origine dalle azioni di riforma previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e, più precisamente, dalla componente 2 concernente «Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale» della missione 6 in materia di salute, in cui si prevede espressamente la revisione e l'aggiornamento dell'assetto regolamentare e del regime giuridico degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e delle politiche di ricerca del Ministero della salute, con l'obiettivo di rafforzare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie.
  Precisa che il PNRR prevede che la predetta riforma degli IRCCS sia attuata entro il 31 dicembre 2022 con uno o più decreti legislativi. I predetti decreti saranno adottati entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di delega.
  Rileva, quindi, che il disegno di legge in oggetto consta di un articolo unico che prevede che il Governo sia delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, nel rispetto di specifici princìpi e criteri direttivi. Esso prevede inoltre che gli schemi dei decreti legislativi siano trasmessi alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perché su di essi siano espressi, entro trenta giorni dalla data di trasmissione, i pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari e che, decorso tale termine, i decreti legislativi possano essere emanati anche in mancanza dei prescritti pareri.
  Osserva, infine, che il provvedimento stesso è corredato da una clausola di invarianza finanziaria che prevede che dall'attuazione delle disposizioni in esso contenute non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Ritiene, in conclusione, che il disegno di legge in esame risulta di contenuto omogeneo, è riconducibile alle materie indicate dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2021, che individua tra i provvedimenti collegati proprio il citato disegno di legge, e non reca pertanto disposizioni estranee al suo oggetto, così come definito dalla legislazione vigente in materia di bilancio e di contabilità dello Stato.
  Nessuno chiedendo di intervenire, formula pertanto la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,

   esaminato il disegno di legge recante Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288 (C. 3475 Governo);

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   premesso che:

    l'articolo 10, comma 6, della legge n. 196 del 2009 dispone che in allegato al DEF sono indicati i disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, ciascuno dei quali reca disposizioni omogenee per materia, tenendo conto delle competenze delle amministrazioni, e concorre al raggiungimento degli obiettivi programmatici fissati dal DEF, con esclusione di quelli relativi alla fissazione dei saldi, nonché all'attuazione del Programma nazionale di riforma, anche attraverso interventi di carattere ordinamentale, organizzatorio ovvero di rilancio e sviluppo dell'economia;

    l'articolo 10-bis, comma 7, della stessa legge dispone che in allegato alla Nota di aggiornamento del DEF sono indicati eventuali disegni di legge collegati, con i requisiti di cui al menzionato articolo 10, comma 6;

    la Nota di aggiornamento del DEF 2021 (Doc. LVII, n. 4-bis) indica tra i “collegati” alla decisione di bilancio 2022-2024 un disegno di legge recante “Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288”;

   considerato che:

    il presente disegno di legge trae origine dalle azioni di riforma previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e, più precisamente, dalla componente 2 concernente “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale” della missione 6 in materia di salute, in cui si prevede espressamente la revisione e l'aggiornamento dell'assetto regolamentare e del regime giuridico degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e delle politiche di ricerca del Ministero della salute, con l'obiettivo di rafforzare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie;

    il medesimo disegno di legge consta di un articolo unico che prevede che il Governo sia delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, nel rispetto di specifici princìpi e criteri direttivi e che i relativi schemi di decreto legislativo siano trasmessi alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perché su di essi siano espressi, entro trenta giorni dalla data di trasmissione, i pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari;

    il provvedimento stesso è corredato da una clausola di invarianza finanziaria che prevede che dall'attuazione dello stesso non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,

RITIENE

   che il contenuto del disegno di legge C. 3475 Governo, recante “Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288”:

    a) sia riconducibile alle materie indicate dalla Nota di aggiornamento del DEF 2021, che individua tra i provvedimenti collegati il citato disegno di legge;

    b) non rechi disposizioni estranee al suo oggetto, così come definito dalla legislazione vigente in materia di bilancio e di contabilità dello Stato».

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta termina alle 14.35.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 2 marzo 2022. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene Pag. 74la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 14.35.

Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.
C. 2 e abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame emendamenti e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame degli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 5 trasmesso dall'Assemblea.

  Fabio MELILLI, presidente, in sostituzione del relatore, avverte che l'Assemblea ha trasmesso il fascicolo n. 5 degli emendamenti riferiti al testo unificato delle proposte di legge recanti Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.
  Ricorda che la Commissione si è già espressa sul fascicolo n. 3 degli emendamenti e che il fascicolo n. 5 contiene, rispetto a quest'ultimo, un ulteriore emendamento, ossia l'emendamento 5.500 delle Commissioni, che prevede che il decesso sia consentito anche alle persone prive di autonomia fisica, mediante l'adozione di strumenti, anche tecnologici, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, che consentano il compimento dell'atto autonomo secondo le disposizioni della presente legge.
  Al riguardo, reputa opportuna un'assicurazione da parte del Governo volta a confermare che l'eventuale impiego di strumenti tecnologici possa aver luogo, come previsto espressamente dalla citata proposta emendativa, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

  La Viceministra Laura CASTELLI chiede un rinvio dell'esame ad altra seduta, al fine di consentire da parte dei competenti uffici lo svolgimento delle necessarie verifiche tecniche sulle implicazioni di carattere finanziario della citata proposta emendativa.

