CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1 marzo 2022
750.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 51

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 1° marzo 2022.Presidenza della presidente, Vittoria CASA.

  La seduta comincia alle 14.30.

Schema di ordinanza ministeriale recante disciplina dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2021/2022.
Atto n. 354.
Schema di ordinanza ministeriale recante disciplina dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2021/2022.
Atto n. 355.
Schema di ordinanza ministeriale concernente le modalità di costituzione e di nomina delle commissioni dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2021/2022.
Atto n. 356.
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto degli schemi di ordinanza, rinviato nella seduta del 23 febbraio scorso.

  Vittoria CASA, presidente, comunica che, in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è concordato di concludere l'esame degli schemi, esprimendo i pareri, nella seduta di domani.

  Valentina APREA (FI), intervenendo da remoto, osserva che, pur essendo già iniziato il secondo quadrimestre, non sono state ancora fornite ai dirigenti, ai docenti e soprattutto agli studenti indicazioni definitive e dettagliate sugli esami di Stato conclusivi del primo e secondo ciclo, che pure si svolgeranno presto, nel mese di giugno. La prima raccomandazione che ritiene debba essere rivolta al Governo è quindi quella di comunicare in tempi rapidi alle scuole la modalità definitiva dello svolgimento degli esami. Il che è tanto più importante in quanto le ordinanze in schema hanno introdotto novità non attese: dopo due anni di prove finali semplificate e Pag. 52senza scritti, a causa della pandemia, il Governo ha ritenuto, in corso d'anno, confortato dagli indici epidemiologici favorevoli, di ritornare alla cosiddetta «normalità», ripristinando lo schema pre-Covid degli esami di Stato, con due prove scritte e una prova orale. Sottolinea che questa decisione non è piaciuta al mondo della scuola, perché nell'ultimo triennio gli studenti hanno studiato e si sono preparati – peraltro con difficoltà, tra lezioni in presenza e lezioni a distanza – con l'idea che avrebbero svolto prove di esame in modalità prevalentemente orale e con la predisposizione di un elaborato scritto: una soluzione, questa, che aveva introdotto interessanti approfondimenti multidisciplinari; in questo modo erano state fatte delle compensazioni rispetto agli esami pre-Covid. La scelta del Governo, invece, ha riportato le lancette dell'orologio indietro, al tempo in cui gli studenti si preparavano per sostenere una prova scritta di italiano e una prova di indirizzo, a carattere disciplinare; così però si perdono molte delle innovazioni. Ad ogni modo, pur con queste riserve, ritiene che la scelta del Governo, poiché ormai compiuta, deve essere sostenuta.
  Con riferimento alla prima prova scritta, quella di lingua italiana, sottolinea che, sebbene l'opinione pubblica la consideri compatibile con la preparazione attesa degli studenti, essa è comunque una prova per la quale occorre prepararsi per tempo; altrimenti c'è il rischio che si riduca a un'esercitazione di poco valore culturale. A tale proposito, ricorda che già una quindicina di anni fa il presidente dell'INVALSI Piero Cipollone rilevò che la metà dei migliori temi – temi che avevano conseguito il massimo dei voti – non raggiungevano la sufficienza quando valutati da una commissione dell'Accademia della Crusca. Ancora, più recentemente, sempre l'INVALSI ha rilevato che solo il 43 per cento degli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori ha competenze adeguate nella lingua italiana. È quindi evidente, a suo parere, che questa prima prova scritta non sia meno impegnativa della prova cosiddetta di indirizzo. Osserva poi, rispetto a questa seconda prova, che già nell'era pre-Covid risultava che gli studenti che affrontavano la maturità non possedevano in ampia percentuale le competenze richieste per le prove di indirizzo: ad esempio, solo il 51 per cento dimostrava competenze adeguate in matematica. Eppure, quasi tutti gli studenti italiani sono alla fine promossi e acquistano titoli di studio che tuttora hanno valore legale. Occorrerebbe poi riflettere sul fatto che ci sono istituti superiori che, pur avendo assegnato agli studenti decine di «100 e lode», risultano poi in fondo alle valutazioni OCSE e INVALSI.
  A suo avviso, è importante rivolgere un'attenzione maggiore agli apprendimenti e ai risultati dell'ultimo triennio, e non solo a quelli degli ultimi tre mesi, se non si vuole dare un valore solo simbolico agli esami conclusivi dei cicli. A suo avviso, va in questa direzione l'indicazione ministeriale dei quadri di riferimento per ogni ordine di scuola superiore contenuti negli allegati dell'ordinanza n. 355. Ritiene quindi opportuno, soprattutto per scongiurare che le seconde prove di indirizzo costruite a livello di istituto siano molto facili o molto difficili, introducendo disparità nel superamento delle prove da parte degli studenti, che il Ministero dell'istruzione preveda delle Linee guida per le commissioni che rendano chiara la struttura della prova, i nodi essenziali delle discipline e gli obiettivi stessi della prova.
  Quanto alle prove INVALSI, riferisce che la posizione del suo gruppo è a favore del loro svolgimento come prova propedeutica all'esame di Stato conclusivo del primo e del secondo ciclo di istruzione, pur non costituendo requisito di ammissione all'esame di Stato. Sottolinea che lasciare solo alla volontarietà la partecipazione alla rilevazione dei dati INVALSI, rischia di generare, tra l'altro, l'indisponibilità di dati sugli apprendimenti per un numero non trascurabile di allievi in condizioni di fragilità, tipicamente destinatari delle azioni di supporto previste dal PNRR. Evidenzia, in proposito, che la conoscenza di tali dati è necessaria anche per predisporre le necessarie azioni di contrasto dell'abbandono scolastico. Aggiunge, inoltre, che il mancato Pag. 53svolgimento delle prove INVALSI del secondo anno della scuola secondaria di secondo grado avrebbe un impatto ancora più grave alla luce del fatto che il Paese è chiamato ad attuare il PNRR: infatti mancherebbero i dati più utili per monitorare gli esiti delle azioni rimediali attivate, il che è presupposto per intervenire in modo mirato nel corso dei tre anni successivi di scuola.
  Conclude invitando il Governo a consentire alle scuole maggiore flessibilità nello svolgimento delle prove: a suo avviso, per esempio, si potrebbe consentire alle scuole di tenere le prove in un qualsiasi momento, a discrezione dell'istituto, nell'arco dei prossimi tre mesi.