  Fabio MELILLI, presidente, preso atto della richiesta del Governo, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 2 marzo 2022. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 14.40.

Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021.
Doc. CCLXIII, n. 1.
(Esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della relazione.

  Fabio MELILLI (PD), presidente e relatore, avverte preliminarmente che la V Commissione Bilancio è oggi chiamata ad esaminare la prima Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cui scopo è quello di dare conto dell'utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU, dei risultati raggiunti e delle eventuali misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti.
  Segnala che la Commissione bilancio, al pari delle altre Commissioni permanenti, è chiamata ad esaminarne il contenuto, per le parti di propria competenza, ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento, che prevede che sulla relazione sia nominato un relatore e che l'esame possa concludersi con l'approvazione di una risoluzione.
  Tanto premesso, rappresenta quanto segue. Il PNRR è un piano con obiettivi e traguardi ben definiti, da realizzare in tempi certi: la rendicontazione finale è prevista entro il 2026. Tutte le misure del Piano, sia gli investimenti che le riforme, sono accompagnatePag. 75 da un calendario di attuazione e un elenco di risultati da realizzare ai fini dell'erogazione dei fondi rappresentati da prestiti e contributi a fondo perduto. In particolare, a ciascuna riforma e investimento è associata una descrizione delle finalità della misura e degli indicatori che ne riflettono gli obiettivi e costituiscono il parametro per la loro valutazione. Questi indicatori si dividono in due gruppi: milestone e target.
  Le milestone (o traguardi) rappresentano fasi essenziali dell'attuazione (fisica e procedurale), come l'adozione di particolari norme, la piena operatività dei sistemi informativi, o il completamento dei lavori.
  I target (o obiettivi) sono indicatori misurabili – di solito in termini di risultato – dell'intervento pubblico, come i chilometri di ferrovie costruiti oppure di impatto delle politiche pubbliche, come l'incremento del tasso di natalità.
  L'erogazione dei fondi è effettuata mediante rate la cui erogazione è subordinata al conseguimento di un certo numero di milestone e target relativi alle varie misure previste dal Piano. Complessivamente è prevista l'erogazione di dieci rate semestrali fino al 31 dicembre 2026.
  La presente Relazione riguarda in modo particolare gli obiettivi e i traguardi previsti per la fine dell'esercizio 2021, in vista della rendicontazione alla Commissione europea, ai fini del pagamento della prima delle undici rate semestrali.
  La prima rata è subordinata alla realizzazione di 51 traguardi e obiettivi, entro il 31 dicembre 2021, e consiste in un contributo a fondo perduto di 11,5 miliardi e in un prestito di 12,6 miliardi, per un totale di 24,1 miliardi. Da questa cifra va detratta, in proporzione, una quota del prefinanziamento di 24,9 miliardi di euro già ricevuta dall'Italia lo scorso 13 agosto 2021.
  Poiché i risultati previsti per il 2021 sono stati raggiunti entro la scadenza di fine anno, ciò ha consentito all'Italia di presentare alla Commissione europea la prima richiesta di pagamento a valere sul Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF).
  La prima rata, al netto della quota di prefinanziamento da restituire, pari al 13 per cento della rata medesima, ammonta a 21 miliardi di euro e sarà accreditata all'Italia nei prossimi mesi a conclusione della valutazione in corso, da parte della Commissione e del Consiglio UE, sull'effettivo e soddisfacente conseguimento di tali obiettivi.
  Ricorda che tali risorse rappresentano quota parte di quelle che complessivamente sono state messe a disposizione dell'Italia per un totale di 191,5 miliardi, di cui 68,9 miliardi di contributi a fondo perduto, e 122,6 miliardi di prestiti.
  Come è emerso dall'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze che si è svolta lo scorso 23 febbraio, l'attuale dotazione assegnata all'Italia in termini di sovvenzioni a fondo perduto è suscettibile di una lieve revisione al ribasso per il migliore andamento del PIL nel biennio 2020-21 rispetto alle stime di crescita su cui era stato calcolato il contributo del PNRR assegnato all'Italia. Tale revisione, che sarà definita entro il prossimo mese di giugno da parte della Commissione, è stimata in circa 200 milioni di euro ed è quindi di entità trascurabile rispetto all'importo complessivo del Piano e non comporterà una riduzione della dotazione finanziaria considerato l'impegno del Governo, evidenziato dal Ministro dell'economia e delle finanze nel corso della predetta audizione, a coprire comunque il differenziale con risorse nazionali.
  A queste risorse peraltro il Governo ha associato 30,6 miliardi di risorse nazionali con il cosiddetto Fondo complementare.
  In tale quadro, per assicurare il conseguimento degli obiettivi del Piano, con il decreto-legge n. 77 del 2021 è stato definito il sistema di governance del PNRR, basato su una chiara assegnazione di poteri e responsabilità alle diverse istituzioni coinvolte nella sua attuazione. In particolare, il decreto-legge n. 77 ha previsto:

    l'attribuzione delle funzioni di indirizzo strategico alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con la costituzione di un'apposita Cabina di Regia;

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    il conferimento di funzioni di monitoraggio, rendicontazione, controllo e coordinamento operativo del PNRR al Ministero dell'economia e delle finanze, con la costituzione di un apposito Servizio centrale per il PNRR, punto di contatto nazionale con la Commissione europea;

    il riconoscimento delle competenze di concreta attuazione degli interventi del Piano alle specifiche Amministrazioni di settore, presso le quali è stata prevista la costituzione di apposite Unità di missione con il compito di presidiare la realizzazione degli interventi di competenza.