  Gabriele TOCCAFONDI (IV) ritiene che, ad ormai solo cento giorni circa dalla data della prima prova, dopo anni difficili per la didattica e un ultimo anno di faticoso ritorno alla normalità, la Commissione debba evitare assolutamente – anche se il parere che esprime è comunque non vincolante per il Governo – di suggerire variazioni rispetto al tipo di esame che gli studenti ormai si aspettano, per l'annuncio che è stato dato, e per il quale si stanno quindi preparando, anche se, nel metodo, non può non rilevare come né la norma della legge di bilancio 2022 né poi gli schemi di ordinanza siano stati il risultato di un'iniziativa condivisa tra le forze politiche. Ciò premesso, riconosce che le ordinanze in schema realizzano una mediazione che tiene conto sia delle difficoltà del triennio trascorso, sia delle peculiarità di quest'ultimo anno di graduale rientro nella normalità, il che si apprezza, a suo avviso, soprattutto nel fatto di attribuire all'autonomia delle scuole – e quindi ai docenti, che sanno cosa si è fatto davvero – la definizione del contenuto della seconda prova. Apprezza e condivide la fiducia riposta negli insegnanti, che bene conoscono le difficoltà vissute nell'ultimo triennio dagli studenti, che hanno dovuto destreggiarsi tra DID, DAD e lezioni in presenza. Ritiene inoltre essenziale, in questo passaggio educativo così importante, che ci sia anche la prova d'indirizzo, anche perché è quella sulla quale gli studenti, specialmente degli istituti tecnici e professionali, fanno maggiore affidamento per dimostrare le competenze specifiche acquisite. Quanto all'adozione di Linee guida da parte del Ministero, il suo gruppo non è contrario, anche se comunque ha fiducia negli insegnanti e nella loro capacità di definire le prove alla luce del modo in cui le classi hanno effettivamente vissuto il triennio. Esprime soddisfazione anche per la rimodulazione dei punteggi prevista dall'ordinanza sull'esame di Stato del secondo ciclo di istruzione, ritenendo che esprima un buon punto di equilibrio tra il percorso del triennio e i risultati dell'ultimo anno. Conclude, formulando l'auspicio che la Commissione voglia esprimere parere senz'altro favorevole su tutti e tre gli schemi di ordinanza.