  In questo senso, la Relazione manifesta l'intenzione del Governo, anche in accoglimento degli indirizzi emersi in sede parlamentare, di assicurare il dialogo con il Parlamento per definire, nell'ambito della programmazione dei lavori delle Camere, una organica trattazione delle misure normative da adottare che assicuri il rispetto delle prossime scadenze previste, evitando il più possibile il ricorso alla decretazione d'urgenza. In questo contesto la Relazione sottolinea, quindi, il fondamentale ruolo del Parlamento nell'attuazione del PNRR e nella definizione e piena realizzazione delle riforme e degli investimenti previsti nel Piano, nonché nell'attività di monitoraggio e, ove ritenuto opportuno, di indirizzo dell'attività del Governo nel corso dell'attuazione del PNRR.
  Come specificato dalla Relazione, all'approvazione di tali disposizioni dovrà poi far seguito, negli anni successivi, l'adozione di misure attuative, rendendosi dunque necessario indicare, accanto alle tempistiche relative all'approvazione delle previsioni legislative, anche le scadenze tassative relative agli atti normativi del Governo attuativi di tali leggi.
  Per quanto concerne, in particolare, le riforme previste dal PNRR, ritiene che sarebbe anche utile disporre periodicamente, all'interno delle Relazioni sul monitoraggio, di informazioni concernenti lo stato di avanzamento dei provvedimenti da emanare in attuazione di ciascuna riforma, quali, ad esempio, schemi di decreti legislativi, decreti ministeriali e via discorrendo.
  Inoltre, considerato che la Relazione espone dati, sia in forma tabellare sia sotto forma di grafici, ritiene opportuno che la Relazione medesima e le basi dati sottostanti le rappresentazioni grafiche in essa contenute siano forniti in futuro anche in formato digitale, in modo da consentire un pieno utilizzo delle predette informazioni per ogni ulteriore elaborazione.
  Ritiene che dovrebbero essere, altresì, evidenziate tempestivamente le criticità, rilevabili anche in via prospettica, che potrebbero incidere sul conseguimento secondo la tempistica predefinita dei target e dei milestone e andrebbero progressivamente individuati, per ciascuna linea di intervento, i soggetti destinatari delle risorse e quelli ai quali è concretamente affidata la realizzazione dei singoli progetti.
  La Relazione specifica come, nell'ambito del monitoraggio dell'impatto del PNRR, una particolare attenzione sia dedicata alla valutazione degli effetti che le riforme e gli investimenti produrranno in termini di promozione delle pari opportunità generazionali e di genere. Benché il Governo indichi che nell'attuale fase di attuazione non è ancora possibile sviluppare analisi dell'impatto del PNRR sulle donne e sui giovani, la Relazione dà conto di alcune iniziative adottate per promuovere effetti positivi sull'occupazione femminile e giovanile.
  Nelle prossime Relazioni attuative ritiene che sarebbe comunque opportuno esplicitare i criteri di valutazione utilizzati per valutare l'efficacia e il contributo di ciascun intervento al conseguimento dei generali obiettivi di inclusione, con particolare riguardo al coinvolgimento dei giovani e al rispetto della parità di genere, nonché di coesione e riequilibrio territoriale, anche attraverso l'elaborazione di specifici indicatori di risultato idonei a valutare gli impatti degli interventi in corso di realizzazione rispetto a una o più delle menzionate priorità trasversali.
  Per assicurare una piena condivisione delle informazioni con il Parlamento, è prevista inoltre l'abilitazione dei sistemi Pag. 77informatici del Parlamento all'accesso ai dati del sistema informativo REGIS, sviluppato dal Ministero dell'economia e delle finanze per consentire il monitoraggio dell'attuazione del Piano. Nel sistema informativo sono registrati i dati dell'avanzamento di ogni singolo intervento del PNRR e del Fondo complementare dal punto di vista materiale, finanziario e procedurale.
  Il sistema REGIS mira a essere il sistema unico centralizzato dove sono registrati tutti i dati di programmazione e attuazione non solo del PNRR ma anche degli altri interventi cofinanziati da fondi europei e nazionali e potrà essere utilizzato da tutte le amministrazioni pubbliche che gestiscono programmi di investimento, sia a livello centrale che territoriale.
  A questo riguardo, rappresenta la necessità che l'accesso da parte delle strutture del Parlamento alla banca dati REGIS sia tale da consentire la consultazione, esportazione ed elaborazione anche di dati disaggregati, riconducibili, in ultima istanza, allo stato di attuazione anche di singoli progetti. Per la stessa banca dati dovrebbe inoltre essere assicurata l'interoperabilità con altri basi informative onnicomprensive relative ad attività della pubblica amministrazione, prima tra le quali la Banca dati delle pubbliche amministrazioni.
  Il Ministero dell'economia e delle finanze sta fornendo assistenza alle amministrazioni per l'adozione del sistema REGIS e per il suo corretto utilizzo, attivando anche delle task force specialistiche dedicate che assistono le amministrazioni con attività di tutoraggio. Il sistema sarà a regime per il 30 giugno 2022, come da impegni assunti con la Commissione europea, ed entro tale data anche il Parlamento avrà a disposizione le utenze per l'accesso ai relativi dati.
  Oltre alle strutture ministeriali direttamente coinvolte nella gestione di alcune misure, all'attuazione dei progetti provvedono anche le Regioni, le Province autonome, le città metropolitane, i comuni e altri enti, come ad esempio università, enti di ricerca, società pubbliche, che svolgono un ruolo rilevante soprattutto con riguardo agli investimenti nei settori della rigenerazione urbana, dell'energia, dei rifiuti, della cultura, del turismo, delle politiche attive del lavoro, nonché ai numerosi interventi per l'inclusione sociale, la salute, la ricerca, la scuola.
  Al riguardo, come anche evidenziato dai rappresentanti delle regioni e degli enti locali nel corso delle audizioni, ritiene essenziale ribadire l'importanza del coinvolgimento delle autonomie territoriali, secondo una logica di partnership multilivello che consenta di superare l'accentramento che ha caratterizzato il processo di definizione del PNRR italiano e di porre le basi per affrontare al meglio le sperequazioni tra le diverse aree del territorio.
  Tornando ai 51 obiettivi raggiunti nel 2021, si ricorda che essi si riferiscono a 27 riforme e a 24 investimenti. Tra gli obiettivi di riforma raggiunti si ricordano i seguenti:

    la riforma degli appalti pubblici, le cui disposizioni sono contenute in un disegno di legge delega che è stato presentato in Parlamento lo scorso luglio, raggiungendo uno specifico traguardo del Piano, e che dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 30 giugno 2022, per garantire il rispetto del prossimo traguardo del Piano stesso; esso fa seguito ad altre misure di semplificazione in materia di appalti adottate con il decreto-legge n. 77 del 2021 e i relativi decreti delegati dovranno poi essere adottati entro giugno 2023 in modo da completare la riforma;

    la riforma della giustizia attraverso la quale, con le norme approvate nel corso del 2021, si è avviato un processo di cambiamento che mira alla riduzione dei tempi dei processi, allo smaltimento degli arretrati, alla digitalizzazione; il processo di riforma si dovrà completare nei prossimi mesi con l'adozione dei decreti legislativi delegati nonché di diversi provvedimenti attuativi a livello amministrativo, ivi compreso lo sviluppo di un efficace sistema di monitoraggio delle performance dei tribunali idoneo ad assicurare un costante presidio sull'efficienza e sull'efficacia dell'intero sistema della giustizia;

    la riforma della Pubblica Amministrazione, che viene configurata prioritariamentePag. 78 come riforma abilitante, propedeutica all'efficace attuazione del Piano; il PNRR prevede infatti al riguardo interventi in diversi ambiti (dalla semplificazione delle regole per assumere i dipendenti pubblici, alla definizione di percorsi di crescita professionale e di carriera che premino il merito).

  Tra le misure innovative va ricordata anche la creazione del Portale di reclutamento InPA, che assicura una selezione rapida di esperti e figure professionali specializzate, con una riduzione significativa dei tempi di selezione. Nella seconda parte del 2021, attraverso tale Portale sono stati selezionati 1.000 esperti da dedicare alla revisione e semplificazione dei processi e delle procedure nelle Amministrazioni regionali e locali. Inoltre, utilizzando il percorso semplificato di assunzione sono stati selezionati anche 500 funzionari per le Amministrazioni centrali, da impiegare per le attività di monitoraggio, rendicontazione e controllo dell'attuazione del PNRR.
  Le norme e le misure già varate nel settore della Pubblica Amministrazione, quali ad esempio la riforma sul reclutamento e le carriere nella PA nonché lo sblocco, la velocizzazione e la digitalizzazione dei concorsi, avviate rispettivamente con il decreto-legge n. 80 del 2021 e con il decreto-legge n. 44 del 2021, dovranno completarsi nel 2022 con una serie di provvedimenti attuativi riguardanti le procedure e l'organizzazione della Pubblica Amministrazione, come ad esempio il nuovo contratto nazionale del pubblico impiego e la modifica della disciplina dei concorsi.
  In questo contesto, anche il tema della digitalizzazione della Pubblica amministrazione assume un ruolo di primo piano. Tra i principali interventi in tale ambito vanno ricordate le nuove disposizioni regolatorie introdotte nel corso del 2021 per la semplificazione degli acquisti di beni e servizi ICT nonché lo sviluppo di un'infrastruttura digitale all'avanguardia su tutto il territorio nazionale, che ospiterà i dati e i servizi strategici e critici della PA razionalizzando i centri di elaborazione dati attualmente in essere. La piena realizzazione dell'infrastruttura verrà completata entro la fine di quest'anno e consentirà di raggiungere uno specifico obiettivo qualitativo del PNRR.
  Nel quadro degli obiettivi conseguiti nel 2021 vi sono poi alcuni importanti investimenti per i quali sono state definite le procedure operative, come richiesto dal PNRR. Si tratta, in particolare, dell'assegnazione ad almeno 4.000 piccole e medie imprese delle risorse PNRR finalizzate all'internazionalizzazione delle filiere produttive (cosiddetto Fondo Simest), della definizione della politica di investimento di alcuni strumenti finanziari a sostegno del turismo, del lancio della manifestazione di interesse per il finanziamento di importanti progetti di interesse europeo (IPCEI), come ad esempio le 16 proposte progettuali in tema di idrogeno, il progetto IPCEI Microelettronica, la definizione del partenariato europeo su IPCEI Cloud.
  Per il 2022, invece, il PNRR prevede 100 obiettivi da conseguire, tra adozione di riforme e attuazione di investimenti, a cui è legata l'erogazione di ulteriori 45,9 miliardi.
  In particolare, nel 2022 con la chiusura dei bandi e degli avvisi emanati dalle Amministrazioni centrali per la selezione dei progetti inizierà la fase attuativa di molti interventi rilevanti per realizzare gli obiettivi del PNRR. Molti soggetti attuatori sono enti locali e da essi è emersa una diffusa necessità di sostegno nelle fasi di progettazione e attuazione delle iniziative del PNRR.
  Per rispondere a tale esigenza sono state avviate alcune misure specifiche, sia a livello di reclutamento di personale e di esperti, sia attraverso il coinvolgimento di società pubbliche specializzate nel fornire servizi di assistenza e supporto tecnico.
  Inoltre, è stato da poco istituito il «Tavolo di monitoraggio delle misure per rafforzare gli enti locali», coordinato congiuntamente dal Dipartimento della Funzione pubblica e dal Dipartimento degli Affari regionali e le Autonomie, a cui partecipano i rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, del Dipartimento per le politiche di coesione, delle Regioni, Province e comuni. L'obiettivo del Tavolo è verificare che gli strumenti messi a disposizionePag. 79 degli enti del territorio siano ben utilizzati e, laddove necessario, intervenire tempestivamente per prevenire eventuali criticità.
  Entro il 30 giugno 2022 dovranno essere conseguiti 45 dei predetti 100 obiettivi al fine di consentire l'erogazione della seconda rata di 24,1 miliardi.
  Per quanto riguarda gli obiettivi di riforma da adottare entro il primo semestre del 2022, di particolare rilievo risultano la legge delega per gli appalti pubblici, la riforma delle carriere dei docenti, il piano di riorganizzazione dell'assistenza sanitaria a livello territoriale. Dovranno inoltre essere aggiudicati numerosi appalti, tra cui, ad esempio, i contratti di ricerca e sviluppo sull'idrogeno e l'appalto per la costruzione di uno stabilimento industriale per la produzione di elettrolizzatori nonché le concessioni per la realizzazione di progetti per il Piano «Italia a 1 Giga» e «Italia 5G» a cura, rispettivamente, del Ministero della transizione ecologica e del Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale.
  Nel secondo semestre del 2022 dovranno invece essere realizzati i restanti 55 obiettivi, tra cui le misure previste nella legge per la concorrenza e il mercato per il 2021 attualmente all'esame del Parlamento e la riforma della giustizia tributaria, che mira a razionalizzare il sistema attraverso la professionalizzazione dei componenti delle Commissioni tributarie e a ridurre il contenzioso e gli arretrati.