  Manuel TUZI (M5S), sottolineata la complessità delle vicissitudini che hanno accompagnato negli ultimi tre anni il percorso scolastico e lo svolgimento degli esami conclusivi dei vari cicli di istruzione, dichiara che il suo gruppo è favorevole alla soluzione intermedia individuata con gli schemi di ordinanza in esame e che la considera accettabile nei termini in cui è proposta dal Governo.

  Patrizia PRESTIPINO (PD), dopo aver accennato alla sua pluriennale esperienza come insegnante e come componente di commissioni d'esame, richiama brevemente i vari cambiamenti intervenuti nel tempo nelle modalità di svolgimento dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo d'istruzione, sottolineando in particolare come decisivo il passaggio dalla commissione composta di soli membri interni alla commissione mista, formata di componenti interni ed esterni: una riforma che reputa giusta, perché con la commissione composta da soli membri interni l'esame rischiava di essere una mera formalità, che non soddisfaceva né gli studenti, né gli insegnanti.
  Ciò premesso, sottolinea come la pandemia abbia stravolto non solo la didattica, ma anche, di conseguenza, l'esame di Stato, che per due anni si è svolto con un regime speciale: un regime speciale inevitabile, ma che spesso ha deluso gli studenti e i docenti Pag. 54per via della sua semplicità. Ritiene quindi giusto e necessario tornare prima possibile all'esame di Stato tradizionale e si dice convinta che la soluzione individuata dal Governo sia un buon punto di equilibrio tra le esigenze di questa fase di conclusione di un anno scolastico ancora segnato dalla pandemia e la necessità di tornare all'ordinario. Apprezza il ritorno della seconda prova scritta, anche se definita a livello d'istituto, perché, come ha osservato anche il deputato Toccafondi, è importante specialmente per gli studenti degli istituti tecnici e professionali, che nella seconda prova, più che nella prima, possono dimostrare l'acquisizione delle competenze specifiche del loro percorso di istruzione. Condivide pertanto la decisione del Ministro che, seppur tardiva, va nella direzione di dare serietà all'esame di Stato e quindi legittimità e credibilità al diploma.

  Alessandro FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE), relatore, premesso che personalmente è messo a disagio dal fatto che la Commissione è chiamata a esprimere il parere su ordinanze ministeriali, ossia su atti tipicamente amministrativi e che in quanto tali non dovrebbero, a suo giudizio, costituire oggetto di esame parlamentare, intende provare a ricapitolare, come relatore, le posizioni espresse nel dibattito per cercare di arrivare a una sintesi con la proposta di parere. Rileva che, al di là di quelle che possono essere le singole sensibilità politiche sul tema degli esami di Stato, esprimere pareri che pongano questioni nel merito non è possibile a ormai circa cento giorni, perché – come è stato evidenziato – gli studenti e i docenti hanno bisogno di certezze. È vero che si tratta di pareri non vincolanti per il Governo, ma eventuali osservazioni o condizioni inserite in essi, una volta che fossero annunciate dagli organi di stampa, potrebbero suscitare agitazione e l'aspettativa di nuove modifiche nelle modalità di svolgimento degli esami, il che deve essere evitato. D'altra parte, gli sembra di capire che l'equilibrio individuato con le ordinanze in schema non soddisfi pienamente le sensibilità di nessuno, ma che d'altra parte sia abbastanza soddisfacente per tutti. La sua proposta quindi è che la Commissione, nello spirito collaborativo di sempre, per non creare ambiguità, esprima pareri senz'altro favorevoli, salvo dare conto nelle premesse, dove necessario, delle perplessità di questa o quella parte.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), concordando con il relatore, ritiene che l'espressione di pareri favorevoli senza né osservazioni né condizioni e che nel contempo diano atto, nelle premesse, delle diverse posizioni di alcuni commissari, sia la strada più saggia da percorrere.

  Vittoria CASA, presidente, osserva come l'attenzione si sia concentrata completamente sull'esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione, mentre non va dimenticato che il ritorno ad una semi-normalità riguarderà anche i ragazzi del primo ciclo, che saranno chiamati a svolgere due prove scritte. A parte questo, condivide la proposta di dare atto nelle premesse dei pareri della posizione dei gruppi, purché ai ragazzi giunga comunque un messaggio chiaro nel senso che l'esame si svolgerà come è stato preannunciato. Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.