  Entro la fine del 2022 dovranno inoltre essere realizzati 17 obiettivi quantitativi, tra cui ad esempio l'assegnazione di almeno 300 borse di studio a giovani ricercatori; il rimboschimento di aree verdi urbane ed extraurbane attraverso la piantagione di 1.650.000 alberi; il potenziamento di almeno 250 centri per l'impiego; la realizzazione di almeno 500 progetti relativi alla ristrutturazione di spazi domestici e alla fornitura di dispositivi ICT alle persone con disabilità.
  Per quanto riguarda l'avanzamento finanziario del PNRR, come evidenziato dal Ministro dell'economia e delle finanze nel corso della sua audizione, a oggi risultano spese già sostenute per circa 5,1 miliardi collegate a interventi relativi al settore ferroviario (per 2,5 miliardi), all'ecobonus (per 1,2 miliardi), alla Transizione 4.0 (per 990 milioni), alla digitalizzazione della Scuola e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici (per 395 milioni). I progetti previsti da norme antecedenti il PNRR ammontano invece complessivamente a 51,4 miliardi.
  L'ammontare delle spese sostenute viene aggiornato in relazione al processo di continua verifica del possesso dei requisiti specifici PNRR dei cosiddetti «progetti in essere», ossia i progetti in itinere finanziati a valere su altre fonti nazionali e coerenti con gli obiettivi del PNRR.
  Le spese sostenute ad oggi sono per la maggior parte relative proprio ai progetti già previsti da norme antecedenti il PNRR, ma coerenti con i suoi obiettivi. Il 2022 dovrebbe confermare questa tendenza, mentre dal 2023 si prevede di avere un sostanziale incremento delle spese legate a nuovi interventi.
  A questo riguardo, ritiene opportuno che nelle prossime Relazioni sia chiarito il preciso ammontare dei progetti previsti da norme antecedenti il PNRR, finanziati ora a valere sulle sovvenzioni erogate attraverso quest'ultimo, e quale sia la destinazione degli spazi finanziari conseguentemente liberati, anche al fine di consentire di valutare il carattere effettivamente aggiuntivo degli investimenti realizzati.
  Per l'attuazione del PNRR sono state attivate complessivamente 149 procedure per un importo complessivo di 55,9 miliardi, distinte tra procedure per appalti pubblici, concernenti beni, servizi e lavori (48), bandi per l'individuazione delle proposte progettuali (66) e bandi per la selezione di esperti (35). Dei predetti bandi, 99 sono stati emanati dalle Amministrazioni titolari e pubblicate anche sul sito «Italia Domani», che rappresenta dallo scorso 3 agosto il portale ufficiale del Piano Nazionale di ripresa e Resilienza e reca informazioni e dati relativi ai contenuti del PNRR.
  In questo contesto, ritiene necessario un maggiore coordinamento tra tutti i soggetti incaricati della predisposizione dei bandi, Pag. 80al fine di armonizzare i criteri da essi seguiti nella redazione degli stessi, ponendo particolare attenzione ai tempi assegnati alle amministrazioni locali per la presentazione delle proposte di loro competenza.
  Ciò posto, ricorda comunque che tutte le amministrazioni titolari di interventi sono tenute a rispettare un preciso criterio di riparto nei provvedimenti di assegnazione delle risorse e di selezione dei progetti per le misure di rispettiva competenza. Infatti, considerato che un obiettivo centrale del PNRR è la riduzione dei divari territoriali, l'articolo 2, comma 6-bis, del decreto-legge n. 77 del 2021, ha previsto che almeno il 40 per cento delle risorse sia destinato alle aree del Mezzogiorno.
  Al momento, in base ai provvedimenti già adottati dalle singole amministrazioni, risultano assegnati a livello territoriale circa 56,6 miliardi di euro, di cui il 45 per cento alle regioni del Mezzogiorno, il 33 per cento ad aree del Nord, il 17 per cento ad aree del Centro, mentre il restante 5 per cento non presenta una ripartizione territoriale specifica.
  A questo riguardo, ritiene che nelle prossime Relazioni dovrebbero essere esplicitati gli elementi che per ciascun investimento consentano di verificare – o, comunque, di stimare – la percentuale di risorse destinate ai territori del Mezzogiorno e agli altri territori oggetto della politica europea di coesione territoriale. A tal fine, ritiene che andrebbero chiariti i criteri utilizzati per il calcolo delle cosiddette «risorse territorializzabili», cui va riferita la quota minima del 40 per cento di interventi in favore del Mezzogiorno, di cui si è detto in precedenza. Più in generale, ai predetti fini considera necessario che la Relazione semestrale fornisca elementi utili alla puntuale localizzazione geografica degli interventi e, con riguardo a quelli localizzati nel Mezzogiorno, chiarisca secondo quali percentuali gli stessi afferiscano alle sei diversi missioni del Piano e agli ambiti di intervento delle diverse Amministrazioni centrali.
  In ogni caso, nell'attuazione dei citati interventi gli enti territoriali rivestono un ruolo fondamentale. Ai fini del potenziamento della capacità amministrativa degli enti locali sono stati previsti, oltre ad attività formative svolte dal Ministero dell'economia e delle finanze in collaborazione con le ANCI regionali allo scopo di divulgare il Piano su tutti i territori e approfondire tematiche specifiche, anche appositi strumenti di supporto. Si tratta in particolare:

    del Fondo concorsi di progettazioni e idee per la coesione territoriale, istituito dall'articolo 12 della legge n. 156 del 2021, a favore dei Comuni del Mezzogiorno e delle aree urbane interne per rafforzare la capacità progettuale dei Comuni fino a 30.000 abitanti, con una dotazione di circa 161,5 milioni;

    dei Piani di Intervento per le Competenze, la Capacità Organizzativa e l'Innovazione Locale (P.I.C.C.O.L.I.), finanziati con 42 milioni nell'ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, rivolta ai «Piccoli Comuni»;

    della Task Force Edilizia Scolastica a disposizione degli enti del territorio, finanziata nell'ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, che comprende presìdi di esperti ingegneri e architetti, selezionati con procedura ad evidenza pubblica, con particolare expertise in materia di appalti pubblici, progettazione edilizia anche scolastica e ricostruzione post sisma.

  A conclusione di questa relazione intendo richiamare l'attenzione su un aspetto del piano di riforma che investe più da vicino le competenze della Commissione bilancio, vale a dire la previsione dell'impegno a intraprendere una revisione annuale della spesa nel periodo 2023-2025, per conseguire risparmi volti a sostenere le finanze pubbliche e a finanziare una riforma fiscale o riforme della spesa pubblica favorevoli alla crescita.
  In questo quadro, con l'articolo 9, commi da 8 a 11, del decreto-legge n. 152 del 2021, è stato previsto un potenziamento delle attività e degli strumenti di analisi e Pag. 81monitoraggio della spesa e il rafforzamento del ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nel coordinamento di questa attività sia nella valutazione ex ante, sia nei processi di monitoraggio e nella valutazione ex post.
  Gli obiettivi di spesa per il triennio 2023-2025, indicati in forma aggregata nel prossimo DEF, saranno ripartiti, per ciascun Ministero, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio dei ministri da adottare entro il 31 maggio prossimo. A questo riguardo, il PNRR prevede che entro il dicembre 2022 si produca una relazione sui risultati di spesa conseguiti e si definiscano le linee guida e le indicazioni pratiche per indirizzare l'attuazione di piani di risparmio per tutte le amministrazioni pubbliche.
  Infine, ritiene opportuno ricordare che, a partire dall'anno 2022, le Relazioni della stessa natura di quella in esame saranno trasmesse al Parlamento entro la prima metà di aprile, in corrispondenza con la trasmissione del Documento di economia e finanza (DEF), ed entro la fine di settembre. Questa scelta è conforme anche al calendario previsto per il monitoraggio dei Piani nazionali di ripresa e resilienza in sede europea, posto che l'articolo 27 del Regolamento 2021/241/UE del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza prevede appunto che: «Lo Stato membro interessato riferisce due volte l'anno nell'ambito del semestre europeo in merito ai progressi compiuti nella realizzazione del suo piano per la ripresa e la resilienza (...)» e che «A tal fine le relazioni degli Stati membri sono adeguatamente rispecchiate nei programmi nazionali di riforma, che sono utilizzati come strumento per riferire in merito ai progressi compiuti verso il completamento dei piani per la ripresa e la resilienza.».
  Nel dichiarare aperta la discussione, preannunzia che, alla luce del dibattito che avrà luogo in Commissione, si riserva di predisporre, proprio muovendo dai profili maggiormente problematici evidenziati nel corso della sua illustrazione, una proposta di risoluzione che sarà quindi sua cura sottoporre alla previa valutazione dei gruppi parlamentari, al fine di tenere in considerazione ed eventualmente recepire nel testo conclusivo, nell'ottica di un percorso che auspica quanto più possibile unitario e condiviso, le diverse indicazioni integrative o correttive che dai gruppi medesimi dovessero provenire.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) si associa all'auspicio che, alla luce di quanto da ultimo precisato dal presidente Melilli, la risoluzione che la V Commissione Bilancio sarà chiamata a deliberare a conclusione dell'esame di un documento tanto rilevante, possa veramente tener conto dei contributi a vario titolo forniti dai diversi gruppi parlamentari.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) ritiene preliminarmente indispensabile comprendere le concrete modalità procedurali e la tempistica attraverso cui la V Commissione Bilancio sarà chiamata a svolgere l'esame di un provvedimento di tale indiscutibile spessore politico, evidenziando come, a suo giudizio, stia mancando, da lato, una chiara programmazione dei lavori, dall'altro, un effettivo coinvolgimento delle forze politiche di opposizione. Ha inteso precisare tale aspetto giacché si tratta di una fondamentale questione di metodo da lui stesso più volte sollecitata sin dalla fine del 2021, anche in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, rispetto alla quale non ha tuttavia sinora ricevuto risposte adeguate. Fa presente inoltre che, come emerso anche nel corso della recente audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, sulla Relazione in titolo, in riferimento allo stato di attuazione del PNRR rimangono aperte ancora numerose difficoltà applicative, tra cui, a mero titolo di esempio, l'insufficiente implementazione del sistema informativo REGIS, la cui risoluzione richiede la fattiva collaborazione di tutti gli organi parlamentari, soprattutto al fine di esaminare con la dovuta attenzione, incisività e tempestività il documento presentato dal Governo e fornire a quest'ultimo precise linee di indirizzoPag. 82 e puntuali indicazioni correttive. Restando agli aspetti di carattere metodologico, chiede inoltre di sapere se, e in quale misura, la proposta di risoluzione cui ha in precedenza accennato il presidente Melilli potrà essere oggetto di specifiche integrazioni o modifiche suggerite dai gruppi, con particolare riguardo a quelle presentate dalle forze politiche di opposizione, nonché di comprendere il termine temporale entro cui la Commissione Bilancio sarà chiamata a deliberare la predetta risoluzione, evidenziando peraltro come le decisioni in merito dovrebbero, a suo giudizio, più pertinentemente essere discusse ed adottate nell'ambito di un apposito Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, da convocare eventualmente anche in via immediata.

  Fabio MELILLI, presidente, in replica alle considerazioni svolte dal deputato Trancassini, precisa che – proprio a fronte della indubbia rilevanza del documento in oggetto, nonché della prioritaria esigenza di pervenire alla definizione di una risoluzione quanto più possibile incisiva nei contenuti e condivisa dai diversi gruppi parlamentari, onde fornire al Governo puntuali indirizzi soprattutto in vista delle successive fasi di attuazione del PNRR – la presidenza di questa Commissione non ha inteso prestabilire termini temporali per la conclusione dell'esame, privilegiando piuttosto lo svolgimento di un dibattito ampio ed approfondito. Si limita peraltro ad osservare che, dopo questa prima Relazione, il Governo è tenuto a presentare le prossime Relazioni semestrali sullo stato di attuazione del PNRR già a partire dal mese di aprile 2022, in coincidenza con la presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza.

  Vanessa CATTOI (LEGA) auspica che – a prescindere da una valutazione sulle questioni prettamente metodologiche, cui si è dianzi accennato – i singoli gruppi parlamentari possano offrire il proprio contributo soprattutto in ordine ai profili di merito affrontati dalla Relazione in esame. Preannunzia al riguardo l'intenzione del gruppo della Lega di dare seguito alle specifiche richieste avanzate dagli amministratori locali, relative, tra l'altro, ad una maggiore conoscenza circa i bandi attuativi del PNRR di futura pubblicazione, alle necessarie modifiche correttive dell'indice di vulnerabilità, che nella attuale definizione elaborata dall'ISTAT appare oggettivamente insoddisfacente, nonché alla possibilità di ricorso, da parte dei medesimi enti locali, alle procedure di affidamento diretto per la realizzazione degli interventi di propria competenza inclusi nel Piano medesimo.

  Fabio MELILLI, presidente, ricorda che la Relazione sullo stato di attuazione del PNRR presentata dal Governo al Parlamento risulta assegnata a ciascuna delle Commissioni permanenti per l'esame delle tematiche settoriali di rispettivo interesse, mentre le competenze della Commissione Bilancio rivestono inevitabilmente un carattere più generale e trasversale, motivo per cui la proposta di risoluzione che si riserva di predisporre potrà eventualmente tener conto anche degli spunti di riflessione maturati nel corso del lavoro svolto presso le altre Commissioni.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), ritiene sorprendente che il presidente abbia delineato una procedura di esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riferita all'anno 2021 che potrebbe essere definita, per così dire, una forma di autogestione da parte dei gruppi. Nell'evidenziare che non è possibile impiegare per tale esame un tempo pari a quello utilizzato dal Governo per redigere la Relazione ma che la Commissione deve esprimersi in modo tempestivo rispetto alla presentazione della stessa, chiede, quindi, se ciascuna Commissione approverà una risoluzione ed eventualmente entro quali termini.

  Fabio MELILLI, presidente e relatore, dopo aver affermato che, secondo la procedura prevista dall'articolo 124 del Regolamento della Camera, ciascuna Commissione, alla quale la Relazione è stata assegnata per le parti di rispettiva competenza, Pag. 83potrà votare una risoluzione, ribadisce che, al termine dell'esame, in qualità di relatore, presenterà una proposta di risoluzione rispetto alla quale potranno essere presentate delle riformulazioni. Aggiunge che l'articolo 124 del Regolamento, rinviando all'articolo 117 del Regolamento, prevede che la Commissione possa votare risoluzioni, non stabilendo un obbligo in tal senso.

  Ylenja LUCASELLI (FDI) anzitutto ricorda che, sin dall'inizio della procedura di esame della Relazione, il gruppo di Fratelli d'Italia ha chiesto che, all'interno della stessa, l'esposizione descrittiva riguardante l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) fosse accompagnata da dati numerici mediante i quali fosse più agevole la valutazione dell'effettiva realizzazione degli obiettivi del PNRR.
  Passando alle modalità di esame della Relazione, nell'evidenziare la necessità di valutare l'impatto che la guerra tra Russia e Ucraina, scoppiata sette giorni fa, potrà avere sull'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti nel PNRR, chiede che il ciclo di audizioni già svolto sia integrato con un'ulteriore audizione dei Ministri competenti allo scopo di comprendere in quale modo le risorse del Piano possano essere impiegate per sostenere i provvedimenti necessari a risolvere le questioni insorte nell'ultima settimana.

  Fabio MELILLI, presidente e relatore, in risposta alla deputata Lucaselli, precisa che, in riferimento agli eventi più recenti e ai conseguenti provvedimenti approvati dal Governo, il decreto-legge contenente Misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali è stato assegnato alle Commissioni riunite ambiente e attività produttive.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), in replica a quanto testé affermato dal presidente, sottolinea di non aver fatto riferimento al decreto presentato proprio ieri alla Camera per la conversione in legge, ma piuttosto che intendeva sollevare la questione della destinazione delle risorse stanziate per il settore energetico all'interno del PNRR alla luce dei nuovi eventi verificatisi negli ultimi giorni. Ribadisce, infine, che la Relazione presenta un contenuto eccessivamente generico per essere valutato dalla Commissione bilancio e, per tale motivo, necessita di un'integrazione con dati numerici più dettagliati.

  Fabio MELILLI, presidente e relatore, chiarisce che la Commissione non è chiamata ad integrare la relazione sullo stato di attuazione del PNRR ma ad esprimere indirizzi al Governo sulla stessa attraverso la votazione di una risoluzione. Precisa che il Governo potrà esprimere il proprio avviso su tale risoluzione prima che la stessa sia posta in votazione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione.

  La seduta termina alle 15.15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 2 marzo 2022. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze, Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 15.15.

Modifiche all'articolo 7 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di termini per la presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e del disegno di legge del bilancio dello Stato alle Camere.
C. 3437 Melilli.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 1° marzo 2022.

  La Viceministra Laura CASTELLI fa presente che il Governo intende esprimere il parere sul provvedimento nella seduta di martedì prossimo, dopo aver concluso i necessari approfondimenti.

Pag. 84

  Fabio MELILLI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.20 alle 15.35.